[Manuale] - L'Arte Dell'Editing Video-- Il Montaggio

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    di Andrea Z. "D-Rez" e Maurizio R."Vighi"

    Concetti base: L'Arte dell'editing video: IlMontaggio Inviato il 08 Maggio 2003 da anonimo

    >>Selezionapagina...

    Il montaggio 

    1. Cenni storici

    2. Pianificazione

    3. Tecniche di montaggio

    4. Durata

    5. Dissolvenze ed effetti

    6. Musiche ed effetti sonori

    7. Matrimoni e Compleanni

    1. Cenni storici 

    Il cinema è stato inventato dai fratelli Lumiere che,

    specie all’inizio, si limitavano a fare delle semplici

     “registrazioni” della realtà senza nessun altro

    intervento di post-produzione, praticamente

    mettevano la "cinepresa" su un cavalletto e la

    accendevano ("L'arrivée du train à la Ciotat" , 1895).

    George Méliés, considerato uno dei padri del cinema

    ("Vedute dell'esposizione di Parigi 1900" , 1900), nei

    suoi lavori ricalcava molto il teatro: qualunque scenainiziava e terminava sempre nello stesso luogo, la

    cinepresa era immobile e non “entrava” nella scena

    stessa ("Voyage dans la Lune" , 1902). Un

    personaggio fondamentale è stato Edwin S. Porter,

    che realizzò un film recuperando scene reali di

    pompieri in attività, montandole in seguito con altre

    girate "ad hoc" di una donna e un bambino chiusi in

    una stanza con del fumo ("The life of an american

    fireman" , 1903). All'opera di questi ed altri maestri si

    deve il processo di sviluppo del montaggio, e la

    trasformazione del cinema in quello che conosciamo

    oggi.Nei primi anni del '900 Pudovkin e Kuleshov

    condussero questo esperimento. Costruirono tre

    diverse sequenze che avevano in comune la prima

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    cinematografico”

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    scena, un primo piano dell’attore Mosjukhin, seguita

    da:

    - Un piatto di minestra su un tavolo;

    - Una bara con una donna morta;

    - Una bambina che giocava.

    Gli spettatori a cui furono sottoposte le sequenze

    attribuirono concordemente all'identica immagine

    dell'attore espressioni diverse, rispettivamente fame,

    dolore e serenità. Una prova ineccepibile dell’efficacia

    del montaggio. Il suo scopo insito è quindi riprodurre

    i processi mentali che il cervello opera con le

    immagini che ci circondano, non solo registrarle

    (come fanno le telecamere a circuito chiuso delle

    banche). Riporto un brano di Ernest Lindgren:

    “All’improvviso giro un angolo e trovo

    un bambino che, credendo di nonessere visto, con un sasso in mano

    mira verso un’invitante finestra.

    Mentre lancia il sasso vado con lo

    sguardo alla finestra per vedere se

    riesce a colpirla, poi istintivamente

    torno a guardarlo per vedere cosa

    vuole fare ancora, ma lui guarda un

     punto dietro le mie spalle, cambia

    espressione e scappa a tutta velocità.

    Mi giro e vedo un poliziotto che ha

    appena girato l’angolo.”  

    Questo è il metodo da tenere a mente: non

    riprodurre la realtà, ma il modo in cui la osserviamo.

    Il montaggio effettivo poi, rispetto a quello mentale,

    avrà anche qualcosa in più: oltre a cambiare angolo

    di ripresa (punto di vista) si può variare la posizione

    della telecamera.

    2. Pianificazione 

    Il montaggio video è un processo molto simile alla

    stesura di un testo, ma con meno possibilità di

    correzioni. Se le vostre riprese sono zeppe d'errori

    d'inquadratura, d'esposizione, ecc., c’è poco da fare.

    La difficoltà maggiore sta nell'organizzare le idee in

    modo che il racconto sia armonico, non noioso ed in

    grado di trasmettere i concetti che ci eravamo

    prefissi. Queste problematiche sono in

    corrispondenza con le diversi “parti” del video, la cui

    classificazione potrebbe essere questa:

    Q u a d r o  : riproduce una singola azione,

    si chiama così perché spesso la

    telecamera è ferma a riprendere deisoggetti che all’interno

    dell’inquadratura si muovono o meno.

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    Ribadisco ancora che, nella mia piccola

    esperienza, da quando ho cominciato a

    scegliere inquadrature fisse i miei

    video sono nettamente migliorati. Al

    quadro si può far corrispondere la

    frase di un testo.

    Sc e n a  : l’insieme di più quadri che

    descrivono un’azione. Alla scena si può

    far corrispondere il periodo di un testo,

    quello per intenderci dopo il quale si

    mette un punto e si va a capo.

    S e q u e n z a  : l’insieme di più scene e

    quindi più azioni che, nella loro

    successione logica, formano un

    episodio. L’episodio lo possiamo

    considerare un paragrafo (o

    capoverso) nell’analogia con il testo

    scritto.

    P a r t e  : l’insieme di più sequenze che

    raccontano una piccola storia di senso

    compiuto. Può essere considerata il

    capitolo di un testo, non a caso un film

    in DVD è suddiviso in un certo numero

    di capitoli direttamente raggiungibili

    dal menu del lettore.

    Un modo per iniziare è suddividere il vostro film

    e/o video in parti, in modo da dover gestire unlimitato numero di sequenze che avete

    precedentemente acquisito con il vostro PC. E' più

    conveniente dal punto di vista dell’economia di

    pensiero: trovare i corretti quadri da legare insieme è

    molto più facile che ricordarsi tutte le scene. Occorre

    riguardare più volte gli spezzoni acquisiti, in modo da

    memorizzarli. Consiglio di avere molti file spezzettati

    piuttosto che uno solo enorme, perché è molto più

    facile trovare quello che vi interessa ed in genere il

    programma li gestisce meglio.

    Un esempio classico: la gita al mare. La prima

    suddivisione potrebbe essere questa:

    1. Partenza ed arrivo a destinazione

    2. La permanenza

    3. Ritorno a casa.

    La parte 1 a sua volta potrà essere divisa in:

    1. I preparativi (con magari una vostra telefonata in

    stile Verdone al servizio meteo dell'Aci...), la

    macchina carica che si allontana ;

    2. Riprese dalla macchina in movimento (le classiche

    riprese di collegamento);

    3. L'arrivo. Sequenza composta dalla scena in cui la

    macchina arriva, dalla scena in cui la gente scende,

    dalla scena in cui le persone si guardano intorno, ecc.

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    Parliamo ora del criterio su come scegliere i singoli

    quadri per comporre una scena di senso compiuto.

    Esempio: Luca (vostro figlio) comincia a

    piagnucolare, Genoveffa (vostra moglie) lo guarda, si

    alza, ruota su se stessa, cammina in direzione della

    cabina. La sabbia scotta, il suo camminare è buffo,quando raggiunge la cabina scompare all'interno, per

    ricomparire qualche istante dopo con il biberon di

    camomilla e ripercorrere lo stesso tratto in senso

    inverso.

    Quanto appena descritto è composto da due "periodi"

    e più frasi. Mantenendo il parallelo testo/video

    possiamo quindi parlare di una sequenza composta

    da due scene e una decina di quadri (circa uno per

    azione descritta, cioè per verbo contenuto nei due

    periodi). Voi dove siete? Semplice, sulla sdraio, con

    la telecamera tra le mani (non avete il cavalletto...) a

    riprendere tutta la sequenza stando seduti. Nella

    migliore delle ipotesi la vostra ripresa sembrerà

    durare un'eternità.

    Dovete cambiare angolo di ripresa. E' la

    soluzione più corretta per poter montare i singoli

    quadri senza dar luogo a salti temporali. In fase di

    montaggio non potrete tagliare troppo, altrimenti la

    vostra Genoveffa sembrerà scomparire e riapparire

    improvvisamente. Potreste mettere delle riprese in

    mezzo (di Luca che guarda la madre o generiche),

    ma non guadagnareste molto tempo perché, avendo

    tutte le inquadrature di Genoveffa dalla stessa

    posizione, per continuità temporale lo spettatore nonaccetterebbe uno scarto eccessivo tra la vostra

    amata Genoveffa, Luca ed ancora Genoveffa.

    Vediamo quindi come procedere. Io considererei tanti

    quadri, più o meno per quanti verbi ci sono nella

    descrizione, quindi:

    1. Genoveffa guarda in direzione di Luca

    2. si alza, ruotando su se stessa

    3. comincia a camminare in direzione della cabina

    4. la sabbia scotta ed il suo camminare è buffo

    5. raggiunge la cabina

    6. scompare all'interno

    7. ricompare qualche istante dopo con il biberon di

    camomilla

    8. ripercorre lo stesso tratto in senso inverso.

    Allora:

    - per la 1) potrebbe servire un PP di Genoveffa per

    evidenziare la sua lieve preoccupazione sul fatto che

    Luca ha sete.

    - la 2) potrebbe essere un PA (piano americano,

    quello senza piedi), magari diviso in due quadri

    - la 3) un campo lungo riprendendo Genoveffa da

    dietro

    - la 4) controcampo dalla cabina, con Genoveffa che

    sta arrivando

    - la 5) va fusa con la 4)- la 6) di spalle a Genoveffa

    - prima della 7), se è disponibile, un PM di Luca che

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    guarda in direzione della madre

    - Ecc…

    Alcuni quadri possono durare pochissimi secondi,

    tanto che la sequenza completa sia anche di solo

    mezzo minuto, contro il minuto e mezzo (almeno)

    della sequenza dalla sdraio, noiosa sia per la

    lunghezza che per l'inquadratura sempre uguale.Ovviamente dovrete essere più veloci di Ben Johnson

    per riuscire in 1' e 30" a girare i vari piani (senza

    contare l'intera spiaggia che ride guardandovi...).

    3. Tecniche di montaggio 

    In parole semplici:

    montaggio lineare = videoregistratore > mixer

    video > videoregistratore

    montaggio non lineare = ad esempio quello che si

    effettua con il pc

    Aggiungo solo che il nome "lineare" deriva dal fatto

    che con il videoregistratore potete montare le scene

    solo in sequenza.

    Un consiglio per i meno esperti è quello di studiare i

    montaggi degli spot pubblicitari che in pochi secondi

    raccontano una storia. I tagli sono netti, c'è al

    massimo qualche dissolvenza, tipicamente per

    atmosfere sentimentali, mentre per aumentare il

    ritmo e catturare l'attenzione la durata delle scene a

    volte diminuisce fino a meno di un secondo.

    Sintetizzate, senza omettere informazioni.Vediamo qualche semplice esempio:

    1) ripresa di Paolo che si sta avvicinando ad un

    portone aperto

    2) ripresa di Paolo che sale le scale

    3) ripresa di Paolo che suona il campanello.

    La seq. n. 2 può essere tagliata (a meno che Paolo

    non cada per le scale...).

    1) riprese frontali di due auto che si stanno

    scontrando, e di Paolo che guarda

    2) impatto tra le auto (molto dispendioso

    economicamente)

    3) primo piano di Paolo che chiude gli occhi (con

    crash di sottofondo!)

    Eliminando la seq. 2 si risparmiano anche dei soldi.

    Ultimo esempio carino... bastano 4 foto :

    1) prato in fiore

    2) spiaggia

    3) foglie che cadono

    4) neve sugli alberi

    Montate in dissolvenza (anche lunga) danno

    l'impressione del trascorre di un anno (è più facile

    che ricreare quattro stagioni in una strada come

    capita a Hugh Grant in Notthing Hill...).

    Campi e controcampi. Detti anche "Piani dicollegamento". Collegare varie sequenze senza far

    stancare chi guarda è un arte. Esempio: per

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    evidenziare che vi siete spostati da un luogo ad un

    altro potete inserire come sequenza intermedia una

    ripresa fatta dall'auto, o dal pulman, o dal battello.

    Oppure potete inserire didascalie, mappe del nuovo

    luogo, ecc... o più semplicemente i cartelli stradali. Io

    quando riprendo in giro ho preso l'abitudine di

    filmare anche qualche PP dei cartelli del nome dellacittà dove sono (o del paesino), magari finisce che

    non li uso, ma 5-6 sec. di ripresa in più non fanno

    male.

    Se un soggetto esce a destra dall'inquadratura,

    fatelo entrare a sinistra in quella successiva.

    Stessa cosa con sopra-sotto, sinistra-destra obliquo

    ecc. Se non rispettate la regola lo spettatore ha

    l'impressione che il soggetto abbia cambiato

    direzione. Potete far credere che due tizi parlino fra

    loro anteponendo il PP di uno con quello dell'altro. Il

    trucchetto funziona solo se (ad esempio) uno è

    rivolto a destra e l'altro a sinistra ed è importante

    anche dove quardano (se uno dei due quarda un po'

    più verso l'altro e l'altro un po' più verso il basso va

    bene, altrimenti lo spettatore capisce il trucco).

    La stessa inquadratura non deve rimanere a

    lungo sul video. In genere si dovrebbe stare sugli

    8-10 secondi per i campi lunghissimi, 3-4 per i primi

    piani, anche meno di un secondo per i dettagli ecc.

    Come tutte le regole anche questa può essere

    infranta se si vuole ottenere un certo scopo

    narrativo.

    Dovete essere spietati con le vostre riprese.

    Un'immagine fuori fuoco, una qualunque altra ripresa

    traballante o con soggetti che non si muovevano nelmodo giusto DEVE essere scartata.

    Potete fare, se possibile, del montaggio in macchina.

    E' una vecchia tecnica (non quella a cui avete

    pensato) in cui l'operatore ha in mente come dovrà

    essere il risultato finale ed effettua le riprese già nel

    corretto ordine e con la corretta durata delle scene.

    All'epoca delle cineprese veniva sfruttato molto per

    evitare eccessivi tagli della pellicola, che a differenza

    di oggi erano tagli fisici, con le forbici.

    Cercate di coinvolgere qualcuno con la stessa

    passione. Personalmente mi diverto a fare montaggi

    con un mio collega ed assieme abbiamo effettuato

    alcuni lavori. E' sicuramente più facile, divertente e

    veloce.

    Adesso andiamo un po' più nello specifico.

    Il Controcampo.

    E' una tecnica che dovremmo utilizzare soprattutto

    nelle riprese tipo interviste e deve seguire una

    semplicissima regola: se in un quadro ci sono 2

    persone che parlano tra loro e la persona A (di spalle

    rispetto alla persona B) è inquadrata nella parte

    sinistra del video, in un quadro successivo che

    riprenda dall'angolazione opposta (B di spalle e A difronte) la persona A DEVE rimanere nella parte

    sinistra dello schermo.

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    Le scene neutre. Cosa sono e a cosa servono ?

    Vi sarà capitato di voler stringere/tagliare una

    sequenza troppo lunga come ad esempio una barca

    che corre sull'acqua e che seguite per diciamo 30-40

    secondi. Se non avete usato un cavalletto e se avete

    spostato l'inquadratura modificando l'aria (spaziodavanti al soggetto) succederà che eliminando una

    parte centrale consistente, i due spezzoni non

    combaceranno e daranno in modo evidente la

    sensazione di un taglio fastidioso. Questo problema si

    risolve inserendo tra i due spezzoni una scena alla

    quale dare un senso di collegamento logico, per

    esempio la ripresa di un gabbiano nel cielo. Così, se

    avete messo 4" per il primo spezzone + 4" del

    gabbiano + 4" del secondo spezzone avrete

    condensato in 12" la vostra scena iniziale (so che si

    può fare di meglio ma per ora accontentiamoci)

    senza perdere ritmo e senza aggiungere fastidi.

    Montaggio Discontinuo. 

    Analizziamo ora il caso di dover giustapporre quadri

    che non appartengono alla stessa scena, ma a

    sequenze diverse o addirittura a parti diverse del

    vostro film. Esempi pratici sono la classica cerimonia,

    in cui avete terminato il montaggio dei quadri relativi

    ai preparativi in casa e dovete attaccare quelli delle

    sequenze all'interno della chiesa, oppure un viaggio

    in cui dovete unire la partenza con le scene dove si

    descrive il luogo di destinazione.

    In questi casi potremmo utilizzare una dissolvenza in

    chiusura sul nero e successiva dissolvenza in

    apertura, ma esiste un'altra possibilità molto efficaceche va sotto il nome di "Montaggio Discontinuo".

    Questo tipo di montaggio si verifica tutte le volte che

    non esiste una continuità d'immagine tra un quadro e

    il successivo, perché appartengono a sequenze

    diverse. Spesso l'ambiente può essere

    completamente diverso, ma si mantiene per

    contrasto o analogia lo stesso contenuto o la stessa

    forma dell'oggetto ripreso nella sequenza

    precedente.

    Questo studio fu fatto da tre maghi e padri del

    montaggio (Ejzenstejn, Pudovking e Timoscenko) che

    definirono quattro possibili attacchi tra due quadri:

    - Anologia di forma e contenuto;

    - Analogia di forma e contrasto di contenuto;

    - Contrasto di forma e analogia di contenuto;

    - Contrasto di forma e contenuto.

    Per analogia di forma potete immaginare due oggetti

    che in qualche modo si somigliano, ad esempio avete

    la penna di un soggetto che sta scrivendo Ed il

    pennello di un pittore che sta facendo un ritratto.

    Per contrasto tutto quello che ovviamente porta lo

    spettatore quasi a sorprendersi della differenza tra le

    due sequenze, come ad esempio una romanticascena sul mare notturno con il PP di un piede che

    cammina sul bagnasciuga ed un PP di una scarpa alla

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    moda che si agita ritmicamente al suono assordante

    della discoteca; in questo caso siamo al contrasto di

    forma (piede e scarpa alla moda) e contrasto di

    contenuto (il mare di notte in silenzio e il fragore e le

    luci della discoteca).

    Montaggio Nascosto. 

    Nel montaggio di quadri o scene appartenenti ad unastessa sequenza, c'è un modo di operare in cui si

    interrompe la ripresa mantenendo la telecamera su

    cavalletto, si spostano i soggetti ed il risultato finale

    è l'apparizione e/o scomparsa di soggetti.

    Questo tipo di montaggio, che per la cronaca si

    chiama "Montaggio Nascosto" ed è stato inventato da

    quel genio di Méliès, è stato molto utilizzato nel

    cinema come semplice trucco di magia. Si può però

    estendere il suo utilizzo, riprendendo ad esempio un

    orologio con le lancette che cambiano posizione,

    oppure un posacenere che da vuoto si fa pieno di

    mozziconi (magari utilizzando una rapida dissolvenza

    per ammorbidire i passaggi). Così facendo si

    suggerisce allo spettatore che il tempo sia passato

    senza allungare il "tempo cinematografico".

    Altro esempio è riprendere dei piatti di portata in un

    pranzo di matrimonio, che man mano scompaiono

    per testimoniare che gli invitati hanno molto

    apprezzato tutte le pietanze; questo potrebbe dare

    anche una nota simpatica e divertente alle vostre

    riprese.

    Gli errori di continuità.

    Tra i peggiori e più evidenti errori sintattici che si

    possono trovare nei nostri video, ma anche in quellifatti dai professionisti, ci sono quelli definiti come

    "Errori di continuità". In sostanza si verificano

    quando risulta evidente una incongruenza temporale,

    formale o altro tra un quadro (o una scena) e la

    successiva. Purtroppo la maggior parte di questi

    errori si verifica durante le riprese e quindi in fase di

    montaggio è impossibile rimediare se non

    rimuovendo in maniera drastica le scene incriminate.

    Fare un elenco di questa tipologia di errori è

    impossibile, perché sono moltissimi, l'unica cosa

    sicura è che, pur durando a volte solo frazioni di

    secondo, anche lo spettatore meno attento li

    percepisce.

    Immaginiamo il caso classico in cui vogliamo

    montare alcuni quadri, composti da persone e/o

    cose, in ordine diverso da quello cronologico con cui

    le abbiamo registrate, per particolari esigenze

    narrative. Questa situazione capita spessissimo, ed

    anche gli errori conseguenti: un soggetto che fuma e

    la lunghezza della sigaretta è prima lunga, poi corta,

    poi di nuovo lunga, oppure (più evidente) il soggetto

    che nel frattempo ha cambiato un indumento, sciolto

    i capelli, spostato un elemento del suo vestiario ecc...

    Ricordo errori grossolani: una volta in un filmgiapponese (di cui non ho certo tenuto traccia del

    titolo) addirittura un soggetto ad ogni stacco di

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  • 8/16/2019 [Manuale] - L'Arte Dell'Editing Video-- Il Montaggio

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    quadro era vestito con un soprabito diverso. In un

    vecchio film francese c'era un inseguimento tra una

    Renault e una gloriosa Fiat 128, fino a che la povera

    Fiat cadeva incendiandosi in un burrone; cosa c'era

    di strano? Che non si trattava più della 128, ma di

    una 124, che probabilmente per esigenze di budget

    era più "sacrificabile" dell'altra.Nel film "Gli intoccabili" il protagonista parlava con

    un interlocutore che appariva con il colletto della

    camicia allacciato, poi slacciato, poi nuovamente

    allacciato e questo parecchie volte nella stessa scena.

    Presumibilmente questo è accaduto perché Sean

    Connery durante una pausa delle riprese si era

    messo in libertà (slacciandosi la camicia) e poi

    dimenticandosi di ripristinare la situazione iniziale.

    Come noto nel cinema esiste una segretaria

    assistente, che prima delle pause, annota questi

    particolari, disegna bozzetti e/o scatta fotografie dato

    che le interruzioni a volte possono addirittura durare

    giorni.

    La situazione è critica in quanto i soggetti oltre ai

    vestiti possono avere una pettinatura diversa, barba

    più lunga o più corta, tenere in mano oggetti ecc...

    Come avrete capito i possibili errori sono

    innumerevoli, ma vi suggerisco (a meno che non vi

    possiate permettere un'assistente) di rivedere le

    riprese appena registrate, se avete fatto una pausa

    tra una e l'altra.

    Fortunatamente noi videoamatori abbiamo molte

    meno situazioni in cui riprendiamo quadri in più fasi

    (o giorni) diversi, ma purtroppo a volte sonosufficienti pochi minuti, nei quali venga spostato un

    soprammobile o altri elementi scenici, per impedirci

    di scegliere una certa sequenza senza cadere in

    errori di continuità. Attenzione anche alla luce! Se

    facciamo riprese in esterni, la luce cambia sia in

    intensità che in colore, anche se il nostro caro

    bilanciamento del bianco ci aiuta.

    Vediamo ora agli errori che possiamo evitare o

    correggere in fase di montaggio.

    Abbiamo accennato al tempo reale ed a quello filmico

    che in genere non corrispondono, ad eccezione dei

    matrimoni. Ricordo che se riprendete un soggetto

    che scende le scale, non dovete far vedere allo

    spettatore tutte le rampe, ma con pochi e corti

    quadri ben scelti e montati, grazie alla ricostruzione

    mentale che ciascuno fa quando guarda un film,

    ricostruisce anche le scene inutili di ogni rampa di

    scala. Questo modo di operare non disturba

    minimamente lo spettatore che anzi resterà più

    attento nelle scene narrative più importanti.

    Tuttavia mal sopporterebbe una situazione in cui

    alternando quadri del soggetto che scende e di un

    altro che lo sta attendendo, non facciate passare il

    giusto tempo tra uno e l'altro; dovete prevedere chequando state riprendendo il soggetto in attesa, l'altro

    abbia sceso un numero di gradini compatibile con il

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    tempo in cui non era inquadrato. Similmente

    l'esempio classico della sigaretta che deve essersi

    opportunamente consumata, o la strada percorsa da

    un soggetto non inquadrato, ecc...

    Queste situazioni le correggete in fase di montaggio,

    quindi basta un po' di attenzione nel tagliare al

    fotogramma corretto, per evitare un erroregrossolano di continuità.

    Può capitare che pur montando i quadri nella stessa

    sequenza temporale in cui sono stati ripresi, a causa

    di eventi che non avete ripreso ci sia un

    insopportabile errore di continuità. Immaginate un

    oggetto che venga spostato mentre voi state

    cambiando inquadratura: l'oggetto sembrerà

    scomparire ed apparire all'improvviso, in fase di

    visione risulterà alquanto fastidioso.

    Un caso classico sono le porte delle auto, aperte o

    chiuse a seconda che qualcuno sia salito o sceso (o

    entrambe) mentre riprendevate.

    Tengo solo a ribadire che molti di questi errori

    possono essere evitati solo in fase di ripresa, quindi

    torno a quanto già vi ho suggerito a suo tempo:

    curate le vostre riprese, perché in fase di montaggio

    si possono fare grandi cose, ma per i miracoli (anche

    attrezzandosi) è veramente dura.

    4. Durata 

    La durata di un film che presentiamo agli amici nonpuò superare i 20 minuti, un valore che andrebbe

    portato a 15 minuti in caso il tema proposto non sia

    particolarmente interessante. Chi guarda il filmato è

    sicuramente meno interessato di noi per ovvie

    ragioni, a meno che non sia lui stesso un "attore" nel

    video. Pensate ad un film visto al cinema che vi ha

    annoiati a morte. Se un film può annoiare,

    nonostante sia fatto da professionisti, con grandi

    mezzi, una vera sceneggiatura, attori, tecnici, ecc.,

    come possiamo pensare che le nostre traballanti

    immagini di soggetti scarsi possano interessare più di

    20 minuti?

    Per sintetizzare il filmato considerate che nel

    montaggio cinematografico il tempo non corrisponde

    mai a quello reale, dato che il nostro cervello (di

    spettatore) completa perfettamente le scene

    mancanti.

    5. Dissolvenze ed Effetti 

    I programmi di editing forniscono una quantità

    industriale di effetti speciali, titoli, elaborazioni

    grafiche, e a questi vanno aggiunti quelli presenti

    sulla telecamera (che torno a sconsigliare). Usateli ilmeno possibile, anche se la tentazione è forte. Lo

    stesso discorso vale per i titoli, che dovrebbero

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    essere austeri, classici, a meno che non vogliate fare

    delle cose comiche, volute.

    Guardate un film e noterete che tranne le dissolvenze

    incrociate, magari in apertura/chiusura, difficilmente

    se ne usano altre. La stessa dissolvenza va usata con

    moderazione, dato che nel linguaggio

    cinematografico spesso rappresenta una "vocenarrativa" che indica tempo trascorso tra una scena

    ed un'altra: una dissolvenza più lunga indica un lasso

    di tempo più elevato. La dissolvenza può essere

    usata quando vogliamo trasmettere una situazione

    sentimentale o comunque di rilassamento, o quando

    due scene non sono immediatamente legate in

    termini narrativi, magari dissolvendo in nero e

    riaprendo. E' inutile sottolineare che anche queste

    regole possono non essere rispettate, in realtà nei

    film vedrete che la maggior parte dei tagli tra una

    scena e l'altra sono netti, specie se il ritmo del

    montaggio è rapido.

    Una dissolvenza incrociata rapidissima può

    ammorbidire lo stacco tra 2 scene. La RAI usa quasi

    sempre al posto dello stacco una dissolvenza

    incrociata di una frazione di secondo, probabilmente

    un quarto di secondo, ma una sovrapposizione di

    mezzo secondo è già una dissolvenza incrociata

    rapida.

    Una dissolvenza incrociata di tre secondi è

    un'eternità.

    6. Musiche ed effetti sonori La musica rende magico il film. La scelta è

    soggettiva, ma dovete tenere presente che i cambi

    di scena siano allineati con ritmo della musica.

    Quando mettete un pezzo in sottofondo fate in modo

    che avvengano in corrispondenza ai tempi della

    canzone, generalmente è meglio se sono in battere,

    ma non necessariamente. Al solito, guardate qualche

    videoclip per imparare.

    Torniamo all'audio dei nostri filmati: meglio lasciare

    l'audio originale o toglierlo del tutto per far posto ad

    una colonna sonora musicale? Cominciamo a dire che

    l'audio è veramente un bel problema, perché accanto

    a tutte le problematiche che abbiamo affrontato sul

    video, l'audio crea un bel po' di problemi ed il fatto

    molti consiglino di sostituirlo con della musica,

    dimostra che quello che registriamo in diretta fa

    abbastanza "schifo" e che è meglio eliminarlo. Ma

    perché è così inaccettabile l'audio in diretta?

    Ci sono almeno tre problemi:

    1) Il nostro sistema audio (le orecchie), è veramente

    buono. In un ambiente qualsiasi la stereofonia

    permette al nostro cervello d'individuare la

    provenienza del suono. Per fare questo elabora ladifferenza di fase tra i segnali provenienti dalle due

    orecchie e stabilisce la posizione della fonte sonora.

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    In realtà va anche in tilt quando al posto di un

    normale suono ha un segnale periodico (in un

    periodo si ripete identico un tipo di tono o un fischio

    ad una certa frequenza). In queste condizioni, infatti,

    dopo uno sfasamento di 360° i due segnali sono

    nuovamente identici, e lo sfasamento non è più

    apprezzabile. Per questo, a volte, anche se sentite unfischio, non riuscite a capire da dove proviene.

    Capire da dove viene il suono, non solo offre il

    vantaggio di girarci dalla parte giusta quando

    ascoltiamo, ma soprattutto ISOLA quelli non

    interessanti.

    Una prova? Quando riascoltate le riprese fatte

    all'interno di un ristorante, noterete un grande suono

    di forchette e piatti che sbattono, suoni che non

    avete notato così forti quando eravate al ristorante.

    Il motivo? Quando eravate al ristorante il vostro

    cervello assieme al vostro impianto stereo (le

    orecchie) aveva isolato ed eliminato i suoni non

    interessanti dei piatti che sbattevano e quindi non li

    ricordate neppure. Purtroppo anche utilizzando una

    telecamera con audio stereo i suoni provengono

    comunque tutti da una stessa fonte (i due

    altoparlanti) e il "nostro" impianto non è più in grado

    di isolare i suoni o rumori indesiderati.

    2) Il sistema audio di ogni telecamera ha il CAG 

    (controllo automatico di guadagno) che in parole

    povere aumenta o diminuisce il "volume" del suono a

    seconda della situazione (campagna con uccellini

    piuttosto che traffico assordante). Questo va bene

    per avere sempre un audio accettabile e che nonsatura, ma nei casi in cui nessuno parla la sensibilità

    della telecamera aumenta e il rumore di fondo (piatti

    e forchette che sbattono) diventa troppo alto.

    3) Noi non professionisti, avendo già parecchi

    problemi in fase di ripresa, non usiamo microfoni

    esterni, ma utilizziamo quello attaccato alla

    telecamera, che fa quello che può. Considerate ad

    esempio il "Grande Fratello": hanno dovuto mettere

    un microfono ad ognuno e ciò nonostante a volte non

    si capiva comunque nulla!

    Consiglio di non eliminare mai l'audio originale

    (a meno di scopi narrativi), ma limitarsi ad

    abbassarlo sovrapponendo la musica, altrimenti si

    avrà l'impressione di ascoltare qualcosa

    completamente staccato dalle immagini. Quando

    voglio togliere praticamente tutto l'audio originale lo

    diminuisco al 10-15%. Un leggero brusio di fondo

    quasi impercettibile è un ottimo metodo per non

    eliminare quei rumori forti (chiusura di una porta,

    petardo ecc.) che lo spettatore si aspetta comunque.

    Come concatenare due quadri che abbiano

    ciascuno un proprio segmento di "parlato"? 

    Io prediligo gli stacchi netti tra i diversi quadri, uso ledissolvenze solo se effettivamente richieste dalla

    narrazione cinematografica, e molto (ma molto)

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    raramente uso le bellissime e diversissime modalità

    di transizione rese possibili dal software, di cui tutti

    noi siamo "maniaci".

    Con le transizioni audio resto fedele alla mia

    "filosofia" ed uso il taglio netto, anche se non sempre

    è possibile perché nella realtà spesso e volentieri il

    punto corretto del nostro video non corrisponde aquello corretto dell'audio.

    Le transizioni con dissolvenza incrociata, o comunque

    quelle in cui si ha una certa sovrapposizione tra un

    quadro ed il successivo, sono la situazione più

    comoda, visto che abbiamo sempre la possibilità di

    allungare o accorciare la parte audio delle due scene,

    per sincronizzare ottimamente audio e video. Inoltre,

    essendo i due quadri oggetto della transizione

    appartenenti a due scene diverse (altrimenti perché

    usare una transizione?), difficilmente ci sono

    problemi di continuità audio.

    Più problematico è lo stacco netto tra due quadri, in

    cui il taglio ottimale del video non corrisponda a

    quello dell'audio.

    Si può pensare di togliere il sincronismo audio-video

    e anticipare l'audio in modo da farlo terminare

    quando termina il video; questa tecnica è comunque

    PERICOLOSISSIMA, dato che occorre porre

    particolare attenzione a tutti quei piccoli rumori

    (passi ecc.) che potrebbero tradire questo artificio

    rendendolo inaccettabile da parte dello spettatore.

    Altrimenti possiamo di integrare solo lo spezzone di

    video con scene neutre (es. una panoramica) o

    magari con l'inquadratura dell'interlocutore che

    ascolta quanto sta dicendo il soggetto principale.Occorre massima attenzione, per non commettere

    errori sintattici di continuità. Ricordatevi che il

    secondo soggetto dovrebbe guardare nella giusta

    direzione, avere la stessa dominante di colore, ecc...

    A volte un suono molto forte (o due suoni

    concatenati) può legare scene montate con un taglio

    secco. L'altra sera guardavo Ronin: all'inizio, dopo

    una riunione, la ragazza sbatte la porta di un auto, il

    rumore viene "tenuto lungo" e con un taglio secco si

    passa al fiume dove dovrebbe avvenire il primo

    scambio. Più avanti, verso la fine, un uomo in una

    stanza spiega il "seppuku" (il suicidio dei samurai)

    sibilando il rumore della spada, il sibilo ancora una

    volta è allungato, si stacca su una strada e viene

    miscelato con il rumore delle macchine. Questo

    metodo è usato per rendere meno brusco il

    cambiamento di scena: quando il passaggio video

    avviene in anticipo rispetto all'audio si parla di "J-

    edit", quando invece è l'audio ad anticipare il video

    si parla di "L-edit".

    7. Matrimoni e Compleanni Il motivo per cui i film dei matrimoni sono tutti uguali

    è molto semplice: per questioni economiche. Se ogni

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    volta i professionisti dei video matrimoniali dovessero

    inventare un nuovo montaggio, scegliere tra il

    materiale girato i pezzi migliori, ecc., ogni filmato

    costerebbe un mucchio di tempo, col rischio di non

    ottenere un risultato finale di livello adeguato. Così

    preferiscono non lasciare nulla al caso, chiedono agli

    sposi di muoversi esattamente come da loro

    desiderato, spesso ripetono la scena più volte

    (magari quella dello scambio degli anelli) e questo

    garantisce loro di usare un solo operatore. Si perde

    in spontaneità e originalità, ma di sorprese non ce ne

    sono.

    Qualche suggerimento per le vostre riprese di

    matrimoni:

    1) riprendere il più possibile (c'è

    sempre tempo per buttare)

    2) riprendere l'omelia, a volte dopo

    anni fa piacere risentire cosa

    raccomandava il vecchio parroco3) riprendere le canzoni della messa,

    soprattutto se suonate dagli amici

    Tenendo conto che le scene sono sempre le stesse, ci

    sono alcuni effetti carini: lo sposo che cammina e

    allunga il braccio mentre da un albero "appare" la

    sposa, oppure lei è seduta su una panchina ed

    appare lui, o ancora mentre lui la tiene in braccio li

    fate apparire e scomparire in vari punti...

    Il filone è ovvio: la sposa che si prepara, l'arrivo in

    chiesa, e così via. All'inizio, d'accordo con gli sposi,

    potete mettere qualche loro foto, partendo daquand'erano piccoli e arrivando al matrimonio,

    oppure inserire foto del paese (monumenti, piazze,

    luoghi particolari).

    I compleanni. Fate alcune riprese ferme, senza

    gente: la torta, gli striscioni d'auguri, i preparativi.

    Se siete voi soli a riprendere consiglio comunque di

    fare prima una scaletta (una specie di storyboard),

    se invece siete in due uno riprenda il più possibile,

    tutto quello che vede, l'altro si occupi solo dei primi

    piani e dei particolari. Primo piano sulle candeline

    quando il fumo si alzerà, primo piano sul tappo della

    bottiglia di vino, ecc...

    Non mancate di riprendere i parenti, soprattutto

    genitori e nonni (che non vogliono, ma poi quando si

    rivedono sono contenti).

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