City Life Magazine N10

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1 CITY LIFE MAGAZINE ENERGIA E AMBIENTE PER LA CITTÀ DEL FUTURO WWW.CITYLIFEMAGAZINE.NET CITY LIFE MAGAZINE ONLINE LUGLIO/AGOSTO 2014 ANNO II N.10 BIMESTRALE Seguici su:

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1CITY LIFE MAGAZINE

ENERGIA E AMBIENTE PER LA CITTÀ DEL FUTURO

WWW.CITYLIFEMAGAZINE.NET

CITY LIFE MAGAZINE ONLINE • LUGLIO/AGOSTO 2014 • ANNO II N.10 BIMESTRALE

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2 CITY LIFE MAGAZINE N.10

SommarioCITY LIFE MAGAZINE ONLINE • LUGLIO/AGOSTO 2014 ANNO II N.10 BIMESTRALE

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Quanto un Meter è Smart

La Biocasa_82 a Treviso

EDITORIALE

I progressi nella sostenibilità in edilizia

Il PAES, strumento di pianificazione

Il Rilancio di Roma in ottica SmartDriverless car

HIGHLIGHTS

Roberto Maietti

Pietro Mezzi

Alessandro Gasparetto

ANIE – Gruppo Gas static Meters

Andrea Calatroni Redazione CLM

Riccardo BoschettoPierpaolo Albertario

Pierpaolo Signorelli

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3CITY LIFE MAGAZINE

SommarioCITY LIFE MAGAZINE ONLINE • LUGLIO/AGOSTO 2014 ANNO II N.10 BIMESTRALE

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FOTONOTIZIA

SMART CITY

ACCESSO ALL’ENERGIA

NEWS

Francesca Cipollone

Redazione CLM

Redazione CLM

Redazione CLM

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4 CITY LIFE MAGAZINE N.10

News

Fotonotizia

Articoli

Editoriale

Highlights

Smart City

CONTENUTI

Accesso all’Energia

• Il rilancio di Roma in ottica Smart

• I Progressi nella sotenibilità in edilizia • Driverless car,

la sperimentazione continua

• La Biocasa_82 a Treviso

• Quanto un Meter è Smart

• il PAES uno strumento di pianificazione locale

Smart

• Jamaica. Impianto eolico-solare, il più

grande al mondo

• Bologna Smart City

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5CITY LIFE MAGAZINE

News

Fotonotizia

Articoli

Editoriale

Highlights

Smart City

CONTENUTI

Accesso all’Energia

• City Life Magazine

• Les Edens de Royan

• I progetti del Politecnico per una mobilità cittadina sostenibile

• Edison Energy Control: la spesa in energia

consapevole

• Cooper Hewitt Museum digital pen

• Lampade solari fai-da-te per le popolazioni off-grid • In crescita il fenomeno dei

furti di motoveicoli

• Vincono 5 progetti del Sud il Bando EFISO per le Smart City

• Batterie al litio dal riciclo degli pneumatici

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6 CITY LIFE MAGAZINE N.10

Direttore ResponsabileRoberto Maietti

Advisory PanelGiuliano Busetto, Vittorio Cossarini, Alessandro Ferrero, Alessandro Gasparetto, Diego Gavagnin, Giambattista Gruosso, Biagio Longo, Emanuele Martinelli, Umberto Sampieri, Marco Vecchio

Direttore EditorialeMauro Bozzola

Coordinamento redazionale Francesca Cipollone

RedazioneAndrea CalatroniAlessandro SeregniPierpaolo Signorelli

Grafica EditorialeFabrizio Maietti

City Life Magazine Copyright© Ediplan EditricePubblicazione registrata presso il Registro della stampa del Tribunale di Milano N° 478 del 21 dicembre 2012codice ISSN 2283-6950

Diffusione 68.000 copie

È vietata la riproduzione totale o parziale della rivista senza l’autorizzazione dell’editore.

Direzione e RedazioneVia Olmetto, 17 20123 MilanoTEL +39 02 [email protected]

Pubblicità[email protected]

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8 CITY LIFE MAGAZINE N.10

di Roberto Maietti

Editoriale8 CITY LIFE MAGAZINE N.10

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9CITY LIFE MAGAZINE

Qualche giorno fa, camminando per Milano, mi sono diretto verso la

stazione Garibaldi e mi sono imbattuto nell’area comprendente Isola, Varesine e Garibaldi, che ha visto la sua rinascita negli ultimi 5 anni. Un cantiere a cielo aperto che ha raccolto investimenti per oltre 2 miliardi di euro e ha visto all’opera 20 architetti e 2000 operai. Dopo diverse decine d’anni (stiamo parlando del dopo guerra) finalmente hanno preso luce numerosi progetti, ambiziosi a tal punto da cambiare completamente lo sky line della città. L’obiettivo principale era lo sviluppo di un tessuto urbano che fosse la risultanza di uffici, abitazioni, piazze, verde residenziale e ponti ciclopedonabili concepiti secondo criteri moderni, o meglio futuribili. L’area si estende per oltre 300.000 m2 e conta 57.000 m2 di uffici, 11.000 m2 di spazi commerciali, 160.000 m2 di spazi pedonali e 20.000m2 di spazi culturali. Se è pur vero che l’impatto visivo è notevole, lasciando tutti noi a bocca aperta osservando gli edifici che si inerpicano verso il cielo, è altrettanto importante sottolineare che il cuore pulsante di questa area è la somma di tecnologia e sostenibilità. Infatti sono state adottate soluzioni innovative

ed estremamente significative per quanto riguarda l’impatto ambientale. I grattacieli non sono solo un’imponente opera architettonica, ma anche ingegneristica e ambientalista. Tutta la zona è stata certificata Leed Gold, Leadership in Energy and Environmental Design (sul tema rimando all’articolo di Pietro Mezzi in questo numero di City Life Magazine). Un’attestazione che evidenzia quanta attenzione sia stata posta alle problematiche relative a uno sviluppo urbano sostenibile. Vista la complessità delle soluzioni tecnologiche adottate si rende necessaria una gestione manutentiva particolare, che, non a caso, è stata affidata a Desigo, Divisione Building Management System (BMS) di Siemens. Il sistema di controllo cura l’ottimizzazione dell’utilizzo degli impianti e dei consumi energetici sia elettrici che termici. La piattaforma di controllo raccoglie ed elabora i dati provenienti da tutti gli edifici allocando i costi a ciascun centro di competenza, garantendo la gestione degli impianti meccanici ed elettrici, dei sistemi di rilevazione incendi-gas e sicurezza e del controllo accessi. Quando la creatività incontra l’ingegno possiamo solo guardare ammirati e battere le mani.

9CITY LIFE MAGAZINE

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10 CITY LIFE MAGAZINE N.1010 CITY LIFE MAGAZINE N.10

Pietro Mezzi

I progressi nella sostenibilità in ediliziaI sistemi di certificazione ambientale in Italia

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11FEATURES 11FEATURES

La sostenibilità è uno dei temi centrali del dibattito edilizio e architettonico odierno,

sia in Italia sia nel resto del mondo. Certo, non si tratta di un tema nuovo, ma oggi la sostenibilità nelle costruzioni si impone a partire dal riconoscimento dell’esistenza di due altri importanti fenomeni: l’inefficienza energetica, che caratterizza larga parte del patrimonio edilizio mondiale, e la produzione di gas serra, che si concentra proprio nelle metropoli del pianeta. Cresce un po’ dappertutto una consapevolezza diffusa dei problemi ambientali, energetici e climatici, che inevitabilmente coinvolge anche il mondo dell’edilizia.Ma la sostenibilità, dentro e fuori le costruzioni, non va solo enunciata. Va concretamente misurata, attraverso l’utilizzo di indicatori di prestazione ai quali attribuire una scala di punteggi o dei livelli da raggiungere.

Misurare la sostenibilitàI primi a procedere nella direzione della misurazione della sostenibilità sono stati, nel 1990, i ricercatori inglesi del Breeam (Building research establishment environmental assessment method), che hanno messo a punto un sistema di valutazione ambientale che è considerato il capostipite dei sistemi di certificazione. È su base volontaria e si avvale di certificatori esterni, autorizzati dal Bre (Building research establishment).

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Qualche anno dopo, nel 1998, in alcuni paesi d’Oltreoceano (Giappone, Stati Uniti, Canada, Australia), prende il via l’attività del World Green building council (World Gbc), un’associazione no-profit che conta oggi 20mila soci. Un ruolo di primo piano viene svolto dal sodalizio statunitense, l’Us Gbc, che inizia a diffondere il sistema Leed® (Leadership in energy and environmental design).Il sistema si basa su standard che stabiliscono i requisiti per progettare e costruire edifici eco-compatibili, in grado di garantire la sostenibilità ambientale e l’autonomia energetica. È un vero e proprio sistema di rating, che consente di misurare la sostenibilità. A differenza di Breeam (che prevede la figura del certificatore), lo standard si regge sull’autocertificazione e sull’attribuzione di crediti per ciascuno dei requisiti caratterizzanti la sostenibilità di un edificio. A inizio degli anni Duemila sono poi

arrivati i sistemi di certificazione ambientale di Giappone, Canada, Austria, Germania e Svizzera.

Gbc Italia e la community dell’edilizia sostenibileIn Italia, su iniziativa del Distretto Tecnologico Trentino (Habitech) di Rovereto, nel gennaio del 2008 viene costituita la sezione italiana del Green Building Council. Quarantasette sono all’inizio i soci fondatori. Si tratta di un’associazione no-profit, membro del World Gbc e partner dell’Us Gbc. Si occupa di accelerare la diffusione dell’edilizia sostenibile con lo scopo di modificare il mercato, sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni e fornire parametri di riferimento chiari agli operatori del settore, creando una community dell’edilizia sostenibile. Gbc Italia adatta alla realtà italiana il sistema di certificazione indipendente

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13FEATURES 13FEATURES

Leed®, lo promuove e oggi i soci sono circa 500, con una presenza in quasi tutte le regioni del Paese. Lo standard Leed si regge sull’autocertificazione e sull’attribuzione di crediti per ciascuno dei requisiti caratterizzanti la sostenibilità di un edificio. Grazie al lavoro di esperti e del suo comitato tecnico-scientifico, lo standard è stato adattato alle norme nazionali e ai differenti contesti regionali e prevede formule differenziate: nuove costruzioni, ristrutturazioni, scuole, edifici commerciali. Il sistema si compone di una check-list orientata ai progettisti, che consente di definire gli obiettivi di qualità ambientale che si intendono raggiungere con la costruzione da realizzare.Sei sono le categorie previste, con pre-requisiti prescrittivi e obbligatori e performance ambientali: siti sostenibili, gestione efficiente dell’acqua, energia e atmosfera, materiali e risorse, qualità

degli ambienti interni, progettazione e innovazione. Dalla somma dei crediti di ciascuna categoria dipende il livello di certificazione ottenuto: certified (da 40 a 49 punti); silver (50-59); gold (60-79); platinum (oltre gli 80). A oggi in Italia gli edifici certificati sono più di 200, tra questi figura l’edificio storico di Ca’ Foscari a Venezia, che grazie allo sviluppo del protocollo Gbc Historic building risulta essere l’edificio più antico al mondo in possesso di una certificazione ambientale. Tra le ultime novità della società trentina figura il sistema di certificazione Gbc Quartieri, relativo alla riqualificazione dei quartieri residenziali.

Il Protocollo ItacaIn Italia, oltre al Green building council, in tema di certificazione di sostenibilità ambientale, è attivo Itaca, l’Istituto per la trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale, che nasce da un’iniziativa delle

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14 CITY LIFE MAGAZINE N.1014 CITY LIFE MAGAZINE N.10

regioni e delle due Province autonome (tra i soci troviamo anche le organizzazioni di architetti, ingegneri e geologi, l’Oice, i sindacati edili, l’Ance, la LegaCoop e varie sigle associative del comparto delle costruzioni). Nel 2001 Itaca ha elaborato uno specifico protocollo di certificazione ambientale per incentivare l’edilizia sostenibile. Si tratta di uno strumento volontaristico, approvato dalla Conferenza Stato-Regioni nel gennaio del 2004 e aggiornato di recente.Il Protocollo è un sistema modulare, adattabile al contesto geografico, basato su punteggi di valutazione (da -1 a +5), assegnati confrontando l’indicatore calcolato con i valori della scala di prestazione (benchmark). Si fonda sul sistema internazionale di valutazione del Green building challenge (GbTool). I criteri (49 raggruppati in 19 categorie,

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a loro volta aggregate in cinque aree di valutazione: qualità del sito, consumo di risorse, carichi ambientali, qualità ambientale indoor e qualità del servizio) sono stati organizzati in schede esemplificative, contenenti anche le indicazioni sui metodi di verifica e sulle strategie progettuali per ottenere un punteggio elevato. Itaca è una sorta di pagella ecologica, che consente di misurare la sostenibilità ambientale. Il Protocollo si compone di due versioni: integrale (44 criteri, raggruppati in 18 categorie, a loro volta aggregate in 5 aree di valutazione) e sintetica (14 criteri). Esistono cinque differenti protocolli, secondo le destinazioni: residenziale, uffici, commerciale, industriale, scolastico. A oggi il Protocollo è stato adottato da 13 regioni e dalla Provincia Autonoma di Trento.+

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16 CITY LIFE MAGAZINE N.1016 CITY LIFE MAGAZINE N.10

Due realtà in competizioneItaca e Gbc Italia sono le due realtà che si contendono il mercato italiano delle certificazioni ambientali e che si danno battaglia per il primato, anche nel contesto internazionale; per molti aspetti, tuttavia, si basano su presupposti differenti. Il Protocollo Itaca, infatti, è concepito per essere libero e disponibile a tutti e sta sul mercato nazionale. È uno strumento che si rapporta alle norme nazionali e il suo livello di rating è conforme alle normative di settore. Leed, dalla sua, vanta forti riferimenti internazionali ed è conosciuto in tutto il mondo. Altro punto di differenza tra i due sistemi è la loro presenza nei circuiti internazionali: Leed è inserito nel sistema di certificazione americano, collegato con altri paesi al mondo; Itaca vanta la presenza sui tavoli europei dedicati alla sostenibilità.

Parla il nuovo presidente di Gbc ItaliaDopo il lungo periodo di presidenza di Mario Zoccatelli, Gbc Italia ha eletto un nuovo presidente e un nuovo Consiglio di indirizzo. Alla guida è stato chiamato Gianni Silvestrini, già direttore scientifico di Kyoto Club. Con lui, nel consiglio, siederanno Nadia Boschi (Cemea), Michele Chiogna (Itea), Thomas Miorin (Habitech) e Manuela Ojan (Italcementi). Una nuova presidenza significa spesso un nuovo corso. A Silvestrini abbiamo chiesto quali sono le novità più rilevanti che intende introdurre nel suo avvio di mandato.“Gli scenari dei prossimi tre anni – afferma il neo presidente – richiedono a Gbc Italia un rinnovato sforzo verso il consolidamento della base associativa e la riorganizzazione interna, in vista di un dialogo più diretto con le istituzioni. È prevista infatti un’intensa attività di advocacy verso i decisori pubblici per promuovere Gbc Italia. Vogliamo valorizzare il bagaglio di competenze e conoscenze espresso dai soci, attraverso l’azione dei chapter, che

sono le sezioni territoriali dell’associazione. Vogliamo diffondere e consolidare la certificazione Leed in Italia, aumentando la partecipazione e la conoscenza degli scopi associativi. Intendiamo rafforzare i rapporti internazionali e valorizzarne l’importanza nell’ambito dell’evoluzione e regionalizzazione dei protocolli Leed. In questo senso, sarà molto importante la conferenza internazionale che verrà organizzata da Us Gbc e Gbc Italia nell’ottobre 2015, a Verona, per un confronto con i paesi europei e del Mediterraneo sui successi e le criticità della sostenibilità ambientale nell’edilizia”. Silvestrini elenca poi i punti del programma operativo del suo mandato. “Il Consiglio d’indirizzo – prosegue il presidente – ha individuato una serie di priorità. In primo luogo, il futuro di Leed in Italia. Con l’arrivo della versione Leed v4 si farà riferimento a questo nuovo standard internazionale in lingua inglese, mentre continueranno a essere utilizzati i prodotti Gbc in italiano. Per valorizzare le risorse investite e i risultati raggiunti, abbiamo aperto un confronto con i soci per decidere le linee strategiche dei prossimi anni. Seconda priorità sarà l’attività di advocacy. Verranno intensificati i rapporti con le istituzioni per valorizzare al massimo il ruolo della certificazione ambientale degli edifici: per questo ci confronteremo con i ministeri per un riconoscimento normativo. Poi, vogliamo dare il nostro contributo nella valutazione della “Roadmap 2030” sulla riqualificazione energetica del patrimonio edilizio prevista dalla direttiva 20/2012 e nel monitoraggio dell’obbligo di riqualificare annualmente il 3% della superficie degli edifici governativi. La terza priorità riguarda la formazione, che riveste un ruolo prioritario per la diffusione delle competenze. Abbiamo in programma la promozione e la diffusione degli interventi di formazione con un approccio orientato al mercato.

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Verrà inoltre completato il processo di training e di accreditamento dei formatori per i nostri corsi. Quarta priorità: l’unitarietà e l’organizzazione territoriale. L’associazione è nazionale e va potenziata la diffusione regionale per un maggior equilibrio e radicamento sul territorio, valorizzando le diverse specificità, le competenze e i liberi professionisti che aderiscono ai chapter. Ciò vorrà dire un rapporto più inteso tra struttura di governo di Gbc Italia e le associazioni territoriali. Va in questa direzione l’approvazione del nuovo chapter delle Marche. Quinta priorità: l’Europa. È importante focalizzare la missione dell’associazione sulle tematiche della sostenibilità nella filiera edilizia in riferimento alle direttive europee. Il comparto edilizio deve evolvere rapidamente per gestire le riqualificazioni energetiche di interi edifici e per

realizzare costruzioni con consumi energetici molto bassi e con una elevata quota di fonti rinnovabili. Infine, ultima priorità: Leed come infrastruttura per la competitività del mercato. Gbc Italia ha un unicum: i soci partecipano alla definizione e al rinnovo degli standard certificativi come dinamica competitiva distintiva nel mercato e ciò garantisce un flusso di conoscenze e di apporti che si rinnova continuamente. Gli standard di Leed verranno validati in modo collegiale e i soci saranno informati sui tempi e le modalità di realizzazione. Per noi, i soci sono il cuore pulsante dell’associazione”.

SEGREEN BUSINESS PARK BUILDING E Segrate (Mi)

HABITARIA Paullo (Mi)

ITALCEMENTI ITC LAB Bergamo

MUSE Trento

GARIBALDI REPUBBLICA Milano

PUNTEGGIO

GOLD 38/62

GOLD

62/110

PLATINUM

54/69

GOLD 42/69

GOLD 41/62

Sostenibilità del sito

9/15

21/26

10/14

10/14

11/15

Gestione delle acque

5/5

10/10

5/5

5/5

3/5

Energia e atmosfera

9/14

19/35

15/17

6/17

8/14

Materiali e risorse

3/11

2/14

6/13

6/13

7/11

Qualità ambientale interna

8/12

3/15

13/15

10/15

8/12

Innovazione nella progettazione

4/5

3/6

5/5

5/5

4/5

Priorità regionali

4/4

Schede tecniche

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20 CITY LIFE MAGAZINE N.1020 CITY LIFE MAGAZINE N.10

Alessandro Gasparetto*

Driverless car, la sperimentazione continua

*Professore Ordinario Università di Udine

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Le smart cities del futuro vedranno la presenza di

vari sistemi automatizzati in continua connessione fra loro. Case, semafori, veicoli e persino individui, connessi in una rete pervasiva di comunicazioni organizzata in modo da consentire una gestione efficiente della città, migliorandone la vivibilità e la qualità di vita dei suoi abitanti.

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La gestione del traffico veicolare è senza dubbio un punto fondamentale del sistema “smart city”: finora però tale gestione si è limitata in genere alla trasmissione di dati da parte di alcune tipologie di veicoli (autobus urbani, autoambulanze) per finalità informative (orario di arrivo autobus) o regolative (“onda verde” semaforica all’approssimarsi di un’autoambulanza).

Non manca molto però al momento in cui nelle nostre città comparirà uno degli attori principali della smart city del futuro, ovvero l’auto a guida automatica, che potrà essere facilmente integrata in un sistema “smart” di gestione del traffico. L’auto senza guidatore (driverless car) non è un’invenzione recentissima: i primi prototipi di veicoli autonomi sono apparsi

negli anni ’80 del secolo scorso. Università e centri di ricerca in tutto il mondo si sono cimentati in questa impresa, decisamente non banale considerando il fatto che l’ambiente in cui il veicolo si deve muovere risulta estremamente “non strutturato”, ovvero non noto a priori e soggetto a continue variazioni, sia per il movimento del veicolo stesso, che per la presenza e il movimento

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23FEATURES 23FEATURES

di altri veicoli. Un grosso impulso alla ricerca in questo settore è stato dato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, grazie all’organizzazione del DARPA Grand Challenge, una competizione per auto a guida automatica che si svolge nel deserto di Mojave, in California, con un premio di 2 milioni di dollari per il primo classificato. Come spesso accade (si pensi ad esempio

alla vicenda di Internet), l’interesse militare è stato il driver per sviluppare nuove tecnologie nella fase iniziale della loro vita. La tecnologia delle auto driverless sta ora entrando in una fase di appetibilità economica per le aziende private: ne è testimonianza il fatto che Google è entrata in questo settore senza badare a spese, con un ambizioso progetto guidato da Sebastian Thrun, in

precedenza direttore dell’Artificial Intelligence Laboratory dell’Università di Stanford e vincitore del DARPA Grand Challenge 2005.In alcuni stati degli USA le auto senza guidatore possono circolare su strade pubbliche a scopo sperimentale: il primo stato a permetterle (dopo una notevole azione di lobbying da parte di Google…) è stato il Nevada nel giugno

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24 CITY LIFE MAGAZINE N.1024 CITY LIFE MAGAZINE N.10

2011, seguito da Florida e California nel 2012, e dal Michigan nel 2013. In Europa, Germania, Paesi Bassi e Spagna hanno permesso il test di veicoli autonomi su strade pubbliche, e a breve ciò sarà consentito anche in Finlandia. La prima auto senza guidatore a circolare nel traffico è stata una Toyota Prius equipaggiata con il sistema sperimentale costruito da Google. Questo sistema è basato su un sensore laser, montato sul tetto del veicolo, che effettua una

scansione tutto attorno all’auto, creando così una mappa tridimensionale dell’ambiente, che viene poi combinata con le mappe ad alta risoluzione a disposizione di Google. Il sistema di navigazione utilizza queste mappe, oltre ovviamente ai dati in tempo reale sul traffico provenienti da altri sensori montati a bordo macchina, per muoversi in maniera sicura e abbastanza efficiente in mezzo agli altri veicoli. Al momento (dati di aprile 2014) le auto driverless sono state testate su percorsi di oltre un milione di km.

E l’Italia come si colloca in questo settore? Come spesso accade nel nostro Paese, la legislazione è in ritardo sugli sviluppi tecnologici, mentre dal punto di vista della ricerca possiamo vantare qualche eccellenza, come ad esempio il VisLab (Laboratorio di visione artificiale e di sistemi intelligenti) dell’Università di Parma che ha costruito un prototipo di veicolo senza guidatore (BRAiVE), che è riuscito a viaggiare in modo autonomo da Parma a Shanghai, ovvero per oltre 13000 km!

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25FEATURES

La cura dei particolari, la ricerca di linee es-senziali e la voglia di stupire fanno del nuovo quadro di comando Commader SL 4000 Rose Systemtechnik un nuovo punto di riferimento per il mercato.

Gli utilizzatori chiedono semplicità di assem-blaggio, comodità d’utilizzo, minimizzazione degli ingombri e Rose risponde, ancora una volta, con soluzioni intelligenti, moderne e competitive.

Le maniglie integrate permettono all’opera-tore una facile e non faticosa manovra. Il nuovo sistema di porta posteriore, con pro-fili rinforzati e semplici sistemi di fissaggio, garantisce stabilità e protezione oltre a una veloce accessibilità all’elettronica interna. La facilità di montaggio, infine, assicura tempi inferiori e quindi costi sensibilmente ridotti.

Come tutti i quadri di comando Rose anche SL4000 si caratterizza per una notevole fles-sibilità dimensionale: profondità selezionabili fra 90, 140 e 200 mm. La combinazione dei profili permette aggiustamenti di precisione millimetrica. Completano l’offerta le interfac-ce, il set di attacchi per le consolle e i vari adattatori.

Quando la bellezza si combina alla tecnologia

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Andrea Calatroni

La Biocasa_82 a TrevisoUn valido esempio di sostenibilità e di progettazione architettonica integrata

Quando abbiamo ricevuto il materiale relativo a questo progetto abbiamo

pensato che fosse più stimolante scrivere un articolo critico, che non mettesse in evidenza solo i pregi di una nuova idea di progettazione architettonica, poiché è nostra convinzione che solo da una critica costruttiva derivi la riflessione e l’approfondimento su temi nuovi o solo accennati in fase di ideazione. Un buon progetto di architettura deve poter reggere sia il peso della neve, sia le punture critiche della stampa, un buon progetto deve saper recepire valutazioni diverse e poi saper rispondere con i fatti, i numeri e la durata. Far comprendere un sistema costruttivo in legno strutturale e far cadere i pregiudizi e le prevenzioni rispetto al consolidato sistema in cemento e mattoni è un’impresa soprattutto culturale. Anche la posizione geografica del progetto non è un elemento da sottovalutare: il Nord Est italiano, da sempre caratterizzato come laboratorio di sperimentazione sulla bioarchitettura.

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In più la tradizione storica delle costruzioni in legno, tronchi incastrati con tetto a scandole, e il recupero con la loro attualizzazione è parte della filosofia costruttiva locale, dal Trentino al Friuli. Tempi lunghi anche per l’abbattimento dei costi e una diffusione capillare del sistema costruttivo presentato con la Biocasa_82. Al momento sono possibili solo residenze unifamiliari, di medie dimensioni, il passaggio a un’edilizia diffusa e di massa, intesa come capacità di ospitare un alto numero di famiglie, è molto lontano. Questo passaggio richiederà anni di sviluppo dei materiali e delle tecniche costruttive, dei giunti e della statica, il vantaggio del cemento armato o dell’acciaio è che con strutture snelle si può salire per centinaia di metri, ma con il legno strutturale? Questo materiale nuovo, e insieme vecchio: il legno strutturale, consente una prefabbricazione leggera ed economica, che ha indubbi plus: tempi certi, costi definiti e prestazioni sostenibili. Queste sono le costanti che compongono la funzione con cui è stata ideata, progettata e infine costruita la Biocasa_82. L’idea di prefabbricazione su piccola scala è lo strumento vincente se si intende abbattere l’impronta ecologica durante tutto il ciclo di vita dell’edificio, dalla produzione alla progettazione e infine alla costruzione. Nella relazione di progetto è certificato che: Lo studio di sostenibilità climatica svolto da MR Energy Systems ha calcolato il carbon footprint dell’edificio secondo lo standard ISO 14067 per tutte le fasi che compongono il ciclo di vita (approvvigionamento dei materiali, costruzione, fase d’uso, demolizione), al fine di verificare l’effettiva efficacia delle soluzioni proposte da Welldom durante le fasi di progettazione esecutiva, scelta dei materiali, scelte impiantistiche e costruzione. Lo studio conferma inoltre che l’utilizzo di materiali naturali e il loro riciclo a fine vita comporta una sostanziale riduzione delle emissioni legate al ciclo di vita dei materiali di circa -40%.

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A ulteriore conferma di ciò, per progetti come Biocasa_82 la politica dei piccoli passi, per certi versi, è più sicura e rassicurante dei grandi salti in avanti, incontrollabili, ma dal grande impatto culturale. Se pensiamo al sistema Domino di Le Corbusier, se nel 1920 l’architetto svizzero non avesse osato tanto, ci troveremmo ancora a costruire in mattone portante piccoli palazzi decorati. Se l’innovazione della parete strutturale in legno (vedi sezioni) viene portata avanti solo in termini di microedilizia, non si verificherà

il cambio di paradigma sperato e cercato con questo progetto, l’idea, pur vincente, si manterrà su pochi esempi di eccellenza architettonica. Anche in architettura, come spesso accade, la grande qualità è richiesta da una ristretta élite culturale con un’alta sensibilità ambientale e che punta alla sostenibilità delle proprie scelte di vita. Dalla relazione di presentazione del progetto apprendiamo che la: “Biocasa_82 è un edificio ubicato in provincia di Treviso, presenta elevati standard

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abitativi e di sostenibilità ambientale; progettato e realizzato con riferimento al protocollo americano LEED® for Homes, contribuendo - come caso pilota – allo sviluppo dell’equivalente standard italiano GBC Italia (con 117 punti su 136 del protocollo LEED, N.d.R. – sul tema si veda su questo numero di City Life Magazine l’articolo di Pietro Mezzi). Biocasa_82 è un edificio con prestazioni energetiche molto elevate, dotato di impianti a fonte rinnovabile fotovoltaica e geotermica. Lo studio Arplan ne ha curato la progettazione architettonica, mentre la realizzazione dell’edificio è stata eseguita da WELLDOM nella figura di main contractor.”. Indiscutibili i valori di sostenibilità messi in atto dal progetto realizzato da Welldom.

Le innovative tecnologie degli impianti messi in opera consentono un’integrazione tra architettura e sub sistemi e l’interazione tra questi in maniera coordinata, sinergica. Il sistema di riscaldamento/raffrescamento e di acqua calda è gestito da un importante sistema fotovoltaico, composto da pannelli, sonde geotermiche e pompa di calore:

IMPIANTO PV:Potenza impianto fotovoltaico: 11,96 KWPN° moduli: 52Superficie coperta PV: 85 mq

IMPIANTO GEOTERMICO:Sistema Energetico: sonde geotermiche verticali di profondità, a ciclo chiuso

W E L L D O M S . r . l . V i a Ag l a i a An a ss i l i d e - 3 1 0 4 4 Mo n te b e l l u n a - T R E V I S O

T e l . 0 4 2 3 6 0 5 5 5 1 – www.welldom.it – i n f o @we l l d o m . i t

Applicato S.G.S.L. UNI/INAIL/ISPESL

Studio di sostenibilità climatica di Biocasa_82

Abstract

Biocasa_82 è un edificio ubicato in provincia di Treviso, presenta elevati standard

abitativi e di sostenibilità ambientale; progettato e realizzato con riferimento al

protocollo americano LEED® for Homes, contribuendo - come caso pilota - allo

sviluppo dell’equivalente standard italiano GBC Home.

Biocasa_82 è un edificio con prestazioni energetiche molto elevate, dotato di impianti a

fonte rinnovabile fotovoltaica e geotermica, ventilazione meccanica controllata con

recupero di calore, impianti di recupero e riciclo delle acque piovane, il tutto gestito da

un sistema domotico all’avanguardia. Lo studio Arplan ne ha curato la progettazione

architettonica, mentre la realizzazione dell'edificio è stata eseguita da WELLDOM nella

figura di main contractor, promuovendo l’impiego della struttura massiccia

prefabbricata in legno, l’utilizzo di materiali ecologici certificati, e avviando

successivamente il percorso di verifica e attestazione del Caso Studio promosso da

GBC Italia.

Lo studio di sostenibilità climatica svolto da MR Energy Systems ha calcolato il carbon

footprint dell’edificio secondo lo standard ISO 14067 per tutte le fasi che compongono

il ciclo di vita (approvvigionamento dei materiali, costruzione, fase d’uso, demolizione),

al fine di verificare l’effettiva efficacia delle soluzioni proposte da Welldom durante le

fasi di progettazione esecutiva, scelta dei materiali, scelte impiantistiche e costruzione.

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31FEATURES

POMPA DI CALORE:Tipo: Pompa di calore a ciclo inverso a compressione di gas, azionata da motore elettricoFluido termovettore: AcquaValore nominale della potenza termica utile Pn: 27,00 Kw

Questo complesso impianto integrato consente un consumo energetico definito dal costruttore come near zero o in termini assoluti molto basso, che unitamente ai materiali e al sistema costruttivo comporta una considerevole riduzione dei gas climalteranti. Dalla relazione stilata da MR Energy System il decremento nel complesso, su 50 anni di vita dell’edificio, è di circa -57%, raggiunto anche grazie

alla Progettazione Integrata dell’intero manufatto architettonico. La modalità Progettazione Integrata, parte dal coinvolgimento sin dalle prime fasi di tutti gli attori coinvolti, la novità rispetto all’approccio classico sta nel fatto che alcune figure di consulenza siano attive da subito: ingegnere termico, consulente acustico, energetico e illuminotecnico. Queste quattro figure avranno il compito, con l’ingegnere strutturale, di ridurre l’impronta energetica dell’abitazione, con conseguenti adeguamenti al ribasso delle emissioni e dei consumi. Un progetto capofila, che se accetterà le piccole critiche espresse, diverrà il nuovo modus operandi dell’architettura del prossimo futuro.

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ANIE – Gruppo Gas static Meters

Quando un Meter è Smart?

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33FEATURES

Come cambierebbe il consumo energetico se potessimo controllarlo

in tempo reale? Sicuramente in meglio. In un mercato in cui il costo dell’energia segue un trend sempre crescente, le opportunità fornite dall’installazione degli smart meters sono molteplici: dall’efficienza nell’erogazione dell’energia, che riduce i costi di gestione per i produttori, ai vantaggi per gli utenti nel processo di contabilizzazione dei consumi, fino a un controllo e una gestione più consapevoli delle fonti di energia. L’adozione dello smart metering, ossia un sistema di “contatori intelligenti”, sembra così essere una tappa indispensabile per la realizzazione di un sistema energetico più efficiente e trasparente. Le sfide e le opportunità lanciate dagli smart meters si individuano in rapporto ai contatori tradizionali, sia sul piano tecnico che su quello economico. Infatti, i contatori intelligenti permettono di confrontare i consumi totali ai consumi orari, segmentati in curve orarie, per un miglior monitoraggio integrato. Inoltre, sostituiscono la misura monodirezionale con una bidirezionale (energia immessa e prelevata). Dal punto di vista dei piani tariffari, i meters tradizionali non lasciano spazio a personalizzazioni, mentre gli smart meters offrono la possibilità di attuare politiche di prezzo differenziate su base stagionale, feriale/festivo, base oraria o anche in relazione alla potenza impegnata, costruendo l’offerta di energia sulle reali esigenze dei consumatori. In questo modo, si realizza il principio secondo cui il modo con cui l’energia erogata viene misurata influenza il modo con cui viene venduta. Una delle principali innovazioni rispetto agli impianti tradizionali, che sono tipicamente stand alone, è poi il controllo remoto: grazie a questa tecnologia, gli impianti smart meters permettono di acquisire e consultare

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la lettura, le curve di consumo e la registrazione degli eventi tramite logger, con relativi allarmi e autodiagnosi, consentendo, sempre da remoto, di agire sulla gestione dell’erogazione, regolando o interrompendo la potenza.

Scopo dei regolatori UE rispetto all’introduzione sdegli Smart MeterNell’ultimo decennio, la posizione dell’Unione Europea in materia di energia è stata molto chiara: efficienza energetica, crescita intelligente, armonizzazione e sostenibilità. La legislazione europea ha infatti dato un forte impulso all’introduzione dei contatori intelligenti. Gli obiettivi connessi alla diffusione e all’installazione degli smart meters che l’UE vuole perseguire vanno in tre direzioni. La prima è quella dell’efficienza energetica e della riduzione dei consumi, da realizzare grazie al flusso informativo sempre aggiornato, dagli erogatori ai clienti, che gli smart meters sono in grado di creare. Infatti, un’efficiente informazione consente

ai consumatori di regolare il proprio consumo energetico. In secondo luogo, l’UEsi muove in favore della tutela dei clienti in materia di fatturazione. È previsto, infatti, che la fattura sia necessariamente equa, accurata e basata sul consumo effettivo. In ultimo, vi è l’obiettivo della liberalizzazione della vendita di energia, attraverso maggiori informazioni sui consumi e la possibilità di creare offerte mirate ad alcuni segmenti di clientela con profili di consumo specifici.

Benefici dello Smart MeteringI benefici dell’introduzione degli smart meters non possono essere calcolati concentrando l’attenzione solo su uno degli attori del sistema, poiché si riscontrano lungo tutta la filiera dai consumatori, dal Sistema Paese alle reti di distribuzione. Per i clienti finali, lo smart metering si traduce in fatture basate sul consumo reale, informazioni più dettagliate sulle proprie utenze e tariffazioni ad hoc modellate sulle effettive esigenze energetiche. Tutto ciò contribuisce alla creazione di un servizio di

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La terza edizione di SCE è dedicata alla governance delle Smart City. Costruiamo opportunità per mettere a sistema le idee e i progetti in corso a partire dalle politiche settoriali sulle infrastrutture tecnologiche, l’ambiente, la mobilità, il turismo, la tutela del territorio, il lavoro, le start up, la logistica, la cultura e la sanità.

125 città di cui 25 straniere, 100 investitori, 500 relatori e un +42% di visitatori. Questi i numeri della scorsa edizione: un grande momento di scambio e di lavoro che ha confermato SMART City Exhibition come l’evento italiano di riferimento sul tema dell’innovazione nelle città e nelle comunità intelligenti. Abilitare l’evoluzione delle singole iniziative in politiche organiche di trasformazione del territorio: questo l’obbiettivo di SCE2014!

Le soluzioni e le visioni di Smart City vengono presentate nel luogo in cui intorno agli scenari più innovativi confluiscono i vertici delle città e l’intera filiera dell’innovazione urbana. Ai partner di SCE viene proposta la partecipazione sotto forma di un efficace progetto di comunicazione integrato in cui alla presenza espositiva si accompagnano diversi gradi di visibilità e interazione con i partecipanti.

Una manifestazione di In contemporanea con D'intesa con

www.smartcityexhibition.it

#SCE2014

Seguici su

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fornitura di maggior qualità e allo sviluppo di opportunità per consumatori sempre più orientati a un modello “pro-sumer”, attivi e informati, capaci di entrare nel sistema a loro volta come piccoli produttori autonomi di energia.Per il Sistema Paese gli smart meters agiscono sulle politiche di mercato, facendo da impulso alla liberalizzazione della vendita e alla concorrenza nell’offerta delle fonti di energia. Tutto questo, nell’ottica di una maggiore efficienza energetica, sostenibilità e riduzione delle emissioni di CO2. A loro volta, le stesse reti di distribuzione traggono benefici dall’implementazione dei sistemi di smart metering. Da un punto di vista economico, si evidenziano l’efficienza e il risparmio in termini di costi nella gestione delle operazioni (OPEX) dei processi di distribuzione, che agevolano la “generazione diffusa” delle singole unità di autoproduzione di energia decentralizzate sul territorio. Dal punto di vista del funzionamento, invece, i contatori intelligenti consentono l’identificazione delle perdite di rete e dei prelievi irregolari, apportando un livellamento dei picchi di domanda e fornendo informazioni sulla saturazione delle tratte.

Smart Metering elettricità: A che punto siamoPer quanto riguarda l’energia elettrica, il processo di omologazione ai sistemi di smart metering è tutt’altro che semplice. In Europa, ad esempio, vi sono realtà differenti tra loro. Infatti, solo l’Italia e la Svezia hanno sostituito i contatori dell’elettricità tradizionali con quelli smart, mentre Regno Unito, Olanda, Francia, Finlandia, Irlanda e Austria hanno soltanto avviato i piani di sostituzione che sono ancora in fase di attuazione. Non mancano degli spunti di riflessione: in Danimarca, Polonia, Grecia e Romania l’analisi costi-benefici sull’implementazione degli smart meters ha avuto riscontri positivi, fornendo elementi

a sostegno di tali investimenti sulle reti di distribuzione dell’energia elettrica. Di contro, in Germania, dove un’analisi è stata condotta solamente in base al pay-back per le aziende distributrici di energia elettrica, la situazione è decisamente diversa. Non tenendo conto dei benefici che l’intero Sistema Paese riscontrerebbe, l’investimento per un singolo cliente (di circa 220€ contro i 70€ della case history ENEL) è stato giudicato economicamente non conveniente. Oggi in Italia sono stati installati 35 milioni di smart meters, 30 milioni dei quali saranno sostituiti con quelli di nuova generazione da ENEL a partire dal 2016. I contatori intelligenti hanno portato a un forte miglioramento della qualità del servizio di distribuzione e consumo di energia elettrica, consentendo una reale riduzione nei costi di erogazione, una disponibilità dei dati di consumo segmentati per curve orarie. Tuttavia, non si è assistito a una concreta disponibilità di questi dati da parte del consumatore finale di energia elettrica, quindi non è stato possibile percepire la spinta alla attesa riduzione dei consumi. Inoltre, altre criticità si sono riscontrate nella mancata cancellazione delle fatture presunte, ossia calcolate sulla base di stime (sulle fatture dell’anno precedente, o sull’utilizzo, sul numero di componenti della famiglia, sulla quantità e sul tipo delle apparecchiature utilizzate). Si rende necessario a questo punto definire le funzioni e le caratteristiche dei contatori elettrici per il periodo 2017 – 2032, nonché le regole per raggiungere gli obiettivi che l’UE si è posta.

Smart Metering gas: Ancora molto da fare Anche per quanto riguarda l’installazione degli smart meters nella distribuzione di gas, il quadro europeo risulta a tratti frammentario. I piani di sostituzione dei vecchi contatori sono stati avviati solo in Italia, Regno Unito, Olanda, Francia e Irlanda.

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La grande disomogeneità è dovuta principalmente alle diversità di funzioni richieste, architetture, tecnologie di comunicazione, protocolli di comunicazione, requisiti dimensionali e costruttivi e livelli di informazione al cliente.In Italia, il processo di sostituzione dei contatori tradizionali di taglie commerciali e industriali è ancora in corso: finora la soglia dei contatori sostituiti è del 50%, mentre è stata solo avviata la sostituzione dei meters residenziali. Comunque, il piano di implementazione programmato prevede che nel segmento Commerciale e Industriale saranno installati entro il 2014 circa 160 mila meters, destinati a diventare 360 mila nel 2018, soggetti interamente alla telegestione via GPRS. Nel segmento Residenziale, invece, i contatori installati saranno 450 mila nel 2014 e circa 12 milioni nel 2018, con una graduale implementazione dei sistemi telegestione. Questa lenta implementazione

dei contatori intelligenti nel comparto gas, causata fra l’altro dalle proroghe e deroghe alle scadenze prefissate concesse in passato dall’AEEG, è accompagnata dalla mancata definizione delle test suite per la certificazione di intercambiabilità ai fini della comunicazione e dei piani di integrazione per realizzare le sinergie tra infrastrutture di comunicazione per il metering gas con metering elettrico e altre potenziali utenze. Proprio a quest’ultimo aspetto della questione “contatori intelligenti” è particolarmente attento il Gruppo Gas Static Smart Meters (GS2M) costituito in seno all’Associazione Componenti e sistemi per Impianti (CSI), aderente ad ANIE Confindustria. Insomma, la strada è senz’altro percorribile entro breve, ma di certo non è tutta in discesa: vi è ancora da lavorare, poiché poca è l’esperienza sui disegni di rete e sull’individuazione dell’ubicazione ottimale dei nuovi concentratori per una lettura integrata dei consumi di Utilities.

www.smartenergyexpo.netVerona 8-10 Ottobre 2014

SECONDA EDIZIONE

Believe

IL PRIMO FORUM INTERNAZIONALE SULL’EFFICIENZA ENERGETICA

in collaborazione con organizzato dacon il patrocinio di

soluzioni, prodotti e tecnologie per l’effi cienza energetica

LA PRIMA FIERA INTERNAZIONALE SULL’EFFICIENZA ENERGETICA

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LedControl nasce nel 2010 a Lentate sul Seveso, alle porte

della Brianza, e presto si afferma come azienda specializzata nel campo del Lighting e della Buil-ding Automation. Con un occhio di riguardo volto sempre più al risparmio energetico, LedControl affronta il mondo dell’illuminazio-ne consapevole della sua conti-nua evoluzione per l’avvento di tecnologie sempre più innovative con la conseguente e crescente necessità di gestire in modo ef-

ficace tutti gli apparecchi d’illu-minazione, anche quelli realizzati con sorgenti tradizionali.In quest’ottica LedControl ha re-alizzato il sistema di controllo del nuovo impianto Pole Division dell’azienda AEC illuminazione di Arezzo, azienda è fortemente attiva nel settore dell’illuminazio-ne pubblica da oltre sessant’an-ni e rappresenta oggi un esem-pio significativo nel panorama industriale internazionale grazie alla sua particolare attenzione

Quando la tradizione incontra l’automazioneDal connubio tra Beckhoff e LedControl un sistema energeticamente efficiente e dalle elevate prestazioni realizzato per la AEC Pole Division di Arezzo

a cura della Redazione

www.beckhoff.it

Inaugurato nel Febbraio 2012, AEC POLE DIVISION è uno stabilimento

unicamente dedicato alla produzione di pali per l’illuminazione pubblica.

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www.beckhoff.it

Il nuovo stabilimento dell’azienda affianca quello esistente, occupando una superficie coperta di 24.000 mq in un’area totale di 50.000.

Architettura di sistema composta da CX1010 Beckhoff e moduli I/O perla gestione di sensori di luminosità.

all’innovazione tecnologica e ai concetti di eco-compatibilità e sviluppo sostenibile, garanten-do sempre i migliori standard qualitativi attraverso un costante up-grade tecnologico senza tra-lasciare mai il concetto di qua-lità, funzionalità, esclusività e cura del dettaglio tipici del Made in Italy. AEC Pole Division è una struttura moderna, progettata come luogo attento alla vivibili-tà di chi vi lavora o vi transita. Il nuovo stabilimento affianca quel-lo esistente, occupando una su-perficie coperta di 24.000 mq in un’area totale di 50.000. In con-trotendenza rispetto alle scelte di delocalizzazione produttiva di molte aziende, AEC concentra nella propria sede le diverse fasi produttive facendo di questo uno dei suoi principali vantaggi com-petitivi in termini di organizzazio-ne e salvaguardia dello sviluppo tecnologico. La scelta di adotta-re il sistema Beckhoff è nata da diverse necessità e da un’appro-fondita comparazione tra i più im-portanti brand presenti sul mer-cato. L’esigenza principale era legata alla possibilità di integrare nello stesso sistema sia modu-li di controllo degli apparecchi

d’illuminazione, DALI, sia moduli di gestione tipici del mondo del-la Building Automation. In par-ticolare questi ultimi hanno per-messo di realizzare misuratori di energia e di interfacciare sensori di luminosità e pulsanti EnOcean sulla stessa piattaforma hardwa-re. Ulteriore fondamentale moti-vo che ha condotto alla scelta di Beckhoff, risiede nella possibilità di avere un’interfaccia software dedicata all’applicazione, sfrut-tando tutte le potenzialità messe a disposizione dal sistema ope-rativo Windows che convive con l’ambiente PLC. L’impianto d’illu-minazione è composto da appa-recchi LED appositamente realiz-zati da AEC, per un totale di circa 300 driver da 75W dimmerabili

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tramite la tecnologia DALI (Digital Addressable Lighting Interface). Il sistema di controllo è costitui-to da un’unità centrale Beckhoff CX1010 che gestisce i moduli I/O tramite K-Bus. Grazie all’inter-faccia Ethernet, l’unità centrale è collegata alla rete LAN aziendale e ad una seconda unità remota, composta da un BC9050 e da un modulo KL3403 per la lettura dei consumi energetici, a sua volta collegato ad opportuni trasfor-matori amperometrici. Il sistema realizzato permette quindi il to-tale controllo degli apparecchi di illuminazione in accensione, spegnimento e regolazione. La gestione dei livelli luminosi può essere effettuata tramite logiche di controllo automatiche in base al contributo di luce naturale: all’interno dell’edificio gli appa-recchi possono essere dimmerati in modo da mantenere costante il flusso luminoso sulla superficie di lavoro e/o a terra, mentre all’e-sterno vengono accesi o spenti con funzionalità “crepuscolare”. In alcune zone è anche possibile richiamare livelli luminosi costan-ti (preset) in base a programma-zioni orarie e giornaliere. Oltre al controllo automatico gli utenti possono impartire comandi ma-nuali, sia tramite pulsanti fisici (cablati o wireless) che tramite in-

terfacce software, accessibili da PC e da dispositivi mobile come SmartPhone e Tablet.In aggiunta al controllo locale, il sistema permette la gestione re-mota di tutti i suoi componenti, abilitando gli utenti a modificare i parametri di lavoro e a visua-lizzare i consumi energetici e gli eventuali malfunzionamenti degli apparecchi. Ogni punto luce è, infatti, monitorato costantemen-te grazie alla tecnologia DALI, che permette una comunica-zione bidirezionale con i driver LED integrati negli apparecchi. Il cablaggio di tale bus può esse-re realizzato tramite un semplice cavo a due poli, non schermato e non twistato, posto accanto a quello di alimentazione. Tramite il protocollo DALI è possibile impo-stare tutti i parametri operativi dei driver e ottenere un feedback sul loro stato di funzionamento e su eventuali avarie. Uno dei vantaggi della tecnologia Beckhoff risiede nel completo controllo dei dati inviati sui bus: essendo il DALI un bus lento è importante non saturarlo con decine di coman-di e richieste di stato contempo-ranee, cosa che causerebbe una situazione di stallo delle lampade, che si posizionerebbero su livelli indefiniti e non risponderebbero prontamente ai comandi. Questa situazione si verifica spesso con altri sistemi, ad esempio usando gateway KNX-DALI. Il software appositamente realizzato da Le-dControl per questa applicazione permette la gestione completa dell’impianto tramite un’interfac-cia grafica semplice e intuitiva. L’applicazione web-based è ospi-tata dal web server integrato nel CX1010, che permette l’acces-so alle pagine HTML di control-

Il risparmio energetico ottenuto con i prodotti Beckhoff si attesta intorno al 30%, con punte di oltre il 50% in particolari momenti della giornata.

www.beckhoff.it

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lo tramite qualunque dispositivo dotato di browser web. Le fun-zionalità rese disponibili ai vari utenti garantiscono un totale al-lineamento tra le competenze tecniche dei vari attori (manuten-tore, installatore e utente generi-co) e la complessità di utilizzo. La consultazione dei dati e dei trend energetici può essere fatta da di-spositivi remoti, sia direttamente accedendo alle pagine dedicate alla visualizzazione dei grafici, sia tramite software di terze parti.Rispetto ad un impianto tradizio-nale il sistema realizzato permette di ottenere importanti benefici in termini energetici e prestazionali. La potenza totale installata, pari a circa 22 kW, può essere limi-tata per gran parte delle ore del-la giornata in quanto l’impianto gode di un importante contribu-to di luce naturale. Mediamente il risparmio energetico ottenu-to si attesta intorno al 30%, con punte di oltre il 50% in particolari momenti della giornata. Oltre alle considerazioni energetiche ed economiche il sistema garantisce importanti vantaggi impiantistici e funzionali. Grazie alla tecnolo-gia DALI è possibile configura-re via software le aree di lavoro, cioè creare i gruppi funzionali di apparecchi d’illuminazione che dovranno essere gestiti con un livello luminoso omogeneo. Ogni tipologia di area all’interno dell’e-dificio può quindi essere illumina-ta con il livello adeguato di Lux, il che garantisce la corretta illumi-nazione per le varie attività spe-cifiche di ogni zona (lavorazione manuale o automatica, stoccag-gio, ecc.). La modifica del layout di utilizzo dell’impianto non im-plica quindi attività di ricablag-gio, molto costose e complicate

visto le altezze elevate e le tipo-logie di lavorazioni eseguite all’in-terno dello stabile. La tecnologia Beckhoff unita al know-how di LedControl consente di realizza-re sistemi di controllo dell’illumi-nazione estremamente efficienti in termini energetici e funzionali. L’architettura hardware e softwa-re garantisce una completa inte-grazione con altri sistemi di Buil-ding Automation e con eventuali soluzioni BMS (Building Mana-gement Software) esistenti. I be-nefici dell’adozione di Beckhoff risiedono proprio nell’interfac-ciarsi con un unico fornitore di hardware, ottimizzando i costi del sistema e dello sviluppo dell’ap-plicazione software. L’obiettivo di LedControl e AEC di ottenere una soluzione in grado di far rispar-miare una percentuale importante di energia e di automatizzare la gestione dell’impianto di illumi-nazione ha trovato in Beckhoff, grazie all’approccio basato su apertura e flessibilità, alla varietà dei prodotti e ad un valido sup-porto tecnico, il partner ideale per la realizzazione di un impianto all’avanguardia.

Sistema di gestione dell’illuminazione.

www.beckhoff.it

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Riccardo Giuseppe Boschetto*Pierpaolo Albertario*

Il PAES uno strumento di pianificazione locale Smart

44 CITY LIFE MAGAZINE N.10

Uno dei 5 obiettivi della strategia Europa 2020 riguarda le sinergie tra l’uso

sostenibile dell’energia e i cambiamenti climatici. Esso si esplica in un impegno a ridurre almeno del 20% le proprie emissioni di gas serra attraverso politiche e misure locali, che aumentino del 20% il ricorso alle fonti di energia rinnovabile, che migliorino del 20% l’efficienza energetica e che attuino programmi ad hoc sul risparmio energetico e sull’uso razionale dell’energia. Lo scopo è favorire uno sviluppo economico, sociale e culturale delle popolazioni coinvolte, basato sull’efficientamento dei processi produttivi e gestionali, e un mutamento culturale sull’uso delle risorse energetiche, che debbono essere utilizzate con razionalità e conservate nel miglior modo possibile, per le generazioni future. Ogni stato membro declina gli obiettivi 2020 in impegni politici nazionali secondo una visione di un futuro di energia sostenibile, che si traduce a sua volta in obiettivi e target più specifici attraverso la definizione di azioni e provvedimenti che la governance locale intende intraprendere.

*Ricercatore Tecnologo** Funzionario amministrativo presso l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA)

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46 CITY LIFE MAGAZINE N.1046 CITY LIFE MAGAZINE N.10

Il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) è uno strumento di pianificazione chiave che ratifica sostanzialmente l’impegno volontario intrapreso dal comune, una volta che aderisce formalmente al Patto dei Sindaci, e definisce misure concrete di riduzione di emissioni di CO2, insieme a tempi e responsabilità, in modo da tradurre la strategia di lungo termine in azione.È uno strumento di programmazione strategica che può determinare delle nuove funzioni da insediare nel territorio, delle nuove esigenze e delle nuove modalità di fruizione dei servizi che una gestione consapevole e sostenibile della città e dell’ambiente comporta. Si può parlare quindi di PAES come strumento operativo locale con cui un comune vuole sostanziare la propria visione di una città creativa, dinamica, inclusiva e a basse emissioni: tutti requisiti che qualificano la città come smart. Per rendere l’obiettivo di riduzione

di CO2 più coerente con la realtà attuale e proiettato verso il futuro, anche in termini di fattibilità oltre che di volontà, il primo passo è quello di definire lo scenario corrente e tendenziale delle emissioni. Lo strumento attraverso il quale un ente locale delinea lo stato attuale delle emissioni è l’Inventario delle Emissioni di Base (BEI), da cui scaturiscono informazioni sulle emissioni di CO2 attuali e future del territorio comunale, si quantifica la quota di CO2 da abbattere, si individuano le criticità e le opportunità per uno sviluppo energeticamente sostenibile del territorio e le potenzialità in relazione allo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili. Il consumo energetico e le emissioni di CO2 a livello locale dipendono da molti fattori: struttura economica (determinata da industria/servizi e tipo di attività), livello di attività economica, popolazione, densità, caratteristiche del patrimonio edilizio, utilizzo e livello

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di sviluppo dei vari mezzi di trasporto, atteggiamento dei cittadini, clima, ecc. Alcuni fattori possono subire variazioni a breve termine (ad es. l’atteggiamento dei cittadini), mentre altri possono essere modificati solo a medio o lungo termine (ad es. efficienza energetica nell’edilizia). È utile comprendere l’influenza di questi parametri, così come la loro variazione nel tempo e identificare quelli per cui l’autorità locale può prendere provvedimenti (a breve, medio e lungo termine). Da qui l’esigenza di avere uno strumento basato su un approccio partecipativo in cui tutti i membri della società rivestono un ruolo fondamentale nella risoluzione delle questioni energetiche e climatiche in collaborazione con le loro autorità locali. Insieme, dovranno stabilire una visione comune per il futuro, definire le linee guida per mettere in pratica tale visione e investire nelle risorse umane e finanziarie necessarie.

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48 CITY LIFE MAGAZINE N.1048 CITY LIFE MAGAZINE N.10

Il coinvolgimento degli stakeholder è il punto di inizio per ottenere il cambiamento del comportamento che deve andare di pari passo con le azioni tecniche previste dal PAES. Questo aspetto inclusivo è di fondamentale importanza per un’attuazione coordinata e concordata degli interventi del piano. Gli interventi del PAES, de facto, dovrebbero riguardare sia il settore pubblico, sia quello privato. Un’azione di pianificazione è in grado di dar vita a iniziative pubbliche, private o a capitale misto nei settori produttivi e di servizi legati all’energia che favoriscono la creazione di nuova forza lavoro; contribuisce a definire la qualità della vita di una popolazione, offre opportunità di valorizzazione del territorio e partecipa alla sostenibilità dello sviluppo.

In conclusione il PAES è uno strumento operativo di pianificazione che integra le istanze ambientali con quelle della salute e del benessere dei cittadini, della mobilità, dei servizi e dell’economia a livello locale e li inserisce in obiettivi decisamente smart sia nell’accezione più classica del termine cioè di essere Specific, cioè chiaro e non vago; Measureable cioè calcolabile; Achievable, cioè realizzabile con le proprie risorse e capacità, Realistic, cioè realistico e Time-bound, cioè legato a un periodo congruo per la sua realizzazione; sia di essere un strumento qualificante per una città potenzialmente intelligente capace di sviluppare una visione chiara e condivisa del benessere, della qualità della vita e della sostenibilità.

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Pierpaolo Signorelli

Il rilancio di Roma in ottica Smart

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A più di un anno dal suo inserimento, il sindaco Marino e la sua giunta sono

impegnati a fronteggiare gli storici problemi della Capitale (traffico, manutenzione dei siti archeologici, gestione dell’immenso centro storico, rilancio delle periferie ecc.), ma dovendo fare i conti rispetto alle passate amministrazioni capitoline con gli strettissimi margini che lascia il tristemente celebre “Patto di Stabilità”. Operazione e difficoltà che accomuna un po’ tutti i sindaci d’Italia, ma a Roma si deve altresì aggiungere un piano di rientro del debito, eredità delle passate gestioni, che non è più rinviabile e che sottrae all’Amministrazione liquidità e possibilità di investimenti diretti sul territorio.In questo contesto, difficile per chiunque, una strada per uscire dall’empasse e rilanciare la città è stata quella degli interventi per l’ammodernamento e l’organizzazione dell’ambiente urbano in chiave “smart”. L’idea è semplice e sembra dare risultati – almeno in questo iniziale scorcio di tempo – tutti positivi e consiste nell’effettuare operazioni mirate, quindi non eccessivamente dispendiose, ma che, grazie all’elevato livello di tecnologia applicato, possano essere autonomamente propulsive di attività nuove, generanti valore aggiunto per la vita cittadina non solo in termini economici, ma anche di qualità della vita e salubrità dell’ambiente. Resta da vedere se una simile politica possa riuscire egualmente bene su una scala molto più grande, cioè sia possibile applicarla a tappeto in tutti i contesti e in tutte le zone della città, specialmente le periferie dove molto spesso si necessita di autentica riprogettazione dello spazio urbano.

City Life Magazine ha incontrato l’assessore Paolo Masini, responsabile del coordinamento generale della politica capitolina per le periferie.

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Siamo andati a chiederlo all’assessore Paolo Masini, responsabile del coordinamento generale della politica capitolina per le periferie; degli interventi in aree di degrado, dell’individuazione, progettazione e realizzazione delle opere pubbliche nei piani di sviluppo locale e, più in generale, delle politiche dei lavori pubblici, insomma la persona giusta per poter capire come sta evolvendo l’ambiente cittadino romano.

Roma Smart City, molti i possibili temi di intervento nei prossimi anni, (mobilità, socialità, qualità della vita, energia e integrazione ecc.) che andranno a delineare una nuova visione della città. Gentile assessore, ci vuole ricordare come la Capitale è riuscita a cambiare passo, posizionandosi su questo ambizioso scenario?È un impegno che abbiamo assunto fin da subito, portando avanti la bandiera “rivoluzionaria” del cambiamento già a partire dal nostro programma di governo della città. L’evoluzione dell’ambiente di vita urbana e delle abitudini ci sta aiutando, soprattutto attraverso nuovi sistemi pensati per facilitare il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione e l’incremento dell’utilizzo delle nuove tecnologie. Gli ultimi anni, come sappiamo, sono stati caratterizzati dall’esplosione dei connected device – smartphone e tablet – fenomeno nel quale l’Italia vanta medie di penetrazione comparabili a quelle dei principali paesi nel mondo. Oggi sette italiani su dieci hanno un cellulare evoluto. È in questo contesto che si è innestato un vero e proprio cambio di rotta (e di mentalità) dell’Amministrazione di Roma, che in un anno ha portato a importanti risultati e riconoscimenti, non ultimo l’importante premio Smart City assegnato a marzo da SMAU a Roma Capitale per i progetti hi-tech. In questi 365 giorni è stato fatto molto, su tanti fronti. Dagli interventi per l’efficientamento

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energetico di scuole e uffici comunali alla sperimentazione delle manutenzioni stradali programmate, al percorso in atto con ACEA per installare 200mila pali intelligenti, solo per citare alcune best practices attivate dal nostro Assessorato, che vedremo più approfonditamente in seguito. Altri esempi arrivano dal lavoro svolto dai miei colleghi Leonori e Improta: l’unificazione delle reti wi-fi pubbliche a Roma, il progetto TETRA che mette in comunicazione Polizia Municipale e Protezione Civile di Roma Capitale, l’introduzione di due servizi di mobilità diffusa intelligenti, le app per il pagamento delle strisce blu, che manderanno in pensione il classico ‘grattino’. Mi viene in mente una suggestione ispirata dalla splendida canzone di Trovajoli “Roma non fa’ la stupida…”, ormai entrata nella tradizione come simbolo della romanità. Ecco, la Capitale ha smesso di fare la stupida, e sta diventando una città intelligente.

Si tratta evidentemente di una sfida molto impegnativa per una singola amministrazione comunale, sebbene importante come quella capitolina. Come si è riusciti a risolvere l’eterna antinomia fra necessità di spesa, specie per una progettualità tanto vasta, e la magrezza delle disponibilità finanziarie? In altri termini è compatibile il piano di rientro del debito pubblico con la nuova progettualità?Il percorso verso la “smart city” non è a costo zero; si pensi alla digitalizzazione dei servizi, all’implementazione delle infrastrutture, all’aggiornamento delle reti. Ma non dimentichiamo che è proprio dall’ottimizzazione delle risorse, consentita dalle innovazioni introdotte, che è possibile ottenere un beneficio anche economico. Al riguardo si veda la strategia di politica energetica che stiamo mettendo in campo come Assessorato, in collaborazione con molte realtà, tra cui il Gestore dei Servizi Energetici, che in pochi anni consentirà

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di rendere efficienti dal punto di vista energetico 1840 edifici del patrimonio comunale, tra cui moltissime scuole. Questa strategia rivoluzionerà l’approccio dell’approvvigionamento energetico, che passerà da un’ottica di “consumo” a un’ottica di “risparmio condiviso”. Con la nuova ‘gara del calore’, infatti, le imprese che forniranno il riscaldamento, per ottenere il massimo ricavo, dovranno occuparsi di efficientare gli edifici attraverso nuovi infissi, cappotti termici, intonaci isolanti. Questo abbatterà le emissioni e consentirà di risparmiare fino al 40%, promuovendo l’attrazione di nuovi investimenti e posti di lavoro. Tutto questo, ovviamente, ridurrà significativamente anche l’impronta di Roma sull’ambiente: grazie a questi interventi si stima di abbattere fino a 25mila tonnellate l’anno di CO2, l’equivalente di 16mila auto circolanti in meno. Un altro esempio di risparmio sul lungo periodo è dato dalla sperimentazione che abbiamo messo in campo nei giorni scorsi, in collaborazione con l’università di Roma Tre, di un piano di manutenzioni programmate sulle strade di Roma. Attraverso la mappatura 3D dello stato di degrado di 60 km di strade messa a disposizione gratuitamente dall’azienda Dynatest, attraverso un apposito veicolo multifunzione dotato di laser scan, è possibile mappare il degrado delle pavimentazioni ed elaborare delle curve di ammaloramento atteso delle strade. La lista delle priorità su cui intervenire, così, non si costruisce più “a occhio”, ma sulla base di modelli matematici. Si ottimizzano le spese e si rendono più efficienti gli interventi: un cambio di mentalità cruciale in tempi di spending review, che consente di risparmiare fino a tre volte sul lungo periodo, a fronte di un investimento nella fase iniziale. Questa manutenzione “intelligente”, già in uso nei Paesi del Nord Europa e in molti aeroporti internazionali, sarà un’innovazione chiave del nuovo bando strade.

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Fra le difficoltà che i progetti di smart city incontrano sono quelli relativi un’attenta attività informativa capace, in un futuro prossimo, di sfociare in una cultura della “città nuova”. Quali sono le attività formative che sono state attivate? La formazione, soprattutto quella ‘interna’, rappresenta uno dei cardini di tutti i percorsi che abbiamo attivato come Assessorato. È proprio a partire dalla diffusione di conoscenza, dal networking e dallo scambio delle buone pratiche, infatti, che si rende più intelligente una città e la sua amministrazione, a tutti i livelli. Un esempio? Agli inizi di luglio, alla Città dell’Altra Economia, luogo centrale nel percorso di riqualificazione che stiamo portando avanti nelle nostre Periferie, abbiamo realizzato un seminario di formazione sui “Materiali Innovativi ed Ecosostenibili per le Infrastrutture di Roma Capitale” destinato a ingegneri, tecnici e dirigenti dell’amministrazione e ad “addetti ai lavori” esterni. Nel seminario, in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, Legambiente e l’Associazione Nazionale Produttori Aggregati Riciclati, è stato presentato nel dettaglio lo studio delle possibilità tecniche e amministrative per l’utilizzo di materiali innovativi ed ecosostenibili per la costruzione e manutenzione delle infrastrutture di Roma Capitale. Non era mai stato fatto prima d’ora.

Sarà finalmente possibile, grazie all’ICT, il rilancio delle periferie e l’armonizzazione con il centro storico della città, andando a riprodurre, anziché a dislocare, i servizi presenti al centro città nella aree dell’hinterland?Le periferie sono al centro della rivoluzione ‘intelligente’ di Roma. E non soltanto sul piano delle ICT. Prendiamo ad esempio il tema dell’agricoltura: Roma, con i suoi 50mila ettari di terreno, è il comune con più vasta estensione di verde e terreni

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coltivabili in Europa, e la gran parte di questa ricchezza, ovviamente, si trova in periferia. Questo elemento, oltre a fornire un enorme contributo alla vivibilità dei cittadini, offre opportunità di sviluppo, lavoro, benessere, rispetto dell’ambiente. Uno degli esempi più evidenti di questa strategia, è il progetto che abbiamo lanciato a Cinquina, estrema periferia nord di Roma: la Mensa Scolastica a “Metri 0”, il primo progetto di mensa scolastica di una città metropolitana con menù prodotto in un’area inferiore al km dalla scuola stessa, e cibi serviti entro le 24 ore dalla produzione, dunque a ‘freschezza garantita’. Il progetto pilota, che si svolgerà presso la Scuola Elementare Cinquina, Istituto Comprensivo Uruguay, coinvolge tutti i 300 bambini della scuola materna ed elementare e ha preso il via in fase sperimentale a fine maggio, per proseguire nell’anno scolastico 2014/2015. Le derrate saranno interamente fornite da una rete di produttori locali, appartenenti all’area geografica della Riserva Naturale della Marcigliana, coordinati dall’azienda responsabile dell’approvvigionamento, che ha sede a poche centinaia di metri dall’Istituto Comprensivo. Il progetto prevede inoltre visite periodiche dei bambini alle fattorie (sul modello delle fattorie didattiche), la possibilità per gli alunni di coltivare micro-orti e mangiare i propri prodotti, un macchinario per il compostaggio. Si tratta del primo progetto simile in un’area metropolitana d’Italia. C’è poi il tema dell’autoproduzione sociale, la vera chiave dello sviluppo delle periferie, anche qui in ottica “smart”. L’ultimo esempio in ordine di tempo è il coworking “L’Alveare”, che prenderà il via da settembre nel quartiere di Centocelle e metterà a disposizione di neomamme e neopapà (ma anche di professionisti/e e lavoratori/trici senza figli) uno spazio di 200mq con 30 postazioni, area baby con educatrici professioniste e tutte le comodità di un ufficio. Sempre in questa direzione stiamo lavorando sul bando per

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il CorSpace, un nuovo coworking che nascerà a Corviale e che rappresenterà un’altra importante opportunità di riqualificazione delle periferie attraverso l’autopromozione sociale. Stiamo mettendo in rete tutte le realtà innovative e di sviluppo tecnologico, coworking, hub. Puntiamo a trasformare Roma in un centro di diffusione di nuove forme di lavoro, valorizzando il movimento maker e promuovendo le tante start up che attendono solo l’“innesco”.

In termini generali si ha la sensazione che nel bene o nel male, l’attuale amministrazione voglia lasciare un segno del suo operato, lanciandosi così in politiche innovative e ambiziose, e un ruolo fondamentale in tali politiche lo ricoprono gli interventi per una città “smart”. Come sta reagendo la cittadinanza di fronte ai tanti e ampi cambiamenti che la vita della città sta registrando?C’è un fermento importante e visibile attorno agli interventi che la città sta mettendo in campo in termini di innovazione, dimostrato dagli addetti ai lavori con i molti convegni ed eventi legati alle tecnologie e al mondo dei maker che si organizzano a Roma, ma anche dal grande pubblico. E se è vero che alcune delle “smart strategies” necessitano di più tempo per ottenere risultati, è anche vero che sulle “smart actions” immediate la risposta è arrivata da subito. Pensiamo ai servizi come “car2go e enjoy”, che hanno registrato un buon successo sin dalle prime settimane. Lo sappiamo, le innovazioni introdotte negli ambienti urbani hanno un forte impatto sull’“esperienza” quotidiana della città di ciascuno di noi. Come Assessorato, siamo ora al lavoro per un importante percorso messo in campo con Acea per l’introduzione degli smart poles, allo scopo di introdurre a Roma i pali intelligenti. Oltre ai vantaggi legati all’introduzione dei LED, e al fatto che sarà possibile finanziare l’aggiornamento tecnologico con

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il risparmio per le “bollette” del Comune, i cambiamenti introdotti dagli smart poles si vedranno nella vita di tutti i giorni. Si rifletta come, da solo, il nuovo sistema di illuminazione consentirà di accendere la grande bellezza di Roma, dal centro alle periferie, dando nuova luce a monumenti, piazze e strade, anche attraverso l’utilizzo di sperimentazioni creative e accensioni speciali legate a particolari eventi. Anche da questo ci aspettiamo una risposta molto positiva.

Tuttavia, sembra che la giunta Marino sia affetta da una problematica di messa a fuoco, in quanto si proietta verso grandi orizzonti, però poi va in affanno su questioni più immediate e concrete, come per esempio le piogge alluvionali che hanno messo in ginocchio la città. Si renderebbero allora necessari tutta una serie di interventi sul territorio per poter ammodernare la città e renderla fruibile in ogni condizione. Non potrebbe essere l’occasione giusta per effettuare investimenti che risolvendo i problemi a pronti, proiettino la città in chiave smart?L’approccio innovativo è essenziale in quel mondo “hardware” rappresentato dalle opere pubbliche e dagli interventi che hanno un impatto di peso sul sistema urbano. Nel corso di quest’anno abbiamo potuto renderci conto di quanto Roma, dal punto di vista infrastrutturale, presenti delle gravi carenze. Molti degli allagamenti che si sono verificati nel corso degli ultimi mesi sono dovuti al fatto che la rete di smaltimento delle acque meteoriche è stata costruita nei diversi momenti di sviluppo, spesso irregolare, della città nel corso del ‘900, e tarata su picchi trentennali di precipitazioni che ciascuna delle “flash storm” che si sono abbattute su Roma in questi mesi è in grado di sorpassare abbondantemente. Abbiamo risposto alle esigenze strutturali di Roma fin dall’inizio del nostro mandato con l’innovazione e con il supporto delle tecnologie digitali.

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Basti pensare che nel piano “libera il tombino”, messo in campo a settembre, ottobre e novembre per la disostruzione di 25mila caditoie, abbiamo imposto alle aziende che operavano sulla rete di fornire la geolocalizzazione degli interventi, in modo da poter monitorare che il lavoro fosse svolto bene. Ma, accanto alla tecnologia, servono gli investimenti. Molti degli interventi per abbassare il rischio idrogeologico, sono oggi bloccati da quel Patto di Stabilità che spesso per i Comuni si trasforma in Patto di Immobilità.

Sembra delinearsi un processo di lungo corso, che se si realizzasse sarebbe eccezionale se confrontato col panorama medio italiano, affetto da una cronica mancanza di liquidità e quindi di investimento. Peraltro, il progetto vedrebbe la partecipazione congiunta ed ordinata, delle amministrazione pubbliche con soggetti privati. Come riuscire a gestire questo complesso connubio in modo duraturo?Attraverso quelli che io chiamo “i pensieri lunghi”. Uscendo da una logica di emergenza ed entrando in un’ottica di programmazione: almeno per una volta, si prova ad anteporre la progettazione sull’adattamento, la pianificazione sulla modifica, in un contesto, come quello urbano di Roma, che di stratificazioni ne ha subite innumerevoli nel corso della sua storia millenaria.Lo sforzo, specie considerando le disponibilità finanziarie attuali, che l’Amministrazione Capitolina sta’ ponendo in atto è dunque quello di passare dalla contingenza del quotidiano per accedere permanentemente al livello di previsione. Avere, dunque, una “vision” del futuro che ci consenta di lavorare per le prossime generazioni, per i nostri bambini e i nostri nipoti, per quella generazione di cittadini del domani che già oggi conosce la gestualità del touch screen ancor prima di imparare a parlare.

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9.45-10.30 Apertura lavori“Innovare e competere con le tecnologie dell’automazione”

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24 settembre 2014 - BERGAMO, Kilometro Rosso

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62 CITY LIFE MAGAZINE N.1062 CITY LIFE MAGAZINE N.10

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63CITY LIFE MAGAZINE 63HIGHLIGHTS

Highlights

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Cooper Hewitt Museum digital pen

Il rinnovamento architettonico ed espositivo del Cooper Hewitt Museum di New York passa anche attraverso un dispositivo hi-tech che assomiglia a una matita. La PEN viene consegnata all’ingresso con il biglietto e consente a ogni visitatore di memorizzare opere e oggetti delle gallerie visitate e creare un proprio database interattivo; alla fine della visita la PEN viene restituita e tutti gli oggetti raccolti, o progettati dal visitatore nei laboratori del museo, sono accessibili online attraverso un indirizzo web dedicato, stampato sul biglietto.

Queste informazioni possono essere condivise online o immagazzinate per le visite successive. La PEN è la combinazione di due tecnologie principali: l’interfaccia fisica per i tavoli interattivi impiega i materiali conduttivi usati per gli schermi touchscreen e la sua interfaccia digitale per la memorizzazione delle didascalie impiega la tecnologia cosiddetta near-field o di prossimità. Un sensore sulla punta della penna legge le informazioni sul tag NFC incorporato nelle didascalie degli oggetti esposti, queste informazioni vengono memorizzate

dalla PEN e possono essere lette una volta seduti ai tavoli interattivi. Usando degli schermi ad altissima definizione i visitatori possono esplorare e manipolare gli oggetti che hanno raccolto nella PEN, scoprire oggetti correlati nella collezione Cooper Hewitt o recuperare informazioni contestuali su designer, progettazione, processi e materiali, nonché guardare e condividere video e anche tracciare dei propri disegni. Una nuova idea di visita museale che è già oggi realtà.

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Les Edens

de RoyanDa un progetto lanciato congiuntamente dalla Regione Poitou-Charentes e l’ADEME (Appel à projets Bâtiment Basse Energie), in collaborazione con il comune di Royan e EDEN Promotion è nato il progetto Les Edens de Royan, costituito da un complesso di edifici acquistati con il contratto VEFA (Vente en l’Etat Futur d’Achèvement), utilizzato per la compravendita di immobili in costruzione.La performance energetica dell’edificio consente di utilizzare 30 kWh a metro quadro all’anno, il consumo di energia dovuto a riscaldamento, acqua calda, luce o quello dovuto all’utilizzo degli

elettrodomestici da parte degli abitanti, è compensato da una centrale solare fotovoltaica.L’edificio è definito BEPOS, (Bâtiment à énergie positive) proprio perché produce energia più di quanta ne consumi, grazie alla centrale che produce circa 40 MWh all’anno. Per il caldo estivo è garantita una ventilazione naturale grazie alla tecnica del free cooling. La struttura è di calcestruzzo e di legno per limitare i ponti termici, il peso sulle fondamenta e per ottimizzare l’isolamento termico; un risparmio di “energia grigia” ovvero quella necessaria per la costruzione di un materiale, molto più elevata per il cemento armato

che per il legno.La centrale di produzione d’acqua calda è composto da un sistema di 21 pannelli solari termici oltre a una caldaia a legna e pellet con una potenza di 56 kW, l’energia solare è stoccata e viene ridistribuita un po’ per l’alimentazione dei radiatori un po’ per la produzione di acqua calda. Una caldaia di tale potenza permette di generare calore in eccesso per i periodi senza sole e di freddo.I consumi elettrici dell’edificio e quelli degli occupanti sono compensati dalla produzione di elettricità della centrale fotovoltaica sul tetto.Un vero eden dell’energia e della sostenibilità.

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67HIGHLIGHTSLot N°1

Maison Type 5+ JARDIN

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MaisonN°1

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Immeuble Le Challenge II17, rue Jean Perrin - 17000 La Rochelle

Tél. 05 46 44 92 00 - Fax : 05 46 29 21 27www.groupeden.net

Architecture :Gravière & Foulon

Document non contractuel - Le promoteur se réserve la possibilité d’apporter des modificationsqui seraient dues à des impératifs d’ordre technique, administratifs ou normatifs.

Edition Avril 2012.

Surface parcelle : 148,20 m2

ESPACES SURFACES

Rez-de-chaussée Entrée 4,74 m2

Placard 0,51 m2

Séjour / Cuisine 33,14 m2

WC 3,06 m2

Cellier 3,48 m2

Chambre 1 11,15 m2

Dressing 4,13 m2

Étage Dégagement 3,46 m2

Chambre 2 11,91 m2

Chambre 3 11,85 m2

Chambre 4 9,89 m2

Salle de bains 4,23 m2

WC 1,77 m2

Total 103,32 m2

Annexes Terrasse 8,00 m2

Jardin 41,30 m2

Dégt.

Bureau

PLAN DE L’ÉTAGE

T4103.32 m2

Séjour/Cuisine

4.13 m2

33.14 m2

Terrasse8.00 m2

Dressing

Chambre 111.15m2

148.20m2Lot 1

Entrée

WC

PL

Cellier3.48 m2

3.06 m2

0.51m2

REZ-DE-CHAUSSEE

4.74 m2

41.30m2

JardinEspace vert

PLAN DU REZ-DE-CHAUSSÉE

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I progetti del Politecnico di Milano per una mobilità cittadina sostenibile

Grazie a una collaborazione tra università e impresa è stato possibile far convivere il mondo del design con quello dell’ingegneria e progettare veicoli elettrici intelligenti e funzionali.Tre di questi progetti sono stati premiati da Ducati Energia, azienda che ha deciso di sperimentare soluzioni di mobilità sostenibile proposte dai ragazzi del Corso del Politecnico di Milano di Design & Engineering, il primo tentativo di corso di laurea interdisciplinare in cui si affrontano le materie del design, dell’ingegneria industriale e dell’ingegneria dei materiali.I progetti hanno potuto usufruire di budget molto bassi (4mila, 5mila euro) e l’obiettivo

perseguito è stato quello di creare veicoli elettrici che rispettassero l’ambiente e fossero fattibili industrialmente e innovativi, senza rinunciare all’estetica.La Fondazione Politecnico di Milano, nata nel 2003 con il compito di facilitare il rapporto tra università, imprese e pubbliche amministrazioni, per sostenere la ricerca e contribuire a innovare il contesto economico produttivo e amministrativo, ha avuto in questo caso il ruolo di assistenza ai designer a trasformare le loro idee in veri progetti di impresa.I tre progetti vincitori ex equo sono stati: Halga, un quadriciclo elettrico per disabili su sedia a rotelle, dotato di rampa per salita

e discesa e un manubrio utilizzabile da tutti, a differenza di quello delle normali auto per disabili.Tender, veicolo pensato per aeroporti, grandi aziende o fiere, come l’Expo e per il trasporto di persone (fino a 6 con i rispettivi bagagli) per percorsi brevi. Le ruote realizzate con biopolimero sono quasi al 95% sostenibili.Fly, quadriciclo elettrico leggero, a uso privato piccolo e versatile e con accorgimenti pensati ad hoc per l’utilizzo da parte dei giovani. È dotato di bagagliaio con apertura modulabile.I progetti premiati saranno attuati grazie a Ducati Energia e saranno un esempio di mobilità sostenibile e innovativa per la città e non solo.

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Edison Energy Control: la spesa in energia consapevole

In un momento storico in cui è sempre più importante consumare meno energia e risparmiare sulle bollette Edison ha pensato e realizzato un servizio che misura in tempo reale il consumo di energia, il livello di potenza e la spesa conseguente.Edison Energy Control è un sistema innovativo che consente agli utenti di conoscere la spesa sostenuta per l’energia elettrica e trovare, grazie alla trasparenza dei consumi, le soluzioni più virtuose per un risparmio fino al 20%.Edison Energy Control consente il controllo real-time dei consumi (sia in chilowattora che in euro) dividendo i dati settimanalmente e con la possibilità di avere riscontri sul consumo di ogni elettrodomestico e di ogni ora della giornata.Visualizzabile su pc, smartphone o tablet, con l’implementazione anche di una vera e propria App, il sistema, attraverso alcuni grafici, mostra all’utente la propria situazione di consumo energetico ed è

in grado di fornire avvisi ad hoc via mail o sms; il tutto è implementato dalla possibilità di confronto con altri utenti della stessa zona/città attraverso una mappa interattiva delle famiglie che hanno caratteristiche simili nei consumi e con cui è possibile anche scambiare consigli e parerei attraverso la piattaforma social. Altra opzione offerta dal servizio è quella della donazione: il consumatore può decidere di devolvere i risparmi ottenuti a qualunque associazione benefica ed Edison provvederà a donarli a suo nome. È prevista la possibilità per l’utente che ha scelto di aderire al servizio di porsi obiettivi

da raggiungere in termini di risparmio con una conseguente valutazione della spesa basta sull’obiettivo stesso.Ciò che permette di controllare la spesa è un dispositivo a calamita che, senza bisogno di alcun intervento da parte dei tecnici, si deve semplicemente applicare al contatore e che misura per ogni lampeggio (corrispondente a un Kwh) la spesa in €. È necessario inoltre un trasmettitore per trasferire le informazioni al pc o altri device. Gli unici presupposti necessari per l’utilizzo del sistema sono un contratto di fornitura di energia con Edison e il possesso di una linea ADSL.

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Edison Energy Control: la spesa in energia consapevole

130 anni di crescita ed innovazione Fondata nel 1883, Edison è la più antica società europea nel settore dell’energia. Oggi Edison, parte del gruppo EDF (Electricité de France), è uno dei maggiori operatori in Italia nella produzione e vendita di energia elettrica e idrocarburi.

Edison impiega 3.200 persone con attività e uffici rappresentanza in Europa (Italia, Grecia, Regno Unito, Norvegia, Croazia, Bulgaria, Romania, Ungheria, Belgio e Turchia), Africa(Algeria), Medio Oriente (Egitto ed Israele) e in Sud America (Isole Falkland).

Energia elettricaNel settore elettrico Edison può contare, in Italia, su un parco di 47 centrali idroelettriche, 22centrali termoelettriche, 32 campi eolici, 9 campi fotovoltaici e 1 impianto a biomasseper una potenza complessiva di 7.700 MW. Nel 2013 Edison ha prodotto 18,7 TWh coprendo una quota di mercato pari al 6,7%.

Dal 2001 al 2008 Edison ha completato uno dei più significativi programmi di ampliamento della capacità produttiva mai realizzato in Europa attraverso la costruzione di nuovi impianti efficienti ed ecocompatibili alimentati a gas.

All’estero Edison è presente in Grecia come secondo operatore elettrico del paese attraverso ElpEdison, una Joint Venture con Hellenic Petroleum. Elpedison detiene una centrale a ciclo combinato da 390 MW a Salonicco e ha realizzato una nuova centrale da 460 MW a Thisvi.

Idrocarburi Nel settore degli idrocarburi Edison ha una presenza integrata, dall’esplorazione alla produzione, importazione, distribuzione e vendita. La società ha una disponibilità di gas di 15,7 miliardi di metri cubi e copre il 22.5% del fabbisogno italiano di gas. Edison possiede 111 concessioni e permessi esplorativi di idrocarburi in Italia e all’estero.

Infrastrutture gas Edison ha realizzato il rigassificatore Adriatic LNG di Rovigo, il primo realizzato offshore a livello mondiale che consente di importare 8 miliardi di metri cubi di gas all’anno, pari al 10% del fabbisogno italiano. Altri tre rilevanti progetti in fase di sviluppo sono il gasdotto Galsi,che collegherà l'Algeria alla Sardegna e alla Toscana, il gasdotto ITGI che collegherà le aree del Mar Caspio, Est Mediterraneo e del Medio Oriente con l’Italia e l’Europa attraverso la Turchia e la Grecia e il gasdotto IGB che permetterà di portare gas dalle aree del Mar Caspio, Est Mediterraneo e del Medio Oriente attraverso il sistema di gasdotti esistenti in Turchia e Grecia e attraverso i terminali GNL e la Turchia

Edison inoltre gestisce 3 centri di stoccaggio gas (Collalto, Cellino, San Potito Cotignola) che garantiscono la sicurezza degli approvvigionamenti nel nostro Paese.

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Jamaica. Impianto eolico-solare, il più grande al mondo

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A Kingston, sul tetto dello studio legale Myers, Fletcher e Gordon è stato installato un impianto ibrido eolico-solare, il più grande del mondo, che permette di equilibrare l’output annuale di energia e di catturare le risorse disponibili al più basso costo per watt possibile. Il dispositivo ibrido solare eolico utilizzato è SolarMill®, di WindStream Technologies: di piccola scala, può essere applicato in molti ambienti, anche nei negozi cittadini, con la capacità di ridurre i costi energetici, le emissioni di gas e la necessità di combustibile fossile. Consiste in tre turbine eoliche verticali montate su una singola base, unite a un modulo fotovoltaico. Ogni SolarMill® - ne sono stati installati 50 - è dotato di un regolatore di carica che massimizza la capacità sia delle turbine eoliche che dei pannelli solari. Un sistema che promette oltre vent’anni di vita, dotato di turbine silenziose e che non reca disagi alla natura circostante. Un’idea che integrando eolico e solare in un’unica tecnologia riesce a permettere al consumatore per la prima volta di dipendere realmente e solamente dall’energia rinnovabile.

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BolognaSmart City

Francesca Cipollone

il PIANO STRATEGICO METROPOLITANo

DI BOLOGNA un senso al futuro, UNA visione condivisa

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75SMART CITY

Bologna Smart City nasce dal protocollo d’intesa tra Comune di Bologna, Università di Bologna e Aster, la società consortile tra la Regione Emilia-Romagna, le Università, gli Enti pubblici di ricerca CNR, ENEA e il sistema regionale delle Camere di Commercio che, in partnership con le associazioni imprenditoriali, promuove l’innovazione del sistema produttivo attraverso la collaborazione tra ricerca e impresa. I progetti di Bologna Smart City sono stati presentati all’interno del Piano Strategico Metropolitano bolognese.Bologna, città con una forte impronta culturale e con un polo universitario importantissimo, vuole appunto valorizzare l’alleanza tra il mondo accademico e della Ricerca e la Pubblica Amministrazione con lo scopo di sviluppare soluzioni intelligenti per la vita nella città; vuole puntare all’internazionalità oltre che allo scambio di idee e dati tra i suoi cittadini. Quest’ultimo obiettivo è raggiungibile anche grazie al sito Iperbole 2020 che, oltre a rendere noti i vari progetti territoriali, vuole coinvolgere i cittadini e le loro proposte.Il Comune di Bologna, l’Università e Aster hanno individuato in particolare 7 ambiti sui quali agire per rendere la città sempre più smart: partendo dalla valorizzazione del patrimonio culturale cittadino, passando a

uno dei pilastri base del concetto smart di Bologna, l’open government e open data, con il rafforzamento della Rete Civica Iperbole, basata sulla tecnologia Cloud e Crowd (che permette di raccogliere offerta di servizi di PA, imprese e cittadini). Senza dimenticare poi l’implementazione di smart grid, banda ultra larga e smart lighting, oltre che il servizio di mobilità elettrica.Altro ambito preso in considerazione quello della ristrutturazione e riqualificazione urbana e del benessere e della sicurezza cittadina in tutti i suoi aspetti: sistemi di monitoraggio della sicurezza degli edifici, gestione dei rifiuti, co-working e nuovi ambienti e servizi per i ricercatori.Progetti intelligenti anche nell’ambito sanitario e della formazione, in particolare con la volontà di promuovere una nuova cultura tecnica e scientifica.Nell’ambito digitale l’amministrazione comunale di Bologna ha proposto un’Agenda Digitale, per definire obiettivi e piani per raggiungerli, con l’obiettivo di porre il digitale al servizio dello sviluppo sostenibile della città.Bologna è riuscita finora nel suo intento: è infatti stata premiata allo Smart Index Award come la più smart tra i 116 capoluoghi di provincia più intelligenti in Italia.

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Una lampada solare che può essere costruita ed eventualmente riparata da coloro che la utilizzano. Una lampada fai-da-te che costa solo 2 dollari e le cui componenti sono un LED, un cavo elettrico, una batteria per telefono cellulare, un interruttore, un pannello fotovoltaico e contenitori trasparenti, anche usati (video).Tutti materiali di facile reperibilità tranne per la cella solare, unico elemento che deve essere ordinato. Ma si tratta di una spesa iniziale che viene ben presto ammortizzata dal mancato acquisto di cherosene. Assemblaggio dei pezzi, funzionamento e manutenzione sono semplici. 5 o 6 ore di sole sono sufficienti per far funzionare la lampada per almeno 4-5 ore. La soluzione, pensata per portare la luce fra le popolazioni off-grid più

povere del mondo, è stata progettata da una start-up svizzera, la LEDSafari. Alle nostre latitudini, accendere la luce per illuminare le stanze delle nostre abitazioni è un’operazione scontata. Un gesto tanto semplice e quotidiano come premere un interruttore. Un’azione universale che si è portati a immaginare essere comune a tutti agli abitanti del pianeta. La realtà è, tuttavia, molto diversa. Sono oltre 1 miliardo e 300mila le persone che, nel mondo, non hanno accesso a fonti energetiche moderne. Una condizione che non solo si riflette sulle condizioni e sulla qualità di vita, sullo sviluppo economico e sul benessere degli individui che ne sono privati ma che ha dei forti ed immediati impatti sulla loro salute.In molti Paesi in Via di Sviluppo dove la rete elettrica è dissestata o limitata la

ACCESSO ALL’ENERGIA

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77FUEL POVERTY

Lampade solari fai-da-te per le

popolazioni off-gridAlessandro Seregni

via più breve per fare luce negli ambienti domestici è il cherosene, sostanza altamente tossica, specialmente quando viene bruciata. Come è emerso da una recente ricerca dell’Università di Berkeley, respirare giornalmente le esalazioni di questa sostanza corrisponde a fumare l’equivalente di 40 sigarette. Secondo le stime del Global Burden of Disease Study (2012) sono almeno 2 milioni i decessi nel mondo per malattie legate all’inalazione di fumi nocivi derivanti dalla combustine di biomasse o idrocarburi (per illuminazione, cottura dei cibi o riscaldamento). Oltre ai danni alla salute il cherosene ha un impatto sull’economia domestica di queste popolazioni. I 2-3 dollari a settimana spesi per il suo acquisto vanno ad incidere molto negativamente (anche oltre il 20%) sulle

magre entrate di famiglie già povere.Infine, i circa 77 miliardi di miscele liquide (di cui la maggior parte è proprio cherosene) bruciate nel mondo ogni anno hanno impatti negativi anche sull’ambiente, con l’immissione nell’atmosfera di tonnellate di CO2 (spesso nei cieli di realtà urbane già pesantemente colpite da problemi di inquinamento atmosferico).Per diffondere questa semplice ma efficace tecnologia, LEDSafari ha organizzato incontri in Kenya, Tanzania e India, con l’obiettivo di spiegare e nel contempo “formare” le persone del luogo sulla realizzazione e utilizzo di queste lampade. Un’operazione resa ancora più interessante dalla scelta di non registrare il brevetto, in maniera da lasciar libere da ostacoli iniziative simili.

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NBATTERIE al litio dal riciclo degli PNEUMATICIGli pneumatici riciclati potrebbero avere una nuova vita nella generazione di batte-rie agli ioni di litio, utilizzate sia per i veicoli elettrici sia per immagazzinare energia eoli-ca e solare, questo è quanto sostengono i ricercatori del dipartimento energia del Oak Ridge National Laboratory. Modificando le caratteristiche microstrutturali del carbon black, una sostanza recuperata dagli pneu-matici di scarto, un team guidato da Parans Paranthaman e Amit Naskar sta sviluppan-do un anodo migliore per le batterie agli ioni di litio. Un anodo è un elettrodo nega-tivamente caricato usato come host per la memorizzazione di litio durante la carica. Il metodo ha numerosi vantaggi rispetto ai metodi convenzionali per rendere anodi per le batterie agli ioni di litio. “Usare gomme

ews

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79NEWS

riciclate per produrre batterie per lo stoc-caggio dell’energia è molto interessante, non solo per la prospettiva di recupero di materiali al carbonio, ma anche per il con-trollo dei rischi ambientali causati da scorte degli pneumatici scartati” sostiene Paran-thaman. La tecnica ORNL utilizza un tratta-mento preparatorio pirolitico per recupera-re il carbon black, che è simile alla grafite ma migliore come resa finale, i ricercatori attribuiscono questo fatto alla microstrut-tura del particolare carbonio derivato dagli pneumatici, dopo 100 cicli di testing la ca-pacità di produzione energetica arriva quasi a 390 milliampere/ora per grammo di ano-do di carbonio, che supera le migliori pro-prietà prestazionali della grafite attualmente in commercio. I ricercatori attribuiscono ciò alla microstruttura unica del carbonio deri-vate dagli pneumatici: “Questo tipo di pre-stazioni è molto incoraggiante, soprattutto alla luce del fatto che il mercato attuale è di 78$ miliardi e si prevede una crescita di altri 11$ miliardi entro il 2018” ha detto Paran-thaman. L’aumento di richiesta di batterie ad alte prestazioni è legato alla crescente domanda e vendita di auto elettriche negli USA, nel 2013 si è avuto un incremento del 360% con circa 500.000 vetture in circola-zione a fronte di una promessa del presi-dente Obama di avere un milione di vetture circolanti entro il 2015. Risultato forse lon-tano, ma non impossibile da raggiungere.

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LoJack Italia, un’azienda leader nel rileva-mento e recupero di beni rubati, ha elaborato il Dossier sui furti di motoveicoli 2014 racco-gliendo e analizzando i dati forniti dal Mini-stero dell’Interno e integrandoli con quelli emersi dalle proprie elaborazioni sul tema.Il fenomeno è in aumento: secondo il report ogni giorno in Italia vengono rubati oltre 116 motocicli e i furti sono passati dai 38.783 nel 2010 ai 42.529 nel 2013. Sicuramente ciò accade con sempre maggiore frequenza anche a causa della crisi economica e della crescente disoccupazione giovanile, ma an-che dell’aumentato interesse criminale a tale “business” e delle tecniche stesse utilizzate per i furti, che sfruttano le tecnologiche più avanzate. Secondo lo studio di LoJack le re-gioni più colpite sono il Lazio (9.653 furti), la Campania (6.949 furti), la Lombardia (6.793 furti): non a caso le aree con il più elevato tasso di organizzazione criminale.Ma quali sono le possibilità per i proprietari di recuperare i propri veicoli? Secondo i dati emersi dal report le possibilità di rientrare in possesso del motociclo sono molto ridotte, una percentuale del 29%, contro quella del 41% corrispondente ai furti di auto. Questi dati si riducono ulteriormente nelle Regioni in cui la criminalità organizzata è più radica-ta (Campania, Lazio, Lombardia e Sicilia); in Liguria e in Toscana, invece, le possibilità di rientrare in possesso del proprio motoveico-lo a seguito di un furto si aggirano rispettiva-mente intorno al 47% e al 55%.

In crescita il fenomeno dei furti di motoveicoli

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81NEWS

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Non ci sono dubbi sul fatto che l’interesse a migliorare le città in ottica smart sia una pri-orità ben percepita da tutti i Comuni italiani. A questo proposito l’ANCI sta svolgendo un egregio lavoro di analisi, sensibilizzazione e aiuto. Il bando “Efisio-Finanziare le città intel-lgenti” ne è un esempio virtuoso. I 5 vincitori, su oltre 30 progetti, sono stati annunciati lo scorso 22 luglio a Roma da Francesco Profu-mo, Presidente dell’Osservatorio ANCI sulle Smart Cities. I progetti finanziati riguardano la rivitalizzazione del centro storico (Cosen-za Smart Historical City), la gestione con-giunta del trasporto pubblico locale (Smart Core Mediterranean Mobility, realizzato dal Comune di Messina in collaborazione con Reggio Calabria e Catania), l’illuminazione intelligente (Bari Smart Public Lighting), l’in-novazione sociale applicata nel campo del turismo sostenibile (smart innovation island, realizzato dai cinque Comuni dell’isola di Ischia) e il monitoraggio dei rischi ambien-tali e territoriali (Comunità montana del Vallo di Diano). Il bando “Efisio-Finanziare le città intelligenti”, lanciato da Studiare Sviluppo in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale Smart City dell’Anci, offre l’assistenza spe-cialistica per pianificare, dal punto di vista finanziario, interventi destinati al migliora-mento della qualità della vita urbana.

Vincono 5 progetti del Sud il Bando EFISIO per le Smart City

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I PROGETTI DI EFISIO:

Cosenza - Cosenza Smart Hystorical City punta alla riqualificazione del centro storico, con l’obiettivo di renderlo elemento fondamentale dell’identità culturale e sociale della città. Gli interventi andranno a integrarsi con quelli del progetto Res Novae nel quale da tempo è coinvolto il Comune di Cosenza.

Messina - Smart Co.M.M. - Smart Core Mediterranean Mobilty realizzerà un’importante e inedita forma di collaborazione con le amministrazioni comunali di Reggio Calabria e Catania con l’intento di ammodernare i sistemi di gestione del trasporto pubblico locale. Il progetto rafforzerà i fattori di metropolizzazione delle aree urbane coinvolte, favorendo l’interrelazione socio-economica e le connessioni con le principali arterie di comunicazione attraverso la realizzazione di una piattaforma integrata di informazione e di gestione in tempo reale del trasporto pubblico metropolitano.Bari - Bari Smart Public Lighting nasce dal percorso realizzato dall’Amministrazione comunale nell’ambito del Patto dei Sindaci e va a integrarsi pienamente con il progetto sperimentale RES NOVAE, che coinvolge anche Cosenza, finanziato dal PON Smart Cities del MIUR per nuovi modelli di management locale dell’energia.

Ischia - The Smart Innovation Island coinvolge i sei comuni dell’Isola Verde nella realizzazione di un modello di innovazione sociale “made in Ischia” attraverso l’introduzione di sistemi alternativi di trasporto sostenibile e la creazione di una piattaforma intelligente di gestione delle informazioni destinate ai turisti che visitano l’isola.

Comunità Montana del Vallo di Diano - NEM – VdD (Network Environmental Monitoring Vallo di Diano) riguarda la costruzione di una rete integrata per il monitoraggio dei rischi ambientali e territoriali come ad esempio le frane, le alluvioni, gli incendi o i terremoti).

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CreditsPhotos© Shutterstock

Features• Quando un meter è smart? Photo © MarcoBussato• Il rilancio di Roma in ottica smart Photo © studi565

Highlights• Cooper Hewitt Museum digital pen Photo © 2014 Cooper Hewitt, Smithsonian Design Museum

Fotonotizia• Jamaixa. Impianto eolico-solare, il più grande del mondo. Photos © windstream-inc.com

Smart City• Bologna Smart City Photo © ideararemaps.com

Accesso all’Energia• Lampade solari fai-da-te per le popolazioni off-grid Photo © LEDSafari

News• Batterie al litio dal riciclo degli pneumatici Photo © ORNL.gov

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