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BOLLETTINO PARROCCHIALE DI RAUSCEDO E DOMANINS

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È nato il Salvatore

Apparendo ai pastori che nella nottesanta vegliavano custodendo il gregge at-torno a Betlemme, l'angelo disse loro:"Vi è nato un Salvatore".

- In quell'istante si raccolse presso l'angelo uno stuolo di spiriti celesti che lo-davano e benedicevano Dio dicendo:

"Gloria a Dio nel più alto dei Cieli e pa-ce in terra agli uomini che egli ama".

È nato il Salvatore! Questo è il grande annuncio degli angeli a tutti gli uomini. Duemila anni fa, come oggi: inuna grotta o in un androne di un palaz-zo; tra i pastori e i baraccati di periferia.

Ma chi è questo Salvatore? È GesùCristo, nato da Maria, che si è fatto carne ed ha abitato tra noi".

Gli uomini, in quest'ora tanto difficile e tormentata, camminano per le viedel mondo portando in cuore angoscee paure; molti di essi molti tra noi, vi-

vono in stato di esasperazione e di tor-mento, di oppressione morale e sociale,nell'attesa di un liberatore, di un salva

tore, di qualcuno capace di ridare fidu-cia, di far risalire al mondo la china diincertezze, di timori in cui si trova.

Sfiduciata dagli uomini corrotti dalpotere, dei regimi ingannatori la gentedélia strada, noi tutti ci domandiamo:chi ci salverà? Rispondono gli angeli"non temete, vi è nato il Salvatore!"

Per chi crede, per chi sa riconoscerloe lavorare con lui, Cristo, questa noti-zia mantiene la freschezza del primo annuncio ed è fonte unica di gioia e dicertezza.

La salvezza che è offerta agli uomininon è un altro "sistema" ideologico o

politico, ma la persona vivente, l'esem-pio e l'insegnamento di Cristo. Chi resta indifférente, chi lo rifiuta, o, peggio

cerca di escluderlo dalla società, di sop-primerlo, come ha cercato di fare Ero-de e tanti altri alla sua scuola, per duemila anni non migliorerà questa nostraesistenza, ma condanna se stesso e gli altri alla disperazione.

La Madonna, come ai servi aile noz-

ze di Cana, ripete a noi: se volte un vi-no nuovo, migliore di quello che finoraavete bevuto cioè se volete tempi miglio-ri, se volete che la vostra vita sia migliore, "fate tutto quello che mio Figlio vidirà".

O accogliere Cristo, accettare quelloche egli ci dice, oppure rimanere senzavino, cioè con le nostre vuote presunzio-ni e le nostre miserie.

Il Natale non è una fiaba per bambi-ni, non è un bel ricordo. È accogliereCristo che continua a venire, è una gran

de realtà, l'unica che puô cambiare lanostra vita e la nostra storia.

AUGURI NATALIZI

La festa del Natale ha sempre unaparticolare incidenza nel nostro animodi credenti. Il pensare a un Dio che sifa Bambino, perché ci vuol bene; che siumilia e accetta ogni genere di restrizionie di sacrifici, perché ci vuole nella gioiae in pace con Lui e con i fratelli; tuttoquesto non puô lasciarci indifferenti,freddi o distratti.

L'augurio che, noi Suore délia Scuola Materna, facciamo a tutti i parroc-chiani di Rauscedo, é che ognuno, pen-sando al grande mistero di amore che ce-lebriamo, si senta impegnato a diffon-dere attorno a sé la gioia, la pace, l'a-more che Gesù Bambino é venuto a por-tare nei nostri cuori.

In tutte le famiglie regni l'armonia, lacomprensione, la disponibilità, l'atten-zione agli altri, affmché si diffonda quelRegno fondato sull'amore e nel qualenon ci sono divisioni e contrasti, ma sol-tanto vera pace e serenità per tutti gli uomini amati dal Signore.Auguri vivissimi di BUON NATALE

a tutti. Le Suore

-Miaf

A tutti i Parrocchiani vicini e lontani BUON NATALE e un lieto e sereno ANNO NUOVO

Il Parroco

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VITA PARROCCHIALE

44I mocui"

I "mocui" sono sempre stati parte vi-va délia comunità parrocchiale, semprepresenti nei piccoli e grandi avvenimen-ti con lo svolgimento di un'opera quo-tidiana, continua ed insostituibile. Opéra non appariscente data la propria or-dinarietà e puntualità.

Probabilmente la nostra comunità è

la più fortunata in questo senso, pochis-sime parrochie (nemmeno le più impor-tanti e popolose) possono vantare tanti

ministranti sia piccoli che, specialmen-te, grandi.

Le facce dei chierichetti sono ormai

parte stabile délia coreografia delle ce-lebrazioni da tantissimi anni presenti da-vanti e dietro le quinte dell'altare.

L'atmosfera e la vita in sacrestia, prima e dopo le celebrazioni è unica inquanto a brio e divertimento, grazie al-

l'imprevedibilità delle situazioni, allaricchissima varietà di circostanze diver-

tenti ed imbarazzanti che caratterizza-

no l'attività e che contribuiscono ad au-

mentare il già notevole bagaglio di aned-doti e ricordi comici, sicuramente il piùricco, di gran misura, tra quelli di tuttele associazioni parrocchiali. Il tutto è ov-viamente fomentato e attaccato dalla ve-

na umoristica di Mons. Elvino.

Dunque, tanto divertimento prima ditutto e tanta voglia di scherzare.Ci auguriamo, non solo che gli attuali

mocui continuino a date il proprio con-tributo ma soprattutto che nuove giovanileve si uniscano al gruppo con lo stessoentusiasmo, la stessa dedizione, la stes-sa voglia di divertirsi nello svolgere l'attività forse più importante: crediamo cheDon Elvino sull'altare e fuori abbia bi-

sogno di tutti noi.

Matrimoni

1) Marchi Alessandro di Ermanno con

Lenarduzzo Nicoletta;2) Sbrizzi Pierpaolo Da Aurava conFornasier Stefania

fuori parrocchia

1) D'Andréa Giangelo di Giuseppe conSalvador Manuela da Corva;2) Zuliani Mario di Ernesto con Bilato

Stefania di Zoppola;3) D'Andréa Dario di Gisello con Délia

Zuanna Meris da Maiano (Udine);4) Fornasier Flavio Fu Santé con Pic-

cotti Patrizia da Udine;5) Marchi Maurizio di Attilio con No-

cente Diana da Valvasone.

Diplomatianno scolastico 90/91

1) Feltrin Sonia - Perito Information;2) Marchi Cristina - Ragioniere Pro-grammatore;

3) Bis jtti Donatella - Perito Turistico;4) Fornasier Simona - Ragioniera;5) D'Andréa Costanza - Ragioniera;6) Buttazzoni Davide - Perito Agrario;7) D'Andréa Denis - Perito Agrario;8) Fornasier Lucia - Perito Com

merciale;

Laurea

La comunità tutta di Rauscedo si congratula vivamente con il sig. AlessandroBisutti di Bruno brillantemente laurea-tori a Milano in ingegneia nucleare.Al neo ingegnere tanti cordialissimi

auguri.

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VITA PARROCCHIALE

Prima comunione

1) D'Andréa Paola2) Belomo Paolo3) Fabbro Loris4) D'Andréa Filippo5) Turchetto Elena6) Golino Rita7) Fornasier Linda

8) Basse Erich9) Basse Simone10) D'Andréa Lerena11) Velpe Piergiergie12) D'Andréa Guendalina13) D'Andréa Ariana14) D'Andréa Suelen

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15) D'Andréa Giorgio16) D'Andréa Maure

17) Léon Federico

18) D'Andréa Fabiano

Battezzati

1) Bisutti Angela di Emilie di Pitton

2) D'Andréa Dave di Demetrio e di Got-tarde Manuela;

3) Marchi Alessio di Luigi e di Biasutto

4) D'Andréa Monica di Celso e diD'Andréa.Rosanna;

5) D'Andréa Paola di Elvio e di Can-

6) Fogal Francesca Monica di Luiginoe di Biasutti Daniela;

7) D'Andréa Sabrina di Faustino e di . :• >Stelon Bruna; ^ V • '8) Fornasier Alessandra di Luigi e dl ! genitori dei bambini délia 1° Comunione con Suor Dominga e mons. Elvio Belluz.Longato Vilma;9) Bisutti Flavio di Luigi e di Del Cul 11) D'Andréa Paolo Antonio di Natale 13) Volpe Sara di Ezio e di ZulianiClaudia; di Leonarduzzi Annamaria; Isabella;10) D'Andréa Maure di Renzo e di Ca- 12) D'Andréa Davide di Renzo e di Sa- 14)D'AndreaGiuliadiDanieledi Avoledoron Mar^herita; cilotto Paola; Loretta

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S.O.S.

Un rnomento di gioia e spensieratezza durante

una nostra gita

Sono diversi i motivi per eu il Cilie-gio si présenta alla vostra attenzione con

questo semplice articolo.

Innanzitutto per il desiderio di conti-nuare in quel rapporto di amicizia e col-laborazione con le persone di questa co-munità che hanno avuto un reale con-

tatto con la nostra associazione, ma so-

prattutto per il desiderio sincero rivoltoa quelle persone che per diversi motivinon hanno avuto la possibilità di cono-

scerci.

Molta acqua è passata sotto i ponti da

quando è nato questo gruppo, e, tre an-ni non sono certamente molti, ma nonsono neppure pochi se analizziamo le

numerose iniziative di solidarietà e ri-

creative che abbiamo potuto realizzaredurante il nostro tempo libero, inoltre ciconfrontiamo ogni giorno con una real-tà diversa in quanto le nostre esigenzesono cambiate, pur continuando perô acredere negli stessi valori.

In queste nostre esperienze sono

emerse diverse incomprensioni ed erro-ri, specialmente da parte nostra, ma sia-mo convinti che queste difficoltà posso-no essere superate con la volontà di tutti e soprattutto con la collaborazione e

l'aiuto di tutta la comunità, perché èfondamentalmente di questo che il Ci-liegio ha bisogno.

In futuro, i nostri prossimi impegnisaranno maggiormente orientati ancheal coinvolgimento dei giovani in quanto abbiamo riscontrato la necessità sem-

pre più forte di nuovi stimoli e nuoveidee, che ci permettano di proporre iniziative sempre più coinvolgenti ed inte-,ressanti. Grazie. H Ciliegio

P.S. Se vuoi conoscerci meglio, fare dellecritiche o delle proposte, o far parte delnostro gruppo, ci puoi incontrare ognimercoledi sera nella nostra sede in via

dell chiesa. Sarai sempre benvenuto.

Raccolta di ferroAnche quest'anno, precisamente il 29

Giugno è stata organizzata la raccolta diferro e stracci, escludendo la carta perché non richiesta.

I partecipanti alla raccolta erano molti, più di qualsiasi altro anno e il lavoroera tanto.

Ogni famiglia aveva qualcosa da dar-

ci: un frigorifero, una caldaia, deglistracci e a noi dolci e bibite a volontà.

Abbiamo faticato per sollevare e sca-

ricare tutto il materiale datoci, tanto che

verso la fine délia giornata abbiamo pre-gato di conservare il ferro e gli stracciche ci volevano dare per l'anno ventu-

ro. Eravamo proprio stanchi!Ma nonostante i numerosi partecipan

ti e la raccolta limitata, la giornata si éprotratta fino ad ora tarda.

Stanchi ma felici, siamo tornati a ca

sa con una promessa di ritrovarci il pros-simo anno per una nuova avventura.

Giuli

Cimolais;campo orientamentoA Cimolais s'é svolto, dall9 al 25 ago-

sto, il campo scuola "orientamento" ri-servato a giovani di Azione Cattolica,dai 17 anni in poi, che desiderano con-siderare la possibilità di animare ungruppo.

Da Rauscedo, nella mattinata di sa-bato 19 agosto, nonostante la minacciadi pioggia, siam partiti per Cimolais.

Certamente l'impatto iniziale, comesempre é stato problematico: ci si sentespaesati, si vorrebbe tornare indietro.Ma poi con le nuove conoscenze, e leconseguenti amicizie il clima si riscaldafacilmente.

Tutto il lavoro svolto mirava a farci ri-

flettere: il susseguirsi di tematiche sempre diverse e sempre più profonde ren-devano veloci e interessanti le giornate;di incontro in incontro, con relatori sempre diversi il senso di responsabilità au-mentava arricchendoci notevolmente.

Suddivisi in gruppi, abbiamo prova-to concretamente che cosa voglia direprogettare e poi animare incontri digruppo: imparare a comunicare con i ra-gazzi, saper rispettare i loro ritmi di ap-prendimento, i loro interessi, saper proporre loro un itinerario di fede, tuttoquesto aiutati da animatori esperti e di-sponibili, che si sono rivelati veri «com-pagni di cordata».

Come poter dimenticare questa avventura fatta di impegno, sacrificio, maanche e soprattutto di dialogo eamicizia?

Come non continuare concretamente

in parrocchia una esperienza di questogenere? Cristina F.

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Suor Liviana Fornasier Festa diocesana

ACR

Suor Liviana con le suore di Rauscedo

Domenica 8 settembre, presso la casamadré delle Suore Francescane Elisabet-

tine di Padova, Liviana Fornasier face-va la sua prima professione religiosa, in-dossando il saio francescano. Attornia-

ta dalla comunità, la domenica succes-siva, veniva accolta e salutata a Rauscedo. Con stile semplice e discreto è statovalorizzato questo avvenimento. Con al-trettanta semplicità suor Liviana ha rin-

graziato la comunità intera, che l'ha vi-sta crescere e attiva nei gruppi ACR. Do-po la celebrazione c'è stato un piccolorinfresco, durante il quale si è avuta l'oc-casione di un saluto personale da partedi amici, conoscenti e paesani.

Certamente questa occasione, rara,non dev'essere dimenticata, soprattuttoper valorizzare la ricchiezza dei doni che

Dio fa in ogni comunità, e perché siamotivo di riflessione personale sulla propria vita e su come realizzarsi.

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La festa diocesana dell'ACR rappre-senta la tappa conclusiva dell'iniziativaannuale prima dei campi scuola. Que-st'anno si è svolta a Pordenone ed han-

no partecipato tanti ragazzi délia diocesi(dai 6 anni ai 14 anni). Anche noi diRauscedo abbiamo partecipato: unaquarantina in tutto, tra ragazzi, anima-tori e genitori.Dopo l'accoglienza in piazza Duomo,

ci siamo divisi in tanti gruppi e percor-rendo le vie délia città abbiamo presen-tato i nostri lavori svolti nel corso del-

l'anno, scoprendo altre realtà, diversedalla nostra, dove gruppi di volontariprestano la loro opéra per alleviare lesofferenze altrui e per combattere l'e-marginazione, l'ingiustizia, e la famé nelmondo.

Dopo la Santa Messa, che si è svoltanel cortile dell'istituto Vendramini, il saluto dei Vescovo, ci siamo recati al par-co Galvani per il pranzo al sacco.

Nel pomeriggio piazza délia Motta s'ètrasformata in un grande parco diverti-menti, dove tutti i paesi partecipanti alla festa avevano preparato e organizza-to giochi riservati a tutti i bambini.

Questa esperienza è senza dubbio positiva: insieme, uniti dagli stessi idealipossiamo essere costruttori di gioia e disperanza.

Donatella e Mara

Suor Liviana con gli amici e ediicatori deU'ACR

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LA S. CRESIMA

il giorno 7/4/19911) D'Andréa Giuseppe2) D'Andréa Solidea

3) Cesco Cristina

4) D'Andréa Tlziana

5) D'Andréa Cristina6) D'Andréa Yessica

7) Galasso Catia

8) Fornasier Andréa9) Cristofoli Gianfranco10) D'Andréa Sergio11) D'Andréa Massimo12) Presotto Luca13) Fornasier Fulvio14) Battistuta Fabio

15) Fornasier Loris16) Fornasier Emanuele17) Gollino Lisa

18) Marchi Sara19) D'Andréa Vanessa20) Marchi Stefano

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il giorno 17 novembre 1991

1) Lenarduzzi Cristiano

2) Bisutti Alessandro3) Fornasieer Marco4) D'Andréa Gianluca5) Fornasier Ivan6) D'Andréa Stefano

7) D'Andréa Enos

8) Gesuato Cristian9) Casaratto Luigi10) Fornasier Oscar11) Basso Michèle12) Fornasier Luca

13) Fornasier Orietta14) Giacomello Elena15) D'Andréa Paola16) Basso Francesca

17) Fornasier Renata

18) Fornasier Elena

19) D'Andréa Rosella20) Lenarduzzi Barbara

21) D'Andréa Rosanna22) Concato Valentina23) Basso Liana24) Gesuato Geny

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Speranze per il future

Con piacere constatiamo l'impegno dilaid, giovani ed adulti neU'ambito cate-chistico. È segno di maturità e respon-sabilità: impegnarsi a testimoniare lapropria fede nel trasmetterla ai ragazzidi Rauscedo non è tra le cose più sem-

plici e immédiate. Noi, impegnate anchenella catechesi, vediamo questo come segno di speranza che indica una direzio-ne da seguire.La più grande difficoltà che s'incon

tra nel proporre questo servizio e chenon si abbia esperienza sufficiente persvolgerlo bene. In realtà è necessario ini-ziare per fare esperienza: nessun catechi-

sta nasce taie, ma lo diventa per générosité, per convinzione e magari perché

la situazione lo esige.Fare catechismo ai bambini e ai ragaz

zi (6-14 anni) è uno sforzo notevole perla parrocchia, ed è sicuramente indice divitalité. Ma è bene andare oltre, e far ca-

pire che la catechesi non riservata ai ragazzi, ma che oggi più che mai è necessario proporre un cammino di fede anche ad adulti e giovani. Non esiste uncristianesimo testimoniato e vissuto sen-

za una crescita continua e un confronto

con la Parola di Dio nella comunité.

Nuovi problemi, tensioni, direzioni,angosce che si accuiscono, smarrimen-to, incapacité a comunicare... rischianodi diventare compagni di viaggio che in-tristiscono la vita.

Riferirsi ad un quadro di valori chepermetta di vivere cristianamente e quin-di umanamente la propria vita, richie-de un cammino lungo quanto la vita, in-sieme coi propri fratelli, coi coetanei, col

proprio coniuge, con gli amici, con ipaesani, in famiglia,...

Avere laici allenati a questo "lavoro"che permetta di vivere e non di lasciarsi

vivere, è la premessa perché diventino es-si stessi formatori (catechisti!?) nelle fa-miglie e nella société. La gioia e la leti-zia tipicamente francescane ci permet-tono di essere fiduciose per il futuro, si-cure che nel campo di Dio ci sia postoper tutti.

Le sucre di Rauscedo

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Fare catechismo

Siamo Ida, Milena e Mariangela, e dapoco tempo ci siamo prese l'impegno difare catechismo ai bambini delle elemen-

tari. Definirci catéchiste è troppo, vistoche non abbiamo una adeguata prepa-

razione e l'esperienza non è molta, macertamente i propositi sono buoni esinceri.

Nel nostro cammino non siamo sole,

infatti ci avvaliamo dell'aiuto costante

e compétente del direttore dell'ufficiocatechistico diocesano (don Roberto

Laurita) che ci accompagna nella forma-zione e spiritualmente. Problemi nel co-municare la fede ai bambini ce ne sono

molti: il linguaggio, i contenuti e l'esperienza di fede, che troppo spesso rischia-mo di trasmettere in maniera astratta e

ridotta in formule, il lavoro di gruppoche deve valorizzare le peculiarità deibambini.

L'incontro si trasforma cosi, per ibambini di prima elementare, in un in-

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contro tra amici, che giocano insieme, tre per quelli di seconda elementare,che parlano e che scoprono Gesù; men- l'impegno è proporzionalmente maggio-

re, con un accostamento seppur elemen-

^ vangelo di Gesù, at-

1 coinvolgerli sempre di più aile iniziativeSperiamo che il nostro impegno sia ri-

barcarsi" con noi in questa impresa con

Ida, Milena e Mariangela

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ASSISI1991

Quest'anno, noi ragazzi del gruppoACG, siamo andati ad Assisi una setti-mana, tutti insieme con gli animatori,per una esperienza particolare, che è ri-sultata faticosa e sudata ma bella.

Dopo un lungo e stressante viaggio(alcuni di noi non hanno mai smesso diparlare dimostrando di avere una linguae una capacità polmonare tali da batte-

re il televisivo Sgarbi e lo sportivoMaiorca) siamo giunti ad Assisi, e do

po il rituale bacio del suolo ci incammi-nammo per Costano, che è un piccolopaese appena fuori Assisi... dopo averchiesto informazioni a più "indigeni",sbagliammo strada allungando di unpo'... soccorsi da padre Gualtiero, final-mente giungemmo a Costano.Ci dovemmo arrangiare fin daU'ini-

zio: pulire cucina, gabinetti, camere, far

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è un po' riservato e timido ("a son te-rons" "a vegnin da Napoli...") ma poi...è nata un'amicizia molto bella che var-

rebbe la pena di mantenere taie.Non basterebbe "Voce Amica" inte-

ra per poter descrivere tutto quello cheè avvenuto, e quindi come ad Assisi ab-biamo dovuto prendere il treno per il ri-torno, cosi noi chiudiamo questa pagina sperando di avervi reso quanto ab-

da mangiare, lavare piatti e pentole, ani-mare le giornate e le serate... faticoso mabello.

Problemi di una compagnia di 28 gio-vani ce ne sono sempre, ma mai da ge-

lare l'ambiente (che a dire il vero eratroppo caldo) e i rapporti tra noi.

Le uscite ad Assisi si sono rivelate

spassose: dopo aver reso omaggio ai mo-numenti spirituali ed artistici di Assisi,ci siamo dedicati a vivere la realtà assi-

sana con relativa liberté e scherzando

abbondantemente.

I pranzi al sacco, le camminate (maicamminato tanto nella nostra seppurnon lunga esperienza di vita), le perso-ne che abbiamo conosciuto, le cantate

(repertorio misto; da Baglioni al popo-lare "l'oselin delà comare", e tutto ri-

gorosamente a squarciagola); gli incon-

tri propriamente formativi (pochi ma

buoni) hanno dato significato e sensofrancescano alla nostra esperienza: gio-vialità, apertura, gioia e tutto senza fal-sità e superficialità, con grande volontédi adattamento, superando le incom-prensioni che inevitabilmente si creano.

Padre Gualtiero, il mitico rettore dél

ia basilica di S. Maria degli Angeli, s'è

dimostrato un più che degno e caratte-ristico francescano, e che in manierasemplice, ma grintosa e incisiva ci ha fat-to toccare con mano la vitalité di S.

Francesco, la sua sensibilité, il suo rap-porto con Dio, dandoci spunti per riflet-tere e pregare. biamo vissuto, con l'augurio di poter fa-A Costano abbiamo conosciuto un altre esperienze di questo tipo e che

affiatato gruppo di scout provenienti da altri giovani di Rauscedo abbiano l'op-Napoli, che si sono rivelati simpatici everi amici: si sa il friulano inizialmente

portunité di viverle.Giuseppe e Ivan

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Incontri a luglio

Esistono i più vari tipi di vacanze, dal-l'agenzia viaggi tutto compreso ailevacanze-studio, al trekking.Chi invece a luglio non si è mosso da

Rauscedo ha potuto far tesoro di Quattro incontri... molto intensi.

Infatti, per Quattro martedi consecu-tivi sono stati programmati nella nostraparroccha delle serate di "ricreazionespirituale", delle lezioni con dei conte-nuti sia dottrinali che provocatori.

Negli intenti dei promotori ci dovevaessere un ideale filo rosso che, dipanan-dosi, permetteva un viaggio attorno aciô che connota l'essere umano, in con

tinua ridefinizione di sè, in quanto po-sto di fronte a sempre nuove sfide e cheperciô si interroga sul proprio Dio e sulcorretto rapporto da intrattenere con ilproprio Padre e Creatore.Certamente sono questi punti a cui è

difficile dare una risposta esaustiva. For-se anche perché una risposta definitivanon esiste.

Il succo, ed il valore, delle relazioni sono costituiti appunto dal rilancio degliinterrogativi ad una ricerca di soluzio-ne personale e continuamente appro-fondita.

Tutti gli incontri erano regolarmenteseguiti da uno spazio dedicato agli in-terventi... In più occasioni e dibattiti rac-

cogliendo le provocazioni dei relatori,

hanno dimostrato il genuino interesse

degli ascoltatori.

Anche se il gruppo che seguiva gli incontri non era molto nutrito, niente sipuô eccepire riguardo l'intensità nellapartecipazione, nelTapprofondimento.

Soprattutto si è via via manifestato ildesiderio di riprendere questi temi in uncammino di formazione metodica e co-

stante.

Il questo senso Natale D'Andréa hafatto un'esplicito invito, accogliendo na-turalmente un'unanime approvazione.Già esistono nella nostra Parrocchia

realtà vive di animazione cristiana, co-

me il gruppo di animatori ed educatori

dell'Azione Cattolica ed il gruppo di pre-ghiera che al mercoledi sera si da appun-tamento presso la scuola materna, oltre

ovviamente al Consiglio Pastorale Par-rocchiale.

Ma a tutti i Cristiani è rivolto l'invito

a riscoprire il proprio ruolo ed il propriomandato aU'interno délia Chiesa. I lai-

ci non possono più delegare ad altri illoro peculiare apporto, anzi ciascunocon il Battesimo è chiamato ad esserne,Sacerdote e Profeta.

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Incontri a luglio

Daniele Rastelli, il seminarista chepresta servizio nella nostra parrocchia,ha aperto gli incontri.

Partito con l'intente di dare una de-

finizione del concetto 'UOMO', nel pro-cedere dell'esposizione ha dimostratoquanto ciô sia possibile.È forse proprio nella ricchezza di po-

tenzialità che sta il valore délia Perso-

na. Dunque qualsiasi tentative di defi-nire, cieè perre dei limiti, finisce percemmettere una ferzatura.

Don Luciane Padevese, direttere dél

ia vivace Casa delle Studente di Perde-

nene (e non elenchiame gli altri titeli ecariche, perché altrimenti la cesa diver-rebbe lunga...), ha tenute il seconde incentre. Che dire? Nelle sue moite pre-vecazieni ci ha mandati a casa cen piùinterregativi che ricette. Infatti l'arge-mente délia serata era appunte quelle dianalizzare il ruele délia Chiesa e dei Cri-

stiani dinanzi aile sempre nueve sfide

che questa realtà in continua trasferma-ziene ci offre.

Un'unica prepesta; mantenersi aper-

ti (e qui ci si ricellega alla 'puntata' précédente) neU'acceglienza di sè, cen imelti talenti e i vari difetti, e dell'altrui

peculiarità; dunque mettersi in discus-siene senza paura; ed egni velta che serve! L'Arciprete di Demanins, laureandein Teelegia, ha preseguite il discerse,cercande di spiegarci chi è, e cesa rap-presenta nella nostra religiene Die.Dope aver descritte la visiene di Die,

cesi ceme viene prepesta nelle SacreScritture, è passate ad un cenfrente-parallele cen le immagini che danne delle preprie Divinité altre religieni per cer-care cesi di definire le caratteristiche pe-culiari del nestre credo.

Certamente la cemprensiene del mi-stere délia Rivelaziene è qualcesa chetrascende, cieè va al di là délia nostra

capacità di cemprensiene. L'unice mez-ze che ci viene in aiute è la preghiera saper asceltare, saper meravigliarsi dell'e-

pera di Die, saper amare, saper at-tendere.

Sembrava quasi che fessere passatisole sette minuti, anzichè sette gierni,per quante bene Don Giesuè Teseni ha

sapute raccerdarsi cen l'incentre précédente. L'impegne nella Pastorale gieva-nile e nel versante dell'ecumenisme glihanne senza dubbie date una grandesensibilité ed una intéressante capacitédi spaziare tra le pieghe dell'anime uma-ne, ceme ha dimostrato durante tutta la

serata.

Il messaggie centrale che ci ha lascia-te, chiudende la serie di incontri, riguar-da la centralité che il messaggie del Van-gele deve avere nella nostra vita. Que-ste puô avvenire sole cen une sferze di

ceerenza, cercande di rileggerle ed at-tualizzarle nella nostra vita. È sole rin-

nevamente l'Alleanza, attraverse cui IIPadre ha scelte di entrare nella nostra

vita che pessiame trevare la nostra pie-na dignité e liberté.

Mef

Animatrici ACR ACR: una proposta

Ceme in tutte le cese nueve, anche fa-re per la prima velta esperienza di edu-catrici ACR, créa paure e piccele ansieche accempagnane cestantemente l'en-tusiasme e la veglia di fare. Stare ceni ragazzi eggi è certamente un impegnenon indifférente: le situazieni sene sem

pre nueve e mai da "manuale".

Al di lé di questi aspetti preblemati-ci, alla fin fine, ti accergi di ricevere moite dai ragazzi: ti "ebbligane" a vederela realté, i preblemi, le cese positive, lepersene, dal lere punte di vista metten-de in rilifeve aspetti che nei non censi-deriame, rendende certamente la realté

più ricca e cemplessa.Li scepri enermenente vivaci (fin

treppe), entusiasti di tante cese, me-menti attenti e in altri ne, prefendi, sin-ceri, desideresi di esser pretagenisti, cenmelta veglia di stare insieme e di gieca-re,..., tutte semmate bueni ragazzi. Ce-nescerli, entrare nel lere monde, diven-tare quelle "persene grandi" che li accempagnane nelle esperienze di gruppee di fede, queste è il cempite dell'edu-catere: ceme stipendie tanti picceli ami-ci in più e sentirsi prefendamente rea-lizzati.

Cristina e Francesca

Per nei ragazzi dell'ACR, la demeni-ca mattina è importante perché ci riu-niame in gruppe, e abbiame l'eccasie-ne di imparare cese nueve, di giecare ealtre.

Ci sene due gruppi: une per i bambi-ni delle elementari, animate da Mara eCristina, e une per i ragazzi delle me-die, animate da Denatella e Francesca.

Le animatrici sene brave e pazienti,anche quande non siame tanti bueni.Vegliame invitare tutti gli altri bambinidi Rauscede all'ACR, per stare insiemee diventare più amici.

Sara e Laura

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Estate 1991

Anche quest'anno ci sono state inizia-tive ricreative riservate a ragazzi. Primafra tutte la scuola di cucito organizzata

e gestita dalle suore: c'è stata una buo-

na partecipazione (oltre 40 Ira ragazzee ragazzi!) con l'attività prevalente (quel-la del ricamo e del cucito) si sono alter-nati momenti di gioco, di preghiera e di

Ogni giovedi c'è stata la santa messaper ragazzi celebrata da don Elvino edon Giovanni d'Andréa, durante la qua-

le si è avuta l'opportunità di fare cate-chesi, e animata dai canti e dalle pre-

ghiere dei ragazzi.È stato fatto un corso di recupero sco-

lastico, aperto ai ragazzi, esperienzaquesta certamente positiva; buona la di-sponibilità di giovani ad animare questicorsi, problematica l'organizzazione econduzione dei corsi.

Ci sono state poi delle serate nelle

quali i ragazzi hanno potuto giocare

insieme.

Tutto questo impone e propone unariflessione globale: è possibile organiz-zare e programmare tutte queste attivi-

tà in una unica proposta da fare ai ragazzi di Rauscedo, che durante l'estate

sembrano annoiarsi? L'unica rispostapossibile è che genitori, giovani, volon-tari diano la propria disponibilité a sen-tirsi coinvolti nel problema.

Festa del ciaoEra una bella domenica, una fra le

poche veramente serene in novembre,che ha accolto i ragazzi che hanno par-tecipato alla festa del ciao.

Perché una festa riesca è necessario

avere questi ingredienti: una buona man-ciata di educatori e simpatizzanti, unpugno e mezzo di genitori, il tutto amal-gamato da una abbondante dose di or-ganizzazione, impegno, allegria, e disponibilité, oltre a non dimenticare quel"bambino" che c'è in noi giovani o

adulti.

Tutti questi sono gli ingredienti fon-

damentali per una "gustosa" e "stuzzi-cante" giornata. Questa ricetta riesce atenere insieme qualsiasi numéro di ragazzi, anche se differenti per gusti e in-teressi; questo quanto sperimentato domenica 10 novembre.

La festa è iniziata concretamente con

la celebrazione délia S. Messa animata

dagli stessi ragazzi, che hanno prepara-to a modo loro i vari momenti délia ce

lebrazione, anche i canti sono stati pro-posti dai ragazzi, aiutati e sostenuti dal"piccolo coretto".

Poi la festa è continuata nel cortile

délia canonica, dove tutti si sono "com-promessi la reputazione" in danze, cantie giochi.

Il pranzo preparato dai genitori, s'èrivelato buono e abbondante, ha per-messo di riacquistare energie sufficientiper affrontare la faticosa caccia al teso-ro, che s'è svolta per le vie di Rauscedo.La giornata s'è conclusa nella séréni

té più profonda, con gli animatori e i genitori indaffarati a riordinare gli am-bienti, e con i ragazzi ancora vispi e fre-

schi che improvvisavano una partira acalcio. Gli educatori

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La montagne, solo un'avventura?...

A ognuno di noi è quasi sicuramentecapitato di leggere o sentir dire, che inquesti ultimi tempi "è in atto una risco-perta délia montagna da parte di unsempre più elevato numéro di persone".È una tendenza questa, chiaramente di-mostrata dalle solite statistiche, che trova

altresi conferma ogni qualvolta in prima persona ci avventuriamo (magari neiperiodi cruciali del turismo invernale odestivo) nelle diverse e sempre belle val-

late delle nostre montagne. I motivi diquesto "fenomeno" sono evidentementesvariati, e vengono messi in relazione

In montagna

"Chi mi par che qualchidun avedisfuarsat la seradura dala machina! Vo-

tu iodi ca mi han partat via qualchicio-sa, a mancin doi pars di barghesis! I surares ca l'è stat un triestin, machina di-mi ca le stat un triestin!"

Con queste parole di stizza Rinaldoesprimeva tutta la sua rabbia: qualcunoera riuscito a manomettere la serratura

délia sua auto, ad entrarvi, e a portar viaqualcosa. Questa fu la brutta sorpresache trovammo appena ritornati dallamontagna. Ma per capire l'episodio èbene fare un passo indietro e narrarviquanto quella domenica abbiamo fatto.lo assieme ad un gruppetto di altri

giovani, tra i 16 e i 19 anni, (Ivan, Ser-gio, Davide, Adriano, Gianfranco, Pie-tro) accompagnati dai veterari (e son cle-mente) Rinaldo, Stefano e Daniele sia-mo partiti da Rauscedo, una domenicadi luglio, più invernale e gravida di piog-gia che estiva e solare, per una escursio-ne in montagna, esattamente a caseraChiampis, in comune di Tramonti disopra.

Ben equipaggiati, con zaini e scarpo-ni, e altrettanto ben disposti nello spiri-to, dopo essere giunti alla base in automobile, iniziammo il nostro migrare.

Tre ore (dicasi 3 ore!) per arrivare alla sudata mèta, dopo aver superato no-tevoli difficoltà: salite ripidissime, erbaalta, foglie umide, passaggi obbligati suponticelli alquanto traballanti, tratti disentiero a ridosso délia montagna convista "panoramica": insomma tutte difficoltà che richiedevano attenzione, disciplina, perizia, e tutta una serie di mi-nacce (necessarie perché andassimoavanti) dà parte dei nostri tre severi edespertissimi accompagnatori.

Non mi è possibile fare un conteggioesatto delle imprecazioni che hanno ac-

compagnato quasi litanicamente il per-corso, né è possibile descrivere la con-

tentezza (euforica) quando raggiungem-mo casera Chiampis. Certamente pertutto il sentiero abbiamo avuto l'occa-

sione di stupirci délia bellezza dell'am-biente montano cosi duro e aspro quanto maestoso, tipico delle alpi carniche.,

Giunti finalmente a casera Chiampisabbiamo conosciuto due coppie di giovani, che avevano pernottato nella casera, e che stavano cuocendo carne alla

griglia; con molta semplicità e sponta-neità ci siamo presentati.

Dietro la casera addocchiammo un

ruscello e un posto per poter pranzare.Finito tutto (tutto!) ci dedicammo ad uninconsueto passatempo: per munizionii sassi e per bersaglio le lattine vuote:niente di più semplice e avvicente.Gioca, scherza, ridi... (tempus fugit)

e giunse l'ora di ripartire, non senza sor-prese: un capriolo, piccolo, che incurante di noi, pascolava sul pendio déliamontagna; poi trovammo dei funghi, ot-timi porcini secondo alcuni, che avrem-mo dovuto gustare insieme, e che avreb-bero garantito riposo in qualche ospe-dale (meglio la pizza!); e, dulcis in fun-do), la sorpresa finale già descritta al-l'inizio dell'articolo, che perô non hascalfitto l'allegria e la soddisfazione perla bella giornata.

Fermati a Tramonti abbiamo approf-fitato délia sagra paesana per ristorarcicon qualcosa di caldo.

"Mentre già calavano le ombre déliasera" giungemmo a Rauscedo, dove cisalutammo con la promessa di nuove av-venture". Manlio

(dagli esperti di turno) alla comparsadelle famose alghe, che avrebbero indot-to molti a scegliere per le proprie vacan-ze la montagna in luogo del mare; e an-cora poi, il bisogno sempre più diffusodi essere a contatto con la natura, di vi-vere finalmente un'esperienza il più lon-tano possibile dalla routine ordinaria e

quotidiana, ed altro ancora. Sicuramen

te sono tutte ragioni plausibilissime, sul-

le quali non si puô certo muovere alcunappunto; vale invece la pena di fare qualche considerazione sul modo di vivere

concretamente la montagna. La ricerca(talvolta ossessiva) di nuove esperienze,di forti emozioni, porta molti a scimiot-tare più o meno volontariamente i com-

portamenti e le imprese dei "divi del

momento. Ecco allora che l'impiegato,l'operaio" insomma, come si usa direoggi il normale uomo délia strada, neivari fine settimana, durante le ferle esti-ve o nei corso delle settimane blanche,

si getta a emulare le gesta dei MessnerTomba e tanti altri. Tutto questo, portapurtroppo in moti casi a spiacevoli edrammatiche conseguenze per le persone, soprattutto quando si sopravvaluta-no le proprie possibilità. Forse un simi-le comportamento, in alcuni trova la suaragione di essere nei bisogno di scrollarsidi dosso a tutti i costi la noia, la grigianormalità di tutti i giorni, tipica credo,più che altro dei cosiddetti cittadini.

Nella nostra realtà di paese c'è da au-gurarsi che la vita sia meno piatta eognuno trovi occasioni e motivi peresprimersi compiutamente in manieracreativa e originale nella vita di tutti igiorni, facendo percepire il gusto auten-tico di talune esperienze. Probabilmen-te solo a queste condizioni riusciremo acogliere la bellezza delle cose e sentirci

veramente in armonia con noi stessi, purnella fatica di percorrere un sentiero ri-pido che spesso ci fa tirare il fiato a boc-

coni. Lo stare bene con noi stessi ci fadi conseguenza essere ben disposti anche verso gli altri; ecco allora come avolte una passeggiata, una escursione inmontagna puô offrire concretamente

un'occasione per conoscere di più e meglio le persone con cui si viene a contatto, creando nuovi legami di amicizia erafforzandone altri; tutto ciô non è po-co, viene quasi la curiosità, la voglia ditirare fuori uno zaino un paio di scar-poni e provare... Rinaldo

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57 ANNI AL SERVIZIO DEIPOVERI

MEMORIA di

Sr. M. BARTOLOMEA dell'Angelo Custode (Lucia Léon)

Nata a Rauscedo PN il 7/10/1913 - Morta a Udine il 4/10/1991

Religiosa da 57 anni.

Sr. Bartolomea il 28 settembre si è al-

zata corne al solito per la preghiera co-munitaria, ma in Cappella non è arri-vata. È stata colta da un malore improv-viso che sembra si risolvesse, ma il sue

stato peggiorô.Chiamato il medico, diagnosticô ictus

progressive. Chiamato subito il sacerdo-te per il sacramento dell'Unzione degliinfermi e l'ambulanza, in breve arrivé al-l'ospedale. Eseguiva la TAC venne in evi-denza un'imponente emorragia cerebra-le, dunque gravissima.

Per due giorni ha date segno di capi-re, poi è entrata in coma. Per Quattrogiorni è rimasta stazionaria con unaspetto sereno di anima in pace, nell'at-tesa. Il Quattro ottobre, 10° anniversa-rio délia Beatificazione del P. Luigi, im-provvisamente si è aggravata ed è entrata nella Casa del Padre.

Che dire di Questa buona sorella?Sr. Bartolomea si è distinta per la sua

umiltà, amava molto Gesù, lo si coglie-va da come parlava di Lui, come prega-va e da Quanto tempo trascorreva inChiesa a parlare con Lui di tutte le ne-cessità délia famiglia religiosa, délia suafamiglia che amava molto, delle vocazio-ni, delle necessità délia Chiesa e delmonde intero. Durante la adorazione

eucaristica, nella preghiera spontanea,

le uscivano tutte Queste intenzioni.Aveva particolare devozione a Maria

che cercava di onorare in tutti i modi con

tante attenzioni. Tutti i giorni era davantialla grotta a pregare ed abbellire con ifiori più freschi che poteva trovare la suacara Mamma.

Nei tempi di calamità, come il golpin Russia, lei suggeriva la recita comu-nitaria di un Rosario in piii, convintache soliD Maria poteva risolvere i graviproblemi delle nazioni.

Molto delicata nella carità, oltre ad

essere vigile e attenta per aiutare a faredono di sé a chiunQue abbisognasse, seavveniva une screzio, non andava mai adormire senza bussare alla porta délia

sorella chiedendo o donando il perdono.Nella missione di carità tra i piccoli:

Pavia, Roma, Preventorio di Terre delGreco e ultima tappa: collaboratrice delParroco alla Parrocchia del Carminé a

Terre del Greco, dove il sue ricordo ètutt'ora vivo, visitava i poveri, gli amma-lati sempre disponibile in ogni tempo eper tutti. Ha esercitato il Mandatestraordinario di Ministre dell'Eucarestia

con tutto l'ardore del sue cuore.

Da Otto anni era giunta in Questa co-munità, in Quiescenza, continuando lasua missione tra le sorelle délia comu-

nità, schiva di ogni frivolezza, tendevasolo a ciô che costruisce e porta a Die.

I funerali, per desiderio dei familiarisi sono celebrati nella Parrocchia natia.

Provvidenzialmente in un paese vicino

c'era il Vescovo, S. Ecc. Mens. Sennen

Corrà, di Concordia e Pordenone; sen-tendo dal Parroco dei funerali di una re

ligiosa, si è autoinvitato e ha presenzia-to la celebrazione Eucaristica insieme a

dodici sacerdoti.

Cara sorella, ci affidiamo alla tua in-tercessione per avere dal Padre di ognidono, grazie, benedizioni e vocazioni alla nostra famiglia religiosa.

Le sorelle délia comunità

«Immacolata» di Udine

Suor Bartolomea nell'anniversario del 50° di professione religiosa

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ORGANO... si parte!

Dopo anni che sentiamo parlare, que-sta sembra essere la volta buona: l'ini-

ziativa che vuole portare l'organo nellanostra chiesa è, in pratica, già partita.Sono già state contattate per una proposta progettuale e per un preventivo dispesa alcune fra le più importanti ca-seorganaie del nord-Italia (Ruffatti, Ma-scioni, Tamburrini, Zanin).

Questo perché, anche se non è nelleintenzioni e nelle possibilità délia Par-rocchia dotarsi di un "mega organo", ènecessario che le tecniche di costruzio-ne e i materiali siano garantiti da unaconsolidata tradizione e serietà délia casa costruttrice.

L'organo non è uno strumento qual-siasi: abbisogna di un progetto in armo-nia con l'ambiente nel quale verrà col-locato sia per quanto riguarda la partearchitettonica, sia per quella acustica,sia per quella tecnica.

Nel nostro caso i costruttori si sono

particolarmente trovati d'accordo sull'u-bicazione, che dovrebbe essere dietrol'altare maggiore e anche sulle dimensio-ni in registri reali (15/18) che sono la base per le combinazioni musicali.

Il costo previsto per queste dimensionivaria da 150 a 180 milioni.È una spesa importante che và atten-

tamente valutata in tutti i suoi aspetti.

Anche se, come dicevamo, se ne par-lava da diversi anni, solo ultimamenteè andato costituendosi un vero e proprio"fondo per l'organo" che oggi puô co-prire circa un quinto délia spesa totale;

la Parrocchia, se si decidesse di dare ilvia ai lavori, potrebbe disporre di un al-tro quinto e altri fondi si potrebbero at-tingere da una prima sottoscrizione pub-blica nel paese, arrivando cosi a coprirecirca la metà dell'intero costo; per Paîtra metà si dovrebbe studiare un pianofinanziario per ammortizzare in alcunianni.

Per questo è necessario costituire unacommissione ad hoc che si impegni astudiare e a valutare non solo la partefinanziaria ma tutte le sfacettature del-

l'intera questione, prima fra tutte quella tecnica-musicale e ne faccia perveni-re le valutazioni alla comunità, in modo che si possa decidere sulla base di da-ti attendibili e quindi seguire strade ef-fettivamente praticabili.

Certo possono venirci dei dubbi sullanecessità, sulla opportunité di dotarci diquesto strumento quando potremmo de-stinare questa cifra per tanti altri biso-gni impellenti délia comunità oppureverso tante aree di crisi esistenti nel mon-

do: davanti a queste problematiche bendifficilmente riusciremo a giustificareuna qualsiasi altra azione che puô, alraffronto, sembrare una frivolezza, unosperpero, una leggerezza.Se pensiamo in modo più aperto e più

disponibile, perô, senza nasconderci dietro a questi che possono diventare deifacili alibi per la nostra negligenza e perla nostra indisponibilità a farci carico diiniziative un po' impegnative, ed altret-tanto importanti li convinceremo checon un minimo impegno riusciremo a

contretizzare questo che è un obiettivoche già dai primi anni del secolo era unatappa importante per completare il progetto délia nostra chiesa.

Nella nostra Parrocchia, inoltre, èsempre stata viva una realtà corale-liturgica che andrebbe ancor più valo-rizzata con uno strumento nato per ac-compagnare il canto.

I nostri "vecchi" hanno costruito piùdi un secolo fa, nelle condizioni di indi-genza e povertà in cui si trovava il nostro paese a quel tempo, una chiesagrande, decorosa e bella; una chiesa an-cora adeguata aile nostre esigenze, cen-to anni dopo, e lo sarà per molti e moltiancora.

Ciô significa che noi dobbiamo averequanto meno la stessa lungimiranza poi-chè in quanto a sacrificio e investimen-to il paragone non reggerebbe.

L'organo che andremo a costruire inquesta nostra chiesa resterà una testimo-nianza nei secoli del nostro culto, délianostra fede e anche délia nostra volonté a continuare nelle tradizioni musicali tramandateci dai nostri avi, nella con-vinzione che anche un'opera come questa puô dimostrare l'impegno di una comunità verso le cose "più alte", quelleche nella pur semplice storia di una pic-cola parrocchia, lasciano un segno importante e duraturo.Crediamo e speriamo che la nostra

gente non si tirerà indietro davanti aquest'opéra e se ne farà parte attiva perpromuoverne e sostenerne la realiz-

m

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4 "^"^4 i' • Jft i- 4

Ricordo di PaolaUna descrizione quasi ostica, una pre-senza quasi fuggevole, eppure il vuotoche ha lasciato è ancora li, palpabile.

Perché non c'é più, non c'é più quella figura, quella bellezza sofferta, quel-lo sguardo che ti fissava intensamente ea volte era assente, chissà dietro a qualipensieri a quali sogni smarriti, quasiconsapevole, rassegnato ad un oracoloinfausto.

Un volto che ti invitava alla confiden-

za, che pareva averne bisogno, ma chenon si fidava, o ti respingeva in modobrusco.

Una solitudine che ti incuriosiva, fa-ceva tenerezza, ma che si é sempre con-servata, difesa gelosamente.Una solitudine quasi altéra capace di

tenere testa, di nascondere il grande in-cubo del maie che in ultimo si mostravauno sguardo sempre più sofferto, in unvolto sempre più affilato.

Chissà quanti perché, quanta ribellio-ne, quanto pianto, ma nessuno lo ha maisaputo, nessuno ne é stato testimone.

Paoletta Miotto é stata tra di noi per tre-dici anni, ma pochi se ne sono accorti:orgoglio, ritrosia, o incapacità di mo-strarsi?

Enigma délia vita di una cara ragaz-za che non c'é più. Gigi

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... e mentre tu contînui

ad invecchiare lentamente..."Non è accaduto nulla, è solo tra-

montato uno dei tant! soli che accom-

pagnano un'esistenza; ad esso seguirà

una altra alba che accompagnerà un al-tro sole... è solo questione di tempo".

I proverbi, si sa, dicono sempre cosegiuste e il più delle volte scontate, ma èproprio per questo che noi non ci fac-ciamo molto caso e li trattiamo come

lattine di Coca Cola: da aprire, bere ebuttare. La riflessione introduttiva, in-

vece, è molto valida, perché secondo me

dà una risposta all'eterno problema delconflitto generazionale. Penso non sia

mai esistita una société dove non ci fos-

sero bambini, giovani, adulti ed anzia-ni e quindi la disputa prosegue da chemondo è mondo. Ebbene io vorrei solo

cercare d'interpretare il pensiero di tutti i giovani per riportare questo confron-to alla realtà del nostro piccolo nucleopaesano, che secondo me è ricco di casimolto particolari.Praticamente io non devo fare nien-

te, basta che mi fermi un attimo e me

ne stia zitto in disparte ad osservare."A che ora sei rincasato ieri sera? Non

raccontarmi bugie che tanto lo so, vistoche fino a che non abbiamo sentito la

tua macchina arrivare non ci siamo ad-

dormentati. Ma dove si va fino a quel-l'ora? Naturalmente in brutti posti! Epoi gli incidenti accadono sempre nelleore piccole!".Quante volte ognuno di noi (giovani)

ha sentito queste parole? E quante volte i genitori le hanno pronunciate? Si-curamente tante e, se mi permettete, giu-stamente tante e sarà sempre cosi finoa cinquant'anni o fino a che non cam-t^ierà qualcosa, perché è normale checon il tempo le situazioni si modifichi-no. Ma andiamo per gradi.Cento anni fa i nostri bisnonni sogna-

vano di vedere le caviglie délia loro in-namorata; sessanta anni fa i nonni ar-

rossivano per la gonna che scopriva leginocchia; trenta anni fa i nostri genitori sognavano la loro donna con legambe completamente nude; mi sembragiusto che anche oggi si tenda ad anda-re avanti, perché é la mania di "progres-sivismo" che porta a questo cambia-mento di abitudini. Un adulto non puôfermara questo continuo divenire perdue motivi: primo perché sarebbe comedire che l'uomo per millenni ha mangia-

to senza posate e quindi anche noi do-vremmo fare lo stesso; secondo perchéil mondo in cui viviamo oggi sono stati

gli stessi adulti che ci criticano a co-struircelo. Un professore un giorno midisse: - La mia generazione é andata sul-la luna e voi che cosa avete fatto? - io

replicai - Si é già risposto da solo: nien-te! Non abbiamo ancora fatto niente,non potete quindi incolparci di un qualcosa che non abbiamo fatto! -. Questoé il vostro mondo, che avete portato

avanti a voi; i nostri figli potranno ca-somai accusarci un giorno di qualcosa,non voi.

Allora si moriva di appendicite, di peste, di famé, ora si muore di AIDS, di

droga e di macchina; non é cambiatomolto, sempre di morte si tratta. Ognuno ritiene che la situazione che sta vi-

vendo sulla propria pelle sia sempre piùdura di quella che tocca a coloro chevengono dopo. Non ho mai sentito unmilitare anziano dire ad una recluta: -

Voi state passando dei momenti peggioridi quelli toccati a noi - e cosi é nelloscontro generazionale: chi ha vissutoprima e vede il mondo progredire hasempre l'impressione che i nuovi arrivatisiano più fortunati di lui, perché tendea impressionarsi solo per gli aspetti po-sitivi.

Con tutto questo discorso é ben inte-

so che non voglio arrivare a delle con-clusioi o formulare dei giudizi, deside-

ro solo provare a confrontare due modidi vivere frutto di generazioni diverse; igiudizi li lascio a chi ha la cura di se-guirmi fino in fondo e fermarsi un attimo a pensare.

La religione. Da quanto sento dire daimiei genitori, una volta la religione ve-niva interpretata molto diversamente daoggi. Tutti i giovani allora seguivano ri-gorosamente le innumerevoli funzioniecclesiastiche e mi riferisco a messe, ve-

speri, rosari, ecc. Oggi non é più cosi,appena si riesce ad ottenere un po' di in-dipendenza dall'obbligo imposto dai genitori si abbandonano queste usanze.

Ma il tutto, secondo me, va guardato daun altro punto di vista. Trenta-quarantaanni fa il ragazzo andava anche volen-tieri a messa perché era l'unico modod'incontrare "quella biondina del secondo banco", era l'unico posto dove si tro-vano tutti visto che le ragazze al bar non

c'entravano e i soldi da spendere nonerano molti. Provate solo a pensarequanti matrimoni hanno avuto il primoincontro sui gradini délia Chiesa.

Il desiderio di incontrare altra gente,di indossare il vestito délia festa, di fare

qualcos'altro lasciano poco spazio allafede. In definitiva i giovani oggi non fre-quentano più le chiese perché il posto diritrovo é un altro: il bar, dove si puô anche parlare tranquillamente senza ri-schiare poi, una volta a casa, di ricevereun sacco di botte. Con il progresso é cre-

sciuto anche il livello d'istruzione e un

parroco non puô raggirare il popolo coni suoi "latinorum" o fare credere che la

vera fede sia quella di buttare 10.000 in-vece di 1.000 lire nella borsa.

L'amore. Ricordo una persona anzia-

na che chiedeva: - Con chi fa l'amore

quel ragazzo? - Ritengo che questo modo di dire non sia nato per caso. Oggié voce comune che noi giovani siamo deiperversi senza limiti all'immoralità. Puôdarsi che sia anche vero, ma questo nontoglie che anche i nostri predecessori lofossero. Lo stesso modo di dire da l'im

pressione che ai tempi due ragazzi che

si frequentavano non si limitavano ad in-nocenti bacetti... Adesso é difficile che

quando due si sposano il campanile fac-cia un inchino in onore alla purezza edalla castità délia sposa (chissà poi perché solo délia sposa) ma io penso cheanche allora i campanili faticassero aprostrarsi. Non bisogna credere che peril fatto che oggi si sappia tutto sul sesso

esso venga praticato di più. Piuttosto di-rei esattamente il contrario. La televisio-

ne, i giornali e le riviste parlano tranquillamente di sesso rendendo ciô tutto mol

to normale; una volta invece c'era il gu-sto del proibito e si sa che se una cosaé proibita si fa più spesso e più volen-tieri di una cosa normale. L'amore non

é quindi cambiato in quantité, ma neimodi di farlo. Adesso i giovani lo ma-

nifestano apertamente, senza pudori,trent'anni fa forse si teneva più a nascon-

dere fatti e misfatti.

Politica. Rispetto a quarant'anni fa lasituazione politica oggi é molto cambia-ta, perché allora si usciva da una guerragenerando un sistema politico adatto al-l'evento e quindi si dava molto spazio aile nuove idee; i politicanti erano pochipionieri, oggi invece lo sono anche i bar-

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boni. Un giovane non riscontra molto

interesse ad entrare in politica, per di-versi motivi: innanzitutto bisogna dire

che una volta che ci sei dentro non ne

puoi più uscire e se nelPanimo c'è l'in-tento di aiutare il progresso délia socie-tà devi svolgere esclusivamente quella at-tività.

Poi perché se si guarda un po' in giroviene subito a contatto con quella cheio definisco "la politica del pollaio". Mispiego: se in un pollaio c'è un gallo nonci sono problemi perché si fa carico ditutte le galline e le sottopone alla suaprotezione. Se invece ce ne sono due na-sce un piccolo problema: quello di spar-tirsi le galline, ma una volta risolto que-sto inghippo aritmetico ognuno prose-gue per la propria strada e filosofia divita. Ma se aU'interno di un gruppo duegalline decidono che a dormire si va ai

le 23.00, altre due sostengono sia meglio

andarci aile 20.00 e due ancora alzano

la cresta perché ritengono che l'ora giu-sta siano le 18.00 ecco che nel pollaio na-

sce un sistema di "micropolitica"; cioétanti nuclei che si staccano dal corpo base per propinare il loro pensiero. Sia ben

inteso che prima con il gallo non c'erala dittatura, ma una sana suddivisione

dei compiti, lui amministrava la compa-gnia e loro facevano le uova. Mentre

adesso le galline vorrebbero fare le uova e la politica nonostante sia risaputoquanto poco intelligenti esse siano. L'e-sito finale non puô essere che il caos, l'a-narchia e ancora il caos.

Questo piccolo esempio se pur stupi-do rispecchia a grandi linee ciô che suc

cédé nel nostro paese ogni giorno. Il giovane perciô se manca di personalità fi-

nisce per farsi trascinare nella "micro

politica paesana": cancro dell'intero si

stema politico ma anche culturale edeconomico.

Il divertimento. Profondamente mu-

tato il concetto del divertirsi per ragionifatalistiche ed etnico-culturali. Gli adulti

é évidente che non apprezzano il nostromodo di divertirci. Forse preferirebberoche si ritornasse indietro a far dispettialla gente, scherzetti al parroco e a pren-dere in giro i personaggi buffi del paese. Bé, devo dire che ci abbiamo anche

provato, ma invece di una risata abbiamo ottenuto denunce ed insulti. Non ci

sarà spontanéité e liberté d'azione fin-ché non si distruggeré la mentalité delpettegolezzo e per far questo bisogna di-ventare dei menefreghisti come noi cer-chiamo di essere. In un paese come il nostro dove la maggior parte delle perso-ne svolge lo stesso lavoro il problema piùgrande é proprio la gente. Ogni giornofacciamo i conti con questa melma in-visibile che ci controlla e ci giudica: -Cambia subito quell'abbozzo di gonna,cosa diré la gente? -; Oggi val a messa,non vogli che la gente dica che...-; - Quelcampo é sulla strada e bisogna lavorar-lo bene o la gente diré... -

Diré sicuramente di tutto, la gonna di-venteré un paio di mutande, la messasaltata una conversione al buddismo ed

un filo d'erba zizagna alta due metri. Equesto perché ogni discorso inizia conla parola "a la dita" e come nel giochet-to el telefono senza fili dopo alcuni pas-

saggi da crocchio in crocchio la véritési stravolge. E allora eliminare il pettegolezzo che é l'unico canale di comuni-cazione del paese? No, ma eliminare lamalignité o cercare qualcosa da fare perquesta gente che sta solo a farsi gli af-fari degli altri. Quanto mi piacerebbesentire due mamme al supermercato cheinvece di parlare del figio di... che ierisera era ubriacco parlassero del bicen-tenario di Mozart, di psicoanalisi o délia caduta dell'Impero Romano.Prima di terminare questo mologo vo-

glio spezzare una lancia in favore delleassociazioni del paese per la maggiorparte sostenute dai giovani, e mi riferi-sco all'associazione sportiva, alla C orale, al Club 3P, all'ACR, al Gruppo delCiliegio e altri ancora. Tutte queste in-

ziative meritano un enorme rispetto,perché sono il frutto di fatica e sacrifi-ci. Purtroppo nel nostro paese dove simira esclusivamente al profitto esse ven-gono considerate perdite di tempo. Ri-cordo che abbiamo uno dei Club 3P piùnumerosi délia Provincia; un'associazio-

ne Sportiva che forma alla disciplina igiovani fin da bambini; un'interessante

club che si occupa degli anziani (Club

del Ciliegio) con iniziativa a dir pocosorprendente; un'ACR che cerca di por-tare il più avanti possibile le problema-tiche dei giorni nostri non limitandosisolo ad indottrinare noiosamente i bam

bini di religione; ed una Corale che pro-muove periodicamente inziative ed in-contri culturali con altre genti e nono

stante i notevoli sforzi compiuti il paesenon la gratifica nemmeno con la sem-

plice partecipazione. Talvolta anche lospettatore deve fare dei sacrifici, perchédavanti a lui c'é qualcuno che va ripa-gato con un piccolo applauso, almenoper l'impegno.

Chi puô dire di non essere mai man-

cato ad un concerto tenutosi nella no-

stra chiesa? Ma c'è una Corale che puôdire di non essere mai mancata ad un fu-

nerak di un nostro defunto, o la squa-dra di calcio di essere sempre présentesul campo di gioco anche quando il lavoro non lo permetteva e tutti sappia-mo bene a quello che mi riferisco.Di cose da dire ce ne sarebbero anco

ra moite ma ritengo di averne gié detteabbastanza, vi lascio solo un'ultima in-

dicazione per la riflessione: - Ogni ten-tativo di comprendere l'uomo deve farei conti con le sue tre componenti: il ba-gaglio biologico ed istintuale, le influen-ze délia société in cui vive e i problemietico-religiosi che deve affrontare. (ErichFromm).

D'Andréa Daniele

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FOTO D'ARCHIVIO

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Coscritti Classe 1929

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11Mir Comunione délia Classe 1937

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RAUSCEDO

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Associazione Sportiva Vivai Rauscedo

LE GIOVANILI

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Premiazione dei giovanissimi Mauro D'Andréa. Marco Fornasier, Valentino Basso.

Tripla esultanza per i giovanissimi,Primi nella spéciale classifica délia

coppa disciplina, trofeo ambito da moitesocietà, che si ottiene con un gioco lea-le e sportivo cercando nello stesso tempo di formare dei giovani con sani prin-cipi, primi nella classifica dei girone provinciale e ancora con Marco Fornasier

vincitore nella classifica cannonieri, igiovanissimi quest'anno cercheranno diripetersi nella nuova categoria che li ve-drà impegnati: gli Allievi.

Li seguono a ruota giovani nuove spe-ranze: i giocatori délia categoria Esor-dienti che cercheranno di imitare le ge-sta dei loro compagni più anziani.

Emigranti" dei palloneUn augurio a Fornasier Luca per unbuon proseguimento e la riuscita di que-

Un grande augurio a Moretti Luca chequest'anno è entrato nelle file délia Pri-

sta attività agonistica. Luca è entrato a mavera dell'Atalanta. Entrambi abbia-far parte délia squadra dei Centro deiMobile.

Squadra AllieviCesaratto LuigiCesco Ivano

Bisutti Natalino

Basso Valentino

Battistutta Fabio

D'Andréa Gianluca

D'Andréa GiuseppeD'Andréa SergioD'Andréa Stefano

D'Andréa Saverio

Fornasier Fulvio

Fornasier Loris

Fornasier Claudio

Fornasier Marco

Fornasier Oscar

Gesuato Cristian

Marchi Stefano

Tesan Omar

Allenatore

Pittaro Renzo

ResponsabiliFornasier Maurizio

D'Andréa Massimo

D'Andréa Celso

D'Andréa SergioD'Andréa Stefano

Martin Daniele

no un buon avvenire e tengano alto honore délia squadra da cui provengono.

Squadra EsordientiBasso Roberto

Basso Stefano

Bianchin Samuel

Cesaratto Mauro

Cesaratto Riccardo

Codia LerryD'Angelo SamueleD'Andréa LuigiDavid Alberto

Fornasier Alessio

Fornasier Andréa

D'Andréa Fabio

Lovisa AngeloLovisa DiegoLovisa MorganMarchi Emanuele

Allenatore

Quattrin Paolo

ResponsabiliFornasier Adelchi

Basso Beniamino

D'Andréa Elver

Fornasier Giuseppe

4

Luca Fornasier.

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Associazione Sportiva Vivai Rauscedo

Con questo breve scritto mi permette alcune considerazioni sulla nostra

squadra che per la prima volta parteci-pa al campionato di promozione.Non potevo esimere un intervento da

ta la mia ormai lunga militanza nelle filegranata.

Dope le spumeggiante inizio di campionato, r«impasse» del mese di novembre non ha minimamente intaccato

l'entusiasmo e lo spirito di gruppo cheha permesso nelle ultime stagioni di rag-giungere ambiti traguardi.Le capacità del portiere Bortuzzo, le

incredibili falcate sulla fascia di NicoD'Andréa, le perfette geometrie di Federico Marchi, il tutto supportato dalla serietà ed esperienza di Valentinuzzisono solo alcuni dei punti di forza di unmeccanismo perfettamente congeniatoda mister Vitale D'Andréa.

Proprio la presenza in panchina di unex giocatore del posto sottolinea la précisa volontà délia dirigenza di valoriz-zare al massimo le risorse locali nelpieno rispetto dei risultati e soprattuttodei bilanci di gestione.Qualcuno lamenta la tiepida e distac-

cata partecipazione dei tifosi aile vicen-de sportive e aile sorti délia squadra. Aquesto proposito mi sembra doverosoricordare che lo sponsor impresso sullemaglie non è che la chiara ed évidentedimostrazione di tutto l'interesse che la

gente del paese rivolge ad un gruppo diragazzi che settimanalmente dedica parte del proprio tempo affinché ben figu-rini lo sport, il calcio e soprattutto ivalori di un paese ricco di tradizionico-me Rauscedo.

Il capitanoDenis D'Andréa

Consiglio di amministrazioneFornasier Giuseppe (Présidente)D'Andréa Giuseppe (V. Présidente)Fornasier Adelchi (V. Présidente)Basso Baniamino

D'Andréa Elver

D'Andréa Celso

D'Andréa Massimo

D'Andréa SergioD'Andréa Stefano

D'Andréa Pietro

D'Andréa VirgilioFornasier Maurizio

Martin Daniele

Marchi Cristian (Segretario)Fornasier Lucia (Cassiera)Fornasier Romina (Cassiera)

Responsabili chiosco (Ristorazioni)D'Andréa Alessia

Fornasier Barbara

Zanette Milena

Lu formazione del VlVAl RAUSCEDO per la 1" voira nel campionato di promozione

Prima SquadraAvoledo Gianni

Basso Paolo

Bellomo Roberto

Benedet Ezio

Bisutti Elia

Bortuzzo Nicola

Cesco Ezio

D'Andréa Denis

D'Andréa Mauro

D'Andréa Nico

Lenarduzzi Ilario

Lombardo Sandro

Marchi Fabio

Marchi Federico

Marchi Luca

Masiero Paolo

Moretti Claudio

Salanti Paolo

Valentinuzzi Lorenzo

Volpati ClaudioZanette Mauro

D'Andréa Santé

Alienatore

D'Andréa Vitale

ResponsabiliD'Andréa GiuseppeD'Andréa VirgilioD'Andréa Pietro

Fornasier Adelchi

Mguri â 'Buom Jtsit

daparU Ml'ÀS. ̂ivaiai giocatori

adenatori e

tifosi

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RICORDIAMOINOSTRIDEFUNTI

D'Andréa Ertnenegildaanni 83

Zanette Giulio marito di

Giuseppina B isutti

anni 83

Sedran Gino

anni 75

Morti fuori parrocchia

1. D'Andréa Elisa in Bertuzzi di anni 78

morta in Argentina2. Fornasier Santé Vea di anni 78 mor-

to in Argentina3. Léon Leonardo di anni 64 morte in

Canada

4. Dasso Luigi Argentina di anni 825. Fornasier Guido (di Gusto) di anni73 morto in Argentina6. Fornasier Elio di anni 68 morto in

Canada

à

/-M

D'Andréa Ida vedova di D'Andréa Petro

anni 82

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Basso Luigi

anni 82

Fornasier Ernesta

anni 69

Suor Bartolomea Léon

anni 78

Fabbro Amaiia vedova di Tesan Arturo

anni 89

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RICORDIAMOINOSTRIDEFUTNI

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Fornasier Santé BisLitti Livia vedova di Moretti Giuseppe D'Andréa Ermenegilda vedova di

anni 78 anni 79 D'Andréa Attilio

anni 79

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D Andréa Giuseppe Maria Diletta vedova di Berluzzi Léon Italiano

anni 85 Giuseppe anni 66

anni 96

Fornasier Elio D'Andréa Elisa in Bertuzzi Léon Leonardo

anni 68 anni 78 anni 64

morto in Canadà morta in Argentina morto in Canadà

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VITA PARROCCHIALE

Cronaca a spicchi di DomaninsDicembre 1990

Il 28 aile ore 18.30 si è celebrata la

santa messa délia classe del 1972. In se-

guito alla sera si sono ritrovati per laconsueta eena di coscrizione.

Gennaio 1991

La sera di domenica 6 i costcritti del

'71 hanno bruciato il tradizionale falô,

tra l'entusiasmo di tutta la popolazioneaccorsa per l'occasione;

Domenica 26 hanno celebrato le noz-

ze d'oro Adelaide Urdich e Gei Angelo

Febbraio 1991

Lunedi 18 sono stati ultimati i lavori

per la riparazione del campanile. Gra-zie al contributo di tutta la popolazio

ne sono state rifatte le scale per accede-re aile campane; è stato inoltre compiu-terizzato l'impianto di orologeria e laprogrammazione del suono dellecampane;

Sabato 23 presso il ristorante la Na-na l'AFDS ha organizzato l'abituale eena dei donatori;

Maggio 1991Domenica 5 c'è stata la festa dei ge-

nitori e ragazzi del gruppo Scout Domanins 1. Una giornata nella quale i geni-tori hanno vissuto l'esperienza delloscoutismo assieme ai loro figli in un cli-ma di gioia e serenità.

Domenica 12 si è celebrata la prima

comunione di 4 bambini délia nostra co-

munità.

Domenica 26 è stata organizzata una

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I coscritti del 1972.

gita dall'AFDS a Redipuglia, Grotta Gi-gante, Castelmonte.

Giugno 1991Sabato 29 Don Giuseppe ha organiz

zato una gita a San Romedro e a Trentocome segno di riconoscenza al coro par-rocchiale e ai chirichetti per il lavoro

svolto durante l'anno.

Luglio 1991Domenica 28, come ogni anno,

l'AFDS ha preparato la Porchetta.

Agosto 1991In questo mese il gruppo Scout ha

svolto i campi estivi delle diverse catégorie di ragazzi. 1 lupetti/e, bambini/edai 8 ai 12 anni, hanno svolto le vacan-ze di branco a Raveo dal 8 al 11 c.m..

Gli esploratori e le guide, ragazzi/e dai

12 ai 15 anni, hanno fatto il loro campo

a Tramonti di Sopra dal 12 al 23 c.m..

Mentre i rovers e le scolte, ragazzi/e dai

16 ai 21 anni, hanno camminato per 5giorni, dal 24 al 28 c.m., sulle montagne di Forni di Sopra.

Settembre 1991

Domenica 8 c'è stata la gita a Garda-land e la sfida a calcetto tra le borgatedel paese.

Ottobre 1991

11 26 i cinquantenni del nostro paese,

assieme a quelli del comune, hanno fe-steggiato i loro primi 50 anni di vita. Prima hanno partecipato alla s. messa celebrata dal nostro parroco ad Asolo epoi hanno visitato: Bassano, Marostica,Venezia. Hanno concluso la giornatacon una cena ad Eraclea.

Novembre 1991

Sabato 23 c.m. Tondat Fioravante e

Stradiotto Annamaria hanno festeggia-to il loro 50° anniversario di ma-

trimonio.

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I Coscritti ciel 1951 Adelaide Urdichi e Gei Angelo

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VITA PARROCCHIALE

Consiglio pastorale

dî Domanins

Per l'anno che sta ormai terminando

moite sono state le proposte per il programma pastorale ed io ve le riporto quidi seguito per farvene prendere visione.

Il nostro Vescovo ha proposto un programma biennale eucaristico per far ri-scoprire ai laici l'importnza délia Mes-sa. Parte focale del programma è l'Eu-carestia, quindi, una coscienza più sicu-ra e teologica del valore délia Santa Mes-

sa. Si dovrebbe iniziare con la quaresi-ma con tappe intermedie che com-prendono:1° anno = la prima parte délia Messa(liturgia délia parola);2° anno = la seconda parte délia Mes

sa fino alla Comunione (liturgia euca-ristica) e la ricerca di operatori pastora-li per coinvolgere più persone alla par-tecipazione délia Messa.

Il nostro parroco, Don Giuseppe, ci

ha letto l'ultimo documento del Conve-

gno del Triveneto di cui riporto solo leconclusioni:

1) Comunità cristiane che evangelizzano;2) Tempi lunghi per l'evangelizzazione;3) L'evangelizzazione rivolta a tutti gliuomini e a tutte le dimensioni.

La consulta giovanile diocesana haproposto:

1) Incontri foraneali mensili per i gio-vani dai 12 ai 15 anni; con temi sull'eti-ca e spiritualité;2) Iniziativa su scala diocesana per for-mare educatori: animatori per i giovanidai 14 ai 17 anni;

3) Offerte libéré e trasversali.Dai membri del nostro Consiglio Pa

storale:

1) Portare l'Eucarestia agli ammalati do-po la Messa domenicale;2) Effett\iare visite aile persone sole onelle case di riposo;

3) Valorizzare gli anziani come maestridi lavoro nei gruppi educativi;4) Rendere disponibili auto ed autisti peraccompagnare gli anziani alla Messa;5) Invitare a pranzo le persone sole;6) Incontri da realizzare con la popola-zione, suddividendola in varie fasce d'a-

scolto, per poter meglio spiegare i valo-ri dell'Eucarestia. Gli incontri stessi do-

vrebbero essere tenuti da persone com-petenti.A conclusione di tutto ciô, a parte che

alcuni consiglieri e parrocchiani, giàsvolgono alcune delle attività sopra ci-tate, ci si è orientati per un ciclo di

conferenze-lezioni suddivise per fasced'età sull'educazione alla fede e che han-

no avuto un sufficiente successo.

Ora abbiamo ripreso a lavorare perpoter migliorare ed ampliare il nostroprogramma per il prossimo anno ed aproposito di questo abbiamo già ragaz-ze disposte a tenere aperta la biblilote-ca parrocchiale per poter permettere aigiovani e meno giovani di incontrarsi.Al nostro Consiglio si è aggiunto un

altro membro, Lenarduzzi Raffaella, cheè rappresentante délia pastorale giovanile nella Forania, ma a questa gioia, siaggiunge il rammarico di aver perso,causa trasferimento, délia nostra caraItalia Franz, che noi tutti ricordiamo

con affetto per il suo costante e coscien-

zioso impegno pastorale, la sua bontà ededizione.

A lei giunga, dai profondo del nostrocuore, il più sincero "GRAZIE!".A tutti i parrocchiani, ed in partico-

lare a te, Italia, l'augurio più fervido perun Natale di pace e serenità.

La Segretaria delConsiglio Pastorale

Luisa D'Atri

Matrimoni

1) Galasso Mauro con Vivan Stefania il26-1-91 a Domanins;2) Tubello Flavio con Tesolin Maria As

sura il 9-3-91 a Domanins;3) Cancian Gino con Bertazzo Paola il1-6-91 nell'Abazia di Sesto al Reghena;4) Bertazzo Luca con Tomasini Sonia il

21-6-91 a Vivaro;

5) Dariol Gianfranco con Bertossi Simo-netta il 15-9-91 a Villa Manin;6) Marchetti Massimo con Soldai Ga-briella il 14-9-91 nel Duomo di Gemona;7) Venier Guglielmo con Bertazzo Ste

fania il 21-9-91 a San Martino di Vito

D'Asio;8) Cossu Adriano con Venier Francescail 21-9-91 a ibomanins;

I nostri defunti

Isella Alessandro

morto il 18-1-91 anni 99

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VITA PARROCCHIALE

*

y y.De Candido Odovilio

morto il 16-4-91 anni 67Giusto Oliva

morta il 6-4-91 anni 76Defendi Adelia

morta il 27-1-91 anni 82

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Bisutti Tecla

niortu il 15-5-91 anni 86

Lenarduzzi Diletta

morta il 26-7-91

Lenarduzzi Beniamino

morto r 11-10-91

Prima comunione

Il giorno 12 maggio 1991

1) De Candido Massimo

2) Egger Lorena

3) Infanti Valentino

4) Moro Erik

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Battezzati

I ) Ovoledo Linda di

Giuseppe e di FabriziaRoncadin nata il 10-4-91

battezzata il 7-9-91;

2) Moro Maica Francesca

di Firmino e di Anida

Rose nata il 30-8-91

battezzata il 17-11-91;

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ASSOCIAZIONI

Aumentano i donatori

"Voglio concludere augurandomi chequesto articolo possa portare nella no-stra Associazione altri volontari deside-

rosi di donare un po' di se stessi aglialtri".

Con queste parole lo scorso anno con-cludevo il mio intervento riguardante laSezione A.F.D.S. di Domanins su questo bollettino. Un breve intervento che

sinceramente non pensavo potesse in-fluire in modo cosi positivo. Ben NO-VE nuovi iscritti (di oui tre donne) si sono aggiunti nella nostra Associazione etutti hanno già effettuato la prima do-nazione di sangue. È questo un vantonon solo per l'Associazione ma per ilpaese di Domanins.

Un fatto che mi ha veramente colpitola scorsa estate in occasione délia "Pe

sta del Donatore" (meglio conosciutacome porchetta) è stato il modo in cuiVoi tutti, nonostante le avversità mete-

reologiche abbiate partecipato e contri-buito notevolmente ed in modo attivo al

la riuscita délia manifestazione. Signifi-ca questo che l'A.F.D.S. di Domanins è

una realtà alla quale tutto il paese ci tie-ne e questa realtà (lo dimostrano le nuo-

ve iscrizioni sopra citate) è più che positiva.

Riguardo le future Donazioni, e aquesto proposito come ConsiglioA.F.D.S. organizzeremo al più presto undibattito chiarificatore aperto a tutti,con la presenza di persone all'altezza dispiegare questi cambiamenti, con Decre-to Ministeriale 15 Gennaio ultimo scor

so il prelievo di sangue dovrebbe passa-re dalle precedenti misure, a 450 ml. perDonazione con una possibilità di au-mento o di diminuzione del 10%. Co

me dire che ogni Donazione potrebbe ar-rivare a mezzo litro o scendere a 400 ml.

Questo per stare al passo con gli altriPaesi Europei che già da anni adottanoqueste misure; misure che da quanto ri-feritoci dal Primario del Centro Trasfu-

sionale del CRO di Aviano durante il

Congresso Provinciale A.F.D.S. svolto-si il 13 ottobre scorso a Montereale Val-

cellina, (dove tra l'altro abbiamo avutol'onore di vedere premiati 5 nostri be-nemeriti Donatori), non portano alcunscompenso alla persona e che comunqueil Donatore stesso non è obblilgato a so-stenere nel caso non se la senta.

Vorrei concludere queste mie quattrorighe augurandomi che anche il prossi-mo anno ci siano dei nuovi iscritti nella

nostra Associazione e vorrei usare questa frase pronunciata dal Sindaco di Tra-vesio in occasione délia Festa dei Dona

tori organizzata a Travesio lo scorso set-

tembre per definire il dono del sangue:"CHI DONA SANGUE È COME DO-NASSE UN FIORE PROFUMATO, EUN PO' DI QUESTO PROFUMO FI-MANE NELLE MANI DI CHI LO

DONA". Il Présidente A.F.D.S.

(De Candide Gianfranco)

I labari delle sezioni di donatori.

/ cuochi délia porchetta.

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ASSOCIAZIONI

Una nuova sfida per gli scouts

Educare oggi è una sfida. La sfida dichi sceglie di dedicare il proprio tempoper dare la possibilità a bambini e ragaz-zi di essere protagonisti, di crescere va-lorizzando i propri ralenti, per peter infuture fare scelte autonome e consape-

voli. Anche le sfide sono il frutto di un

progetto. L'efficacia dei risultati dipen-de dal grade di intenzionalità che ognisfida racchiude. Per un gruppo scoutquesto progetto si definisce eductivo edè le strumento di lavoro fondamentale

per l'azione educativa che i capi inten-dono svolgere.

Quest'anno, per il nostro gruppo Do-manins I, è venuto a scadere il progettoéducative precedente, il cui obiettivo eraEducare alla Responsabilità.

Concluse le attività estive, la Comu-

nità Capi si è impegnata nella stesura delnuovo progetto. Prima di definire gliobiettivi da raggiungere, è stata fatta unaaccurata analisi délia realtà interna ed

esierna al gruppo. Un progetto è valide,infatti, solo se risponde a dei bisognireali che .vanne individuati sin dal-

l'inizio.

L'analisi d'ambiente ha evidenziato un

atteggiamento di chiusura nelle persone,che non permette loro di vivere rappor-ti sereni con altri individui o con realtà

problematiche. L'individualisme diffuse esprime la difficoltà a vivere ogni si-tuazione, anche la più banale, con dispo-nibilità e gioia. Si rifugono gli impegnipiù piccoli per non affrontare problemie legami. Mancano punti di riferimen-to signifitativi e i giovani immersi nella

frammentarietà délia nostra epoca, scel-gono di non scegliere. Perse cercano délié testimonianze che negli adulti non tro-vano. "Ihtto questo esiste nel nostro pic-colo paese.Al desiderio di scoprire un modo nuo

vo di incontrare gli altri e sentirci parte-cipi di questa nostra comunità ci haspinto a scegliere come obiettivo éducative EDUCARE ALL'ACCOGLIENZA

con gratuité e fedeltà.È una proposta di cammino che fac-

ciamo prima di tutto a noi stessi comecapi, e successivamente ai ragazzi, ai loro genitori e a tutta la comunità. Per raggiungere la meta finale abbiamo previ-sto tre piccole tappe intermedie da raggiungere nell'arco di tre anni:

1. Educare al dono e alla sobrietà.

IL Educare al dialogo e al cambiamento.III. Educare ad amare il diverse.

Come educatori, il metodo, che è pe-culiare délia nostra associazione, ci of-

frirà tutte le opportunité per aiutare i ra

gazzi a percorrere questo cammino che

abbiamo tracciato, perché possono, unavolta diventati adulti, dirsi "buoni cit-tadini e buoni cristiani" (Baden Powell).Come appartenenti a questa comuni

tà, il nostro augurio è di peter condivi-dere con voi questa esperienza, nella cer-tezza che ognuno di noi ha il sue ruolo

insostituibile nel disegno che Die hatracciato per l'umanità.

Comunità CapiGruppo Scout Domanins I

Lupetti aile vacante di Èranco a Raveo.

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Domanins: un paese moribondo

Forse quello che molti temevano si è

avverato quest'anno. C'era la preoccu-pazione che non ci fossero più personein grade di prendersi la responsabilità diorganizzare: il Babbo Natale e l'alberodi Natale, i festeggiamenti di settembre.E cosi è stato. Ho sentito nel paese un

certo malcontento che si è concretizza-

to, solamente, in critiche e lamentele po-co costruttive. Mi sembra l'atteggiamen-to di chi, in generale, si tiene fuori dallecose del mondo e in particolare dalle co-se délia comunità in cui vive; di chi viveai margini del mondo: in quanto ognivolta che gli si chiede un impegno pren-de il «volo» ed entra in un mondo pro-prio che è più buono, più bello, più tranquille: la famiglia. I motivi di questo ri-fiuto di impegno nel sociale sono da ri-cercare, essenzialmente, nell'affermazio-ne deU'economia come sistema domi

nante nella nostra società, che secondeil modello libérale porta l'attenzione ai

problemi e interessi privati escludendoquelli comuni. Un seconde fattore nonmeno importante è la oramai cronica

mancanza di valori, sui quali una per-sona si fonda per avere la forza di inter-venire nella realtà che le circonda.

Per cosa quindi dobbiamo batterci?

Dobbiamo fare si che questo mondo, seconde le esigenze storiche e le propriedebolezze, diventi un luogo che realizzivalori come la giustizia, la libertà, la so-lidarietà, la pace, la difesa délia vita erispetti la dignité dell'uomo.Pense che tutto ciô si possa raggiun-

gere con una più incisiva azione socialeche prevede la partecipazione diretta nel-l'associazionismo, nel volontariato sociale, nella ricerca e formazione di even-ti. È necessario perô che ci sia qualcu-no disposto ad impegnarsi, problemaquesto molto rilevante nella comunità di

Domanins. Perché siamo al punto chenon c'è più nessuno che sostituisce quelli

che, fine ad oggi, hanno contribuito adorganizzare eventi e manifestazioi pae-sani. A detta di tutti devono essere i gio-vani capaci di prendere il poste di colore che si sono «stancati»; ma quali gio-vani? Non pense dobbiamo considera-re quelli già appartenenti aile associazio-ni di volontariato, che tra l'altro sonomolto pochi, perché gravarli di ulterioriincarichi non farebbe altro che «stancar-

li». Dove sono tutti gli altri?Quindi visto le modeste forze che la

nostra comunità è in grade di metterein campe, cerchiamo di lavorare tutti in-sieme, secondo le nostre capacità e pos-sibilità, per il bene del nostro paese. Miaugure che sia stato un anno di transi-

zione che ci ha fatto capire quanto sia-no importanti questi eventi. In questomodo non vedremo «morire» un paese.

Loris Pancino

Albanesi e solidarietà

Gli albanesi che vivono a Domanins

sono tre; un ragazzo, Indrit, di dicias-

sette anni, sue zio Todor e Vlash, questi ultimi padri di tre figli ciascuno.Sono tra i pochi fortunati che per l'in-

teressamento dei privati hanno potutotrovare in Italia un lavoro, una casa e perIndrit la possibilité di frequentare unascuola che gli permetteré un giorno dipeter vivere serenamente.

Ma perché questi tre hanno lasciatol'Albania per venire nel nostro paese?Dai loro racconti si capisce che sonoscappati per famé, perché la situazionenel loro paese non consente di vivere e

sperare.

Nonostante i recenti, lievi e sporadicimutamenti politici, l'Albania resta unanazione «prostrata» senza speranza diripresa con le sole forze interne e biso-gnosa pertanto di aiuti essenziali dall'e-

stero, sia per quanto riguarda l'emergen-za (il racconto del grano nel 1991 è stato quasi nullo), sia per la riabilitazionee lo sviluppo.Le maggiori nécessité riguardano il

settore alimentare, sanitario e scolasti-co oltre al settore produttivo e di trasfor-mazione privo di materie prime e quindi bloccato con conseguenze disastroseper l'occupazione.

La Caritas italiana prevede di opera-re in varie direzioni innanzitutto dando

un sostegno aile famiglie più povere; ver-ré lanciata una campagna presso le famiglie italiane: "una famiglia per unafamiglia albanese' ' saranno cosi inviatipacchi famiglia contenenti prodotti essenziali (olio, tonno, pasta, zucchero esapone).

Invii di carattere sanitario e scolasti-

co sono previsti entro la fine dell'anno.È stata predisposta anche la fornitura divestiario e scarpe soprattutto per i vil-laggi di montagna privi di tutto.Chi desiderasse partecipare a questa

campagna di solidarietà puô rivolgersialla Caritas italiana (viale Baldelli41/00146 Roma C.C.P. 347013) o allaCaritas délia nostra diocesi. Casa Obiet-tori 72 Via Udine PORDENONE - Tel.

26789.

AndiamoAmici

Con nienîe

puoi dare a chiunque

se vuoi bene a tutti.

Se non possiedi nulla.

luii il ciiore.

che cresce spendendosi.

si oiricchisce spogliandosi

don Primo Mazzolari

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Testimonianze di vita

Avrebbe dovuto essere un giorno di-verso da molti altri quel lontano 25 mag-gio 1934. L'attesa era rivolta esclusiva-

mente a lui quale secondogenito, ed ioe suo padre Elia ne eravamo straordina-

riamente felici..

Non fu cosi; allorchè sin dai primi va-gili capimmo che il suo piano ostentavainusuali lamenti ed il suo corpo manifeste difficoltà motorie.

Ci guardammo in faccia io e mio ma-

rito, ma fu sufficiente per capire; inquell'attimo detti inizio alla mia vita dimamma, cosi come lo aveva desiderato

il Buon Dio.

Lo chiamammo Augusto come il non-no suo e come avevamo sempre desi

derato.

Man mano che i mesi trascorrevano

si evidenziavano in lui i segni esterioridelle sue sofferenze e ben poco serviro-no le cure cui lo sottoponevano durantei vari ricoveri negli ospedali di Padova

e di Milano. Fù una vera e propria cor

sa ad ostacoli, considerando le indicibilisituazioni di allora, ma le speranze ed

il coraggio non demorsero, anzi furonosenza dubbio queste le virtù che contri-buirono a tonificare il mio già provatofisico.

Passammo un periodo di ricovero anche in Svizzera a Losanna, dove aveva

mo riposto le nostre ulteriori speranzealmeno per un parziale recupero fisico.Non furono fatiche sprecate, ma me

ne rendo conto ancora oggi che se dauna parte avevo dato tanto, daîl'altravenni gratificata dalla nascita di un ter-zo figlio. Mi impegnai con tutte le mieenergie per la loro crescita fisica e spiri-tuale e riuscii a creare in famiglia un cli-ma di serenità vivendo con entusiasmo

ogni piccola conquista giornaliera.Niente di tutto questo sarei riuscita ad

ottenere, se non avessi riposto le mie speranze e le mie preghiere in Dio che miha dato la forza di sopportare e mi haaiutato a svolgere il compito affidatomettendqmi accanto un uomo spécialecome mio marito che ora ci ha lasciati,

ed un altrettanto valido aiuto dalla cara

Rita De Piccoli nostra collaboratrice fa-

miliare che con grande affetto ci ha de-dicato gran parte délia sua esistenza.

Rimango ad ascoltare attonito; nellamia inconsueta veste mi domando come

farô ad incorniciare degnamente questo

straordinario colloquio.Mi viene incontro per fortuna Augu

sto, che con un comprensibile «orcocan» mi dice che ha tantissime cose da

raccontare. E la tensione cala!.

Vien quà mamma, - dighe che quasitutti i credeva che mi no capissi perché

faso fadiga a parlar, e invesse capisso ec-come! Come quella volta che quei granluminari de professori i diseva che ga-vevo vita corta sperando che mi no sen-tissi, invesse mi son qua che la conto eloro xe anni che i xe morti.

Certo l'adolescenza e la giovinessa lexe stae molto tristi per mi. Il dover ri-nunziar a tutta la vita attiva ed esser solo

spettator in carossella me riempiva deangoscia e qualche volta me vigniva anche da pianser.

Per fortuna gô avuo una fameia chegià fatto de tutto per alleviar la mia in-fermità, par no parlar dei miei parentispecialmente mia cugina Eisa che me gàfatto tanta e tanta compagnia.Un gran dolor xe stà la morte del mio

caro papà che ricordo sempre con molto rimpianto.A proposito che stampa leggi? No

posso legger perché gô un difetto neioeil

Qui interviene la mamma che dice dileggere ogni giorno il: «Giornale» diMontanelli. Devo leggere tutto, dice, main particolare la pagina sportiva alla voce: Juventus.

Interviene Augusto: - Dighe che sevoio posso dettar un trattato sulla Juvee su tutto il mondo del calcio, - digheintanto se i sà che il calcio xe la quartaindustria in Italia!

Quest'anno chi vincerà il campiona-to? Mi spero la Juve anche se no i xe piùi tempi de Platini, ma anche il Milan deBerlusconi el xe pericoloso!

Per fortuna dal 1954, anno che il mio

caro papà me gà preso la télévision, gôpassà tante belle ore davanti allo scher-

mo per veder le partie di calcio e nonsolo quelle. Una volta i trasmetteva tantebelle commedie; adesso i fà solo dei va-

rietà che poco me intéressa.

Altre passioni? - I cani pastori tede-schi dei quali sô tutto perché ne gô avui

parecchi. I meio xera Cing e Tom fio deun campionne del mondo; xe lù che megà dato le più grandi soddisfazioni nel-le mostre e megà fato ciapar più de qualche medaia.

Perché non esci più sull'uscio di casacome una volta? - Quando che me por-tava fora, la gente passava a pie in bici-

cletta e spesso la se fermava a saludare a parlar. Adesso tutti i và in macchinao in trattor e mi cossa stô a far li? A proposito voio racontar un fatto che me xésucesso al tempo delle biciclette e dei ca-vaii. Un pomeriggio gero come al soli-to sul marciapie davanti a casa mia, eimprovisamente da via Maniago xe sbu-cà un carro con il caval imbizzaario che

se dirigeva verso de mi e il paron nol xera in grado de fermarlo. Fortuna vol chein quel momento pasasse de li un certoNodalin in bicicleta e visto il pericolo,

el gà buttà via la bicicletta el xe corsoa spostar la carozzella salvandome da ungrave pericolo. Ghe son sempre stàgrato.

L'avvenire? - El xé nelle mani de Dio;

il megà aiutà fin adesso, mi spero chelcontinui!

Non poteva suonare meglio questomonito finale che conclude il nostro col

loquio. È tardi, me ne torno a casa grato per l'ospitalità ricevuta. Un vento glaciale muove contro di mé una miriade

di foglie secche che sembrano i miei pen-sieri scomposti. Cammino e penso che

sia giunta l'ora di ridisegnare la mia vita.

Per gentile concessione délia FamigliaCrovato ed in particolare délia Sig.ra Irise di Augusto che con ammirevole dispo-nibilità, hanno affidato alla mia pennaincerta la loro straordinaria testimo-

nianza.D'Andréa Natale

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Il campanile

La prima pietra fu posta il 15 aprile1880. Il parroco don Giuseppe Schiavaimparti la benedizione alla presenza délia commissione incaricata di seguire i la-vori di costruzione composta dai nob.co. Giulio e Valter di Spilimbergo, Pie-tro Giusti, Giuseppe Lenarduzzi, Giovanni De Bedin, Antonio De Bedin, An

tonio De Candido, Angelo Venier, Lui-gi Lenarduzzi fu Antonio, Giovanni Bi-sutti di Celeste, Simone Colautti, PietroPellegrin, tutti eletti dai frazionisti.

Il progettista fu Girolamo D'Aronco

padre del famoso arch. Raimondo D'Aronco. I lavori furono condotti dai com-

paesano Santé Lenarduzzi.

Eseguite le fondamenta vi fù una so-spensione a causa delle strettezze econo-miche. In quegli anni incominciô la emi-grazione in massa dei paesani verso l'A-merica Latina.

I lavori ripresero sotto la cura di donGiobatta Sina nel 1892 e finirono nel

1894.

Tra il 1887 e il 1889 i frazionisti di Do-

manins con il Piovego (plovit) costrui-rono per conto del comune la strada cheporta a Castions e con i soldi ricevuti,a compenso, acquistarono parte deimattoni; il resto fu fatto con contribu-

zioni in denaro, in natura e in mano-

dopera.

Le campane arrivarono nel 1900. Conle offerte si raccolse la somma di L. 7000

e con la consegna dei vecchi bronzi furono acquistare dai fonditore Pietro Col-bacchini di San Giovanni di Bassano le

campane che erano sul campanile di Vi-gonovo del peso di Kg. 2586. Il telaiofu costruito da Giovanni Tapporello diMasor Vicentino. Sonarono per la prima volta il 14 gennaio 1900.

II campanile è alto m. 41, e manifesta

una leggera inclinazione verso est di cm.5. Il suono delle campane a storno crea-no un'oscillazione délia cella campana-

ria di mm. 9, sette verso est e due versoovest.

Luigi Luchini

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Pittori domanisiensi da ricordare

Basso Giuseppe nato il 6 gennaio 1889da Daniele e Ongaro Giovanna, segui la

scuola di mosaico e poi esercitô il me-stiere di piastrellista e di decoratore. Ne-gli anni délia Grande Guerra fu interna-

to in Ungheria e al ritorno, negli anni1920-1923, lavorô corne decoratore e re-stauratore nel palazzo Spilimbergo - Do-

manins. Sua è la paletta di S. Eurosiadélia chiesetta gentilizia, cosi la pala diS. Giovanni Battista délia chiesetta omo-

nima in cui servi da modello Portolan

Giulio e Lenarduzzi Elia di Selva. Suoi

sono i due angeli posti al lato dell'alta-re dalla chiesetta di S. Giovanni B. Poi

parti per Torino e indi a Parigi ove ri-mase fino alla morte avvenuta il 31 mag-

gio 1955.Nel 1927 si sposô con Anna Bisutti e

si dedicô esclusivamente alla pittura.Marchi Egidio detto Beghi nato il 27

ottobre 1926 da Pietro (Roman) e da

Toppan Giuditta. Era un autodidatta,negli anni cinquanta emigrô in Venezuela adattandosi a fare il muratore e il piastrellista. Rientrato in Italia nel 1960 in-

contrô la morte a soli 34 anni assieme

al fratello Giuseppe, in un incidented'auto, a Milano il 2 marzo 1960.

Eli era molto portato al disegno e di-pinse a tempera tutti i mûri délia sua

llMECUM EPISlL'•jlN PAPADiSDB!:

L. Luchini Cristo in mosaico di Basso Giuseppe.

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Dipinto a tempera di Marchi Egidio.

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Nel mezzd è il pittore Basso Giuseppe (Parigi anni trenta). Dipinto a tempera di Marchi Egidio.

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Famiglie domanisiensi e rauscedesi

residenti in CanadàToronto (rausedesi)Basso Giacomo con la moglie e tre figli(emigrati negli anni trenta). I discendentidi Giacomo sono già alla IIP e alla IV®generazione.

Basso D'Andréa Netti ved. di Tino con

i figli.Bassi Teresa in Botecchia con il marito

e i figli.Bassi Luigi (Nani) con la moglie Andrei-na (Pompeo).

Bassi Gina in Cesaratto con il marito

e i figli (Ustin Cin).D'Andréa Luigi con la miglie Anna e i

figli.D'Andréa Giuseppe con la moglie Ce-cilia (Pierisin) e i figli.D'Andréa Luigi con la moglie Gina (Cir)

e i figli.D'Andréa Elisa (Spagnul) con il maritoe i figli.D'Andréa Isidore con la miglie e i figli(Adam).

D'Andréa Maria (Giato) con il marito

Bassinaro Alessandro

Fornasier Gina vedova di Fornazier Gi-

no con i figli.Fornasier Luigi con la miglie Anna e i

figli.Fornasier Paolo con la moglie Wilma ei figli (Vea).Léon Enore con la moglie e i figli.

Padre Giovanni Basso (Nani), mis-sionario.

D'Andréa Natalino sposato (Bota).D'Andréa Celestino (Grispa).Basso Severino (Bacalà) con moglie Bas-

J

Bisutti Ezio con alla destra la moglie

Luisa e alla sinistra Bisutti Gina.

I coniugi Bisutti Marco ed Antonietta con parte délia famiglia.

so Liliana (Cin) e due figli. ■||^^m||RI9liS9Bisutti Angela (polan) _

Bisutti Maria vedova di «Bepi Bisut» K

Bisutti Richetto (idraulico) vive con lamoglie di origine .siciliana e quattro fi- ^ ^gli due maschi e due femmine. V*-' ^ .M . ,Bisutti Gino (muratore) con la moglie Aoriginaria di Fiume Veneto e due figli un Mmaschio e una femmina. «T *Bisutti Gina vedova Capozzo (lavora in w É l ^un supermercato) vive con i figli, due -■* BB _maschi e due femmine.Bisutti Nives con il marito Camazzola ;(sarto) e due figli maschi di cui uno ^ J

I figli dei defunti coniugi Antonietta e I t'Marco IBisutti: j ^ ^Bisutti Elisa sposata con due figlie, e de-ceduta nel 1989.Bisutti Giovanni - Mitri - (muratore)sposato con due figli, un maschio e una Ottawafemmina. Venier Angelina Balet (la^Bisutti Ezio (conduce una coltivazione ca) sposata con Peruzzo 'di funghi) sposato con tre figli due ma- un maschio e una femmschi e una femmina. I coniugi Basso Gino e SaBisutti Bruna (gestisce una salumeria) ceduti lasciando le figlie Lsposata con tre figli due femmine e unmaschio. Williams Lake (raiBisutti Anna con il marito di Castelfran- Zanette Rosalia sposata (co Veneto e due figli uno maschio e una Giuseppe (Bota)femmina. Ziinpttp r^îtinniinln cnncp

V

Ifratelli Bisutti Giovanni,

OttawaVenier Angelina Balet (lavo

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Anna e Usa.

ra in fabbri-ca) sposata con Peruzzo vive con i figliun maschio e una femmina.I coniugi Basso Gino e Sandra sono de-ceduti lasciando le figlie Luciana e Meri.

Williams Lake (rauscedesi)Zanette Rosalia sposata con D'AndréaGiuseppe (Bota)Zanette Gianpaolo sposato

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Famiglie domamsiensi e rauscedesi

residentî in CanadàVancouverLenarduzzi Gino di Ustinut (mosaicistae piastrellista ora pensionato) con la mo-glie di Barbeano di Spilimbergo e duefiglie.Léon Bruno di Doru sposato con tre

figli.Léon Elide di Doru sposata in Pagnuc-co con due figlie maschi e una femmina.Venier Giuseppe Venaruz (piastrellista)

con la moglie d'Andréa Nives e unafiglia.Venier Maria di Beta vedova di D'An

dréa Guido-Driuzza e i figli Giuseppe eTarcisio tutti e due sposati.Marchi Germana sposata con Aere Bruno (nativa di Rauscedo).

WindsorBisutti Dino fu Marco ed Antonietta

(muratore pensionato) vive con i figlidue maschi e una femmina.

CalgaryLéon Maria di Doru sposata senza figli.

WinnipegBisutti Italo (pensionato) con la moglieFederica e due figlie Laura e Franca.Passa sei mesi in Italia e sei mesi in

Canadà.

SubburyDrigo Giorgio (calzolaio) con la moglieLuci Léon di Rauscedo e i figli SoniaUmberto e Cinzia.

II defunto Drigo Enrico ha lasciato la

moglie Angela Bozzato e i figli Giando-menico e Franca.

BathurstDe Candido Sergio - Cristallino - (car-rozziere meccanico) sposato con Quattro figli, tre femmine e un maschio.

LondonDe Candido Giacomo - Cristallino - (ce-

mentista) sposato con due figli un maschio e una femmina.

De Candido Antonietta - Cristallino -

sposata con Zambon di Colle Umberto(piastrellista) e tre figli due maschi e unafemmina.

De Candido Anna Maria - Cristallino -

(guardarobiera in un ospedale) con ilmarito Venturin Flore di San Foca e due

figli un maschio e una femmina.De Candido Ugo-Cristallino - (tornito-re) con la moglie Lina di origine cala-

brese e tre figli due maschi e unafemmina.

Basso Franco con signora e figli (nativodi Rauscedo).

Col. Roméo con la moglie Gabriella

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Bisutti Italo, la moglie Federica. la figliaFranca, il genero Barry e la figlia Laura

Famiglia De Candido Ugo I fratelli De Candido (Cristallino) Antonietta,

Sergio, Ugo, Giacomo, AnnaMaria e Pierina

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Famiglie domanisiensi e rauscedesiresidenti in Canadà

MontréalBisutti Guido (pensionato) vedovo diLuisa Gragnani vive con i figli France-sca, Sergio, Sonia e Anna. Quest'uitimaè rientrata in Italia e vive a Desi. Guido

gestisce un'officina meccanica con seiopérai.De Candide Olvino (imprésario) vivecon la mogiie Angela Venier (Venarus)e i figli Ninfa, Nerio, Nelson e Nansi.De Candide Elie (piastrellista pensionato) vedovo di Maria Nee Michalak.Fernasier Gina (da Rauscedo) vedovaLuchin Tullie (piastrellista) vive con la

moglie Natalina e due figli un maschioe una femmina.

Luchini Egidia (lavora in fabbrica) vivecon il marito Francesconi Mauro (car-pentiere in ferro pensionato) e i figli Mi-rella e Denis.

Santin Massime (meccanico) vive con la

miglie Luchin Bruna e quattro figli duemaschi e due femmine, di cui una è rientrata in Italia e vive a Udine.

Santin Silvane (impiegato) vive con la

moglie e Lucin Alina e due figli un maschio e una femmina.

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Luchin Bruna, Luchin Tullio, Luchin Silvana, Daneluzzi Niso, Natalina in Luchin e SantinMassimo

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Bisutti Guido Luchini Egidia e ilfiglio Dei De Camiido Olivino. De Candiao Ezio. DeCandido Ninfa, De Candido Neiso con ilnipotino

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Famiglie domanisiensi e rauscedesi

residenti in Canadà

Toronto (domanisiensi)

Col Oreste (muratore pensionato) vivecon la moglie More lolanda e i figliFranco e Luciana.

De Candide Assunta di Leti, vedova,(lavora in fabbrica) vive con i tre figli eil padre.De Candide Riccarde - Pagura - (dipen-dente) sposato con una tedesca.Lenarduzzi Gine - Baccarin - (marango-ne specialista) con la moglie Elena (ro-mana) e due figli un maschio di nomeSergio e una femmina.Luchin Silvana con il marito Daneluzzi

Niso (carpentiere pensionato) e due fi

gli maschi.Luchin Silvana con il marito Daneluzzi

Niso (carpentiere pensionato) e due figli maschi.Marchi Ottavie con la miglie D'Agostin

Luisa e due figli: Sergio (deputato par-

lamentare) sposato con Loris e Giorgio(agente di commercio) sposato con Leo-nora. Ottavio conduce una officina di

stampi e bilancie con diversi opérai.Marchi Severine - Lino Cuc - (carpentiere pensionato) con la moglie BertoiaVincenza di Arzene e le figlie Anna eBruna, quest'ultima è rientrata in Italiae vive a Treviso.

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Marchi Ottavio, la moglie D'Agostin Luisa e

il nipotino

Col Oreste con la moglie Moro lolanda, il

figlio Franco e i nipotini

Mere Natalina (lavora in una casa per moglie Pancino Pasqua e tre figlianziani) vive con il marito Mario di San maschi.Vito al Tagl. e due figli. Le tre sorelie Lorenzet Rina, Edvice eRoncadin Giulio (pensionato) con la Vittoria con il figlio Pino.

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Lefamiglip di Marchi Sergio e Marchi Giorgio Pancino Pasqua, il marito Roncadin Giulio e Angeit Drigo

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Famiglie domanisiensi e rauscedesi

residenti in CanadàTrailMarchi Vitale fu Santé Cuc con la mo-glie Lenarduzzi Fiorenza e la figliaFlora.

St. CatharinesCol Roméo (meccanico saldatore) conla moglie Gabriella di Montebelluna ei figli Marisa, Normen, Laura e Paola.

HalifaxIn questa città ha lavorato par oltre tren-ta anni Venier Rodoifo di Beta e di Nar-din Vescul rientrato a Domanins neglianni cinquanta si sposô con Chiarot Eli-sa, ora entrambi deceduti.

L'emigrazione verso il Canada avven-ne nel periodo compreso tra il 1950 e il1960, in questo tempo vediamo formarsiuna settantina di famiglie par un totaledi oltre trecento persone. Tutti i nostripaesani hanno saputo inserirsi bene nelnuovo ambiante e apportare un valido

contributo di capacità alla nuova patria agiatezza. Tutti hanno mandato a scuo-che li ha ospitati. la i figli dandogli una specializzazione

Tutti si sono affermati ed hanno rag- o una laurea.giunto un buon livello di benessere e di a cura di Luchini Luigi

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ozzo corne erci negli anni cinquanta. Mociel-

ostruito cla Lenarduzzi Santé {Santin Pu.stin I

Gruppo di domanisiensi al "Fogoiar Furlan " di Toronto

11 pozzo gli animali.La roggia che portava Tacqua aile fra-

zioni di Domanins e Rauscedo e cheprendeva il prezioso liquido dal Medu-na a Sequals, è stata costruita nel 1426.

// pozzo attuale

Quando fu costruito? Non lo sappia-mo; i documenti tacciono. Probabilmen-te esisteva già nel XII secolo. In originesembra avesse una profondità di 8-10 m.poi fu approfondito in varie riprese fi-no a 15-20 m. Negli anni cinquanta èstato perforato con un tubo 0 cm. 20fino alla profondità di circa 40 m.

In passato il paese si forniva dell'ac-qua del pozzo e di quella dei ristagni na-turali ed artificiali che raccoglievanol'acqua piovana creando le riserve per ilsostentamento délia popolazione e de-

V \V iiaVC^' ProgettoX;-.. riatto a cura

[_ j I J di L. Luchini.

Al tempo délia costruzione gli abitantipagavano un livello (tassa) annuo di treferri di cavallo e altre cose. Nel 1547 Domanins pagava una tassa (danda) annuadi 4 staia di frumento e 3 orne di vino,Rauscedo alcune staia di sorgo. La roggia è andata in disuso nel 1956 con l'av-vento dell'acquedotto comunale.

L. Luchini

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Voce amica

LA VOCE AMICA

Numéro annuale délia Parrocchia di Rauscedo

in collaborazione con la Parrocchia di Domanins.

Redazione do Parrocchia di Rauscedo - Domanins

Direttori responsabiii: Don Elvino Beliuz,Don Giuseppe Liut

Foto di copertina:"Il Glesiut" di via Maniago

■nPO - OfFSET SUCC. MENINI / SPIUMBERGO

A

A TUTTI

IPARROCCHIANI

VICINIE LONTANI

NELLA SPERANZA CHE

ABBIANO TRASCORSO

CRISTIANAMENTE

LA GRANDE FESTIVITÀ

DEL NATALE

AUGURIAMO

UN LIETO E SERENO

ANNO NUOVO

Don ElvinoDon Giuseppe

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