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La Verità Anno II - Numero 4 www.laverita.info - Euro 1 O Quid est veritas? O QUOTIDIANO INDIPENDENTE FONDATO E DIRETTO DA MAURIZIO BELPIETRO Venerdì 6 gennaio 2017 y(7HI1B4*LMNKKR( +_!"!#!z!. IL PIANO DI MINNITI IMMIGRATI, IL GOVERNO PIAZZA UNA BOMBA IN OGNI REGIONE Vogliono creare tanti piccoli centri, che in breve diventeranno grandi e ingestibili come Conetta. Non hanno ancora capito che se non si bloccano gli ingressi e non si semplificano le espulsioni qui va a finire male DAGLI USA ALL’ITALIA Il razzismo a senso unico fa esplodere l’Occidente di FRANCESCO BORGONOVO Erano in quattro: due ragazzi e due ragazze. Uno di loro cono- sceva la vitti- ma, un diciot- tenne con disabilità mentale. Lo hanno sequestrato e tenu- to in ostaggio per due giorni. Lo hanno riempito di botte, gli hanno spento addosso le sigarette. Gli hanno rasato la testa per umiliarlo, con una violenza tale da farlo sangui- nare. Negli intervalli fra una scarica di pugni e l’altra, lo hanno costretto a bere l’ac- qua del water. Hanno filmato tutto, e hanno pubblicato il video sui social network, non prima di averlo condito con insulti a Donald Trump. Per- sino i detective della polizia di Chicago, gente con un cer- to pelo sullo stomaco, hanno avuto qualche difficoltà a commentare le immagini, definendole «raccapriccian- ti». I colpevoli sono quattro giovani afroamericani. Neri, per intendersi. Va specifica- to, perché il movente (...) segue a pagina 6 Per il disoccupato Renzi ferie da 20.000 euro L’ex premier piange miseria però si regala una vacanza da sogno in Val Gardena. Mistero su chi ha pagato L’ottico del cartello contro Matteo: «L’ho bandito dal mio negozio perché non sopporto i politici scrocconi» di GIACOMO AMADORI «Torno semplice cittadino. Non ho paracadute. Non ho un seggio parlamentare, non ho uno stipendio, non ho un vitalizio, non ho l’immunità. Riparto da capo, come è giu- sto che sia. La politica per me è servire il Paese, non servir- sene» aveva scritto l’11 di- cembre scorso Matteo Renzi, dopo il referendum e le di- missioni. Peccato che questa immagine del politico di ser- vizio faccia a pugni con (...) segue a pagina 8 di MAURIZIO BELPIETRO Confesso che ne ho le ta- sche piene. Ogni sera mi tocca ascolta- re la solita inu- tile lezioncina sull'immigrazione. Di fronte a persone esasperate, che la- mentano d'essere invase da centinaia quando non da mi- gliaia di stranieri che metto- no a soqquadro la loro vita, i politici chiamati a risponde- re espongono invariabilmen- te la solita e stucchevole ri- cetta. Il cui succo è il seguen- te: per evitare problemi di or- dine pubblico, conflitti con gli abitanti del luogo e in ge- nerale questioni di sicurez- za, è sufficiente che tutti i Co- muni italiani si facciano cari- co d'una certa quota di mi- granti. Fossero sparpagliati sul territorio come vorrebbe il governo non avremo casi come quello di Cona, in pro- vincia di Venezia, dove i pro- fughi sono accatastati a cen- tinaia. Insomma, la soluzione di tut- ti i mali sta nell'accettazione delle quote di extracomuni- tari stabilite dall'alto. Ogni sindaco chini il capo e spa- lanchi le porte del suo paesel- lo allo straniero, così il pro- blema sarà bello che risolto. Ovviamente si tratta di una scemenza. Non soltanto per- ché adottando la famosa quo- ta del 3 per 1.000, ovvero 3 profughi ogni 1.000 abitanti, già l'anno scorso avremmo fatto il pieno (il 3 per 1.000 di 60 milioni, tanti sono gli ita- liani, fa 180.000, ossia 1.000 di meno degli immigrati ac- colti nel 2016), ma soprattut- to perché sistemare qua e là gli stranieri non risolve il problema, ma semmai tende a nasconderlo sotto il tappe- to. È ovvio che un centro co- me quello di Cona (...) segue a pagina 3 DUE TRAGEDIE E UN’INCREDIBILE STORIA D’AMORE Morto lo Jacuzzi per il quale fu ideata la Jacuzzi di STEFANO LORENZETTO Poche per- sone al mondo sono riuscite a trasformare il loro cognome in un oggetto di uso comune e a vederselo registrare nei dizionari. Gli unici che mi vengono in mente sono Pie- tro Beretta (pistole), Egidio Brugola (viti), il libraio Karl Baedeker (guide turistiche), Helenchen von König, detta Lenci (pannolenci), Ferdinand Verdini, l’ex ago della bilancia a caccia della rielezione per l’immunità IL RITRATTO di GIANCARLO PERNA a pagina 9 Campo Dall’Orto deve sparire insieme con i Tg regionali e tre reti Rai LA POLEMICA di ALDO FORBICE a pagina 15 von Zeppelin (dirigibili). Non ci riuscì neppure Ken- neth Anthony Jacuzzi, nato a Oakland, California, nel 1941, e morto ieri a Phoenix, Arizona. Infatti la celeberri- ma vasca per idromassaggio fu brevettata da suo padre Candido. Ma la Jacuzzi non esisterebbe, neppure nel vo- cabolario, se, 75 anni fa, non fosse venuto al mondo, con il suo carico di dolore, Ken, co- sì lo chiamavano in famiglia. Sì, perché la trendy Jacuzzi, la costosa Jacuzzi, la concu- pita Jacuzzi in origine questo doveva essere, nient’altro che uno strumento terapeu- tico per far star meglio un bambino di 7 anni, Kenneth Anthony appunto, il quale dall’età di 2 e fino al suo ulti- mo giorno ha sofferto di spa- smi lancinanti, conseguenza dell’artrite idiopatica giova- nile, una forma precoce e cronica di artrite reumatoi- de di cui non si conosce la causa e che provoca infiam- mazioni delle articolazioni, tumefazioni, limitazioni di movimento, retrazioni mu- scolari, fino a condannarti alla sedia a rotelle. Chissà se sono mai stati a co- noscenza di questa doloro- sissima genesi i fortunati possessori della Jacuzzi. Co- me Sylvester Stallone, che se n’è fatta montare una sulla propria limousine. O Hugh Hefner, l’editore di Playboy , che intratteneva tra i flutti, con addosso un pigiama ne- ro, Frank Sinatra, Mick Jag- ger, Warren Beatty e Jack Ni- cholson. O il regista Roman Polanski, che dentro (...) segue a pagina 13 Miliardi e dati sensibili Mister Facebook scende in politica E la sinistra applaude di MARIO GIORDANO a pagina 7

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LaVer itàAnno II - Numero 4 www.laverita.info - Euro 1O Quid est veritas? O

QUOTIDIANO INDIPENDENTE n FONDATO E DIRETTO DA MAURIZIO BELPIETRO Venerdì 6 gennaio 2017

y(7HI1B4*

LMNKKR( +_!"

!#!z!.

IL PIANO DI MINNITI

IMMIGRATI, IL GOVERNO PIAZZAUNA BOMBA IN OGNI REGIONEVogliono creare tanti piccoli centri, che in breve diventeranno grandi e ingestibili come Conetta. Non hannoancora capito che se non si bloccano gli ingressi e non si semplificano le espulsioni qui va a finire male

DAGLI USA ALL’I TA L I A

Il razzismoa senso unicofa esploderel’Occidentedi FRANCESCO BORGONOVO

n Erano inquattro: dueragazzi e dueragazze. Unodi loro cono-sceva la vitti-ma, un diciot-

tenne con disabilità mentale.Lo hanno sequestrato e tenu-to in ostaggio per due giorni.Lo hanno riempito di botte,gli hanno spento addosso lesigarette. Gli hanno rasato latesta per umiliarlo, con unaviolenza tale da farlo sangui-nare. Negli intervalli fra unascarica di pugni e l’altra, lohanno costretto a bere l’ac -qua del water. Hanno filmatotutto, e hanno pubblicato ilvideo sui social network, nonprima di averlo condito coninsulti a Donald Trump. Per-sino i detective della poliziadi Chicago, gente con un cer-to pelo sullo stomaco, hannoavuto qualche difficoltà acommentare le immagini,definendole «raccapriccian-ti». I colpevoli sono quattrogiovani afroamericani. Neri,per intendersi. Va specifica-to, perché il movente (...)

segue a pagina 6

Per il disoccupato Renzi ferie da 20.000 euroL’ex premier piange miseria però si regala una vacanza da sogno in Val Gardena. Mistero su chi ha pagatoL’ottico del cartello contro Matteo: «L’ho bandito dal mio negozio perché non sopporto i politici scrocconi»

di GIACOMO AMADORI

n «Torno semplice cittadino.Non ho paracadute. Non houn seggio parlamentare, nonho uno stipendio, non ho unvitalizio, non ho l’i m mu n i tà .Riparto da capo, come è giu-sto che sia. La politica per meè servire il Paese, non servir-sene» aveva scritto l’11 di-cembre scorso Matteo Renzi,dopo il referendum e le di-missioni. Peccato che questaimmagine del politico di ser-vizio faccia a pugni con (...)

segue a pagina 8

di MAURIZIO BELPIETRO

n C o n fe s s oche ne ho le ta-sche piene.Ogni sera mitocca ascolta-re la solita inu-tile lezioncina

sull'immigrazione. Di frontea persone esasperate, che la-mentano d'essere invase dacentinaia quando non da mi-gliaia di stranieri che metto-no a soqquadro la loro vita, ipolitici chiamati a risponde-re espongono invariabilmen-te la solita e stucchevole ri-cetta. Il cui succo è il seguen-te: per evitare problemi di or-dine pubblico, conflitti congli abitanti del luogo e in ge-nerale questioni di sicurez-za, è sufficiente che tutti i Co-muni italiani si facciano cari-co d'una certa quota di mi-granti. Fossero sparpagliatisul territorio come vorrebbeil governo non avremo casicome quello di Cona, in pro-vincia di Venezia, dove i pro-fughi sono accatastati a cen-tinaia.Insomma, la soluzione di tut-ti i mali sta nell'accettazionedelle quote di extracomuni-tari stabilite dall'alto. Ognisindaco chini il capo e spa-lanchi le porte del suo paesel-lo allo straniero, così il pro-blema sarà bello che risolto.Ovviamente si tratta di unascemenza. Non soltanto per-ché adottando la famosa quo-ta del 3 per 1.000, ovvero 3profughi ogni 1.000 abitanti,già l'anno scorso avremmofatto il pieno (il 3 per 1.000 di60 milioni, tanti sono gli ita-liani, fa 180.000, ossia 1.000di meno degli immigrati ac-colti nel 2016), ma soprattut-to perché sistemare qua e làgli stranieri non risolve ilproblema, ma semmai tendea nasconderlo sotto il tappe-to. È ovvio che un centro co-me quello di Cona (...)

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DUE TRAGEDIE E UN’INCREDIBILE STORIA D’AMORE

Morto lo Jacuzzi per il quale fu ideata la Jacuzzidi STEFANO LORENZETTO

n Poche per-sone al mondosono riuscite atrasformare illoro cognomein un oggettodi uso comune

e a vederselo registrare neidizionari. Gli unici che mivengono in mente sono Pie-tro Beretta (pistole), EgidioBrugola (viti), il libraio KarlBaedeker (guide turistiche),Helenchen von König, dettaLenci (pannolenci), Ferdinand

Verdini, l’ex agodella bilanciaa cacciadella rielezioneper l’immunità

IL RITRATTO

di GIANCARLO PERNAa pagina 9

Campo Dall’Ortodeve sparireinsieme con i Tgregionalie tre reti Rai

LA POLEMICA

di ALDO FORBICEa pagina 15

von Zeppelin (dirigibili).Non ci riuscì neppure Ken-neth Anthony Jacuzzi, nato aOakland, California, nel1941, e morto ieri a Phoenix,Arizona. Infatti la celeberri-ma vasca per idromassaggiofu brevettata da suo padreCandido. Ma la Jacuzzi nonesisterebbe, neppure nel vo-cabolario, se, 75 anni fa, nonfosse venuto al mondo, con ilsuo carico di dolore, Ken, co-sì lo chiamavano in famiglia.Sì, perché la trendy Jacuzzi,la costosa Jacuzzi, la concu-pita Jacuzzi in origine questo

doveva essere, nient’a l troche uno strumento terapeu-tico per far star meglio unbambino di 7 anni, KennethAnthony appunto, il qualedall’età di 2 e fino al suo ulti-mo giorno ha sofferto di spa-smi lancinanti, conseguenzadell’artrite idiopatica giova-nile, una forma precoce ecronica di artrite reumatoi-de di cui non si conosce lacausa e che provoca infiam-mazioni delle articolazioni,tumefazioni, limitazioni dimovimento, retrazioni mu-scolari, fino a condannarti

alla sedia a rotelle.Chissà se sono mai stati a co-noscenza di questa doloro-sissima genesi i fortunatipossessori della Jacuzzi. Co-me Sylvester Stallone, che sen’è fatta montare una sullapropria limousine. O HughHefner, l’editore di Pl ayb oy ,che intratteneva tra i flutti,con addosso un pigiama ne-ro, Frank Sinatra, Mick Jag-ger, Warren Beatty e Jack Ni-cholson. O il regista RomanPolanski, che dentro (...)

segue a pagina 13

Miliardi e dati sensibiliMister Facebookscende in politicaE la sinistra applaude

di MARIO GIORDANOa pagina 7

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LaVer ità 13VENERDÌ6 GENNAIO 2017

ZLA MORTE DI KEN JACUZZISegue dalla prima pagina

di STEFANO LORENZETTO

(...) una Jacuzzi stordì la tredicenneSamantha Jane Gailey prima di vio-lentarla. O Flavio Briatore, che ce l’hasul tetto del Force Blue, il suo megayacht da 70 metri.A Daniela Manzini, 68 anni, origi-naria di Eraclea ma cresciuta a Udi-ne, tutto questo non è mai interes-sato. Per lei Jacuzzi significava soloKen. Un marito disabile, costrettoin carrozzella, che non poté render-la madre. Un compagno affettuosoche lei volle sposare a tutti i costi,contro il parere dei genitori. Unidealista che rinunciò al controllodell’impero paterno in dissensocon le politiche di sviluppo dellamultinazionale Jacuzzi.Per vivere con quest’uomo handicap-pato, Daniela non esitò a rubarlo asua sorella. Perché era a Sandra, piùgiovane di 22 mesi, oggi felicementeconiugata con un funzionario di ban-ca in pensione, Giorgio Zuzzi, e ma-dre di tre figli, che lo sfrontato giova-notto di origini statunitensi faceva ilfilo negli anni Settanta. Ci mise qual-che tempo, Sandra, a digerire l’id ead’aver lei stessa involontariamentepropiziato l’incontro fatale. Stamanevolerà in Arizona per l’ultimo saluto aquel marito mancato. «È stato stron-cato da una broncopolmonite, ma halottato fino all’ultimo, come sem-pre», si commuove al telefono.Non vi era più traccia di quell’a nt ic aruggine quando, nel 2010, incontraile due sorelle Manzini a Grado, dovela signora Jacuzzi era venuta a tra-scorrere qualche giorno di vacanza.«La malattia di mio marito», mi rac-contò, «si manifestò con febbri altis-sime e mal di gola. In poche settima-ne gli arti di Ken si rattrappirono acausa delle deformazioni ossee. Finoai 25 anni riuscì a camminare con lestampelle. Poi dovette rassegnarsi al-la carrozzella».Gli Jacuzzi sono originari di Casarsadella Delizia, lo stesso paese di PierPaolo Pasolini. Giovanni Jacuzzi,classe 1855, a 31 anni sposò Teresa Ar-man, 21. Ebbero 13 figli. Benché ma-schio, il primogenito fu battezzatoRachele. Seguirono Valeriano, Fran-cesco, Giuseppe, Gelindo, Giocondo,

Felicita, Angelina, Ancilla, Candido,Cirilla, Stella e Gilia. Fra il 1907 e il1921 tutti gli Jacuzzi, compresi i geni-tori, emigrarono per fame, il primo aLos Angeles, gli altri a San Francisco.Oggi il nucleo familiare conta più di800 eredi sparsi negli Stati Uniti.Il primo Jacuzzi a fare fortuna fu Ra-chele, un geniaccio con la passioneper il volo. Arrivato a Los Angeles,trovò lavoro in un’officina che ripara-va aeroplani. Fu lì che ideò la too -thp ic k , un’elica innovativa per idro-

volanti. Il governo federale s’interes -sò subito al brevetto. Allora non esi-steva ancora il ponte sul Golden Gate,lo stretto che divide la baia di SanFrancisco dall’oceano Pacifico. Ra-chele ottenne un contratto per la con-segna della posta aerea nell’entroter -ra californiano. La toothpick ve n n eanche adottata per i primi voli inter-c o nt i n e nta l i .Nel 1919, con l’aiuto dei fratelli, Ra-chele fondò la Jacuzzi brothers, spe-cializzata nella costruzione, nellavendita e nella riparazione di aerei. El’anno dopo produsse il primo velivo-lo multiposto della storia, lo Jacuzzicabin monoplane, 7 passeggeri, velo-cità massima di 180 chilometri ora-ri.Ma questa epopea dell’aria venne in-terrotta da una terribile tragedia. Il14 luglio 1921 il sesto degli Jacuzzi,Giocondo, che da pochi giorni avevacompiuto 26 anni, si trovava su un ae-reo postale con un giornalista e un fo-tografo. Nel cielo della California il pi-lota volle fare alcune acrobazie in vo-lo sopra la casa della fidanzata. Un’alatoccò i fili dell’alta tensione. Perironotutti nello schianto al suolo. Giocon-do lasciò la moglie e una bimba di 12mesi. Rievocava Daniela Manzini: «Ilnonno di mio marito, sconvolto, dis-se: “Basta, non voglio veder morire al-tri figli in questo modo. Vendete l’a-z ie n d a”». I brevetti furono ceduti aglieredi dei fratelli Wright, i pionieri delprimo volo compiuto nel 1903, e la fa-miglia abbandonò per sempre il set-tore aeronautico. Immagini il disa-stro economico: avevano investitotutto lì. Se non fosse accaduto quel-l’incidente, oggi ci sarebbe la Jacuzzial posto della Boeing. Ma Rachele eb-be un’altra intuizione giusta: si buttòsu l l ’agricoltura. Applicò i principidell’aerodinamica alle pompe idrau-liche. Dalla California al Messico ilsuccesso fu travolgente, i contadinine avevano disperato bisogno per at-tingere l’acqua potabile dai pozzi».Il suocero della signora Manzini,Candido, che all’epoca era presiden-te della Jacuzzi, fece superare all’a-zienda la terribile crisi finanziariadel 1929. Era un piazzista formidabi-le ma anche un inventore. Fu lui nel1948 a ideare per il figlio malato lapompa portatile da posizionare den-tro la vasca da bagno. Soltanto nel1968 la sua scoperta diede origine alla

vasca per idromassaggio che tutti co-n o s c o n o.Candido Jacuzzi nel 1925 aveva spo-sato una diciassettenne di Rapallo,Ines Ranieri, da tutti chiamata Inez.Era una donna stravagante, dai co-stumi piuttosto liberi. Le piaceva tuf-farsi nuda in piscina di notte. Fu leiche insegnò a nuotare a tutti i 12 nipo-ti. «I futuri genitori di mio maritos’incontrarono al Veritas club di SanFrancisco, un circolo per immigratiitaliani dove le ragazze entravano

senza pagare», mi spiegò la moglie diKen. «Inez c’era andata con sua ma-dre. Candido la invitò a ballare, ma leirifiutò. Non essendo un tipo da ar-rendersi facilmente, chiese alla ma-dre di Inez perché mai la figlia non vo-lesse danzare con lui. La donna sgri-dò la figlia e le ordinò di ballare conl’italiano. Quello fu l’inizio della lorostoria d’a m o re » .Invece l’idillio fra Daniela e Ken co-minciò in Friuli, dove colui che sareb-be diventato suo marito dirigeva dal

1972 la sede europea della Jacuzzi, aValvasone. Ormai anziano, Candidoera rimpatriato dagli Stati Uniti nel1970 e s’era ritirato a vivere nella casanatale. Il suo secondogenito, John,che allora lavorava nella filiale messi-cana, gli aveva mandato il figlio dodi-cenne, Johnny, nella speranza che loraddrizzasse. Il ragazzino ne combi-nava di tutti i colori, s’era persinoustionato le gambe appiccando unincendio. Il nonno lo mise nel collegiodegli stimmatini a Udine, che aveva-no fama di severità. I preti dissero al-lo zio Ken che l’allievo aveva bisognodi ripetizioni e lo indirizzarono a unagiovane prossima a laurearsi in lin-gue: Sandra Manzini.Galeotto fu il libro. I due simpatizza-rono subito. Ken la invitò a cena e lechiese: «Quanti fratelli hai?». Sandrarispose: «Una sorella e un fratello». Elui: «La prossima volta potresti por-tare a cena tua sorella». Così finironot utt’e tre in un ristorante di Trieste,dove scoccò la scintilla fra Ken e Da-niela. Di lì a poco lui le chiese di spo-s a rl o.Prima, però, Ken Jacuzzi le scrisseuna lettera per informarla d’e s s e resterile. Il padre di Daniela, France-sco, dirigeva un’azienda agricola, lamadre Maria era casalinga. La ragaz-za decise di sposare Ken contro il lo-ro parere. «Fu un passo dolorosissi-mo. Ferventi cattolici, non concepi-vano un’unione senza figli. Il matri-monio venne celebrato il 10 marzo1974, una domenica, nel santuariodella Madonna di Rosa, a San Vito alTagliamento. I miei genitori si rifiu-tarono di parteciparvi. C’era soloSandra, che nel frattempo s’era fi-danzata con Giorgio: si sposarono aloro volta 20 giorni dopo. Io piansidall’inizio alla fine per l’assenza dimamma e papà. Ken mi portò in viag-gio di nozze al grand hotel Miramon-ti Majestic di Cortina d’Ampezzo. Poipartì. Stette via due mesi per affarinegli Stati Uniti».Chiesi a Daniela Manzini Jacuzzi se lefosse pesato il fatto di non poter averefigli. «Sapevo a che cosa andavo in-contro», rispose. «Da quand’è nato,mio marito ha dovuto subire 18 inter-venti chirurgici, forse 20, due deiquali dopo che c’eravamo sposati: untrapianto osseo alla colonna verte-brale deformata dall’artrite e una de-licatissima operazione al trigemino,

che gli procurava dolori atroci. I pro-fessori Joseph Zabramski e AndrewShetter, del Barrow neurological in-stitute di Phoenix, uno dei centri dineurochirurgia più avanzati al mon-do, non volevano saperne di interve-nire: troppo rischioso, sarebbe potu-to morire sotto i ferri. Mentre in miapresenza gli spiegavano quanto fosseazzardato operare sui nervi cranici,Ken ebbe una crisi spaventosa. Glispasmi gli deformarono il viso. Unodei medici ne restò talmente impres-sionato da esclamare: “L et’s do it!”,f ac c i a m o l o » .L’intervento andò bene. Ma ci fu unacomplicazione. Siccome Ken non erain grado di allungare il collo, fu intu-bato con una cannula per bambini.Qualcosa andò storto, perché pochigiorni dopo l’operazione, mentre silavava i denti, rimase bloccato conl’acqua in bocca e stava per soffocare.Fu trasportato in terapia intensiva. Iliquidi andavano nei polmoni. Unasettimana dopo aveva il cuore scom-pensato e tutte le analisi sballate. Finìin rianimazione, dove si rifiutavad’essere nuovamente intubato: «Ba-sta, ne ho già passate troppe, lasciate-mi andare in pace», supplicava.Ken era uscito dalla Jacuzzi incorpo-rated, facendo causa a tutti i parentiperché non volevano riconoscereche l’idromassaggio fosse stato in-ventato da Candido per il figlio disa-bile. «Ero legatissima a mio suocero»,mi disse Daniela Manzini. «Con luiho sempre parlato in italiano, mentrecon mia suocera, benché fosse ligure,parlavo solo in inglese. Nel 1975 Can-dido e Inez dovevano festeggiare inFriuli, dov’erano tornati a vivere, il50° anniversario di matrimonio. Perl’occasione si erano comprati una ca-sa di vacanza in Messico, a PuertoVallarta, sull’oceano. Durante la vil-leggiatura, Candido salì su una sca-letta per caricare l’orologio a cucù,perse l’equilibrio e stramazzò a ter-ra. L’incidente gli provocò una dilata-zione dell’ao rta » .Fu portato con un aereo privato alMethodist hospital di Houston, dovevenne subito operato dal cardiochi-rurgo George Noon, il miglior allievodel professor Michael De Bakey, pio-niere del cuore artificiale. Ma eratroppo tardi: l’insufficiente irrora-zione sanguigna provocata dall’acci -

dente vascolare gli aveva fatto perde-re per sempre l’uso delle gambe.Candido Jacuzzi passò il resto dellasua vita in carrozzella, quasi avesseinconsciamente voluto immedesi-marsi nella condizione del figlio. Nontornò mai più in Friuli. Scelse di tra-sferirsi a vivere in una casa di riposodi Phoenix per stare vicino al suoKen. Morì nel 1986. La moglie Inez loraggiunse nove anni dopo. Ieri si sonoriuniti per sempre.

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La vasca per milionariè nata da due sciagureIl friulano Candido Jacuzzi la ideò per il figlio affetto dall’artrite idiopaticamorto ieri in Arizona. Ma non ci sarebbe arrivato senza un disastro aereo

FELICI Daniela Manzini con il marito Ken Jacuzzi, morto ieri a Phoenix, in Arizona, per una broncopolmonite. Aveva 75 anni

“Daniela Manzini «rubò»l’imprenditore disabilealla sorella SandraE lo sposò contro il voleredei propri genitori

P OMPA Candido Jacuzzi con Ken

“Gli Jacuzzi erano in 13,tutti emigrati per famenegli Stati Uniti. Potevanodiventare come la BoeingHanno più di 800 eredi

I N VA L I D O Ken Jacuzzi in carrozzella

“Il primo aveva un nomedi donna, Rachele. Fecefortuna con un’elicaChiuse la fabbrica quandoun fratello precipitò

MORBO RARO Ken si ammalò a 2 anni