Teresa No Ce

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PCI

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Teresa Noce

Da Wikipedia,

l'enciclopedia libera.

on. Teresa Noce

Bandiera italiana

Parlamento italiano

Camera dei deputati

Teresa Noce

Luogo nascita Torino

Data nascita 29 luglio

1900

Luogo morte Bologna

Data morte 22

gennaio 1980

Titolo di studio Perito

tecnico-industriale

Professione

Sindacalista

Partito Partito

Comunista Italiano

Legislatura I, II

Gruppo Comunista

Incarichi parlamentari

I

Componente della XI

commissione lavoro e

previdenza sociale

II

Componente della XI

commissione lavoro e

previdenza sociale

Componente della

commissione speciale

per l'esame del

disegno di legge

N.568: "Ordinamento

ed attribuzioni del

consiglio nazionale

della economia e del

lavoro"

Pagina istituzionale

Teresa Noce (Torino,

29 luglio 1900 –

Bologna, 22 gennaio

1980) è stata una

partigiana, politica e

antifascista italiana.

Indice [nascondi]

1 Biografia

1.1 Il dopoguerra

2 Opere

3 Bibliografia

4 Collegamenti

esterni

Biografia[modifica |

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Nata nel 1900 a

Torino da famiglia

operaia e costretta ad

abbandonare molto

presto la scuola,

continuò a istruirsi da

autodidatta,

svolgendo vari

mestieri.

Nel 1921 fu fra le

fondatrici del Partito

comunista italiano;

nell'ambiente politico

torinese conobbe

Luigi Longo, studente

di ingegneria che

ricopriva già incarichi

di responsabilità

politica. Si sposarono

nel 1926 ed ebbero

tre figli, uno dei quali

morirà in tenera età.

Nel gennaio 1926 i

due espatriarono,

stabilendosi prima a

Mosca e poi a Parigi.

Da qui Teresa Noce

compì numerosi

viaggi clandestini in

Italia per svolgervi

propaganda e attività

antifascista. Nei primi

anni trenta, fece

ritorno a Mosca con

Longo e, quindi,

nuovamente a Parigi,

dove partecipò, con

Xenia Silberberg, alla

fondazione del

giornale Noi donne,

inizialmente uscito

come foglio

clandestino. Nel 1936

insieme con il marito

si recò in Spagna tra i

volontari accorsi in

difesa della

Repubblica dopo lo

scoppio della guerra

civile spagnola, nel

corso della quale curò

la redazione del

giornale degli italiani

combattenti nelle

Brigate internazionali,

Il volontario della

libertà. Lì assunse il

nome di battaglia di

Estella.

Rientrata in Francia,

dove pubblicò, nel

1937, Gioventù senza

sole, romanzo

autobiografico

dedicato al racconto

della sua giovinezza

torinese, allo scoppio

della Seconda guerra

mondiale venne

internata nel campo

di Rieucros; liberata

per intervento delle

autorità sovietiche e

autorizzata a lasciare

la Francia e a

ritornare a Mosca,

dove vivevano i figli,

ne fu impedita

dall'invasione tedesca

dell'Unione Sovietica,

avvenuta nel giugno

1941. Rimase in

Francia, a Marsiglia,

dove prese a lavorare

per il Partito

comunista francese

come responsabile

della MOI (Mano

d’opera immigrata) e

partecipò alla

Resistenza nel gruppo

dei

Francs-tireurs-et-parti

sans. Nel 1943 venne

arrestata e, dopo

alcuni mesi di

carcerazione,

deportata in

Germania, prima nel

campo di

concentramento di

Ravensbrück, poi in

Baviera a Flossenbürg

e infine a Holleischen,

campo cecoslovacco

in cui furono deportati

molti prigionieri

quando, nell'autunno

del 1944, il lager

bavarese fu chiuso. A

Holleischen fu adibita

a lavoro forzato in

una fabbrica di

munizioni fino alla

liberazione del campo

da parte dell'esercito

sovietico.

Il

dopoguerra[modifica |

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Teresa Noce al

Congresso della FIOT

nel 1948

Alla fine della guerra,

ritornata in Italia, il 2

giugno 1946 fu tra le

21 donne elette

all'Assemblea

costituente italiana;

insieme con Maria

Federici (DC), Nilde

Iotti (PCI), Lina

Merlin (PSI), Ottavia

Penna (Uomo

Qualunque) fu una

delle cinque donne

entrate a far parte

della Commissione

speciale incaricata di

elaborare e proporre

il progetto di

Costituzione da

discutere in aula,

divenuta nota col

nome di Commissione

dei 75, presieduta da

Meuccio Ruini, già

presidente del

Consiglio di Stato.

Fu segretaria

nazionale della FIOT,

il sindacato delle

operaie tessili e nel

1948 fu eletta nella

prima legislatura del

parlamento

repubblicano, nel

quale si distinse come

proponente della

legge 26 agosto 1950

n. 860 per la "Tutela

fisica ed economica

delle lavoratrici

madri" che,

sostituendo la

precedente normativa

in materia del 1934,

costituì la base della

legislazione sul lavoro

femminile fino alle

leggi degli anni

settanta sulla parità

tra donne e uomini.

L'impegno sindacale

portò Teresa Noce a

ricoprire l'incarico di

presidente dell'Unione

Internazionale

Sindacale dei

Lavoratori tessili e

dell'abbigliamento

(UISTA) con sede a

Varsavia e, da

quando nel 1955

lasciò la segreteria

della FIOT, divenne

segretaria dell'UISTA

stessa la cui sede

venne spostata a

Milano.

Longo nel 1953

ottenne

l’annullamento del

matrimonio a San

Marino presentando

un documento che

conteneva una firma

contraffata di Teresa

Noce. Nelle sue

memorie (p. 411)

riporta di avere

appreso questo fatto

dalle pagine del

Corriere della Sera e

che per lei

rappresentò un

evento «grave e

doloroso più del

carcere, più della

deportazione». La sua

decisione di rivolgersi

alla Commissione

Centrale di Controllo

del PCI con l'intento

denunciare il

comportamento di

Longo fu considerato

inopportuno da una

parte del gruppo

dirigente del Partito e

questo determinò la

sua esclusione dalla

Direzione.

Nel 1954 si allontanò

dalla vita politica

attiva ritirandosi

gradualmente a vita

privata, ma dal 1959

fu attiva nel CNEL

quale membro della

CGIL; nel 1974

pubblicò la sua

autobiografia,

Rivoluzionaria

professionale, che

racconta, insieme alla

sua storia personale,

la vicenda del partito

comunista italiano

dalla sua fondazione.

Morì a Bologna, all'età

di 79 anni, il 22

gennaio 1980.

Opere[modifica |

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T. Noce,...Ma domani

farà giorno;

prefazione di Pietro

Nenni, Milano, Cultura

nuova, 1952

T. Noce, Le avventure

di Layka, cagnetta

spaziale, Milano,

Gastaldi, 1960

T. Noce, Gioventù

senza sole, Roma,

Editori Riuniti, 1973

(prima ed. Parigi,

1938)

T. Noce,

Rivoluzionaria

professionale, Milano,

la Pietra, 1974

(ultima ed. 2003)

T. Noce, Vivere in

piedi, Milano,

Mazzotta, 1978

Bibliografia[modifica |

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B. Palmiro Boschesi,

Il chi è della Seconda

Guerra Mondiale, vol.

2, Milano, Mondadori

Editore, 1975, p. 70,

SBN

IT\ICCU\TO0\060460

2.