Teresa No Ce
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Teresa Noce
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on. Teresa Noce
Bandiera italiana
Parlamento italiano
Camera dei deputati
Teresa Noce
Luogo nascita Torino
Data nascita 29 luglio
1900
Luogo morte Bologna
Data morte 22
gennaio 1980
Titolo di studio Perito
tecnico-industriale
Professione
Sindacalista
Partito Partito
Comunista Italiano
Legislatura I, II
Gruppo Comunista
Incarichi parlamentari
I
Componente della XI
commissione lavoro e
previdenza sociale
II
Componente della XI
commissione lavoro e
previdenza sociale
Componente della
commissione speciale
per l'esame del
disegno di legge
N.568: "Ordinamento
ed attribuzioni del
consiglio nazionale
della economia e del
lavoro"
Pagina istituzionale
Teresa Noce (Torino,
29 luglio 1900 –
Bologna, 22 gennaio
1980) è stata una
partigiana, politica e
antifascista italiana.
Indice [nascondi]
1 Biografia
1.1 Il dopoguerra
2 Opere
3 Bibliografia
4 Collegamenti
esterni
Biografia[modifica |
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Nata nel 1900 a
Torino da famiglia
operaia e costretta ad
abbandonare molto
presto la scuola,
continuò a istruirsi da
autodidatta,
svolgendo vari
mestieri.
Nel 1921 fu fra le
fondatrici del Partito
comunista italiano;
nell'ambiente politico
torinese conobbe
Luigi Longo, studente
di ingegneria che
ricopriva già incarichi
di responsabilità
politica. Si sposarono
nel 1926 ed ebbero
tre figli, uno dei quali
morirà in tenera età.
Nel gennaio 1926 i
due espatriarono,
stabilendosi prima a
Mosca e poi a Parigi.
Da qui Teresa Noce
compì numerosi
viaggi clandestini in
Italia per svolgervi
propaganda e attività
antifascista. Nei primi
anni trenta, fece
ritorno a Mosca con
Longo e, quindi,
nuovamente a Parigi,
dove partecipò, con
Xenia Silberberg, alla
fondazione del
giornale Noi donne,
inizialmente uscito
come foglio
clandestino. Nel 1936
insieme con il marito
si recò in Spagna tra i
volontari accorsi in
difesa della
Repubblica dopo lo
scoppio della guerra
civile spagnola, nel
corso della quale curò
la redazione del
giornale degli italiani
combattenti nelle
Brigate internazionali,
Il volontario della
libertà. Lì assunse il
nome di battaglia di
Estella.
Rientrata in Francia,
dove pubblicò, nel
1937, Gioventù senza
sole, romanzo
autobiografico
dedicato al racconto
della sua giovinezza
torinese, allo scoppio
della Seconda guerra
mondiale venne
internata nel campo
di Rieucros; liberata
per intervento delle
autorità sovietiche e
autorizzata a lasciare
la Francia e a
ritornare a Mosca,
dove vivevano i figli,
ne fu impedita
dall'invasione tedesca
dell'Unione Sovietica,
avvenuta nel giugno
1941. Rimase in
Francia, a Marsiglia,
dove prese a lavorare
per il Partito
comunista francese
come responsabile
della MOI (Mano
d’opera immigrata) e
partecipò alla
Resistenza nel gruppo
dei
Francs-tireurs-et-parti
sans. Nel 1943 venne
arrestata e, dopo
alcuni mesi di
carcerazione,
deportata in
Germania, prima nel
campo di
concentramento di
Ravensbrück, poi in
Baviera a Flossenbürg
e infine a Holleischen,
campo cecoslovacco
in cui furono deportati
molti prigionieri
quando, nell'autunno
del 1944, il lager
bavarese fu chiuso. A
Holleischen fu adibita
a lavoro forzato in
una fabbrica di
munizioni fino alla
liberazione del campo
da parte dell'esercito
sovietico.
Il
dopoguerra[modifica |
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Teresa Noce al
Congresso della FIOT
nel 1948
Alla fine della guerra,
ritornata in Italia, il 2
giugno 1946 fu tra le
21 donne elette
all'Assemblea
costituente italiana;
insieme con Maria
Federici (DC), Nilde
Iotti (PCI), Lina
Merlin (PSI), Ottavia
Penna (Uomo
Qualunque) fu una
delle cinque donne
entrate a far parte
della Commissione
speciale incaricata di
elaborare e proporre
il progetto di
Costituzione da
discutere in aula,
divenuta nota col
nome di Commissione
dei 75, presieduta da
Meuccio Ruini, già
presidente del
Consiglio di Stato.
Fu segretaria
nazionale della FIOT,
il sindacato delle
operaie tessili e nel
1948 fu eletta nella
prima legislatura del
parlamento
repubblicano, nel
quale si distinse come
proponente della
legge 26 agosto 1950
n. 860 per la "Tutela
fisica ed economica
delle lavoratrici
madri" che,
sostituendo la
precedente normativa
in materia del 1934,
costituì la base della
legislazione sul lavoro
femminile fino alle
leggi degli anni
settanta sulla parità
tra donne e uomini.
L'impegno sindacale
portò Teresa Noce a
ricoprire l'incarico di
presidente dell'Unione
Internazionale
Sindacale dei
Lavoratori tessili e
dell'abbigliamento
(UISTA) con sede a
Varsavia e, da
quando nel 1955
lasciò la segreteria
della FIOT, divenne
segretaria dell'UISTA
stessa la cui sede
venne spostata a
Milano.
Longo nel 1953
ottenne
l’annullamento del
matrimonio a San
Marino presentando
un documento che
conteneva una firma
contraffata di Teresa
Noce. Nelle sue
memorie (p. 411)
riporta di avere
appreso questo fatto
dalle pagine del
Corriere della Sera e
che per lei
rappresentò un
evento «grave e
doloroso più del
carcere, più della
deportazione». La sua
decisione di rivolgersi
alla Commissione
Centrale di Controllo
del PCI con l'intento
denunciare il
comportamento di
Longo fu considerato
inopportuno da una
parte del gruppo
dirigente del Partito e
questo determinò la
sua esclusione dalla
Direzione.
Nel 1954 si allontanò
dalla vita politica
attiva ritirandosi
gradualmente a vita
privata, ma dal 1959
fu attiva nel CNEL
quale membro della
CGIL; nel 1974
pubblicò la sua
autobiografia,
Rivoluzionaria
professionale, che
racconta, insieme alla
sua storia personale,
la vicenda del partito
comunista italiano
dalla sua fondazione.
Morì a Bologna, all'età
di 79 anni, il 22
gennaio 1980.
Opere[modifica |
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T. Noce,...Ma domani
farà giorno;
prefazione di Pietro
Nenni, Milano, Cultura
nuova, 1952
T. Noce, Le avventure
di Layka, cagnetta
spaziale, Milano,
Gastaldi, 1960
T. Noce, Gioventù
senza sole, Roma,
Editori Riuniti, 1973
(prima ed. Parigi,
1938)
T. Noce,
Rivoluzionaria
professionale, Milano,
la Pietra, 1974
(ultima ed. 2003)
T. Noce, Vivere in
piedi, Milano,
Mazzotta, 1978
Bibliografia[modifica |
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B. Palmiro Boschesi,
Il chi è della Seconda
Guerra Mondiale, vol.
2, Milano, Mondadori
Editore, 1975, p. 70,
SBN
IT\ICCU\TO0\060460
2.