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8/16/2019 [Manuale] - L'Arte Dell'Editing Video-- Il Montaggio
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di Andrea Z. "D-Rez" e Maurizio R."Vighi"
Concetti base: L'Arte dell'editing video: IlMontaggio Inviato il 08 Maggio 2003 da anonimo
>>Selezionapagina...
Il montaggio
1. Cenni storici
2. Pianificazione
3. Tecniche di montaggio
4. Durata
5. Dissolvenze ed effetti
6. Musiche ed effetti sonori
7. Matrimoni e Compleanni
1. Cenni storici
Il cinema è stato inventato dai fratelli Lumiere che,
specie all’inizio, si limitavano a fare delle semplici
“registrazioni” della realtà senza nessun altro
intervento di post-produzione, praticamente
mettevano la "cinepresa" su un cavalletto e la
accendevano ("L'arrivée du train à la Ciotat" , 1895).
George Méliés, considerato uno dei padri del cinema
("Vedute dell'esposizione di Parigi 1900" , 1900), nei
suoi lavori ricalcava molto il teatro: qualunque scenainiziava e terminava sempre nello stesso luogo, la
cinepresa era immobile e non “entrava” nella scena
stessa ("Voyage dans la Lune" , 1902). Un
personaggio fondamentale è stato Edwin S. Porter,
che realizzò un film recuperando scene reali di
pompieri in attività, montandole in seguito con altre
girate "ad hoc" di una donna e un bambino chiusi in
una stanza con del fumo ("The life of an american
fireman" , 1903). All'opera di questi ed altri maestri si
deve il processo di sviluppo del montaggio, e la
trasformazione del cinema in quello che conosciamo
oggi.Nei primi anni del '900 Pudovkin e Kuleshov
condussero questo esperimento. Costruirono tre
diverse sequenze che avevano in comune la prima
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Video: Tips per video dal “look
cinematografico”
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scena, un primo piano dell’attore Mosjukhin, seguita
da:
- Un piatto di minestra su un tavolo;
- Una bara con una donna morta;
- Una bambina che giocava.
Gli spettatori a cui furono sottoposte le sequenze
attribuirono concordemente all'identica immagine
dell'attore espressioni diverse, rispettivamente fame,
dolore e serenità. Una prova ineccepibile dell’efficacia
del montaggio. Il suo scopo insito è quindi riprodurre
i processi mentali che il cervello opera con le
immagini che ci circondano, non solo registrarle
(come fanno le telecamere a circuito chiuso delle
banche). Riporto un brano di Ernest Lindgren:
“All’improvviso giro un angolo e trovo
un bambino che, credendo di nonessere visto, con un sasso in mano
mira verso un’invitante finestra.
Mentre lancia il sasso vado con lo
sguardo alla finestra per vedere se
riesce a colpirla, poi istintivamente
torno a guardarlo per vedere cosa
vuole fare ancora, ma lui guarda un
punto dietro le mie spalle, cambia
espressione e scappa a tutta velocità.
Mi giro e vedo un poliziotto che ha
appena girato l’angolo.”
Questo è il metodo da tenere a mente: non
riprodurre la realtà, ma il modo in cui la osserviamo.
Il montaggio effettivo poi, rispetto a quello mentale,
avrà anche qualcosa in più: oltre a cambiare angolo
di ripresa (punto di vista) si può variare la posizione
della telecamera.
2. Pianificazione
Il montaggio video è un processo molto simile alla
stesura di un testo, ma con meno possibilità di
correzioni. Se le vostre riprese sono zeppe d'errori
d'inquadratura, d'esposizione, ecc., c’è poco da fare.
La difficoltà maggiore sta nell'organizzare le idee in
modo che il racconto sia armonico, non noioso ed in
grado di trasmettere i concetti che ci eravamo
prefissi. Queste problematiche sono in
corrispondenza con le diversi “parti” del video, la cui
classificazione potrebbe essere questa:
Q u a d r o : riproduce una singola azione,
si chiama così perché spesso la
telecamera è ferma a riprendere deisoggetti che all’interno
dell’inquadratura si muovono o meno.
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Ribadisco ancora che, nella mia piccola
esperienza, da quando ho cominciato a
scegliere inquadrature fisse i miei
video sono nettamente migliorati. Al
quadro si può far corrispondere la
frase di un testo.
Sc e n a : l’insieme di più quadri che
descrivono un’azione. Alla scena si può
far corrispondere il periodo di un testo,
quello per intenderci dopo il quale si
mette un punto e si va a capo.
S e q u e n z a : l’insieme di più scene e
quindi più azioni che, nella loro
successione logica, formano un
episodio. L’episodio lo possiamo
considerare un paragrafo (o
capoverso) nell’analogia con il testo
scritto.
P a r t e : l’insieme di più sequenze che
raccontano una piccola storia di senso
compiuto. Può essere considerata il
capitolo di un testo, non a caso un film
in DVD è suddiviso in un certo numero
di capitoli direttamente raggiungibili
dal menu del lettore.
Un modo per iniziare è suddividere il vostro film
e/o video in parti, in modo da dover gestire unlimitato numero di sequenze che avete
precedentemente acquisito con il vostro PC. E' più
conveniente dal punto di vista dell’economia di
pensiero: trovare i corretti quadri da legare insieme è
molto più facile che ricordarsi tutte le scene. Occorre
riguardare più volte gli spezzoni acquisiti, in modo da
memorizzarli. Consiglio di avere molti file spezzettati
piuttosto che uno solo enorme, perché è molto più
facile trovare quello che vi interessa ed in genere il
programma li gestisce meglio.
Un esempio classico: la gita al mare. La prima
suddivisione potrebbe essere questa:
1. Partenza ed arrivo a destinazione
2. La permanenza
3. Ritorno a casa.
La parte 1 a sua volta potrà essere divisa in:
1. I preparativi (con magari una vostra telefonata in
stile Verdone al servizio meteo dell'Aci...), la
macchina carica che si allontana ;
2. Riprese dalla macchina in movimento (le classiche
riprese di collegamento);
3. L'arrivo. Sequenza composta dalla scena in cui la
macchina arriva, dalla scena in cui la gente scende,
dalla scena in cui le persone si guardano intorno, ecc.
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Parliamo ora del criterio su come scegliere i singoli
quadri per comporre una scena di senso compiuto.
Esempio: Luca (vostro figlio) comincia a
piagnucolare, Genoveffa (vostra moglie) lo guarda, si
alza, ruota su se stessa, cammina in direzione della
cabina. La sabbia scotta, il suo camminare è buffo,quando raggiunge la cabina scompare all'interno, per
ricomparire qualche istante dopo con il biberon di
camomilla e ripercorrere lo stesso tratto in senso
inverso.
Quanto appena descritto è composto da due "periodi"
e più frasi. Mantenendo il parallelo testo/video
possiamo quindi parlare di una sequenza composta
da due scene e una decina di quadri (circa uno per
azione descritta, cioè per verbo contenuto nei due
periodi). Voi dove siete? Semplice, sulla sdraio, con
la telecamera tra le mani (non avete il cavalletto...) a
riprendere tutta la sequenza stando seduti. Nella
migliore delle ipotesi la vostra ripresa sembrerà
durare un'eternità.
Dovete cambiare angolo di ripresa. E' la
soluzione più corretta per poter montare i singoli
quadri senza dar luogo a salti temporali. In fase di
montaggio non potrete tagliare troppo, altrimenti la
vostra Genoveffa sembrerà scomparire e riapparire
improvvisamente. Potreste mettere delle riprese in
mezzo (di Luca che guarda la madre o generiche),
ma non guadagnareste molto tempo perché, avendo
tutte le inquadrature di Genoveffa dalla stessa
posizione, per continuità temporale lo spettatore nonaccetterebbe uno scarto eccessivo tra la vostra
amata Genoveffa, Luca ed ancora Genoveffa.
Vediamo quindi come procedere. Io considererei tanti
quadri, più o meno per quanti verbi ci sono nella
descrizione, quindi:
1. Genoveffa guarda in direzione di Luca
2. si alza, ruotando su se stessa
3. comincia a camminare in direzione della cabina
4. la sabbia scotta ed il suo camminare è buffo
5. raggiunge la cabina
6. scompare all'interno
7. ricompare qualche istante dopo con il biberon di
camomilla
8. ripercorre lo stesso tratto in senso inverso.
Allora:
- per la 1) potrebbe servire un PP di Genoveffa per
evidenziare la sua lieve preoccupazione sul fatto che
Luca ha sete.
- la 2) potrebbe essere un PA (piano americano,
quello senza piedi), magari diviso in due quadri
- la 3) un campo lungo riprendendo Genoveffa da
dietro
- la 4) controcampo dalla cabina, con Genoveffa che
sta arrivando
- la 5) va fusa con la 4)- la 6) di spalle a Genoveffa
- prima della 7), se è disponibile, un PM di Luca che
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guarda in direzione della madre
- Ecc…
Alcuni quadri possono durare pochissimi secondi,
tanto che la sequenza completa sia anche di solo
mezzo minuto, contro il minuto e mezzo (almeno)
della sequenza dalla sdraio, noiosa sia per la
lunghezza che per l'inquadratura sempre uguale.Ovviamente dovrete essere più veloci di Ben Johnson
per riuscire in 1' e 30" a girare i vari piani (senza
contare l'intera spiaggia che ride guardandovi...).
3. Tecniche di montaggio
In parole semplici:
montaggio lineare = videoregistratore > mixer
video > videoregistratore
montaggio non lineare = ad esempio quello che si
effettua con il pc
Aggiungo solo che il nome "lineare" deriva dal fatto
che con il videoregistratore potete montare le scene
solo in sequenza.
Un consiglio per i meno esperti è quello di studiare i
montaggi degli spot pubblicitari che in pochi secondi
raccontano una storia. I tagli sono netti, c'è al
massimo qualche dissolvenza, tipicamente per
atmosfere sentimentali, mentre per aumentare il
ritmo e catturare l'attenzione la durata delle scene a
volte diminuisce fino a meno di un secondo.
Sintetizzate, senza omettere informazioni.Vediamo qualche semplice esempio:
1) ripresa di Paolo che si sta avvicinando ad un
portone aperto
2) ripresa di Paolo che sale le scale
3) ripresa di Paolo che suona il campanello.
La seq. n. 2 può essere tagliata (a meno che Paolo
non cada per le scale...).
1) riprese frontali di due auto che si stanno
scontrando, e di Paolo che guarda
2) impatto tra le auto (molto dispendioso
economicamente)
3) primo piano di Paolo che chiude gli occhi (con
crash di sottofondo!)
Eliminando la seq. 2 si risparmiano anche dei soldi.
Ultimo esempio carino... bastano 4 foto :
1) prato in fiore
2) spiaggia
3) foglie che cadono
4) neve sugli alberi
Montate in dissolvenza (anche lunga) danno
l'impressione del trascorre di un anno (è più facile
che ricreare quattro stagioni in una strada come
capita a Hugh Grant in Notthing Hill...).
Campi e controcampi. Detti anche "Piani dicollegamento". Collegare varie sequenze senza far
stancare chi guarda è un arte. Esempio: per
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evidenziare che vi siete spostati da un luogo ad un
altro potete inserire come sequenza intermedia una
ripresa fatta dall'auto, o dal pulman, o dal battello.
Oppure potete inserire didascalie, mappe del nuovo
luogo, ecc... o più semplicemente i cartelli stradali. Io
quando riprendo in giro ho preso l'abitudine di
filmare anche qualche PP dei cartelli del nome dellacittà dove sono (o del paesino), magari finisce che
non li uso, ma 5-6 sec. di ripresa in più non fanno
male.
Se un soggetto esce a destra dall'inquadratura,
fatelo entrare a sinistra in quella successiva.
Stessa cosa con sopra-sotto, sinistra-destra obliquo
ecc. Se non rispettate la regola lo spettatore ha
l'impressione che il soggetto abbia cambiato
direzione. Potete far credere che due tizi parlino fra
loro anteponendo il PP di uno con quello dell'altro. Il
trucchetto funziona solo se (ad esempio) uno è
rivolto a destra e l'altro a sinistra ed è importante
anche dove quardano (se uno dei due quarda un po'
più verso l'altro e l'altro un po' più verso il basso va
bene, altrimenti lo spettatore capisce il trucco).
La stessa inquadratura non deve rimanere a
lungo sul video. In genere si dovrebbe stare sugli
8-10 secondi per i campi lunghissimi, 3-4 per i primi
piani, anche meno di un secondo per i dettagli ecc.
Come tutte le regole anche questa può essere
infranta se si vuole ottenere un certo scopo
narrativo.
Dovete essere spietati con le vostre riprese.
Un'immagine fuori fuoco, una qualunque altra ripresa
traballante o con soggetti che non si muovevano nelmodo giusto DEVE essere scartata.
Potete fare, se possibile, del montaggio in macchina.
E' una vecchia tecnica (non quella a cui avete
pensato) in cui l'operatore ha in mente come dovrà
essere il risultato finale ed effettua le riprese già nel
corretto ordine e con la corretta durata delle scene.
All'epoca delle cineprese veniva sfruttato molto per
evitare eccessivi tagli della pellicola, che a differenza
di oggi erano tagli fisici, con le forbici.
Cercate di coinvolgere qualcuno con la stessa
passione. Personalmente mi diverto a fare montaggi
con un mio collega ed assieme abbiamo effettuato
alcuni lavori. E' sicuramente più facile, divertente e
veloce.
Adesso andiamo un po' più nello specifico.
Il Controcampo.
E' una tecnica che dovremmo utilizzare soprattutto
nelle riprese tipo interviste e deve seguire una
semplicissima regola: se in un quadro ci sono 2
persone che parlano tra loro e la persona A (di spalle
rispetto alla persona B) è inquadrata nella parte
sinistra del video, in un quadro successivo che
riprenda dall'angolazione opposta (B di spalle e A difronte) la persona A DEVE rimanere nella parte
sinistra dello schermo.
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Le scene neutre. Cosa sono e a cosa servono ?
Vi sarà capitato di voler stringere/tagliare una
sequenza troppo lunga come ad esempio una barca
che corre sull'acqua e che seguite per diciamo 30-40
secondi. Se non avete usato un cavalletto e se avete
spostato l'inquadratura modificando l'aria (spaziodavanti al soggetto) succederà che eliminando una
parte centrale consistente, i due spezzoni non
combaceranno e daranno in modo evidente la
sensazione di un taglio fastidioso. Questo problema si
risolve inserendo tra i due spezzoni una scena alla
quale dare un senso di collegamento logico, per
esempio la ripresa di un gabbiano nel cielo. Così, se
avete messo 4" per il primo spezzone + 4" del
gabbiano + 4" del secondo spezzone avrete
condensato in 12" la vostra scena iniziale (so che si
può fare di meglio ma per ora accontentiamoci)
senza perdere ritmo e senza aggiungere fastidi.
Montaggio Discontinuo.
Analizziamo ora il caso di dover giustapporre quadri
che non appartengono alla stessa scena, ma a
sequenze diverse o addirittura a parti diverse del
vostro film. Esempi pratici sono la classica cerimonia,
in cui avete terminato il montaggio dei quadri relativi
ai preparativi in casa e dovete attaccare quelli delle
sequenze all'interno della chiesa, oppure un viaggio
in cui dovete unire la partenza con le scene dove si
descrive il luogo di destinazione.
In questi casi potremmo utilizzare una dissolvenza in
chiusura sul nero e successiva dissolvenza in
apertura, ma esiste un'altra possibilità molto efficaceche va sotto il nome di "Montaggio Discontinuo".
Questo tipo di montaggio si verifica tutte le volte che
non esiste una continuità d'immagine tra un quadro e
il successivo, perché appartengono a sequenze
diverse. Spesso l'ambiente può essere
completamente diverso, ma si mantiene per
contrasto o analogia lo stesso contenuto o la stessa
forma dell'oggetto ripreso nella sequenza
precedente.
Questo studio fu fatto da tre maghi e padri del
montaggio (Ejzenstejn, Pudovking e Timoscenko) che
definirono quattro possibili attacchi tra due quadri:
- Anologia di forma e contenuto;
- Analogia di forma e contrasto di contenuto;
- Contrasto di forma e analogia di contenuto;
- Contrasto di forma e contenuto.
Per analogia di forma potete immaginare due oggetti
che in qualche modo si somigliano, ad esempio avete
la penna di un soggetto che sta scrivendo Ed il
pennello di un pittore che sta facendo un ritratto.
Per contrasto tutto quello che ovviamente porta lo
spettatore quasi a sorprendersi della differenza tra le
due sequenze, come ad esempio una romanticascena sul mare notturno con il PP di un piede che
cammina sul bagnasciuga ed un PP di una scarpa alla
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moda che si agita ritmicamente al suono assordante
della discoteca; in questo caso siamo al contrasto di
forma (piede e scarpa alla moda) e contrasto di
contenuto (il mare di notte in silenzio e il fragore e le
luci della discoteca).
Montaggio Nascosto.
Nel montaggio di quadri o scene appartenenti ad unastessa sequenza, c'è un modo di operare in cui si
interrompe la ripresa mantenendo la telecamera su
cavalletto, si spostano i soggetti ed il risultato finale
è l'apparizione e/o scomparsa di soggetti.
Questo tipo di montaggio, che per la cronaca si
chiama "Montaggio Nascosto" ed è stato inventato da
quel genio di Méliès, è stato molto utilizzato nel
cinema come semplice trucco di magia. Si può però
estendere il suo utilizzo, riprendendo ad esempio un
orologio con le lancette che cambiano posizione,
oppure un posacenere che da vuoto si fa pieno di
mozziconi (magari utilizzando una rapida dissolvenza
per ammorbidire i passaggi). Così facendo si
suggerisce allo spettatore che il tempo sia passato
senza allungare il "tempo cinematografico".
Altro esempio è riprendere dei piatti di portata in un
pranzo di matrimonio, che man mano scompaiono
per testimoniare che gli invitati hanno molto
apprezzato tutte le pietanze; questo potrebbe dare
anche una nota simpatica e divertente alle vostre
riprese.
Gli errori di continuità.
Tra i peggiori e più evidenti errori sintattici che si
possono trovare nei nostri video, ma anche in quellifatti dai professionisti, ci sono quelli definiti come
"Errori di continuità". In sostanza si verificano
quando risulta evidente una incongruenza temporale,
formale o altro tra un quadro (o una scena) e la
successiva. Purtroppo la maggior parte di questi
errori si verifica durante le riprese e quindi in fase di
montaggio è impossibile rimediare se non
rimuovendo in maniera drastica le scene incriminate.
Fare un elenco di questa tipologia di errori è
impossibile, perché sono moltissimi, l'unica cosa
sicura è che, pur durando a volte solo frazioni di
secondo, anche lo spettatore meno attento li
percepisce.
Immaginiamo il caso classico in cui vogliamo
montare alcuni quadri, composti da persone e/o
cose, in ordine diverso da quello cronologico con cui
le abbiamo registrate, per particolari esigenze
narrative. Questa situazione capita spessissimo, ed
anche gli errori conseguenti: un soggetto che fuma e
la lunghezza della sigaretta è prima lunga, poi corta,
poi di nuovo lunga, oppure (più evidente) il soggetto
che nel frattempo ha cambiato un indumento, sciolto
i capelli, spostato un elemento del suo vestiario ecc...
Ricordo errori grossolani: una volta in un filmgiapponese (di cui non ho certo tenuto traccia del
titolo) addirittura un soggetto ad ogni stacco di
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quadro era vestito con un soprabito diverso. In un
vecchio film francese c'era un inseguimento tra una
Renault e una gloriosa Fiat 128, fino a che la povera
Fiat cadeva incendiandosi in un burrone; cosa c'era
di strano? Che non si trattava più della 128, ma di
una 124, che probabilmente per esigenze di budget
era più "sacrificabile" dell'altra.Nel film "Gli intoccabili" il protagonista parlava con
un interlocutore che appariva con il colletto della
camicia allacciato, poi slacciato, poi nuovamente
allacciato e questo parecchie volte nella stessa scena.
Presumibilmente questo è accaduto perché Sean
Connery durante una pausa delle riprese si era
messo in libertà (slacciandosi la camicia) e poi
dimenticandosi di ripristinare la situazione iniziale.
Come noto nel cinema esiste una segretaria
assistente, che prima delle pause, annota questi
particolari, disegna bozzetti e/o scatta fotografie dato
che le interruzioni a volte possono addirittura durare
giorni.
La situazione è critica in quanto i soggetti oltre ai
vestiti possono avere una pettinatura diversa, barba
più lunga o più corta, tenere in mano oggetti ecc...
Come avrete capito i possibili errori sono
innumerevoli, ma vi suggerisco (a meno che non vi
possiate permettere un'assistente) di rivedere le
riprese appena registrate, se avete fatto una pausa
tra una e l'altra.
Fortunatamente noi videoamatori abbiamo molte
meno situazioni in cui riprendiamo quadri in più fasi
(o giorni) diversi, ma purtroppo a volte sonosufficienti pochi minuti, nei quali venga spostato un
soprammobile o altri elementi scenici, per impedirci
di scegliere una certa sequenza senza cadere in
errori di continuità. Attenzione anche alla luce! Se
facciamo riprese in esterni, la luce cambia sia in
intensità che in colore, anche se il nostro caro
bilanciamento del bianco ci aiuta.
Vediamo ora agli errori che possiamo evitare o
correggere in fase di montaggio.
Abbiamo accennato al tempo reale ed a quello filmico
che in genere non corrispondono, ad eccezione dei
matrimoni. Ricordo che se riprendete un soggetto
che scende le scale, non dovete far vedere allo
spettatore tutte le rampe, ma con pochi e corti
quadri ben scelti e montati, grazie alla ricostruzione
mentale che ciascuno fa quando guarda un film,
ricostruisce anche le scene inutili di ogni rampa di
scala. Questo modo di operare non disturba
minimamente lo spettatore che anzi resterà più
attento nelle scene narrative più importanti.
Tuttavia mal sopporterebbe una situazione in cui
alternando quadri del soggetto che scende e di un
altro che lo sta attendendo, non facciate passare il
giusto tempo tra uno e l'altro; dovete prevedere chequando state riprendendo il soggetto in attesa, l'altro
abbia sceso un numero di gradini compatibile con il
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tempo in cui non era inquadrato. Similmente
l'esempio classico della sigaretta che deve essersi
opportunamente consumata, o la strada percorsa da
un soggetto non inquadrato, ecc...
Queste situazioni le correggete in fase di montaggio,
quindi basta un po' di attenzione nel tagliare al
fotogramma corretto, per evitare un erroregrossolano di continuità.
Può capitare che pur montando i quadri nella stessa
sequenza temporale in cui sono stati ripresi, a causa
di eventi che non avete ripreso ci sia un
insopportabile errore di continuità. Immaginate un
oggetto che venga spostato mentre voi state
cambiando inquadratura: l'oggetto sembrerà
scomparire ed apparire all'improvviso, in fase di
visione risulterà alquanto fastidioso.
Un caso classico sono le porte delle auto, aperte o
chiuse a seconda che qualcuno sia salito o sceso (o
entrambe) mentre riprendevate.
Tengo solo a ribadire che molti di questi errori
possono essere evitati solo in fase di ripresa, quindi
torno a quanto già vi ho suggerito a suo tempo:
curate le vostre riprese, perché in fase di montaggio
si possono fare grandi cose, ma per i miracoli (anche
attrezzandosi) è veramente dura.
4. Durata
La durata di un film che presentiamo agli amici nonpuò superare i 20 minuti, un valore che andrebbe
portato a 15 minuti in caso il tema proposto non sia
particolarmente interessante. Chi guarda il filmato è
sicuramente meno interessato di noi per ovvie
ragioni, a meno che non sia lui stesso un "attore" nel
video. Pensate ad un film visto al cinema che vi ha
annoiati a morte. Se un film può annoiare,
nonostante sia fatto da professionisti, con grandi
mezzi, una vera sceneggiatura, attori, tecnici, ecc.,
come possiamo pensare che le nostre traballanti
immagini di soggetti scarsi possano interessare più di
20 minuti?
Per sintetizzare il filmato considerate che nel
montaggio cinematografico il tempo non corrisponde
mai a quello reale, dato che il nostro cervello (di
spettatore) completa perfettamente le scene
mancanti.
5. Dissolvenze ed Effetti
I programmi di editing forniscono una quantità
industriale di effetti speciali, titoli, elaborazioni
grafiche, e a questi vanno aggiunti quelli presenti
sulla telecamera (che torno a sconsigliare). Usateli ilmeno possibile, anche se la tentazione è forte. Lo
stesso discorso vale per i titoli, che dovrebbero
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essere austeri, classici, a meno che non vogliate fare
delle cose comiche, volute.
Guardate un film e noterete che tranne le dissolvenze
incrociate, magari in apertura/chiusura, difficilmente
se ne usano altre. La stessa dissolvenza va usata con
moderazione, dato che nel linguaggio
cinematografico spesso rappresenta una "vocenarrativa" che indica tempo trascorso tra una scena
ed un'altra: una dissolvenza più lunga indica un lasso
di tempo più elevato. La dissolvenza può essere
usata quando vogliamo trasmettere una situazione
sentimentale o comunque di rilassamento, o quando
due scene non sono immediatamente legate in
termini narrativi, magari dissolvendo in nero e
riaprendo. E' inutile sottolineare che anche queste
regole possono non essere rispettate, in realtà nei
film vedrete che la maggior parte dei tagli tra una
scena e l'altra sono netti, specie se il ritmo del
montaggio è rapido.
Una dissolvenza incrociata rapidissima può
ammorbidire lo stacco tra 2 scene. La RAI usa quasi
sempre al posto dello stacco una dissolvenza
incrociata di una frazione di secondo, probabilmente
un quarto di secondo, ma una sovrapposizione di
mezzo secondo è già una dissolvenza incrociata
rapida.
Una dissolvenza incrociata di tre secondi è
un'eternità.
6. Musiche ed effetti sonori La musica rende magico il film. La scelta è
soggettiva, ma dovete tenere presente che i cambi
di scena siano allineati con ritmo della musica.
Quando mettete un pezzo in sottofondo fate in modo
che avvengano in corrispondenza ai tempi della
canzone, generalmente è meglio se sono in battere,
ma non necessariamente. Al solito, guardate qualche
videoclip per imparare.
Torniamo all'audio dei nostri filmati: meglio lasciare
l'audio originale o toglierlo del tutto per far posto ad
una colonna sonora musicale? Cominciamo a dire che
l'audio è veramente un bel problema, perché accanto
a tutte le problematiche che abbiamo affrontato sul
video, l'audio crea un bel po' di problemi ed il fatto
molti consiglino di sostituirlo con della musica,
dimostra che quello che registriamo in diretta fa
abbastanza "schifo" e che è meglio eliminarlo. Ma
perché è così inaccettabile l'audio in diretta?
Ci sono almeno tre problemi:
1) Il nostro sistema audio (le orecchie), è veramente
buono. In un ambiente qualsiasi la stereofonia
permette al nostro cervello d'individuare la
provenienza del suono. Per fare questo elabora ladifferenza di fase tra i segnali provenienti dalle due
orecchie e stabilisce la posizione della fonte sonora.
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In realtà va anche in tilt quando al posto di un
normale suono ha un segnale periodico (in un
periodo si ripete identico un tipo di tono o un fischio
ad una certa frequenza). In queste condizioni, infatti,
dopo uno sfasamento di 360° i due segnali sono
nuovamente identici, e lo sfasamento non è più
apprezzabile. Per questo, a volte, anche se sentite unfischio, non riuscite a capire da dove proviene.
Capire da dove viene il suono, non solo offre il
vantaggio di girarci dalla parte giusta quando
ascoltiamo, ma soprattutto ISOLA quelli non
interessanti.
Una prova? Quando riascoltate le riprese fatte
all'interno di un ristorante, noterete un grande suono
di forchette e piatti che sbattono, suoni che non
avete notato così forti quando eravate al ristorante.
Il motivo? Quando eravate al ristorante il vostro
cervello assieme al vostro impianto stereo (le
orecchie) aveva isolato ed eliminato i suoni non
interessanti dei piatti che sbattevano e quindi non li
ricordate neppure. Purtroppo anche utilizzando una
telecamera con audio stereo i suoni provengono
comunque tutti da una stessa fonte (i due
altoparlanti) e il "nostro" impianto non è più in grado
di isolare i suoni o rumori indesiderati.
2) Il sistema audio di ogni telecamera ha il CAG
(controllo automatico di guadagno) che in parole
povere aumenta o diminuisce il "volume" del suono a
seconda della situazione (campagna con uccellini
piuttosto che traffico assordante). Questo va bene
per avere sempre un audio accettabile e che nonsatura, ma nei casi in cui nessuno parla la sensibilità
della telecamera aumenta e il rumore di fondo (piatti
e forchette che sbattono) diventa troppo alto.
3) Noi non professionisti, avendo già parecchi
problemi in fase di ripresa, non usiamo microfoni
esterni, ma utilizziamo quello attaccato alla
telecamera, che fa quello che può. Considerate ad
esempio il "Grande Fratello": hanno dovuto mettere
un microfono ad ognuno e ciò nonostante a volte non
si capiva comunque nulla!
Consiglio di non eliminare mai l'audio originale
(a meno di scopi narrativi), ma limitarsi ad
abbassarlo sovrapponendo la musica, altrimenti si
avrà l'impressione di ascoltare qualcosa
completamente staccato dalle immagini. Quando
voglio togliere praticamente tutto l'audio originale lo
diminuisco al 10-15%. Un leggero brusio di fondo
quasi impercettibile è un ottimo metodo per non
eliminare quei rumori forti (chiusura di una porta,
petardo ecc.) che lo spettatore si aspetta comunque.
Come concatenare due quadri che abbiano
ciascuno un proprio segmento di "parlato"?
Io prediligo gli stacchi netti tra i diversi quadri, uso ledissolvenze solo se effettivamente richieste dalla
narrazione cinematografica, e molto (ma molto)
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raramente uso le bellissime e diversissime modalità
di transizione rese possibili dal software, di cui tutti
noi siamo "maniaci".
Con le transizioni audio resto fedele alla mia
"filosofia" ed uso il taglio netto, anche se non sempre
è possibile perché nella realtà spesso e volentieri il
punto corretto del nostro video non corrisponde aquello corretto dell'audio.
Le transizioni con dissolvenza incrociata, o comunque
quelle in cui si ha una certa sovrapposizione tra un
quadro ed il successivo, sono la situazione più
comoda, visto che abbiamo sempre la possibilità di
allungare o accorciare la parte audio delle due scene,
per sincronizzare ottimamente audio e video. Inoltre,
essendo i due quadri oggetto della transizione
appartenenti a due scene diverse (altrimenti perché
usare una transizione?), difficilmente ci sono
problemi di continuità audio.
Più problematico è lo stacco netto tra due quadri, in
cui il taglio ottimale del video non corrisponda a
quello dell'audio.
Si può pensare di togliere il sincronismo audio-video
e anticipare l'audio in modo da farlo terminare
quando termina il video; questa tecnica è comunque
PERICOLOSISSIMA, dato che occorre porre
particolare attenzione a tutti quei piccoli rumori
(passi ecc.) che potrebbero tradire questo artificio
rendendolo inaccettabile da parte dello spettatore.
Altrimenti possiamo di integrare solo lo spezzone di
video con scene neutre (es. una panoramica) o
magari con l'inquadratura dell'interlocutore che
ascolta quanto sta dicendo il soggetto principale.Occorre massima attenzione, per non commettere
errori sintattici di continuità. Ricordatevi che il
secondo soggetto dovrebbe guardare nella giusta
direzione, avere la stessa dominante di colore, ecc...
A volte un suono molto forte (o due suoni
concatenati) può legare scene montate con un taglio
secco. L'altra sera guardavo Ronin: all'inizio, dopo
una riunione, la ragazza sbatte la porta di un auto, il
rumore viene "tenuto lungo" e con un taglio secco si
passa al fiume dove dovrebbe avvenire il primo
scambio. Più avanti, verso la fine, un uomo in una
stanza spiega il "seppuku" (il suicidio dei samurai)
sibilando il rumore della spada, il sibilo ancora una
volta è allungato, si stacca su una strada e viene
miscelato con il rumore delle macchine. Questo
metodo è usato per rendere meno brusco il
cambiamento di scena: quando il passaggio video
avviene in anticipo rispetto all'audio si parla di "J-
edit", quando invece è l'audio ad anticipare il video
si parla di "L-edit".
7. Matrimoni e Compleanni Il motivo per cui i film dei matrimoni sono tutti uguali
è molto semplice: per questioni economiche. Se ogni
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volta i professionisti dei video matrimoniali dovessero
inventare un nuovo montaggio, scegliere tra il
materiale girato i pezzi migliori, ecc., ogni filmato
costerebbe un mucchio di tempo, col rischio di non
ottenere un risultato finale di livello adeguato. Così
preferiscono non lasciare nulla al caso, chiedono agli
sposi di muoversi esattamente come da loro
desiderato, spesso ripetono la scena più volte
(magari quella dello scambio degli anelli) e questo
garantisce loro di usare un solo operatore. Si perde
in spontaneità e originalità, ma di sorprese non ce ne
sono.
Qualche suggerimento per le vostre riprese di
matrimoni:
1) riprendere il più possibile (c'è
sempre tempo per buttare)
2) riprendere l'omelia, a volte dopo
anni fa piacere risentire cosa
raccomandava il vecchio parroco3) riprendere le canzoni della messa,
soprattutto se suonate dagli amici
Tenendo conto che le scene sono sempre le stesse, ci
sono alcuni effetti carini: lo sposo che cammina e
allunga il braccio mentre da un albero "appare" la
sposa, oppure lei è seduta su una panchina ed
appare lui, o ancora mentre lui la tiene in braccio li
fate apparire e scomparire in vari punti...
Il filone è ovvio: la sposa che si prepara, l'arrivo in
chiesa, e così via. All'inizio, d'accordo con gli sposi,
potete mettere qualche loro foto, partendo daquand'erano piccoli e arrivando al matrimonio,
oppure inserire foto del paese (monumenti, piazze,
luoghi particolari).
I compleanni. Fate alcune riprese ferme, senza
gente: la torta, gli striscioni d'auguri, i preparativi.
Se siete voi soli a riprendere consiglio comunque di
fare prima una scaletta (una specie di storyboard),
se invece siete in due uno riprenda il più possibile,
tutto quello che vede, l'altro si occupi solo dei primi
piani e dei particolari. Primo piano sulle candeline
quando il fumo si alzerà, primo piano sul tappo della
bottiglia di vino, ecc...
Non mancate di riprendere i parenti, soprattutto
genitori e nonni (che non vogliono, ma poi quando si
rivedono sono contenti).
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