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Il magazine di news, business e trend Nella foto: Dolce&Gabbana ENGLISH VERSION INSIDE HOT TICKETS Miss Blumarine, N°21 Kids, Vivetta, Enzo Fusco, Mischka Aoki È il momento di restituire al childrenswear tutta la sua dignità creativa Yes Time to Say DOLCE&GABBANA «Vestire i bambini ci dà una grandissima carica positiva » Anno 47 | N ° 02 del 20.01.2016 | quindicinale | 5,50 | www.fashionmagazine.it

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Il magazine di news, business e trend

Nella foto: Dolce&Gabbana

ENGLISH

VERSION INSIDE

hot ticketsMiss Blumarine,N°21 kids, Vivetta, enzo Fusco, Mischka Aoki

È il momento di restituire al childrenswear tutta la sua dignità creativa

Yestime

to say

dolce&gABBANA «Vestire i bambini ci dà una grandissima carica positiva»

Anno 47 | N°02 del 20.01. 2016 | quindicinale | € 5,50 | www.fashionmagazine.it

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Bambini vestiti da bambiniilgufo.it

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n° 2 20 GENNAIO 2016www.fashionmagazine.it

In copertinaUn outfit di Dolce&Gabbana Boy per l’autunno-inverno 2016/2017(Courtesy of Dolce&Gabbana)

11 L’EdItorIaLE

PROTAGONISTI

12 doLcE&Gabbana La moda è “piccola” per noi

NewS

18 PIttI bImbo L’età? Uno stato mentale anche per i più piccini

22 monnaLIsa Un mondo completo

22 sImonEtta Let the journey begin

26 IL Gufo Parola d’ordine: internazionalizzare

BUSINeSS

28 Enzo fusco/fGf Industry «E ora mi concentro su Blauer»

33 sondaGGIo/VEndItE childrenswearf-w‘15/16 Il bambino soffre: «Occorre maggiore collaborazione»

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SOMMARIO

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SOMMARIOwww.fashionmagazine.itn° 2 20 GENNAIO 2016

TReNd

40 Preview2016/2017 Grandi griffe per piccoli trend

42 mIss bLumarInE Tarabini: «Un nuovo inizio con i valori di sempre»

43 n°21deBUTTanelBiMBO Dell’Acqua: «La mia prima prova nel kidswear»

43 VIVEtta «Pronta per il grande salto»

44 KidswearPreview2016/2017 Sketching

47 KidswearPreview2016/2017 Dress & play

54 brand to watch 56 storE to watch/EstEro Paradisi dello shopping in formato mignon

58 storE to watch/ItaLIa Baby Bottega: un’americana a Firenze

60 bEauty bImbo Prime coccole

PeOPLe

62 rItrattI/wInnIE «Con Mischka Aoki porto la haute couture nel mondo della bambina»

63 PErsonE E PoLtronE

64 Q&a/ ELIsabEtta GazzottI Loveinkyò: dal Veneto al Royal Baby

65 fashIon PEoPLE

66 rEd carPEt

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MILAN - ROME - FORTE DEI MARMIHARRODS LONDON - EL CORTE INGLES BARCELONA - EL CORTE INGLES PUERTO BANUS MARBELLA

LADYLICIOUS HERENTALS BELGIUM - FORTE VILLAGE SARDINIA - DUBAI MALL DUBAI UAE - YAS MALL ABU DHABISALAM STORES DOHA QATAR - WINNY NIzHNY NOVGOROD - ROYAL KIDS KAzAN

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Innovare è senz’altro l’imperativo del momento:

su tutti i fronti, dal prodotto, al retail, passando

per la comunicazione, nulla è più com’era

prima. Solo aggiornando le prassi aziendali ai

più moderni standard si può imprimere la propria

impronta al regime di ipercompetizione in vigore

a livello mondiale. Innovare è però tutt’altro che

una mera operazione aritmetica. Bisogna fare molta

attenzione a non farsi fagocitare da un impeto di

sterile straniamento dalle proprie radici e dal proprio

stesso senso di umanità. Ascoltiamo dunque cosa

dicono due grandissimi del made in Italy, Domenico

Dolce e Stefano Gabbana, nell’intervista concessa a

Fashion in questo numero, in cui ribadiscono che per

loro spontaneità e spensieratezza sono due potenti

motori di immaginazione e di freschezza. Nulla più

dei bambini e dei ricordi legati all’alveo della famiglia

può condurre a quel bacino di positività che è la gioia

del gioco con il suo dirompente impeto creativo.

Rimanere legati a doppio filo alla propria storia,

anche personale, costituisce un vantaggio competitivo

straordinario che consente di ideare nuove collezioni,

ma anche strategie e modalità di comunicare, con

grande naturalezza e autenticità. Non a caso il

percorso di univocità del marchio messo in atto con

maestria negli ultimi anni da Dolce&Gabbana è

andato di pari passo con l’affermarsi della collezione

bambino. Distillare il nocciolo della propria value

proposition ha premiato i due stilisti. Insomma, per

vincere bisogna anche saper giocare.

L’imprescindibile leggerezza del gioco

To an important degree, the power to innovate stems from an ability to workful playfulness. As Domenico Dolce and Stefano Gabbana point out in their interview with Fashion Magazine, being spontaneous and thought-free is a great boost to creativity and happens naturally when entering the realm of the child within. As the two couturiers underscore, this is a connection that should never be compromised and can even be a strong source of competitive advantage.

Marc Sondermann Direttore/Editor-in-Chief

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PROTAGONISTI

Dolce&Gabbana: la moDa è “piccola” per noi

sente. Le riserviamo le medesime attenzioni delle collezioni per l’adulto, le stesse cure nella ricerca dei tessuti e delle proporzioni. Senza dimenticare che abbiamo a che fare con dei bambini, per cui dobbiamo rispet-tare le loro esigenze per quanto riguarda il movimento e la vestibilità, dando sempre un tocco di ironia e di divertimento.

La comunicazione sulla famiglia e l’idea di portare i figli in passerella con le mamme che effetti ha avuto sulla linea bimbo?SG: La famiglia è uno dei valori più impor-tanti per noi. Dopo averla messa in scena nella collezione uomo, per la donna ci sia-mo ispirati alla mamma. Volevamo rendere omaggio a tutte le madri e alle generazioni di figli che verranno. Questo è il vero motivo della presenza di alcuni bambini in sfilata.DD: Non ci aspettavamo tutta quell’atten-zione. A noi piaceva l’idea di parlare di maternità e non potevamo farlo, se non con delle mamme vere. La sfilata porta in sce-na un mondo e secondo noi deve farlo alla perfezione. Facendo sfilare mamma e figlia insieme abbiamo celebrato un amore, quello più importante di tutti.

Avete inventato un testimonial come Mimmo The Dog, una celebrità con tanto di profilo Instagram e pagina Twitter. Il gioco è un asset fondamentale del settore?

«Ci piace l’idea dei bambini che si vestono come mamma e papà». Do-

menico Dolce e Stefano Gabbana mettono subito le cose in chiaro. Non sia mai che qualcuno lo scordi: per loro la famiglia è sacra. Per questo, quando nel 2012 si trattò di lanciare la collezione Dolce&Gabbana per i più piccini (dal bébé ai teenager), l’idea di creare un link forte tra genitori e figli fu naturale. Così, invece di disegnare una linea junior, i due stilisti preferirono replicare in miniatura i look maschili e femminili della griffe. Una scelta benedetta dai numeri: a quattro anni dal lancio, il childrenswear rap-presenta il 7% del totale delle vendite delle collezioni Dolce&Gabbana. Un bel gruzzo-letto, visto che il gruppo ha archiviato l’e-sercizio 2014/2015 con un fatturato di 1,030 miliardi di euro. Il tutto grazie a un progetto d’ampio respiro, che ha visto la maison con-centrarsi sul retail worldwide, attraverso 21 monomarca (l’ultimo è stato aperto al Mall of Emirates di Dubai) e 20 shop-in-shop. Domenico e Stefano raccontano a Fashion i nuovi progetti sul tavolo. Che sono molti, dalla nuova linea da sera per le bambine ai prossimi opening, previsti a Zurigo, Dubai e Abu Dhabi. E non si stancano di sottolineare che questa è una parte del lavoro che li diver-te e li appassiona, come dimostra la nuova collezione autunno-inverno 2017, che viene presentata il 21 gennaio a Firenze, nella bou-tique di via De’ Tornabuoni.

Siete stati tra i primi a creare per i più piccoli gli stessi abiti degli adulti. Sulla base di cosa avete preso questa decisione? Potreste cambiare strategia in futuro?Domenico Dolce: L’immagine che ci vie-ne sempre in mente, quando pensiamo alla collezione dedicata ai più piccoli, è quella di una bambina o di un bambino che curiosa nel guardaroba della mamma e del papà. Si prova i suoi vestiti, le sue scarpe; crediamo quindi che questa sia la giusta strategia per affrontare il mondo del childrenswear.Stefano Gabbana: Nella nostra collezione bambino riproponiamo i temi che a noi sono cari, il dna di Dolce&Gabbana è sempre pre-

«riserviamo al bambino la stessa attenzione delle linee per l’adulto»: Domenico Dolce e Stefano Gabbana introducono così l’evento di presentazione della collezione autunno/inverno 2017 a Firenze. parole che trovano

riscontro nei numeri: il childrenswear della maison è in crescita e le vendite, in aumento, valgono il 7% del fatturato. lievita anche il numero delle boutique, con i prossimi opening di Zurigo, Dubai e abu Dhabi

Domenico Dolce and Stefano Gabbana explain how they plan to grow their childrenswear business. «The line is conceived as an expansion of the Dolce&Gabbana world, in terms of product, design content, craftsmanship and function. The collection

is an homage to the family». Now the offer is so wide, that it includes even eveningwear for girls. In 2016 the Italian fashion brand will continue its expansion in kidswear with a series of openings in the world, including a new store in Zurich.

Sopra, due look Boy della collezione Dolce&Gabbana fall-winter 2017. Nella pagina a fianco, Stefano Gabbana e Domenico Dolce

di AndreA Bigozzi

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SG: Per parlare del peluche Mimmo The Dog bisogna risalire al 2013, quando arrivò in casa mia il terzo cane, per l’appunto Mimmo, un cucciolo di labrador color miele. Era il piccolo di casa e la mascotte dell’ufficio e così, insie-me a Domenico, abbiamo deciso di ispirarci a lui per creare un peluche che avesse il suo nome e le sue sembianze.DD: L’idea era creare qualcosa per i più piccoli che andasse oltre agli abiti o accessori: un gio-co, un oggetto a cui affezionarsi. È nato così il peluche Mimmo The Dog, che ora fa parte della collezione Dolce&Gabbana bambino.

Cosa vi piacerebbe realizzare di nuovo per i bambini?DD: Abbiamo appena lanciato una colle-zione di abiti da sera per le bambine: sono modelli speciali, che prendono ispirazione dai colori, forme e stampe che caratterizzano la Collezione Sera Donna. Volevamo rega-lare alle bambine di tutto il mondo il sogno di sentirsi delle vere principesse delle fiabe. Questa collezione speciale dedicata alle più piccole dà a mamme e bambine la possibi-lità di sognare insieme, indossando lo stesso abito da sera.SG: Volevamo una capsule collection che completasse l’armadio delle bambine anche per le occasioni più speciali. Diciamo che

Tre proposte bambina della collezione Back to school di Dolce&Gabbana per l’autunno-inverno 2016/2017

questa è l’ultima novità. In generale, comun-que, preferiamo concentrarci su abiti e acces-sori che è quello che siamo bravi a fare.

Come evolverà il mondo junior della maison?DD: Come sempre, partiremo dalle collezio-ni adulte in modo da ricreare per i più piccoli esattamente le stesse cose. Dobbiamo però tenere conto che i bambini, ora più di prima, sviluppano una propria personalità, indipen-dente da quella di un genitore, ed è quindi ancora più importante capire le loro esigen-ze e i loro gusti, che cambiano spesso. Io per esempio ho dei nipoti piccoli, con cui trascor-ro molto tempo, ed è a quello che mi dicono loro che mi ispiro.SG: È vero, oggi la maggior parte dei bambi-ni ha già un gusto proprio…questo sì, questo no…leggono, studiano, giocano, vanno su internet, con la stessa facilità con cui entra-no in un negozio e decidono cosa gli piace e cosa non. Ci siamo accorti che c’è un’energia nuova nell’aria, i bambini crescono più velo-cemente ed è per questo che anche per le loro collezioni dobbiamo stare attenti ai cambia-menti sociali, culturali ed estetici.

Cosa non vi piace della moda per bambini?DD-SG: A dire il vero, non vediamo lati ne-

gativi. Quando si parla dei più piccoli, tutto diventa come un gioco e il lavoro si fa più spontaneo e spensierato. Disegnare collezioni destinate a loro è un modo anche per noi per rivivere i ricordi dell’infanzia.

A proposito, c’è un capo di quando eravate piccoli che ricordate con affetto o che vi ha ispirato nel vostro lavoro di stilisti?DD: Sono un bambino nato e cresciuto in Si-cilia, a Polizzi Generosa. Mi piaceva passare le giornate nella sartoria di mio padre Saverio, che faceva il sarto. Giocavo con gli scampoli di tessuto e ho imparato molto presto a cuci-re e tagliare il primo paio di pantaloni, avevo appena 4 anni. Mi piaceva guardare mio papà mentre tagliava gli abiti per le cerimonie e per la vita di tutti i giorni. Seguivo con attenzione ogni fase: la scelta dei materiali, le misure che venivano prese, le prove. La mia passione per la moda è iniziata allora.SG: Non mi ricordo esattamente cosa ama-vo indossare quando ero piccolo, ma quan-do vedo certe mie foto della mia infanzia mi viene da sorridere, perché ovviamente ora ho un gusto totalmente diverso. Mia madre voleva sempre farmi indossare i pantaloni corti. Quando poi ho scoperto i jeans, non li ho più tolti… per molti, molti anni. Ora l’età si fa sentire! ■

PROTAGONISTI

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NEWS IN PRIMO PIANO

A cavallo tra la fine del 2015 e gli inizi del nuovo anno si torna a parlare di private equity. Una delle più recenti operazioni è una partnership fra il gruppo del lusso Lvmh, Groupe Arnault (holding di Bernard Arnault, patron di Lvmh) e il fondo americano Catterton. Insieme stanno per creare una nuova società di private equity, L Catterton, che dovrebbe arrivare a gestire 12 miliardi di dollari di asset e diventare leader così nel settore consumer. La jv, di cui il 60% controllato dagli americani, raccoglie sotto lo stesso ombrello gli attuali investimenti di Catterton in Nord America e America Latina, nonché il business del private equity e del real estate di Lvmh e Groupe Arnault attualmente in capo rispettivamente a L Capital (Giuseppe Zanotti e Dondup tra i brand in portafoglio) e L Real Estate. Restando negli Usa, il fondo Bluestar Alliance ha rilevato una quota significativa di Michael Bastian. La nuova jv MB Brand Holdings ha l’obiettivo di espandere il business della label nel segmento medio, sia nel sartoriale sia nello sportswear, grazie ad accordi di licenza. In più, mentre scriviamo, circolano voci di un interesse da parte di Eurazeo per una quota della griffe francese Isabel Marant. Andrebbe a rafforzare il portafoglio “moda” del fondo francese già proprietario di pacchetti nel capitale di Desigual (9,8%), Moncler (11%) e Vestiaire Collective (e-commerce di abbigliamento e accessori di seconda mano, di cui detiene una quota di minoranza).

brunello cucinelli

la crescita resta garbata e sostenibileBrunello Cucinelli revenues jumped in 2015. Gains in US, Greater China and Europe helped to boost the Italian luxury group’s sales.

MoDA e PrivAte equity

alleanze e nuove operazioni Lvmh, Arnault and Catterton are partners for investments in consumer sector. Bluestar Alliance invests in Michael Bastian.

Il cda di Brunello Cucinelli ha approvato i ricavi preliminari per l’esercizio 2015. Il gruppo umbro del cashmere è cresciuto del 16% a 414 milioni di euro di ricavi, grazie al buon andamento in Nord America (+27,5%), nella Greater China (+23%) e in Europa (+10%). In Italia, dove l’azienda quotata realizza circa il 17% delle vendite annuali, la crescita risulta del 3,7%. Il canale retail (81 boutique dirette) ha registrato un +30%, con un peso totale sui ricavi del 46,6%. Il wholesale è invece aumentato dell’8% nel canale monomarca (36 store) e del 6% in quello multimarca. «La dinamica delle vendite - si legge in una nota - conferma e supporta l’obiettivo dichiarato di sempre di una crescita garbata e sostenibile di lungo periodo». Nel 2015 la società quotata ha concluso un piano triennale di investimenti da circa 120 milioni di euro con focus sulla distribuzione. In più ha terminato l’ampliamento dell’impianto industriale di Solomeo e ha iniziato lo sviluppo di un progetto relativo a una piattaforma tecnologica e all’ingresso nel mondo digital, con investimenti che proseguiranno anche nel 2016. «Il sell-out dell’inverno 2015 è stato molto positivo - ha dichiarato il fondatore, Brunello Cucinelli - e le vendite delle collezioni primavera-estate 2016 sono partite davvero bene. La richiesta di abbigliamento di fascia altissima, espressione del bel vestire italiano, resta forte. Sulla base di queste considerazioni immaginiamo un 2016 molto positivo, con una crescita a doppia cifra».

il brand beckham vale 60mila sterline al giorno The sales of Beckham Brand Holding totalled 65,8 million pounds in 2014. Fashion business rose to 35,4 million.

I coniugi David e Victoria Beckham, la cui ricchezza è stimata a oltre 500 milioni di sterline, hanno guadagnato 60mila sterline al giorno nel 2014, raggiungendo i 22,5 milioni di sterline di profitti (12,6 milioni al netto delle tasse). Come riportato dai media britannici, la Beckham Brand Holdings, che accorpa il business nella moda della ex-Spice Girl e l’attività di marketing legata all’immagine del marito calciatore, ha raggiunto i 65,8 milioni di sterline di ricavi, di cui 34,5 milioni derivanti dal fashion business (nel 2009, anno del debutto, erano pari a 1 milione). Anche i figli sarebbero dei piccoli re Mida. La campagna pubblicitaria di Burberry con protagonista il 13enne Romeo Beckham pare abbia dato grande slancio alle vendite dei trench dello storico marchio britannico.

inverno troppo mite, Fast retailing lima i target Uniqlo revenues are down, as a result of the mild winter. The parent company reduces its targets.

Il colosso giapponese Fast Retailing, proprietario dei negozi Uniqlo, ha rivisto al ribasso le previsioni sui profitti annuali, portandole da 115 a 110 miliardi di yen, dopo la pubblicazione della trimestrale, che risente di un inverno particolarmente mite. In dicembre le vendite di Uniqlo sono diminuite dell’11,9% a parità di store, dopo il -8,9% di novembre. Nel primo trimestre fiscale terminato il 30 novembre, Fast Retailing ha totalizzato 520 miliardi di yen di ricavi, in aumento dell’8,5%, ma i profitti operativi sono scesi del 17% a 75,9 miliardi e l’utile ha registrato un -30% a 51 miliardi. Per l’esercizio che terminerà a fine agosto il gruppo quotato a Hong Kong prevede una crescita dei ricavi del 7% a 1,8 trilioni di yen, contro la precedente previsione di 1,9 trilioni.

raF simons stilista più googolato del 2015Raf Simons is the most googled designer of 2015. Giambattista Valli is the only Italian in the top ten.

Il designer Raf Simons, che in ottobre ha lasciato la maison Dior, conquista il primo posto nella classifica di Google Trends sugli stilisti più popolari del 2015, che tiene conto dei tassi di crescita delle ricerche su Google rispetto all’anno prima. Sul secondo e terzo gradino l’americana Shoshanna Lonstein Gruss e Giambattista Valli. Seguono Thakoon Panichgul, Tadashi Shoji, Elie Saab e Karl Lagerfeld. Chiudono la top ten Christian Lacroix, Zuhair Murad e Tommy Hilfiger.

La sfilata Isabel Marant spring-summer 2016

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I NUMERI DEL SALONE

445le collezioni presenti

216i marchi esteri

80le new entry

47milai metri quadrati dell’area

suddivisa in 8 sezioni

10milai visitatori dell’ultima

edizione invernale

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PITTI BIMBO

Chiuso Pitti Uomo, Pitti Generation(s) è il tema-guida anche dell’82esimo

Pitti Bimbo in programma a Firenze dal 21 al 23 gennaio 2016. Infatti, l’intento di Pitti Immagine è quello di raccontare, ai saloni di gennaio, «un’era dove l’età è più uno sta-to mentale che anagrafico». Per provocare «un’energetica immersione in nuovi stili e modi di vivere» il salone del childrenswe-ar ospita 445 marchi, di cui quasi la metà (216) stranieri. Ma gli organizzatori si sono mossi nella direzione di internazionalizzare ancora di più anche la platea dei visitatori. «Ci impegniamo ad accogliere in Fortez-za da Basso nuovi compratori dai mercati mondiali - spiega Raffaello Napoleone, ceo di Pitti Immagine - con il sostegno dell’Ice e, per la seconda volta, del Ministero dello Sviluppo Economico. Inoltre abbiamo fatto un tour all’estero, da Londra a New York fino ad altre capitali internazionali, per pro-muovere a tappeto il comparto e il salone». Questo perché il settore «fa parte integrante della spina dorsale del made in Italy e ha sofferto più di altri delle difficoltà di mer-cati come la Russia, dove le esportazioni di moda sono crollate (vedi box a pag.18)». Grazie alla collaborazione con l’Agenzia per il commercio estero e il Governo, sale a oltre 35 il numero dei top buyer internazio-nali coinvolti (quasi il doppio delle ultime edizioni), provenienti da 15 diversi Paesi:

tra questi Harrods, Galeries Lafayette, Barney’s, Bergdorf Goodman, Neiman Marcus, Bosco di Ciliegi, Mercury, El Corte Inglés, Isetan Mitsukoshi, Takashi-maya, Harvey Nichols e Chalhoub.

80 «INNEStI» E tANtA RICERCA Sono circa 80 le new entry al debutto il 21 gennaio, «il che - precisa Napoleone - è molto importante, perché una fiera che non ha questo genere di “innesti” non va avanti». Fondamentale anche la ricerca, parola che, insieme a “lifestyle”, «è diventata quasi un mantra - dice il vicedirettore generale di Pitti Immagine, Agostino Poletto - soprattutto nel caso di Pitti Bimbo, che manda in scena la se-conda edizione del “laboratorio” KidzFizz e dà ancora più rilievo alla sezione Apartment. Senza contare l’ampliamento di Sport Gene-ration, che rafforza il collegamento con Su-perStreet». Apartment, in particolare, non si limita a essere una vetrina del contemporary lifestyle in taglie mini (con 22 label, dalle 17 precedenti), ma in questa edizione ospita una sfilata collettiva negli spazi del Lyceum. Per la prima volta la sezione si sviluppa su due piani e «ricorda una casa - precisa Giuliana Parabiago, pr & marketing consultant di Pit-ti Immagine - dove il “vecchio” si amalgama con il nuovo e l’insieme che ne scaturisce non è mai scontato. Del resto, anche nel ve-stire tutto è cambiato: predomina un atteg-

di ElisabEtta Fabbri

l’età? uno stato mentale anche per i più piccini

all’edizione numero 82 del salone fiorentino, un’immersione in nuovi stili e modi di vivere, per un immaginario viaggio tra generazioni dove l’età è sempre meno uno stato anagrafico e sempre di più una condizione mentale.

Quasi 450 le collezioni in Fortezza e 80 i debutti

Pitti Bimbo 82 is an «energetic immersion in new styles and ways of life», with 445 collections and 80 new entries, such as N°21 Kids designed by Alessandro Dell’Acqua. One of the spotlights is on Apartment, located in the Lyceum: the section dedicated to contemporary lifestyles and cutting-edge fashions for children includes

a special runway show. Sport Generation grows and Kid’s Evolution presents new capsule collections.

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Un rendering della sezione Apartment, negli spazi del Lyceum, che in questa edizione si sviluppa su due piani e ospita sfilate collettive

in Breve

Cicciobello è uno degli special guest del salone. Non più solo un bambolotto,

che dagli anni ‘60 diverte generazioni di bambine, ma anche una linea beauty per

il bagnetto dei bambini, che viene lanciata a Pitti Bimbo dalla casa madre, la Giochi

Preziosi di Cogliate (MB). Un cocktail fissato il 21 gennaio alle 17, nel padiglione centrale di Pitti, celebra le proposte moda invernali per l’ultimo nato della Collezione

Cicciobello create da Au Jour le Jour, Dondup, Douuod, Ermanno Scervino

Junior, Guess, Herno Kids, Ice Iceberg, K-Way, Laura Biagiotti, Luisa Beccaria,

Missoni, MSGM Kids, N.21 Kids, Paul Smith, Trussardi Junior e Vivetta. Diventeranno una special edition in

vendita su yoox.com, il cui ricavato sarà devoluto all’associazione Child Priority.

e-Pitti.com ospita sulla sua piattaforma, per 8 settimane dall’1 febbraio 2016, le collezioni

autunno-inverno 2016/17 di vari brand internazionali presenti a Pitti. Le pagine

web saranno arricchite da previsioni sulle tendenze, in collaborazione con Nextatlas, e da approfondimenti sui brand e sui progetti

speciali di Pitti Immagine. In gennaio debutta una nuova app per la raccolta ordini

su iPad, Ready-to-Order.

At Pitti Bimbo, Cicciobello doll is dressed by famous brands for a charitable project. E-Pitti.com platform will launch a new

App to make orders and also new contents, with a trend analysis by Nextatlas.

giamento orizzontale e transgenerazionale, in cui una persona agée si mette la t-shirt e un giovane il gilet tradizionale». Al piano inferiore del padiglione centrale torna, dopo il successo della precedente edizione, Kid’s Evolution, il progetto dello stilista Alessan-dro Enriquez (vedi a pag.18), che mette in mostra le proposte “in piccolo” create dai brand per l’adulto Francesco Ballestrazzi, Iuri, Kyme Sunglasses Jr, Mitchumm, Nhivuru e San Andrès Milano. Con il suo marchio 10X10Anitaliantheory Enriquez è anche artefice di un’iniziativa a scopo benefi-co. Insieme ad altri brand come N°21 e Miss Grant ha personalizzato i cappottini per gli amici a quattro zampe prodotti da I Love My Dog. Il ricavato della vendita sosterrà le at-tività di pet-therapy che coinvolgono i bam-bini dell’ospedale Meyer. Da non perdere in Fortezza anche l’esordio di N° 21 con la collezione under 14 realizzata da Grant per l’abbigliamento e da Andrea Montelpare per le calzature. Alla ribalta nuove partner-ship come quelle tra Follie’s Group e Peute-rey, per la collezione 0-6 anni, e fra Marbel e Henry Cotton’s per il maschietto da 0 a 16 anni. Miss Blumarine torna sotto i riflettori con lo storico partner Spazio Sei, dopo la pa-

rentesi con Altana. Mafrat sceglie il salone fiorentino per lanciare una nuova iniziativa retail: l’apertura di oltre 100 Quore Facto-ry Store, che la realtà guidata da Mario To-taro ha progettato per creare un filo diretto con il consumatore finale. Levi’s e Guess Kids spiccano tra i comeback, mentre i pro-tagonisti delle sfilate saranno brand come Fun&Fun, Il Gufo, Miss Grant, Yclu’ e le aziende spagnole di kidswear sotto l’ombrel-lo di Children’s Fashion From Spain. Il 21 e 22 gennaio, alla Polveriera, aperitivo con Simonetta e proiezione del video “Let the journey begin”, che racconta i valori e l’evo-luzione della storica azienda di Jesi. In oc-casione della kermesse fiorentina Saraban-da (Miniconf) presenta, invece, un progetto charity con la Fondazione Umberto Vero-nesi. In città, la sera del 21, appuntamento con Monnalisa, che organizza un fashion show a Palazzo Corsini, mentre la label olan-dese Vingino celebra la nuova collezione di jeanswear con un party in via de’ tornabuoni 16, presso Obicà. All’interno della boutique bambino Dolce&Gabbana, nella stessa via, va in scena un cocktail dalle 15 alle 20. Inve-ce lo store LuisaViaRoma fa da cornice alle novità de I Pinco Pallino. ■

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PITTI BIMBO

export di moda 0-3 anni

la spagna miglior cliente, -40% in russia Italian babywear exports increased by 9,8% from January to September 2015. The best

buyer was Spain, Russian imports fell (-40%).

Bilancio tutto sommato positivo per i produttori italiani di abbigliamento per il bébé (da 0 a 3 anni) le cui esportazioni, nei primi nove mesi del 2015, sono salite del 9,8% rispetto allo stesso periodo del 2014. Questa performance, come emerge dalle statistiche fornite da Sistema Moda Italia (su dati Istat), è la risultante di due trend oppo-sti: il +37% messo a segno nei Paesi dell’Ue, a fronte di un -20% subito fuori dai confini europei. Da gennaio a settembre 2015 il principale buyer, la Spagna, ha più che raddoppiato (+109%) le importazioni in valore. Il secondo maggiore ac-quirente, il Regno Unito, ha importato il 29% in più, mentre la Germania (terzo best buyer) ha segnato un +3%. Nella lista dei primi 10 acqui-renti emergono incrementi anche da parte di Grecia (+79%), Portogallo (+114%) e Paesi Bassi (+36%). In deciso calo l’import da parte di Russia (-40%), Svizzera (-25%) ed Emirati Arabi (-13%). Fanno ben sperare, anche se non sono presenti nella top ten, Austria (+72%), Stati Uniti (+39%), Turchia (+17%) e Giappone (+47%). Nel comples-so il valore dell’export in nove mesi ha sfiorato i 112 milioni di euro, mentre le importazioni sono aumentate del 5,8% a 264 milioni, mantenendo in passivo la bilancia commerciale del settore. L’I-talia importa abbigliamento per i più piccoli so-prattutto da Paesi extraeuropei come Cina (+8% nei nove mesi), Bangladesh (+41%) e India (+2%).

abbliGliaMENtO bébé: i 10 bEst buyEr

Migl.€ Var.% Incid.%

Spagna 17.161 108,8 15,4

RegnoUnito 10.518 29,3 9,4

Germania 8.361 2,9 7,5

Francia 7.808 -3,4 7,0

Svizzera 7.688 -25,2 6,9

Russia 7.241 -39,7 6,5

Grecia 4.987 79,2 4,5

Portogallo 4.551 113,5 4,1

PaesiBassi 3.577 35,5 3,2

EmiratiArabi 3.361 -13,4 3,0

totale Extra-ue 38.804 -19,8 34,7

totale intra-ue 72.868 36,7 65,3

totale Generale 111.672 9,8 100,0

Periodo:gennaio-settembre2015 Fonte:SMIsudatiISTAT

Alessandro Enriquez è alla sua quar-ta edizione di Kid’s Evolution. Di

volta in volta il giovane creativo, noto per la linea 10X10Anitaliantheory, seleziona brand impegnati nella moda “da grandi”, che per Pitti Bimbo realizzano speciali capsule in taglie mini: un progetto che ha già ricevuto i consensi di retailer come Harvey Nichols, La Rinascente, Luisa-viaroma e yoox.com. Classe 1983, sici-liano, Enriquez ha studiato fashion design alla Central Staint Martin e all’Istituto Marangoni e ha avviato la carriera da Co-stume National. A Fashion spiega perché il suo, ormai, è un ruolo di “incubator”.

Come nasce l’incontro con Pitti Immagine e l’idea di creare Kid’s Evolution?Venivo da un percorso di consulen-za per Vogue Bambini e sentivo che il childrenswear aveva bisogno di “teste fresche”. La formula del concorso non mi piaceva, così ho creato un contenito-re ad hoc: un’isola espositiva all’interno di Pitti Bimbo.

Come seleziona i designer di Kid’s Evolution? Scelgo sulla base dell’audien-ce raggiunta nell’adulto. Mi attirano le grafiche, guardo a come usano il colore, se sono ironici e hanno voglia di spe-rimentare. In questo specifico settore bisogna tenere conto anche del comfort, fare parti-colare attenzione ai materiali e, per quanto riguarda l’aspetto creativo, usare la fantasia, en-trare nel mondo del bambino, immedesimarsi. Nella pros-sima stagione mi piacerebbe coinvolgere specialisti della maglieria e designer stranieri. Questo mentre cresce l’inte-resse da parte di retailer esteri

come Isetan, Harvey Nichols e Kids 21, solo per citarne alcuni. Stiamo sperimen-tano formule nuove di comunicazione e commerciali all’interno dei department store, che coinvolgano bimbi e mamme. Siamo partiti con una speciale “meren-da”, in Rinascente a Milano, che credo si ripeterà in marzo. Vorremmo esportare questi eventi: probabilmente partiremo da Harvey Nichols a Londra.

Quanti stilisti, dopo l’esperienza di Kid’s Evolution, hanno deciso di creare una vera e propria linea bimbo? tutti hanno deciso di proseguire. Alcu-ni, come Stella Jean, in breve tempo hanno raggiunto un centinaio di punti vendita. Io faccio da incubator. Spesso li aiuto per la modellistica e i licenziata-ri. Cerco di garantire una certa formula creativa che attragga i buyer. Nel caso di coccolebimbi.it, le edizioni limitate di Kid’s Evolution hanno dato più visibilità allo store online, oltre a essere state un successo di vendite. Il che significa che anche il consumatore finale apprezza. E il cerchio si chiude. (e.f.)

ALESSANDRO ENRIQUEZ

«giovani creativi, scatenate la Fantasia»The designer Alessandro Enriquez has created a successful «island» inside Pitti Bimbo: Kid’s Evolution, a springboard for young talents in the childrenswear business.

1. Alessandro Enriquez con una piccola modella 2. Alcune proposte di scena a Kid’s Evolution: giacca con zip e bermuda Nhivuru, occhiali Kyme jr, cappellino di Francesco Ballestrazzi ed espadrillas Manebì

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NEWS

MONNALISA

un mondo completoA rich collection, a new demi-couture capsule, challenges mostly in Latin America and more e-commerce for Monnalisa.

Monnalisa, realtà da quasi 39 milioni di euro di ricavi, investe su tutti i fronti. «Al Pitti presentiamo una collezione ricca e curata (nella foto) - spiega l’a.d. Christian Simoni - integrata, come facciamo ultimamente, da una capsule, stavolta di impronta demi-couture: tre capi perfetti, ad esempio, per il Middle East. In parallelo portiamo avanti altri progetti, tra cui il lifestyle con Monnalisa Living». Un’offerta ideale sia per il wholesale («Che, avendo concentrato il portafoglio clienti, ora seguiamo meglio»), sia per il retail: «Abbiamo aperto all’Ocean Terminal di Hong Kong, rilevato i negozi di Bari e Madrid e avviato un outlet a Serravalle Scrivia - informa Simoni -. Intanto cresciamo in America Latina: dopo il monomarca di San Isidro (Lima), sarà la volta di Panama e vogliamo ripartire in Messico. Il Brasile è più ostico, viste le barriere tariffarie e non, ma stiamo selezionando un nuovo licenziatario e abbiamo all’attivo due store, a Belo Horizonte e Curitiba». L’e-commerce risponde ora al dominio monnalisa.eu, adattabile a tutti i device, che integra i contenuti social provenienti dagli account Instagram dei punti vendita con quelli di @monnalisa_official. «Tra le novità - conclude l’a.d. - c’è il servizio Magic Box, che permette ai possessori della Monnalisa Card di ricevere a casa gli outfit, scegliendo il proprio look in libertà, in una logica stile “trunk club”». Intanto l’azienda si amplia: entro fine 2016 sarà operativo un nuovo magazzino. (a.b.)

SIMONETTA

let the journey beginSimonetta under the spotlight at Pitti, with the movie “Let the journey begin”. Quello con Pitti Bimbo è un appuntamento speciale per Simonetta. La realtà di Jesi, guidata dalla famiglia Stronati e alle prese con sfide importanti (tra cui il più volte annunciato ingresso di un socio di minoranza), celebra i 40 anni al salone con la proiezione di un film, Let the journey begin, prodotto da Aria su soggetto di Pitti Immagine. Nella pellicola Simonetta è più di un marchio: diventa infatti un personaggio, che si anima e prende per mano una bambina, trasportandola in una realtà dove i temi delle collezioni diventano lo spunto per volare, sognare, viaggiare. In effetti, “viaggiano” sempre di più nel mondo, le creazioni sia della linea di proprietà, sia delle griffe di cui si occupa: Roberto Cavalli Junior, i cui

sviluppi sono particolarmente attesi visti i cambiamenti societari e di direzione creativa della griffe, Fay Jr. e Fendi Kids, non una licenza ma una joint venture tra Simonetta e la casa di moda romana, inserita nell’orbita di Lvmh. «I mercati su cui stiamo puntando di più - afferma Giuseppe Rossi, direttore generale dell’azienda marchigiana - sono il Medio Oriente, con una nuova vetrina in dirittura d’arrivo al City Walk di Dubai, e la Cina, dove abbiamo gettato le basi per crescere, avviando due monomarca a Macao, presso Galaxy, e nello shopping centre Ifs di Chengdu». «Il sell out di stagione - prosegue - ci ha premiato anche in aree come la Gran Bretagna e, quasi a sorpresa, la Russia, che dopo stagioni difficili sta invertendo la tendenza, come confermato dall’andamento delle precollezioni 2016/2017. In Italia, benché i risultati non siano ancora tornati ai valori più che soddisfacenti di qualche anno fa, gli incrementi sono stati anche del 20-30%». «Parte del merito di queste performance - precisa il manager - è dovuto a una strutturazione più razionale dell’offerta, con precollezioni estive e invernali consegnate in anticipo, che stanno funzionando per i multimarca e per il network retail». (a.b.)

1. Dalla collezione Simonetta autunno-inverno 2016/2017, un abito in tessuto jacquard con inserti in lurex argento 2. Il tema “Flowerland” declinato in un nuovo modello di Fendi Kids

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GRANT

n°21 e altri progettiper crescere nel 2016A new licensing agreement with N°21 and new stores between Europe and Middle East for Grant.

Grant torna a occuparsi di licenze, con il debutto della versione “piccole taglie” del ready-to-wear N°21, disegnato da Alessandro Dell’Acqua (vedi l’intervista alle pagine 42-43). «L’esperienza come licenziatari di grandi brand non ci manca - racconta Mauro Serafini -. Prima di decidere di concentrarci sui nostri marchi, come abbiamo fatto nelle ultime stagioni, ci siamo “esercitati” con partnership di rilievo, che abbiamo gestito mettendoci nei panni dei brand. Quello che faremo anche adesso con N°21». Parallelamente, continua il lavoro sulle collezioni di proprietà, tra cui Miss Grant, L:ú L:ú (nella foto, un outfit per l’inverno 2016/2017) e So Twee. «Il 2015 è stato un anno di transizione - osserva Serafini - in vista di una ripartenza nel 2016, spinta anche dall’ingresso di N°21: un nome forte su mercati come quello asiatico, enorme ma di nicchia per il kidswear». In Russia l’azienda si è affidata a un nuovo ufficio vendite, mentre sul territorio europeo una delle aree chiave è il Portogallo: «Abbiamo avviato uno shop-in-shop di 35 metri quadri da El Corte Inglés di Lisbona, città dove fanno tappa i ricchi brasiliani e sudafricani. E avanziamo in Medio Oriente, dove dopo l’opening allo Yas Mall di Abu Dhabi c’è in vista il City Walk di Dubai». L’e-commerce, attraverso il corner con Yoox e altri canali selezionati, «riguarda solo il 2,5% dei ricavi - informa l’imprenditore bolognese - ma cresce a un ritmo importante, +30% l’anno. Contiamo di portarlo al 7-10% del fatturato nell’arco di un triennio». (a.b.)

SPAZIO SEI fAShION GROuP

ritorno al futuroThe new challenges with Blufin and other projects for Spazio Sei.

A Pitti Bimbo si ricostituisce il sodalizio tra Spazio Sei Fashion Group e Blufin per la collezione Miss Blumarine (vedi l’intervista a Gianguido Tarabini a pagina 42). «Dopo una breve parentesi, rinsaldiamo un legame di decenni - commenta Franco Ferrari, amministratore unico di Spazio Sei -. Ripartiamo da un’intesa profonda, da un’affinità anche territoriale (Blufin, come Spazio Sei, si trova a Carpi, ndr) e da un brand forte, indispensabile per affrontare un mercato mai così sfidante come ora». Al Pitti Miss Blumarine ha uno stand a parte, al piano inferiore, vicino a quello delle linee di Spazio Sei, tra cui Ki6? Pretty (nella foto, un modello inverno 2016/2017) e Parrot Italy. Tra le licenze, le new entry dalla primavera 2016 Quis Quis ed Ermanno Scervino junior hanno dato soddisfazioni a livello di sell-in: «Sono state accolte positivamente dai compratori - informa Ferrari - e ora è il momento di affrontare il mercato». «La donna, con la nostra Ki6? Who Are You? e con Ermanno, è in crescita costante - conclude l’imprenditore -. Riguarda ormai il 50% del giro d’affari». (a.b.)

I PINCO PALLINO

a firenze con i techdreamerAfter an opening in Rome, I Pinco Pallino presents its new collection in Florence at LuisaViaRoma.

Roma, Hong Kong e presto Seoul: tre città per altrettanti opening de I Pinco Pallino. Il marchio nell’orbita di Lunar Capital, il cui fatturato si aggira sui 4,5 milioni di euro (in crescita sul 2014), ha riaperto il monomarca di via del Babuino nella capitale, portandolo a 90 metri quadri. Un’apertura che si inserisce tra quelle di Pechino, nel mall Parkview Green, e di Hong Kong, presso Ocean Terminal. A breve è previsto lo sbarco a Seoul. Intanto IPP fa tappa a Firenze, dove la sera del 21 gennaio presenta le novità inverno 2016/2017 (nella foto) da LuisaViaRoma, rendendo omaggio con una video-installazione alla manifestazione Firenze4Ever e ai suoi “TechDreamer”. (a.b.)

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NEWS

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MIMISOL

«DOPO ABU DHABI, DUBAI E IL MIO E-SHOP»Everything is ready for a new MiMiSol opening in Dubai, after Abu Dhabi, and for the brand’s e-store.

Alle tensioni internazionali Imelde Bronzieri, artefice del marchio MiMiSol, risponde con una nuova collezione colorata e ottimista, che trasmette messaggi positivi in sintonia con quelle precedenti: in particolare con la primavera 2016, in cui la parola “pace” compariva sui capi in varie lingue, abbinata a una rivisitazione del motivo della colomba, realizzata da Mauro Balletti. «A Pitti porto reminiscenze del circo, ma anche ricordi di viaggio, dalla campagna inglese all’Estremo Oriente - anticipa la stilista-imprenditrice - puntando alle alternanze di materiali, compresi quelli high tech come gli “scuba” stampati, ai dettagli e a una capsule in black & white, dove il nero è addolcito, mai “cattivo”». Per il marchio - che ha chiuso il 2015 con un fatturato di 6,7 milioni di euro - è in vista, dopo l’opening di Abu Dhabi (85 metri quadri nello store Tryano di Chalhoub, presso lo Yas Mall), uno spazio di 45 metri quadri nel Level Kids del Dubai City Walk. Ultimi ritocchi per il progetto e-commerce, «ma a modo mio - conclude Imelde - con una storia da raccontare e soprattutto valori da comunicare». (a.b.)

GRUPPO FRATELLI CASILLO

SU I RICAVI E RETAIL IN POLE POSITION Not only fast fashion: with the launch of Yclu’ the Fratelli Casillo group changed its strategies. In 2015 sales grew by 18%.

Da quando è avvenuto il lancio della linea di programmato Yclu’, tre stagioni fa, il Gruppo Fratelli Casillo, nato e cresciuto con il pronto moda, ha messo le basi per un business “misto” attraverso questa e le altre linee: To Be Too, Gaialuna e Ronnie Kay. «Dal 2014 al 2015 - dice il direttore commerciale e marketing, Roberto Sala - il fatturato è passato da 30 a 35 milioni di euro (+18%), soprattutto grazie a Yclu’, che conta 2,5 milioni di capi prodotti». In vista ci sono più estero e investimenti sul retail, con l’avvio di due flagship, a Milano e a Roma (nella foto, Yclu’ per l’inverno 2017). (a.b.)

SARABANDA

GOLD FOR KIDSSarabanda, a brand by Miniconf, presents at Pitti Bimbo a charity project.

Chiusura d’anno positiva per Miniconf, che ha terminato con successo il percorso Elite di Borsa Italiana-London Stock Exchange. Ma anche l’etica è importante. A Pitti Bimbo il marchio di punta di Miniconf, Sarabanda, scende in campo a supporto di Gold for Kids, progetto di ricerca nell’oncologia pediatrica, che fa capo alla Fondazione Umberto Veronesi con Aieop (Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica) e la sua fondazione, Fieop. Un progetto illustrato in fiera da Giovanni Basagni, numero uno di Miniconf, insieme alla dottoressa Lorena Passoni e a una madrina d’eccezione, Federica Fontana (nella foto, un abito della nuova mini-linea di Sarabanda, i cui proventi andranno in parte a favore di Gold for Kids). (a.b.)

MAFRAT

UNO “STORE” A PITTI At Pitti Bimbo Mafrat presents a real “store” concept inside its stands in the Fortezza da Basso.

Un salone serve a comunicare un concetto, prima ancora che un prodotto: da questo presupposto è partita la Mafrat - realtà da 30 milioni di euro di ricavi, di cui il 65% dall’export - per lanciare a Pitti Bimbo un nuovo modo di “fare fiera”. «D’accordo con Pitti Immagine - spiega Nicola Fusillo, responsabile commerciale - presentiamo al centro dei nostri stand un vero negozio, con personale in grado di fornire le informazioni sulle condizioni e i vantaggi del nostro progetto retail». Un ambito, quest’ultimo, presidiato in Italia con i Quore Store, quasi tutti in franchising, che da 70 saliranno a 100 nel 2016. Pensato per l’estero è il format Mafrat, il cui più recente opening è stato a Mosca. (a.b.)

BRUMS

PIÙ CHE MAI A FIANCO DEI FRANCHISEEFrom spring 2016 Brums, in the portfolio of Preca Brummel, will introduce more advantages for its franchisees.

Superati nel 2015 i 60 anni, dalla primavera 2016 Brums propone formule ancora più vantaggiose per gli affiliati, offrendo alcuni plus che fanno la differenza: tra questi la fornitura degli arredi in comodato d’uso, il reso totale dell’invenduto, agevolazioni finanziarie e iniziative di formazione, marketing e comunicazione. La location ideale di uno store Brums ha una superficie di 80-150 metri quadri, almeno due vetrine e una collocazione nel centro di città con almeno 30mila abitanti e centri commerciali (nella foto, l’inverno 2016/2017 di Brums). (a.b.)

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Bambini vestiti da bambini. In tutto il mondo. La filosofia de Il Gufo fa pro-

seliti nelle capitali più importanti dello shop-ping internazionale, grazie a una nuova fase di espansione distributiva che si snoderà lungo tutto il 2016. Una crescita supportata dalla recente riorganizzazione dell’ufficio commerciale interno all’azienda di Aso-lo (Vicenza), che ha visto la promozione di Fiorella Farina (arrivata un anno fa dopo esperienze in Dolce&Gabbana, Valentino e Alexander McQueen) da export manager a direttore commercia-le worldwide, con il compito di gestire - oltre alla rete estera - il mercato domestico, con il re-thinking di tutto il network com-merciale. Un network che oggi è arrivato a contare, su scala glo-bale, 11 monomarca, 13 corner e oltre 500 clienti wholesale in più di 45 Paesi e che ver-rà alimentato da una serie di new opening. «Dopo l’inaugurazione, nel settembre scorso, del nostro monomarca di Parigi in Boulevard Saint Germain - racconta l’a.d. Alessandra Chiavelli - abbiamo in programma lo sbar-co a Londra e nuovi investimenti negli Usa, con l’ampliamento del flagship in Madison avenue a New York oppure l’avvio di una seconda boutique in città». Parallelamente, la presenza del brand aumenterà anche nel Middle e Far East: «In Cina stiamo valutando insieme ai nostri partner storici l’apertura di un secondo punto vendita a Chengdu e della prima boutique Il Gufo a Pechino - anticipa

l’imprenditrice - mentre in Medio Oriente è in corso di negoziazione, con la divisione retail del gruppo Chalhoub, il via libera a un corner presso il nuovo mall City Walk di Dubai». Corner che andrebbe ad aggiungersi agli ul-timi avviati nell’area asiatica: a Beirut (Liba-no), Doha (Qatar), Baku (Azerbaigian) e Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti), nel nuovo Yas Mall. Senza dimenticare la Russia, che «con-tinua a restare il primo mercato estero, con buoni segnali di ripresa già riscontrati durante

la campagna vendite della primavera-estate 2016». In particolare, come spiega l’a.d., è al vaglio l’apertura di un corner presso lo Tsum di Mosca e, a fronte dell’intensifi-cazione del business, stanno aumentando le attività di promozione in sinergia con Bosco di Ciliegi. Grande attenzione sarà ri-

servata anche al mercato europeo e a quello italiano, con una presenza più impattante nei department store e un percorso di «riallinea-mento distributivo, con un focus sui partner più rappresentativi e coerenti con il posiziona-mento del brand». Last, but not least, “sorve-gliato speciale” sarà anche l’e-commerce: «È attivo dal 2011 - dice Chiavelli - e nel 2015 ha messo a segno un +90% rispetto all’anno precedente, grazie agli acquisti dall’Italia, che pesano per oltre il 50%, seguiti da quelli di Germania, Francia e Uk». «Ma ottime perfor-mance - conclude - sono state registrate anche su e-store specializzati, come Childrensalo-on, Smallable e Mellijoe». ■

news

TWIN-SET SIMONA BARBIERI

Piccole donne crescono

The brand is ready for new challenges: focus on US, China and Far East.

Nata e prodotta su licenza nel 2006 e ri-entrata in house nel 2011, la collezione bambina di Twin-Set Simona Barbieri (completata nel 2015 con le linee Baby e New Born) allarga gli orizzonti. «L’obiet-tivo - racconta Simona Barbieri - è diver-sificare il prodotto a livello di prezzo, sulla base di approfondite ricerche relative all’e-voluzione dei diversi mercati approcciati nelle ultime stagioni». Dopo aver esor-dito nel canale retail con il monobrand di Bologna (aperto nel 2013), il brand è oggi presente nei negozi Twin-Set Simona Bar-bieri di Roma, Firenze, Padova e Torino e, oltrefrontiera, in quelli di Monaco e Bar-cellona, mentre a livello wholesale conta su una fitta rete di clienti in Italia, Benelux, Spagna, Germania, Francia, Russia e Me-dio Oriente. E ora alza ulteriormente l’asti-cella: «Stiamo valutando alcune location a Milano - anticipa la stilista - e puntiamo a entrare in nuovi mercati, come gli Usa, la Cina e il Far East». Un’espansione che contempla anche il digitale: «La linea Girl - spiega - è in vendita sul sito ufficiale twin-set.com anche se, essendo nata da poco, rappresenta una quota ancora contenuta del fatturato online rispetto alla main col-lection. Tuttavia ha un grande potenziale di crescita, soprattutto perché offre pro-dotti ricercati, adatti per le occasioni spe-ciali, molto ricercati sul web». (a.t.)

IL GUFO

Parola d’ordine: internazionalizzare

dopo l’opening di Parigi, il Gufo cerca casa a londra, pianta nuove bandierine in Medio ed estremo oriente e pensa agli sviluppi in Usa. senza dimenticare la russia, dove il business sta riprendendo quota

DI ANGELA TOVAZZI

A lot of important projects abroad for Il Gufo: new openings in London, Middle and Far East, US and Russia.

1. Alessandra Chiavelli, a.d. de Il Gufo2. Un’immagine del monomarca di Parigi

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protagonisti

Con che mood affronta i primi appuntamenti del 2016, all’indomani

della cessione di C.P. Company alla Tristate Holdings? Dopo aver allevato amorevolmente un figlio per cinque anni lasciarlo comporta dolore, ma per fortuna è stato lasciato, credo, in buo-ne mani e ancora lo accompagneremo per un paio di stagioni. Di sicuro le prospettive di crescita saranno più facili con questa impor-tante holding di Hong Kong. Adesso possia-mo concentrarci maggiormente su Blauer, un marchio che mi ha sempre dato molte soddi-sfazioni e che si merita tutta l’attenzione pos-sibile. Il progetto è l’internazionalizzazione fuori dall’Europa, dove invece è già molto ben posizionato. Per Blauer stiamo inoltre sviluppando alcune interessanti brand exten-sion, finora tenute in stand by.

E le altre linee?Altre due label che stanno molto a cuore all’azienda sono Ten C e Prince Tees. La prima è una collezione di alta gamma, un prodotto di nicchia con un grande carisma, realizzato con materiali unici. La seconda è una linea di pochi capi che sta crescendo bene, posizionandosi nei più bei negozi trend setter internazionali. Quest’anno le T-shirt in

di Carla MerCurio

ENZO FUSCO

«E ora mi concEntro su BlauEr»non è un momento facile per il childrenswear (e non solo) ma Enzo Fusco, patron di Fgf industry, guarda al 2016 con ottimismo. E con più leggerezza, dopo la cessione di c.P. company alla tristate Holdings di Hong Kong. intanto scommette sul capospalla, cavallo di battaglia della collezione Blauer Junior: «il capo meno toccato dalla crisi della moda in taglie piccole, a patto di non cedere sul côté stile e qualità». tecnologia, online e nuovi investimenti sul fronte dei social media sono fra le scommesse per i prossimi mesi

After the sale of C.P. Company to the Hong Kong based company, Tristate Holdings, Fgf Industry patron, Enzo Fusco, bets on the Blauer Junior collection and focuses on outerwear jackets. Technology, e-commerce and new investments in social media are topical subjects for the coming months.

cotone-cachemire saranno affiancate da una nuovissima serie di pigiami “homedress” molto in tendenza.

A proposito delle strategie elaborate per l’anno in corso, quali sono i brand che possono crescere di più nel nuovo anno e in che modo?Blauer sicuramente è in grande evoluzio-ne. Inizieremo le vendite in Canada e negli Stati Uniti mentre completiamo l’espansio-ne europea nei Paesi che ancora mancano all’appello. Ma stanno andando bene anche gli altri marchi della nostra scuderia: Ten C, Prince Tees e BPD. Tutti progetti concentrati su pochi capi, con un’identità precisa e una forte personalità.

Come ha chiuso il 2015 e come prevede che andrà il 2016? Il 2015 si è chiuso in crescita per tutti i no-stri marchi e hanno funzionato molto bene anche i riassortimenti. Con la cessione di un asset importante come C.P. Company la no-stra azienda si è trovata a dover rivedere il proprio equilibrio strutturale, ma di certo con una leggerezza dovuta all’entrata di liqui-dità che facilita gli investimenti per i nuovi progetti ed espansioni. L’export si stabilizza

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intorno al 35% ma prevediamo di arrivare al 50% già nel 2016, se tutto funziona come previsto.

Sul totale del fatturato, qual è la quota rappresentata dall’abbigliamento infantile e quale la percentuale di export rispetto a questa fetta?La quota del junior nei confronti del fattu-rato totale è bassa, ma si tratta di un asset primario per lo sviluppo del brand. A tal fine stiamo cercando di trovare un canale di espansione adeguato nel settore. La vita del junior non è facile: la concorrenza dei pro-dotti low-price è fortissima, per cui inevita-bilmente le collezioni vanno concentrate sui prodotti più importanti come il capospalla, per il quale i genitori spendono più volen-tieri, dal momento che notano la differenza rispetto a quello che offre il mercato a bassi costi. Nei capi Blauer, infatti, trovano la qua-lità e lo stile garantiti da un prodotto adegua-to al benessere del bambino.

Con che tipo di strategie sta affrontando il momento di crisi della moda in taglie piccole, con Blauer Junior? Tenendo fermi i concetti di qualità e stile. Investiamo sulla tecnologia e sulla ricerca

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GUESS KidS tOrNa a Pitti BimBO

PrEzzi Più dEmocratici. ma la qualità

non si discutEAfter two years of break, Guess Kids is back at Pitti Bimbo, where it presents a

new overall plan for 2016.

Dopo un periodo di break, Guess Kids sceglie di tornare a Pitti Bimbo. Un

appuntamento che è anche l’occasione per annunciare un nuovo progetto globale

per il 2016. Una strategia che prevede tagli netti dei prezzi, per permettere a

un target più ampio di vestire Guess Kids senza intaccare l’immagine del marchio e la qualità dei prodotti. Dopo il debutto

a Pitti Bimbo nel 2001, la label americana ha partecipato a 26 edizioni della

manifestazione, con una pausa di due anni, nel corso dei quali ha optato per una serie di eventi nella boutique di Firenze, a due

passi dalla Cattedrale. Ispirata al Giappone, la collezione in pista a Pitti Bimbo (nella foto) si caratterizza per lo stile urbano

grintoso, che seglie stampati floreali per le proposte femminili e outfit in denim e

tweed black and white per un maschietto in chiave smart casual. Ai più piccoli la serie “mini me” dà la chance di vestirsi

come mamma e papà. In Italia, Guess Kids conta su un network wholesale di 400 punti vendita, più 11 negozi Guess che

distribuiscono la linea bambini e quattro punti vendita free standing. (c.me.)

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dei materiali, migliorando ancora la co-struzione e i dettagli, gli interni e la tenuta contro le intemperie e l’usura, come dice lo slogan di Blauer, “uncompromising perfor-mance”.

Quali, a livello generale, le linee guida per affrontare a testa alta questa fase? Tenendo duro sulla qualità, un requisito im-prescindibile, soprattutto per i capispalla

Quanto pesano le vendite online nel suo gruppo in generale e quanto, in particolare, quelle del childrenswear? Si tratta di percentuali in progress?L’online è decisamente in evoluzione; non abbiamo ancora grandissimi numeri, ma dal-

lo scorso anno abbiamo avuto un raddoppio e così prevediamo anche per il prossimo. Nel childrenswear non si assiste a grandi perfor-mance, ma confidiamo in un netto e rapido miglioramento.

Quanto contano i social network nell’universo dei piccoli? Quale il ruolo di Fgf Industry in questo ambito?Siamo un po’ lenti perché abbiamo sempre dato precedenza all’adulto. Ci ripromettia-mo di porre rimedio. A tal fine abbiamo già contattato una bravissima blogger specializ-zata nel settore e stiamo reclutando una gio-vane ambiziosa e fantasiosa, esperta di tutto ciò che è il mondo social, che ci darà una mano a crescere in tal senso con rapidità. ■

1. Enzo Fusco, patron di Fgf Industry2.. Un’immagine della campagna di Blauer Junior dell’inverno in corso

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Marbel

nuove emozioni con Henry cotton’s 0-16 anniMarbel launches at Pitti Bimbo Henry Cotton’s childrenswear line, inspired by the universes of college and mountain.

Marbel lancia una nuova licenza a Pitti Bimbo: Henry Cotton’s. Per l’occasione lo stand del produttore di abbigliamento di Molfetta (Ba), al piano inferiore del padiglione centrale, è stato pensato come un percorso emozionale fatto di giochi di luci e profumi. Henry Cotton’s 0-16 anni è un mix fra British e Italian style, che prevede una pre-collezione fresca, in tonalità tenui, una serie di capi ispirati al mondo college e proposte che sviluppano il tema della montagna. Maglieria, bomberini in lana, piumini con microfantasie, loden, parka ma anche gli accessori, dai panama in lana alle sciarpe. Grazie a un accordo pluriennale, Marbel si occuperà anche della distribuzione sul mercato italiano ed estero. Fondata nel 1990 da Giuseppe Cariello l’azienda ha all’attivo un proprio marchio, MB Side, ed è partner di D.A. Daniele Alessandrini, Aspen Polo Club, Automobili Lamborghini, Venti Cento Ventuno, 10x10Anitaliantheory e Flive. (e.f.)

JiJil Jolie

Personalità deciseNew Jijil Jolie line, produced by DG Group, has a very specific target group: girl paying attention to new trends.

A Pitti Immagine Bimbo spazio al glamour e alla sofisticata eleganza con la nuova collezione autunno-inverno 2016/2017 di Jijil Jolie, linea per la bambina prodotta da DG Group, con sede ad Andria, in Puglia, come il marchio principale per la donna Jijil. Proposte pensate per una bimba contemporanea, con un gusto già delineato e attenta alle tendenze. Nella collezione prevalgono tessuti morbidi come il dainetto e confortevoli come la felpa. E se un tocco di tulle regala leggerezza e frivolezza, l’ecopelle sottolinea la grinta delle piccole donne di oggi. I pullover sono caldi e avvolgenti, mentre per le occasioni speciali, come i party con le amiche, lo stile può oscillare tra il bon ton e l’high tech, il denim e il chiodino, le gonne voluminose e la maglieria in lurex: ogni bambina sia libera di esprimere al meglio la propria personalità, è il messaggio sotteso alla linea. I colori vanno dal vischio al bosco, dal cobalto al militare, dai toni caldi autunnali della roccia e del ginseng al classico black and white (nella foto, un look Jijil Jolie per l’autunno-inverno 2015/2016). (e.a.)

QUiS QUiS DeSiGNeD bY STeFaNo CaValleri

ciak, si gira!Some Quis Quis outfits are worn by the actors of the new Hunger Games movie.

Il successo del film americano Hunger Games: il Canto della Rivolta-Parte 2 è anche un po’ italiano: sono firmati Quis Quis designed by Stefano Cavalleri alcuni abiti indossati nella pellicola, che vengono esposti durante Pitti Bimbo nello stand della collezione, in licenza a Spazio Sei, (nella foto, una preview di Quis Quis per l’autunno-inverno 2016/2017). (a.b.)

Follie’S

la licenza Peuterey e una sHowroom a milanoItalian kidswear company Follie’s gains a new licence, Peuterey, and opens a showroom in Milan to expand its international business.

Follie’s ha un nuovo marchio in portafoglio che presenta a Pitti Bimbo 82. L’azienda di childrenswear di San Giuseppe Vesuviano (Napoli) ha siglato un accordo triennale per la produzione e distribuzione (in Italia e all’estero) dell’abbigliamento bimbo e bimba da 0 a sei anni di Peuterey, che continuerà a realizzare internamente la collezione 7-16 anni. L’intesa prevede anche la distribuzione sia in Italia che all’estero. Al momento solo il 15% del giro d’affari di Follie’s - proprietaria della label Be Fairy e licenziataria di Byblos, Paolo Pecora Milano, Gas, Le Bebé Enfant e Artigli Girl - ma l’obiettivo del general manager Michele Iovino è raddoppiare per la fine del 2016, puntando soprattutto sull’Europa. Per sviluppare il suo business la realtà campana, il cui giro d’affari annuale supera i 20 milioni di euro, sta rafforzando il commerciale e il customer service in più ha appena inaugurato una showroom in zona Tortona a Milano, al 36 di via Stendhal (nella foto). (e.f.)

NEWS

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Fessura

Via libera al childrenswearFrom next autumn-winter the iconic Fessura shoes, with the intercheangable elastic upper, will be available for children as well.

Dal prossimo autunno-inverno anche i bambini potranno indossare le sneaker di Fessura, con l’iconica tomaia in elastico intercambiabile. L’azienda di Montegranaro, in provincia di Fermo, che produce il marchio da 15 anni, debutta a Pitti Bimbo con una linea bimbo-bimba declinata in una doppia calzata, dal 28 al 33 e dal 34 al 39 per il junior, per un totale di 12 taglie. Proposte in vendita a un prezzo sell out dai 79 agli 89 euro, con la possibilità di scegliere anche le versioni speciali con l’elastico da colorare. Come spiega Andrea Vecchiola, contitolare dell’azienda insieme ai due fratelli: «Il bimbo sarà una chance importante per il brand, oggi molto apprezzato in Asia, dove realizza l’80% del giro di affari, che oggi si attesta sui tre milioni di euro». (c.me.)

LeVI’s KIDsWear/reNTrÉe a PITTI BIMBO

OrizzOnti più ampi nel futurO del brandBack to Pitti Bimbo after five years of break, Levi’s Kidswear chooses a big stand, in the Pozzo Scale area, Padiglione Centrale.

Per Levi’s Kidswear, brand nella scuderia del Gruppo Zannier, è tempo di tornare a Pitti Bimbo, dopo cinque anni di assenza. Una scelta che si lega alla volontà di dare nuovo impulso all’etichetta americana di jeanswear. La collezione sarà presente in uno stand di 100 metri quadri posizionato nel Padiglione Centrale, nella sezione Pozzo Scale. Oltre a Levi’s Kidswear, il gruppo francese porta alla rassegna fiorentina altri sei marchi: Kenzo Kids, Junior Gaultier, Catimini, Tartine et Chocolat, Lili Gaufrette e il nuovo nato Chillaround dedicato al mondo teen. Con una presenza in 120 Paesi nel mondo, il Gruppo Zannier vanta un network di 900 negozi, più di 10mila clienti partner e 1.000 corner nei grandi magazzini. (c.me.)

IL POrTe eNFaNT DI MONcLer

rOssO stile trekkingRigorously red, the new trekking porte enfant by Moncler can bring children up to 15 kilos. Perfect also for day-by-day.

Pensato per i più piccoli e per i loro genitori, il porte enfant tecnico da trekking di Moncler si può utilizzare nel day by day o in occasione di gite in campagna o in montagna. Può portare bambini fino a 15 chili, grazie a uno schienale ergonomico e a una seduta regolabili in base all’altezza del genitore e al peso del bambino. Disponibile solo in nylon rosso, è venduto nei monomarca dei principali ski resort e su moncler.it. (c.me.)

VINGINO

ObiettiVO italiaOn show at Pitti Bimbo, the Dutch brand Vingino bets on the Italian market. After the recent opening of a monobrand in Rimini, a new store is on schedule in Bari next March.

Un party all’Obicà di Firenze, in calendario il 21 gennaio, vede protagonista il marchio olandese Vingino, con il suo look fresco e divertente che sta riscuotendo consensi in Europa e che in Italia è cresciuto del 67% nella stagione primavera-estate 2016. Nel Belpaese il brand si appresta a inaugurare un nuovo monomarca a Bari, nel mese di marzo, dopo quello di Rimini e nei mesi successivi farà tappa in una località del Nord Italia, ancora top secret. Vetrine che si aggiungono ai 400 punti vendita del nework wholesale e ai 24 shop in shop, di cui 12 appena aperti. Un punto di arrivo che è anche la partenza per nuove iniziative, grazie all’intesa con un’agenzia di marketing cui è stato affidato il compito di dare ulteriore visibilità al brand. (c.me.)

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IL SONDAGGIO

Il mercato del childrenswear di target elevato in Italia soffre. I consumi interni faticano a ripartire e il dettaglio indipendente deve fare i conti anche con la concorrenza dell’e-commerce. Lo testimoniano oltre 40 luxury multibrand della Penisola

Il childrenswear di target elevato archivia un autunno-inverno critico. Oltre al caldo

prolungato fino a Natale - che certo non ha invogliato agli acquisti, a maggior ragione dei capispalla pesanti (gli articoli tra l’al-tro più costosi) -, la responsabilità di questa défaillance è da ricercarsi nei consumi degli italiani che stentano a riprendersi, e in una serie di fattori strutturali: dalla concorrenza dell’e-commerce e della distribuzione orga-nizzata, fino al proliferare di sconti ovunque. Fattori che rendono sempre più complicata la sopravvivenza del dettaglio indipendente di moda infantile. A dire dei retailer, le aziende, tranne qualche eccezione, fanno “orecchie da mercante”, evitando il più delle volte di affrontare in modo incisivo le problematiche del settore. Questo in estrema sintesi è quanto emerso dal sondaggio di Fashion, realizzato con il contributo di una quarantina di multi-marca al top della Penisola specializzati in childrenswear. Il 37% dei dettaglianti intervi-stati lamenta una flessione del sell out di ab-bigliamento, il 34% dichiara un andamento in linea con quello della scorsa stagione fredda e meno di un terzo, il 29%, parla di fatturati in

aumento. Leggermente mi-gliore il bilancio sul fronte accessori, anche se non si tratta di performance in grado di risollevare le sorti di un autunno-inverno sof-ferto: il 41% del panel testi-monia in quest’ambito (so-prattutto per le calzature) un turnover simile a 12 mesi fa, il 33% indica un incremento e il 26% una riduzione delle vendite. In tema di best seller, Monnalisa è il marchio che, ancora una volta, conquista la pole position per l’abbigliamento, mettendo d’accordo tanti interpellati «grazie a proposte perfette per una bimba moderna, ma che ama essere elegante, contraddistinte da un giusto rapporto prezzo-qualità». Al secondo posto si piazza Twin-Set Simona Barbieri, brand preferito soprattutto dalle ragazzine e, al ter-zo, Il Gufo per i maschi. Per quanto concerne accessori e scarpe, sale in vetta Liu Jo Ju-nior, seguito sul secondo gradino del podio da Hogan Junior, Monnalisa, Saucony e,

di ELiSABETTA CAMPANA

According to our exclusive survey, carried out with a panel of more than 40 leading multi-brand stores across Italy, high-end childrenswear sales have decreased, mainly due to the suffering of domestic consumption and the increasing competition of e-commerce.

IL bambIno soffre: «occorre maggIorecoLLaborazIone»

VENDITE AUTUNNO-INVERNO 2015/2016

Monnalisa è il brand di abbigliamento bimbo più venduto nei multimarca italiani che hanno partecipato al sondaggio di Fashion

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IL SONDAGGIO

La parola ai negozi multibrand

Peggio

Come sono andate le vendite di aBBIGLIaMenTo InFanTILe

in questo autunno-inverno?

Come sono andate le vendite di accessori InFanTILI?

Quali sono i MaRCHI BIMBoche avete venduto di più sul fronte abbigliamento?

Tra i nUoVI MaRCHI bimbo quali stanno avendo più successo?

Comelo scorso anno

Meglio

37%

34%

29%

Quali sono i marchi bimbo che avete venduto di più a livello di aCCeSSoRI? Come lo scorso anno

41%Meglio

33%

Peggio

26%

1 LiuJoJunior2 HoganJunior, Monnalisa,Saucony3 FendiKids,Catya,IlGufo

1 Monnalisa2 Twin-SetSimonaBarbieri3IlGufo

1 Dsquared22 PaoloPecora,SavetheDuck3 Babe&Tess,Msgm

Hogan Junior

Twin-Set Simona Barbieri

Dsquared2

In base al sell out della stagione, come prevedeteandranno

i SaLdI InVeRnaLI di moda infantile? Comelo scorso anno

57%

Meglio

15%

Peggio

28%

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Come sono andate le vendite di accessori InFanTILI?

1.Topolino Moda, Vibo Valentia2.Petite Madeleine, Termoli (Cb)3.Depinto Kids, Barletta (Ba) 4.Gagliardone, Saluzzo (Cn)5.Primamoda, Cosenza6.In Moda, Belvedere di Tezze sul Brenta (Vi)

1

2

3

6

5

4

sul terzo, da Fendi Kids, Catya (cappelli) e Il Gufo. Tra i nomi di più recente affermazione commerciale vengono invece citati dsqua-red2 (medaglia d’oro), Paolo Pecora e Save the duck (d’argento) e Babe&Tess e Msgm (di bronzo).

CrIsI NON sOLO CONgIuNTurALeContrariamente a quanto accade per l’adulto, le cui vendite in Italia sono trainate dall’e-commerce, dal parallelo e dai turisti stranieri, nel childrenswear - una volta scomparsi gli alto spendenti russi - si fanno principalmente i conti con le famiglie italiane, i cui consumi sono ancora deboli. A questa crisi congiuntu-rale, che ormai si trascina da almeno quattro-cinque anni, se ne aggiunge un’altra, ben più grave, di tipo strutturale. Le boutique indi-pendenti di abbigliamento infantile di fatto si trovano tra l’incudine e il martello. Da un lato vengono schiacciate dalle catene di negozi - soprattutto della fast fashion -, dagli outlet e dagli spacci aziendali. Dall’altro devono fron-teggiare le aziende stesse che, oltre a far loro spesso concorrenza con l’e-commerce, vengo-no descritte come poco collaborative e portate a trascurare, con una visione a dir poco miope, vantaggi e benefici derivanti dal wholesale. Come denuncia un negoziante, che preferi-sce mantenere l’anonimato: «Ormai facciamo solo da vetrina/pubblicità e da camerino di prova ai brand, perché poi la gente compera comodamente da casa sui siti aziendali (o sui big player come Zalando e Yoox) che sono sempre riforniti della merce più richiesta, ma-gari venduta anche a prezzi più bassi dei no-stri, mentre il listino dovrebbe essere uguale per tutti. Tra l’altro a noi, il più delle volte, i best seller non vengono nemmeno riassorti-ti». «Ormai le vendite online sono una realtà imprescindibile - sottolinea il commerciante -. Bisognerebbe però poter combattere ad armi pari». «Ci siamo più volte lamentate con al-cuni brand, che sul web applicano prezzi in-feriori dei nostri o che effettuano sconti fuori stagione» ribadiscono erika e Patrizia Bar-dazzi di Minimoda a Prato. La mancanza di collaborazione da parte di tanti player (ovvia-mente non di tutti) lamentata da gran parte de-gli intervistati stupisce, a maggior ragione nel childrenswear, settore nel quale - a differenza della moda per l’adulto - lo sviluppo retail non è ancora così preponderante. Il progressivo sgretolamento del dettaglio tradizionale, pe-raltro, non giova a nessuno. «siamo convinti di essere per le aziende un bene primario, da

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IL SONDAGGIO

Come sarà il vostro budget per la

Moda InFanTILe del prossimo

autunno-inverno?

64%Stazionario

28%In flessione

8 %In aumento

1

2

1.Valtellini, Rovato (Bs)2.Freeport Baby, Clusone (Bg)3.Vesprini,Civitanova Marche4.Cavallucci Baby Junior, Terni5.Biancaneve, Francavilla Fontana (Br)

5

4

3

tutelare e valorizzare - dice anna Lamperti di Mondo Piccino a san Benedetto del Tron-to (AP) -. Il cambiamento in atto è epocale e lo possiamo affrontare solo instaurando una vera partnership». «È indispensabile - aggiun-ge Lamperti - che i brand ci aiutino e si or-ganizzino, per far sì che i multimarca tornino a essere un punto di riferimento per le città, dato che il flusso della gente che passeggia in centro è fortemente diminuito e noi possiamo ritornare attrattivi solo adeguandoci ai tem-pi». Concorda Michele Pedico di Pedico a Barletta (Ba): «La sinergia tra aziende e buyer non può certo limitarsi a un semplice accordo sui budget».

Le rIChIesTe DeI NegOzIANTICapire quali sono le esigenze dei negozianti è il primo passo per la soluzione dei proble-mi. «Bisognerebbe che i produttori inizias-sero dalle collezioni - suggerisce emanue-la Innascoli di ninnananna a Pescara e Montesilvano (Pe) - che dovrebbero essere più in sintonia con le esigenze del mercato, prevedendo anche flash in corso di stagione, in grado di rinfrescare l’offerta: la clientela si stanca di vedere in negozio, per sei mesi, sempre le stesse cose» È un errore anche pro-porre per i più piccoli capi che che si rifanno tout-court alla linea adulto dell’anno prima, perché le tendenze dei due mondi vanno di pari passo. Così come è evidentemente sba-gliato, eppure accade come ricordano alcuni intervistati, «scommettere su collezioni che non corrispondono alle stagioni climatiche effettive o, peggio ancora, che sono orientate a mercati stranieri a livello sia stilistico, sia di prezzi». «Fondamentali sono una giusta cre-atività e un corretto rapporto qualità-prezzo, spesso dimenticato dalle aziende» sintetizza Ivana Vesprini di Vesprini a Civitanova Marche (Mc). «sarebbe indispensabile anche tener conto degli stili di vita non solo dei più piccoli e dei ragazzi, ma anche delle mamme, per comprendere meglio le loro scelte» ag-giunge nadia Gagliardone di gagliardone a saluzzo. Altro scoglio è rappresentato dalle taglie, che è necessario siano adeguate alle effettive strutture fisiche dei bambini, adesso sempre più alti e spesso più robusti rispetto al passato, innalzando per alcuni brand la pro-posta fino ai 16 anni. stesso discorso vale per i numeri delle calzature. «Le aziende dovreb-bero anche permettere di non acquistare tutta la gamma taglie - commenta Matteo Barbe-ra di Barbera Junior a Castellammare del

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D.A.DANIELE ALESSANDRINI

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IL SONDAGGIO

Ringraziamo Il noSTRo Panel

AnnaCastagna–al nIDo Del ConDoR –Piacenza;

AndreaAstarita–anDRea BaBY –VicoEquense(Na);

Elisabetta Bonello – anna annIBalI – Civitanova

Marche (Mc); Roberta Baccari – aRReDo BaBY –

Fidenza(Pr);ElisabettaBezzi–BaBY DoC–Ravenna;

Angela Frisone – BaBY DReSS – Bari; Gianni Amati

–BaBY leaM–Roma;MatteoBarbera–BaRBeRa

JUnIoR – Castellammare del Golfo (Tp); Caterina

Fanelli – BIanCaneVe – Francavilla Fontana (Br);

BrunaGalli–BRUna–Fossombrone(Pu);EsterBuizza

–BUIZZa–Iseo(Bs);ManuelaBizzarri–CaVallUCCI

BaBY JUnIoR –Terni;CristinaSartori–CRISTIna

SaRToRI –Torino;GaetanoDeFlorio–DeFloRIo–

Noicattaro (Ba);FrancescoDepinto–DePInTo KIDS

–Barletta(Ba);WallySchafer–DeRBY JUnIoR–San

Candido (Bz);MarinellaPanicini–DIMenSIone KID

–Montevarchi(Ar);ChiaraNodari–FReePoRT BaBY

–Clusone(Bg);NadiaGagliardone–GaGlIaRDone

– Saluzzo (Cn); FedericoGiglio– GIGlIo PICColo

–Palermo;GlorianaeGiovanniZenati–GloRIana

BaBY –PeschieradelGarda(Vr);GiordanaConte–In

MoDa – Belvedere di Tezze sul Brenta (Vi); Martina

Rossi–la VolPe RoSSa–PonteaEgolaSanMiniato

(Pi); Federica Sambo – lIlIana BIMBI – Chioggia;

MariaArena–MaRInelY–Messina;ErikaePatrizia

Bardazzi – MInIMoDa – Prato; Anna Lamperti –

MonDo PICCIno – San Benedetto del Tronto (Ap);

Emanuela Iannascoli – nInna nanna – Pescara

e Montesilvano (Pe); Carmine Trapani – oK GRoUP

– Angri (Sa); Michele Pedico – PeDICo – Barletta;

Cristina Simionato – PeTeR Pan – Mirano (Ve);

Marilena D’Urbano - PeTITe MaDeleIne – Termoli

(Cb); Maria Paola Bernabei – PInoCCHIo/PonGo –

Rimini; Fulvio Ciardullo – PRIMaMoDa – Cosenza;

Daniela Ruggeri – RoBIRÒ – Bergamo; Saverio

Passero– STYl BaBY –Crotone; Jessica Fanton–

TaTo e TaTa –Costabissara (Vi);VincenzaStaropoli

–ToPolIno MoDa–ViboValentia;DidiCorbetta–

ValTellInI – Rovato (Bs); Ivana Vesprini e Brando

Saltari–VeSPRInI–CivitanovaMarche (Mc)

1.Derby Junior, San Candido (Bz)2.Barbera Junior, Castellammare del Golfo (Tp)3.Minimoda, Prato

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2

1

golfo (Tp) -. Di certi marchi si vendono in-fatti alcune misure e non altre, anche per una questione di prezzo: per esempio, è difficile che si spendano 450 euro per il piumino di un bambino di sei anni, mentre 550 euro posso-no essere ritenuti accettabili per un ragazzino di 12-14 anni».

sALDI: IL PrOBLeMA AuMeNTALa questione prezzi va di pari passo con quella del made in Italy. gli interpellati sono concordi nell’affermare non solo che questa “etichetta” andrebbe tutelata, ma anche che un prodotto caro realizzato all’estero - peggio che mai in Cina - può essere anche firmato, ma il cliente non lo accetta. una mano i com-mercianti la vorrebbero pure sul fronte dei cambi in corso di stagione, che non devono essere concessi grazie a una maggiorazione dell’ordine dal 10% al 30% e dei budget, che non è più accettabile vengano imposti. A meno che i fornitori non accettino una percentuale di reso a fine stagione «Alcune aziende che pretendono minimi garantiti - commenta Fulvio Ciardullo di Primamoda a Cosenza - dopo aver consegnato il saldo, effettuano online lo sconto su quella stessa merce, svalutando di fatto il prodotto appena arrivato». Auspicato anche un contributo per quanto concerne la realizzazione di vetrine, eventi e iniziative varie, che a contribuisco-no a incrementare gli acquisti: «Questa estate abbiamo organizzato autonomamente, e con grandi sforzi, una grande sfilata con 66 picco-li modelli e modelle nostri clienti, a cui hanno partecipato 3mila persone - racconta Matteo Barbera -. Abbiamo promosso i nostri brand, dando un buon impulso alle vendite. Con il sostegno delle aziende si potrebbe fare molto di più». Infine, l’annoso problema dei saldi. «In special modo quelli invernali sono troppo anticipati rispetto all’arrivo del freddo effetti-vo - commenta didi Corbetta di Valtellini a rovato (Bs) -. Viene penalizzato soprattutto il sell out dei capispalla e così c’è chi cede alla tentazione di effettuare vendite promo-zionali in corso di stagione, a svantaggio di coloro che si attengono alle regole». «Biso-gnerebbe - aggiunge Giordana Conte di In Moda a Belvedere di Tezze sul Brenta (VI) - che noi stessi negozianti collaborassimo, smettendo di farci la guerra a suon di sconti e ribassi anticipati e pretendendo che i saldi venissero posticipati almeno a fine gennaio». Le scommesse sul piatto sono tante. ■

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Terza presenza a Pitti Immagine Bimbo per Sarah Jane, giovane brand made in Italy per la bambina dai 2 ai 12 anni, il cui punto di for-za sono decisamente i tessuti e i colori. Sarah Jane nasce all’inizio del 2015 per iniziativa di Sara Mazzucchetti, appassionata ricercatrice in fatto di materiali: ad avvantaggiarla è la sua attività all’interno di Hft, azienda di famiglia, nata nel 1995 ad Alzano Lombardo, nella Bergama-sca, legata al mondo del cucito e dell’hobbistica, essendo proprietaria dei negozi Filomania, pre-senti in tutta Italia e in Europa. Ma Sarah Jane è un’avventura a sé. È una linea dallo stile bon ton, ma assolutamente moderna e pratica. Piace alle mamme per il binomio tradizione/comodità

NATA SOLO TRE STAGIONI FA, LA LINEA MADE IN ITALY SARAH JANE PER BAMBINE DAI 2 AI 12 ANNI SI STA FACENDO NOTARE TRA GLI ADDETTI AI LAVORI PER LO STILE BON TON, LA MODERNITÀ E PRATICITÀ. IL TUTTO ALL’INSEGNA DEL COLORE.

Una bimba spensierata e romantica

e diverte le bimbe grazie ai toni accesi, alle fan-tasie allegre e spiritose, ai modelli femminili, che invitano a sognare. La collezione per l’autunno-inverno 2016/2017 è composta da 150 pezzi: un guardaroba dinamico e perfetto per suggerire abbinamenti. Gli abiti sono in cotone flanellato con fantasie tartan e colletti tondi che danno un tocco collegiale, le gonne morbide e giocose, come quelle in velluto a coste da indossare con camiciole dalle fantasie anni Settanta. Ci sono poi pantaloncini a coste, ma anche pantaloni lunghi, in cotone o velluto, con o senza risvolto. Sono da portare a piacere con spiritose giacchine di lana, dove il dettaglio sulla manica fa la differenza, o con cappottini bouclé dai colori vivaci. Sul fronte

tessuti prevalgono i cotoni, le flanelle, i velluti e la felpa. La palette cromatica predilige i blu e i grigi, l’aragosta e il senape, il beige e il bordeaux. La produzione è made in Italy: lo stile, la modellistica e il campionario sono realizzati da Sara Mazzuc-chetti ad Alzano Lombardo. La realizzazione dei capi è affidata a laboratori artigianali in Lombar-dia, per un progetto che vuole valorizzare lo stile italiano e la manifattura locale, utilizzando però tessuti in arrivo dagli Usa, dalle fantasie origina-li. Una curiosità: il nome Sarah Jane deriva dal film “Lo specchio della vita”, cult movie del ge-nere mélo degli anni Cinquanta. La bambina che veste Sarah Jane è spensierata, ama correre e giocare, ma ha anche una vena romantica.

SARAH JANE - Viale Piave 60 - 24020 Alzano Lombardo BG - Tel. +39 035 512450 - [email protected] - www.sarahjane.it

SARAH JANE for

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DESIGNERS’ BRAND

KARLLAGERFELD KIDSUn guardaroba a misura di bambini, comodo, grintoso e dalla forte impronta rock. I look della collezione Karl Lagerfeld Kids, giunta alla seconda stagione e prodotta da Cwf, puntano su jeans per il maschietto, gonne cangianti per lei, spesso abbinati con sneaker e chiodo in pelle. In più, per lui e per lei, una selezione di T-shirt con l’immagine di Kaiser Karl stilizzata.

PAUL SMITHJUNIORIl bambino Paul Smith Junior (ma la bimba non è da meno) cammina fiero per le vie di Londra, nei suoi look all’insegna di ironia e qualità sartoriale, due tratti molto British e segno distintivo della linea. Berretti colorati di tutte le più diverse discipline sportive illuminano le T-shirt. Per la scuola o il tempo libero indossa giacche in velluto (lui), cappottini check (lei). Le grafiche e le stampe sulle maglie sono sgargianti e appariscenti.

DSQUARED2La collezione fall-winter 2016 firmata Dsquared2 affronta diverse tematiche distintive del brand. Si va dal Grande freddo del Nord, quello tipico del Canada (patria d’origine del marchio), alle ispirazioni rockeggianti, fino all’attitude da piccoli lord & lady, sempre eleganti e attuali. Il risultato è una serie di look colorati con un tocco glam.

GRANDI GRIFFE PER PICCOLI TREND

DI ANDREA BIGOZZI

Taking part or not at Pitti Bimbo, the big fashion brands are “synchronized” with the childrenswear fair to presenttheir junior collections for fall-winter 2017. All pieces are coloured, original and funny.

Che prendano parte o meno a Pitti Bimbo, i grandi fashion brand si “sincronizzano” con il salone fiorentino per presentare le collezioni junior fall-winter 2017. Capi colorati, originali e divertenti, per look dal sound “very sporty”

PREVIEW 2016/2017

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ROBERTO CAVALLI JUNIORLa prima collezione Roberto Cavalli Junior supervisionata dal nuovo direttore creativo, Peter Dundas, arriva finalmente nelle mani dei buyer. Il risultato sembra nel segno della continuità, visto che lo stilista ha mantenuto lo stesso team che da tanti anni disegna la linea Junior, dedicata a giovani maschi stylish e femmine eleganti, con abitini scivolati e flash dorati.

CHLOÉAnche per la linea junior Chloé mette al centro della collezione la femminilità e lo spirito libero. I look sono delicati, realizzati con tessuti che non costringono il corpo, come la salopette in versione denim e cotone. L’intero guardaroba è bon ton, proprio come la linea per le mamme: non mancano gli abitini con ricami o ruches.

BOSSHugo Boss veste con comodità e alla moda anche i più piccoli: la collezione Boss per il prossimo autunno-inverno è ricca di prodotti indicati per ogni tipo di lifestyle, dall’urban ai momenti più leisure come le camicie Oxford, il pantalone basico e il giaccone con l’immancabile cappuccio.

KENZO KIDSGli elementi distintivi del marchio Kenzo ci sono tutti: palette di colori vivaci, fantasie e grafiche appariscenti (a cominciare dall’iconica tigre) e i volumi mossi si mixano a quelli più strutturati, sia per i ragazzi che per le ragazze. Dilaga la tendenza sporty, con la felpa che si conferma una classico per la griffe, disegnata dai direttori creativi Carol Lim e Humberto Leon, specie quella con la scritta “UFOs Are Coming Back”.

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GRIFFE

Voltare pagina può anche significare un ritorno alle origini: così è successo per Miss Blumarine, che rinsalda l’accordo con Spazio Sei, presentando «una collezione coerente con i nostri valori», anticipa Gianguido Tarabini di Blufin

In January the brand designed by Alessandro Dell’Acqua opens a flagship and launches its kidswear.

Gennaio è il mese dello stilista Alessandro Dell’Acqua, che non

solo inaugura, con la sua linea N°21, il suo primo flagship store italiano, in pieno Quadrilatero (l’indirizzo è via Santo Spirito 14), ma è tra i protagonisti di Pitti Immagine Bimbo con l’esordio di N°21 Kids, il childrenswear interpretato attraverso la sua sensibilità ed esperienza, in tandem con due realtà di spicco della moda infantile italiana: Grant per quanto riguarda l’abbigliamento e Andrea Montelpare per le calzature. «Mi piace creare per i più piccoli - commenta il fashion designer - e farlo è un’esperienza che mi riempie di gioia». Ma al di là delle dichiarazioni “ufficiali”, come si è preparato a questo debutto e quali sono le sue impressioni a proposito di un settore del quale fino a questo momento non si era mai occupato? Le risposte in questa intervista.

La sua è una collezione di ricerca, sofisticata: come è riuscito ad adattarla al mondo degli under 14?Il punto di partenza è stato l’utilizzo di forme e materiali già presenti nelle collezioni donna e uomo. La combinazione inaspettata di tessuti, il mix tra i guardaroba maschile e femminile e, non ultima, la ricerca sui materiali, che rappresentano la “firma” di N°21, si ritrovano anche nella collezione bambino.

ne, di cui fa parte anche un attento controllo anti-contraffazione. Un aspetto che abbia-mo incrementato soprattutto negli ultimi tre anni, utilizzando per tutte le licenze un apposito sistema di etichettatura, che ci per-mette di tutelare il consumatore nei confron-ti dei falsi». A Pitti Bimbo Miss Blumarine occupa per la prima volta uno stand dedi-cato, al piano inferiore del Padiglione Cen-trale della Fortezza da Basso. Sulle novità per l’inverno 2016/2017 c’è, al momento di andare in stampa, il massimo riserbo, ma un fatto è certo: «Mia madre Anna Molinari, i nostri uffici stile e il team di Spazio Sei han-no puntato su una collezione femminile, che interpreta il romanticismo in chiave contem-poranea. Una gamma di proposte coerente con i valori del brand». ■

LE SFIDE DI MISS BLUMARINE

«UN NUOVO INIZIO CON I VALORI DI SEMPRE»

Il 2016 apre un nuovo capitolo per una delle collezioni più iconiche tra le griffe

di childrenswear, Miss Blumarine, che ri-allaccia le fila del rapporto con lo storico licenziatario Spazio Sei, dopo essersi affi-data per una stagione ad Altana. Gianguido Tarabini, amministratore unico di Blufin, non fa commenti sul recente passato e pre-ferisce parlare di quello che accadrà da qui in poi. «Si sono verificate le condizioni per riprendere la collaborazione con Spazio Sei - dice - e insieme abbiamo deciso di siglare un accordo per le prossime cinque stagioni». «Valuteremo in futuro come proseguire» aggiunge, tenendo presenti quelle che defi-nisce «le variabili nel mondo delle licenze, sempre plurime, che impongono strategie a medio termine», ma sbilanciandosi nell’af-fermare che «stiamo approfondendo anche la possibilità di trasformare l’intesa con Spazio Sei in una partnership più stretta». Intesa che, in un comunicato, viene inseri-ta in un «piano di revisione delle strategie di sviluppo delle licenze di Blufin»: cosa si intende esattamente? «Stiamo studiando azioni che ci permettano un controllo sem-pre maggiore di questo ramo di business» risponde l’amministratore unico della realtà di Carpi, che con le licenze legate a Bluma-rine e Blugirl genera un fatturato stimato per il 2015 intorno ai 60 milioni di euro, di cui un 18% realizzato tramite l’abbiglia-mento per la bambina. «Si tratta di un piano delicato e complesso - riprende Gianguido Tarabini - da definire a medio-lungo termi-

DI ALESSANDRA BIGOTTADI ALESSANDRA BIGOTTA

IL BIMBO DI N°21 DEBUTTA A PITTI

«LA MIA PRIMA PROVA NEL KIDSWEAR»

A “historic” partnership in childrenswear is coming back: Blufin and Spazio Sei are again together to lead the future of Miss Blumarine, restarting from the core values of the brand, as Gianguido Tarabini, sole administrator of Blufin, says.

Sopra, Gianguido Tarabini, amministratore unico di Blufin. A lato, un’anticipazione dell’inverno 2016/2017 di Miss Blumarine

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VIVETTA

PRONTAPER IL GRANDESALTO

Dopo due stagioni sulla “panchina” del Kid’s Evolution, il progetto-conteni-

tore che porta a Pitti Bimbo una selezione di designer di moda uomo e donna che si cimentano per la prima volta in specia-li capsule “for kids”, Vivetta fa il grande salto e presenta la prima collezione com-pleta dedicata alle bambine. Non con una sfilata, non ancora almeno: piuttosto uno spazio tutto suo in Fortezza da Basso, in cui mostrare gli oltre 60 capi, tutti ispirati a quella femminilità divertente, spensierata e leggiadra, che contraddistingue anche la li-nea donna del marchio fondato nel 2008 da Vivetta Ponti. «Sono consapevole del fat-to che il mercato della moda per bambini sta attraversando un momento complicato. Ma nelle due stagioni precedenti abbiamo sviluppato una storia che molti buyer han-no trovato interessante, accogliendoci nei loro spazi», dice la designer d’Assisi, ma milanese d’adozione, che con la collezione per i più piccoli (distribuita dalla showro-om Lemon Drops) ha già conquistato tra gli altri in Italia La Rinascente, LuisaVia-Roma, Un Nido nel Fango, Coccole Bim-bi, a cui vanno aggiunti gli internazionali Isetan e Harvey Nichols. Il passo succes-sivo, previsto per la prossima stagione, è il lancio dei primi look maschili della colle-zione Vivetta Kids. Una scelta dettata da motivi commerciali («Abbiamo avuto nu-merose richieste da parte dei nostri clien-ti») ma anche personali, visto che la desi-gner, cresciuta professionalmente a Firen-ze alla corte di Roberto Cavalli, è mamma di un maschietto. «Insieme a Camac (li-cenziatario di Cesena che produce sia la linea donna, che il bimbo, ndr) puntiamo a introdurre il maschietto già con l’estate - anticipa -. Si tratta di un bell’impegno, ma l’idea mi diverte». Già il lavoro sulla col-lezione autunno-inverno 2016/2017, che

viene presentata a Pitti Bimbo, è stato si-gnificativo: il passaggio da “capsule” a “li-nea vera e propria” ha comportato un bello sforzo produttivo. «Non ci siamo limitati a riprodurre la stessa modellistica della linea femminile - fa il punto Vivetta - anche se il trend della figlia che vuole vestirsi come la mamma funziona sempre bene. Abbiamo introdotto anche capi inediti, come la fel-pa stampata e le T-shirt, più alcuni tessuti esclusivi per il childrenswear, in primis il velluto di cotone e il jersey, non previsto nel womenswear». L’ispirazione per dise-gnare i capi del prossimo inverno Vivetta l’ha presa dal film d’animazione giappo-nese di Hayao Miyazaki, Kiki-Consegne a domicilio. La presentazione della linea kid non è l’unico impegno fiorentino per la stilista. Vivetta, infatti, è tra i 15 desi-gner chiamati da Pitti Immagine per ve-stire Cicciobello (vedi notizia a pag. 19), “special guest” della manifestazione. La stilista non ha quindi perso l’occasione per far indossare al celebre bambolotto un look con uno dei suoi colletti iconici, ormai diventati un vero e proprio must del brand: «Ho raccol-to l’invito con entusia-smo, anche perché per me Cicciobello è una vera icona oltre che un compagno di gioco». ■

Mi racconti N°21 Kids: su cosa ha puntato in modo particolare? Fra i materiali, per quanto riguarda l’abbigliamento, ho privilegiato il mohair grattato, lo jacquard animalier, l’eco-montone, il cady stampato. E tra i capi clou non poteva mancare la felpa con il logo N°21. In totale sono 60 pezzi per la bambina e 30 per il maschio, in taglie dai 4 ai 12 anni. Più, naturalmente, le calzature.

Si può parlare di un “mini-me” o c’è dell’altro? Più che altro, mi concentro su un dialogo continuo tra le linee uomo, donna e ora anche bimbo. L’importante per me è che i tratti che caratterizzano il brand si ritrovino in tutte le collezioni.

Come si vestiva da piccolo? Preferivo lo stile casual, come del resto è quello di N°21 Kids. Non a caso, nella collezione ho riportato i capi classici di un guardaroba maschile, come una felpa, un jeans e il montgomery.

Le piace come si veste la maggior parte dei piccoli oggi? Mi piacciono l’utilizzo del colore, l’attenzione al comfort e alla vestibilità. Non amo i look troppo formali: è importante che esprimano la loro personalità anche attraverso ciò che indossano. ■

Sopra, Vivetta Ponti. A lato, un modello della collezionefall-winter 2016/2017 di Vivetta: cappotto in lana a tre colori,con paesaggi e dettagli ricamati a mano

DI ANDREA BIGOZZI

The fashion brand Vivetta presents at Pitti its first full childrenswear collection: 60 pieces inspired by a caracter of Hayao Miyazaki.

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preview kidswear FaLL- wiNTer 2016/2017

Monnalisa CoutureSi diverte a giocare alla dama di altri tempi, la giovanissima fan di Monnalisa Couture. Indossando abiti sofisticati di ispirazione rétro, ma di gusto contemporaneo e rivisitato. Capi importanti con ricami, intarsi e drappeggi, realizzati in nuance sfumate. Curati come se realizzati su misura in atelier, ma sempre portabili. E se si vuol giocare alla principessina, come rinunciare a scarpette luccicanti?

Trussardi Junior Il Back to School firmato Trussardi per il prossimo inverno è

all’insegna del P-Coat doppiopetto in panno pettinato blue navy (per lui) e del cappottino con applicazioni in ecopelle, con borsa

ispirata all’iconica “IT Bag” di Trussardi Jeans per lei. Immancabile per entrambi la T-shirt in jersey con stampa Levriero.

Ice IcebergLa collezione Ice Iceberg Fall Winter 2016-17 si tinge di

colori grintosi, grafiche sport-pop, street style, sportswear, ricerca nel dettaglio e nei materiali, in perfetta sintonia con

il dna storico del brand. Due i temi “caldi” della collezione: “London boy” e “Street Sport Style” con il bomber,

imbottito in piuma d’oca, vero must have di stagione.

di AndreA Bigozzi

L’aspetto più bello della moda junior è sicuramente quello legato al gioco: pensare e realizzare indumenti per i più piccoli permette ai designer e ai brand di dare libero sfogo alla fantasia, come dimostrano alcuni schizzi che anticipano le collezioni del prossimo inverno. Le tendenze sono differenti (dall’atelier allo streetwear), ma la creatività resta il comune denominatore.

A designer’s sketch can be as artful and expressive as the actual outfit it portrays. Especially when it comes to childrenswear. Here are some examples

of creativity, directly from Pitti Bimbo.

ParrotLa ragazzina Parrot anche per l’autunno-inverno 2016/2017

ha rock appeal da vendere. Uno spirito “piccante”, sottolineato con un look da vera fashion victim fatto di poncho, jeans a zampa,

gonne con le frange e T-shirt con strass. Capi divertenti, per illuminare con personalità la stagione fredda.

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ELYROSE by Anna Diana - Viale De Gasperi, 60 - 26013 Crema CR - tel. 0373 630109 - [email protected] - www.elyrose.it

ELYROSE FOR

«Quando è nata la mia bambina 6 anni fa, dopo due maschi, la mia passione per l’uncinetto e il fashion bambini ha potuto esprimersi e crescere, fino a spingermi, grazie alla mia esperienza manageriale ed anche alla conoscenza di altre donne con questo interesse, a fondare una mia linea di alta moda per bambine dai due agli otto anni»: così Anna Diana racconta la genesi di que-sto nuovo marchio Elyrose, che per sua natura si concentra sulle collezioni per la primavera-estate, con pezzi unici in cui gli inserti all’uncinetto, si uni-scono al cotone 100% o al lino. La prima uscita, relativa alla stagione calda 2016, è stata presentata a Pitti Immagine Bimbo dello scorso giugno, ot-tenendo ordini dall’Italia, dall’Inghilterra e dagli Emirati Arabi. Un riscontro che sprona Anna Diana ad andare avanti nella sua missione di riproporre le anti-che lavorazioni a mano tipiche, tra l’altro, della sua zona: Crema e dintorni. Un ricordo di quando la vita si svolgeva ancora seguendo il ritmo delle stagio-ni, con l’estate operosa vissuta nei campi, seguita dal lungo inverno, durante il quale le donne si ritrovavano tra le mure domestiche ed esprimevano tutta la loro creatività e abilità, dando vita a piccoli capolavori. È studiando questi manufatti che nascono le prime ispirazioni e le idee che portano alla nascita di Elyrose: la passione per le cose fatte a mano, la ricerca dell’unicità, che riporta alle origini e stimola i ricordi. Elyrose nasce da il nome dato da Anna alla sua piccola - nata una vigilia di Natale, mentre scendevano candidi fiocchi di neve - pensando alla rosa, il fiore più bello e profumato della primavera.

ELYROSE È UN NUOVO MARCHIO DI ALTA MODA PER BAMBINE DAI DUE AGLI 8 ANNI, NATO DALLA PASSIONE DI ANNA DIANA

E DI DUE SUE AMICHE PER LE LAVORAZIONI A MANO DELLA TRADIZIONE, IN PARTICOLARE L’UNCINETTO.

Piccolo mondo antico

“When my daughter was born six years ago, after two boys, I was able to express and develop my passion for crochet and children’s fashion, which led me, through my managerial experience and knowledge of other women with the same interest, to set up my own high fashion line for girls aged between two and eight.” This is how Anna Diana describes the genesis of the new Elyrose brand, which by its very nature focuses on Spring/Summer collections, with unique pieces in which crochet inserts are combined with 100% cotton or linen. The first release for the 2016 hot season was presented at Pitti Immagine Bimbo last June, receiving orders from Italy, the UK and the UAE. A result that has spurred Anna Diana to move ahead with her mission to revive typical ancient handicrafts, which, incidentally, come from her own region: Crema and its surroundings. A memory of when life was still oriented around the rhythm of the seasons, with summers spent working in the fields, followed by a long winter, du-ring which women gathered inside and expressed their creativity and skills, creating small masterpieces. Studying these artifacts gave birth to the initial inspirations and ideas that led to the founding of Elyrose: passion for handmade creations and a search for uniqueness, recal-ling origins and provoking memories. Elyrose comes from the name given by Anna to her little girl – born one Christmas Eve while white flakes of snow were falling – referring to the rose, the most beautiful and fragrant spring flower.

Littleancient world

ELYROSE IS A NEW HIGH FASHION BRAND FOR YOUNG GIRLS AGED BETWEEN TWO AND EIGHT. THE BRAND WAS BORN FROM THE PASSION OF ANNA DIANA AND

TWO OF HER FRIENDS FOR TRADITIONAL HANDICRAFTS, ESPECIALLY CROCHET.

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TRAVELLERSOF THEWORLD.

www.freedomday.it

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PREVIEW KIDSWEAR 2016/2017

DRESS & PLAY

FRACOMINA

DI ALBERTO CORRADO

STAMPE, GRAFICHE E COLORI, PERCHÉ L’INFANZIA È SOPRATTUTTO DIVERTIMENTO. ANCHE TRA I BANCHI DI SCUOLA E NEI GIOCHI CON GLI AMICI. QUESTI I TEMI DELLA MODA BIMBO PER L’AUTUNNO/INVERNO, CHE PUNTA SU TANTI CAPI PRATICI MA TRENDY, COLORE A VOLONTÀ SENZA DIMENTICARE I CLASSICI BLU, GRIGIO E LE TONALITÀ PRETTAMENTE INVERNALI. TOCCO FINALE, FIBRE NATURALI A PROVA DI ALLERGIA.

Children’s fashion for fall/winter focuses on practical, funny, warm items, pretending that outside it is not so cold.

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FROZENRipararsi dal freddo non è mai stato così trendy, tra giacchine leggere ma caldissime e modelli lunghi fino al

ginocchio. Le linee sono moderne, la vestibilità comoda, il taglio urbano. Piumini e cappottini da città sono fatti per affrontare il gelo e il vento, senza perdere in eleganza.

Jackets and city coats are a shell against cold and wind, without forgetting a touch of elegance.

SARAH JANE

GIANFRANCO FERRÉ

120% CASHMERE

REGINA

HERNO KIDS

ALVIERO MARTINI 1a CLASSE

PREVIEW KIDSWEAR 2016/2017

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SPORT GENERATION(S)Young urban boy & girl si aggirano per la città, liberi più che mai.

I must del guardaroba in piccole taglie, rivisitati in chiave moderna, mixano sport e street con ironia e leggerezza.

Fashion for young urban warriors: they are free, bold, ready to move and to play.Their wardrobe interprets sport and street under a new point of view.

STONE ISLAND JUNIOR

IL GUFO

BRUMS BLAUER JUNIOR

NATURINO

FENDI KIDS

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PREVIEW KIDSWEAR 2016/2017

LONDON CALLINGUn mood decisamente rock, dove bomber, felpe, T-shirt e baggy pant sono intrisi di uno stile brit anni Ottanta.

Forte la presenza del denim, anche strappato, per felpe e pantaloni.

A decidedly rock mood. Denim (also ripped), baggy pants and bombers reinvent a “Brit Eighties” style.

LIU JO JUNIOR

MIRTILLO

VIA DELLE PERLE

ANTONY MORATO

SILVIAN HEACH KIDS

ASTON MARTIN

ROBERTO CAVALLI JUNIOR

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MAKE A WISHUn invito a tenere vivo il mondo dei sogni dei bambini e le loro speranze.

L’alta tradizione italiana incontra ispirazioni innovative e tessuti di ultima generazione, per creare abiti di costruzione sartoriale, ricchi di dettagli e preziosi intarsi, con un uso del colore che rende i capi speciali per le grandi occasioni.

High tradition meets Italian inspirations, thanks to innovative fabrics of latest generation, perfect for tailored suits and a romantic ceremony wear.

MONNALISA CHIC BEST SELLER

PETIT BATEAU

PRETTY BALLERINAS

JESSIE E JAMES

LAURA BIAGIOTTI DOLLS

BYBLOS BOYS & GIRLS

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ECOETHICUn’eco-evoluzione della moda baby, che adotta materiali organici e biologici prodotti nel rispetto della natura e secondo una filiera che tutela le produzioni locali e le piccole comunità, oltre alla salvaguardia del pianeta.

Realizzazioni uniche ed esclusive, in grado di conferire carattere e personalità a chiunque le indossi.

The eco-fashion revolution is under way: the new collections adopt organic and biological materials, respectful of nature and synonymous of wellness.

YCLU’

BOBUX

MINIBANDA

LOVE IN KYÒ

ELENA FERRUCCI

MOULIN ROTY

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PREVIEW KIDSWEAR 2016/2017

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STREET STYLE POPUno stile leggero, colorato, con richiami ai cartoon, ai manga e con fantasie allegre. Il rosso, il giallo e l’arancione dominano,

abbinati al bianco e a grafiche forti. Maglie, borse, giacche e pantaloni assumono tinte vivaci, a prescindere dallo stile.College, sporty, hip hop: il pop street style si adatta a tutti i gusti, grazie ai suoi innumerevoli dettagli.

A light style with references to manga and cartoons, with cheerful fantasies. The colour palette plays with red, orange and yellow, in the name of pop street style.

KOOL

DUCATI

GEOX

BILLIONAIRE

BILLYBANDIT

CHICCO

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brand to watch

+MINI KIDSAfter the womenswear, for +Mini it’s time for kidswear: duvets for children aged 4 to 14 years, at the start with fall-winter 2016/2017.

+Mini diventa ancora più…mini. A partire dall’autunno-inverno 2016/2017 +Mini, il brand specializzato in capi donna in piuma vergine e prodotto dal 2009 dalla Kabi di Spirano (Bg), lancia sul mercato la prima collezione dedicata ai bambini. Disponibile per la fascia 4-14 anni, è realizzata con piume 100% certificate Asl di provenienza europea, lavorate e sterilizzate in Italia, e ha una particolarità: quella di offrire piumini doppiamente rivestiti, arricchiti da una lavorazione sartoriale che prevede l’inserimento delle piume con sistemi in grado di limitarne fortemente la fuoriuscita. Con un occhio alla praticità: tutti i capi kid sono lavabili in lavatrice e realizzati in versione pocket, per ripiegare la giacca all’interno di una delle due tasche. Distribuita dalla showroom Kabi in via Cerva a Milano, con prezzi sell in compresi tra 78 euro (per il gilet) e i 145 euro (per il maxi cappotto), +Mini Kids per la prima stagione punta a conquistare 90 top shop italiani e 40-60 multimarca dell’Est Europa. Trattative sono in corso anche per debuttare negli Usa.

treehouSeThe founder of Treehouse is Anja Schwerbrock, designer known for its prêt-a-porter collection.

Dietro la collezione in piccole taglie Treehouse c’è una stilista tedesca naturalizzata belga, Anja Schwerbrock, conosciuta agli addetti ai lavori per la sua collezione di prêt-à-porter, lanciata nel 2005 dopo esperienze da Comme des Garçons, Dries Van Noten ed Escada. Per la linea baby Treehouse, al debutto a Pitti Bimbo, la designer - che vive e lavora ad Anversa e ha due figli - ha scelto solo materiali naturali come jersey organico, lana, lino, cotone e seta e ha lavorato di fino sui dettagli, per creazioni che puntano sulla creatività, senza rinunciare al comfort, tutte made in Belgium. Attualmente la collezione è venduta con prezzi tra i 27 euro (per una T-shirt) e i 120 euro (per i vestiti) in circa 45 negozi di 15 Paesi e, da poco, anche sul suo e-shop.

Very FreNch GaNGSterSAnne Masanet and Karoline Bothorel-Bolzinger have created an eyewear collection for children: the proposals are 100% handmade in France, with a trendy design.

Per i bambini che non possono fare a meno degli occhiali, Anne Masanet e Karoline Bothorel-Bolzinger - due mamme francesi ambedue lunettes-addicted - hanno creato Very French Gangsters, una collezione di eyewear da vista e da sole 100% handmade in France. La linea, che scommette su montature leggere (con trattamento antiallergico) e un design dall’estetica vintage, dopo cinque stagioni ha conquistato piccoli (e grandi) fan in una ventina di Paesi, tra cui l’Italia, dove è distribuita da Vira Distribution. Con prezzi tra i 150-180 euro, si trova nei canali specializzati, tra cui Punto Ottica in piazza Meda a Milano, Ottica Caputi a Roma, Ottica Fulcheri a Torino. E, per gli appassionati di e-commerce, anche sull’e-shop veryfrenchgangsters.com, con un’offerta per kid, teen e adulti.

di ANGELA TOVAZZi

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toMMy MIKINoThe brand created in 2006 by Carlotta Medas is back with a collection of sneakers. Partner of this new challenge is the designer Luigino Cardinali.

Tommy Mikino torna all’arrembaggio. Lo scaltro coniglio pirata creato nel 2006 da Carlotta Medas, architetto e graphic designer, food blogger, nonché mamma di due figli, sale alla ribalta con una nuova sfida. Una collezione di sneaker e slip on dal design deciso e irriverente, come il personaggio che rappresenta. Partner nella nuova missione è Luigino Cardinali, shoe designer di Fermo che collabora con brand internazionali, papà e appassionato skater. Da questa sinergia nasce un’offerta per bambini e adulti, contrassegnata dall’immancabile teschio e dal colore rosso, che sigla tutti i modelli. Interamente made in Marche, la collezione ha iniziato il proprio percorso di vendita nell’e-commerce con la primavera-estate 2015, ottenendo subito feedback positivi, e ora sta cominciando a creare una propria rete commerciale offline, sia in Italia che all’estero. I prezzi sell in delle sneaker, che scommettono su materiali di alta qualità, comfort e dettagli ricercati, sono compresi tra i 70 e i 120 euro.

Mr.uKyThe Turkish designer Zeynep Akpolat brings its Mr.Uky collection to Pitti Bimbo: focus on high quality fabrics and rétro style.

Mr.Uky, fondato nel 2015 a Istanbul, è frutto della creatività di M. Zeynep Akpolat, diventata stilista dopo la nascita di suo figlio. «Prima della maternità - racconta - sapevo a malapena attaccare un bottone e qualche punto a maglia». Poi, vista la difficoltà a «trovare capi di alta qualità, ben fatti, creativi e al tempo stesso comodi ed easy care», prende corpo la decisione di realizzarli en solitaire, dapprima per suo figlio, poi per i figli degli amici. Il background da cui proviene, quello dell’arte e del design, ma anche un blog per comunicare con le altre mamme (che in poco tempo conquista migliaia di follower), spingono Zeynep a creare una vera e propria linea. In anteprima a Pitti Bimbo, la collezione - che punta su tessuti high profile e uno stile rétro - è distribuita per il momento solo in Turchia, «ma l’obiettivo per il 2016 - dice la stilista - è di ampliare gli orizzonti con contatti internazionali».

chILLarouNDZannier Group, the French childrenswear specialist with 16 brands in its portfolio, launches Chillaround, between urbanwear, social media and music.

Il gruppo Zannier, vero specialista del childrenswear con 16 marchi in portafoglio per l’infanzia tra brand di proprietà e in licenza, punta sul segmento teen e, a partire dall’autunno-inverno 2016/2017, presenta Chillaround, un centinaio di modelli per ragazzo e ragazza, in cui confluiscono echi active, street e urban, all’insegna di un lifestyle “chill”. Punto di forza del brand l’interazione con l’universo dei giovanissimi: in quest’ottica si inserisce la partnership siglata con Deezer, leader dei siti di ascolto di musica interattivo e social. Oltre che sull’e-shop, la collezione sarà venduta in un centinaio di multimarca e nei department store, con prezzi medi sell in intorno ai 35 euro.

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STORE TO WATCH ESTERO

BARBARA FRÈRESGermaniaSince 1978 Barbara Frères for Children is a top address for the new generations. On Königsallee in Düsseldorf.

Barbara Frères für Kinder è un’istituzione a Düsseldorf. Sulla Königsallee ai civici 21-23, il multimarca offre da quasi 40 anni (è nato nel 1978) un’ampia offerta griffata per il childrenswear. Con in pole position i marchi italiani: «Sono 25 - racconta Barbara Frères - ossia la maggioranza del nostro portfolio e quelli che sanno meglio catturare l’essenza della collezione da adulto per trasferirla in piccole taglie, rispettando le esigenze dei più piccoli». Tra i brand in scuderia, Dolce&Gabbana, Dior, Young Versace, Gucci, Simonetta e Monnalisa.

KIDS CAVERNRegno UnitoIn Liverpool, inside Cavern Walks shopping center, Kids Cavern presents a multi-faceted offer for children from 0 to 16 years.

Si trova a Liverpool, al primo piano dello shopping center Cavern Walks nel Cavern Quarter, sede anche del Cavern Club, diventato celebre per aver ospitato le esibizioni dei Beatles e oggi meta di pellegrinaggio per visitatori provenienti da tutto il mondo. Stiamo parlando del multimarca Kids Cavern, una vera e propria cittadella della moda per bambini, con oltre 100 top brand, di cui circa 30 italiani. Fondato nel 1989, offre una selezione di proposte da 0 a 16 anni, su una superficie espositiva di circa 300 metri quadri, e può contare sulla sinergia di uno shop dedicato totalmente al footwear (sempre all’interno del Cavern Walks), su un secondo negozio a Knowsley e sul proprio e-shop. «In futuro - racconta il co-titolare Danny Shelvey - saremo impegnati a espandere e a integrare sempre di più il business bricks & mortar con quello online del nostro sito, reso ancora più responsive e user-friendly».

di AngelA tovAzzi

pARADISI DEllo ShoppING IN FoRmAto mIGNoN Dall’Europa al medio oriente, quattro indirizzi clou per gli acquisti griffati a misura di bambino. Con lo stesso filo conduttore: la passione per l’Italian style

Four top destinations for childrenswear shopping, from Europe to the Middle East. With the same leitmotiv: the passion for the Italian style.

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KID’S pUZZlEmedio oriente

A bit of Italy in the Middle East: in the Sami Bazzi’s stores

95% of the brands are Italian.

La crème del made in Italy in piccole taglie in Medio Oriente:

nei negozi Kid’s Puzzle (a Dubai, Abu Dhabi e in Kuwait)

è protagonista la moda da 0 a 14 anni, con un assortimento

per il 95% proveniente dal nostro Paese. Dietro il successo dell’insegna c’è l’imprenditore

libanese di origini italiane Sami Bazzi, fondatore di Joint

Projects, società leader nel retail di fascia alta per bambini

dal 1992, che ha al suo attivo anche lo spazio Little Angels e

le boutique monomarca Roberto Cavalli Junior e Young Versace,

tutte aperte nel Dubai Mall.

thE NURSERy WINDoW Regno UnitoLocated in Walton Street in London, The Nursery Window is one of the favorite destinations of Princess Kate Middleton.

Negli ultimi due anni è balzata agli onori della cronaca, perché è risultata una delle destinazioni preferite della duchessa Kate Middleton per il guardaroba dei suoi Royal Baby: The Nursery Window è un indirizzo da non perdere a Londra per chi è alla ricerca della qualità, nei materiali di pregio e nel design, ma anche nel servizio (all’insegna della personalizzazione) e nella customer care. Al civico 83 di Walton street, lo spazio offre tutto il necessaire per quando in casa arriva un bambino: dall’abbigliamento agli accessori, fino ai tessuti e all’arredamento per la cameretta.

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store to watch italia

Daisy Diaz è un’arredatrice di interni di Miami che da tempo risiede a Firenze,

avendo messo su famiglia con un italiano nella città sull’Arno. Nel tempo ha deciso di specializzarsi nell’allestimento di spazi per bambini (lei ne ha tre e aspetta il quar-to), poiché in questo tipo di progetti si può mettere «più colore, fantasia e inserire l’e-lemento che non ti aspetti». Tre anni fa, su richiesta dei suoi clienti, oltre a mantenere l’attività di consulente, ha aperto un ne-gozio nel centro della città (in via Il Pra-to 53-55R), Baby Bottega, in cui propone complementi d’arredo, oggetti di design e altri articoli per la mamma e il bambino, scovati in giro per il mondo. L’arredamen-to e lo scouting di prodotti sono la grande passione della dinamica Daisy, che viaggia molto, ama andare a trovare personalmente i fornitori e anche suggerire loro idee. Ad esempio, ha lavorato con artigiani fiorentini alla creazione di pomelli in bronzo a for-ma di caramella. E non vuole certo fermarsi qui: in cantiere ha diversi progetti in colla-borazione con marchi di mobili, di tessile e di carte da parati. Oltre all’estetica, sono la funzionalità e la praticità a guidare la sua attività, essendo una pragmatica mamma americana. I suoi clienti, sia fiorentini che turisti («Grazie a Internet, lavorare a di-stanza non è un problema»), appartengono un po’ a tutte le fasce di mercato, poiché Daisy accetta la sfilda di lavorare anche con budget ridottissimi. «Io stessa consiglio di non spendere troppo quando arriva un bam-bino - afferma -. Se mai, è bene seguirlo nella crescita, investendo in pezzi più co-stosi quando è un po’ più grande». Al ne-gozio Daisy affianca un sito di e-commerce

BABY BOTTEGA

Un’americana a Firenze

Daisy Diaz è un’arredatrice di interni di miami, che a Firenze progetta camerette per bambini e vende complementi d’arredo, oggetti di design e altri articoli per la mamma e il bambino all’interno di Baby Bottega,

spazio a cui affianca il sito babybottega.com e un programma di attività ludico-formative per i bambini

Daisy Diaz is an interior designer from Miami, who designs bedrooms for children and sells home accessories, design objects and other items for mothers and babies at Baby Bottega, the space that accompanies

the babybottega.com site and a program of recreational and educational activities for children.

di ElEna azzola

1. Daisy Diaz 2. Uno scorcio di Baby Bottega, in via Il Prato 53-55R a Firenze

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(babybottega.com) in italiano e inglese, dove si possono trovare e acquistare tutti i prodotti. «Ci sta dando grandi soddisfazioni - rivela -. È come avere un altro punto vendita che si rivolge a tutto il mondo». Attualmente i lavori di ristrutturazione di un altro spazio vicino a Baby Bottega, che Daisy vuole destinare a una showroom di mobili di pros-sima apertura, e le festività natalizie hanno un po’ rallentato il programma di eventi che la vulcanica mamma tiene in negozio. Ha avuto successo, tra gli altri, un mini corso di galateo per i piccoli, con tanto di mise en place, per sensibilizzarli sull’arte della ta-vola. In futuro, spazio al giardinaggio, con le mani nella terra per comprendere la ma-gia della natura. «Quando stavo in America frequentavo un sacco di questi corsi: oggi mi piace proporli ai bambini e alle mamme di Firenze», conclude. ■

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A Pozzuoli - più precisamente, a 500 metri dall'uscita Cuma della tangenziale di Napoli - c'è una showroom dedicata all'abbigliamen-to infantile, Inda Kids, che si sta sempre più affermando nell'area Centro e Sud Italia. Nata nel 1998 come costola della storica Inda Rap-presentanze, che vanta 50anni di esperienza nella moda per adulto, Inda Kids è ormai un punto di riferimento riconosciuto dai fashion addicted, che siano buyer o aziende produttrici del segmento bimbo. Non a caso si fa chiamare ironicamente "Clinica Dottorinda". Di stagione in stagione propone nuove collezioni, anzi "vaccini fashionpatici", somministrati - si fa per dire - da un appassionato team di una decina di persone: una in "accettazione", tre al "pronto soccorso" e

SI FA CHIAMARE "CLINICA DOTTORINDA" PERCHÉ SOMMINISTRA "VACCINI FASHIONPATICI" AI PATITI DI CHILDRENSWEAR. NEL VERDE DEGLI ULIVI CAMPANI, È ORMAI UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER IL CENTRO-SUD ITALIA.

Inda Kids: la "clinica" per chi è pazzo di childrenswear

il resto sempre "di turno" per occuparsi, con le "cure" più appropriate, di ogni specifico "caso". Nessuno è primario, tengono a precisare i "dot-tori" della realtà campana. O meglio, ciascuno è primario della propria specializzazione e si tiene aggiornato frequentando assiduamente i principali saloni di riferimento e allacciando contatti diretti con le maggiori case produttrici delle piccole taglie, italiane ed estere. Da circa cinque anni la sede di via Arco Felice Vecchio è la location ideale per le label che entrano alla Clinica, dal lusso allo streetwear, fino ai nomi emergenti del kidswear di ricerca. La showro-om - 2.000 metri quadrati di area espositiva, in una struttura di 5.000 metri quadrati, disposta su tre livelli, immersa in un giardino di ulivi - pri-

vilegia i materiali naturali, che conferiscono allo spazio un mood minimale, perfetta cornice per dare risalto alle collezioni in assortimento. Gli allestimenti, di semplice e immediata lettura, garantiscono un'esposizione fluida: ne risulta un ambiente ovattato ed elegante, all'insegna della sobrietà. Un luogo dove aziende e clienti si possono incontrare per stabilire un dialogo e confrontarsi, in tutta serenità, confortati anche da un'ottima cucina locale: gli uffici sono stati ricavati da un antico ristorante, aspetto che è stato recuperato dai nuovi inquilini di Inda Kids. La showroom sta inoltre investendo nel digital per diventare un trait d'union non solo fisico ma anche nelle sempre più trafficate e indispensa-bili maglie della Rete.

INDA KIDS S.A.S. Via Arco Felice Vecchio 5 - 80078 Pozzuoli (NA) - Tel. 081 86 63 846 - [email protected]

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BEAUTY & CO.

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Le formule devono essere delicatissime, per rispettare la pelle sensibile dei più piccoli. Ma non solo: vanno scelte con un occhio di riguardo verso l’ecologia, per salvaguardare l’ambiente.

DI ANNALISA BETTI

Beauty and baby care products, light, delicate and always eco-friendly: from the L’Erbolario eau de parfum to the Seta Puris shampoo, to the Cicciobello Baby Care new line and Pura Kiki Tatanatura innovative baby bottles.

1. DAL PRIMO GIORNO Ricco di derivati da riso e cocco, lo Shampoo Capelli di Seta Puris è sicuro fin dal primo bagnetto del neonato. Nella formula sono presenti anche gli estratti emollienti di aloe vera e camomilla. Totalmente assenti i parabeni, gli oli minerali e i tensioattivi schiumogeni SLS e SLES.

1. CHIARO, FRESCO, DOLCE Il Profumo dei Piccoli de L’Erbolario ha una composizione addolcente totalmente analcolica, ma ricca di estratti biologici di camomilla, calendula e malva, con acque distillate di camomilla e fiori d’arancio, e proteine del riso. Leggero e rinfrescante, si può usare su tutto il corpo.

3. INNOVATIVO A differenza dei biberon comuni, Pura Kiki di Tatanatura è termico e realizzato in tanti colori. Interamente in acciaio inox antibatterico, è sicuro per il bambino, rispettoso dell’ambiente perché privo di materie plastiche e anche pratico, poiché le parti in silicone sono sostituibili con quelle di altri marchi.

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4. CICCIOBELLO WORLDIspirata al bambolotto nato nel 1962 (forte tuttora di una awareness del 99%), la nuovissima linea Cicciobello Baby Care è dedicata ai piccoli in carne e ossa. Durante Pitti Bimbo, Giochi Preziosi presenta per celebrare questo debutto una special exhibition in collaborazione con Vogue Bambini: Cicciobello Fashion Walk, con il guardaroba studiato per lui dagli stilisti internazionali. Composta da cinque prodotti (Bagnetto Corpo e Capelli, Sapone Delicato, Crema Delicata, Pasta Protettiva, Salviettine Detergenti), Cicciobello Baby Care è la prima tappa della brand extension Cicciobello Voglia di Tenerezza.

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Playologie è una piattaforma internazionale per il b2b della moda e del design. Già disponi-bile in sette lingue (francese, inglese, tedesco, spagnolo, russo, giapponese e coreano), si prepara ora allo sbarco in Italia. Dietro questo progetto ci sono i fratelli Sébastien de Hut-ten e Marie Czapska, già creatori della fiera Playtime di Parigi. Lanciato nel 2007, questo trade show biannuale sul mondo del bambino e della maternità (che accoglie abbigliamento, accessori, complementi d’arredo e molto altro ancora) è cresciuto rapidamente, diventando un network internazionale, con appuntamen-ti anche a Tokyo (dal 2009) e New York (dal 2010). Monitorando costantemente il merca-

SÉBASTIEN DE HUTTEN E MARIE CZAPSKA, ARTEFICI DEL SALONE PARIGINO DEL CHILDRENSWEAR PLAYTIME, HANNO DATO VITA A PLAYOLOGIE: UNO STRUMENTO DIGITALE CONCEPITO

PER INCORAGGIARE UN NUOVO MODELLO DI RELAZIONE TRA GLI ATTORI DEL SETTORE.

Arriva in Italia Playologie, la piattaforma B2B creata dai fondatori di Playtime

to e le sue evoluzioni, Sébastien de Hutten e Marie Czapska hanno fatto tesoro della loro esperienza per dare vita a Playologie: uno strumento digitale concepito per incoraggiare un nuovo modello di relazione tra gli attori del settore. Qualcosa che fosse simultaneamen-te più fluido e istantaneo. È nata così questa piattaforma per gli addetti ai lavori, che ospita a più vasto raggio collezioni di abbigliamento uomo, donna e bambino, prodotti per la mam-ma, articoli per la casa e oggetti di design. Non una semplice fiera virtuale ma un tool che per-mette di gestire l’intero processo commerciale (dal prendere gli ordini, alla fatturazione, fino alla spedizione) risparmiando tempo e ottimiz-

zando il business. Ai brand Playologie offre la possibilità di raggiungere istantaneamente tutti i mercati e di commercializzare le collezioni 24 ore su 24, sette giorni su sette, via web o at-traverso app per iPad. Ai buyer permette di trovare in un unico luogo le migliori proposte del momento e di gestire gli acquisti in modo più efficiente. Playologie è stata concepita in-fatti per soddisfare le reali esigenze dei pro-fessionisti della moda e del design, mettendo loro a disposizione uno strumento potente, finalizzato a centralizzare e supportare ogni aspetto della propria attività commerciale: un vero eco-sistema, che integra tutti i processi di e-commerce b2b.

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RITRATTI

• Winnie nasce in Indonesia nel 1979.

• Nel 2008 nasce la figlia Mischka Aoki.

• Nel 2009 arriva il maschietto Devon Kei Enzo.

• Nel settembre 2009 la linea di haute couture per bambine Mischka Aoki debutta alla Perth Fashion Week.

• Con la stagione primavera-estate 2014 Mischka Aoki “entra” nella Designer Room del reparto bimbo di Harrods a Londra. Dalla prossima stagione sarà all’interno della Super Brand Room del famoso department store londinese con un coner dedicato.

• Nel dicembre 2014 viene aperta una showroom commerciale all’interno del Boscolo Hotel di Milano, diretta da Angelica De Guglielmo.

Winnie è una giovane donna di origine indonesiana, sposata con un facoltoso

imprenditore. La famiglia ha base in Austra-lia ma, come si addice al business e al censo, è sempre in giro per il mondo. Winnie ha ini-ziato a disegnare abiti e a farli confezionare su misura per la sua prima figlia: Mischka Aoki. Visti i complimenti da parte di espo-nenti del jet set internazionale per gli eleganti look della piccola, si è decisa a lanciarsi in una linea di haute couture per le bambine, la cui prima collezione è stata presentata nel set-tembre 2009 alla Perth Fashion Week. Nel giro di pochi anni Mischka Aoki si è impo-sta come brand internazionale del lusso per bambini, disponibile nei migliori department store al mondo, come Harrods a Londra, Bergdorf Goodman a New York, Harvey Nichols a Londra e in Kuwait, Saks Fifth Avenue nel Middle East, Rubaiyat sempre nel Middle East e Tsum in Russia. Recen-temente è stata aperta una temporary luxury boutique Mischka Aoki a Milano, all’inter-no del Boscolo Hotel. Inoltre la collezione è entrata a far parte dell’offerta bambino del Tryano Mall di Dubai, il nuovo concept store

WinniE

«Con MisChka aoki porto la haute Couture nel Mondo della baMbina»

del gruppo Chalhoub. Un esito commercia-le propiziato dalle foto scattate a molte mini celebrity vestite Mischka Aoki sui red carpet internazionali, come la figlia di Kourtney Kardashian, Penelope, Suri Cruise, Har-per Beckham, le gemelle di Sarah Jessica Parker e la piccola di Jessica Alba. Winnie è una perfezionista. È coinvolta in ogni aspetto del marchio e controlla i più piccoli dettagli di ogni capo. «Penso sia importante essere coe-renti con quello che si ama. È l’unico modo per creare qualcosa di unico - afferma -. Ho sempre apprezzato i dettagli artigianali nella couture. La libertà di creare qualcosa di uni-co, espolorando differenti tecniche, processi e

materiali e la capacità di concentrarsi sulla creazione di qualcosa di bello è molto importante per me». Gli abiti di Mischka Aoki, che arrivano a costare anche più di 10 mila euro, possono ri-chiedere anche 300 ore di manodope-ra, con almeno otto persone impiegate. Vengono utilizzati esclusivi tessuti eu-ropei e ogni dress prevede complesse lavorazioni, come ricami o altre de-corazioni, eseguite anche con fili d’o-ro, per pezzi unici, un po’ costumi di scena (la collezione per la primavera-estate 2016 trae ispirazione, ad esem-pio, dalla Bella Addormentata), un po’ abiti da principessa. Ma come spiega

Winnie il successo crescente della sua linea? «Credo di offrire abiti ready to wear di haute couture bambina: una cosa che nessuno aveva mai fatto prima - afferma -. Presentano le la-vorazioni dell’alta moda, ma sono disponibili in taglie da bambina standard, e non bisogna aspettare mesi per averli. C’è una nicchia di persone che apprezza i raffinati dettagli e il lavoro che c’è dietro abiti simili e noi voglia-mo renderli sempre più accessibili al mercato del childrenswear». Nelle strategie future di Winnie, l’introduzione in collezione di pezzi anche più casual e degli accesori e l’espansio-ne commerciale nelle capitali mondiali della moda, come Milano e Parigi. ■

Winnie è una miliardaria sempre in giro per il mondo. nel 2008 nasce sua figlia Mischka aoki, per la quale inizia a disegnare e far confezionare abiti su misura. nel 2009 fonda una linea di alta moda per le bambine che chiama come la sua piccola e inizia a vestire le mini celebrity per i red carpet. di seguito, l’approdo nelle boutique e nei department store più esclusivi

di ELENA AZZOLA

Winnie is a billionaire who is constantly travelling around the world. After the birth of her daughter, Mischka Aoki, in 2008, she began to design and make tailored clothes for her. In 2009, she founded a high fashion line for little girls like her own and began to dress mini celebrities for the red carpet. Since then, her line has been included in the most exclusive boutiques and department stores.

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PERSONE E POLTRONE

Mytheresa rafforza il buying team: promozione per Justin O’Shea e da Saks arriva Heidi Hoelzer

Mytheresa.com, la piattaforma di luxury retail con base a Monaco di Baviera acquisita nel 2014 da department store Neiman Marcus, rafforza la squadra di buyer, annunciando la promozione di Justin O’Shea a global fashion director. Con questo nuovo ruolo, effettivo dallo scorso 18 gennaio, il top buyer, nonché vera “street icon” grazie ai look originali e al corpo coperto di tatuaggi, supervisionerà l’intero fashion team dell’e-tailer, guidato da Heidi Hoelzer. Quest’ultima, dopo gli anni trascorsi da Scoop New York e nelle fila di Saks Fifth Avenue, è stata chiamata da Mytheresa.com per sostituire O’Shea come responsabile acquisti. «La visione unica di Justin su marchi e prodotti e la sua capacità di creare rapporti eccezionali con i nostri partner è stata e sarà fondamentale per mytheresa.com in futuro», ha dichiarato Michael Kliger, presidente di Mytheresa.com, commentando la promozione. O’Shea, cresciuto in un villaggio dell’Australia, dove all’età di 20 anni ha lavorato con suo padre in una miniera, ha avuto parole di incoraggiamento per Hoelzer: «Oltre a vantare ottimi risultati nel settore del merchandising e degli acquisti, è una persona con spiccata attitudine imprenditoriale e sono certo che il suo contributo sarà fondamentale». Ora la scalata globale di Mytheresa.com può davvero cominciare.

Mytheresa promotes the Australian Justin O’Shea to global fashion director. Heidi Hoelzer will take up the role of global buying director.

Jane Reeve torna al primo amore

Gucci: Delloye nuovo kids design director

Jane Reeve riscopre il primo amore, la pubblicità. Dopo aver rivestito il ruolo di a.d. di Camera Nazionale della Moda Italiana per 18 mesi (gennaio 2014-giugno 2015), la manager inglese fa ritorno in J. Walter Thompson, la stessa agenzia pubblicitaria che aveva lasciato per guidare la Cnmi. Reeve, che ha assunto il ruolo di regional director Europa e chairman di J. Walter Thompson Group in Italia, aveva lasciato la Cnmi lo scorso anno, con il passaggio delle deleghe operative a Carlo Capasa, diventato presidente nell’aprile 2015.

Gucci ha un nuovo kids design director. Il direttore creativo della maison della doppia G, Alessandro Michele, ha scelto Sandrine Delloye per guidare il team creativo dedicato alla collezione bimbo. Delloye, che debutta nel suo ruolo con la collezione fall-winter 2016/2017, arriva da Burberry, dove ha lavorato per quasi sei anni, due dei quali occupando la poltrona di vice president, women’s Brit & childrenswear design. Prima ancora la stilista aveva guidato le collezioni junior di importanti marchi come Marc Jacobs, Bonpoint e Gap.

The former ceo of Italian Chamber of Fashion goes back to the family of JWT.

Sandrine Delloye has joined Gucci’s childrenswear team from Burberry.

Clessidra: Trapani nuovo presidente, Bottinelli a.d.

Francesco Trapani (foto) sarà il nuovo presidente di Clessidra e Maurizio Bottinelli il nuovo amministratore delegato. Lo ha deciso il consiglio d’amministrazione della società, riunitosi dopo la scomparsa del fondatore Claudio Sposito. «Nel rispetto di quanto già previsto e condiviso da Claudio Sposito stesso - si legge in una nota - Trapani, attualmente vicepresidente esecutivo, ha assunto la carica di presidente, mentre il responsabile del team di investimento Maurizio Bottinelli è stato indicato quale a.d.». Resta quindi invariata la squadra alla guida dell’azienda, che vede in prima linea i partner storici Riccardo Bruno e Manuel Catalano.

Francesco Trapani has been named chairman of Milan-based private equity firm Clessidra Sgr, after the premature death of Claudio Sposito.

A CURA DI ANDREA BIGOZZI

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Q&A

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Founded by Elisabetta Gazzotti in 2013, the childrenswear brand Loveinkyò managed to catch the attention of the duchess of Cambridge, Kate Middleton, and the princess of Norway, Mette-Marit.

Dov’era a 18 anni e chi erano i suoi idoli?A 18 anni, una volta diplomata, facevo i provini per entrare all’Accademia di Arte Drammatica di Roma. Ero appassionata di teatro, in particolare il teatro dell’assurdo.

Quando e come è nata l’idea di Loveinkyò?Sono figlia d’arte: i miei genitori avevano un maglificio in Veneto (fondato nel 1947), dove sono entrata nel 1997 facendo una bella gavetta. Nel 2011 l’azienda ha chiuso. Nel 2012 mio marito mi ha spronata a mettermi in gioco con la mia visione di impresa. Nel gennaio del 2013 è nata Maglieria Italiana, con il brand Loveinkyò, un nome legato al brand Kyobaby, fondato da mio padre. Love come amore, e kyò come legame con la mia storia.

Quale la filosofia del brand? Qualità, made in Italy, purezza delle materie prime, semplicità, praticità sono i valori portanti di Loveinkyò. Cerchiamo di innovare il classico, lavoro non facile.

Quali i prezzi e il target di età a cui si rivolge? Siamo specializzati nel neonato (0-12 mesi) con proposte in cashmere e lana merinos extra fine 100%, coordinate con body in caldo cotone. Un’offerta divisa in parti uguali tra maschio e femmina, con un prezzo medio di 25 euro per le lane merino e 50 per il cashmere. Nella fascia primi passi (12 mesi- 6 anni), invece, siamo più focalizzati sul maschietto.

Come è riuscita ad approdare nei migliori negozi e a conquistare l’interesse di Kate Middleton, che compra le sue proposte per i principini Charlotte e George? È il prodotto che ci apre le porte, poiché è il cliente che se ne innamora. I negozi inglesi acquistano Loveinkyò e la Duchessa di Cambridge è cliente di alcune di queste boutique. Anche la principessa di Norvegia, Mette-Marit, ha acquistato il nostro prodotto così come ci risulta sia stato scelto da alcuni personaggi dello spettacolo italiani.

Quale la quota export sul giro di affari?Produciamo 25mila capi l’anno. L’export copre il 70% del giro di affari. Siamo venduti in Russia, Kazakistan, Ucraina, Brasile, Francia, Inghilterra, Paesi Scandinavi, Germania, Austria.

È possibile comprare le sue proposte via Internet? Da febbraio saremo operativi con l’e-commerce. Inoltre siamo attivi sui social media, perché si tratta di veicoli importanti per far conoscere un brand e per comunicare.

A quali fiere partecipa?Siamo a Pitti Bimbo e a The Supreme a Monaco di Baviera.

Deve dire grazie a qualcuno per il successo della sua linea?Sì, alla mia squadra! Responsabili, operai, venditori e tutti i nostri collaboratori. E un grazie ai miei genitori, che mi hanno insegnato questo mestiere.

Qual è il suo sogno nel cassetto? Ha dei progetti particolari per il futuro? Per scaramanzia il sogno non lo rivelo. Per quanto riguarda i progetti, dalla prossima stagione partiamo con nuovi mercati come i Paesi Arabi e gli Usa. Inoltre abbiamo in trattativa l’apertura di un negozio Loveinkyò solo neonato a Città del Messico. Lanceremo anche una nuova proposta di gift.

IMPRENDITRICE

ELISABETTA GAZZOTTI/LOVEINKYÒ

dal veneto al royal baby

Direttore e Amministratore DelegatoMarc Sondermann ([email protected])

CaposervizioAlessandra Bigotta ([email protected])

Senior Fashion EditorAlberto Corrado ([email protected])

RedazioneElena Azzola ([email protected]), Andrea Bigozzi ([email protected]), Elisabetta Campana ([email protected]), Elisabetta Fabbri ([email protected]), Carla Mercurio ([email protected]), Angela Tovazzi ([email protected])

Segreteria di redazione Daniela Locatelli ([email protected])

Realizzazione grafica Nadia Blasevich, Carlo Maraschi, Laura Marcarini

CollaboratoriMariella Barnaba, Annalisa Betti, Peppe Orrù (Londra), Giuliana Poletto (Parigi), Cristiana Lopez (New York)

Direttore pubblicitàStefano Giordano ([email protected])

Pubblicità e promozioneAnna Maria Bergstrom ([email protected])Ilaria Roberta Galli ([email protected])Raffaella Giannattasio ([email protected])Barbara Sertorini ([email protected])

Ufficio traffico Stefania Aguanno ([email protected])

Segreteria e serviziValentina Capra, Tiziana Grazioli ([email protected])

AmministrazioneCristina Damiano, Ester Miazzo

Il magazine di news, business e trend

Diffusione e abbonamentiDaniele Costanzo ([email protected])

Edizioni Ecomarket SpaRedazione, Amministrazione, Pubblicità: piazza Pio XI 1, 20123 Milanotelefono: 02 80620-1telefax: 02 80620-444 (redazione) - 02 80620-333 (pubblicità e abbonamenti)

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dI CARLA MERCURIO

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Jeremy Scott più che mai in pista con CybexJeremy Scott's exuberant and joyful style met for the second time the accuracy and safety of Cybex strollers and accessories.

Lo stile esuberante e gioioso di Jeremy Scott incontra per la seconda volta la precisione e la sicurezza dei passeggini e degli accessori Cybex. Preso in presto dal filosofo americano Bart Simpson, lo slogan della capsule collection, “Adults Suck then you are one”, invita anche gli adulti a divertirsi con le proposte divertenti e colorate, frutto della creatività dello stilista americano. «Jeremy è uno degli stilisti più interessanti e chiacchierati del momento - ha dichiarato Martin Pos, fondatore di Cybex -. Non ha paura di sfidare le norme prestabilite della moda tradizionale e vuole essere sempre sicuro che le sue creazioni siano anche accompagnate da un messaggio positivo». Un punto di vista che ha convinto lo stilista: «La passione e l’entusiasmo di Martin Pos nel creare i prodotti migliori, più eleganti e cool per i genitori sono sicuramente il motivo per cui ho scelto di collaborare nuovamente con il brand». Punta di diamante della capsule e fiore all'occhiello della linea Cybex Platinum è il passeggino Priam, nero con dettagli in oro. Ma ci sono anche il marsupio 2.Go, la borsa cambio, il sacco Priam e le T-shirt per la mamma, il papà e il bambino, con lo slogan «Adults Suck».

La 13enne Shari, star da Original MarinesShari Noioso, the thirteen years old revelation of the juvenile musical world, is a guest at the Original Marines stand, at Pitti Bimbo.

Shari Noioso, la giovanissima rivelazione del mondo musicale giovanile, è ospite giovedì 21 gennaio nello stand di Original Marines, a Pitti Bimbo. La cantautrice tredicenne si esibisce in una performance live accompagnandosi al pianoforte e supportata dalla sua Teen-Band. Fra i brani in scaletta, il suo inedito Scream, insieme a molte cover famose. La musica diventa così un veicolo per esaltare i valori del brand: libertà, colore, dinamismo. «Come la musica di Shari arriva a tutti - spiega Domenico Romano, direttore marketing del brand - così Original Marines soddisfa ogni esigenza, ogni giorno e in ogni occasione».

Avaya superstar di Instagram a due anni. Ora è il turno di Aliza, la sorellina di nove mesiShe is just two years old but is already a star of Instagram with 100.000 followers. Avaya Hugo is a real web celebrity. And her baby sister, Aliza, is following in her footsteps.

Ha appena due anni ma è già una star di Instagram, con 100mila follower. Avaya Hugo è una celebrity del web, grazie (o forse a causa?) all’intraprendenza della mamma, Carly Aston, che vive nei pressi di Manchester. 22 anni, Carly ha già collezionato omaggi per migliaia e migliaia di sterline per la sua piccina, da quando pubblica sul sito centinaia di foto della bambina, vestita con abiti che non ha mai avuto necessità di acquistare. Un guardaroba che una donna normale farebbe fatica ad accumulare nell’arco di una vita. L’operazione ora si ripete con la sorellina minore, Aliza, di circa nove mesi, ritratta in tenere pose insieme ad Avaya. Quanto basta per conquistare l’attenzione di un pubblico di fan in crescita esponenziale.

a cura di carla Mercurio

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A CURA DI CARLA MERCURIO

RED CARPET

WOOLMARK PRIZE

THE WINNER IS...Melting pot etnico alla tappa conclusiva dell’International Woolmark Prize, svoltasi per la prima volta a Firenze, a Villa Favard, nei giorni di Pitti Uomo. Tra i sei finalisti si è imposto lo stilista indiano Suketdhir, la cui interpretazione dei tessuti in lana ha convinto la giuria.

Ethnic meltin’pot at the final stage of the International Woolmark Prize, held for the first time in Florence, at Villa Favard, during Pitti Uomo. Among the six finalists, the Indian designer Suketdhir gained the first place, thanks to his interpretation of wool, that convinced the jury. The Fiorentina football players were at Pitti Uomo, at the LBM 1911 stand, to challenge the representatives of the Florence Subbuteo Club. Manuel Pasqual, Davide Astori, Marcos Alonso, Luigi Sepe, Gilberto, Jaime Báez, Marko Bakic, Ante Rebic and Luke Lezzerini were present. Bogner chose Palazzo Gianfigliazzi Bonaparte, on the Lungarno in Florence, to celebrate its presence at Pitti Uomo. Animated by the sound of London dj Saint Wknd, the party was attended by press and buyers, but also many Florentines were present.

L.B.M. 1911

I VIOLA IN CAMPOI giocatori della Fiorentina sono scesi in campo a Pitti Uomo, da L.B.M 1911, per sfidare i rappresentanti del Subbuteo Club di Firenze al calcio da tavolo. Presenti Manuel Pasqual, Davide Astori, Marcos Alonso, Luigi Sepe, Gilberto, Jaime Báez, Marko Bakic, Ante Rebic e Luca Lezzerini.

BOGNER

PARTY SUL LUNGARNOBogner ha scelto Palazzo Gianfigliazzi Bonaparte, sul Lungarno fiorentino, per celebrare la sua presenza a Pitti Uomo. Animato dal sound londinese del dj Saint Wknd, il party ha visto la presenza di stampa e buyer ma anche di tanti fiorentini.

Sukethdir, vincitore del Woolmark Prize al maschile

Un gruppo di giocatori della squadra viola gioca a subbuteo

Natalie Kriz e Ori Kafri

I calciatori della Fiorentina

Giovanni Bianchi con il capitano della Fiorentina, Manuel Pasqual

Il dj Saint Wknd

M. Widenka,T. Wilms, C.Prandelli, T. Accoti, J. Zoet, U. Arnhold

Raffaello Napoleone, Haider Ackermann, Eric Jennings, Nick Sullivan, Linda Loppa, Imran Amed, Suzy Menkes, Simon Chilvers, Masafumi Suzuki, Stuart McCullough

Munsoo Kwon P. Johnson Agi & Sam Jonathan Christopher Siki Im

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