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SOMMARIO

In copertinaVenditore di fiammiferi (1920)Particolare. Olio su tela e collage, 141 x166, di Otto Dix. Stoccarda. Staatsgalerie

11 pensierinoUn uomo, con una sigaretta produce delfumo che si riunisce in lettere che for-mano parole. Probabilmente è un vec-chio venditore ambulante che non saparlare molto bene.

Newsnop11 soggetto delle elaborazioni grafiche,dopo la sega del numero 25 e la tenagliadel numero 26, è: «lavoro nero"

ImportanteVi comunichiamo ancora che Snop haaperto uno sportelki) informazioni pressol'Istituto Ambiente Europavia F. Filzi, 15 - 20126 Milanotel. 02127002662

Rivista trimestrale della societànazionale degli operatori dellaprevenzione

NUMERO 27GIUGNO 1993

Autorizzazione Tribunale di Milanon. 416 del 2517186Direttore respons.: Giancarlo d'AddaDirettore: Laura BodiniVicedirettore: Alberto BaldasseroniProg. grafico e disegni: R. MaremmaniRedazione: Milano, via Mellerio 2

sped. in abb. postale gruppo IV(70%)Stampa. Cooperativa Editoriale "Nuova Brianza"22065 Cassago B.za (Co)Tel. 039'9210981 - 3 linee r.a.

AbbonamentiLire 20.000 per quattro numeriLire 30.000 per otto numeriTramite versamento postale su cc n.20012407 intestato a SNOP - Societànazionale - via Ciamician 2, Bologna,indicando la causale del versamento el ' indirizzo a cui spedire la rivista.Prezzo di un numero lire 5000

Dallo statuto SNOPArr. 1 - E' costituita /Associazione deno-minata "Società Nazionale Operatori dellaPrevenzione", in sigla SNOP, con finalitàscientifiche e culturali e con l 'obiettivo di:- promuovere conoscenze ed attività chesviluppino la prevenzione e la tutela delbenessere psicofisico dei lavoratori e dellapopolazione in relazione ai rischi derivantidall 'attività produttiva;- sostenere l'impegno politico e culturaleper lo sviluppo di un sistema integrato diservizi pubblici di prevenzione negliambienti di vita e di lavoro, finalizzato allarimozione dei rischi derivanti dalle attivitàproduttive;- favorire lo scambio di esperienze e infor-mazioni .fra gli operatori ed il confrontosulla metodologia ed i contenuti dell atti-vità per raggiungere l'omogeneità dellemodalità di intervento e della qualità dilavoro a livello nazionale:- promuovere un ampio confronto con leistituzioni, le forze sociali e le altreAssociazioni scientifiche su questi temi;diffondere l'informazione e la cultura dellaprevenzione.

EDITORIALEHanno ucciso l'uomo ragnodi Graziano Frigeri

CORSIVOFax youdi Giallolimone

CONTRIBUTILe differenze socialinella mortalità in Italiadi Giuseppe Costae Fabrizio FaggianoL'ergonomia nei servizidi prevenzionedi Riccardo Tartagliae Francesco CarnevaleL'impegno italianoper la medicina del lavoronei Paesi in via di sviluppoa cura di Gianni Sarete,Renato Ciliolie Gian Carlo Vicinelli

INIZIATIVE SNOPSpeciale Direttive CeeProgetto SubsprintAppuntamentiUn programma per i servizi

EUROPEAN OUTLOOK

LE NOTIZIE

CONVEGNICONGRESSI & C.

DOCLa tutela dellelavoratrici madridi Armando Mattioli

IN POLTRONA

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IN QUESTONUMERO

Se qualcuno ci pensava nell'angolo inlacrime per avere "perso" il referendumsulle competenze ambientali, si sbagliadi grosso.Stiamo contribuendo a progetti di leggea livello nazionale e regionale per unrinnovo del sistema prevenzione, ma ledifficoltà non sono poche, per l'atavicae tutta italica capacità di dividersi "apriori" tra romanisti e laziali, tra orazi ecuriazi senza capacità di ascolto laico.Caravaggio, Massa Carrara, Milazzo ealtri morti (ci) stanno facendo rifletteredi nuovo sulla drammaticità del bino-mio salute - produzione così acuito inquesto periodo di crisi.A proposito, leggere il bell'articolo diGuariniello apparso sul Manifesto del I °Maggio.Prossimi appuntamenti: Punta Ala (agri-coltura), Sondrio (cave), Torino (edili-zia), Vicenza (sistema informativo neldipartimento di prevenzione e VRQ).In questo numero della rivista uno spe-ciale sulle direttive CEE di prossimorecepimento in Italia e un ampio servi-zio sulla medicina del lavoro nelmondo.

NEL PROSSIMONUMERO

EditorialeNuove Direttive Cee

ContributiIl limite dei limiti: opinioni a confrontoNotizie dall'America cli Clinton

Iniziative SnopVerso il Convegno sulla VRQ

Qualcuno, anche nel "Gotha" SNOP,aveva a suo tempo avanzato l'ipotesi dinon impegnarci sul fronte del NO alreferendum sulle competenze ambienta-li, considerandola una battaglia persa inpartenza.Uguale consiglio ci venne daLegambiente che, sulla base di analogheconsiderazioni, dopo aver a lungo avver-sato sia le motivazioni che il metodo delSig. Signorino, non resistette alla tenta-zione di salire sul suo charter.Invece noi, praticamente soli, abbiamocombattuto una battaglia di principio odi coerenza, cercando di spiegare allagente che non esistono soluzioni magi-che, compresa qualsivoglia Agenzia, chedi per sè siano in grado di far compierealla politica ambientale reali salti di qua-lità: che l'Europa (ma quale: quellaFrancese, Tedesca, Britannica? ) non èsempre un modello cui ispirarsi; che ilMinistero dell'Ambiente non è stato(almeno finora) un modello di efficienzae di trasparenza (vedi gestione della 175,denuncia di Greenpeace sui finanzia-menti ai "progetti ambientali").Ma, soprattutto, abbiamo cercato di spiega-

re che salute e ambiente sono un binomioinscindibile e che dove i Servizi diPrevenzione sono stati istituiti sulla basedel modello interdisciplinare e dell'approc-cio globale ai problemi ambientali e sanita-ri, hanno bene operato.Infine, abbiamo detto chiaramente allagente che il nostro NO non significaconservazione, ma rifiuto della semplifi-cazione dei problemi. consci che un pro-cesso cli riorganizzazione profonda deiServizi di Prevenzione era comunquenecessario, secondo le linee e le propo-ste sulle quali lavoriamo da almeno dueanni.In questo ci siamo nettamente distinti dachi predicava il NO come pura conserva-zione dell'esistente, in nome di una anti-storica e antiscientifica "centralità sani-taria" (medica) in materia di prevenzio-ne e tutela dell'ambiente.Abbiamo, come previsto, perso la batta-glia.Ma abbiamo lasciato di noi, per quelpoco di "audience" che ci è stato conces-so di raggiungere (anche per talune iner-zie nostre) un'immagine positiva, dioperatori e strutture che hanno funziona-

Hanno ucciso l'uomo ragnonon si sa neanche perchéforse ha fatto qualche sgarboa qualche industria di caffé.(833 o 883)

HANNO UCCISOL'UOMO RAGNO

di Graziano Frigeri

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to, ma che non sono riusciti a "sfondare"a livello nazionale, rimanendo confinatealle regioni "ricche" o politicamentemeno compromesse: il che, purtroppo, èdrammaticamente vero.Dobbiamo capitalizzare questo patrimo-nio che il referendum ci ha lasciato evi-tando, secondo il precetto evangelico, di"seppellire i nostri talenti": la riorganiz-zazione del Sistema della Prevenzione edella Tutela Ambientale deve vedere lanostra attiva partecipazione, pur tenendoconto del risultato del referendum.A questo proposito va detto, con est remafranchezza, che non si possono condivi-dere posizioni tendenti ad ignorare,annullare o ribaltare il risultato dellaconsultazione referendaria: l'82% degliitaliani ha scelto di sottrarre al ServizioSanitario Nazionale le competenze inmateria di tutela dell'Ambiente, e questoè un dato incontestabile. Inutile e perico-lose sono le alchimie di chi, per tentaredi "salvare il salvabile", giunge persinoad inventare inesistenti competenze resi-due che non sarebbero comprese nel que-sito referendario, quali "acque potabili"(confondendo accertamento dell'inquina-mento e giudizio di potabilità), "acque dibalneazione, industrie insalubri, rumore,filo - farmaci" e, dulcis in fundo, "mollu-schi - coltura".Snop può anche perdere una battaglia,ma non è disponibile al suicidio.Nè tanto meno si possono condividereposizioni che ipotizzino l'estraneità delMinistero dell ' Ambiente alla formula-zione, anche sul piano istituzionale edorganizzativo, della politica di tutelaambientale, così come non siamo dispo-nibili per soluzioni che, per mantenere atutti i costi la "prevenzione" (quale?)dentro le USL, mirino allo smembra-mento dei Servizi e alla dispersionedegli Operatori tra più enti ed istituzioni.Tra l'altro occorre prendere atto che leUSL della 833 non esistono più (e inmolte parti d'Italia non sono mai esisti-te): la futura USL sarà una azienda e ro-gatrice di prestazioni "al minor costo", ela collocazione al suo interno delle atti-vità di prevenzione, anche quelle piùstrettamente sanitarie, è un scelta tran-quillamente opinabile.Occorre piuttosto riprendere a tessere latela della riorganizzazione a livellonazionale della rete dei Servizi diPrevenzione e tutela ambientale operan-do affinché, tenendo conto dei risultatidel referendum, vengano salvaguardati iprincipi cardine della interdisciplina-rietà, della multireferenzialità e deldecentramento territoriale delle strutturecoinvolgendo nel processo di riorganiz-zazione tutte le Istituzioni interessate e,in primo luogo, i Ministri dell'ambiente,della Sanità e del Lavoro.Linee cardine del processo di riorganiz-

zazione dovrebbe ro essere, a nostroavviso, i seguenti punti:1) la programmazione e l'attuazione , alivello centrale e periferico, delle atti-vità di Prevenzione e Tuteladell'Ambiente deve essere unitaria. Perquesto essa non può restare confinatanell'ambito del Servizio SanitarioNazionale e delle USL;2) è necessaria una funzione centrale diindirizzo e coordinamento, con compitianche di ricerca, formazione, definizio-ne degli standards e norme, compreso ilrecepimento delle direttive comunitarie.A tale funzione devono concorrere iMinisteri dell'Ambiente, della Sanità edel Lavoro;3) per quanto detto sopra, risulta improro-gabile la costituzione di una AgenziaNazionale per l'Ambiente e la PrevenzionePrimaria Collettiva, quale organo tecnico-scientifico del Governo della Repubblica.M'interno della Agenzia si possono pre-vedere articolazioni specifiche perl'Ecologia e l'Ambiente, e per la Tuteladella Salute nei Luoghi di Lavoro.L'Agenzia deve riassorbire le risorse e lecompetenze per quanto

attinenti,

dcll'ISS, deil'ISPSL, dell'ENEA e delCNR.4) La programmazione territoriale, lagestione e l'attuazione delle politiche ditutela ambientale e prevenzione prima-ria collettiva devono essere poste incapo alle Regioni, ed esercitate tramiteuna Agenzia Regionale per la Prevenzionee la Tutela Ambientale, articolata periferi-camente nei Dipartimenti di Prevenzione,modificando all'uopo l'art. 7 del DL507192. Dei Dipartimenti devono far parteanche gli attuali PMP e il personale dellesedi periferiche ISPSL, nonché il persona-le medico e tecnico degli Ispettorati delLavoro.5) La Prevenzione primaria collettiva e latutela ambientale devono possedere pro-prie risorse (finanziamenti) provenienti siadal fondo sanitario nazionale e regionale,che dai fondi a disposizione dei Ministeridell'Ambiente e del Lavoro.Non è nostro compito propone testi dilegge. Forniremo invece il nostro contri-buto a proposte che vadano nella direzio-ne sopra delineata.Facciamo che l'uomo ragno non sia mortoimano!

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FAX YOU

La brutta scatola di plastica giallina cheha rivoluzionato le comunicazioni diquesti ultimi anni annuncia con .fischi emugolii micidiali per i timpani che staper vomitare l'ennesimo bolo. Questofinalmente appare, bianchiccio, ,fra con-torsioni e sinistri ticchettii. Ora ti puoiavvicinare per affrontare il verme ultrapiatto, ancora tremolante e minaccioso.La sensazione tattile del primo contattospingerebbe all'immediato rigetto ma tirassegni, pur sapendo che ci vorrannoripetute abluzioni per cancellarla.Chiudi gli occhi e con un gesto rapido esapiente ti porti via la tua viscida sezio-ne di tenia. Se il tatto soffre, l'olfattonon sta meglio. Non c'è effluvio, perquanto fetido, che accetti il paragone.Pazienza: chiunque abbia a che fare conla cosa ha in tasca un fazzolettino imbe-vuto di acqua di rose. Ti avvii al tavoloe cerchi di posare il rettile gelatinosoche si divincola e ti avvolge nelle spirevenefiche. In questi casi i manuali disopravvivenza suggeriscono di afferrar-lo subito sotto la testa. Già, ma la testadov ' è? Il fatto è che, al contrario dellecose logiche, con una testa e una codaappunto, il tuo lombrico ha la fine diogni segmento subito prima di dovecomincia il precedente. Afferri allora ilprimo oggetto tagliente che ti capita sot-tomano e meni impietosi fendenti. Tiritrovi alla fine con una montagna dirotolini sfuggenti che a fatica riconducia momentanea ragione sotto vocabolarie fermacarte. Fatica inutile, perché nonappena molli la presa o sollevi il voca-bolario, il malloppo si contorce e sidimena impedendoti di mettere a .fuoco.Meglio, così la vista non percepisce

cosa l'aspetta. Le prime sbirciate lascia-vano, è vero, intravedere un brulicanteguazzabuglio di segni ma forse ti sba-gliavi, ,forse era la stanchezza.No, non era stanchezza! La superficie èveramente ricoperta di piccoli insetti edi larve che qua e là si allungano inbarre e barrette filiformi; ogni tanto unagglomerato si conforma in qualcosache pare avere un significato, taloraemerge una parola di senso semi-com-piuto, o almeno sembra. La tua mentefugge e ti senti un violatore di tombe alleprese con ,frammenti di pietre graffite egeroglifici misteriosi, ma tu non hai latua stele di Rosetta e li disperi. Tutti ituoi sensi sono al tappeto. Tutti? No,non tutti: uno dei cinque non è statocoinvolto, il gusto, e allora ti si risvegliadal profondo l'istinto sopito del predato-re e ti viene una gran voglia di azzanna-re la giugulare di colui che ti ha messoin questa situazione, così, tanto perassaggiare il sapore del sangue.Calma, tu sei un uomo civilizzato e poi ilmalfattore non è lì con te.Ti precipiti al telefono, tomahawk deigiorni nostri, e ti appresti a colpirlo inmezzo al cranio e lo .faresti, eccome selo, faresti, se lui non ti facesse risponde-re dalla sua segretaria che non c'è, è inAmerica, in riunione, in vacanza, fuoriufficio o magari impegnato a portare atermine uno studio epidemiologico sugliaddetti al video.Come fai a spiegargli che gli addetti aivideo starebbero molto meglio se nondovessero interpretare i codici a barreche lui invia su e giù per il mondo?Rinunci, saluti la sua segretaria, poveri-na, ti mangi l 'ascia telematica e un ulu-lato terrificante ti esce dalle fauci con-tratte: FAX YOOOOODUUUUU!

Giallolimone

Questa paginaviene letta da piùdi 10.000 persone.Non sono personescelte a caso, sonooperatoridella prevenzione,ricercatori,ambientalisti,pubbliciamministratori,sindacalisti,imprenditori,magistrati.Questa paginaserve a voi perparlare con loro.

Per informazioni riguardoalla pubblicità su SNOP:Roberto Maremmanitel. 02126226456fax 02126226557

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LE DIFFERENZE SOCIALINELLA MORTALITA' IN ITALIA

Un documento programinatico finlande-se riassume in questa definizione esem-plare i tre obiettivi strategici per la salutedel nostro tempo: "to add years to life,health to life and life to years" (aggiun-gere anni alla vita, salute alla vita, vitaagli anni).Senza dubbio in questi ultimi decennil'attesa di vita è stata in costante aumen-to e si sono realizzati importanti sforziper dare più salute alla vita e più vitaagli anni così conquistati: ma questimiglioramenti possono non essere ugualiper tutti.E' per questo che l'OMS (Organizzazionemondiale della Sanità) ha posto comeprimo obiettivo della sua campagna "salu-te per tutti nell'anno 2000" la riduzione"nella massima misura possibile e almenodel 20%, delle diseguaglianze" (l).E' noto fin dalla fine del secolo scorsoche, anche nei paesi più progrediti, vi èuno svantaggio nella salute a sfavoredelle classi più disagiate (2).E quel che sorprende, tale divario nellasalute, in alcuni paesi (Regno Unito.Francia) tenderebbe ad allargarsi (3).Va segnalato che non si tratta solo disacche di ineguaglianza nella salute, cioèdi specifiche differenze confinate ingruppi ad alto rischio caratterizzati daparticolari condizioni di svantaggio e diemarginazione, come i disoccupati o glistranieri. Si tratta invece di importantidifferenze nella salute che interessanoanche i livelli sociali in cui si stratifica-no le società occidentali.Da poco tempo sono disponibili nel nostro

paese dati in grado di fornire un'immagi-ne del profilo sociale della salute.Sono stati infatti pubblicati i risultatirelativi allo studio trasversale che l' Istatha effettuato seguendo per sei mesi lamortalità di tutta la popolazione italianacensita nel 1981 (4) e quelli relativi aduno studio longitudinale condotto aTorino sulla mortalità della popolazioneresidente tra il 1971 ed il 1989 secondole caratteristiche sociali dichiarate aicensimenti Istat del 1971 e del 1981 (5).La disponibilità di dati provenienti inparallelo dalle indagini campionariesullo stato di salute (6) può aiutare a cer-care nelle abitudini di vita e nell'uso deiservizi modelli di spiegazione delle dif-ferenze sociali nella mortalità.Entrando nel vivo dei dati si possonoosservare nelle tabelle I e 2 le differenzesociali nella mortalità in Italia ed aTorino. Fatta 100 la mortalità di riferi-mento e correggendo per la differenza dietà, osserviamo differenze nette e didimensione comparabile nelle due popo-lazioni.Queste differenze si traducono in Italiain un vantaggio di tre anni nella speran-za di vita tra i 18 ed i 74 anni per gliuomini laureati rispetto a quelli senzatitolo di studio; vantaggio che passa aquasi cinque anni nelle regioni delCentro Nord. Le differenze sono menopronunciate tra gli anziani e di direzionepiù ambigua tra le donne. Questo profilodi rischio è più accentuato nelle regionidel Centro Nord.Sarebbe di grande interesse conoscere

l'andamento nel tempo di queste diffe-renze. I dati di mortalità torinesi, chesono stati studiati in modo più analitico,presentano lungo un arco di 10 anni dif-ferenze in lieve aumento o, sostanzial-mente stabili, sicuramente non in dimi-nuzione.Non va comunque sottovalutata l'impor-tanza della mobilità lungo la scala socia-le che ha modificato favorevolmente ladistribuzione proporzionale della popo-lazione nei diversi strati sociali. Infattitra gli anni '70 e gli anni '80 la speranzadi vita tra i 18 e i 74 anni a Torino tra gliuomini è migliorata mediamente di piùdi mezzo anno: ma la velocità di questomiglioramento è maggiore tra i laureati ediplomati con maturità (con un anno diguadagno) che non tra gli uomini conlicenza elementare (con mezzo anno diguadagno); mentre gli uomini senza tito-li di studio presentano addirittura unaperdita di più di un anno di speranza divita nello stesso periodo.L'andamento osservato tra le donne èmolto simile a quello descritto per gliuomini.Questo fatto potrebbe spiegare il pro-gressivo miglioramento medio nell'atte-sa di vita nelle nostre popolazioni occi-dentali, nonostante il protrarsi di impor-tanti differenze sociali nella mortalità.Le differenze sociali dei genitori siriflettono anche sulla salute dei figli,come dimostra la mortalità infantilenegli anni '80 per istruzione della madre(tab. 3) (11, 12).Per ricercare modelli di spiegazione delfenomeno è stata effettuata un'analisi ditipo caso-controllo sui dati torinesi (7).Ad ogni soggetto deceduto è statoaccoppiato un "controllo" non decedutodella stessa fascia di età e sesso, estrattocasualmente dalla base di dati. Le analisisono state effettuate su 11.733 uomini e7.034 donne deceduti ed altrettanti con-trolli vivi nell'anno della morte del caso,applicando un modello di analisi multi-variata di tipo logistico.Oltre all'analisi della mortalità generale,sono state considerate due specifichecategorie di cause di morte, definite, apartire dalle conoscenze scientifiche,come evitabili perché prevenibili o cura-bili (8).Nella tab. 4 sono descritti i risultati pergli uomini.Fatta l la mortalità del livello socialepiù alto (dirigenti o professionisti), siosserva un coerente aumento della mor-talità scendendo nella scala sociale(impiegati, lavoratori autonomi, operai),fino ad un'impennata nel gruppo ad altorischio di chi ha perso il lavoro. Questoandamento interessa prevalentemente ilgruppo delle morti evitabili perché pre-venibili.Per gli uomini adulti, ognuno degli indi-

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Tabella I - Differenze sociali nella mortalità generale (SMR)in Italia negli anni 80

Indicatori sociali

I8-54

Uomini

55-74 18-54

Donne

55-74Titolo di godimentodell'abitazione:- proprietà 94 98 96 96- affitto 113 12I 108 109Titolo di studio:- laurea 58 82 88 69- maturità 73 90 88 79- media inferiore 90 103 93 93- elementari 114 104 108 100- alfablanalfabeta 155 97 144 104Totale (valori diriferimento) 100 100 100 100

Tabella 2 - Differenze sociali nella mortalità generale di Torinonegli anni 70 e 80.

Indicatori sociali Uomini Donne1971 - 81 1981 - 89 1971 - 81 1981 - 89

Titolo di godimentodell'abitazione:- proprietà 85 85 89 88- affitto 107 III 105 108Titolo di studio:- laurealmat. 81 81 85 91- media inferiore 98 98 99 97- elementari 104 107 99 100- alfablanalfabeta 109 1 19 107 1 16Totale (valore diriferimento) 100 I00 100 100

Tabella 3 - Differenze sociali nella mortalità infantile(numero morti per 1000 nati vivi) in Italia

Titolo di studiodella madre: 1981-1985 1987-1988

laurea 9,4 7, Imaturità 10,8 7,6media inferiore I3,5 9,4elementarelsenza titolo 17,5 13,8

catori di risorsa utilizzato nello studio(istruzione per risorsa culturale, posses-so dell'abitazione per risorsa economicae stato civile per sostegno familiare),gioca un ruolo indipendente nel produrredifferenze nella mortalità generale ed inparticolare per le morti prevenibili: per-sone con basso titolo di studio hanno un90% di eccesso di mortalità prevenibilerispetto ai laureati, persone in affitto un40 per cento rispetto ai proprietari, per-sone in affitto e con basso titolo di stu-dio hanno 90 + 40 = 130% di eccesso dirischio rispetto a persone laureate e inproprietà.La dimensione delle differenze socialinella mortalità pare divaricarsi tra i gio-vani e gli anziani. Fra i giovani di 15 -29 anni il rischio relativo di mortesecondo l'istruzione ha una dimensionepressoché doppia rispetto a quellodell'età adulta, mentre gli anziani (tab.4) si nota una discreta attenuazione delledifferenze, come pure tra le donne (risul-tati non presentati).E' possibile che un quota di questa diffe-renza sia attribuibile ad un'effetto diselezione, capace di trascinare soggettimeno sani in basso nella scala sociale.Le poche esperienze di studio dellamobilità sociale per stato di salute dimo-strano che questo effetto è presente manon importante (9).Rimane quindi un'importante compo-nente delle differenze osservate, che puòtrovare spiegazioni solo nello svantaggiodi una posizione sociale più povera diquelle risorse culturali ed economichenecessarie per prevenire i rischi e perproteggere la propria salute.Questa tesi trova sostegno nel profilo dirischio per le malattie prevenibili, il cuirischio sarebbe riducibile, per esempio,attraverso la promozione di scelte di vitae di ambienti più sani. Questo gruppo dicause di morte dimostra infatti differen-ze sociali ancora più accentuate, mentrele malattie curabili, che sarebbero evita-bili attraverso una maggiore equitànell'eccesso e nella fruizione delle pre-stazioni, mostrano una tendenza quasiinversa. L'accessibilità ai servizi socialia Torino potrebbe essere tendenzialmen-te egualitaria: oppure il peso, fra lemalattie curabili, di quelle poche patolo-gie che presentano differenze socialiinverse (per esempio i tumori intestinaliche sono più frequenti nelle classi alte)potrebbe essere in grado di invertire ladirezione delle differenze sociali in que-sto gruppo di cause di morte.Nella popolazione torinese si osservanocomunque notevoli differenze socialinelle esposizioni a fattori di rischioimportanti per la mortalità prevenibile(tab. 5). Ad esempio i forti fumatori ed iconsumatori di alcool si concentrano frai soggetti con titolo di studio più basso e

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la propensione a smettere di fumare el'esercizio fisico (che sono indicatori dicomportamento sano) crescono conl'istruzione, come pure la propensioneall'uso di servizi specialistici.Dunque, ci sono prove per documentarel'esistenza di differenze sociali nellasalute a Tonno negli anni '80. Questesono di direzione e di dimensioni para-gonabili a quelle riportate nell'indagineIstat su tutta la popolazione italiana.Il compito che diviene essenziale è orala ricerca di spiegazioni delle differenzeosservate, utili all'elaborazione di politi-che sociali e sanitarie che riducono leineguaglianze.Se prendiamo una delle più accreditateclassificazioni dell'equità nelle politichesanitarie (10) e le confrontiamo con idati che abbiamo descritto, ci accorgia-mo che le prime definizioni (l'equitànella distribuzione delle risorse procapi-te o l'equità nella distribuzione dellerisorse, dell'accesso e dell'uso dei servi-zi a parità di bisogno) non sono soddi-sfacenti. Le attitudini ed i comportamen-ti preventivi sono più presenti nelle clas-si sociali più avvantaggiate, che tendonoad accettare giustificazioni differite neltempo per le proprie scelte: dunque isoggetti di classe sociale più elevata pos-sono avvantaggiarsi di più di una risorsaequamente distribuita.Occorrerebbero sia una discriminazionepositiva a favore delle classi sociali piùavvantaggiate per garantire un'equa sod-disfazione del bisogno marginale, siainterventi preventivi di tipo non sanitario(economici, urbanistici, sociali, cultura-li) capaci di redistribuire quelle risorseeconomiche, culturali e di sostegnocomunitario che sembrano fondamentaliper una distribuzione equa della salute (enon solo della sanità).Quale andamento possiamo prevedereper le diseguaglianze nella salute?Se è vero che le classi sociali più avvan-taggiate hanno una più spiccata propen-sione ad adottare comportamenti "pre-ventivi", i cui effetti si possono osserva-re solo a medio ed a lungo termine, dob-biamo ancora aspettarci un aumentodelle differenze sociali per alcune pato-logie (come quelle correlate al fumo).Inoltre, se è vero che il sostegno familia-re gioca un importante ruolo di compen-sazione sugli effetti delle differenzesociali della mortalità, l'indebolirsi inquesti anni di tale sostegno nella società,quand'anche fosse equamente distribui-to, avrebbe l'effetto di produrre differen-ze ancora maggiori.I pochi dati disponibili (tab. 2) docu-mentano una situazione di diseguaglian-ze nella mortalità stabile od in aggrava-mento.Ci sì può solo augurare che le politichesanitarie, ma ancora più le politiche

Tabella 4 - Rischi relativi di morte per tutte le cause e per le cause"evitabili" in quanto "prevenibili" o in quanto "curabili" secondo laclasse sociale, il titolo di studio, il titolo di godimento dell'abitazione elo stato civile (questi ultimi standardizzati fra di loro), tra gli uomini eanziani. (riprodotta da I3)

Indicatori sociali

Classe sociale:dirig. profess.impiegatiautonomioperaidisoccupati

Titolo di studio:laureamedia sup.media inf.elem.lsenza tit.

Godimento casa:proprietàaffttolaltro

Stato civile:coniugaticelibivedoviseparatildiv.

Cause (30-59 anni)

tutte prev. cur.

I I I1.2 1.1 1.0I3* 1.4 0.91.4* 1.4 0.93.I* 33* 0.7

I I 11.5 1.5 1.21.5 I.6 0.71.6 1.9 0.6

I I II.2* I.4* I.0

I I I2.0* 1.5 0.9I.3 1.8 0.5I.6* 2.5* 0.8

Cause (60-74 anni)

tutte prev. cur.

(a)

(b)I II.2 1.4 1.31.1 1.3 1.2

I II .2* 1.3 I.3

I I1.1 0.8 8.0I.2* 1.3 0.71.2 1.3 1.7

Legenda: nella fascia di età 60 - 74 (a) non è stato possibile effettuare le analisi per classisociali per l'impossibilità di classificare soggetti in gran parte pensionati e (b) è stato neces-sario raggruppare i soggetti in possesso di laurea con quelli in possesso di titolo di scuolasuperiore per l'esiguità numerica dei primi. I rischi relativi significativamente diversi da I(pe 0.05) sono segnati con un (*). Il titolo di studio, il titolo di godimento della casa e lostato civile sono analizzati all'interno di un modello unico che permette di stimare rischiindipendenti per ogni variabile.

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sociali, siano capaci di attenuare questedifferenze.Tuttavia non ci sono molti segnali che ilnostro sistema sociale e sanitario si stiapreoccupando di questo fenomeno.Alcuni preconcetti possono far ritenerele differenze sociali nella salute o inesi-stenti o naturali. Non è estranea la ten-denza ad accollare all'individuo tutte leresponsabilità dei propri comportamentie della propria salute, e quindi a nonritenere di pertinenza sanitaria o socialeil problema.

Almeno "l'impossibilità di documentarequeste differenze" è un alibi che vascomparendo. (13)Per gli amministratori si tratta di segnaliche riportano alla ribalta il problemadell' equità nelle politiche sociali.Da parte della comunità scientifica ènecessario intensificare gli sforzi diricerca sia per comprendere meglio lavera natura di queste differenze, esplo-rando ad esempio il ruolo delle differen-ze sociali nell'esposizione a fattori dirischio o protettivi in fasce di età preco-

ce, sia per verificare la dimensione dellediseguaglianze nel tempo e nello spazioo per stimarne la riduzione in conse-guenza dei diversi interventi sociali esanitari (14).

Giuseppe Costa (1,2)Fabrizio Faggiano (I )

(1) Dipartimento (li Igiene e Medicinadi Comunità. Università di Torino.(2) Settore di Epidemiologia USL Torino 1

Tabella 5 - Rischi relativi (2) di presenza di condizioni ipotizzate comedeterminanti la differenza di mortalità (consumo di sigarette e alcool,essere ex fumatori, esercizio fisico regolare, e consultazione del medi-co di base e di specialisti del Ssn o privati) secondo il titolo di studio.(riprodotta da 13)

Fattori Prevalenza (I)stimata/ 100

Elem. Medie MaturitàLaurea

Fumo > 20 sigldie 2.1 I 1.0 0.6Alcool > 50 cc.ldie 34.0 I 0.6 0.4*Ex fumatori 3.1 1 2.0* 1.5Esercizio fisicoVisite medichenell'ultimo periodo:

27.7 1 1.3 2.9'

Medico base (mese) 3.1 I 0.9 0.8Specialista (6 mesi) 4.3 I 1.7* I.6*

I) In tabella è riportata la percentuale di soggetti (prevalenza stimata), che a Torino nel1986, presentavano la condizione in studio. I dati sono relativi a un'indagine campionariasulla popolazione torinese.2) I rischi relativi significativi con p < 0.05 sono contrassegnati con un (*).

Riferimenti bibliografici

1) World Health Organisation (1989).Targets for health for alt. Targets in sup-port for european strategy for health foralt. Who Regional Office of Europe,Copenhagen.

2) Fox A. J. (a cura di) (1989). Health ine-qualities in european countrics, Aldershot,Gower.

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5) Costa G., Demaria M. (1988). Un sistemalongitudinale di sorveglianza della morta-lità secondo le caratteristiche socio - eco-nomiche, come rilevate ai censimenti dipopolazione: descrizione e documentazio-ne del sistema. Epidemiologia ePrevenzione, 36, pp. 37 - 47.

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9) Whitchead M. (1987). The health divi-de: incqualities in health in the 198(Ys.Health Education Authority, Londra.

10) Mooney G., McGuire A. (1987),Distributive justice with special referen-ce to geographical inequalities andhealth care, in Williams A. (a cura di)Health and Economics, Mc MillanPress. Londra.

1 l) Consiglio Sanitario Nazionale, RelazioneStato Sanitario del Paese 1990 - 91.Documento di Lavoro, 1993.

12) Lemma P. e coll. (1993) Mortalità nelprimo anno di vita nello studio longitudi-nale torinese. Epidemiologia ePrevenzione in corso di stampa.

13) Costa G., Faggiano F. (1992). Le diffe-renze sociali nella salute in Italia. Politicaed Economia, 92 : 3 - 5.

14) Costa G., Faggiano F. (1993). Equitànella salute: lo scenario italiano. Atti delSeminario dei Laghi 1992.Fondazione Smith Kline, Franco Angeli,Milano.

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L'ERGONOMIANEI SERVIZI DI PREVENZIONENote propositive a margine del I corso di ergonomiaorganizzato dalla Società Italiana di Ergonomia

Il 1 corso interuniversitario di ergono-mia, organizzato dalla Società Italiana diErgonomia (SIE) e conclusosi, dopo seisettimane di attività didattica, alla fine dimarzo, ha rappresentato un'importanteiniziativa di formazione nel campo dellaprevenzione nei luoghi di lavoro.Lo scopo del corso è stato quello di rio-rientare a delle finalità ergonomichefigure professionali provenienti da diffe-renti ambiti disciplinari (architetti, desi-gners, ingegneri, medici e sindacalisti).La scelta della SIE, dopo un dibattitodurato alcuni anni, è stata quella infattidi non considerare l'Ergonomia unadisciplina in quanto tale, ma piuttosto unmetodo di lavoro che consentisse, attra-verso "uri incontro disciplinare interdi-sciplinare tra conoscenze scientifichederivanti do almeno tre aree disciplinaridiverse e consolidate: politecnico, bio-medica, sociale..., gli obiettivi sono indi-viduabili nell'analisi, l ' interpretazione,la valutazione e la progettazione dellerelazioni esistenti o peciigurabili,all ' interno di sistemi semplici o com-plessi..." (Grieco, Atti IV CongressoNazionale S1E 1988).Coerentemente con questa definizione,l'obiettivo del corso è stato quello di for-nire ai partecipanti, oltre ad una baseteorica di conoscenze sulla salute occu-pazionale e sicurezza antinfortunisticaed un metodo di analisi delle situazionidi lavoro, alcuni concetti e conoscenzealle altre discipline coinvolte nell'inter-vento ergonomico.Questa visione dell'Ergonomia, propriadell'italia, non ha corrispettivi negli altripaesi europei ed extraeuropei. In GranBretagna, ad esempio, paese dove è natal'Ergonomia, esiste una chiara imposta-zione disciplinare con un ordine profes-sionale degli Ergonomi a cui si accedecon titoli specifici (laurea in ergonomia,diploma di specializzazione o dottoratodi ricerca).La situazione italiana, a pochi mesidall'inizio del 1993, con la piena entratanel mercato del lavoro europeo, si trova-va quindi, come del resto avviene pervarie altre professioni (è anche il casodell'igienista industriale), in assenza ditecnici con titoli professionali che potes-sero avere un qualche riconoscimentoscientifico oltre che legale.

Il corso interuniversitario di Ergonomiaè stato un primo tentativo, ma speriamopossano seguirne altri, migliorati neicontenuti e nei metodi, di colmare que-sto vuoto di professionalità e di profes-sionisti.E' seguita quindi fortunatamente, ad unaposizione forse per troppi anni un po'teorica della SIE, una decisione piùpragmatica che risolvesse l'annosa dia-triba su chi è o chi non è l'ergonomo.Parallelamente a questo dibattito, sicura-mente utile ma che rischia se continuatodi divenire un puro esercizio filosofico,c'è stato in Italia chi l'ergonomia nonsolo l'ha fatta ma l'ha anche diffusadando in termini di esempi pratici lemigliori definizioni.Rispetto ai miglioramenti sul pianoorganizzativo e dei contenuti da apporta-re ad un successivo corso, la discussioneche c'è stata nelle ultime giornate hafatto emergere alcune necessità.• L'accesso al corso dovrebbe prevedereprecisi requisiti professionali o di carrie-ra. Ciò essenzialmente per adeguarsi aquanto poi potrebbe essere richiesto peril valore legale del titolo.• La parte teorica, onde evitare la ripeti-zione di concetti già acquisiti, dovrebbeessere differenziata per le varie figureprofessionali. Si consentirebbe così unmaggior approfondimento delle temati-che non appartenenti alla disciplina diprovenienza rendendo peraltro il riorien-tamento verso le altre materie più com-pleto.• All'esposizione dei metodi esistentiper l'analisi del lavoro organizzatodovrebbe essere dedicato un tempo mag-giore in considerazione del]' importanzache hanno riguardo alla successiva pro-gettazione.• La parte pratica, che invece è ovvia-mente collegiale, coinvolgendo in gruppidi lavoro le differenti professionalità,dovrebbe prevedere un collegamentocon strutture (servizi di USSL, istitutiuniversitari, istituti privati, ecc.) chepossano mettere a disposizione casi pra-tici (scelti con precisi criteri) per le eser-citazioni.

La necessità di interventi ergonomiciLa partecipazione a questo corso di unodei sottoscritti e di altri colleghi operatori

nei servizi di tutela della salute dei lavora-tori nelle unità sanitarie locali, ha postoalcuni interrogativi su come possa essereinserita l'Ergonomia nell'ambito delle atti-vità di prevenzione che in essi sono svolte.Tali interrogativi derivano da due dati difatto:* la raccomandazione n. 3dell'International Labour Office invitavai Servizi di Medicina del lavoro a pro-muovere l'adeguamento dei posti dilavoro alle esigenze umane;• sia la legge di riforma sanitaria che i varipiani sanitari nazionali e regionali nonhanno mai minimamente affrontato il pro-blema.Si è difatti rimasti fermi a modelli orga-nizzativi della prevenzione che, perquanto innovativi rispetto ad altri paesi,hanno continuato ad interessarsi di salu-te prevalentemente in termini di benes-sere fisico, dimenticandosi di promuove-re anche quello psichico e sociale. Il pas-saggio poi delle competenze di vigilanzaed ispezione ai servizi delle unità sanita-rie locali, certamente positivo, ha peròulteriormente ridotto, a seguitodell'aumentare dei carichi di lavorosenza un parallelo adeguamento organiz-zativo, l'attività di tipo preventivo.La forte terziarizzazione del lavoroavvenuta in questi ultimi venti anni, por-tatrice di nuove problematiche di saluteoccupazionale (job related diseases), starappresentando peraltro una occasione omeglio una necessità di un differenteapproccio di analisi e valutazione deiproblemi, in altri termini di un approccioergonomico.Anche se l'esito del referendumsull'ambiente è un sicu ro passo indietrodella prevenzione dal punto di vista cul-turale, esistono ancora, anche se non sisa per quanto tempo (proposte di leggiscellerate di ulteriori divisioni offuscanol'orizzonte), validi presupposti per faredell'ergonomia nei servizi.In particolare nell'ambito delle funzionie competenze dei servizi, tre attivitàsembrano avere una forte valenza epotenzialità rispetto all'attuazione di unintervento ergonomico.• Le commissioni nuovi insediamentiproduttivi delle USL che emettono pare-ri tecnici di idoneità riguardo a qualsiasinuova attività lavorativa che ha inizio

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sul proprio territorio, rappresentano deigruppi di lavoro in cui l'analisi e la pro-gettazione ergonomica possono avere unampio spazio. In Toscana, ad esempio,tale commissione è composta, per dispo-sizioni regionali, da un igienista, unmedico del lavoro, un ingegnere chepossono convocare, se lo ritengono,anche altri tecnici sia dell'azienda chedella propria USL per avere chiarimentisul progetto (in genere si tratta di archi-tetti, ingegneri o dirigenti).L'assenza di una formazione ergonomi-ca dei componenti, ha sino ad oggi ridot-to notevolmente la capacità di analisi evalutazione, limitando l'intervento pre-ventivo alla sola eliminazione dei rischidi tipo fisico o chimico, senza considera-re le correlazioni esistenti, in un'otticainterdisciplinare, con il lavoro organiz-zato.Anche se le normative di igiene e sicu-rezza del lavoro limitano l'interventopreventivo, possono in sede di commis-sione essere espressi pareri anche suaspetti riguardanti l'organizzazione dellavoro, i costi c la produttività.• I piani di comparto, patrimonio ormaiacquisito del modello operativo dei ser-vizi per la tutela della salute dei lavora-tori, sono l'occasione, soprattutto nellaloro fase conoscitiva e di studio, dimessa a punto di raccomandazioni dicarattere ergonomico per macchine edambienti di lavoro, prevedendo per alcu-ne realtà più complesse analisi e valuta-zione del lavoro organizzato.E' forse proprio per questo tipo di atti-vità che si possono contare il maggiornumero di interventi ergonomici svoltidai servizi. Si è trattato di esperienzeriguardanti problematiche varie (posturedi lavoro, stress e organizzazione dellavoro, sicurezza delle macchine) chenell'attività di vigilanza ed ispezione,conseguente alla fase conoscitivadell'indagine di comparto, avrebberoavuto evidenti difficoltà ad essereaffrontate.• Le inchieste su infortuni e malattie pro-fessionali, altra attività svolta di routinedai servizi, sono sicuramente un'ulterioreoccasione per acquisire conoscenze peruna successiva corretta progettazioneergonomica del posto di lavoro.A titolo di esempio citiamo il caso di unrecente infortunio occorso nella nostraUSL ad un tecnico di laboratorio, conta-minatosi il volto e le labbra con sangueinfetto da HIV mentre manipolava unaprovetta in cabina di sicurezza. Ad unaprima analisi poteva essere attribuita lacausa dell'infortunio al solo schermo diprotezione della cabina mentre invece sitrattava anche di un mancato adegua-mento del sedile di lavoro alle caratteri-stiche antropometriche del soggetto, chefiniva, sia per lo schermo troppo alto sia

perché non poteva regolare il sedile, conl'avere il volto all'altezza della zona nonprotetta.E' presumibile che la scarsa diffusione diconoscenze di tipo ergonomco e soprat-tutto il non uso di metodi di analisi validi,siano causa di un approccio da partedell'operatore, insufficiente e parziale, chenon gli consenta di individuare compiuta-mente il problema e quindi dare le indica-zioni preventive più corrette.Occorre aggiungere inoltre che l'approc-cio ergonomico inevitabilmente portereb-be a considerare il fattore umanodell'infortunio, che invece con una analisimonodisciplinave, limitata alla sola sicu-rezza della macchina, stenta ad emergere.

La necessità di formazionein campo ergonomicoDa quanto detto emerge una necessità diformazione a vari livelli c con differentifinalità.Un primo livello è quello della forma-zione, mediante corsi come quello giàorganizzato, di operatori (i medici ergo-nomi, gli architetti ergonomi, gli inge-gneri ergonomi, ecc.) in grado di coordi-nare successivamente, avendo acquisitoil metodo proposto dall'crgonomia,gruppi di lavoro interdisciplinare, dandoperaltro anche l'apporto della propriadisciplina di base.Un secondo livello è quello della diffu-sione tra gli operatori dei servizi dimetodi di analisi del lavoro organizzatoche consentano di individuare e descri-vere, in modo più compiuto ed esaustivooltre che adeguato alle problematicheemergenti collegate al cambiamento,tutte quelle condizioni di rischio da eli-minare o ridurre al momento della pro-gettazione ergonomica.E' auspicabile, per dare inizio a tale for-mazione, che il lavoro svolto da alcunigruppi di ricerca italiani, ed in particola-re da quello sui rapporti tra lavoro orga-nizzato e salute e sul metodo AET, escadal ristretto ambito dei cultori dellamateria per aprirsi alle esigenze di unmaggior numero di operatori dei servizi.E' opportuno precisare che sebbenenumerose iniziative siano state realizzatesino ad oggi sull'uso dei metodi di analisidel lavoro organizzato e sempre più fre-quentemente, ad iniziare dal Congressodella Società Italiana di Medicina dellavoro di Stresa, siano presentati contri-buti di ergononúa, poco o nulla è statofatto per accrescere un vero e propriobisogno di lavorare secondo metodi diffe-renti tra gli operatori. Non sono infattisufficienti per raggiungere questo scopoiniziative che esaltano o mettono in evi-denzia un certo tipo di produzione scien-tifica (sicuramente meritevole) bensì ini-ziative che dimostrino, con criticacostruttiva, i limiti di un certo modo di

operare o di osservare l'ambiente di lavo-ro.Per fare un esempio chiarificatore, ilmodo di effettuare i sopralluoghi daparte degli operatori dei servizi, che sibasa essenzialmente sull'esame a bloc-chi del ciclo lavorativo secondo le stori-che categorie dei fattori di rischio, è ina-deguato ad evidenziare le problematicheemergenti derivanti dall'organizzazionedel lavoro o da una, sempre più sofisti-cata, interazione uomo - macchina.Questo tipo di formazione ha bisognoquindi di essere preceduta da una sensi-bilizzazione degli operatori al problemaaffinché l'ergonomia possa essere moti-vo di richiamo e interesse.In conclusione, come abbiamo già fattopresente al Presidente (Prof. A. Grieco)del gruppo formazione della ConsultaInterassociativa per la Prevenzione,sarebbe opportuno sulle tematicheaffrontare in questo articolo un semina-rio organizzato da SIE e SNOP chediscuta e tenti di rispondere almeno a tredomande:• il modello operativo dei servizi con-sente un approccio ergonomico al lavoroorganizzato?Il sopralluogo, così come tutt'oggi èsvolto, è in grado di dare informazioniadeguate ad una nuova domanda di salu-te?• la formazione degli operatori in chemodo deve essere realizzata per il rag-giungimento di un fine ergonomico?Si rimane in attesa di risposte a questoarticolo da parte di tutti coloro che sonointeressati ad aprire un dibattito su que-sto argomento.

Riccardo TartagliaFrancesco Carnevale

Riferimenti bibliografici

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L'IMPEGNO ITALIANOPER LA MEDICINA DEL LAVORONEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO

Dal 1990 è attivo il Centro diCollaborazione OMS dell'istituto diMedicina dei lavoro dell'Università diMilano, un Gruppo nazionale per la"Cooperazione Internazionale per laPrevenzione della Patologia da lavoro",formato da operatori italiani di medicinaed igiene del lavoro.Le finalità del Gruppo di lavoro sono:• appoggiare la promozione e sperimenta-zione di programmi o attività puntuali(implementazione di infrastrutture, stru-mentazione, formazione di operatori e diquadri sindacali) per la crescita della medi-cina del lavoro nei Paesi in via di Sviluppo(PVS);• costituire in Italia un osservatorio pri-vilegiato per questo tipo di esperienze,favorendone la divulgazione ed il con-fronto con l'esperienza italiana e fornen-do ad esse, al bisogno, un supporto tec-nico - professionale;• favorire e valorizzare le strategied'intervento di medicina del lavoro neiPVS che prevedano la partecipazionedei lavoratori, in analogia con il modelloitaliano sviluppato nell'esperienza deglianni ' 70;• catalizzare nel mondo degli operatoridella medicina del lavoro, accademici,istituzionali e politici, la discussionesulle problematiche generali dello svi-luppo e sottosviluppo della m.d.l. nellearee arretrate;• proporsi come Gruppo consultivo, neiconfronti della Direzione Generale per laCooperazione allo Sviluppo del MinisteroEsteri Italiano e degli OrganismiInternazionali, per la definizione sia deiProgetti specifici di medicina del lavorosia di quelli socio - sanitari includenti atti-vità di tutela dell'ambiente lavorativo edextra - lavorativo.Il Gruppo di lavoro ha curato l'organiz-zazione di due Convegni nazionali sultema degli interventi nei PVS nell'ambi-to della patologia professionale.Ne] primo evento, realizzato il 28/10/91presso l'Ospedale San Raffaele diMilano, furono presentate le esperienzedi Cooperazione Italiana in Brasile.Il secondo evento, organizzato a Milanonel settembre '92, ha visto la partecipazio-ne di responsabili delle OrganizzazioniInternazionali e di tecnici dei Paesi inte-ressati.Per l'occasione è stato realizzato il primo

censimento delle attività di Cooperazioneitaliana in corso (si vedano le schede rias-suntive dei Progetti censiti), includendole numerose esperienze nel campo dellaformazione in Italia di tecnici prove-nienti dai Paesi in via di sviluppo.Uno spazio è stato destinato inoltre alleprospettive di sviluppo della Cooperazionein medicina del lavoro nelle aree del Nord- Africa e dell'Est europeo.Le conclusioni del Convegno sono stateriordinate e successivamente presentate(Novembre '92) ai Responsabilidell'Unità Tecnica della CooperazioneItaliana presso il Ministero Esteri; dalconfronto è risultata confermata lavolontà delle parti di rafforzare iProgetti in corso ed in programma.Tra gli impegni futuri è prevista la rea-lizzazione nel '94 di un Seminario euro-peo sulla gestione di questi progetti; perl'evento si sta programmando la parteci-pazione delle istanze governative com-petenti dei paesi europei, degliOrganismi internazionali e delleOrganizzazioni non governative promo-trici di iniziative; l'obiettivo principale èquello di confrontare ed uniformare leesperienze.Su questo versante si ritiene importanteche la SNOP operi in sinergia: una pro-posta immediata è che la Società assumacome proprio questo tema di lavoro e sifaccia promotrice dell'inclusione dellaproblematica della medicina del lavoronei PVS tra i punti di discussione previ-sti per la V Conferenza europea suirischi negli ambienti di lavoro.

L'IMPEGNO ITALIANOLa Cooperazione Italiana con i PVS haregistrato dal 1970 in poi una considere-vole crescita numerica e qualitativadelle esperienze, culminata con l'appro-vazione della Legge 49 del 2612187.Due anni dopo vennero definite le lineeguida in campo sanitario.In questo testo venne per la prima voltaaffrontato il tema dell'inquinamentodegli ambienti di lavoro nei PVS. Silegge per esempio:"(Nei Paesi del Terzo Mondo)...lo svilup-po industriale incontrollato ha aggravatola contaminazione ambientale"

... per affrontare questo problema laCooperazione Italiana integra gli obiettividella protezione ambientale nei Programmi

sanita ri e stimola la considerazione preli-minare dell'impatto sociale e sulla salaste diqualsiasi Programma di Sviluppo, special-mente di quelli diretti espressamente allamanipolazione dell'ecosistema" ."Pertanto - si legge ancora - laCooperazione favorisce i Programmi checonsiderano prioritarie le azioni contro lemalattie prodotte dall'acqua, dai rifiuti e lemalattie proprie del lavoro".Tale opzione è confermata dallaProgrammazione triennale 9 1 193, appro-vata dal Comitato Interministeriale perla Cooperazione, dove il problemaambientale è incluso tra i temi d'interes-se prioritario.Da tutto ciò, a partire dal 1989, è coeren-temente derivato un impegno per l'avviodi programmi di medicina del lavoro neiPVS, accanto ai tradizionali, e tuttoraprioritari, obiettivi di attenzione basica,legati ai modelli dell'OMS per l'inter-vento nelle popolazioni marginali.

LA GRAVITÀ DEL PROBLEMAProiezioni nell'ambito dei dati occupa-zionali indicano la necessità per i PVS,al solo fine di mantenere l'attuale tassodi occupazione, di raddoppiare nei prossi-mi quarant'anni i posti di lavoro esistenti:dagli attuali due miliardi ai quattro miliar-di dei 2030.E' evidente l'enorme richiesta di interven-ti di m.di implicata da tale previsione.Altrettanto allarmanti sono le conclusio-ni delle analisi epidemiologiche: le stati-stiche sanitarie segnalano che, dopoalcune decadi di rapida industrializzazio-ne, i quadri patologici sono mutati: lepatologie cronico - degenerative, tipichedei Paesi sviluppati ed in parte attribui-bili ad agenti nocivi presenti nelle fab-briche, hanno superato per frequenza lepatologie infettive e carenziali,L'inversione dell'importanza relativa diun tipo di patologia sull'altro è preoccu-pante perché indica l'esistenza di effettid'associazione delle due patologie con ilrisultato complessivo che gli effettidell'esposizione ad inquinanti siano piùgravi nei lavoratori del Terzo Mondorispetto ai lavoratori dei Paesi industria-lizzati con identico impiego.Tutto ciò è poi da inquadrare dove lam.d.l. ha una collocazione marginale neiPiani Sanitari nazionali.Infine, in questi Paesi esiste una bassacapacità organizzativa dei lavoratori, chedetermina, per gli obiettivi della salutein fabbrica, una debolezza sul pianodelle rivendicazioni sindacali.Su queste questioni, nelle Tabelle I, II eIII vengono presentate le conclusionidelle riflessioni del Gruppo di lavoro;tali schemi possono rappresentareun'utile traccia per stimolare l'approfon-dimento della discussione.Si ha la convinzione che i Progetti di

IO

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m.d.l. possano svolgere in questi Paesiun'importante funzione normalizzatricedello sviluppo industriale, contenendogli effetti negativi (sfruttamento antieco-logico delle risorse, esposizione deilavoratori a situazioni di alto rischio,ecc...) ed amplificando gli effetti positividi crescita economica e di qualità dellavita.

1. Sistema integrato per la prevenzio-ne, diagnosi e cura delle malattie pro-fessionali nello stato di Bahia - Brasile- Associazione Italiana solidarietà tra ipopoli (Aispo) - Via Olgettina, 46MilanoControparte: Ministero della Sanitàdello Stato di Bahia - BrasileIl Programma, svoltosi dal 1989 al1992, ha appoggiato la costituzione:1.1 di un Centro di Medicina del Lavoro(Centro Estudos Saude do Trabalhador -Cesat) con funzione di coordinamentotecnico ed organizzativo delle azioni dim.d.l. che si svolgono nello stato diBahia;1.2 di un Ambulatorio per la diagnosi dimalattie professionali;1.3 di due Laboratori d'appoggio dia-gnostico - specialistico:Tossicologia ed Igiene Industriale.Ha svolto inoltre attività di formazionefornendo sette borse di studio per tiroci-ni presso strutture italiane di m.d.l. ditecnici brasiliani ed organizzando inloco Seminari con partecipazioni diesperti e docenti italiani. Sono stati atti-vati sul territorio Progetti speciali per irischi solventi, insetticidi e polveri pneu-moconiogene.Popolazione interessata: lo Stato diBahia con 12 milioni di abitanti, deiquali 4 milioni sono lavoratori registrati.Nell'area metropolitana di Salvador,capitale di Bahia, è installato il comples-so industriale di Camacari che, con50.000 lavoratori occupati e 60 comples-si chimici, rappresenta il più grande polopetrolchimico dell'emisfero australe.

2. Centro di ricerca, documentazionee formazione sindacale sulle condizio-ni di lavoro e tutela salute in Brasile.Progetto Sviluppo CGIL - via Goito39 Roma.Controparte: CUT, organizzazione sin-dacale.Il Programma, iniziato nel 1989 e tutto-ra in corso, ha realizzato:2.1 - la creazione dell'Inst (InstitutoNacional de Saùde no Trabalho), a SanPaolo, con un centro di ricerca e docu-mentazione (con una banca dati, unabiblioteca, una pubblicazione periodica)la cui funzione è, tra l'altro, quella dipromuovere, raccogliere e diffondere glistudi e i dati relativi alla salute nei luo-ghi di lavoro in Brasile;

2.2 - la formazione di lavoratori e quadrisindacali nell'area della prevenzione esicurezza del lavoro, attraverso la realiz-zazione di corsi e seminari in Italia e inloco;2.3 - la realizzazione di ricerche sulfenomeno degli infortuni sul lavoro e sualcune malattie professionali (silicosi,lesioni da sforzi ripetuti), di campagnecontro rischi specifici (benzolo), indagi-ni e mappatura dei rischi in aziende(siderurgica, petrolchimica), iniziativeper la bonifica di ambienti di lavoro.Popolazione in Brasile: risultano regi-strati 28 milioni di lavoratori.

3. Sviluppo di servizi pubblici dimedicina del lavoro nello stato di SanPaolo - Brasile. Istituto superiore disanità, Via Regina Elena, 299 RomaControparte: Ministero della Sanitàdello stato di San Paolo - BrasileIl Programma, che fa seguito alla realiz-zazione presso l'Istituto di numerositirocini per operatori brasiliani, inizierànel 1993. Sono previste le seguenti atti-vità:3.1 creazione nello Stato di San Paolo dicinque Centri di m.d.l. integrati con iProgrammi sanitari locali. Fornituradell'equipaggiamento basico;3.2 potenziamento dei Centri di m.d.l. dilivello superiore già operanti nello Stato(Laboratori d'Igiene e Tossicologia,Vigilanza Epidemiologica)3.3 formazione in loco ed in Italia di tec-nici brasiliani

4. Attività di medicina ed Igiene dellavoro in Mozambico - progetto diappoggio al dipartimento di igieneambientale. Movimento liberazione esviluppo (MOLISV) - Piazza Albania,10 Roma - Ministero Affari EsteriControparte: Ministero della Sanità delMozambicoIl Programma, che si è insediato nel 1989ed è tuttora in corso, prevede attività dim.d.l. inserite in un'azione più generaled'appoggio nell'area nell'Igiene Pubblicae del territorio.Sono stati realizzati i seguenti obiettivi:4.1 rafforzamento della Sezione diSalute Occupazionale del Ministero(definizione di competenze, flussi dilavoro e strumenti legislativi) e della reted'intervento basica, inclusi i ServiziAziendali;4.2 attività di formazione ed informazio-ne sui rischi industriali in collegamentocon la Sezione di medicina occupaziona-le dell'OMS Ginevra;4.3 progetti speciali nel comparto mine-rario per il rischio polveri ed in agricol-tura per il rischio insetticidi.

5. Appoggio al dipartimento di Medicinadel Lavoro - Ministero della Sanità dellaregione H di Leon - Nicaragua -Movimento laici America Latina(MLAL) - P. le Olimpia - VeronaControparte: Ministero della Sanità -NicaraguaIl Programma, iniziato nel 1989 edattualmente in attesa di proroga, ha rea-

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ylizzato i seguenti obiettivi:5.1 creazione del Dipartimento diMedicina del Lavoro (Oficina de SaludOcupational: OSA) presso il Ministerodella Sanità nicaraguense;5.2 appoggio nella realizzazione dellamappatura regionale dei rischi e di unsistema di sorveglianza epidemiologicadelle malattie professionali;5.3 programmi di formazione di tecnicilocali (infermieri ed ispettori);5.4 progetto speciale sul rischio da pesti-cidi.

6. Appoggio alle organizzazioni deilavoratori dell'Ecuador-MovimentoLaici America Latina (MLAL) - P.leOlimpia - VeronaControparte: Centro de documentaciony informacion de los movimientos delEcuador Quito (CEDIME) eConfederazioni Sindacali del FrenteUnitario de Trabajadores (FUT).Il Programma, iniziato nel 1985 e con-clusosi nel 1991, ha realizzato:6.1 la creazione di un Centro di m.d.l. aQuito, il Centro de Estudios dc la Saludde los Trabajadores (CEST);6.2 interventi in Aziende appartenenti aicomparti più rappresentativi e rischiosi(estrattivo, tessile e metalmeccanico);6.3 attività di formazione di operatorisindacali in lacci ed in Italia;6.4 attività d'informazione sui rischiindustriali ed agricoli attraverso la pub-blicazione di dispense di m.d.l.

Gianni Saretto*,Renato Gilioli**

e Gian Carlo Vicinelli ***

* Collaboratore AISPO** Centro di Collaborazione con l'OMS

per la Medicina del Lavoro e l'IgieneIndustriale, Clinica del Lavoro di

Milano*** Coordinatore in Italia Progetto

Salute e Lavoro in Brasiledi Progetto e Sviluppo

57 ,,,Lio

Tab. I. La Medicina del Lavoro neiPaesi in via di sviluppo. Elementicondizionanti legati al processod'industrializzazione (diviso secon-do le principali fasi storiche che locompongono)I. Fase Coloniale

- disindustrializzazione delle regionidipendenti- squilibrio geografico sfavorevole peri paesi in via di sviluppo nella distribu-zione quantitativa e qualitativa delleinstallazioni industriali esistenti nelmondo- sviluppo di attività minerarie e dellacoltura di prodotti agricoli tropicalirichiesti dai Paesi sviluppati

2. Fase dell'industrializzazione rapida- industrializzazione dei Paesi in via disviluppo in settori tralasciati dai Paesisviluppati, perché superati, faticosi edinsalubri- frammentazione dell'industria in pic-cole unità produttive- sfruttamento intensivo di manodo-pera non sindacalizzata e ricattabile

3. Fase della multinazionalizzazionedell'industria

- trasferimento ai Paesi in via di svi-luppo di sostanze nocive e ad altorischio d'incidente rilevante- mancata divisione internazionale dellavoro sfavorevole ai paesi in via disviluppo- basso costo del lavoro diretto (sala-ri) ed indiretto (oneri)

4. Fase della recessione- urbanizzazione e formazione di unamassa metropolitana di lavoratoriinformali- ipertrofia del terziario

Tab. 2. La Medicina del Lavoro neiPaesi in via di sviluppo. Elementicondizionanti legati alle carenze delsettore pubblicoI. Incapacità dei Servizi competenti diprevenire, diagnosticare, curare, dareassistenza rispetto alla patologia da lavoro2. Incapacità di controllare il rischiopresente negli ambienti di lavoro3. Assenza d'integrazione interistituzio-nale ed instraistituzionale nella realizza-zione di attività di m.d.l. Assenza di con-tinuità e di modelli organizzativi.4. Insufficienza o inadeguatezza dellaLegislazione5. Incapacità di elaborare statistichemediche attendibili6. Insufficienza nella preparazione deitecnici

Tab. 3. La Medicina del Lavoro neiPaesi in via di sviluppo. Elementicondizionanti legati alla compre-senza di sottosviluppo ed industria-lizzazioneI. Elevata frequenza di patologie croni-co - degenerative da lavoro associate apatologie infettive e malnutrizionali.Effetto associativo peggiorativo2. Elevata frequenza d'infortunio emalattie professionali in realtà dove vi èinadeguatezza dei sistemi previdenziali.3. Insufficienza nutrizionale dovuta aibassi salari che a sua volta determinabassa capacità lavorativa4. Uso limitato di mezzi individuali diprotezione per mancanza di una culturadi tipo preventivo in realtà dove i siste-mi produttivi sono arretrati e con scar-sa manutenzione

Tab. 4. Programmi di Medicina delLavoro nei Paesi in via di sviluppoapprovati dalla cooperazione sani-taria italiana e censiti in occasionedel Il Convegno Nazionale"Medicina del Lavoro e Paesi in viadi sviluppo" - Clinica del lavoro diMilano - settembre 1992I. Brasile1.1 Sistema integrato per la prevenzio-ne, diagnosi e cura delle malattie profes-sionali nello Stato di Bahia A.I.S.P.O.1.2 Centro di ricerca, documentazionee formazione sindacale sulle condizionidi lavoro e tutela della salute in BrasileSan Paolo - Progetto sviluppo CGIL1.3 Sviluppo di Servizi Pubblici diMedicina del Lavoro nello Stato di SanPaolo. Istituto di Sanità - Roma2. MozambicoAppoggio al "Dipartimento d'Igieneambientale" - MOLISV - Ministero Esteri3. NicaraguaAppoggio al Dipartimento di Igiene edEpidemiologia, Sezione di Medicina delLavoro - Regione Il di Leon MLAL4. EcuadorAppoggio alle organizzazioni dei lavora-tori dell'Ecuador MLAL

Per ulteriori informazioni rivolgersi a:Renato Gilioli, Centro di Collaborazionecon l'Organizzazione Mondiale dellaSanità per la Medicina del Lavoro el 'Igiene IndustrialeVia San Barnaba, 8 - 20122 MilanoTel. 02 - 5454091fax 02 - 5454091

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NZ

Referenti per le schede

direttiva quadro 891391: Laura Bodinie Susanna Cantonidirettiva 891656 e 89/686 (mezzi di pro-tezione): Stefano Faesdirettiva 891392 (macchine): NorbertoCanciani e Gianandrea Ginodirettiva 901269 (movimentazione deicarichi): Enrico Occhipintidirettiva 901270 (lavoro con VDT):Riccardo Della Valle e Natale Battevidirettiva 901679 (agenti biologici):Susanna Cantoni e Gianni Borronidirettiva 901394 (agenti cancerogeni):Enzo Merler

SPECIALEDIRETTIVE COMUNITARIE

A fine estate, in accordo a quanto stabili-to nella Legge Comunitaria - forse conuna raffica di Decreti Legislativi d'ago-sto - dovrebbero essere recepite insiemealla direttiva quadro 391, tutte le altredirettive figlie.Direttive che cambieranno il nostromodo di lavorare; innanzitutto perchéamplieranno in modo positivo i campi dinormazione: basti pensare all'uso deiVDT, al sollevamento dei carichi, alrischio biologico o cancerogeno.L'invecchiatissimo DPR 303 non saràancora messo in soffitta, ma finalmentenon sarà più l'unico orizzonte normativosulla sorveglianza sanitaria mirata.11 medico competente dovrà misurarsicon visite ortopediche e oculistiche dibase, con tecnologie sicure per la mani-polazione di agenti biologici o sostanzealtamente nocive quali quelle canceroge-ne. Moltissime categorie di lavoratoriverranno positivamente coinvolte in que-sto ambito di valutazione, informazione,bonifiche e sorveglianza mirata.1 mezzi di protezione personale e leattrezzature di lavoro dovranno essere"certificati" e la materia subirà sicura-mente un positivo incremento di qualità.Il recepimento rischia però di sottrarresoprattutto per le direttive più tecniche(macchine, mezzi di protezione persona-le, luoghi e attrezzature di lavoro) lacompetenza ai servizi territoriali versopapocchi tra Ministero del Lavoro eMinistero dell'Industria.

Le avvisaglie erano già tutte nell'artico-lo 43 della Legge Comunitaria n° 142.Come SNOP, insieme ad Ambiente eLavoro, stiamo sviluppando un'opera divigilanza legislativa ed uno stato di pre -allarme tra i parlamentari soprattuttodelle Commissioni Lavoro e AffariSociali e Sanità di Camera e Senato.Ma in tempi di sottrazione facili di com-petenze, quest'opera va sostenuta congrande tempismo e attenzione.A fine aprile le Confederazioni CGIL -CISL - UIL hanno siglato un primoaccordo con la Confindustria per il rece-pimento per via breve della direttivaquadro 391 - utilizzando al peggio unaclausola del Trattato di Maastricht - cheforza rispetto ai parlamenti nazionali ilruolo del patto tra le forze sociali.Questo accordo definisce con grandelimitatezza sia l'ambito dei diritti edoveri del delegato alla sicurezza e pre-venzione (facendo arretrare il campoproposto dalle ottime proposte di leggegià depositate in Parlamento) che la que-stione del medico competente, azzeran-do la possibilità per il sistema pubblicodi aprire (o mantenere) una esperienzabasata sul convenzionamento.La medicina convenzionata è la possibi-lità di rendere non direttamente interes-sato il servizio di prevenzione territoria-le che ha compiti di vigilanza e di sem-plificare il rapporto tra gli specialisti, lapubblica amministrazione e l'impresa.Vale a dire l'unica possibilità, anche in

questo momento di grave crisi economi-ca, di organizzare un polo pubblico disorveglianza sanitaria qualificata.Tra tante notizie grigie, sicuramenteimportante il lavoro di commento aitesti CEE per orientare i testi di recepi-mento della Consulta Interassociativaper la Prevenzione .Lavoro ampiamente unitario che servirà,speriamo, a rendere meno solitariol'oscuro lavoro dei funzionari "romani" eche venga tenuto in conto dalle forzesociali nei loro patti.Le schede che seguono definiscono gliemendamenti chiave per ogni direttiva.Diamo ovviamente per letti i testi ed iprimi nostri commenti, già riportatisugli speciali Dossier Ambiente n° 16 -17.Sulla direttiva quadro c'è già stato unpositivo incontro a Milano tra CIIP, fun-zionari del Ministero del Lavoro,dell'Ispesl ed il senatore Carlo Smuraglia,delegato dall'on. Giugni.

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SPECIALE DIRETTIVE CEE89139IQUADRO

Per commentare ed integrare questa diret-tiva chiave, la Consulta InterAssociativaper la Prevenzione ha tenuto conto dellenote già elaborate sul Testo Unico n°2154 approvato in modo unanime dallaCommissione di inchiesta del Senatonella precedente Legislatura.Innanzitutto le proposte emendative alladirettiva CEE 391 chiariscono, ad inte-grazione del testo, la specificità e gliobblighi per le varie figure:il collaboratore - addetto alla sicurezza(esterno o dipendente che può esserestrutturato in un vero e proprio serviziodi prevenzione e protezione) designatodal datore di lavoro, che mantiene ovvia-mente tutte le sue responsabilità;il delegato alla prevenzione: il rappresen-tante dei lavoratori, su questa figura laCIIP non si è purtroppo soffermata con-tando sulla discussione in Parlamentodelle due PDL e su una formulazione diun eventuale accordo tra le parti sociali.Grave ingenuità, viste le avvisaglie.Il medico competente: per quanto riguar-da la sorveglianza sanitaria, si è propostauna nuova formulazione che arricchiscelo scarno art. 14.Si ritiene che occorra recepire il criterio,derivante dalla raccomandazione delBIT, del non pregiudizio per i preposti, icollaboratori, i delegati alla prevenzionea causa della rispettiva attività (art. 11 p.4) e di converso si propone che venganointrodotte nel testo nazionale di recepi-mento di questa direttiva quadro, normesanzionatorie per tutte le figure profes-sionali.A differenza del testo CEE si proponeuna maggiore specificità per gli obblighidei progettisti, costruttori, fornitori,installatori. Tale integrazione deve tene-re ovviamente conto di quanto definitodal recepimento delle direttive macchinen° 89/392 e 91/368 e dalla legge 46/90.Così come è stato ritenuto indispensabileche accanto alle norme sanzionatorievengano introdotte anche norme premia-li, che siano di incentivo per il datore dilavoro ad attivare e realizzare pianiaziendali per la riduzione dei rischi eattività di formazione alla prevenzione.In tutti i testi delle direttive figlie si èpuntato sulla qualificazione ed estensio-ne dell'informazione ai lavoratori inlinea a quanto già proposto come emen-damenti al DLg 277.

SPECIALE DIRETTIVE CEE891392MACCHINE

La direttiva CEE 89/392 (direttiva mac-chine) stabilisce i requisiti essenziali aifini della sicurezza che le macchine devo-no possedere per poter essere immesse sulmercato ed utilizzate sia nei luoghi dilavoro che negli ambienti di vita.La legge n. 142 del 19/2/92 (legge comu-nitaria '91), con la quale il Parlamento hadelegato il Governo al recepimento di unpacchetto di direttive comunitarie (allegatiA, B, C e D), precisa anche le modalità direcepimento di tali direttive.La direttiva macchine rientra nell'allega-to C e cioè tra le direttive per le quali ilGoverno è autorizzato al recepimento invia regolamentare (art. 3) entro un annodalla pubblicazione della legge comuni-taria.Nell'ambito di questa procedura ilMinistero dell'Industria, del Commercioe dell'Artigianato, delegato alla emana-zione di questo regolamento ha predi-sposto una bozza che, a tutt'oggi, non èancora stata approvata.I motivi di questo ritardo nel recepimen-to che, peraltro, essendo scaduto il perio-do previsto di un anno, sembra rimetterein discussione i termini stessi della dele-ga contenuta nella legge comunitaria'91, sembrano imputabili ad un parerenegativo del Consiglio di Stato circa lepremesse ed i contenuti stessi dellabozza.In particolare nella bozza predispostaviene fatto riferimento anche alla diretti-va 91/368 (prima modifica della diretti-va 89/392), pur non essendo questadirettiva contenuta negli allegati allacomunitaria '91. La delega del parla-mento non poteva ovviamente essereautomaticamente estesa anche ad altredirettive non elencate negli allegati.Indipendentemente dalla situazioneattuale non ben definita (secondo alcuneinformazioni il recepimento della diretti-va macchine slitterebbe di fatto di alme-no un anno), ci sembra opportuno evi-denziare alcuni aspetti relativi ai conte-nuti della bozza sopracitata in quantoappaiono chiarificatori circa la volontàdi estromettere di fatto gli organi di pre-venzione delle USL anche dai controllisulla sicurezza delle macchine.Il controllo della conformità ai requisitiessenziali di sicurezza, sia delle macchinein commercio che di quelle utilizzate neiluoghi di lavoro, è previsto che venga affi-dato al Ministero dell'Industria ed alMinistero del Lavoro che eserciterannoquesta funzione "... attraverso i propriorgani ispettivi in coordinamento perma-

nente tra di loro". Gli organismi di vigi-lanza delle USL e lo stesso 1SPESL nonconservano quindi alcuna funzione inmateria di controllo sui requisiti di sicu-rezza delle macchine.Un solo accenno viene introdotto circa lapresenza di non ben specificati "organi-smi di prevenzione" (organi di vigilanzadelle USL?) i quali, qualora nello svolgi-mento della loro attività istituzionaleaccertino la difformità di una macchina,devono procedere semplicemente infor-mando immediatamente i Ministeridell'Industria e del Lavoro. Questa pro-cedura, oltre che farraginosa e non preci-sata (quale organo del Ministero infor-mare, quali le modalità e le procedure?)non contempla soprattutto l'eventualeimmediato intervento dell'operatore e/odell'organo di vigilanza (diffida, segna-lazioni alla A.G., sequestro). Il divieto diutilizzazione della macchina ed il ritirodal mercato viene ordinato solamentedal Ministero dell'Industria previa veri-fica delle circostanze segnalate.Nel testo di questa bozza di regolamentoviene più volte ribadito che tutti gli inter-venti dell'autorità pubblica vengono eser-citati attraverso i Ministeri dell'Industriae del Lavoro.E' il caso della individuazione dellenorme nazionali di riferimento in caso diassenza di norme armonizzate, dellaautorizzazione degli "organismi di con-trollo" (certificatori) e della vigilanza sulloro operato, del controllo sulla revocadegli attestati di certificazione CE daparte degli organismi di controllo e dellarappresentanza nel comitato permanenteCEE.Sempre per meglio comprendere l'orien-tamento che ispira gli estensori di questabozza di regolamento si segnala, infine,come già previsto che, nell'ambito dellavigilanza e degli accertamenti tecnicinecessari a tal fine, i Ministeri in que-stione potranno avvalersi anchedell'ausilio degli stessi "organismi dicontrollo" (enti certificatoci). Si ripro-porrebbe in tal modo in forma ufficialeuna pericolosa sovrapposizione di com-petenze tra enti certificatoci ed organidello Stato deputati al controllo del lorooperato.Il ritardo nel recepimento della direttivae la conoscenza di questa bozza primadella sua approvazione definitiva hanno,di fatto, aperto la possibilità di interveni-re sia a livello tecnico che politico persuggerire le modifiche necessarie. Unaprima azione di SNOP si sta sviluppandoall'interno del Gruppo Normazione dellaC11P dove sono in discussione proposteper il recepimento che verranno succes-sivamente inviate ai Ministeri competen-ti nonché ai gruppi parlamentari.

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SPECIALE DIRETTIVE CEE901679AGENTI BIOLOGICI

Le modifiche ed integrazioni apportateal testo della Direttiva 90/679/CEE, rela-tiva all'esposizione ad agenti biologici,sono state dettate, in primo luogo, dallanecessità di armonizzare la nuova normacon quelle già esistenti ed in particolarecon il D.L. 277/91 nonché con la rece-penda Direttiva 89/391/CEE (si vedano,ad esempio, gli aspetti relativi alla figuradel medico competente ed alla sorve-glianza sanitaria, alla notifica agli organidi vigilanza, ecc.).Modifiche sono state, inoltre, apportatecon l'intento di adattare meglio il testoalle attività lavorative che comportanoun potenziale rischio di esposizione adagenti biologici non derivante dall'usodeliberato di agenti biologici (attivitàsanitarie, trattamento rifiuti, agricolturae pastorizia, ecc.).L'impianto della Direttiva, che riguardaperaltro tutte le attività, sembra infattipensato più per attività che comportanoun uso deliberato di agenti biologici,attività certamente a maggior rischio ma adiffusione assai limitata rispetto alle altreper le quali, comunque, l'attuale normati-va italiana è alquanto inadeguata.In tutti i punti in cui si parla di informa-zione ai lavoratori sono state introdottemodifiche al fine di garantire tale dirittoa tutti i lavoratori.

I provvedimenti imposti dalla Direttivasono graduati in funzione della pericolo-sità degli agenti biologici la cui defini-zione è demandata al Consiglio dellaComunità Europea.Nel condividere pienamente tale impo-stazione si è sottolineato, tuttavia, che lamancata classificazione degli agenti bio-logici vanificherebbe la possibilità diapplicare tale norma.Si è, pertanto, sottolineala la necessitàche il Ministero della Sanità, contestual-mente al testo di recepimento dellaDirettiva, o entro brevissimo tempo, pre-disponga un primo elenco classificativo,come del resto raccomandato dalla stes-sa Direttiva all'art. 18, comma 3.A tale fine la CLIP mette a disposizionele competenze delle associazioni ad essaafferenti in relazione alle esperienzedell'igiene e della medicina del lavoro inmateria di controllo delle infezioni edelle zoonosi in ambito lavorativo.

Attività che possono comportareesposizione ad agenti biologiciindustria delle biotecnologieagricolturazootecniaindustria alimentareindustria del cuoio e della pelleservizi sanitariservizi veterinarilaboratori clinici e diagnosticiservizi mortuariattività di raccolta rifiuti ed impiantidi smaltimentoimpianti per la depurazionedelle acque di scarico

SPECIALE DIRETTIVE CEE891656 e 891686DISPOSITIVIDI PROTEZIONEINDIVIDUALE

Le proposte di modifica alla Direttiva89/656 ancora da recepire in sede nazio-nale hanno solamente carattere di siste-mazione redazionale.Si tratta infatti di una serie di prescrizioniche sicuramente accrescono il patrimonio,in verità piuttosto generico, di esperienzadi imprese e servizi su questo sempre sot-tovalutato campo di intervento.Si è proposto - in accordo a quanto giàaffermato dalla direttiva CEE sui DPI,n° 89/686 già recepita con il DL 475 del4 dicembre 1992 - di chiamare le attrez-zature di protezione individuale disposi-tivi ovvero DPI.A livello della proposta si è ritenutoopportuno introdurre il concetto che lascelta dei DPI debba essere documentatae che la valutazione debba essere fattacon la collaborazione del servizio azien-dale di prevenzione e protezione e delmedico competente.Il medico competente dovrà provvedereinfatti a valutare l'adeguatezza e le con-dizioni in cui un DPI deve essere usatoin rapporto alle condizioni di salute dellavoratore e agli eventuali disagi causatiallo stesso dall'uso del dispositivo.inoltre, nell'ottica di una più razionaleapplicazione della direttiva, è stata intro-dotta la possibilità, solo se motivata daparte del servizio di prevenzione e vigi-lanza, di esentare o prescrivere l'uso deiDPI anche in attività non tabellata.Per quanto riguarda l'esame critico dellaDirettiva 89/686, non è stato effettuatoessendo già stata recepita, ma vienesegnalato che il DL 475/92 contienenumerosi errori di testo e di riferimento.Ad esempio all'art. 13, punto 1, è statorichiesto che le funzioni di vigilanza pre-viste siano ricondotte, oltre che agliorgani del Ministero dell'industria perquanto riguarda la certificazione diconformità e la verifica di qualità almarchio CEE, agli organi specificata-mente deputati alla vigilanza nei luoghidi lavoro per quanto attiene alla verificadelle condizioni di sicurezza.Inoltre sono state fatte due raccomanda-zioni: l'aggiunta negli elenchi allegatidei DPI per la protezione da "agenti bio-logici" previsti nell'inventario dei rischie la previsione, nelle parti sanzionatorie,di specifiche sanzioni per i lavoratoriche, informati correttamente, non usino iDPI prescritti.

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SPECIALE DIRETTIVE CEE901269MOVIMENTAZIONEDEI CARICHI

Le proposte di revisione - integrazionehanno tenuto conto di alcuni clementi:dal cambiamento del titolo da "rischidorso - lombari" al più ampio e corretto"rischi per la colonna vertebrale",dall'estensione del termine di carico altrasporto di unità singole che include,oltre agli oggetti, anche persone ed ani-mali.Molto importante quindi il recepimentodi questa direttiva che affronta rischi dapoco familiari ai servizi di prevenzione.ma che sono alla base di molti infortuni,invalidità, assenze dal lavoro e da pocotempo oggetto anche di interventi daparte della Magistratura.Nelle proposte viene fissato, in accordocon quanto emerso nella letteratura estandards internazionali (USA, UK,CEN Machinery) un carico limite di rife-rimento di 25 Kg, che è il peso movi-mentabile da un operatore sano in condi-zioni ideali.Questo valore andrà ridotto in funzionedegli elementi ambientali ed individualidi rischio riportati negli allegati delladirettiva (vedi anche Dossier Ambienten°16 pag. 19 - 24).La sorveglianza sanitaria mirata per sog-getti adibiti ad operazioni di movimenta-zione manuale di carichi, a cura delmedico competente, comporta un con-trollo mirato ogni 3 - 5 anni a seconda divariabili ambientali e individuali.Dovranno essere registrati gli episodi dilombalgia acuta (sia già registrati comeinfortunio che come assenza dal lavoro)ed una relazione epidemiologica su que-sti eventi - ad iniziare dai settori a mag-gior rischio - deve essere trasmessa aiservizi di prevenzione e vigilanza delterritorio.Anche le soluzioni tecnologicamente fat-tibili per diminuire l'affaticamento dasollevamento di carichi dovranno diven-tare oggetto della banca dati soluzioni.Già in molti servizi, anche in collabora-zione con il CEMOC di Milano, si stan-no sperimentando per comparti e man-sioni, bonifiche importanti che andranno"messe in rete" in modo più deciso.Perché l'applicazione di questa direttivanon sia solo occasione di un proliferaredi radiografie della colonna vertebrale edi contenziosi su malattie professionalima anche di cambiamenti organizzativi ebonifiche ambientali.Molto importante il richiamo alla forma-zione all'esecuzione corretta del solleva-

mento nonché più in generale alla consa-pevolezza dei lavoratori sui rischi con-nessi a tali operazioni.Nella situazione italiana dovranno esserefatte salve le norme più restrittive, inparticolare quelle di cui alla legge n°977/67 "Tutela del lavoro dei fanciulli edegli adolescenti" che determina i pesimassimi trasferibili dagli stessi differen-ziando per sesso.Per i fanciulli (minori di 15 anni) maschipesi non superiori ai 10 Kg; se femminenon superiore a 5, e per gli adolescenti(dai IS ai 18 anni) rispettivamente 20 e15 kg.Così la legge n° 1204/71: "Tutela dellelavoratrici madri" stabilisce che le donnein gravidanza e fino a sette mesi dopo ilparto non debbano essere adibite al tra-sporto ed al sollevamento di pesi.A proposito di quest'ultima legge, il pas-saggio delle competenze dell'ispettoratoai servizi territoriali rende urgente unauniformità di intervento soprattutto inalcuni settori a forte componente femmi-nile dove questo problema si pone.

Settori interessati all'applicazionedella Direttiva

ediliziacave e minieremagazzinaggiodistribuzione merciservizi mortuaritrasporti e traslochireparti ospedalieri e di assistenza

Patologie del Rachide:Impatto sul mondo del lavoroStati Uniti28.6 gg di malattia x 100 lavoratorilannoPrincipale causa di non idoneità lavorati-va prima dei 45 anniAssorbimento del 33% dei costi diindennizzi assicurativiGran Bretagna32.6 gg di malattia x 100 lavoratorilanno4% annuo dei lavoratori cambia mansioneScandinavia36.0 gg di malattia x 100 lavoratorilanno25% delle pensioni di invalidità lavorativa

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SPECIALE DIRETTIVE CEE901270ATTREZZATUREMUNITE DI VDT

Già nel titolo sono state apportate delleproposte di modifica per affermarequanto già consolidato sul piano dellaletteratura scientifica: si dovrà meglioparlare di unità - video anziché di VDT.Al fine dell'applicazione della legge si èproposto un criterio di una utilizzazionedi apparecchiature dotate di unità - videoper almeno metà del turno di lavoro o insubordine la presenza contemporanea didiverse condizioni di vincolo: l'uso obbli-gatorio e non discrezionale dell'unitàvideo per lo svolgimento del lavoro, lanecessità a tal fine di addestramento,l'impiego per almeno un'ora al giorno,l'importanza del trasferimento rapido delleinformazioni o l'importanza di queste.Innovativa, rispetto al testo della diretti-va, l'introduzione della valutazione delrischio per l'apparato scheletrico oltre aquello per l'apparato visivo e l'affatica-mento fisico e mentale.Questi i campi di valutazione dell'impresae dei lavoratori e di intervento sanitariodel medico competente.Questi i campi di intervento delle solu-zioni organizzative ed ergonomiche,ormai acquisite in base al progresso tec-nico e scientifico consolidato e allenorme di buona tecnica, così come defi-nite dalla norme CEI, UNI, CENELEC,CEN, solo in parte riprese dall'Allegatoalla direttiva (vedi Prescrizioni minime).Per quanto riguarda il carico sugli appa-

rati visivo, muscoloscheletrico e mentaleoccorre che laddove i compiti di lavoropresso le unità video non possano essereadeguatamente variati o al lavoratorenon sia concessa sufficiente discreziona-lità nello svolgimento del proprio lavoro,vengano previste pause o cambiamentidi attività, non cumulabili, della duratadi cinque - dieci minuti per almeno ogniora di lavoro.I lavoratori - tramite il medico compe-tente - dovranno beneficiare di un ade-guato programma di sorveglianza sanita-ria sia prima di iniziare una attività cheperiodicamente, a seconda della valuta-zione del rischio e delle condizioni indi-viduali di salute.A tal fine il medico competente potràavvalersi, ove necessario, del supportodi uno specialista in oftalmologia o dialtre figure professionali competenti inmateria.Potenziata la richiesta di informazionicome intervento mirato a realizzare gliobiettivi di conoscenza dei rischi e delsignificato preventivo dei controlli sani-tari.Per quanto riguarda l'Allegato, la posi-zione assunta è stata quella di assumereintegralmente, per l'oggi, il testo cosìcome appare nella Direttiva in quantotrattasi, per il caso italiano, di prescrizio-ni minime decisamente soddisfacenti.

Settori interessati all'applicazionedella direttiva:banche e assicurazionieditoria e graficacommercioservizi (sanità, trasporti,poste e telecomunicazioni, enti locali)uffici d'azienda

SPECIALE DIRETTIVE CEE901394RISCHICANCEROGENI

Nell'avanzare le proprie proposte di ade-guamento dell'articolato della direttivaCEE 90/394, al fine di un suo recepi-mento nella normativa italiana, il gruppodi lavoro della Consulta (Foà, Merler,TelTacini) ha tenuto ben presente cheesistono da una parte organismi interna-zionali attivi che esprimono pareri sullaevidenza di cancerogenicità di sostanzeelo processi produttivi (anche se a livellonazionale la Commissione ConsultivaTossicologica dovrebbe ritrovarsi conmaggiore frequenza, ndr) e dall'altra , adesempio sull'amianto, leggi nazionaliquali il DL 277/91 o la più recente257/92. Si è preso atto che vi sono giàall'interno della stessa Direzione V°(Igiene, Lavoro e Sicurezza) della CEE,importanti proposte di modifica di que-sta direttiva. Queste proposte vengonoad includere nella definizione di cance-rogeno sia le sostanze che verranno eti-chettate con la frase R 49 di futura istitu-zione (e forse quelle con la frase R 40)che le preparazioni che contengonosostanze cancerogene definite all'artico-lo 2 della direttiva , presenti come ingre-dienti, impurezze o additivi, in concen-trazione superiore allo 0,1% in peso.Il gruppo di lavoro ha proposto che non siproceda ad una valutazione di rischio perla salute dei lavoratori, un processo diffi-cile e complesso che prevede l'accettabi-lità di un rischio di neoplasia al più bassolivello possibile che in ogni modo deveessere predeterminato.Questo procedimento peraltro è seguitodall'E.P.A. (Environmental ProtectionAgency negli U.S.A.) e dall'OrganizzazioneMondiale della Sanità che prevedono nelsuggerire criteri di qualità dell'aria, unrischio aggiuntivo di cancro per una esposi-zione di tutta la vita ad una unità (ug o ng)per m3 d'aria della sostanza in esame,dimostratasi a sufficiente evidenza cancero-gena.Si ritiene necessario, invece, mettere inpratica tutta una serie di misure una voltache sia stata stabilita l'esistenza di unrischio di esposizione a sostanze cancero-gene a prescindere da una valutazione dirischio per la salute degli esposti.11 gruppo di lavoro, infine, soprassiedead esprimere un proprio parere sull'arti-colo 16 - Valori limite - in quanto questinon vengono espressi e rimane in ognimodo in attesa dell'esito dei lavorisull'argomento dell'apposito ScientificExpert Group presso la Direzione V°della CEE.

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PRIMO SEMINARIO NAZIONALEPROGETTO SUBSPRINTSostituzione dei solventi organici nell'industria della stampa offset

Il 1715/93 si è tenuto a Firenze il primoSeminario Nazionale sul progettoSubsprint (sostituzione dei solventi orga-nici nell'industria della stampa offset).Al Seminario, organizzato congiuntamen-te dalla SNOP (referente a livello europeodel progetto), dal Servizio di PISLL dellaUSL 10/D Firenze e dall'Istituto TecnicoIndustriale "Leonardo da Vinci" diFirenze, hanno preso parte, oltre a opera-tori dei Servizi di Prevenzione nei Luoghidi Lavoro, anche rappresentanti di impor-tanti aziende di stampa e dell'editoria ita-liana (Edizioni Paoline, Mondadori,Tecnorulli, Poligrafico dello Stato ecc.).Il Seminario si è svolto in due sessioni,mattino e pomeriggio. Nella mattinata,dopo l'introduzione di Graziano Frigeriche ha illustrato il programma del pro-getto ed i suoi scopi anche rispetto alruolo della Società, sono state affrontatele problematiche tecniche e tecnologicheconseguenti all'introduzione degli agentivegetali di pulizia in sostituzione dei sol-venti organici.Sono intervenuti il Prof. T. Jacobsen (bio-chimico) ed il tecnico grafico K.Hendriksen dell'Università di Copenaghenche hanno descritto la situazione inDanimarca nel comparto grafiche. In que-sto paese, prima dell'introduzione dei pro-dotti di pulizia delle macchine da stampaoffset a base di oli vegetali, si erano verifi-cati nei decenni passati numerosi casi neilavoratori di "solvent dementia", ricono-sciuti ed indennizzati dall'istituto assicu-ratore danese.Tale situazione ha spinto alcuni enti diricerca a studiare e valutare l'uso disostanze alternative, in particolare per lafase di pulizia dei rulli delle macchineda stampa. Il cambiamento tecnicodeterminato dall'introduzione di questenuove sostanze ha portato ad una pro-gressiva riduzione dei casi di malattia. Idue tecnici danesi hanno descritto i van-taggi sia per la salute che per l'ambientedi vita e di lavoro derivanti dall'utilizza-zione di queste sostanze vegetali ed hannoeffettuato una dimostrazione della loroefficacia ed efficienza presso la tipografiadell'Istituto Tecnico Industriale "Leonardoda Vinci".Il tecnico grafico (esempio significativoed inconsueto per la nostra realtà, di tra-

sferimento dell'esperienza lavorativa diun operaio ad un ente per fini di ricerca)ha effettuato, sia con i prodotti a base disolventi organici che con quelli a base diagenti vegetali, la pulizia dei rulli di unamacchina da stampa offset, ottenendocon quest'ultimi il medesimo risultatodal punto di vista tecnico ma con van-taggi sia economici (minor consumo delprodotto, 1/3 del solvente organico) chesanitari e ambientali (non tossicità delprodotto contenente olio di soia e privodi solventi organici).Nel pomeriggio si è discusso degli effettisul sistema nervoso centrale dei solventiorganici. La Dott.ssa Arfaioli del Serviziodi PISLL della USL 10IG di Firenze e laDott.ssa Ciani Passeri del Servizio diPISLL della USL IO/D di Firenze hannotrattato gli aspetti legati ai danni ed allaesposizione ai solventi organici; laDott.ssa Bracco del Dipartimento diNeurofisiologia dell'Università di Firenzeha fatto una rassegna delle possibilità dia-gnostiche di tali malattie; la Dott. essaSeniori Costantini del CSPO della USL

101E ha illustrato i risultati ed i limiti deiprincipali studi epidemiologici svolti suglieffetti tossicologici da solventi organici.L'interesse dimostrato sia dai tecnicidelle aziende intervenute che dagli ope-ratori dei servizi di prevenzione delleUUSSLL fanno ritenere che il progettopossa avere in Italia un ulteriore svilup-po. Alcune aziende hanno già mostratoun particolare interesse e disponibilità apartecipare attivamente. Gli insegnanti digrafica dell'Istituto Tecnico industriale,che avevano in passato utilizzato questiprodotti ma con alcune difficoltà di ordinepratico - applicativo, hanno avuto, a ripro-va peraltro della necessità di effettuaresempre una sperimentazione sul campoadottando correttamente le tecniche d'uso,importanti chiarimenti.Tra le ipotesi di lavoro che sono statefatte per l'immediato futuro dai compo-nenti il gruppo di lavoro Subsprint, c'èla predisposizione di una prima relazio-ne sui risultati delle analisi chimiche edell'esame delle schede tossicologicherelative ai prodotti a base di oli vegetaliin commercio ed una valutazione com-parata dei compiti lavorativi e delle loromodalità di svolgimento nell'attività dipulizia dei rulli alle macchine da stampasia con prodotti a base di solventi orga-nici che di agenti vegetali.Nei prossimi mesi il Gruppo di lavoroprogrammerà ulteriori iniziative per1' implementazione nell'industria graficaitaliana di questa nuova tecnica di lavo-ro; questa può, sulla base delle esperien-ze sino ad oggi condotte, essere anchel'occasione di individuare e diffonderecriteri ergonomici più vantaggiosi rispet-to alla tradizionale metodica che prevedel'impiego dei solventi organici.Chi vuoi saperne di più, sia sui risultatidel seminario che sul progetto Subsprint,può rivolgersi a:

F. Carnevale o R. Tartaglia servizioPISLL USL 10/17 Firenze vie Guidoni178 A bis - Tel. 055 - 4224406 fax 055 -4224405G. Frigeri SMIPL USL 7 Langhirano(PR) - v. Toschi 3 Langhirano (PR) tel.0521 - 858163 ,fax 0521 - 853723

Riccardo Tartaglia

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REFERENDUME INFORMAZIONE

APPUNTAMENTIMATERIALI LAPIDEI

APPUNTAMENTIAGRICOLTURA

Rubo un po' di spazio per una piccolachiosa a margine dell'editoriale delPresidente. Nel De profundis dedicatoall'uomo ragno si fa riferimento allanostra battaglia referendaria, combattutaanche con talune inerzie nostre, al tenta-tivo di "spiegare alla gente".Senza entrare nel merito di questa lace-rante vicenda, mi domando, vi domando:in realtà, sappiamo spiegare alla gente?,abbiamo i mezzi e le capacità per farlo?,sappiamo raggiungerla?E' un vecchio problema, che mi pareassai poco risolto e che sul piano genera-le nell'occasione del minestrone deimolti referendum è stato del tutto evi-dente. Non si tratta dunque di ridurre alnostro "particolare" questioni generaliche riguardano gli aspetti globalidell'informazione e della comunicazione(ricordate Pisa?) ma certo anche i... pic-coli operatori della prevenzione o i...piccoli soci della SNOP potrebbero con-tribuire con diversi comportamenti edatteggiamenti a migliorare un poco lasituazione sui temi sui quali hanno qual-cosa da dire o fare.Mi pare che nella vicenda referendum,come in altre precedenti, si sia misuratala scarsa dimestichezza diffusa al nostrointerno nell'uso dei media, nel contribui-re ad informare e (perché no?) a fareopinione. Un ristretto gruppo si è dato dafare, molto e lodevolmente (ed anzi hadimostrato come in pochi si può fareabbastanza... opinione: infatti siamo statiriconosciuti tra... gli sconfitti del refe-rendum!), ma quanti nelle regioni, quan-ti nei territori (salvo eccezioni lombardee poche altre), hanno cercato in questimesi di raggiungere "la gente"... lavora-tori e cittadini?Su quanti giornali locali sono uscitenostre riflessioni? Su quante radio priva-te, ecc., ecc.?Quanti di noi hanno una prassi di infor-mazione locale estesa, hanno referentilocali di (sono in grado di accedere a)giornali e radiotelevisioni, associazioni egruppi di cittadini, istituzioni e partiti?Salvo eccezioni, ripeto, mi pare pochi,troppo pochi.Se rete di prevenzione vuoi dire ancherete d'informazione, credo che dovremmotenerne più conto nei comportamenti.Riflettiamoci ancora...

Claudio Calabresi

L'interesse della prevenzione nel campodell'estrazione e lavorazione di materialilapidei rimane elevato in ragione dellaconsistenza dei rischi professionali, dellacomplessità degli interventi di bonifica,dell'impatto ambientale delle tecnologieusate. Man mano che positivi risultati sivanno concretizzando nel contenimentodei rischi tradizionali (polveri, rumore,infortuni), emerge sempre più l'impor-tanza di un approccio globale alle pro-blematiche di salute connesse alle condi-zioni di lavoro. Basti pensare alla neces-sità di inquadrare le patologie dell'appa-rato locomotore sia in rapporto all'uso diutensili vibranti che alle posture di lavo-ro, di tenere conto dei nuovi aspetti disicurezza indotti dall'introduzione dinuove tecnologie in estrazione e lavora-zione, di assumere come centrale nellavalutazione dei rischi e degli interventipreventivi, il sempre più attuale nessotra inquinamento interno ed esternoall'ambiente di lavoro.Nei giorni 30 settembre e 1 ottobre cisarà a Morbegno (SO) un aggiornamentodelle problematiche sul comparto lapi-dei, promosso da una serie di USSL, daSNOP e dalla Associazione NazionaleIngegneri Minerari.Si tratterà di sicurezza e prevenzione pri-maria in laboratorio ed in cava, di impat-to ambientale nell'estrazione e nellalavorazione, di prospettive europee.Verrà presentato il manuale edito daalcuni servizi e da SNOP sulla preven-zione nei laboratori lapidei.Questo manuale, richiesto da sindacato,tecnici ed associazioni del settore, sipropone di sistematizzare le metodologiedi analisi dei rischi e proporre schede diprogettazione dei laboratori e di bonificadelle principali fasi di lavoro.Il manuale quindi vuole essere di sup-porto a chi deve tutelare condizioni dilavoro ed ambientali in questo delicatosettore: operatori dei servizi territoriali,tecnici di azienda, delegati alla preven-zione.

rif. Roberto Pattarine Massimo Bongiorni

Servizio n°1 USSL n° 21via Caccia Dominioni 33

23017 Morbegno (SO)tel. 0342 - 607204fax 0342 - 614070

Dopo gli appuntamenti di Bologna,Sondrio e Bari del 1992 organizzato dallaRegione Toscana, da SNOP, dalla USSL28 di Grosseto, si terrà a Punta Ala dal 5all'8 ottobre 1993 un Convegno sul lavoroe salute in agricoltura.Si parlerà delle modifiche legislative enormative sia in campo nazionale (es. ilDLg 277 e il rumore di trattori, moto-zappe, motocoltivatrici e motoseghe pro-fessionali) che europeo (direttiva sullavoro agricolo, proposte di recepimentoin sede nazionale).Verrà fatto il punto sulle patologie: dalleantropozoonosi agli effetti delle wholebody vibration nel lavoro sulle macchineagricole.Importante il confronto sull'efficacia deisistemi di sicurezza dei sistemi di irrora-zione o dei filtri di protezione delle vierespiratorie o degli indumenti protettivi.

rif. E. DesideriSPISLL n° 28

via Cimabue 10958100 Grosseto

tel. 0564 - 485580fax 0564 - 485512

APPUNTAMENTIEDILIZIA

Si sta organizzando per novembre -dicembre a Torino un incontro sulladirettiva europea sui cantieri mobili chedovrà essere recepita in Italia.Durante questo Seminario si farà ancheil punto sul Progetto Obiettivo Sicurezzain Edilizia nelle varie Regioni.I segretari regionali SNOP, quindi,dovranno attivarsi per avere dati con-frontabili (cantieri visti - rapporti allaMagistratura - dati su infortuni - sorve-glianza sanitaria - ottemperanza a DLg277).

rif. Flavio CoatoSPISAL USL 26

via Foro Boario 2837012 Bussolengo (VR)

Tel. 045 - 6700500fax. 045 - 6700347

Andrea DottiSISL USL n° 1

via Lotnbroso 1610125 Torino

tel. 011 - 669882fax 011 - 6503149

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Immaginate un servizio che può rispon-dere in poche ore agli spaventosi que-stionari sulle attività, partoriti dalle soli-te menti perverse di qualche funzionarioregionale e solamente perché dispone diun sistema di registrazione delle attivitàin tempo reale.Pensate ad un servizio che già in vistadelle prossime direttive CEE sta immet-tendo nel proprio sistema di controllodegli accertamenti sanitari i rischi e lenormative (VDT, carichi...) e sarà ingrado di "pescare" al momento opportunoi malcapitati che dovranno rispondere.Pensate ad un sistema informativo ingrado di confrontare aridi elenchi dirifiuti con cicli produttivi conosciuti,schede tossicologiche di sostanze in usoe obblighi di visita, scoprendo vuoti cla-morosi.Così come in pochi minuti, confrontan-do una anagrafe delle aziende per codiceISTAT (o INAIL o cosa volete voi) conuna parte delle attività di attribuzione diprotocolli di sorveglianza sanitaria (o

ambientale) ci si accorge di avere "pedi-nato" magari solamente il 30% di impre-se a rischio potenziale dello stesso setto-re produttivo.Certamente, se ogni operatore quotidia-namente non accede al sistema informa-tivo aggiornando per le imprese viste ocontattate la scheda anagrafica (si pensialla variazione del numero degli addet-ti!), o le sostanze in uso (e quindi la veri-fica del programma di sorveglianza sani-taria o dei controlli ambientali) o le atti-vità di servizio (incontri, pareri, sopral-luoghi, .prelievi, diffide, rapporti allaMagistratura...) il sistema non funzio-nerà mai da solo."La standardizzazione dei sistemi infor-matici è legata non alle macchine ma alsistema di interconnessione delle banche -dati, cosa che può essere realizzata inpoco tempo. Senza questa interconnessio-ne il lavoro di noi - peones della giustizia-, magistrati alla ricerca della verità,diventa difficile" (Antonio Di Pietro, da laRepubblica del 8 maggio 1993, intervento

al Seminario Informatica e Giustizia).Provate a sostituire alle parole giustizia,magistrati e verità con sanità, operatori eprevenzione e vedrete che la frasedell'esperto di sistemi informativi giudi-ziari più noto d'Italia torna a pennellocon la nostra realtà.Ma questa possibilità ora c'è!Ed è il programma del mitico Cigada acui oramai con pellegrinaggi settimanalioperatori di varia Italia accedono e cheoggi finalmente viene messo sul mercatoda SNOP.Il costo è ovviamente irrisorio rispettoalle follie di molte Regioni e USL che,con grandi e piccole software - housequasi sempre estranee alle esigenze dellavoro quotidiano vero ci hanno propo-sto o fornito programmi rigidi, sanitariz-zati, per i servizi di prevenzione.Oramai anche i grandi dell'informaticastanno capendo che il programma, peressere funzionante, deve nascere dall'inter-no del gruppo e del sistema.Noi l'avevamo capito già da tempo.

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"ANADITTE"UN PROGRAMMA

PENSATOPER I SERVIZI

La SNOP propone un programma diarchiviazione elettronica dei rischiambientali e occupazionali legati alleimprese e di gestione delle attività deiServizi di prevenzione.Il programma nasce dall'esperienza dialcune USL lombarde ed in particolareda quella di Sesto S. Giovanni e si è evo-luto dalle prime esperienze sulle "mappedi rischio" della seconda metà degli anni'70 gestite su schede, sino alla creazionedi un programma attivo dal 1987 chefunziona su rete locale per tutte le unitàoperative. Il programma può funzionareanche con un singolo PC. Ogni operato-re è in grado di accedere all'intero archi-vio anche se è possibile prevedere dellelimitazioni di accesso.L'oggetto del sistema sono i singoliinsediamenti (industrie, imprese artigia-ne, uffici, esercizi commerciali...) sele-zionabili per nome, per codice, per via,per titolare.Si deve sottolineare l'estrema semplicitàdi uso del programma e di accesso aifiles di transcodifica, molti dei qualipossono essere aggiornati durante laregistrazione dei dati.Alla scheda base anagrafica possonoessere associati un numero non limitatodi dati relativi a 10 aspetti:1. singole emissioni atmosferiche2. singoli rifiuti speciali prodotti3. singoli scarichi industriali4. denunce annuali dell'acqua scaricata5. singole sorgenti radioattive detenute6. singoli apparecchi radiogeni detenuti7. singoli depositi di gas tossici autoriz-zati8.singoli contenitori PCB detenuti (DPR216188)9. singole denunce di malattie professio-nali10.singoli apprendisti in carico al servi-zio11. protocolli sanitari attribuiti ai gruppiomogenei12. attività relative al singolo insedia-mento.

13. singole sostanze utilizzate (per que-sto archivio è necessario disporre delprogramma "SINTALEX" che va richie-sto all'Associazione Ambiente e Lavoroo che può essere acquistato congiunta-mente al presente programma).

Il programma comprende i seguenti filesdi transcodifica:

• codici dei comuni

• codici Istat 81

• codici Istat 81 alla 2a cifra

• codici Inail

• codici del catasto nazionale dei rifiutispeciali

• codici del tipo di rifiuto speciale

• codici dei recapiti degli scarichi

• codici del tipo di emissione atmosferica

• una serie di codici per la descrizionedei contenitori PCB

• codici Inail delle malattie professionali

• codici dei rischi lavorativi

• codici dei laboratori per ASP

• codici dei medici per ASP

• codici dei protocolli sanitari

• codici dei registri degli esposti obbli-gatori

• codici delle origini delle attività

• codici dei settori di attività.Il programma, oltre all'inserimento edalla lettura dei dati di singole aziende,prevede la possibilità di avere a video o

a stampante una serie di prospetti preim-postati con possibilità di selezioni rispet-to a quasi tutti i dati codificati e di averedati statistici riassuntivi.Esiste infine una funzione chiamata"prospetto delle assenze" che consentedi selezionare ditte, per intervallo dicodici Istat, che non hanno alcune atti-vità selezionate, protocolli sanitari oaltro.Una possibilità del programma è anchela stampa di lettere circolari o di indiriz-zi o di etichette per buste a ditte singoleo selezionate per intervallo di codiciIstat.Il programma dispone di un aiuto inte-rattivo in linea per gran parte dellesezioni.Il programma è modulare ed è stato con-tinuamente sviluppato nel corso deglianni (l'ultimo sviluppo riguarda i proto-colli sanitari) e sono previste ulterioriespansioni.I files sono gestibili anche con imposta-zione di BASE (III o 1V) per imposta-zione di archivi esistenti e per elabora-zioni non previste dal programma. Lainstallazione prevede anche la collabora-zione per l'impostazione nel programmada files ASCII dei dati già registrati conaltri programmi.Il programma è concesso in uso per iltramite dell'Associazione Ambiente eLavoro e può essere chiesto in prova.Tel. 02 - 27002662 - Fax 02 - 27002564(Dario Tagini)La licenza d'uso è valida per l'interoservizio senza limiti di stazioni di lavoroed il costo previsto valido sino al30/9/93 è di £. 4.000.000 + IVA senza"SINTALEX" (e quindi senza possibilitàdi attribuire sostanze alle ditte) e di £.5.000.000 + IVA con il programma"SINTALEX".Sono previsti aggiornamenti annuali delprogramma, anche sulla base delle indi-cazioni degli utenti e dell'evoluzionedella normativa, al costo di £. 300.000 +1VA.

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EUROPEAN

WHAT'S HAPPENINGIN ITALY?

In the last few months our network ofoccupational health and safety serviceswas threatened twice: firstly by the lawthat reformed (broke down) the NationalHealth System on January.After that, a new threat carne with thesuccess of abolitionists at referendumheld on Aprii the 18th which statedhealth services to lose competence onenvironmental matter. At the moment isnot so clear what is going to happen, butthe possibility is that health is definiti-vely separated from environment. If itwas the case, it would be the end of suchan originai experience, where linkageamong different professional men allowsan interdisciplinary way of working.SNOP is challanging this perspectivewith lobbying the on - going law now inPari i ament.An up-to-date in the next issue of theBullettin.

THE ITALIANCOMMITMENTIN OCCUPATIONALHEALTHFOR DEVELOPINGCOUNTRIES

Over the last few years, the Agency forCooperation with Developing Countriesof the Foreign Ministry of Italy, has pro-motcd a number of projects in the fieldof occupational medicine and more ingenerai occupational health to assist thenon - governmental agencies involved incooperation programmes based on healthissues.During 1992, six experiences carried outin Latin America and Africa were analy-sed. The overall strategy is to improveworking conditions as well as environ-ment - related conditions in developingcountries because this issue is even morerelevant and contradictory in poorerareas. Demographic and epidemiologicdata of developing countries indicate onone hand an increase in the informaifraction of the workforce actuallyemployed and on the other hand increa-sing numbers of workers afflicted bydiseases with mixed etiology, i.e. chro-nic - degenerative, infectious and ali-mentary deficiency clinica] pictures.Besides supporting cooperation initiati-ves, our working team that was set up inItaly in 1991, is aimed al synthetizingand memorising the experiences made inthis field. Two National Conferencesand a number of informai meetings have

been held in the last two years; in addi-tion, a European Community Conferenceon this topic is envisaged possibly for1994.

LIST OF INITIATIVES:1) Integrated system for Prevention,Diagnosis and Care of Occupationaldiseases in the State of Bahia - Brasil.Promoted by AISPO Italian SolidarityAssociation among people - viaOlgettina 46 Milan2) Center for Research, Educationand Informations on working condi-tions and health in Brasil - DevelopingProject.Promoted by CGIL Trade Union viaGoito, 39 Rome3) Build - up of Public OccupationalHealth and Safety services' networkin the State of San Paolo - BrasilPromoted by ISS National HealthInstitute via Regina Elena, 299 Rome4) Occupational health and IndustrialHygiene activities in Mozambico - Aproject to support the EnvironmentalHygiene Department.Promoted by MOLISV Liberationand development Movement, P.zza.Albania, 10 Rome - Foreign OfficeMinistry5) Support to Occupational HealthDepartment - Health Ministry ofRegion II - Leon, Nicaragua.Promoted by MLAL Laity, Movementfor Latin America P.LE Olimpia,Verona6) Support to workers' organizationsin EquadorPromoted by MLAL Laity Movementfor Latin America P.le Olimpia,Verona

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OUTLOOK

EUROPEANCOMMITTEE

During the European Meeting ofPrevention Practitioners held in Lyon(France) on February 15th - 17th 1993,representatives of SNOP - SocietàNazionale Operatori della Prevenzione(Italy), UPIT - Union ProgresistaInspectores de Trabajo (Spain) andAssociation Villermè (France), agreedon the opportunity to have a permanentexchange of informations and experien-ces in the field of health and safety atwork in Europe, and about all relatedproblems: employement, social security,legislation and so on.SNOP, Villennè and UPIT also agreed onthe need to coordinate methodologies andpractices realted to health and safety atwork throughout Europe, such as to set upan European Professionals' Organisationas a possiblc interlocutor for the EuropeanCommission in preparing and implemen-ting European Legislation on a morehomogeneous basis.This aim reflect also a specific sugge-stion coming from the EO representativeduring the meeting.

Consequently, SNOP, VILLERME' andUPIT decided to establish formai penna-nent rclationships among them by meansof a Standing Committee of the EuropeanAssociations of Prevention Practitioners:Labour Inspectors, Occupational Doctors,Safety Engineers and Technicians,Industriai Hygienists, Magistrates,Lawyers, Trade Unionists and, in generai,all Professionals Concerned with healthand safety at work.The Comtnittee will be formally set up inBologna (Italy) on October 1 5th - 16th1993, by SNOP, VILLERME' and UPITas Promoting Associations.Other European Associations, such as indi-viduals, will be invited as observers, withthe aim to fully involve them in the future.A formai invitation will be sent to theEuropean Commission to have an obser-ver member.

for SNOPGraziano Frigeri

for VILLERME'Claude Triomphe

for UPITJavier Crespàn EtchegoyenLyon, February 17th 1993

5th EUROPEANCONFERENCE

The Steering Group of the EuropeanNetwork for Better Work Environment(founded after the 4th SheffieldConference) met in Copenhagen onMay, 8th and 9th.The most important issue to discuss wasthe organisational structure of the 5thEuropean Conference which will be hcldin Italy (Riccione) on October, 7th - 9th,1994.It was decided to organised the parteci-pation of 400 Delegates, 100 of whomcaming from Italy, and about 30 fromeastern Europe Countries (the rest fromEC Countries).The generai theme of the Conferentewill be "Organising the change", thatmeans how workers, Trade Unions andworkers' advisors can face the changesin working conditions due to the birth ofthe borderless Europe.It was also decided to organise severaiworkshops and sector meetings, and wasdiscussed the funding of the wholeConference.The first annoncernent will be availablenext October; for information contaci:Comitato Organizzatore 5" ConferenzaEuropea

e/o Graziano FrigeriUSL N. 7 - SMPIL

43013 Langhirano (Italy)Tel ++39 521 852710 - 858163

Fax ++39 521 853723The next meeting of the Steering Group

will be in Dublin next September.

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ANCORASUI PORTIMarina di Carrara, 3 maggio 1993: anco-ra un grave infortunio collettivo sullavoro in un Porto. Come già in passato,come a Ravenna il 13 marzo 1987, ungruppo di lavoratori rimane coinvolto inun incendio a bordo di una nave in ripa-razione. 6 operai di una ditta che esegui-va lavori in appalto su un traghetto ven-gono travolti da un'esplosione, subisco-no ustioni, alcuni in modo gravissimo.Alcune circostanze non sono moltodiverse dalla tragedia di Ravenna. Anchein questo caso si intravedono aspettiquali la concomitanza e promiscuità dilavorazioni a rischio, l'assenza di coor-dinamento nei lavori di bordo,fors'anche errori nell'esecuzione di ope-razioni da parte di singoli ed altre que-stioni analoghe ben note a chi si occupadi interventi nel settore cantieristiconavale e portuale.Dopo Ravenna, come periodicamente siè detto anche nel Bollettino (in particola-re nel n. 19), gli operatori dei Servizi ter-ritoriali di varie usi e regioni "marinare"(con il coordinamento formale dellaRegione Toscana) hanno tentato di con-tribuire alla definizione e diffusione dimetodologie organizzative e tecniche dilavoro in questo settore che consentisse-ro in tutto il paese maggiori garanzie ditutela. In un settore dove concorrenza eprocacciamento di commesse sono ele-menti di fondo (su un piano nazionale ed

internazionale, almeno europeo), dovetentare di far lavorare tutti secondo crite-ri che consentissero "anche" adeguate esufficientemente omogenee tutele dellasalute e della sicurezza degli addetti è unpresupposto determinante per non rende-re inapplicate o inapplicabili iniziativelocali, sono stati elaborati i Protocollid'igiene e sicurezza, qua e là se ne è ten-tato l'utilizzo e l'applicazione.Ma, come sempre, ad altri spettava diraccogliere alcune sfide, ad altri di con-tribuire alle innovazioni, di consentirneun'applicazione diffusa, di controllarnegli effetti.Una delle leggi seguite alle attività dellaCommissione Lama, proprio sulla piani-ficazione del lavoro nei cantieri navali, è- come altre - nei cassetti delParlamento.Il contributo dell'ISPESL, che era statocoinvolto nell'ulteriore sviluppo deiProtocolli allo scopo di verificarne unrilancio istituzionale più vincolato e for-malmente più autorevole (CommissioneISPESL-Regioni per lo studio e l'opera-tività di specifiche tecniche di sicurezzanei cantieri navali e nelle lavorazioni abordo di navi), si è fatto attendere alungo, finché da alcune settimane ègiunto in forma di vari contributi (unatrentina di pagine pinzate insieme) asso-lutamente indipendenti e non omogenei(su certi aspetti addirittura diversi sullo

stesso tema in funzione delle differentiopinioni degli estensori.).Un contributo su alcuni aspetti ancheutile ma... distante 4 anni dalle nostreelaborazioni.Su piani più locali, in realtà come quellagenovese, si è tentato di dar seguito agliobiettivi di prevenzione che ci dovrebbe-ro essere comuni definendo. con unlavoro durato 2 anni, una strategia dipianificazione delle attività di riparazio-ne navali nel Porto di Genova. Una stra-tegia basata sulla definizione dell'obbli-go per tutte le aziende che operassero abordo di navi in riparazione di formulareun piano di lavoro a fini di sicurezza, unpiano dal contenuto assai dettagliato cdarticolato: un obbligo definito con lostrumento della Disposizione, al terminedi un lavoro al quale avevano partecipa-to le stesse rappresentanze degli indu-striali.La Disposizione, fatta a tutte le Aziendenell'agosto-settembre '92, è stata sostan-zialmente fermata dall'interventodell'Assessorato regionale alla Sanità,che ha assunto la posizione di non ritene-re possibile un tale provvedimento, siaperché la Disposizione si applica solo inpresenza di reati (sic') sia perché non sipuò disporre di fare un Piano... E così,siamo daccapo! Come se Ravenna nonpesasse tuttora come un macigno sumolte coscienze, come se Carrara e tantialtri eventi non rendessero improrogabi-le l'assunzione di interventi intelligenti,consapevoli ed organici...Come diceva Nanni Moretti in un suoottimo film (ma davanti ad una torta)..."continuiamo così, facciamoci delmale!".A ciascuno il suo, per quanto ci riguardanon possiamo che continuare a rimboc-carci le maniche. Ma che dicono altri,che fanno le istituzioni, che dicono leorganizzazioni dei lavoratori?Una (mia) precedente nota sul tema(Snop n. 19) si era conclusa con un gridodi dolore. In un'altra occasione UmbertoLaureni domandava "... insom,na, ètroppo cinico chiedere di fare tesorodella tragedia di Ravenna? " e aggiungoio, di quelle seguenti? Mi pare che siamodaccapo... ma fino a quando? Magarifino al prossimo referendum...

Claudio Calabresi

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QUALITÀED EFFICACIA DEGLIINTERVENTI SANITARI

XVII Riunione annuale

della Associazione Italiana

di Epidemiologia

Si è svolto a Bologna nei giorni 19 e 20maggio l'annuale meeting degli epide-miologi italiani.Stavolta l'argomento affrontato avevanel suo fuoco l'efficacia degli interventisanitari. Grande svolta, in un certosenso, per gli epidemiologi quella dioccuparsi di "Efficacia". Da mettere inrelazione anche con la fase attuale ditransizione da un sistema sanitario qualequello elaborato negli anni 60 e applica-to, molto parzialmente, a partire dai tardianni 70. Nel suo intervento nella tavolarotonda dell'ultimo giorno P. Vineisdefiniva, nella migliore delle ipotesi,come possibile esito di tale modificazio-ne, il passaggio da un sistema di tipo"egualitario" (tutto a tutti), ad un sistemadefinibile come "delle pari opportunità"(ovvero chi più ha, meno ottiene gratui-tamente). A questo punto è chiaro l'inte-resse acuto per l'equità nella distribuzio-ne delle "cure" intese sia come "care",attenzioni in senso lato, che come vere eproprie "cure", cure mediche. Ma equitàrichiama il concetto di efficacia: è equoche lutti possano usufruire di un tratta-mento "efficace", non certo che tuttipossano consumare risorse per tratta-menti della cui efficacia poco si sa oaddirittura si sa che sono inefficaci.Questo taglio del convegno ha privile-giato quei campi della valutazione checonsentono riscontri diretti ed immediatidell'efficacia, segnatamente, come intui-bile, i settori della clinica, che nelle rela-zioni di Tognoni, Ricci, Bruzzi eOrzalesi hanno messo in evidenza lucied ombre dei rispettivi campi d'interesse(la cardiologia, la neurologia, l'oncolo-gia, la pediatria). Più in difficoltà sonoapparse le relazioni sull'efficacia neltrattamento delle tossicodipendenze, inpsichiatria cd anche in medicina dellavoro, nel rispondere al paradigmaesplicitato da Taroni: si applica ciò dicui si è dimostrata l'efficacia. Su questopunto si è acceso un certo dibattito, sti-molato da interventi che suggerivano dinon generalizzare tale punto di vista adambiti in cui il qualitativo (la psichiatria)o il non-misurabile (la prevenzione pri-maria come diretto e sempre dimostrabi-le determinante nella riduzione di pato-logia da lavoro) sono impliciti nel rispet-tivo modo d'agire.

L'enfasi posta nel trattare il temadell'efficacia delle cure fa temere uncerto disimpegno degli epidemiologi dalcampo, molto meno gratificante e sfug-gente, della valutazione dei servizi terri-toriali. Dopo che, come ha ricordato R.Battista, l'epidemiologia è nata in Italiaproprio in campo occupazionale, ma sulterreno della ricerca eziologica, adessopare che nel campo della valutazione diefficacia, l'epidemiologia (e gli epide-miologi) si orienti maggiormente adimpegnarsi nel settore della cura. Se ciòpromette miglioramenti nel governo delsistema, qualora gli epidemiologi sianoveramente chiamati a questa funzionenelle sedi opportune, tuttavia fa temereun progressivo abbandono di un'area,quella della prevenzione fatta fuori daicircuiti degli ospedali, altrettanto impor-tante per la salvaguardia complessiva deilivelli di benessere delle popolazioni.Ma forse questo è un timore eccessivo.Certo resta da dire che non sono moltigli operatori dei servizi (nella fattispeciedi medicina del lavoro) che sembranointeressati al problema della valutazionedel proprio operalo sia in termini di effi-cienza che di efficacia. Compito dellaSNOP sarà nel prossimo futuro anchequello di stimolare maggiore attenzionesu questi temi, promuovendo (perchénon pensarci?) ad esempio trial sull'usodi tecniche diverse di approccio a pro-blemi d'intervento di comparto, ovverodi valutazione di attività quali le inchiesteinfortuni o le attività di sorveglianza sani-taria sui minori, o ancora sulle attività pre-ventive nei confronti di nuovi insediamen-ti produttivi.

QUELLO CHEIL MANIFESTONON HA PUBBLICATO

Alla redazione del Manifesto

Cari compagni, vi mando queste duerighe sperando che vengano pubblicate.

Rosa Filippini folgorata sulla strada diHammametLeggo con angoscia ma non con stupore,sul Corriere della Sera del 1 ° Maggio,che l'Amica della Terra (sempre di quel-la dove crescono i garofani) RosaFilippini, vincitrice del simpatico ecostruttivo Referendum sulla sottrazionedelle competenze ambientali alle USL, èstata folgorata dalla requisitoria di auto-difesa di Craxi e riconcorrendolo com-mossa ed emozionata all'hotel Raphaelinsieme ad altre portaborsette di turno(Boniver, Cappiello...) abbia esclamato"che segretario abbiamo perso"?Qualcuno la proporrà come ministro-neodell'Ambiente?Ancora NO, grazie.

Laura Bodini

Alberto Baldasseroni

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ORGAN 151 NG

5th European Work Hazard ConferenceRiccione - Rimini October 7th - 9th, 1994

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I NO.)

European NetworkSocietà Nazionale For BetterOperatori della Prevenzione Work Environment

In collaboration with

The Government of Emilia Romagna Region Italian CGIL CISL UIL Trade Unions Province of Rimini Municipality of Riccione

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UN CONVEGNOSALUTE E SICUREZZAVERSO UN MODELLOEUROPEO

L'Associazione Ambiente e LavoroToscana (in collaborazione conl'Amministrazione Provinciale di Arezzo)ha organizzato un Seminario Internazionalesu "Salute e Sicurezza: verso un modelloeuropeo" che si è svolto il 13 e 14 maggioin una fattoria (Paterna) nel comune diTerranuova Bracciolini. Le linee propostealla discussione dei partecipanti alSeminario (circa 50 Ira operatori, ammini-stratori, lavoratori e sindacalisti) partivanoda temi generali (lavoro, salute, preven-zione: verso un modello unitario?; lavoro,salute, prevenzione: variabili strutturali estrategie di azione; dalla produzioneall'organizzazione sociale, dalla produzio-ne all'ambiente) ma ciò non ha impeditola possibilità di aggredire di petto proble-mi particolari e contingenti.La discussione si è alimentata anche concontributi provenienti da altri paesi euro-pei (inglesi, francesi, spagnoli, tedeschi)tutti critici ed autocritici rispetto al pro-prio sistema di prevenzione e controllonei luoghi di lavoro e quasi tutti interes-sati dalle aspettative e dai presuppostiteorici-politici del sistema preventivoitaliano enunciati alla fine degli anni'70. 1 contributi svolti a nome deiMinisteri italiani hanno riportato i parte-cipanti alla cruda realtà; quello dellaSanità brillava per il distacco dai proble-mi in esame; quello del Lavoro perl'interesse principale di riproporre ilrientro nel campo della vigilanza delloIspettorato del Lavoro (così come è,oppure arricchito?) per adesso nellelavorazioni più a rischio (sic?); quellodell'Ambiente sostanzialmente disponi-bile a reclutare vecchi e nuovi controllo-ri dell'ambiente, al di là di qualsiasi stra-tegia. Il sindacato ufficialmente (mi èparso) non ha fatto capire di volere opotere agire in questo frangente comeforza di pressione, neppure nella vicendadel delegato alla sicurezza. Le Regionihanno illustrato i possibili risultati di unfaticoso lavorio svolto a livello istituzio-nale dove sembra giochino dei gruppi dipressione che non dovrebbero essere talie dove sembrano non essere presenti levere forze sociali.Il Seminario ha prodotto molte informa-zioni e discussioni ma non si è concluso(né poteva) con un semplice ordine delgiorno; è stato capace tuttavia di indivi-duare delle tendenze che, se sviluppatecoerentemente, sarebbero capaci (è statodetto) di vivificare (in un momento tantodifficile e confuso, quale è quello attua-

le) l'incontro tra la peculiarità dellenorme e di alcune esperienze italiane ela filosofia della normativa comunitaria.Alcune di queste tendenze sono leseguenti: il mantenimento da parte deiServizi della funzione di prevenzione(intrecciata con l'attività di vigilanza) dasviluppare particolarmente nei confrontidella piccola industria e dell'artigianato;la costruzione in un ambito regionale(forse diverso da quello sanitario) distrutture dipartimentali, complete, unita-rie ma ben articolate, a forte vocazionetecnico-scientifica, capaci di fornire pro-poste e risposte sicure sia nell'ambitoambientale che in quello dell'igiene esicurezza nell'ambiente di lavoro e divita; valorizzare al massimo (non solonominalmente) in questo scenario lacompetenza tecnica e la responsabilitàdei datori di lavoro, i flussi informativida e verso i lavoratori ed il ruolo degliaddetti alla sicurezza del lavoro edell'ambiente.

Francesco Carnevale

L'OMISSIONEDI DENUNCIADI INFORTUNIO SULLAVORO NON E' PIU'UN ILLECITO PENALE

Il testo del decreto legge sulla depenaliz-zazione di alcuni reati minori, approvatovenerdì 5 marzo dal Consiglio dei mini-stri, prevede tra i casi depenalizzatidall'art. 1 le sanzioni penali a carico deldatore di lavoro che ometta di denuncia-re all'Inail e all'autorità di pubblica sicu-rezza gli infortuni sul lavoro e le malat-tie professionali occorsi ai propri dipen-denti (artt. 53 e 54 del T.U. assicurazio-ne infortuni).Non risultano disponibili dati relativialla numerosità dei casi di violazione ditale disposizione, che ha costituito finoraillecito penale, pendenti avanti laMagistratura e che quindi peserebberosulle incombenze dei giudici in modotale da aver consigliato il Governo didepenalizzare la contravvenzione di taleobbligo trasformandolo in illecito ammi-nistrativo.Allo stato appare quindi solo e tutta poli-tica la scelta del Governo, non essendogiustificata dalla necessità di alleggerirei compili dei magistrati rispetto a questoparticolare reato.L'obbligo di denunciare gli infortuni e lemalattie professionali è da mettere inrelazione a due esigenze di particolare

rilievo sociale:1) quella di tutelare l'interesse del lavo-ratore a che l'Inail abbia sollecita notiziadell'infortunio, considerato che la denun-cia rappresenta l'atto con il quale si dà ori-gine alla cosiddetta pratica amministrativadi liquidazione delle prestazioni economi-che all'infortunato e ai suoi familiari;2) quella di dar modo all'autorità di pub-blica sicurezza di promuovere il solleci-to intervento del Pretore nei casi piùgravi, affinché anche altre autorità com-petenti (Usi e Ispettorato del lavoro)possano essere informate circa l'anda-mento del rischio infortunistico nellazona di competenza per ricavarne datiutili ai fini, rispettivamente, della tuteladella salute nei luoghi di lavoro e diquella generale delle condizioni di lavo-ro.E' anche per questi motivi che la viola-zione di tale disposizione non fu depena-lizzata dalla L. 689 del 1981 che recòmodifiche al sistema penale ed, anzi,espressamente conservò (art. 35) il carat-tere penale di tale illecito.Infine è da sottolineare comunque chementre la sanzione penale per i datori dilavoro contravventori dell'obbligo inquestione prevedeva finora un'ammendada L. 18.000 a L. 36.000 per l'omissionedi denuncia all'lnail e fino a L. 240.000per quella diretta all'autorità di pubblicasicurezza, il decreto legge in parola, tra-sformando tali sanzioni penali in civili,le quantifica in una somma variabile daL. 500.000 a 3 milioni.Ma - come ha sostenuto esprimendo unavibrata protesta la Cgil - il solo eleva-mento della cifra «non è tale da costitui-re un efficace deterrente».

ripresa da Notiziario INCA

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DAL PARLAMENTO

E' stata depositata a firma Mattioli,Pizzinato, Bolognesi la proposta di leggea cui abbiamo collaborato, sul sistema diprevenzione. La proposta è nata perrispondere al risultato del referendumsulla sottrazione delle competenzeambientali alle USL e alle storture delDLg 502.Una proposta coerente con i temi dellacampagna sul NO al referendum (unita-rietà tra ambiente e salute, multireferen-za, risorse certe), ma che ovviamentenon può che tenere conto dei risultati del18 aprile.Una forte regionalizzazione, un grandepeso al territorio da potenziare con risor-se dei due Ministeri: Ambiente e Sanità,una Agenzia nazionale unica con compi-ti non di intervento diretto come vorreb-bero i nostri "prefettizi" amici di legam-biente e della terra, ma di indirizzoscientifico e di normazione.Appaiono difficili le vicende parlamen-tari sulla modifica del 277: questo cideve insegnare ancora una volta chesarà meglio prevenire con dei testi direcepimento accettabili invece che rin-correre errori con defatiganti insegui-menti.

DAL PARLAMENTOSEMPLIFICAZIONEAMMINISTRATIVAE QUALITÀAMBIENTALE:UNA NUOVA LEGGEPER LE IMPRESEE PER IL TERRITORIO

Il provvedimento risponde a tre esigenzeimportanti: semplificare il modo nelquale vengono comunicati i dati ambien-tali, sanitari e di sicurezza da parte delleimprese; introdurre, all'interno di unalogica di mercato, alcuni strumenti di"riconoscimento" di qualità delle impre-se quali 1'ecolabel e l'ecoaudit; infinedotare gli enti locali di uno strumento diprogrammazione e gestione delle risorsee del territorio come il bilancio ecologi-co. V

E' stata immediatamente richiesta allaPresidenza della Camera la possibilità diapprovare il provvedimento in via defi-nitiva e alle altre Commissioni parla-mentari di esprimere il loro parere.

on. Renato StradaGruppo Pds

DALLA CONSULTA

Nell'ultimo periodo la CI1P (ConsultaInterassociativa Italiana per laPrevenzione) ha organizzato una riunio-ne a Milano per presentare al Ministerodel Lavoro, alle CommissioniParlamentari e agli Istituti Centrali (ISS

ISPESL) le proposte di recepimentodella direttiva quadro 391.Questo importante momento di confron-to ha avuto un seguito nella riunione del14 maggio presso il Ministero delLavoro, dove erano presenti, oltre alleassociazioni costituenti la CIIP, funzio-nari dei due Ministeri (Sanità e Lavoro)oltre che dell'Ispesl e dell'IstitutoSuperiore di Sanità.Nella stessa occasione è stato illustrato illavoro della CIIP sia sulla 391 che sullealtre direttive.L'accreditamento della Consulta presso iMinisteri sui testi di recepimento delledirettive in campo della sicurezza edell'igiene del lavoro (vedi su questonumero Io Speciale direttive CEE) sem-bra cosa certa. E questo anche grazie allatenacia e al lavoro di alcune associazionitra cui SNOP, che ha sempre credutonon negli interessi di bottega manell'importanza di confrontarsi con glialtri per presentare almeno il minimocomune a chi ha il compito di produrreleggi e normative.In questi mesi altre associazioni (ANMAe Ramazzini) hanno preferito invecedefilarsi, impigliate dall'unico e limita-tissimo tema del "medico competente",quando sul piatto vi era ben altro su cuidiscutere e confrontarsi professional-mente: le altre direttive sul rischio biolo-gico, il lavoro con attrezzature video, ilsollevamento di carichi, l'esposizione acancerogeni, la sicurezza dei DPI o dellemacchine.Vedremo chi avrà ragione, se chicostruisce o chi cerca di disfare.

E' accaduto nei giorni scorsi e forse nelluogo dove meno ce lo si aspettava.Eppure proprio la Commissione attivitàproduttive della Camera, il 19 maggio haapprovato in sede referente (il primogradino dell'iter parlamentare), un prov-vedimento che introduce, nella nostralegislazione, alcuni strumenti moltoimportanti di politica ambientale, quali il"740 verde", l'ecolabel e l'ecoaudit, ilbilancio ecologico del territorio.Infatti dopo alcuni mesi di lavoro incomitato ristretto, è stato presentato allacommissione un testo che oltre al con-senso dei parlamentari, ha ricevuto il"via libera" anche da parte del Governo.

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LACRIMEDI COCCODRILLOovvero cosa ci insegnanoCaravaggio e Milazzo

La sera del 23 aprile a Caravaggio, in unadelle tante fabbriche chimiche di quellabassa bergamasca dove la confusione traimpresa, lavoratori, amministrazioni locali"bianche" sembra paralizzare in unamelassa qualsiasi intervento che metta indiscussione il diritto non solo al lavoro maanche alla "non morte sul lavoro" (questazona ha anche una elevata incidenza diinfortuni!) esplode un dramma in una fab-brica.1 cittadini segnalano che qualcosa non va,che da ore nella zona ci sono odori insop-portabili, l'intervento d'emergenzadell'USL di Treviglio viene dirottatoverso aziende vicine dai responsabili (?)della Veneta Mineraria mentre all'internosi accelerano probabilmente praticheassurde di spegnimento di focolai d'incen-dio (siamo in una fabbrica dove si mani-polano tonnellate di zolfo!!) senza mezziidonei, si formano gas tossici, muoiono treoperai e un infermiere accorso.I fatti nella loro drammaticità sono questi.Anni di esposti dei cittadini sui fattorivisibili di danno ambientale, puzze,colori assurdi nelle rogge circostantiquest'area, silenzi colpevoli all'interno,incapacità di ottenere da parte delloStato e della Pubblica amministrazioneche nelle fabbriche si lavori con unminimo di professionalità e cioè cono-scere i rischi, sapere cosa fare in caso diincendio, avere i mezzi di spegnimentoadatti, i mezzi di protezione personale emezzi di pronto soccorso.La disabitudine alla trasparenza, di trop-pe imprese, di troppi funzionari sindacalie amministratori pubblici, porterà a que-sto e ad altri casi.Giovedì 3 giugno scoppia un serbatoio alPetrolchimico di Milazzo.Sette morti e decine di ferite, perlopiùlavoratori in appalto in una delle 700ignorate aziende a grande rischio.

Che fare?C'è chi come CGIL-CISL-UIL firma aRoma un accordo con la Confindustriaper il recepimento per via breve delladirettiva CEE 891391 (utilizzando alpeggio una clausola del Trattato diMaastricht) che toglie tutte le unghie equalche altro pezzo anatomico essenzia-le ai delegati di sicurezza che diventanodelle ombre delle RSA, senza formazio-ne garantita, senza potere e, anzi, con laconsegna del silenzio su quello chesanno sulle sostanze su materie prime,cicli tecnologici e rischi.

C'è chi -come la Giunta dellaLombardia- vuole anticipare al meglio ladirettiva quadro obbligando, a partire daquesta Regione che ha anticipato agliinizi degli anni '70 la nascita dei servizidi medicina del lavoro sul territorio, leimprese ad avere tecnici e piani disicurezza o come la CGIL Lombarda chesta operando per formare delegati alla sicu-rezza nelle imprese e sostenendo le propo-ste di legge parlamentari sulla questione.Da parte nostra come SNOP abbiamo dasempre sostenuto che la prevenzione nonla si fa da soli: senza imprese attente,senza lavoratori informati, senza opera-tori pubblici professionalmente preparatied eticamente schierati, senza magistratipronti, senza pubblici amministratorionesti, non c'è prevenzione.Ognuno deve fare la sua parte. Se nonc'è più manutenzione sugli impianti, sesi assumono nei cantieri lavoratori senzanemmeno insegnargli la lingua, se sirisparmia sulle maschere antigas, se inun terzo d'Italia si lascia che Mafia,Camorra e connivenza criminale traPubblica amministrazione e forze illegaliimpediscano ai servizi di prevenzione econtrollo di nascere, è inutile poi piangere.Occorre ribellarsi.

Laura Bodini

DAL NOSTROCORRISPONDENTENEGLI STATI UNITIDAVID KRIEBEL

Grandi attese ha suscitato l'avvento delnuovo inquilino alla Casa Bianca. Unpo' perché il peggio è passato, un po'perché le varie lobbies che lo hannosostenuto nella corsa alla presidenza (etra queste c'era anche quella degli"ambientalisti") ora passano all'incasso,c'è molta attesa per i primi atti di gover-no del neo presidente nel campo delladifesa dell'ambiente.Ce ne parlava di recente David Kriebel,in Italia per il corso del CSPO, organiz-zato in collaborazione con la nostrasocietà (vedi oltre in questo numero).Kriebel si ripromette di tenerci informatisugli sviluppi dell'attività di Clinton,inviandoci quanto prima un commentoalla situazione statunitense, non appenale scelte di governo del presidente saran-no delineate chiaramente. Nel frattempoha inviato un numero della rivista NewSolutions che, come riportato nel sottoti-tolo, si occupa di "policy" (termine diffi-cilmente traducibile in italiano, ma cheall'incirca significa linea di condotta)nei campi della salute sul lavoro enell' ambiente.Molto interessante e di attualità l'indice,che riporta numerosi articoli sulla que-stione delle minoranze etniche negliStati Uniti e del loro diritto alla salute.Altro argomento giustamente all'ordinedel giorno della rivista è quello dell'igie-ne ambientale e della sicurezza del lavo-ro nei paesi dell'Est europeo, da pocoentrati nel circuito dell'informazioneglobale. La rivista, trimestrale, è pubbli-cata in associazione con il sindacato deilavoratori dell'energia aderente all'AFL-CIO. Uno strumento utile di informazio-ne e di approfondimento scientifico suquestioni oggi all'ordine del giorno negliStati Uniti, domani, probabilmente,anche da noi.Per ricevere ulteriori notizie ed eventual-mente abbonarsi (costo $ 60 per unanno) l'indirizzo è:

New Solutions, P. O. Box 281200,Lakewood, Co 80228-8200 USA

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UN INTERVENTODI TOMATIS

11 Convegno organizzato da Medicinademocratica a Milano il 17-18 aprilesulla fuoriuscita da rischio amianto, hapermesso ai partecipanti di ascoltareLorenzo Tomatis.Il grande ricercatore della IARC, espertosui rapporti tumori-ambiente ha messol'accento sulla contrazione (anche delfinanziamento internazionale al presti-gioso Istituto di cui è direttore) dellericerche su fattori ambientali ed eziolo-gici, per favorire una ricerca sui mecca-nismi di azione e d'ospite, cioè sui fatto-ri "individuali" e genetici (geni promo-tori, geni soppressori..) e una prevenzio-ne che punta all'intervento nonsull'ambiente di vitae di lavoro, masoprattutto su fattori individuali qualidieta, farmaci, microelementi.Nel futuro non pot remo aspettarci altrepreziose Monografie della IARC cheraccolgano saggi di cancerogenicità alungo termine su metalli, pesticidi,cosmetici, additivi, prodotti e sostanze chi-miche in genere, né indagini epidemiologi-che su coorti di lavoratori esposti, né sumansioni specifiche? Monografie consi-derate da chi interviene nel campo dellaprevenzione e della ricerca dei veri epropri punti fermi.In una fase di espansione dei fattori dirischio ambientale non solo nel mondooccidentale ma ancora più nei paesi delterzo mondo per fenomeni di urbanizza-zione selvaggia, di desertificazione eperdita di culture contadine, di espansio-ne dell'uso di prodotti chimici nell'agri-coltura e nella vita comune, per la espor-

tazione di industrie pericolose e rifiutinocivi, il numero dei tumori esploderàanche nei paesi poveri.Ma non solamente: la diminuzione delledifese immunitarie dovute alla scarsitàdi alimenti e alla diffusione delle infe-zioni (si pensi ai dati sull'epatite virale osull'AIDS nei paesi poveri) renderàimpari la lotta tra l'uomo e lo sviluppodei tumori.Tomatis ci ha comunicato insomma chel'investimento in prevenzione rischia divenire abbandonato dalle grandi multi-nazionali, dai governi e dalle forzesociali verso una spesa sanitaria che nonpotrà che essere in crescita esponenziale.In un mondo che non è riuscito nemme-no a estendere le principali vaccinazioniin tutti i paesi e in cui si muore ancora dimalattie banali, è semplicemente cinicopensare che verranno diffuse tecnologiesofisticate e costosissime per "curare"alcune forme di cancro.In questa fase di ripiegamento sulle con-quiste sociali e culturali, non vienemesso in discussione il sistema di svi-luppo produttivo ma il diritto alla salutee alla conoscenza.

SNOP SCRIVE

On. Maria Pia GaravagliaMinistro della Sanità

On. Sig. Ministro,mi consenta innanzitutto formularle imigliori auguri per il gravoso incaricoche ha assunto, tanto più in una situazio-ne delicata come quella attuale.La SNOP, dalla sua costituzione nel

1985, si è battuta tenacemente per ilpotenziamento e la diffusione sul territo-rio nazionale della rete dei servizi e pre-sidi di prevenzione nei luoghi di vita e dilavoro, sulla base del modello fondatosull'approccio globale ai problemi dellatutela della salute e dell'ambiente,modello consolidato purtroppo solo nelleregioni del Centro-Nord, come già piùvolte denunciato.Viviamo in un momento caratterizzatodalla necessità di un generale e comples-sivo riordino delle istituzioni e dellaPubblica amministrazione, finalizzati ameglio rispondere alle esigenze dei citta-dini, e in questo particolare caso, deilavoratori.Il processo di integrazione europea, incui fermamente crediamo e per il qualeSNOP sta da tempo intrattenendo contat-ti con altre associazioni europee(nell'ottobre del 1994 si terrà aRiccione, organizzata dalla SNOP, la 5aConferenza Europea sulla Salute e laSicurezza nei luoghi di lavoro, per laquale chiederemo a parte il sostegno delSuo Ministero), spinge nella direzione diuna efficiente riorganizzazione e coordi-namento di tutte le strutture operativeche si occupano, a vario titolo, dellatutela della salute e della sicurezza neiluoghi di vita e di lavoro e, in primoluogo, del Ministero della Sanità.In questa ottica voglio assicurarle la col-laborazione della SNOP e l'impegnomio personale, per addivenire al più pre-sto a soluzioni organizzative che, salva-guardando e potenziando l'esperienzafondata sull'approccio globale ai proble-mi della salute, dell'ambiente e dellasicurezza del lavoro attraverso struttureinterdisciplinari diffuse e radicate sulterritorio, siano in grado di fare compie-re quel salto di qualità alla prevenzione,da tutti auspicato.La ringrazio dell'attenzione che vorràdedicare a queste nostre riflessioni e leporgo cordiali saluti.

Graziano FrigeriPresidente Snop

Dr. Graziano FrigeriPresidente SnopVia Foschi 343013 Langhirano

Ringrazio per le cortesi espressioni diamicizia, sperando nella comprensione enel reciproco aiuto per realizzarel'obiettivo che tutti desideriamo di unasanità moderna ed umana

Mariapia Garavaglia

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CORSO"VALUTAZIONEE TRATTAMENTO DEIDATI DI ESPOSIZIONENEGLI STUDI DIEPIDEMIOLOGIAOCCUPAZIONALE"Firenze 15-19 marzo, 1993

Organizzato, come sempre, in manieraimpeccabile dai colleghi del CentroStudi Prevenzione Oncologica della Usi101E, il corso ha visto la partecipazionedi numerosi operatori del ServizioSanitario Nazionale impegnati sul frontedella prevenzione dei rischi negliambienti di lavoro.Docenti, in lingua italiana, sono statiDavid Kriehel, dell'Università di Lowellin Massachussets e Margareth Quinn, ilprimo epidemiologo occupazionale, laseconda igienista industriale.L'importanza del corso e il successodell'iniziativa, che si pone come livellointermedio tra i corsi di alfabetizzazioneal metodo epidemiologico e quelli di for-mazione avanzata, è testimoniata dallapartecipazione di figure professionaliche raramente si vedono sedute intornoallo stesso tavolo di studio: medici dellavoro dei servizi territoriali di preven-zione, chimici e fisici dei servizi multi-zonali di prevenzione, chimici ed altritecnici di prevenzione collocati nei ser-vizi di prevenzione territoriale.Oggetto del comune interesse la valuta-zione dell'esposizione ai fini di unamisura dei rischi per la salute umanacosì come vengono stimati dagli studiepidemiologici. Sono questi ultimil'unico modo per poter valutare l'effetti-vo impatto per la specie umana dell'esi-stenza di sostanze chimiche nell'ambien-te, ma anche di rischi fisici e biologici.L'ignoranza diffusa in larghi strati dioperatori della prevenzione circa i meto-di dell'epidemiologia porta da una partead una sottovalutazione dei potenzialirisultati degli studi osservazionali ("nonsono scientifici". "sono troppo imprecisinel caratterizzare il rischio", "non sonoetici..."), dall'altra a grossolane insuffi-cienze nell'analisi dei risultati di campa-gne di rilevazione di fattori di rischioche pure vengono effettuate con notevo-le dispendio di mezzi.A questi problemi ha cercato di dare unarisposta il corso di Firenze, concentran-do l'attenzione sia sul versante dellamisura dei fattori di rischio negli studiretrospettivi, che su quello dell'analisidei risultati di studi osservazionali. Di

certo si è evidenziato nel corso del lavo-ro svolto la fecondità di un approccio"multidisciplinarc" al problema, laddovele competenze di ognuno, per quanto"contaminate" dal sapere di altri, nonpossono mai essere sufficienti ad esauri-re le complessità insite in questo generedi problemi. A detta degli stessi docenti,provenienti da una realtà certamentemolto differente, le potenzialitàdell'esperienza italiana nell'affrontare ilproblema della nocività grazie all'unita-rietà di approccio sanitario ed ambienta-le che finora si è avuto.Gli organizzatori annunciano frattantoche, dato l'alto numero di domande dipartecipazione pervenute, il corso sireplicherà il prossimo anno nello stessoperiodo. La SNOP, che con l'AIDII, ilCSPO e la Regione Toscana ha promos-so l'iniziativa, sarà ancora presenteanche al fine di fornire agli operatori deiservizi occasioni di seria formazione sutemi al centro del nostro impegno quoti-diano.Per ulteriori informazioni sul corsodell'anno venturo rivolgersi alla segrete-ria del corso:

Donatella BertiniCentro di Formazione Aggiornamento e

Ricerca (tel. e fax 055/660036)Giovanna Masala

Adele Seniori-CostantiniU.O. Epidemiologia settore occupazione

(tel. 055/5662638/9)USI ]0/E, via S. Salvi, 50100 Firenze

SI SCUOTONOI PALAZZI

Molti amici, compagni e soci che opera-no negli Istituti Centrali (ISS, ISPESL,DISP-ENEA, CNR) stanno da tempodibattendo sul loro futuro reso incerto,ma forse più interessante, dalle vicendelegate al referendum, al 502 e più ingenerale alla creazione di organismi cen-trali che finalmente, secondo SNOP,coordinino le risorse umane e strumenta-li su progetti e che non dividano ulterior-mente Ministeri, operatori, competenzeo che all'opposto, secondo altri, creinoulteriori divisioni e diseconomie o piùsemplicemente, "rinverditi" carrozzonidi potere e clientela.L'ENEA sta creando sedi periferiche(con i soldi di chi?); è finalmente sultavolo del Ministro della Sanità ilDecreto di scioglimento delle sedi peri-feriche dell'Ispesl, il Ministero delLavoro ha assunto al Sud centinaia ditecnici della prevenzione, il 502 imponela revisione di ISS e 1spesl.Questi alcuni fatti di cui tenere conto.Crediamo che ci debba essere una mag-giore attenzione reciproca, a questa parteessenziale del mondo della prevenzione.

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ASPETTIMEDICO-LEGALIDELLA PROPOSTADI DIRETTIVA 931077102SULLA PROTEZIONEDAI DANNI DA RUMORE

La proposta di direttiva CEE 93/C77102sul rumore presenta una serie di impor-tanti elementi sia sotto l'aspetto stretta-mente medico-legale sia conseguente-mente sotto l'aspetto giuridico.Dobbiamo innanzitutto partire da undato di notevole importanza: mai sino adora in una direttiva CEE era stato indica-to un Livello di Soglia che coincidessecon il valore a partire dal quale si realiz-za il danno clinico nei soggetti esposti,infatti i valori indicati in precedenzaerano valori che ammettevano comun-que una certa variabile quantità di perdi-ta uditiva: invece nella 93/C77/02 vieneindicato un Livello di Soglia che coinci-de con un valore di Lex 8h di 75 dBA.Nonostante tutte le critiche si possarivolgere al sistema dei TLV riteniamoche tale affermazione in sede CEE meritialcune considerazioni.Tale valore viene indicato in questa sedecome "il valore al quale deve tenderel'attuazione della presente direttiva".Appare quindi chiaro come laCommissione Europea per la sicurezzasul lavoro indichi tale valore di 75 dBAcome il valore a cui si debba tendere perla riduzione al minimo dei rischi da

rumore e legati alla attività lavorativa,attraverso una serie di provvedimenti chevengono successivamente indicati.Questa posizione della Commissionenasce da una serie di indicazioni che sisono fatte sempre più strada nella comu-nità scientifica internazionale e che hatrovato la sua massima espressione nellarevisione della Norma ISO 1999 (1990),cui la proposta di direttiva fa riferimen-to.In sostanza la Norma ISO indica unacorrelazione tra la perdita uditiva e illivello di esposizione (Lex 8h) cui ilsoggetto viene sottoposto: la perdita udi-tiva sulla frequenza di 4000 Hz uguale a0 per una esposizione di 8 ore, allor-quando il Lex 8h sia uguale a 75 dBA.Tale valore tiene conto di una serie distudi effettuati nel corso degli anni dastudiosi come Baughn (1973), Burns eRobinson (1970), Robinson e Shipton(1977), Robinson e Sutton (1979),Passchier-Vermeer (1986), oltre aglistudi della EPA molti di questi autorihanno individuato attraverso studi pro-spettici, eseguiti in condizioni clinichestrettamente controllate, a quali valori diesposizione inizino i danni a livello dellaCoclea.La maggior parte di questi autori haindividuato in un range compreso tra 68e 75 dBA il livello al quale iniziano idanni di tipo uditivo per una esposizionedi 8 ore giornaliere, ed è appunto da talistudi che è emerso il valore ricavatodalla norma I.S.O.D'altra parte anche il tanto citato OSMAEmendament Act on Noise Control nonha mai indicato in 85 dBA un valore allacui esposizione non conseguiva alcundanno, ma riteneva che il danno conse-guente a questa esposizione determinas-se un costo sociale sopportabile dallasocietà, mentre l'ulteriore riduzione dellivello di rumorosità non fosse sopporta-bile dalle aziende interessate. In sostanzasi trattava di un valore che nasceva damere considerazioni di tipo economico.Sia la I.S.O. che la conseguente propostadi direttiva comunitaria spostano, inve-ce, l'attenzione sul danno in sé indican-do il livello di rumorosità a partire dalquale si realizza un danno a livello dellecellule cocleari.La proposta di Direttiva, inoltre, defini-sce il livello di azione quale valore apartire dal quale devono essere applicatiuno o più provvedimenti.Nell'allegato l vengono identificati 3livelli d'azione (80-85-90 dBA) per cia-scuno dei quali vengono indicate lemisure che il datore di lavoro deve adot-tare che devono, comunque, tendere alraggiungimento del livello di soglia di75 dbA.

Giuseppe Paludi

CONTIAMOSU OGNUNO DI VOILa situazione finanziaria della SNOY èpiuttosto preoccupante.Le uscite dell 'anno scorso (il Convegnodi Bari è stata un po' una déhacle dalpunto di vista economico!) hanno percosì dire superato, di molto, le entrate.Le sponsorizzazioni, peraltro iniziatetardivamente, vivono delle difficoltàattuali delle imprese.Non avendo mai preso prima tangenti,abbiamo deciso di non iniziare nemme-no ora. Abbiamo quindi bisogno diognuno di voi.I soci si riassocino subito per il 1993. Imorosi '92 facciano un ulteriore sforzoper mettersi in regola anche per l'annoscorso.Gli abbonati non continuino a ignorareche stanno ricevendo la rivista senza rin-novare l'abbonamento solo perchél 'organizzazione SNOP non è in grado ditampinarli adeguatamente.Chi riceve la rivista perché, fortunato, faparte di una mailing list, tenga presenteche le voci indipendenti vanno sostenute!Contiamo su ognuno di voi.

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Per iscriversiCOGNOME................................................NOME..........................................................NATO IL......................................................ABITANTE................................................VIA................................................................CAP...............................................................TEL................................................................COD. FISC..................................................ENTE/REGIONE.......................................QUALIFICA...............................................INDIRIZZO ENTE....................................................................................................CAP..............................................................TEL...............................................................FAX..............................................................chiede l'iscrizione alla Soc. NazionaleOperatori della Prevenzione q

rinnova l'iscrizione OVersa la quota associativa di

L. L 30.000 come socio esternoL. O 50.000 come socio ordinarioL, 0 80.000 come socio sostenitore

con le seguenti modalità:O versamento diretto a................................q versamento su CC Postale 20012407intestato a SNOP - via Ciamician 2 -40127 Bologna indicandoquota associativaFirma

N.B. - I nuovi soci devono mandare lacopia della domanda di iscrizione e foto-copia del versamento al loro referenteregionale (v. 111 di copertina); i vecchisoci possono versare la quota senzacomunicare altro.

Per abbonarsiOccorre versare la quota diL. 20.000 per 4 numeri eL. 30.000 per 8 numerisullo stesso CCP 20012407 intestato aSNOP Via Ciamician 2 - 40127 Bolognaindicando la causale del versamento el'indirizzo cui spedire la rivista.

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Società Italiana di Ergonomia5° CONGRESSO NAZIONALEERGONOMIA E PROGETTOPalermo 4-7 ottobre 1993

rif. Annie AlemaniSocietà Italiana di Ergonomiatel. 02-57992613 fax 02-55 1 87 1 72

Regione ToscanaUSL n° 28 - Area Grossetanain collaborazione con:SnopIstituto di Medicina del LavoroUniversità di Sienacon il patrocinio di:Simlilnternational Center forPesticide Safety (Oms)CONVEGNO NAZIONALELAVORO E SALUTEIN AGRICOLTURAPunta Ala 5-8 ottobre 1993

rif. SPISL USL 28via Cimabue 10958100 Grossetotel. 0564-4855.80

Società Italiana di Medicinadel Lavoro e Igiene Industriale56° CONGRESSO NAZIONALELIMITI DI RIFERIMENTOPER GLI AGENTI CHIMICIVenezia 20-23 ottobre 1993

rif. Istituto di Medicina del LavoroUniversità degli Studi di Padovavia Facciolati, 7 I - 35 i 27 PADOVAtel. 049-821.6659 fax 049-821.6621

Clinica del Lavoro di MilanoWWDU: WORKWITH DISPLAY UNITSMilano: ottobre 1994

rif. AES Congressivia Schelwiller I20139 Milanotel. 02-55210523 fax 02-57400473

IV CONFERENZA NAZIONALEDI SANITÀ PUBBLICA

Teatro delle FontiFiuggi 14-16 ottobre 1993

seg. scientifica: Elisabetta Franco: Cattedradi Igiene Università di Tor Vergata -Roma via O. Raimondo 00176 Roma tel06-72594737 fax 06-2025285

AttenzioneSoci e abbonati comunichino per iscrittole variazioni di indirizzo alla sede dellaredazione, Via Mellerio 2 - Milano.

seg. organizzativa:Zeroseicongressi s.r.i.via Benaco, 15 00199 Roma tel, 06-84 16681 fax 06-844226 I

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VO

La Corte Costituzionale, con la sentenzan° 58 del 1993, ha tolto le competenzedell'Ispettorato del Lavoro su dueimportanti campi di prevenzione delrischio occupazionale: la tutela dellalavoratrice madre e la sorveglianza degliesposti a radiazioni ionizzanti.In positiva controtendenza rispetto alcontinuo tentativo di restaurazione cultu-rale e di ritorno di competenze alMinistero del Lavoro, frutto soprattuttodella tenacia dei colleghi SNOPdell'Umbria e della lungimiranza dellaloro Regione, questo fatto rischia di nonessere valutato appieno nella sua portata.SNOP ha sempre cercato nei suoi oramainon più verdi anni di "dare dignità scien-tifica" ad atti e competenze precedente-mente espletati in modo polverosamenteburocratico.La questione non è legata a sete di pote-re, ma all'utilizzo delle capacità e delleconoscenze reali dei luoghi di lavoro delterritorio. E oggi possiamo tranquilla-mente affermare che queste conoscenzesono per la quasi totalità nei servizi ter ri-toriali di prevenzione.In questi servizi vi sono medici del lavo-ro, assistenti sanitari e tecnici perfetta-mente in grado di valutare se in unambiente di lavoro possono lavorareapprendisti o se un tipo di mansione èpregiudizievole alla condizione di gravi-danza. Non si tratta appunto di fare "pas-sare delle carte" ma di rendere praticabi-le un percorso operativo di prevenzioneed informazione.L'esperienza della sorveglianza sanitariadi apprendisti e minori - pur nella con-trazione produttiva e occupazionale diquesto periodo - è diventata per moltiservizi occasione di informazione ededucazione sanitaria nei confronti di unmondo giovanile alla soglia del mondodel lavoro e di conoscenza di piccole

aziende. Il lavoro strettamente sanitario,pur infinitamente più professionalerispetto al tipo di approccio precedente,è stato nel tempo ridimensionato a favo-re di formazione sul rischio, sull'uso deimezzi di protezione personale e sicura-mente quello che oggi si fa è positiva-mente lontano dalla pratica precedentefatta di timbri e occhiate distratte.L'occasione di questa sentenza della

Corte Costituzionale ci pone di fronteallo stesso problema: ridisegnare un per-corso di autorizzazioni basato sullaconoscenza del rischio e sulla professio-nalità e multidisciplinarietà di figuresanitarie.Dare tempestivamente all'utente larisposta di cui ha bisogno, sia in terminisanitari, ma anche di informazione, dirassicurazione circa i rischi reali per ilfrutto del concepimento.E allora quante insegnanti, vigili urbanio infermiere più informate usufruirannodi questa possibilità oppure quante lavo-ratrici agricole o tessili non saprannoniente di questa opportunità?Aspettare solo che si presenti "casual-mente" il caso o informare e sollecitareginecologi a valutare insieme il da farsi,anche a seconda della tipologia produtti-va e dei rischi specifici del ter ritorio?Vi invitiamo allora a rileggere quantoscritto dai colleghi veneti sul numero 25di SNOP (pag. 36 e 37), a quanto solle-citato da una superficiale provocazionesulle malformazioni congenite e ambien-te (SNOP 23 - 24) e quanto elaborato perquesto numero dai "padri" della senten-za: gli ottimi umbri.Sempre su questi temi si può dare unaocchiata ai due Dossier di Ambiente eLavoro: il n° 9 Vademecum Donna Salutee Lavoro ed il recentissimo Dossier sup-plemento n° 19 su Agricoltura: Donna,Salute e Sicurezza.Ma non solamente; è in fase di recepimen-to la direttiva europea sulla salute delladonna lavoratrice e all'interno delle diret-tive CEE sugli agenti cancerogeni e sugliagenti biologici ci dovranno essere dellenote sulla peculiarità dell'esposizione ingravidanza.Il tema quindi è stimolante e ricco diprospettive, come sempre prospettive dilavoro. Che vi credavate?

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LA TUTELADELLE LAVORATRICI MADRIDOPO LA SENTENZA 58193DELLA CORTECOSTITUZIONALE

di Armando Mattloli

La Corte Costituzionale ha chiaritoquale sia la corretta lettura di normeche in tutti questi anni gli Ispettorati dellavoro/Ministero del lavoro hannodistortamenle e scientemente interpreta-to, al fine di ostacolare l'applicazionedella L. 833/78, nella parte che avevaaffidato alle USL le competenze inmateria di prevenzione nei luoghi dilavoro, fino ad allora espletate dagliIspettorati del lavoro stessi.Le questioni di merito che sono stateaffrontate dalla sentenza 58/93 riguarda-no la tutela delle lavoratrici madri (I.1204/71) e quella dei lavoratori radioe-sposti: tutte le argomentazioni delMinistero del lavoro che, per il tramitedei Presidente del Consigli dei Ministri,aveva fatto ricorso alla CorteCostituzionale avverso alcune delibera-zioni della Giunta della Regionedell'Umbria, sono state rigettate.In quelle delibere si sanciva formalmen-te l'avvenuto passaggio delle competen-ze in materia alle ULSS ed il conseguen-te trasferimento ad esse dei beni immo-bili degli Ispettorati del lavoro, comeprevisto dall'art. 111 del D.P.R. 616/77.Poiché le argomentazioni respinte (deltipo quella sulla legislazione speciale)sono quelle su cui il Ministero del lavoroha basato in questi anni la sua strategiamirante a mantenere innanzitutto compe-tenze in materia di prevenzione, conl'obiettivo più ambizioso di allargare dimolto successivamente il suo ambito diintervento, si comprende il valore dicarattere generale che la sentenza rive-ste.Dopo di essa, l'eventuale riattribuzionedelle competenze al Ministero del lavorotrova un grosso ostacolo nella normativavigente, a partire dal D.P.R. 616177, cheridefinì a suo tempo le attribuzioni diStato, regioni, province e comuni; di

questi tempi, tenuto conto anche che ilreferendum ha già abolito tre Ministeri.non ci sembra molto realistica l'ipotesidell'emanazione di leggi in controten-denza rispetto al decentramento ammini-strativo.Anzi, è forse opportuno riflettere seanche le attività di vigilanza attualmenteespletate dall'ispettorato del lavoro inmateria assicurativa e contributiva nonsiano da attribuire alle Regioni.

Il Ruolo dei SPLL, della SNOP edell'Assessorato alla sanità dellaRegione Umbria.li contenzioso all'inizio ha riguardatoalcuni SPLL, che sulle questioni dellatutela delle lavoratrici madri intendeva-no intervenire in maniera organica, coin-volgendo altre strutture della ULSS inte-ressate: distretti sanitari di base e servizidi ostetricia e ginecologia.Tale scelta fu adottata da alcuni medicidel lavoro, i quali si erano resi conto chela tutela delle donne in gravidanza, comerisultava essere espletata dall'Ispettoratodel lavoro, era più un fatto formale chesostanziale.La reazione dell'Ispettorato del lavoroall'iniziativa dei SPLL fu immediata,connotandosi per forti aspetti intimidato-ri.All'inizio della vicenda, e per molti mesiancora, la sola SNOP, per il tramite dellasezione Umbra, scese in campo condecisione a difendere i Servizi di preven-zione nei luoghi di lavoro, con una seriedi interventi rivolti sia alle Istituzioniche all'opinione pubblica.Alla Magistratura sono anche statidenunciati alcuni funzionari degliIspettorati del lavoro per le ipotesi direato, di cui agli arti. 327, 328 e 347 delCodice Penale, prospettate all'A.C. a

causa del comportamento tenuto nelcorso della vicenda.Dopo la sentenza 58/93, quelle ipotesi direato escono rafforzate.La Regione dell'Umbria, pur ricono-scendo ad essa di aver dimostrato dasubito sensibilità al problema, all'iniziosi mosse con qualche incertezza; giàabbiamo avuto modo di dare riconosci-mento all'attuale Assessore alla Sanitàregionale, di aver invece svolto fino infondo il ruolo politico che gli competevaappena subentrato ai suo predecessore,portando la vicenda fino ai suo soddi-sfacente epilogo presso la CorteCostituzionale.

Le nuove incombenze dei SPLLLa consapevolezza che sui servizi dipunto in bianco sono ricadute incomben-ze inerenti problematiche nuove, haindotto SNOP ad accollarsi l'onere difornire da subito orientamenti operativi,sia nella gestione degli aspetti normativi,abbastanza complessi ed articolati, chenella gestione più propriamente medico -preventiva. Al momento della stesura diquesto articolo è in avanzato stato di rea-lizzazione un seminario nazionalesull'argomento, insieme alla produzionedi una "guida" all'applicazione della L.1204/71.Si è aperto un nuovo campo di interven-to, che chiama gli operatori dei SPLL amisurarsi con tematiche nuove e stimo-lanti: è auspicabile che anche per essel'elaborazione culturale e scientifica siadi qualità pari a quella raggiunta in que-sti anni in molti altri ambiti inerenti laprevenzione nei luoghi di lavoro.Per il momento ci limitiamo a fornirealcuni riferimenti di carattere generale,che faciliteranno, speriamo, l'approccioe l'approfondimento delle questioni rela-

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rive all'applicazione della L. 1204/71.Tale legge è stata emanata per evitareche la lavoratrice in gravidanza, o il pro-dotto del concepimento, abbiano a rice-vere danni dall'espletamento dell'attivitàlavorativa da parte della lavoratrice stes-sa.Due sono le situazioni limite che sostan-zialmente possono presentarsi:a) la gravidanza è a forte rischio per ilconcepito o per la madre, a causa dipatologie ad essa strettamente connessee non correlate con l'attività lavorativasvolta, e ciò può comportare la necessitàper la donna di ricoveri ospedalieri o diriposo assoluto; in questo caso la leggeprevede che la donna sia posta in asten-sione anticipata dal lavoro rispetto ai duemesi prima del parto, godendo di parti-colari benefici, sia di natura economicache contrattuale;b) la gravidanza procede in maniera per-fettamente fisiologica, ma l'attività lavo-rativa espletata può mettere a repenta-glio ]a salute del bambino o della madrestessa; in questo caso la legge pone incapo al datore di lavoro l'obbligo dicambiare mansione alla lavoratrice e diadibirla allo svolgimento di compiti noncomportanti rischi. Nel caso il datore dilavoro non abbia la possibilità di unospostamento di mansione, la donna deveessere posta in astensione anticipata,godendo degli stessi benefici previsti peril caso a).Nella pratica, ci si trova spesso in situa-zioni intermedie rispetto a quelle sopraricordate: patologie proprie della gravi-danza colpiscono lavoratrici che svolgo-no un'attività in grado di provocare odaggravare le patologie stesse.Prima di passare a discutere degli aspettinormativi ed amministrativi, una cosa vasottolineata, perché della massimaimportanza: i meccanismi previsti dallalegge debbono essere attivati dalladonna stessa.La pur limitata esperienza finora fatta, ciha però dimostrato che sono pochissimele donne che sono a conoscenza dellanormativa, per cui, ad esempio, in gene-re nessuna donna consegna il certificatomedico attestante la gravidanza al datoredi lavoro: ciò significa che la parte dellalegge concernente il divieto di far svol-gere a lavoratrici in gravidanza lavori arischio è ampiamente disattesa.Nel caso di lavori pesanti o stancanti, oche comunque la donna percepisca comepericolosi per sé ed il bambino, l'impres-sione è che la donna comunque tiri avantifin che può, per eventualmente ricorrere,in maniera surrettizia, all'astensione anti-cipata prevista al punto a) di cui sopra; lapossibilità di essere poste in astensioneanticipata per patologie connesse esclusi-vamente con la gravidanza è infatti benconosciuta dalle donne.

Già nel 1990, al convegno delCoordinamento delle donne della CGIL, ilproblema dell'informazione delle donnesui rischi lavorativi e sui diritti di gravi-danza, era emerso come quello centrale;riteniamo profondamente vera questa con-vinzione.La nostra pur breve esperienza ci inducea ribadire questa valutazione.Per quanto riguarda gli aspetti normativied amministrativi, i Servizi di prevenzio-ne nei luoghi di lavoro debbono esercita-re le funzioni fin qui svolte dagliIspettorati del lavoro; in particolare

compete loro l'emanazione di disposi-zioni di interdizione anticipata dal lavo-ro o di spostamento mansioni non arischio, nel caso il datore di lavoro nonabbia autonomamente provveduto.Per quanto concerne le lavorazioni arischio, la legge 1204/71 ed il suo decre-to applicativo, il D.P.R. 1026/76, preve-dono un sistema misto: c'è una lista dilavori definiti "pericolosi, faticosi edinsalubri" a cui la donna non può essereadibita. Di essa fanno anche parte lelavorazioni per cui è obbligatoria la visi-ta medica preventiva e periodica di cuial D.P.R. 303/56, le tabelle 4 e 5 allegateal D.P.R. 1124/65, i lavori pericolosi,faticosi ed insalubri come individuati dalD.P.R. 43/76 sulla tutela dei fanciulli edadolescenti, e lavori comportanti esposi-zione a radiazioni ionizzanti, di cui alD.P.R. 185/64.E' inoltre previsto che la lavoratricepossa essere spostata, su disposizionedel S.P.L.L., da lavorazioni che sianocomunque da ritenersi pericolose per ladonna o il concepito.Altro elemento importante da tenere pre-sente è che anche nell'ambito della tute-la delle lavoratrici in gravidanza aiS.P.L.L. è attribuita una notevole discre-zionalità ed autonomia di intervento, cheall'inizio potranno risultare molto utiliper mettere a regime l'attività.E' anche da sottolineare che nella mate-ria occorrerà che tra medici del lavoro eginecologi ci sia uno stretto raccordo, siaa livello dei rispettivi servizi sulle que-stioni operative di carattere generale, chea livello individuale su casi specifici.Per facilitare la lettura delle norme ecomprenderne gli iter procedurali, si for-nisce uno schema illustrante i diagrammidi flusso elaborato da un gruppo di lavo-ro regionale della sezione umbra dellaSNOP.

DIRETTIVA CEESULLE LAVORATRICIIN GRAVIDANZA

E' stata pubblicata sul numero 28 (gen-naio-marzo 1993) della rivista "Rassegnadi medicina dei lavoratori", il testo dellaDirettiva CEE 92/85 del 19 ottobre 1992concernente la salute delle lavoratrici ingravidanza, puerpere o in periodo di allat-tamento.Direttiva cui abbiamo contribuito in sedeeuropea, tramite la parlamentare AnnaCatasta e che verrà discussa sul prossimonumero.Si raccolgono pareri.

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Inizio della gravidanzain una lavoratrice

La lavoratrice presenta domanda (Mat. l)al servizio di M.D.L. che dispone l'allontanamentoai sensi dell'art. 5 lett. A (Mat. 2) e consegnaricevuta alla donna (Mat. I)

Consulta il medicodi famiglia o il ginecologo

Si tratta di una gravidanzaa rischio per complicanzeo patologie preesistenti?

La donna è adibita adun lavoro faticoso,pericoloso o insalubreprevisto dal divieto di cuiall'art. 3 L. 1204171

NONO

SIDUBBIO?

aiValutazione da parte delservizio di m.d.l.mediante sopralluogo

La lavoratrice vain astensioneanticipata dal lavoro(per la durata del certificato)

11 lavoro è tollerato senzaproblemi della lavoratricegravida ed è comunque privodi rischi? (Mat. 8)

Lo specialista ginecologocompila il certificato di gravidanza:la donna ne consegna copiaal servizio di M.D.L. La donna deve essereche la trasmette al datore adibita a mansionedi lavoro a mezzo diversa da quelle comprese

tra i lavori faticosi,pericolosi e insalubri

Per il datore di lavoro il cambiodi mansione è possibile

Il servizio effettuala valutazione e disponel'astensione (Mat. 6)

SI

La donnava in astensioneanticipata

gravidanza a rischio

Lo specialista ginecologoSI compila il certificato di

NO

Valutazione da partedel servizio di M.D.L. anchemediante sopralluogo

tDUBBIO?

aiConsulenza ginecologica

La donna continua asvolgere la stessamansione sino al 7° meseArt. 4 L. 1204171

4NO

Accert.ISupposiz.della esistenzadel rischio oggettivoo in relazione all'avanzatostato di gravidanza

Prescriz.ISegnalaz.al datore di lavoro(Mat. 3, Mat. 4)

raccomandata RR (Mat. 6)NO

Il datore di lavoro presentaistanza al servizio di M.D.L.chiedendo l'astensioneanticipata (Mat. 9)

iLa donna è adibita a mansionidiverse da quelle comprese

NO-»- tra i lavori faticosipericolosi ed insalubri

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Viviana GuoloPRIMO NON INQUINAREDizionario per vivere bene rispettandola natura.Prefazione di Carlo Ripa di MeanaSperling & Kupfer, 1993 lire 28.000

Che cosa può fare ognuno di noi per contri-buire a migliorare l'ambiente? Quali com-portamenti dobbiamo adottare quotidiana-mente? Sono domande cui Viviana Guolo,responsabile del settore Ecoconsumo delMovimento Consumatori, cerca di darerisposta in questo utile libro - dizionario.Vi si dimostra affrontando le voci piùvarie: dagli avanzi di cucina alle lampa-dine, dalle etichette agli snack, daglismacchiatori agli imballaggi, di quanto inostri comportamenti quotidiani piùcomuni possano diventare veri attentatiall'ambiente o al contrario strumenti dieducazione e difesa.Ogni nostra azione: da usare un detersi-vo a pulire la verdura, dalla scelta deglielettrodomestici o delle piante di casa aquella dei metodi di cottura degli ali-menti ha una ripercussione sull'ambien-te. 1 metodi, i prodotti, le forme di ener-gia scelte hanno un piccolo o grandeimpatto sull'ambiente.Per molti anni la pubblicità ci ha abituatial falso e colonialistico slogan dell'usa egetta (a chi? e dove? ndr).Oggi si sta rivedendo lutto e questomanuale di base di informazione ambien-tale serve appunto per divulgare principied infot'mazioni ad un vasto pubblico.

Bernardo RamazziniLA SALUTE DEI PRINCIPIa cura di Francesco Carnevaleed. Tosca, 1992 pp. 200, lire 20.000

La "De Principum valetudine tuendaCommentatio", tradotta in italiano per laprima volta, fa parte di quelle "altre"opere di Ramazzini che hanno avutomeno fortuna del famosissimo e oramaimitico "De morbis artificum diatriba".Dalla prefazione di Ramazzini al bene-volo lettore:"Riesco ad immaginare l'accoglienzache i medici riserveranno a questa miaopera anche pensando cd fatto che il mioeditore, il quale ha sempre stampato ilibri a sue spese, si è rifiutato categori-camente di .fare la stessa cosa con que-sto perché, egli dice, il titolo non è taleda sollecitare i medici a comprarlo.Questi infatti prediligono di gran lunga ilibri che illustrano le malattie a quelliche trattano gli argomenti sulla difesadella salute; inoltre pesa il fatto chetroppo pochi medici sperano di poteressere chiamati alla corte del proprioprincipe. Pur comprendendo le ragionidel mio editore, ho deciso di attuare ilmio progetto dando alle stampe... " .Pubblicato agli inizi del '700, dopo chel'autore aveva rivolto le sue indagini nonsolo al mondo degli operai e degli arti-giani ma anche dei musicisti, dei soldati,dei cacciatori... questo non piccolo libroconsidera in modo estremamente moder-no i vari aspetti della vita di una figuraapparentemente privilegiata ma certamen-te non priva di preoccupazioni e responsa-bilità, cioè di "fattori di rischio": ilPrincipe.Attualissimo ed originale.Cosa è infatti oggi la salute di un Principe?11 rischio è di soffrire almeno di "animi

patemata" da Tangentopoli.Così l'acuto medico modenese, esami-nando le preoccupazioni di governo edaltri fattori psicologici legati alla vita dicorte, ne deduce disturbi che oggi chia-merenuno "psicosomatici" ma che agliinizi del '700 erano sicuramente inqua-drabili con minore facilità.Non c'era ancora stato Seyle a spiegarcilo stress, ma sicuramente lo stress c'eragià. Nei 14 capitoli vengono puntigliosa-mente esaminati tutti gli aspetti della"privilegiata" vita del principe: dai per-niciosi stravizi alimentari, alla necessitàdi conservare un ritmo di sonno e ripososenza alterare giorno e notte, all'inquina-mento dell'aria alle regole per la vitamilitare e la vita in accampamento, dallascelta delle letture all'esercizio fisico.Nulla nuoce di più alla salute dei princi-pi che le passioni dell 'anima; per questenessun rimedio può venire dalla medici-na.Così saggiamente sottotitola uno deicapitoli - chiave e dato che i principivivevano spesso a lungo, non mancanole regole per conservare la salute nell'etàsenile secondo il detto che la vecchiaia èil contro - altare dell'infanzia.Sicuramente, come acutamente annotano icuratori, la Salute dei Principi può essereconsiderato un secondo Supplemento deLe Malattie dei Lavoratori, molto più affi-ne alla Dissertazione sulla salute dei lette-rati che alla trattazione degli altri mestieri,con un'ampiezza di analisi anche sulle abi-tudini di vita e sulle passioni dell'animo.Chiude il bel libro una documentatissimavita di Bernardino Ramazzini.

Laura Bodini

E. Buiatti, F. Carnevale,M. Geddes, G. MacioccoTRATTATODI SANITÀ PUBBLICANuova Italia Scientifica Roma 1993£.1 14000 pp. 900

Sul prossimo numero del Bollettino saràpresentata la recensione di questo impor-tante volume, rifacimento - ampliamento -aggiornamento del precedente dallo stessotitolo dei medesimi autori, che ha cono-sciuto un grosso successo.

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AAVVCOME, QUANDO, PERCHE'Criteri e contenuti per l'attività diTecnico di Igiene Ambientale ePrevenzione nei luoghi di lavoroed. Coop. Michele Agostino Pròpp.384 lire 35.000

Nato in origine dall'idea di fornire unadispensa ai partecipanti ad una serie dicorsi per tecnico di igiene e sicurezzadel lavoro ed igiene industriale, questovolume, edito dalla CooperativaMichele Agostino Prò, ha assunto nellastesura finale la dignità di un testo dibase per chi intenda lavorare nel settoredella prevenzione del rischio occupazio-nale sia in ambito pubblico che privato.Gli autori sono tutti operatori del settoreche lavorano in Istituti Universitari, neiservizi e presidi delle USL, in aziende eistituti di ricerca.Nel primo capitolo troviamo i compitidell'addetto alla sicurezza nell'impresae del tecnico pubblico; si cerca di dareuno schema di lettura delle competenze,dei criteri per effettuare una indagine, diimpostare un sistema informativo.Seguono negli altri capitoli delle brevima essenziali schede sui vari fattori dirischio e sulle questioni chiave riguar-danti l'igiene e la sicurezza del lavoro el'igiene ambientale.Una grande attenzione viene dedicataagli aspetti legislativi e normativi.La novità del libro non sta tanto neicontenuti scientifici (peraltro bene sin-tetizzati) ma nell'approccio critico, ope-rativo, evolutivo di chi non si pone soloil compito di censire i problemi ma diaffrontarli.Finalmente si parla anche di soluzioni,di bonifiche, temi a noi molto cari.Chiudono il libro una serie di casi realiaffrontati e una appendice con i princi-pali riferimenti legislativi, le norme tec-niche ed i riferimenti bibliografici.Il libro può essere richiesto a:Coop. "Michele Agostino Prò"via Alfieri 43 20030Novate Milanese (MI)tel .0362 - 368651 Jòx 0362 - 368661

OuzJM'

Pubblichiamo il consuntivo dell'anno1991 e quello dell'anno 1992 che sonostati approvati durante l'assemblea diBologna del 25/3193.La SNOP ha fatto nel 1992 un grandesforzo finanziario per l'organizzazionedel convegno nazionale di Bari, dalquale non ci siamo ancora ripresi, e hauna importante scadenza nel 1994 conl'organizzazione del convegno europeodi Riccione "Organising the Change"sulla organizzazione europea della pre-venzione che richiederà investimenti nonindifferenti.Sino ad ora le risorse finanziarie raccoltefra i soci ma anche frutto di collabora-zioni esterne (corsi di formazione, pub-blicazioni, ecc...) hanno permesso disostenere l'attività regionale, nazionaleed ormai anche europea della SNOP.L'attività dell'Associazione ormai pre-vede non pochi incontri nell'arcodell'anno, particolarmente necessari inquesta fase di rapido cambiamento delleprospettive e delle normative, per poterportare un contributo a quanto sta succe-dendo.Anche la Rivista SNOP ha aumentato lepagine e sono aumentati i costi.Le attività esterne, ed in particolare la col-

a:-

laborazione con Ambiente e Lavoro, conla CGIL Lombarda e con alcune USL oRegioni (Rovigo, Venezia, Bologna,Sardegna) che gravano su un numerolimitatissimo di soci, hanno permesso dimantenere in equilibrio la situazionefinanziaria.L'Associazione continua infine a funzio-nare senza struttura amministrativa pro-fessionale e senza una reale sede con leconseguenze facilmente comprensibili.Da prendere in considerazione l'adegua-mento della quota di iscrizione annuale,ferma dalla fondazione dell'Associazionenel 1985 che sarà proposto alla prossimaAssemblea Nazionale.La prossima iniziativa, che potrebbeconsentire di coprire le spese di funzio-namento per il 1993194, è la commercia-lizzazione del programma "ANADIT-TE" per la gestione del sistema informa-tivo interno-esterno dei servizi territoria-li, programma sviluppato da soci, speri-mentato da anni all'interno di alcuni ser-vizi e con caratteristiche assai interes-santi (a fronte di un costo modesto)anche perché nasce dal modello operati-vo che la SNOP ha elaborato e sostenutoe che invitiamo a richiedere e sperimen-tare.

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BILANCIO NAZIONALE RELATIVO ALL'ANNO 1991

Conto Economico

Entrate

Quote sociali +35,800,000

Uscite

Spese convegni -53,809,625Iscr. convegni +43,739,154 Spese dir. naz. -28,744,766Vendita pubblic. +6,175,000 Spese dir. reg. -6,155,860Attiv. econom. +21,594,600 Spese bollett. -50.994,669Contributi vari + 13,900,000 Spese amministr. -1,882,600Pubbl. bollett. +5,355,000 Tasse -3,936,485Abbon. bollett. +3,195,000 Spese banca - CCP -406,480Entrate varie +1,042,125 Uscite varie -412,898Totale entrate + 130,800,879 Totale uscite -146,343,383Saldo - 15,542,504Somme da incassare +357,000 Somme da pagare -0Saldo finale - 15, 185,504

Stato Patrimoniale

Attività

Disponibilità di cassa 36,363,444

Passività

Debiti di cassa 0Disavanzo eserc. prec. 0 Avanzo eserc. prec. 51,905,948Crediti da clienti 357,000 Debiti verso fornitori 0Disavanzo di esercizio 15,185,504 Avanzo di esercizio 0Totale attività 51,905,948 Totale passività 51,905,948

BILANCIO NAZIONALE RELATIVO ALL'ANNO 1992

Conto economico

Entrate

Quote sociali +45,457,350

Uscite

Spese convegni -95,698,833Iscr, convegni +47,941,250 Spese dir, naz. -27,497,712Vendita pubblic. +9,841,200 Spese dir. reg. - 4,482,980Attiv. econom. +39,268,000 Spese bollett. -32,465,550Contributi vari + 19,790,000 Spese amministr. -451,165Pubbl. bollett. +5,950,000 Tasse -4,192,145Abbon. bollett. +3,887,250 Spese banca-CCP -213,780Entrate varie +686,576 Uscite varie 0Totale entrate + 172,821,626 Totale uscite -165,002,165Saldo +7,819,461Somme da incassare +15,792,000 Somme da pagare -45,324,900Saldo finale -21,713,439

Stato patrimoniale

Attività

Disponibilità di cassa 44, 182,905

Passività

Debiti di cassa 0Disavanzo eserc. prec. 0 Avanzo eserc. prec. 36,363,444Crediti da clienti 15,792,000 Debiti verso fornitori 45,324,900Disavanzo di esercizio 21,713,439 Avanzo di esercizio 0Totale attività 81,688,344 Totale passività 81,688,344

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DIRETTIVO SNOP GIUGNO 93

EMILIA ROMAGNAGraziano Frigeri(presidente SNOP)SMIPL - USL n. 7via Toschi, 343013 Langhirano PRTel. 052 1 /858 1 63-8527 1 0Fax 05211853723

Eva Francesconi(segretario regionale)SMIPL - USL n. 37c.so Beccanni, 1648018 Faenza RATel. 05461673755Fax 05461664789

Luigi SalizzatoUSL n. 39via Fiorenzuola, I47023 Cesena FOTel. 0547/352483

VENETOEmilio Cipriani(segretano regionale)SPISAL - USL n. 26via Foro Boario, 2837012 Bussolengo VRTel. 04516700500Fax 04516700347

Marcello PotìSPISAL-USSL n. 20via P. Cosma, I35012 Camposampiero PDTel. 049/93241 I IFax 04919324343

PIEMONTEVALLE D'AOSTAAndrea Dotti(segretario regionale)SISL - USSL n. Ivia Lombroso, 1610125 TorinoTel. 01 1/6698822Fax 01 116503 1 49

FRIULICristina Driussi(segretario regionale)USL n. 6via Sottomonte, 833038 S.Daniele del Friuli UDTel. 04321955674Fax 04321949355

LOMBARDIALaura Bodini(vicepresidente SNOPdirettore dello rivista)UOTSLL - USSL n. 65via Oslavia, I20099 Sesto S. Giovanni MITel. 021249963 lFax 02126223083

Elio Tagliabue(segretario regionale)UOTSLL - USSL n. 12via Cavour. I O22063 Cantù COTel. 03 1 /705 3 30Fax 031/715716

Enrico Cigada(tesoreria)Sevizio n I - USSL n. 65via Oslavia. I20099 Sesto S. Giovanni MITel. 02/2499625Fax 02126223083

TOSCANADomenico Taddeo(segretario regionale)SPISLL - USSL n. 17viale Europa56022 Castelfranco Sotto PITel. 057 11269625Fax 05711269649

LAZIOAurora Di Marzio(segretario regionale)USL RM17viale della Letteratura, 1400144 RomaTel 06/5922707

MARCHERoberto Scielzo(segretario regiona e)Servizio n. I USL n.4via Ceccarini, 661032 Fano (PS)Tel. 0721 /882573Fax 07211882548

flffi tUMBRIAArmando Mattioli(segretario regionale)via del Campanile, 12/A06034 Foligno PGTel. 07421339580 - 339502

SARDEGNAAntonio Omnis(segretario regionale)USL n. 15via Tirso, 7109037 S. Gavino CATel. 07019375204

ABRUZZOSilverio Gatta(segretario regionale)Sen...izio Medicina del Lavorovia della Stazione65026 Scafa PETel. 0851854 I276

CAMPANIADomenico della Porta(segretario regionale)via Posidonia 53/C84 100 Salerno

CALABRIACirillo Bernardo(segretario regionale)UOMLvia Discesa Poerio, 388 100 CatanzaroTel. 0 9 6 1 / 8 8 7 1 1 1Fax 096 1 17475 5 6

PUGLIEFulvio Longo(segretario regionale)USL BA/ l 4via Lecce, 570010 Casamassima BATel. 080/674832

ALTRI RIFERIMENTIAntonio CristofoliniServizio Medicina del Lavorovia Malta, 638100 TrentoTel. 04611230030

Stefan Faesvia Amba Alagi, 539100 BolzanoTel. 047 11286530

Francesco GarufiIgiene del Lavorovia Vaccaro, 590145 PalermoTel, 091/696328

Sergio Scorpiovia Conca Casale, 1586079 Venafro 15

LIGURIARossella D'Acqui(segretario regionale)USL n. 10via Jori, 30/A16159 GenovaTel. 0i017301310- IFax 0 1 0144048 1

Claudio Calabresi(ufficio di presidenza)UOISAL n. 18corso Genova. I O16043 Chiavavi GETel. 0185/32926 iFax 0I 85/329283