Archeologia mediterraneaby S. Moscati

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Archeologia mediterranea by S. MoscatiAevum, Anno 41, Fasc. 3/4 (MAGGIO-AGOSTO 1967), p. 418Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/20860008 .

Accessed: 15/06/2014 17:01

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418 ANNUNZI BIBLIOGRAFICI

il Da Prati basa la sua edizione. La lingua viene definita come un esempio della prosa latina popo lareggiante senza anomalie sintattiche. L'editore basa la sua edizione su due manoscritti, e cioe VA 221 della Biblioteca Comunale dell'Archigin nasio di Bologna (ff. 83-102) ed il 146 della Biblio teca Guarneriana di S. Daniele del Friuli (ff. 170v

180v). II libro contiene riproduzioni di ambedue i codici, i quali sono stati eseguiti nel XV secolo.

L'editore ha scelto di seguire quello bolognese perche ?scritto con maggior cura? ma si serve di quello friulano per riempire le poche lacune dell'altro. (In una nota veniamo a sapere che il codice friulano e una copia del codice bolognese e che dunque quest'ultimo e stato reso mutilo

dopo essere stato copiato. Purtroppo l'editore non ci dimostra come e arrivato alle sue conclusioni.) II Da Prati ci presenta cosi una pura trascrizione del codice bolognese senza cercare di trovare delle congetture per i passi dubbi e senza voler sostituire questi con il testo friulano. II valore di tale metodo e discutibile anche se le varianti di interesse filologico

? come afferma l'editore ?

sono poche. In appendice segue poi una traduzione del testo presentato. Questa traduzione ha il merito di essere molto fedele all'originale latino.

queste sue intenzioni dovette pero spesso compe tere con un suo grande contemporaneo, Coluccio Salutati. Secondo il Da Prati il merito piu grande del Dominici e pedagogico, cioe quello di aver la vorato per una ?vera educazione umanistica?

per creare ? una perfetta umanita o gentilezza del lo spirito e deirintelletto ?.

Nel quarto capitolo, Tautore passa ad esaminare le opere, latine ed italiane, rimaste del Dominici, fermandosi piu a lungo sulYIter Perusinum, sul Trattato di Amore di Carita, sulla Regola del go verno di cura familiare e sulla Lucula Noctis.

Quest'ultima opera fu scritta per controbattere le

opinioni, secondo il Dominici nocive, di Coluccio Salutati. II Dominici crede, in contrasto con il

Salutati, che non si puo leggere e comprendere un autore senza identificare le proprie idee con

quelle delFautore. Tra gli autori pagani che per cio devono essere evitati vanno posti Platone ed

Aristotele, mentre Seneca puo essere accettato. II Da Prati arriva al risultato che Giovanni Domi nici con i suoi scritti aveva uno scopo etico-peda gogico ben preciso, e cioe quello di salvare le anime che vedeva in pericolo e ricondurle su di un piu puro cammino religioso. Nel considerare lo stile delle sue opere, lo studioso constata che esso non e ancora perfetto ma che il Dominici usa tuttavia una lingua modellata su stilemi piu corretti di

quelli della maggioranza degli scrittori suoi con

temporanei. II Dominici sa anche scrivere un

italiano esente da una imitazione del latino. In un'appendice di grande utilita, il Da Prati

elenca i manoscritti e le principali edizioni a stampa delle opere del Dominici dandone brevi descri zioni. E in questa parte del libro che si trova

trascritta una lettera del Dominici a sua madre

(1461), che costituisce un documento interessante

per la storia di S. Caterina da Siena.

(M. Giordano Lokrantz)

P. Da Prati, Giovanni Dominici e V Umanesimo, Istituto ed. del Mezzogiorno, Napoli 1965. Un vol. di pp. 242, con 5 tavole.

II beato Giovanni Dominici (c. 1356-1419) fu uno dei personaggi piu preminenti del periodo di transizione dai Medioevo alPUmanesimo. Nacque a Firenze dove entro presto nelPordine dome nicano. Gia nel 1388 fu mandato a Venezia come vicario generale, con il preciso incarico di riformare i conventi domenicani. AlFinizio del 1400 pero lo ritroviamo a Firenze come lettore biblico nello Studio. Nel 1407 fu eletto arcivescovo di Ragusa e Panno seguente cardinale. Come tale lavoro

per ricondurre i popoli scismatici alPunita della Chiesa.

Pino Da Prati, nel suo studio su Giovanni Dominici e le sue opere, si e interessato soprat tutto delle relazioni tra il Dominici, PUmanesimo ed i suoi rappresentanti. II presente libro appare dunque in parte anche come un contributo alia storia letteraria del primo Umanesimo. Dopo una

ampia presentazione del domenicano fiorentino, Pautore entra subito in argomento. Un capitolo e dedicato alia posizione di Giovanni Dominici in rapporto con PUmanesimo ed un altro al pro blema religioso nelPUmanesimo. II Dominici

appare qui, da un lato, orientato verso le nuove correnti culturali, morali e sociali del tempo, dalPaltro, legato alia sua formazione teologica medioevale nella preoccupazione del pericolo che 10 studio di certi autori classici potesse costituire

per la fede religiosa, specialmente per i giovani. 11 Dominici vuole trasformare ?PUmanesimo

paganeggiante ? in ? Umanesimo cristiano ?. In

S. Moscati, Archeologia mediterranean Feltrinelli, Milano 1966. Un vol. di pp. 267, figg. 48.

In una forma sciolta, lieve, piacevole, l'A. ha illustrato nel ? Messaggero ? di Roma, via via che si effettuavano, missioni, scavi, ricerche, scoperte nel bacino mediterraneo. Oggi questi articoli com

paiono riuniti in volume, e, sotto il filo conduttore che li legava nel quotidiano romano, si rivela es sere una robusta trama di indagine scientifica

organizzata da un efficientissimo Istituto univer

sitario, FIstituto di studi del Vicino Oriente. La sua

attivita, che lo stesso A. dirige, e tesa a illustrare 1'incontro delle varie civilta rivierasche del Me

diterraneo, guardando ai fatti dal punto di vista

fenicio-punico. Punto di vista nuovo che aiuta a scoprire nuove sfaccettature, nuove iridescenze, nuovi riflessi in quel diamante dalle molte facce che b il mondo antico mediterraneo.

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