CUBO - elearning.uniroma1.it · da Frank Popper , assieme alle opere di Man Ray, Rodchenko e...

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CUBO di BRUNO MUNARI. Posacenere da tavolo, Danese Milano. ANTONIO LIONETTI 548310 Facoltà di Architettura, Corso di Laurea in Disegno Industriale TECNOLOGIE DEL DESIGN Prof. Spartaco Paris a.a. 2012/2013

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CUBOdi BRUNO MUNARI.

Posacenere da tavolo,Danese Milano.

ANTONIO LIONETTI 548310

Facoltà di Architettura, Corso di Laurea in Disegno Industriale TECNOLOGIE DEL DESIGN

Prof. Spartaco Paris a.a. 2012/2013

Con il posacenere Cubo (1957), Bruno Munari, reinventa un oggetto da tavola tradizionalmente aperto.

Composto da due elementi semplici, ovvero: una scocca cubica, aperta su un lato, e una lamina metallica inserita al suo interno, che grazie alla sua conformazione e all'inclinazione del taglio su di essa crea una fessura capace di accogliere e nascondere cenere e mozziconi di sigaretta al suo interno.

La sua forma e la sua capacità d'occultamento richiedono uno sforzo psicologico e astrattivo tale da non comprendere facilmente che si tratti di un posacenere. Infatti, il pensiero del posacenere è generalmente associato alla vista dei mozziconi. Forse è per questo motivo psicologico che risultò invenduto nei primi tre anni di produzione, finché non arrivò Danese...

DEFINIZIONEDELL'OGGETTO

Fruizione

Il posacenere Cubo è costituito da una scatola cubica in melamina, prodotto in due misure:a. 6 x 6 x 6 cm; b. 8 x 8 x 8 cm. Al suo interno è posizionata una lamina in alluminio piegata ed inclinata in modo tale da poterci appoggiare la sigaretta e che tiene nascosto il contenuto alla vista. Questa sua capacità d'occultamento rende la sua funzione poco deduttiva a primo impatto, in quanto l'aspetto psicologico, secondo il quale vedere i mozziconi suggerisce subito il fatto che si tratti di un posacenere, non viene curato e approfondito. Questa caratteristica formale l'ha reso, comunque sia, un oggetto estremamente icastico, capace di integrare l'estetica nella funzione.

Sicurezza

La scatola cubica è realizzata in melamina, una resina incolore e inodore, resistente all'acqua, agli agenti chimici, all'abrasione e al calore, quindi non infiammabile. Infine, viene stampata a spigolo vivo. La lamina interna è in allumino anodizzato e ha proprietà isolanti e resistente all'abrasione.L'inclinazione della lamina determina una fessura superiore che provoca lo spegnimento per asfissia del contenuto.

Manutenzione

Il fatto che, il posacenere Cubo, sia composto da due elementi (uno estraibile) è un chiaro indice di facile manutenzione, in quanto la lamina interna contiene la cenere e i mozziconi e una volta pieno, il posacenere, può essere svuotato semplicemente estraendo la lamina. Sicché, questa conformazione, rende l’oggetto facilmente pulibile e lavabile ed evita, per giunta, la fuoriuscita del contenutodurante gli spostamenti.

ANALISIESIGENZIALE

Ambiente

La melamina è un materiale termoindurente e non è riciclabile, in quanto può essere formato una sola volta e se sottoposta al calore una seconda volta carbonizza. L'alluminio, invece, è completamente riciclabile attraverso la rifusione.

Benessere

La conformazione della lamina interna, con il supporto esterno della scocca, serve a eludere il rovesciamento del contenuto in conseguenza ad un accidentale rovesciamento dello stesso posacenere. Inoltre, la sua forma stempera la sua funzione in relazione ad altri oggetti e in particolari occasioni d'uso, ad esempio: a tavola, durante ilpranzo o la cena, questo permette una piacevole convivenza, fumo a parte, tra fumotore e non fumatore poiché non vi è la possibilità di vedere o notare cenere e mozziconi durante il pasto.

RIDISEGNODELL'OGGETTO

Scala 1:1

80

80

705 5

80 705

5

In sezione

Lo spessore della lamina interna è pari a 12/10 di millimetro. La diversa colorazione di campitura evidenzia la differenza materica dei due elementi rappresentati.

Cubo non poteva avere una scocca esternametallica, in quanto avrebbe rovinato per abrasione l'anodizzazione della lamina d'alluminio interna.Questo materiale è sicuramente più economico di un metallo ed è più facilmente lavorabile. Si è scelta una resina termoindurente perché resiste meglio al calore rispetto ad una termoplastica. In più siha una finitura superficiale (lucida) propria della tecnica di produzione e il colore viene fornito con additivi aggiunti alla miscela della resina. Ciò elimina passaggi e abbassa i costi di produzione, semplificando la filiera produttiva.

Resina melamminica

È una resina sintetica termoindurente la cui materia prima è la melammina.

La melammina è un composto eterociclico¹ fortemente azotato. È incolore, inodore, resistente all'acqua, agli agenti chimici, all'abrasione e al calore.

Così come tutti i materiali termoindurenti, la resina melamminica non può essere rifusa e perciò non può essere riciclata.

Formazione delle resine melamminiche

Il passaggio da melamina a resina avviene in tre specifiche fasi:

MATERIALIDI PRODUZIONE

Note

1. è una molecola ciclicanella quale uno o più atomi dell'anello sono eteroatomi, cioè atomi diversi dal carbonio;

F1

F2

F3

Cubo sfrutta a livello progettuale una caratteristica dell'alluminio per agevolare l'incastro fra i due pezzi, vale a dire il ritorno elastico del materiale. Il modulo elastico dell'alluminio è abbastanza alto percui quando la matrice piega la lamina in due angoli retti, come quelli che formano le pareti interne del contenitore in resina, il pezzo una volta fuori dalla matrice di piega si aprirà presentando degli angoli interni maggiori di 90°.

Alluminio

L'alluminio è un metallo leggero ma resistente, con un aspetto grigio argento, che viene prodotto a partire dalla bauxite².

L'alluminio è un metallo malleabile, duttile e può essere lavorato facilmente. Ha una eccellente resistenza alla corrosione e durata. Tutte queste caratteristiche variano al variare delle leghe, ovvero la soluzione nell'alluminio di altre metalli come il rame (Cu), il silicio (Si), il magnesio (Mg), lo zinco (Zn), il manganese (Mn), eccetera.

Come tutti i metalli, l'alluminio viene rifuso e può essere riciclato.

Anodizzazione dell'alluminio

È un processo elettrochimico attraverso il quale si provoca la formazione di uno strato d'ossido sulla superficie. Lo scopo è quello di conferire al materiale resistenza a corrosione, usura e abrasione, ad aumentare la durezza superficiale e a fornire isolamento termico.

MATERIALIDI PRODUZIONE

Note

2. è una rocciasedimentaria e prende il nome dal paese Les-Baux-de-Provence, nel sud della Francia, nei pressi del quale sono state aperte le prime miniere.

La scocca esterna del posacenere viene realizzata attraverso stampaggio a compressione della resina melamminica. Questo processo di lavorazione ha costi parecchio ridotti, forse per questo Danese sceglie questo materiale o forse per le sue qualità estetiche (gloss).

Stampaggio a compressione

In questo processo di formatura una certa quantità di polimero, precedentemente dosata, sotto forma di granuli o lastra preformata (contenente la resina, l'indurente e gli additivi) viene posizionata in uno stampo riscaldato. Lo stampo viene chiusocon una pressione sufficiente a forzare il polimero nella cavità presente. Dopo un tempo prefissato, lo stampo viene aperto e il componente rimosso. Questa processo viene usato tipicamente per ottenere forme semplici senza rientranze.

Inoltre. lo stampaggio a compressione viene utilizzato per ottenere compositi BMC (stampaggio a compressione in massa) e SMC (stampaggio a compressione in fogli). Questi differiscono per la forma dei pezzi ottenibili e per il contenuto di rinforzo. Attraverso SMC si possono ottenere pannelli e rivestimenti di alta qualità. Lo stampaggio di BMC fornisce formetridimensionali semplici che prevedono anche variazioni di sezione. Infine entrambi hanno una finitura superficiale e una precisione dimensionale accurate da permettere ai produttori il loro utilizzo come componenti esterni della carrozzeria.

PROCESSIDI PRODUZIONE

La lamina interna del posacenere segue il seguente percorso produttivo:

1. laminazione; 2. taglio; 3. piegatura.

Laminazione

Nella laminazione un semilavorato metallico viene deformato plasticamente facendolo passare tra due rulli.

Esistono due tipi di laminazione: Laminazione a caldo e a freddo. Nella laminazione a caldo il semilavorato viene riscaldato ad una temperatura pari a circa 2/3 di quella di fusione, viene fatto passare attraverso una serie di rulli che ne modificano il profilo progressivamente . Nella laminazione a freddo il semilavorato non è riscaldato inizialmente anche se la deformazione determina un aumento di temperatura.

Piegatura

La piegatura è una lavorazione meccanica con la quale si deforma un determinato oggetto applicandogli delle forze.

In ambito industriale è ottenuta tramiteun'apposita macchina detta piegatrice. Si possono effettuare piegature a U o a V a seconda che in corrispondenza della piegatura si presenti o meno un angolo di raccordo sufficientemente ampio. Nel processo di piegatura, infine, è necessario considerare il fenomeno del recupero elastico, che modifica l'angolo di piegatura ottenuto.

Sviluppo della lamina

Scala 1:2

Fasi della piegatura

PROCESSIDI PRODUZIONE

F1 F2

F3 F4 F5

300

70

Bruno Munari è stato uno dei massimi esponenti dell'arte, del design e della grafica del XX secolo.

Nasce futurista, frequentando Marinetti, e in questo movimento dà vita ai primi mobiles dell'arte, ovvero Macchina aerea (1930), le tavole tattili (1931) e le Macchine inutili (1933). Si distacca progressivamente dall’influenza del Futurismo e dalle avanguardie storiche, da lui prese a pretesto per lo sviluppo di uno stile personalissimo e originale. Nel 1948, infatti, insieme a G. Dorfles, G. Monnet, G. Mazzon e A. Soldati, fondò il Movimento Arte Concreta. In questo movimento nascono i Negativi-Positivi (1948) e i conseguenti Libri illeggibili (1949). Nel dopoguerra inizia l’attività progettuale disegnando prodotti, allestimenti e soprattutto giochi per bambini. La sua intera attività è caratterizzata da una finalità pedagogica, dovuta al suo appassionato interesse verso lo sviluppo della creatività infantile nel gioco. Nel campo del disegno industriale ha creato oggetti di grande successo, come il giocattolo scimmia

CENNI BIOGRAFICI

Zizi (1953), le Sculture da viaggio pieghevoli (1958), il portapenne Maiorca e il posacenere Cubo (1958), la lampada Falkland (1964), Abitacolo (1971) e la lampada Dattilo (1978). Attratto dalla semplicità della cultura materiale dell’Oriente, compiemolti viaggi in Giappone dove l’influenza dello spirito “Zen” e dell’attenzione verso l’estrema sinteticità dell’oggetto, si ritrova in molta della sua produzione di designer. Negli ultimi anni si concentra sempre di più sul problema dell’educazione visiva e artistica, organizzando e partecipando attivamente a corsi, seminari e animazioni dirette ai bambini, insegnanti, adulti, svolti in collaborazione con scuole e musei.

È stato vincitore di tre premi Compasso d'Oro dell'ADI (1954, 1955, 1979), di una Medaglia d'oro della Triennale di Milano (1957), di un Premio Andersen come miglior autore per l'infanzia (1974) e di un Premio Lego "per l'eccezionale contributo allo sviluppo della creatività nei bambini" (1986).

PARALLELOARTISTICOPROGETTUALE

Le macchine inutili rispondono al principio in base al quale la pittura astratta va liberata nello spazio e calata nella dimensione temporale, per questo le macchine inutili sono state collocate da Frank Popper , assieme alle opere di Man Ray, Rodchenko e Calder, all’origine dell’arte cinetica.

Negli anni '30 gli unici mezzi consentiti all'arte erano pittura e scultura. Ogni altro mezzo o materiale erano giochi o scherzi di personaggi come Munari che nel mondo dell'arte non risultavano ben definibili. Quando anche in Italia furono scoperte le opere di Calder per assurdo divenne più accettabile anche lo strano caso Munari. Il contesto europeo in cui Munari si forma è caratterizzato da alcuni eventi che ci fanno entrare in un mondo fantasioso e ricco di imprevisti, ludico ed insensato, un mondo che ormai nulla ha più a che fare con il quadro e la pittura. Nel 1920 Rodchenko presenta una struttura appesa denominata Oval Hanging Construction n.12 e nel 1921 espone con il titolo Last Painting tre quadri monocromi a tinte piatte: rosso, blu e giallo, i tre colori primari. Nel 1915 Malevic dipinge un quadrato nero su sfondo bianco come negazione dell’idea di pittura. Nel 1919 Man Ray crea l’oggetto Lampshade e 1938 nella Esposizione internazionale surrealista Duchamp appende sacchi di carbone al soffitto, mentre al centro della stanza un vecchio taxi parigino con impianto idraulico lascia cadere una pioggerella sul conducente con testa di squalo e sulla bionda passeggera con abito ricoperto da lattuga. In generale si tratta più di intenzioni teoriche che di realizzazioni pratiche. Il nome "macchine inutili" scaturisce varie interpretazioni.Principalemente deriva dal fatto che questi oggetti erano da considerare macchine perché fatti di vari elementi mobili e la famosa leva era una macchina anch'essa, sia pure di primo grado. Inutili perché non producevano beni di consumo materiali, non aumentavano capitale, ma alcuni sostenevano che erano utilissime perché producevano beni di consumo spirituale (immagini, senso estetico, educazione al gusto, informazioni cinetiche ecc).

Gli elementi che compongono le macchine inutili ruotano tutti su se stessi e tra loro senza toccarsi, hanno una origine geometrica e sfruttano le due facce degli elementi rotanti per effetti di variazione cromatica. Invece di dipingere dei quadrati e dei triangoli o altre forme geometriche dentro l'atmosfera, ancora verista di un quadro, Munari pensava fosse stato interessante liberare le forme astratte dalla staticità del dipinto e sospenderle in aria, collegate tra loro in modo che vivessero con noi nel nostro ambiente. Ritagliò così queste forme, progettate in rapporti armonici tra loro, calcolando le distanze e le dipinse su entrambe le facce in modo diverso così che ruotando nell'aria presentassero combinazioni diverse. Leggere e appese con filo di seta per favorire la rotazione.

Cubo non è una macchina inutile, non si muove, ma il principio geometrico della sua forma e l'armonia fra i due elementi scomponibili sono anche figli di questa prospettiva artistica maturata nei primi anni del novecento.

PARALLELOARTISTICOPROGETTUALE

Con l'astrattismo il soggetto scompare dalla pittura, il soggetto diventa la pittura stessa, cioè forme e colori liberamente inventati. L'astrattismo concreto libero dagli intralci della narrazione, del significante, del realismo o del surrealismo, del simbolismo o dell'espressionismo, propone forme autonome, che non sono figure della realtà, ma realtà autonome esse stesse, realtà concrete.

L'arte concreta viene definita da Gillo Dorfles quella che «è basata soltanto sulla realizzazione delle intuizioni dell'artista, rese in concrete immagini di forma-colore, […] miranti a cogliere solo quei ritmi, quelle cadenze, quegli accordi, di cui è così ricco il mondo dei colori».

Con i negativi-positivi ogni forma della pittura astratta, ogni parte della della composizione, sta in primo piano o sullo sfondo a seconda della lettura di chi guarda.I primi negativi-positivi (definiti con ironia quadri "quadri", ovvero quadrati per quanto concerne le dimensioni) sono limitati alla superficie del quadro, successivamente Munari passa ai negativi-positivi sagomati dove il colore della parete o dell'ambiente entra a far parte della composizione. Munari realizza anche un negativo-positivo a 3 dimensioni, dove un foglio di lamiera quadrata viene tagliata e piegata creando un volume-scultura in cui i pieni ed i vuoti creano forme negative-positive.Con i negativi-positivi le forme sagomate danno modo alla parete, all'ambiente circostante di entrare nel quadro. Munari è partito dall'idea di quadro "quadro" e termina con la violazione del codice, andando oltre la cornice, oltre il quadro come contenitore. Allo stesso modo altri artisti negli stessi anni spostano la propria attenzione verso il quadro-oggetto (Gruppo Madì), lo spazio (Lucio Fontana), la percezione (Mario Ballocco).

Cogliere il parallelo progettuale fra la ricerca fatta per queste opere artistiche e Cubo è possibile. È infatti evidente che Cubo si presenta come un elemento completamente astratto in relazione a qualsiasi ambiente e contesto, questa diviene una potenzialità per l'oggetto stesso che assume una sua autonomia, una sua concretezza (come le immagini di forma-colore dell'arte concreta). Anche il taglio della lamiera crea una chiara relazione fra l'interno dell'oggetto e l'esterno (come i negativi-positivi sagomati che vanno oltre la cornice interagendo con la parete), garantendo l'interazione del fruitore che se ne serve per la sua vera funzione, ovvero di accesso allo spazio contenitore. Inoltre è possibile immaginare che la massa dei due elementi scomponibili del posacenere sia di uguale "consistenza" visiva, tale da creare due figure (contenitore e lamiera) equivalenti ch assieme formano un quadrato in tre dimensioni, un Cubo.

PARALLELOARTISTICOPROGETTUALE

Munari scrive: «I multipli sono degli oggetti a due o più dimensioni progettati per essere prodotti in un numero limitato o illimitato di esemplari, allo scopo di comunicare, per via visiva, una informazione di carattere estetico ad un pubblico vasto e indifferenziato.[…] Non sono le già note riproduzioni d’arte. Non sono la riproduzione meccanica di un originale fatto a mano. Questo tipo di riproduzioni, fatte anche loro allo scopo di diffondere delle informazioni estetiche (in gran parte note), sono però sempre inferiori all’opera originale fatta a mano dalla quale è stata fatta la riproduzione meccanica».

Possiamo perciò definire due tipologie di ricerche portate avanti da Munari che rientrano in questa logica di arte moltiplicata, vale a dire i libri illeggibili e le sculture da viaggio.

I libri illeggibili sono coevi ai negativi-positivi, vi è un principio di ricerca simile per forma ma diametralmente diverso per funzione, in quanto il libro non è più contenitore di sapere testuale ma è lui stesso, nel suo supporto e nel suo formato, con le caratteristiche della carta, contenitore di sapere e funzione estetica. Il testo si fa codice visivo, la funzione del messaggio passa attraverso ogni elemento della pagina che si fa carico di contenuti semantici specifici riguardanti la carta, lo spessore, la trasparenza, il colore e il formato delle pagine. All'esperienza visiva della texture, con qualità di lucido o di opaco, si affianca l'esperienza tattile legata al senso della morbidezza o della durezza, oltre alle fustellature e le pieghe.

Così come in Cubo l'estetica racchiude la funzione di posacenere, nei libri illeggibili il sistema estetico racchiude la funzione semantica-sensoriale.

Le sculture da viaggio sono anch'esse coeve al ciclo di negativi-positivi, soprattutto in riferimento al tentativo di trasporre quel rapporto figura-sfondo nelle tre dimensioni. Un foglio di lamiera quadrata tagliata e piegata fino a creare un volume-scultura in cui i pieni ed i vuoti creano forme negative-positive (vedi Cubo). Le prime sculture da viaggio nascono all'inizio degli anni cinquanta come sculture pieghevoli e di fatto vengono regalate o spedite come biglietti di auguri; successivamente, a partire dal 1958, prendono il nome di sculture da viaggio. Nascono con tutte le caratteristiche tipiche dell'era moderna: sono low-cost, pratiche, al servizio del moderno nomade che abita più case o che talvolta abita solo delle stanze ma a diverse latidudini, leggere, quando esposte non hanno bisogno di grandi spazi e possono esprimere anche una dimensione culturale privata(vedi Cubo).

FILOSOFIAAZIENDALE

La Danese nasce a Milano nel 1957. Prende come riferimento l’uomo e i suoi bisogni, configurandosi come luogo di sperimentazione da cui nascono risposte elementari ai bisogni di una società e di un contesto in evoluzione.

Le figure che hanno fatto la storia del design italiano come Bruno Munari ed Enzo Mari sviluppano così, con questa azienda, prodotti innovativi, interpretazioni attuali e senza tempodegli oggetti di uso quotidiano. L’attività di Danese inizia infatti come un laboratorio artigianale per la realizzazione e la vendita di oggetti unici e pezzi d’artista ma il significativo incontro con questi due maestri del design italiano segna una apertura alla produzione industriale, nascono cioè oggetti non più indirizzati solo ad un mercato d'élite. Danese diventa un vero e proprio laboratorio sperimentale aperto, per l’ideazione e la produzione di progetti che affrontano e rispondono ai temi relativi alla vita dell’uomo a casa e a lavoro, nel gioco, nella lettura e nell’arte della comunicazione.

Danese da sempre adotta un codice linguistico elementare ma riconoscibile dove la sottrazione e la semplicità si traducono in un’espressività frutto di intelligenza progettuale e non di formalismi a favore di una lunga durata non solo materica ma anche semantica.

FAMIGLIAD'OGGETTI

Da produzione di Cubo nasce una famiglia di oggetti simili per concetto e forma progettuale, come Ponza (1958), posacenere da terra metallico, oppure come il set da scrivania per Olivetti con oggetti sempre basati sull'abbinamento parallelepipedo-lamina, ovvero Maiorca, composto da un portapenne e un porta fermagli, e Canarie, con un portapenne, un porta fermagli e due posacenere.

EVOLUZIONESTORICA DELL'OGGETTO 1922

Posacenere in ceramicaHermann Kähler,Potteries Kähler.

1954MarcelUfficio tecnico,Azucena.

1971SpiraleAchille Castiglioni,Alessi.

1924Posacenere metallicoMarianne Brandt,Bauhaus Metalwerkstat.

1958PutrellaEnzo Mari,Danese.

1972GuadalupaEnzo Mari,Danese.

1926Posacenere metallicoMarianne Brandt,Bauhaus Metalwerkstat.

1964BarbadosAngelo Mangiarotti,Danese.

1973Posacenere plasticoJoe Colombo,Kartell.

1930Posacenere metallicoWolfgang e Pola Hoffmann,Early A. Pewter Co.

1966BorneoEnzo Mari,Alessi.

1979Posacenere plasticoAnna Castelli Ferreri,Kartell.

Mappa fotografica dell'evoluzione formale e funzionale, di matrice storica, dell'oggetto posacenere.

RIFERIMENTIBIBLIOGRAFICIE SITOGRAFICI

Bibliografia

Da cosa nasce cosaB.Munari,Editori Laterza, 2009

Arte come mestiereB.Munari,Editori Laterza, 2009

Codice OvvioB.Munari, Giulio Einaudi editore, 2008;

Materiali e DesignM. Ashby e K. Johnson, Casa editrice Ambrosiana, 2005;

Tecnologia maccanica e studi di fabbricazione M. Santochi e F. Giusti, CEA, 2000.

Sitografia

moma.org

danesemilano.com

munart.org