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I C O N C E R T I 2 0 1 1 - 2 0 1 2 VENERDÌ 25 MAGGIO 2012 ORE 20.30 TEATRO REGIO UMBERTO BENEDETTI MICHELANGELI DIRETTORE ORCHESTRA DEL TEATRO REGIO 120525 - Concerto Benedetti Michelangeli.indd 1 120525 - Concerto Benedetti Michelangeli.indd 1 18/05/2012 18.57.30 18/05/2012 18.57.30

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I C O N C E R T I 2 0 1 1 - 2 0 1 2

VENERDÌ 25 MAGGIO 2012 ORE 20.30TEATRO REGIO

UMBERTO BENEDETTI MICHELANGELIDIRETTORE

ORCHESTRADEL TEATRO REGIO

120525 - Concerto Benedetti Michelangeli.indd 1120525 - Concerto Benedetti Michelangeli.indd 1 18/05/2012 18.57.3018/05/2012 18.57.30

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Umberto Benedetti Michelangeli direttoreAndrea Manco fl autoLuigi Finetto oboeUgo Favaro cornoAndrea Azzi fagottoOrchestra del Teatro Regio

Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)

Sinfonia in la maggiore k 201 Allegro moderato Andante Minuetto Allegro con spirito

Sinfonia concertante in mi bemolle maggioreper fl auto, oboe, corno, fagotto e orchestra k 297b

Allegro Adagio Andantino con variazioniRicostruzione della versione originale di Robert LevinCopyright ed edizione Bärenreiter, KasselRappresentante per l ’Italia Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano

Sinfonia in do maggiore k 551 “Jupiter” Allegro vivace Andante cantabile Minuetto. Allegretto Molto allegro

Restate in contatto con il Teatro Regio: facebook.com/TeatroRegio | @TeatroRegio

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Tre lustri di civiltà musicale nelle mani di Mozart

«È meglio che tutto ciò che non ti fa onore non venga dato al pubblico». Così scrive a Mozart il padre Leopold nel 1778 a proposito delle sinfonie che il musicista ha scritto quattro anni prima, all’età di diciotto anni. Tra quelle composizioni compare la Sinfonia in la maggiore k 201, datata 6 aprile 1774, nata forse per una delle ormai rare serate di gala a Salisburgo, dove Wolfgang è appena ritornato dopo i viaggi in Italia e dove soggiornerà per sette anni e mezzo al servizio dell’arcivescovo Colloredo.

Quell’anno il ritmo creativo di Mozart è sostenuto. Le riserve del padre nei confronti dei lavori sinfonici di quel periodo non gli impediscono di valutarli positivamente, anche molto più tardi: circa dieci anni dopo si farà inviare quelle partiture a Vienna. Proprio con questo gruppo di opere Mozart inizia a manifestare la propria originalità, a rendersi indipendente dai modelli tradizionali e convenzionali, a dire la sua sull’evoluzione dello stile classico e della forma-sonata; nella Sinfonia k 201 in particolare, si incontrano una più profonda elaborazione tematica, un appassionato melodismo (soprattutto nel secondo movimento), l’inserzione di passi umoristici (le scalette ascendenti dei violini nel tempo fi nale), una trattazione più autonoma degli strumenti a fi ato, un’organizzazione formale più rigorosa, sul modello di Haydn.

Se soltanto due oboi e due corni rappresentano la sezione dei fi ati, la ricchezza timbrica che deriva dalla loro fusione con gli archi è prodigiosa e rivela l’arte strumentale del giovane Maestro; nell’Andante – con gli archi “in sordina” – i corni acquistano fi nalmente una valenza espressiva, nel baldanzoso e ritmato Minuetto non rinunciano a esibirsi, tuttavia senza il pesante incedere convenzionale. In generale emerge una sensibilità nuova, uno stile intimista combinato con un carattere ancora giovanilmente impulsivo e ricco di slancio, una raffi natezza ca-meristica e una notevole ricchezza contrappuntistica fi n dall’inizio dell’Allegro moderato, nell’esposizione dei due temi in sottile imitazione e, più avanti, nella sezione dello sviluppo.

A metà marzo del 1778 Mozart lascia Mannheim, dove si era recato per cercare (invano) alternative all’angusto ambiente salisburghese: rimanervi ancora signifi cherebbe «seppellire» il suo «talento di compositore». «Avanti, a Parigi! E presto» gli intima il padre: perciò a fi ne mese il ventiduenne Mozart giunge nella capitale francese, dove la cultura sinfonica è profondamente infl uenzata dalla maniera artigianale e collettiva tipica della cittadina tedesca. Con una lettera dei primi di aprile Mozart informa il genitore di una sinfonia concertante che sta scrivendo «in grandissima fretta» su richiesta dell’impresario Le Gros, direttore dell’istituzione concertistica Concert Spirituel. Omaggio agli amici “fi ati” mannheimer e composizione ideale per il gusto parigino, amante di questa famiglia di strumenti, la partitura citata nella lettera è molto probabilmente la Sinfonia concertante in

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mi bemolle maggiore k 297b, che comunque non viene eseguita (forse a causa del boicottaggio dello stesso Le Gros) e che anzi verrà a lungo considerata perduta, tanto che la sua autenticità è stata messa in dubbio.

La Sinfonia, qui proposta nella ricostruzione eff ettuata da Robert Levin e pubblicata nel 1991, è stata rinvenuta in una copia del primo Ottocento, con un quartetto di solisti in parte diverso (la coppia fl auto e oboe sostituisce oboe e clarinetto); anche questa versione è un magnifi co esempio del trattamento di grande rilievo riservato ai solisti, che in tutti i movimenti si combinano e discorrono in imitazione tra loro e con l’orchestra, quasi un richiamo al concertino contrapposto al tutti tipico del Concerto grosso barocco.

Dieci anni dopo, nel 1788, il disagio economico di Mozart è grande; stabilitosi da sette anni nella capitale austriaca, egli confi da nel successo di una serie di Ac-cademie nelle quali mettere in programma le sue ultime tre Sinfonie: k 543, 550 e 551. Quest’ultima, grandiosa, ampia, nella tonalità positiva e solare di do maggiore, con un organico orchestrale reso trionfante da trombe e timpani, off re una stra-ordinaria ricchezza di proposte tematiche (con tre temi sia nel primo movimento sia nell’Andante), ampie sezioni di sviluppo e un’elaborazione contrappuntistica monumentale tali da farle guadagnare il soprannome “Jupiter” (probabilmente at-tribuitole dall’impresario Johann Peter Salomon). Ciononostante, la lista dei sot-toscrittori per quei concerti è molto misera, le esecuzioni non hanno luogo e ancor oggi non sappiamo se il compositore abbia potuto udire questi capolavori.

La speranza di attirare pubblico con un nuovo ambizioso repertorio sinfonico, al posto dei consueti concerti per pianoforte, viene dunque delusa; forse perché Mozart esige dai suoi ascoltatori attitudini intellettuali ed emotive senza precedenti: con la sua ricchezza di idee non dà loro respiro, sembra comporre soltanto per intenditori, privilegiando, da artista consapevole del proprio valore, il rigore, la sfi da, la sperimentazione. Una scelta sempre rivelatasi motivo di dissidio con il padre, che più di una volta si era premurato di raccomandargli: «Se componi qualcosa per darlo alle stampe, scrivilo facile». Mozart invece, in particolare in quest’ultima Sinfonia, ha radicalizzato la sperimentazione tanto da raggiungere, attraverso una commistione di fugato e forma-sonata, «l’innovazione più fertile nella storia della fuga» (Warren Kirkendale). In conclusione la “Jupiter” rappresenta l’aff ermazione vittoriosa della vita: dopo la tensione dolorosa della Sinfonia in sol minore k 550, l’attesa liberazione.

Monica Rosolen

Monica Rosolen tiene conferenze, redige articoli per quotidiani e riviste, scrive saggi in collaborazione con diversi teatri (Scala di Milano, Regio di Parma e di Torino, Arena di Verona), festival internazionali (MiTo Settembre Musica, Festival delle Nazioni, Rossini Opera Festival, Settimane Musicali di Stresa, Ferrara Musica) e istituzioni quali l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. Dal 1992 al 2000 ha colla-borato alla stesura di programmi di sala per concerti a Vienna. Ha redatto numerose note critiche per le case discografi che Decca, Sony, Emi, Real Sound.

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Umberto Benedetti Michelangeli inizia gli studi musicali giovanissimo sotto la guida della zia, eccellente didatta, e li prosegue presso il Conser-vatorio “Giuseppe Verdi” di Milano con i maestri Mario Conter, Bruno Bettinelli e Mario Gusella, per poi perfezionarsi, infi ne, con Franco Ferrara.

Ha diretto i complessi di importanti istituzio-ni sinfonico-cameristiche italiane ed europee, fra le quali l ’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, l ’Orchestra della Toscana, l ’Orchestra da Came-ra di Padova e del Veneto, I Pomeriggi Musicali e l ’Angelicum di Milano, le orchestre sinfoniche delle Rai di Torino, Roma, Milano e Napoli, l ’Orchestra del Teatro Regio e quelle dei teatri La Fenice, Carlo Felice e San Carlo, l ’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, la Oslo Filhar-monien, la Helsinki Philharmonic, i Göteborg Symphoniker, la Kammerphilharmonie della Mdr di Lipsia, l ’Orchestra della Swr di Stoccar-da, l ’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo, l ’Orchestre d’Auvergne, l ’Orchestra della Svizze-ra Italiana, l ’Orquesta Sinfónica Ciudad de Ovie-do, la Young Israel Philharmonic Orchestra, la Budapest Festival Orchestra, la Israel Chamber Orchestra, la China National Symphony Orche-stra.

Negli anni più recenti, pur mantenendo la fre-quentazione di più vasti ambiti, ha concentrato i propri interessi intorno al repertorio classico e a quello francese, dei quali è appassionato cultore, scegliendo di dirigere quei concerti e di collabora-re con quelle orchestre che meglio gli consentono di esprimere questa sua inclinazione. Particolar-mente signifi cativo, al riguardo, il sodalizio con l’Orchestra da Camera di Mantova, complesso del quale è stato direttore principale dal 1984 al 2007 e i cui esiti artistici sono sfociati nel 1997 nell’attribuzione del Premio “Franco Abbiati” dell’Associazione Nazionale Critici Musicali, nonché in riconoscimenti internazionali ottenuti nel corso di tournée in svariati paesi del mondo. Da sottolineare, inoltre, la collaborazione con la Camerata Academica Salzburg per una serie di concerti tenuti in occasione della Schubertiade di Feldkirch del 1996. Il triennale rapporto con la Kammerorchester Basel, in qualità di direttore ospite principale, ha costituito una signifi cativa conferma delle sue scelte umane e musicali.

Nell’aprile 2004, in collaborazione con l’Or-chestra da Camera di Mantova, ha portato a compimento il ciclo dedicato a Beethoven com-prendente le sinfonie, i concerti e alcune opere sinfonico-corali. La lettura innovativa, che trae spunto dalle più recenti e avvertite acquisizioni

storico-critiche, e la rinnovata espressività che ne scaturisce, sono valse all’intero progetto l’acco-glienza più calda e convinta da parte di pubblico e critica.

Umberto Benedetti Michelangeli e l ’Orchestra da Camera di Mantova sono stati inoltre protago-nisti del ciclo triennale “Mozartfest” (2005/2007) dedicato all’esecuzione integrale delle composi-zioni sacre di Mozart.

Il debutto al Rossini Opera Festival nel 2006, con i titoli Die Schuldigkeit des ersten Gebots di Mozart e La cambiale di matrimonio di Rossini, ha rappresentato una signifi cativa apertura alla dimensione del teatro in musica che, da allora, l ’ha visto impegnato in interessanti produzioni, ultima delle quali Die Entführung aus dem Serail alla Vlaamse Opera di Anversa.

Recentemente, la casa editrice BMG-Ricordi ha pubblicato la sua orchestrazione delle Proses Lyriques di Claude Debussy.

Andrea Manco ha studiato al Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce sotto la guida di Luigi Bisanti, diplomandosi a 16 anni col massimo dei voti e la lode. Si è perfezionato con Angelo Persi-chilli, Massimo Mercelli, Glauco Cambursano e Michele Marasco e al Conservatoire Supérieure de Musique di Ginevra con Jacques Zoon.

Considerato uno dei più brillanti fl autisti della sua generazione, ha ottenuto premi nei maggio-ri concorsi fl autistici internazionali: “Francesco Cilea” di Palmi, “Leonardo De Lorenzo” di Vig-giano, Yamaha Music Foundation di Milano, “Emanuele Krakamp” di Napoli, “Pellegrini” di Cagliari, il Concorso Internazionale di Budapest e il Primo Concorso Flautistico Internazionale “Maxence Larrieu” a Nizza. Nel 2002 è stato scel-to da Riccardo Muti come primo fl auto dell’Or-chestra Giovanile “Luigi Cherubini”, da lui crea-ta. Nel 2003, a soli 20 anni, ha ottenuto il posto di primo fl auto nell’Orchestra del Teatro Regio.

È stato invitato, in qualità di primo fl auto ospi-te, dalle orchestre del Teatro alla Scala di Milano, Maggio Musicale Fiorentino, Opera di Roma, Stuttgart Philharmoniker, Hungarian National Philharmonic, Noord Nederlands Orkest, Sym-phonica Toscanini (diretta da Lorin Maazel), eff ettuando tournée in Europa, Usa, Giappone, Cina e Israele.

Ha inoltre tenuto, come solista e camerista, concerti in numerosi festival italiani e interna-zionali, come MiTo Settembre Musica, Festival International de Musique de Sion-Valais, Trasi-meno Music Festival, Flautissimo a Roma, Falaut

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Festival 2009, Festival di Portogruaro, Ravello Festival, Festival del Flauto di Karcag (Unghe-ria) e di Belgrado. Nel 2009 si è esibito da solista con la Filarmonica del Teatro Regio suonando il Concerto per fl auto e archi di André Jolivet. Ha registrato la Sonata op. 115 di Prokof ’ev per la ri-vista musicale «Syrinx» e un disco con opere per fl auto e pianoforte di Casella, Feld, Liebermann e Martinů, allegato alla rivista italiana del fl auto «FaLaUt».

Luigi Finetto ha conseguito il diploma in oboe presso il Conservatorio di Musica “Claudio Monteverdi” di Bolzano e ha proseguito gli stu-di musicali perfezionandosi prima a Saluzzo e a Parigi con Alain Denis e poi a Ginevra, dove ha ottenuto il Premier Prix de Virtuosité presso il Conservatoire Supérieur de Musique sotto la gui-da di Maurice Bourgue.

Collabora in qualità di primo oboe con alcune tra le più prestigiose orchestre italiane e interna-zionali (Gustav Mahler Jugend Orchester, Or-chestra Sinfonica Nazionale della Rai, Orchestra della Toscana, Camerata Academica Salzburg, Orchestre de la Suisse Romande) suonando sot-to la guida di illustri direttori quali Claudio Ab-bado, Riccardo Muti, Riccardo Chailly, Sándor Végh.

Ricopre per due anni il ruolo di primo oboe presso l’Orchestra Sinfonica “Giuseppe Verdi” di Milano e, dal febbraio del 1999, è primo oboe del Teatro Regio. Collabora stabilmente con l’Or-chestra delle Settimane Musicali di Stresa e dal 2003, anno della sua fondazione, è primo oboe della Filarmonica ’900 del Teatro Regio.

Diplomatosi nel 1987 presso il Conservatorio “Antonio Vivaldi” di Alessandria con il massi-mo dei voti, Ugo Favaro inizia a collaborare con formazioni orchestrali e cameristiche quali Or-chestra Rai di Torino, Teatro Regio, Orchestra Filarmonica di Torino, Orchestra da camera di Santa Cecilia, Orchestra da camera di Padova e del Veneto, I Solisti Veneti, Orchestra da Came-ra di Mantova, Orchestra “Arturo Toscanini” di Parma, Orchestra sinfonica della Radio di Lu-gano, Teatro alla Scala, Teatro La Fenice, Arena di Verona. Nel ruolo di primo corno e solista ha svolto numerose tournée internazionali, esiben-dosi in Europa, Canada, America del sud, Cina, Giappone, Corea e Stati Uniti.

Nel 1990 è invitato a Monaco di Baviera per un symposium di cornisti come rappresentante giovanile dell’Italia e collabora a varie incisioni

americane e francesi per ottoni. Nel 1994 vince il primo premio al Concorso di musica da camera della Città di Genova e nel 1995 il primo premio al Concorso per corno “Giacomo Zoppi” della Città di Asti.

Dopo anni di diversifi cata attività musicale, nel 1998 fonda il quintetto d’ottoni Pentabrass, con cui organizza festival e masterclass con docenti di fama internazionale, svolge una intensa attività concerti-stica e ha all’attivo due pregevoli incisioni realizzate a New York e presentate ai Grammy Awards.

Nel 2004 è stato invitato in Corea del Sud per prendere parte alla giuria del Concorso In-ternazionale di Corno del “Jeju Summer Brass Festival”; nello stesso anno è invitato a ricoprire il ruolo di primo corno solista in Francia presso l’Orchestre Philharmonique de Nice e nel 2007 presso l’Orquesta Sinfónica de Chile (Santiago).

Dal 2010 si esibisce, insieme al suo quintetto, con l’European Brass Orchestra (Ebo), formazio-ne di ottoni patrocinata dalla Comunità Europea che opera in ambito internazionale.

Dal 1988 ricopre il ruolo di primo corno presso l’Orchestra del Teatro Regio. Interessato all’uti-lizzo del suo strumento in ambiti non prettamen-te classici, collabora per incisioni e concerti di musica leggera con artisti quali Mina, Baglioni, Cocciante, Elio e le Storie Tese e con jazzisti quali Furio Di Castri, Emanuele Cisi, Stefano Bollani ed Herbie Hancock.

Nato a Genova nel 1981, Andrea Azzi si diplo-ma con il massimo dei voti e lode presso il Con-servatorio “Niccolò Paganini” di Genova sotto la guida di Luigi Morbelli. A soli 14 anni debutta come solista nel Concerto per fagotto e orchestra d’archi “La notte” di Vivaldi. Dal 2001 al 2003 fa parte dell’Orchestra Giovanile dell’Unione Europea (Euyo); durante quell’esperienza, a soli vent’anni, si esibisce come primo fagotto al Teatro alla Scala.

Nel 2003 entra nella classe di Sergio Azzolini alla Musik Akademie di Basilea, dove successiva-mente consegue, con il massimo dei voti, il Kon-zert- und Solistendiplom, suonando come solista – con la Kammerorchester Basel – i Concerti per fagotto e orchestra di André Jolivet, Gioachino Rossini, Sofi ja Gubajdulina e Johann Nepomuk Hummel. Qui viene a contatto con musicisti qua-li Heinz Holliger, Rudolf Buchbinder e Friedrich Benda, con i quali accresce la propria cultura mu-sicale. Nel 2004 vince il quarto premio alla “Alek-sander Tansman” Competition a Łódź (Polonia), unico strumentista a fi ato premiato.

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Dopo gli studi a Basilea, decide di proseguire il suo cammino musicale con Volker Tessmann alla Hochschule für Musik “Hanns Eisler” di Berli-no. Qui vince l’audizione per il Konzertexam, che gli consentirà di potersi esibire come solista con la Konzerthaus Orchester Berlin. Durante la sua permanenza a Berlino tiene concerti di musica da camera e come solista in Polonia, Germania, Svizzera e Francia, esibendosi inoltre in qualità di primo fagotto solista con orchestre quali Rotter-dams Philharmonisch Orkest, Ensemble Reso-nanz Hamburg, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Orchestra e Filarmonica del Teatro alla Scala e Sinfonieorchester Basel. Dal 2009 è pri-mo fagotto dell’Orchestra del Teatro Regio.

L’Orchestra del Teatro Regio è l ’erede del complesso fondato alla fi ne dell’Ottocento da Arturo Toscanini, sotto la cui direzione vennero eseguiti numerosissimi concerti e molte storiche produzioni operistiche, quali la prima italiana del Crepuscolo degli dèi di Wagner (1895) e la prima assoluta della Bohème di Puccini (1896).

Nella sua attività ha dimostrato una spiccata duttilità nell’aff rontare il grande repertorio, così come molti titoli del Novecento. Dal 1967 è l’Orchestra stabile del Teatro Regio. Tra i maggiori spettacoli dei quali è stata protagonista si ricordano La Damnation de Faust di Berlioz, insignito nel 1992 del Premio “Franco Abbiati”, La bohème “del centenario” con Pavarotti e Freni (trasmessa anche in diretta tv), Fedora con Freni e Domingo. Ha eseguito in prima assoluta Carmen 2, le Retour di Jérôme Savary (2001), Leggenda di Alessandro Solbiati (2011) e, entrambe in prima italiana, Lear di Aribert Reimann e A Streetcar Named Desire di André Previn. Ha ricevuto il Premio Internazionale “Viotti d’Oro” nel 2000.

L’Orchestra si è esibita con i solisti più celebri e alla guida del complesso si sono alternati direttori di fama internazionale come Roberto Abbado,Ahronovič, Bartoletti, Bychkov, Campanella, Gelmetti, Gergiev, Maag, Oren, Pidò, Sado, Steinberg, Tate e infi ne Gianandrea Noseda, che dal 2007 ricopre il ruolo di Direttore musicale del Teatro Regio. Ha inoltre accompagnato grandi compagnie di balletto come quelle del Bol’šoj di Mosca e del Mariinskij di San Pietroburgo.

Nel corso della sua lunga storia è stata invitata in vari festival e teatri stranieri. Con il maestro Noseda nel 2008 è stata ospite a Wiesbaden con Rigoletto. Nell’estate del 2010 l’Orchestra e il Coro hanno tenuto una trionfale tournée in Giappone e in Cina. L’anno successivo, sempre sotto la guida del Direttore musicale del Regio, hanno toccato diverse città della Spagna, Parigi e nuovamente il festival di Wiesbaden in Germania con una serie di concerti tutti dedicati a Verdi. A settembre e ottobre 2011 l’Orchestra e Noseda hanno tenuto a battesimo la nuova opera di Alessandro Solbiati Leggenda ed eseguito l’integrale delle Sinfonie di Beethoven in quattro concerti con replica nell’arco di appena nove giorni. Nello scorso gennaio è stata eseguita Tosca in forma di concerto al Th éâtre des Champs-Elysées di Parigi.

Accanto a diverse incisioni storiche, l’Orchestra e il Coro del Teatro fi gurano oggi nei video di alcune delle più interessanti produzioni delle ultime Stagioni: Medea di Cherubini, Edgar di Puccini, Th aïs di Massenet, Adriana Lecouvreur di Cilea e Boris Godunov di Musorgskij.

Nel 2003 i componenti dell’Orchestra hanno dato vita alla Filarmonica ’900 del Teatro Regio, organismo autonomo impegnato in numerosi progetti oltre che nella stagione di concerti del Regio.

Prezzo: € 1 (iva inclusa) © Copyright, Fondazione Teatro Regio di Torino

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Orchestra

Violini primiSerguei Galaktionov •

Marina BertoloMonica TasinatoSoyeon KimElio LercaraEnrico LuxardoAlessio MurgiaGiuseppe TripodiRoberto Zoppi

Violini secondiMarco Polidori •

Tomoka OsakabeSilvana BaloccoMaurizio DoreFation HoxolliRoberto LirelliIvana NicolettaFrancesca Viscito

VioleMatteo Brasciolu •

Tamara BairoMaria Elena EusebiettiAlma MandolesiRoberto MussoClaudio Vignetta

VioloncelliRelja Lukic •

Davide EusebiettiMarco MoscaPaola Perardi

ContrabbassiDavide Ghio •

Michele Lipani

FlautoFederico Giarbella •

OboiDaniel Fuster •Alessandro Cammilli

FagottiHeidi Reich •Orazio Lodin

CorniNatalino Ricciardo •

Eros Tondella

TrombeSandro Angotti •

Marco Rigoletti

Timpani Ranieri Paluselli •

• Prime parti

Teatro RegioWalter Vergnano, Sovrintendente

Gianandrea Noseda, Direttore musicale

Il professore Serguei Galaktionov suona un violino Santo Serafi no Venezia 1725 della Fondazione Pro Canale di Milano.

Cinque per mille alla Cultura, al tuo TeatroEsercita il tuo diritto di scelta

Il Teatro Regio, grazie all’appoggio di tutti voi, continua a essere il teatro più amato d’Italia, come emerge dai dati resi pubblici dal Ministero delle Finanze. Nonostante questo primato, che ci rende ovviamente molto orgogliosi, il Regio ha ancora bisogno del vostro sostegno per continuare a produrre gli spettacoli di altissimo livello grazie ai quali è diventato un teatro di rilevanza internazionale.Anche quest’anno puoi dare direttamente il tuo appoggio decidendo di destinare il cinque per mille dell’Irpef a favore del tuo Teatro. Questa decisione non comporta nessuna spesa e non è alternativa alla destinazione dell’otto per mille. Aiutaci a mantenere viva la cultura musicale, un patrimonio d’ar-te cui il nostro Paese non può rinunciare senza patire una grave ferita alla propria identità.Firma nell’apposito riquadro* della dichiarazione e indica il codice fi scale della Fondazione Teatro Regio di Torino: 00505900019.

A tutti coloro i quali hanno scelto, e sce-glieranno anche quest’anno, di destinare il 5 per mille a favore del Regio, il più sincero grazie da parte di tutto il Teatro.

* Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale e delle associazioni e fondazioni riconosciute che operano nei settori di cui all ’art. 10, c. 1, lett a), del D.Lgs. n. 460 del 1997.

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