N 15 2016 milan lazioweb

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www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIO Sport & Spettacolo domenica 20 marzo 2016 anno 6 numero 15 Milan Lazio VS SI SALVI CHI PU

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www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIOSport & Spettacolodomenica 20 marzo 2016 anno 6 numero 15

M i l a n L a z i oVS

SI SALVI CHI PUÒ

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MILAN Arbitro: Domenico Celi di Bari

M i l a n Lazio

Allenatore A

llena

tore

LAZIOAbbiati

Abate , Alex, Romagnoli, Antonelli;Honda, Poli, Bertolacci, Bonaventura;

Menez, Bacca

MarchettiBraafheid, Hoedt, Mauricio, Patric;

Onazi, Cataldi;Mauri, Felipe Anderson, Candreva;

Matri

(4-4-2) (4-2-3-1)

A romA Un’Inter SPreConA

Sandro Mazzola

STADIO MEAZZA ORE 20.45

SinisaMihajlovic

StefanoPioli

Complimenti alla Ju-

ventus per la pre-

stazione fornita a

Monaco con il Bayer. I bian-

coneri sono stati bravi nel

tenere sotto pressione l’av-

versario, hanno segnato due

gol che avrebbero abbattuto

qualsiasi squadra sul piano

psicologico. Ma alla fine nel

calcio tutto può cambiare.

In effetti sono convinto che

tutti i tifosi, anche quelli che

remano contro la Juventus,

pensavano di passare il turno,

ma il gol di Muller al 90’ ha

freddato tutti. Peccato perchè

la squadra di Allegri avrebbe

potuto segnare il terzo gol, se

non avesse sciupato un paio

di occasioni clamorose. Oggi

la Juve tornerà in campo nel

derby della Mole ed il sotto-

scritto dal piccolo cuore gra-

nata, farà il tifo per Immobile

e compagni. La Juventus sarà

arrabbiata per l’eliminazione

dalla Champions, però anche

il Torino non sarà da meno

dal momento che gli brucia

ancora la sconfitta di Maras-

si con il Genoa. La sfida del-

lo Stadium sarà seguita con

molto interesse dal Napoli

che tre ore dopo scenderà in

campo al San Paolo contro

il Genoa. Potrebbe essere la

svolta del campionato, se la

Juve non uscirà con il bot-

tino pieno, nel derby della

Mole. Comunque, non sarà

facile neanche per il Napoli,

perchè la squadra di Gaspe-

rini l’ho vista ben preparata,

fisicamente e reattiva con il

Torino. Ah già! Dimenticavo

i cugini pronti ad incrociare

le armi con la Lazio, una La-

zio forse con un pò di fatica

nelle gambe, per l’impegno in

Europa League dell’altra sera

con lo Sparta Praga. Nelle

ultime due uscite i rossone-

ri hanno deluso tantissimo

i loro tifosi, in primo luogo

nella sconfitta con il Sassuolo,

in secondo perchè la speranza

di agganciare l’Inter in classi-

fica è svanita sul nascere. Noi

interisti, invece, speriamo in

un colpaccio del Frosinone

con la Fiorentina, in lotta con

noi per il quarto posto.

I due turni consecutivi fuori dalle mura amiche hanno buttato definitivamen-

te fuori il Milan dalla zona Champions League. Con Sas-suolo e Chievo i rossoneri han-no gettato nelle ortiche cinque punti che alla fine peseranno un macigno. Anche la rincorsa all’Inter si è esaurita, poiché i nerazzurri hanno vinto le ultime due partite. Il postici-po di giornata vede il Milan ospitare la Lazio che tre giorni fa ha giocato contro lo Sparta Praga. Chissà se la delusione per l’eliminazione dall’Europa League ha tolto ulteriori ener-gie nervose ai biancocelesti, che anche in campionato non se la stanno passando benis-simo. Tornando al match di domenica sera, l’assenza del vituperato Montolivo ha pe-sato sin troppo sugli equilibri di centrocampo del Milan, che negli ultimi due turni ha avuto difficoltà enormi a tes-sere manovre di qualità pro-prio in mezzo al campo. Poli e Bertolacci non ne hanno le caratteristiche e, per giunta, la mancanza di ali veloci toglie rapidità anche nelle esecuzio-ni. Eterno dilemma d’inizio anno, che Mihajlovic prova a sopperire con giocatori con ca-ratteristiche diverse per caren-za di rosa. E’ solo un piccolo frammento di una squadra che ha gravi lacune soprattutto nella mediana, punto nevral-gico per non subire gol e per costruirne. E’ vero che l’obiet-tivo precipuo dei rossoneri è la Coppa Italia, ma la finale non sarà per nulla scontata, poiché di fronte troverà la Juventus; qualsiasi giudizio in merito è superfluo. Tornando al match di oggi, è banale pretendere la vittoria per i Mihajlovic-boys, che proveranno fino alla fine di togliere l’egemonia cittadi-na all’Inter, che è avanti di sei punti. Un successo non deve più illudere, ma dare la con-sapevolezza che la stagione sta scivolando via per “atteg-giamento sbagliato nel corso delle partite”, come in setti-mana ha precisato Mattia De Sciglio. Nessuno può sapere se Mihajlovic rimarrà la prossi-ma stagione, di certo gli errori commessi, soprattutto, nel cal-ciomercato, non si dovranno più fare. Progettare non signi-fica improvvisare.

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3domenica 20 marzo 2016 www.stadio5.it

C HA M PION S L E AG U E SE M PR E PI Ù L ON TA NAla partita

Luigi Rubino

Severa Bisceglia

*

Carlos Bacca

1 partita in più

cla

ssif

ica

ma

rcatori

LA C

LASS

IFIC

A

54 36

26

67 41

30 19

12

55

32

60

34

48

30

64

2835

44

24

33

36

25

1013

Éder Citadin MartinsGonzalo Higuain Josip IlicicPaulo Dybala

*

* * *

13

Mauro Icardi

11

Il posticipo serale ospiterà al Meazza la Lazio, poche pos-sibilità per i rossoneri, anche

se i numeri ci sono ancora tutti, di agguantare l’ambitissimo ter-zo posto che vale la Champions, minimo obiettivo stagionale. Una certezza in casa rossonera c’è già, anche se quella che conta meno, giocarsi l’Europa League l’anno prossimo grazie alla fina-le di Coppa Italia che giocherà contro la Juventus. In casa Milan

le incertezze, in questo momen-to, la fanno da padrona. Poche probabilità di conferma sulla panchina del Diavolo per Sinisa Mihajlovic, altrettanto poche le probabilità di vedere sul campo di San Siro, se non nella squadra ospite probabilmente, nella pros-sima stagione per Abbiati, Berto-lacci, Calabria, De Sciglio, Hon-da, Menez, Niang, Poli e Zapata. Delle certezze ci sono comun-que, sfrattati da Milanello Mario Balotelli, Boateng, Diego Lopez, Luiz Adriano e Mexes. Torniamo alla sfida di questa sera. La Lazio arriva a Milano con la stanchez-za della sfida di Europa League contro lo Sparta Praga e quindi costretta a mandare in campo le seconde linee, in campionato è reduce dalla convincente vit-

toria conquistata tra il pubblico di casa contro l’Atalanta per 2-0. Il Milan, ancora orfano di Don-narumma, punterà su Abbiati in porta e, come se non bastas-se, proverà a ricostruire il cen-trocampo, in infermeria anche Kucka per problemi muscolari, con un probabilissimo ritorno del capitano Riccardo Montolivo che sembra aver superato il pro-blema al tendine di achille. La li-nea mediana vedrà schierata una coppia inedita: Poli-Bertolacci. Confermata la difesa titolare mentre l’onere del gol è affidata ancora al cannoniere Bacca, a di-giuno da oltre un mese, servito sulle fasce dal ritrovato Honda e dalla fantasia di Giacomo Bo-naventura. A tenere compagnia a Bacca più probabile l’impiego

difesa, ancora out Basta e Radu, a centrocampo vedremo anco-ra Onazi e più avanzati Can-dreva e Mauri. Anche l’attacco resta incerto, Diordjevic (se la condizione fisica lo permette) e ballottaggio tra Klose, reduce da una convincente doppietta, e Matri. Fermo anche Kishna, le-sione di primo grado al bicipite femorale, mentre potrebbe avere ancora una chance Felipe An-derson. Il recente passato, gare del girone di ritorno a San Siro, vede in vantaggio il Milan con due vittorie sugli aquilotti per 3-0, stagione 2012-2013, e 2-1 alla 23° giornata della stagione 2004-2005. Ben tre pareggi nelle cinque gare prese in esame, uno a reti inviolate e le altre due finite entrambe sulla’1-1.

di Menez e fuori ancora una vol-ta Luiz Adriano. Escluso anche Mario Balotelli. Dietro trove-ranno posto Antonelli e Roma-gnoli, ancora esclusi Zapata e De Sciglio, in compagnia di Alex. Ricordiamo che il Milan arriva a questa sfida dopo l’amara scon-

fitta per 2-0 in casa del Sassuolo e dal deludente pareggio di Vero-na (0-0) contro il Chievo, fana-lino di coda di questa stagione. Stefano Pioli, consapevole dei grossi limiti della sua squadra, proverà a fronteggiare i padroni di casa con Patric e Braafheid in

Su questo Milan non ci sono più certezze. La sconfit-ta con il Sassuolo e il pa-

reggio ultimo di Verona con il Chievo ha fatto precipitare nello sconforto anche il più fiducioso ed incallito tifoso rossonero. Il sesto posto, che consentirebbe alla troupe di Mihajlovic di par-tecipare all’Europa League, non può soddisfare nessuno. Quindi, l’unica ancora di salvezza per il club in questa stagione potreb-be essere solo la conquista della

Milan-Lazio, la sfida delle deluseCoppa Italia. In finale a Roma il 21 maggio prossimo c’è però da battere la Juventus; un avversario che, oltre a voler riassaporare il piacevole gusto della vittoria in campionat, con la conquista del 32esimo scudetto, vuole assolu-tamente riappuntarsi sulla ma-glia la coccarda tricolore, sim-bolo dell’undicesimo titolo della competizione nazionale. Contro la Lazio, questa sera al Meazza, comunque, a giudicare dalle di-chiarazioni rilasciate da Chri-

stian Abbiati ed Ignazio Abate subito dopo l’ultima deludente gara di campionato contro il Chievo, il Milan ha tanta voglia di riprendere la corsa che si è in-terrotta, improvvisamente, nelle ultime due trasferte consecutive e migliorare la classifica, anche per respingere eventuali assal-ti del Sassuolo, distante dietro i rossoneri di quattro punti. La Lazio scende in campo al Meazza con il morale sotto i tacchi. La pesante e sconcertan-

te sconfitta in Europa League contro lo Sparta Praga brucia molto. Il clima arroventato del dopo partita, con i fischi e la contestazione a Lotito e Tare in tribuna da parte dei supporter laziali, è lo specchio di una ten-sione ormai esasperata tra tifosi e società. Ai biancocelesti, con-tro i cechi abili e fortunati, non è bastata volontà e grinta per capitalizzare le tante occasione create in attacco. Troppi sono poi stati gli errori commessi dal reparto arretrato che nel primo tempo ha beccato due gol in soli 11 minuti, ponendo fine ad ogni speranza di qualificazione. La Lazio deve quindi recitare il mea

culpa. Fuori dall’Europa League, alla squadra di Pioli ora non è rimasto altro che il campionato. Ma con quali stimoli ed obietti-vi? Quasi nessuno, anche per-ché i biancocelesti in classifica sono troppo lontani dalle posi-zioni che garantiscono la par-tecipazione all’Europa League la prossima stagione. Le uniche e due significative vittorie delle tre complessive disputate in tra-sferta e in campionato la Lazio le ha finora conquistate a Milano contro l’Inter, prima della sosta di Natale e nella successiva tra-sferta del 9 gennaio 2016 contro la Fiorentina nell’ultima gara del girone d’andata (1-3). I pareggi

lontano da casa sono invece stati ben 5. L’ultimo è stato ottenuto a Torino contro i granata (1-1). Contro i rossoneri, i biancocele-sti non vincono a Milano da ben 27 anni. Sarà la volta buona?

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AlessandroMatri

SinisaMihajlovic

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I Cugini

Severa Bisceglia

Se le strisce sono bianconere

P. C. Fantini Forneris Torino-Juventus, aria di derby con serenitàFinalmente arriva il derby di

Torino , dopo la prova ge-nerosa e coraggiosa di una

Juventus europea di massimo rispetto. Arriva oggi una delle stracittadine più attese d’Italia, il Derby della Mole, che è il simbo-lo di Torino città, cara non solo ai torinesi, che servirà anche a saggiare le reali condizioni del-le due aquadre. Quanti ricordi sono legati a questa stupenda gara. se pensiamo che sono ben 190 i derby ufficiali , dal 1907 ad oggi. Cerchiamo di capire come le opposte tifoserie vivono la vi-gilia di quella che per tutti i tifosi rappresenta la partita di una in-tera stagione. Nelle strade del capoluogo su-balpino, sotto un tiepido sole, si respira ormai da giorni aria di grande calcio e di acceso tifo.In via Filadelfia, per esempio, il bar SWETT è il punto di in-

contro di una tifoseria granata mai doma, dove le discussioni sono tante e vertono, ovviamen-te sull’impiego dei calciatori ed ognuno, come so usa in Italia, propone la sua formazione. In-somma, già tra i tavoli del bar aleggia quella sana voglia di cal-cio giocato, anche se,purtroppo, dobbiamo segnale l’incendio di un ritrovo granata ad opera di ben noti facinorosi bianconeri. Ciò non toglie, tuttavia , quella che è l’attesa, dice Franco C. che è un anziano tifoso granata pie-montese da sempre, ci dice, con tiepido sorriso, che il derby per lui è tutto nella vita e vale una stagione intera, ama Ventura, non disprezza il presidente Cai-ro, che fa quello che può.Ci saluta dicendoci “ Forza Toro”. Tra i tanti tifosi caldi ed anche vecchi ultràs, in fondo. la spe-

ranza è anche nella fatica che i bianconeri, si spera, si porte-ranno nelle gambe domenica. Ma non basta, ci dice Beppe L. , giovane ragazzo ultras, i nostri cuori sono tutti per questi ra-gazzi, per questa magica maglia granata, ricca di storia e di tanti cari ricordi,mai sopiti.Dalla sponda bianconera, le cose vanno meglio. La Vecchia Signora, nonostante il KO di Monaco,gode dei favori del pro-nostico. Il Bar PLATTI, in corso Vittorio Emanuele a due passi da piazza San Carlo è da sempre stato il simbolo di una tifoseria “classi-ca”, importante: la Juve ha tifosi in tutta Italia e all’estero , com-petenti che amano la squadra ,dove Allegri, dopo Conte, ha ri-portato orgoglio e fiducia,in una tifoseria vogliosa di dimostrare al mondo intero di essere sempre

la numero uno.Francesco Z. è l’esempio di un tifoso meridionale arrivato dalla Puglia negli anni sessanta, ope-raio in FIAT e grande tifoso ju-ventino. Ci dice che ama questa città che gli ha dato tanto e poi con le lacrime agli occhi, ricor-da l’Heysel, e i tanti derby visti in prima fila al Comunale e ora allo Juventus Stadium. Se ne va salutandoci e facendo il segno di vittoria: domenica c’è il derby e vinceremo noi.Da parte nostra, come prima esperienza tra il tifo, ci auguria-mo solo di non assistere a van-dalismi annunciati,ma che tutta Torina, quella granata e quella bianconera, pensino a giocare per offrire un degno spettacolo di calcio, anche come incorag-giamento a comportamenti civili che da sempre contraddistin-guono la Torino per bene.

Il gol del vantaggio di Peri-sic vanificato dal pareggio di Nainggolan al 39’ della

ripresa. Peccato, una possibili-tà di accorciare le distanze dai giallorossi buttata alle ortiche e oggi la Fiorentina potrà ef-fettuare il sorpasso e portarsi a meno 3 dalla Roma. Ieri sera all’Olimpico è finita 1-1 tra Roma e Inter. Bravo Perisic ad approfittare dell’errore di Ma-nolas all’8’ del secondo tempo mettendo in rete una palla ar-rivata dalla linea slava Ljajic-Brozovic e bravissimo Naing-golan ad anticipare Miranda e servire la rete del pareggio. Tut-to accade nella ripresa, il primo tempo dava indicazioni di un pareggio che accontentasse en-trambe le formazioni ma chi

L’Inter SPreCA L’oCCASIone dI AVVICInArSI ALLA CHAmPIonSAlla Fiorentina la ghiotta occasione di portarsi a -3 dai giallorossi

ne beneficia in chiave Cham-pions è sicuramente la Roma. Era partita meglio la Roma, poi la parte centrale porta la firma nerazzurra, il finale è stato in-vece equamente diviso, pur con il destro al volo di El Shaarawy, al 40’ che ha costretto Handa-novic ad intervenire. Spalletti ha optato per l’attacco veloce, lasciando Dzeko in panchina, con Perotti finto centravanti. E proprio dell’argentino, al 4’, è la prima conclusione del match, con un destro appena dentro l’area finito alto. Al 6’ si affac-cia l’Inter, tiro al volo di Perisic ben imbeccato da Biabiany, ma Florenzi è bravo ad opporsi. Al 10’ Perotti serve El Shaarawy, ma sul cross Nagatomo è bra-vo a spedire in angolo. L’Inter pare andare in sofferenza, poi il gruppo di Mancini cresce. Miranda e Murilo fanno muro, Biabiany sulla fascia destra si sobbarca un lavoro enorme. E proprio dai piedi del francese, al 19’, parte un’azione perico-losa: palla a Ljajic che innesca Perisic, al centro salva Mano-

las prima del fallo di mano di Eder. Al 24’ ci prova l’ex Ljajic, ma il destro è centrale. Quat-tro minuti più tardi è Perisic protagonista: rientro e destro a giro dal limite che finisce alto. La Roma non trova molte linee di passaggio per Salah, Spallet-ti è innervosito in panchina, Keita si prende un giallo per gioco scorretto. Il 32’ rischia di diventare un minuto cvhiave: prima Nainggolan nono serve il liberissimo Perotti e cerca il destro dal limite (deviato), poi sul cambio di fronte Ljajic as-siste perfettamente Brozovic, che da ottima posizione spreca con un destro sballato. Al 40’ il destro al volo di El Shaarawy di cui sopra. E in pieno recu-pero, al 46’, Salah defilato in area cerca un inspiegabile cross senza servire l’accorrente El Shaarawy. Poi il secondo tem-po, il botta e risposta che lascia inalterata la classifica in ottica Champions e regala un assist alla Fiorentina, che domani a Frosinone può accorciare a meno tre dalla Roma.

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Rodrigo Ely

GianluigiDonnarumma

M’Baye Niang

Juraj Kucka

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7domenica 20 marzo 2016 www.stadio5.it

Giovanni Labanca

Vita di CLUB

Ogni promessa è debito, come recita un antico e sempre valido prover-

bio. Era una questione di ono-re, era un impegno che Barbara

Milan Club Sassariva aderito, per rispetto, anche la figlia del Cavaliere che ora regge le sorti della Società. Serviva una donazione di una certa concre-tezza per aiutare i bambini del Reparto di Pediatria di Sassari e da Milano la risposta non si è fatta attendere. Alla stessa inizia-tiva hanno aderito anche tanti industriali locali, di qualsiasi co-lore, perchè i problemi della gen-te non si risolvono mai da soli. Barbara Berlusconi ha espresso tutto il suo compiacimento e la sua gioia per aver fatto qualcosa

pio venga copiato anche da altre società, perchè solo così può as-sumere valore anche il tifo che non deve restare fine a se stesso. Il Milan, con la AIMC è sempre vicino alle esigenze soprattutto dei club più disagiati e lontani”. Il presidente Stefano Sardara, ov-viamente commosso alla pari dei numerosi partecipanti alla bella cerimonia ha dichiarato “Abbia-mo lavorato a lungo a questo progetto ed alla fine, grazie alla buona volontà ed alla bontà di persone speciali, siamo riusciti

re dei Sardi,un grazie a Barbara, grande quanto il mondo. Grazie ancora e a ben presto rivederci”. La festa che poi ne è seguita è stata toccante ed ha permesso a tutti di intrattenersi circa le sor-ti del Diavolo, cui, comunque, hanno indirizzato pensieri d’a-more e brindisi augurali. Anche il Reparto di pediatria, per boc-ca del suo direttore scientifico, ha ringraziato del magnanimo gesto con la promessa solenne di non sciupare nemmeno un centesimo,ma di mettere a frut-

Berlusconi aveva preso nei con-fronti del sodalizio rossonero dell’incantata Sardegna. Tutto è avvenuto durante il Torneo gio-vanile che il Milan Club Sassari organizza ogni anno, durante le vacanze natalizie ed al quale ave-

che supera qualsiasi limite spor-tivo e poi, a maggior ragione, se è rivolta alla popolazione isolana che non sempre riesce a conta-re su una sanità efficiente. “Mi auguro, -ha detto Barbara tra gli applausi-, che questo esem-

a centrare l’obiettivo. La gente di Sassari, tutti, dal primo all’ul-timo, sono veramente grati alla nuova signora del calcio e per-sona capace di riportare, fra non molto, anche la squadra agli alti livelli cui era abituata. Dal cuo-

to la donazione nel migliore dei modi. Parola d’onore, sottoscrit-ta con applausi convinti da tutti i soci presenti.

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Giovanni Labanca

Vita di CLUBOspiti in tribuna

Come è consuetudine, il Milan ha ospitato anche in occasione della partita

t r I B U n A d ’ o n o r ecasalinga di Coppa Italia, gio-cata e vinta contro l’Alessandria, con l’alessandrino doc Gianni

Rivera, in tribuna, alcuni Milan Club. Nelle foto, ecco quelli di Modena

e Biella, che posano con grande soddisfazione con un elemento di spicco del Milan.

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9domenica 20 marzo 2016 www.stadio5.it

Ospiti

Giovanni Labanca

Lo aveva già centrato nel suo mirino, volando basso su San Siro, il piccolo Dia-

volo di questi tempi è designato come vittima sacrificale, proprio in questo periodo pasquale.L’occasione sarebbe stata più ghiotta che mai e non ci sarebbe stato alcun motivo per sprecar-la per fare un colpo grosso che avrebbe rafforzato il suo mo-mento magico per la soddisfa-zione della dirigenza, e pubblico esigente, ex contestatore. I conti, però, sono stati fatti troppo pre-sto senza l’oste e l’oste scorbutico ed impiccione è arrivato da Pra-ga ed ha brutalmente spennato l’Aquila, pronta solo per essere impadellata per farne un buon brodo, visto che è anche abba-stanza vecchia. Fuori dall’Euro-pa, proprio quando i biancoce-lesti vi avevano già piantato, ben saldo, uno scarpino chiodato. Delusione cocente che ha man-

L’Aquila spennata per risogere a San Sirodato su tutte le furie l’ambiente capitolino, proprio quando si sognava di portare nel suo nido di Roma quelli che sono i resti della squadra più blasonata del pianeta (come recitava un lungo striscione su un palazzo di via Turati). Il suicidio collettivo ha tinto di rosso vergogna le maglie celesti e complicato non poco la trasferta di San Siro, dove ad aspettare i resti dell’Aquila un Diavolo che, sebbene mezzo morto anche lui, si rianima e si sottrae all’idea di essere ancora vittima designata per il pranzo pasquale. Cosa succederà in casa Lazio, dopo gli strilloni di Lotito che si innalzavano fino dalle par-ti di Giove? “Andiamoci piano, per favore, ci dice mister Pioli. La sconfitta di giovedì porta il nome di tutti, perchè erava-mo già convinti del passaggio del turno. E’ uno sbaglio che si commette sempre e ci siamo ri-cascati. Non ci sono attenuanti e mi cospargo il capo di cenere en in piena umiltà chiedo scuso ai tifosi. Il Milan non attraversa un buon momento, ma non è detto che sia finito. Sarebbe sta-ta un’altra gara quella di stasera, ma dobbiamo cercare la forza di reagire prontamente, altrimenti compromettiamo anche il rima-nete campionato ed in tal caso, la vergogna sarebbe totale. Ci pro-

veremo e promettiamo il massi-mo impegno alla tifoseria, che non aspetta un’altra figuraccia, ma una prova di orgoglio. Punto e basta”. Più nero di tutti è, logi-camente, il presidente Lotito, il padrone taciturno che la parola la prende solo in certe situazio-ne. E proprio con noi di Stadio5 si è lasciato andare con frasi ir-ripetibili dopo l’eliminazione in casa dalla Coppa, che significa tanti soldoni in meno e tanta de-lusione in più, proprio ora che la squadra aveva maturato una cer-ta quadratura e trovato un buon slancio in campionato. Mi vedo costretto a rivedere tante cose,

non ultimo un attento esame sulla rosa dei giocatori, sembrati in preda all’anticipato ponentino romano. Senza uomini con gli attributi non si va da nessuna parte. Che sia chiaro per tutti, dal primo all’ultimo, che non ho più nessuna intenzione di perdo-nare. E da San Siro, voglio tor-nare con i tre punti, se non sono guai, mi sono spiegato? Il Diavo-lo è avvertito e sa che il suo me-stiere è pure quello di sedurre ed incornare la momento che meno ti aspetti. Ha gli gli occhi di tutti puntati sul collo e qualcuno pure il fucile, in senso metaforico, e non ha più bisogno di sbagliare

in casa davanti al proprio pub-blico che, anche da questa parte, di scuse non ne vuole sapere. Lotito aveva ha già pronta la va-ligia dove riporre il tesoretto dei tre punti da portare nella Capi-tale e mostrarlo festante ai suoi sudditi capitolini di fede bianco-celeste, dovrà passare da un altro negozio di pesca e rifornirsi ma-gari di una rete. Sarebbe toppo triste per un presidente come lui che dell’onore fa un punto di for-za della sua personalità.San Siro, ne siamo certi, sarà un campo di battaglia, su cui assi-steremo ad una caccia spietata, ma dove potremmo assistere, e

nessuna ragione ce lo vieta, an-che ad una inaspettata incorna-ta da parte del Diavolo, che ha sempre in serbo l’arma della di-sperazione da sfoderare quando si sente minacciato.Vedremo se sarà l’Aquila a tor-nare a volare alta nel cielo di Mi-lano o se dovrà essere portata, con massima urgenza, al vicino centro Veterinario di via Cilea, dove si curano gli animali feriti, che non sempre ne escono nelle condizioni migliori.Non ci resta che guardare in alto, per capire quello che sarà succes-so nel catino di piazzale Angelo Moratti.

Derby della Mole, questo pomeriggio all’Olimpico, con

la Juventus frastornata per la botta con il Bayer e il To-rino dal dente avvelenato per la rocambolesca sconfitta di Marassi con il Genoa. Man-co farlo apposta, i bianconeri

La Juve prova a risorgere dopo Monacoall’Allianz Arena erano pas-sati in vantaggio con due gol di scarto, i granata a Genova, pure loro con la doppietta di Immobile. Sia l’undici di Al-legri che quello di Ventura hanno subito la remontada e di conseguenza proveranno a scrollarsi di addosso la delu-

il derby della Mole, tifando Toro in modo di poter spera-re nell’aggancio ai bianconeri al comando della classifica. (Un pareggio ci starebbe an-che bene), ha confessato Sar-ri. Ma il tecnico del Napoli sa anche che i campioni d’Italia sono quasi imbattibili in cam-

po nazionale. Una giornata, quella di questo trentesimo turno, caratterizzata dalla sfi-da di ieri sera all’Olimpico tra Roma ed Inter e proseguita oggi con la già citata sfida di Torino.Non facile anche il compito della Fiorentina, altra squa-

dra in corsa per l’Europa, chiamata all’impegno esterno con il Frosinone, ridimensio-nato nella sfida salvezza, con la sconfitta di Modena con il Carpi di sette giorni fa. Car-pi che a sua volta potrebbe tentare il bis, espugnando il Bentegodi, battendo l’ormai condannato Hellas Verona. Da seguire, con la tremarel-la addosso anche la gara di Bergamo dell’Atalanta con il Bologna e quella dell’Udinese a Reggio Emilia contro il Sas-suolo. In serata, toccherà poi al Milan respingere a San Siro l’assalto della Lazio, reduce dall’impegno fallimentare contro lo Sparta Praga.Per i rossoneri una serata de-licata dopo le due prestazio-ni poco felici con il Sassuolo ed il Chievo, che hanno fatto mettere in cassaforte un solo punto dei sei disponibili.

sione. In campionato la Vecchia Si-gnora ha sempre tre lunghez-ze di vantaggio sul Napoli che scenderà in campo al San Paolo tre ore più tardi, affron-tando il lanciatissimo Genoa di Gasperini. I partenopei se-guiranno con molto interesse

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11domenica 20 marzo 2016 www.stadio5.it

Napoli bavarese un giorno all’improvviso

I napoletani sono condannati a perdere, sempre, perché in loro non esiste il buonsenso

dell’opportunista, anzi, c’è una frase in una canzone che la dice lunga sulla vera anima parteno-pea: “Dimane tengo e diebete, stasera songhe nu Rre!”Si è festeggiato, infatti, per le strade, nei vicoli, nelle case e nei palazzi di Napoli e di tutta la Campania e di tutto un sud ribelle; si sono gridate ovazio-ni al gol di Thiago Alcantara ( figlio di Mazinho ex Fiorenti-na), manco fosse stato Antonio Careca Filho; si è visto scende-re in strada tanta gente dopo il triplice fischio dell’arbitro e si sono sparati i famosi trikitra-ke( il famoso tracco napoletano che si usa fare esplodere l’ultimo dell’anno); si è celiato sui social network, soprattutto sull’ammo-

nizione a Bonucci e sui lamenti di Marotta che ha inveito, udite, udite, contro l’arbitraggio, in-vitando in tal modo un intero popolo a scatenarsi in uno sfot-tò attraverso la riproduzione fedele di quella roboante per-nacchia di eduardiana memoria in Napoli Milionaria. Sono stu-pito ma al tempo stesso fiero di questo modo di fare; in un’altra dimensione, in un altro contesto sociale , per esempio a Milano, a Roma, a Firenze si sarebbero di sicuro contrariati per come è an-data all’Allianz Arena tra la Juve e il Bayern, a Napoli no, qui, in-vece di dispiacersi perché la Juve, uscendo dalla Champions, potrà dedicarsi solo al campionato, l’esaltazione ha preso la mano e ha trasformato un problema in festa. Penso personalmente e da tifoso del Napoli che la Juve, solo per una questione di mera caz-zimma, doveva passare il turno e andare avanti, così che ci sareb-bero state un maggior numero

di partite da giocare, le energie dei suoi calciatori sarebbero an-date a distribuirsi sui due tornei ( coppa e campionato)e ,alla lun-ga, anche con l’aiuto di qualche infortunio importante, la squa-dra zebrata avrebbe avuto seri problemi per l’ultimo rush di Se-rie A. A Napoli la gioia di veder perdere i non colorati è andata oltre il buonsenso.I napoletani sono così, anche con il Borbone fecero la stessa cosa, festeggiarono la sconfitta di loro stessi. Per fortuna a Palermo, in occasione del derby delle Due Sicilie della passata settimana, gruppi di tifosi delle due com-pagini e capitali dell’antico regno borbonico, si sono incontrate e abbracciate con uno striscione che la dice lunga sulla volontà di appartenenza di un intero po-polo; durante la partita Palermo - Napoli giganteggiava, appun-to, uno striscione borbonico al Barbera con su scritto : “Da una capitale all’altra …” , continuan-

do così quel sodalizio tra i tifo-si del Calcio Napoli e quelli del Palermo. Prima della partita, c’è stata una grande festa tra le due tifoserie, unite entrambe da una storia comune, quella del Regno delle due Sicilie. I supporter az-zurri e rosanero si sono infatti incontrati prima dell’inizio della gara, intonando cori di forte or-goglio e spirito di appartenenza al territorio. Il match tra Napoli e Palermo era ancora in corso di svolgimento, ma lo spirito che si respirava allo stadio era di forte amicizia e identità. I tifosi azzur-ri sono stati infatti ospitati nella curva dei tifosi del Palermo. Un gesto che certifica l’ottimo rap-porto di queste due tifoserie. Proprio tra le gradinate dello stadio Renzo Barbera è apparso appunto uno striscione borbo-nico, come testimoniato dalla da TuttoNapoli.it: “Da una capitale all’altra … uno storico saluto di fratellanza”. Non vinceremo mai

niente ma almeno ci siamo ritro-vati. Adesso ci tocca uno scontro fratricida contro il Genoa, per tenere ancora accesa quella fiam-mella di speranza che ci porterà a sognare almeno per qualche settimana ancora. Un sogno che comunque andrà a finire sarà stato bellissimo. Per fortuna l’e-ventuale vittoria degli uomini di Sarri non inciderà sul futuro del Grifone, almeno questo rincuora gli animi della tifoseria parteno-pea, gemellata, oramai, da oltre un trentennio con quella ligure sponda genoana.A nove turni dalla fine, il Napoli ha già un punto in più di quelli fatti nella passata stagione a fine torneo, ha inanellato 8 vittorie consecutive (cosa mai accaduta finora), ha il suo bomber in corsa per la conquista della scarpa d’o-ro con 27 gol in 29 partite (cosa che non accadeva dalla notte dei tempi), ha espresso per lunghi tratti della stagione il miglio-

re calcio in assoluto tra i venti club che hanno partecipato alla competizione della serie A; eco-nomicamente, inoltre, l’allenato-re ingaggiato da De Laurentis, Maurizio Sarri, è quello meno costoso dei tecnici di vertice( per dire, per esempio Mancini all’In-ter prende più di 4 milioni di euro a stagione mentre il tecni-co tosco – napoletano ne prende 700mila) e, sempre dal punto di vista finanziario, il parco gioca-tori nel giro di un anno è passato da “operazione svendita totale” a livello di “ Grandi Firme”; oggi per prendere uno come Gonzalo Higuian ci vogliono 100 milioni di euro mentre ad inizio stagio-ne la sua quotazione era notevol-mente inferiore. Ecco, tutte que-ste ghiottonerie sono state come una sorta di campionato già vin-to, per tutto il popolo azzurro, ora che si vinca o meno quello della Serie A Tim è solo un fatto di almanacchi illustrati e punto.

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pagine 284 - ill. - prezzo € 16,00isbn 978-88-6218-242-3

Nell’ottobre del 1908, cu-riosamente a Chiasso, si

disputava il primo Inter-Milan, la sfida che sarebbe diventata il derby italiano per eccellenza, il più giocato, il più prestigioso. Il derby della Madonnina ne ce-lebra la storia ripercorrendo in sessantuno storie la sua gloriosa epopea attraverso partite famose e incontri che pochi conoscono. Un lungo, intenso e vivace rac-conto, ricchissimo di aneddoti, interviste, personaggi: dai fratelli Cevenini all’immenso Meazza che segnò con entrambe le ma-glie, dai fuoriclasse come Nyers e il Gre-No-Li, Rivera e Mazzola, Matthaeus e van Basten, Ibra e Kaká, a giocatori magari meno celebri ma che un’impronta, nel-la stracittadina, l’hanno lasciata: Smerzi, Bonizzoni, Cappellini, Belli, De Vecchi, Minaudo e tan-ti altri. Calcio, dunque, ma non solo. Poesia, musica, fatti di cro-naca si inseriscono spesso e vo-lentieri nei racconti, al pari delle vicende di una città fortunata a possedere il derby. Perché la stracittadina, oltre a essere emo-zione allo stato puro, è anche de-mocrazia: una sorta di bipolari-

Alberto Figliolia, Davide Grassi, Mauro RaimondiIL DERBY DELLA MADONNINA

smo calcistico, l’esaltazione della dialettica, della libertà. Questo libro rappresenta un sincero, ap-passionato atto d’amore nei suoi confronti.Alberto Figliolia è giornali-sta pubblicista. Collabora con il «Gazetin», periodico indi-pendente di cronaca civile, e «tellusfolio», rivista telematica “glocal”. Allenatore di basket, ha provato a coniugare la passione dell’insegnamento con i concetti di agonismo, democrazia e soli-darietà. Collabora con Silvana Ceruti alla conduzione del Labo-ratorio di Scrittura creativa nella Casa di Reclusione di Milano-Opera. Ha scritto numerosi libri navigando fra poesia e sport. Condivide con Çlirim Muça la vocazione alla divulgazione del-lo haiku e crede con fermezza nel martello libertario e gandhiano della poesia.Davide Grassi, giornalista pub-blicista, ha collaborato con diver-si quotidiani nazionali – tra cui il «Corriere della Sera» – prima di approdare agli uffici stampa. Ha pubblicato Inter? No, grazie! (Li-mina, 2002), Rossoneri comun-que (Limina, 2003) – antologia curata con Andrea Scanzi –, La palla è rotonda? (Limina, 2003), Rossoneri. Il manuale del perfet-

to casciavit (Fratelli Frilli Editori, 2008). Nel 2013, ha curato il Dia-rio della mia guerra (Segni e Pa-role), scritto da suo padre Paolo, e nel 2014 ha partecipato all’an-tologia 33 Racconti rock (QuiE-dit). Il suo sito è www.davideg.it, il blog www.fuorigiocoblog.com. Mauro Raimondi, milanese, ha esordito nel 2003 con Invasione di campo. Una vita in rossonero (Limina), partecipando all’an-tologia Rossoneri comunque (Limina, 2003). Insegnante di Storia di Milano, ha curato la biografia del poeta Franco Loi in Da bambino il cielo (Garzanti, 2010). Della sua città ha raccon-tato il cinema in Milano Films 1896/2009 (Frilli, 2009, coautore M. Palazzini), le testimonianze dei viaggiatori stranieri in Dal tetto del Duomo (Touring Club, 2007) e i libri in CentoMilano (Frilli, 2006). I tre autori hanno pubblicato insieme Centonovan-tesimi (Sep, 2005), Eravamo in centomila (Frilli, 2008) e Portieri d’Italia (A.Car, 2010). Nel 2010, Figliolia e Grassi hanno inol-tre scritto La sua Africa. Storia di Samuel Eto’o (Limina), e nel 2012 Grassi e Raimondi hanno pubblicato Milano è rossonera (Bradipolibri).

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13domenica 20 marzo 2016 www.stadio5.it

Milano-Sanremo

Sfreccia Arnaud DemarePozzato 8° primo italiano

Colpo vincente di Arnaud Demare, (nella foto l’esul-tanza all’arrivo) alla 107°

Milano San Remo, disputata sui 291 chilometri + nove in auto-strada, con la partecipazione di 199 corridori,in rappresentanza di 24 squadre. Sul traguardo di via Roma l’atleta transalpino ha bruciato allo sprint in britanni-co Ben Swift ed il belga Jurgen Roelandts. Era dal 1995 che un corridore francese non vinceva la classica di primavera. Quinto posto per Van Avermaet, uno dei favoriti della vigilia con Can-cellara, migliore degli italiani Pozzato, ottavo, alle sue spal-le Colbrelli e Trentin. La gara è stata condizionata da una frana tra Genova-Voltri e Arenzano,

che ha costretto gli organizzatori a dirottare la corsa per nove ki-lometri sull’autostrada, per poi tornare sul percorso originale. Una corsa che ha visto una lunga fuga di undici corridori, parti-ta prima di Binasco e esauritasi ai piedi della Cipressa. Da quel momento, si sono susseguiti diversi scatti, promossi dalla TIMKOFF e la Katusha. A ven-tidue kilometri dall’epilogo , al-lungo di visconti e del britannico Stannard, mentre sullo strappo cedeva Cavendish. Poi ci hanno provato, sul Poggio, prima Fedi, poi Galopen e quindi il polac-co Kwiatkowoski, tallonato dal nostro Nibali, grazie ad un re-cupero in discesa con lo squalo c’erano anche Cancellara, Tren-

tin e Sagan,ma nell’ultimo chi-lometro una caduta, l’ennesima di questa giornata, di Brambilla ha condizionato la volata, vinta poi con merita da Demare. La caduta più rovinosa si è verifica-ta a San Bartolomeo a Mare, con venti corridori a terra. Peccato della rinuncia alla San Remo di Domenico Pozzovivo. Il corri-dore lucano sembrava in ottima forma dopo la Tirreno Adriatico, ma i suoi sponsor hanno prefe-rito farlo riposare e dirottarlo al giro di Catalogna, in programma nei prossimi giorni.

Luigi Sada

Giovanni Labanca

Quando è lungo nella sto-ria del tempo un secon-do? Quasi niente, se, ap-

punto, proprio un solo secondo è bastato a Greg Van Avermaet (nella foto), per aggiudicarsi la prestigiosa corsa di primavera e battere proprio Peter Sagam, dato per grande favorito sino dall’inizio. Sagam ci sperava fortemente e non ne aveva fatto mistero,ma anche nel ciclismo bisogna fare il conto con il passo più veloce ed anche la fortuna. Questa volta la Dea bendata non ha sorriso a Peter Sagam, che al traguardo dopo la cronometro conclusiva sul lungomare di San Benedetto del Tronto, è apparso sfiduciato, contrariato e deluso. Sarebbe bastata una sola peda-lata più decisa e quel maledetto secondo lo avrebbe guadagnato di certo. Peccato per lui,ma me-rito al vincitore che ha saputo condurre una gara accorta, sen-za sprecare energie e capace di non lasciarsi mai staccare nelle tappe più impegnative. Il belga della BMC è riuscito a difende-re la Maglia Azzurra conquistata lunedì, mentre la vittoria del-la crono di San Benedetto del

La Tirreno-Adriatico a Greg Van Avermaet, per un secondo su SagamTronto è andata ancora una volta a  Fabian Cancellara  della Trek Segafredo: per l’elvetico è poker e ora aspetta che gli sia intitolato, come minino, un tratto del bel lungomare Adriatico, con tanti altri onori che spettano ad un grande Campione, le cui origini risalgono alla bella Lucania. La sua prestazione è stata davve-ro incredibile, visto che rispetto all’anno scorso, su questo stesso percorso, si è migliorato di ben 15”. Un peccato che per la Loco-motiva di Berna questo sia l’ulti-mo anno da professionista.Sul terzo gradino del podio dietro Van Avermaet e Sagan troviamo il giovane  Bob Jun-gels  dell’Etixx-Quick Step, che è anche il titolare della Maglia Bianca. Il migliore degli italiani è  Vincenzo Nibali  dell’Astana che si piazza al sesto posto. La Maglia Rossa della classifica a punti va a  Peter Sagan, men-tre  Cesare Benedetti della Bora Argon ha vinto la classifica sca-latori.Questi i  primi dieci classificati della crono: 1) Fabian Cancellara (Trek-Sega-fredo) 11’ 08” 2) Johan Le Bon (FDJ) +13” 3) Tony Martin (Etixx-Quick Step) +15” 4) Alex Dowsett (Movistar) +15” 5) Thomas Leezer (Team Lotto-NL Jumbo) +16” 

6) Maciej Bodnar (Tinkoff) +17” 7) Alexandre Geniez (FDJ) +18” 8) Edvald Boasson Hagen (Di-mension Data) +19” 9) V. Kiryienka (Team Sky) +20” 10) Damiano Caruso (BMC) +22”Questa la top-ten della classifica generale finale: 

1) Greg Van Avermaet (BMC) 20h 42’ 22” 2) Peter Sagan (Tinkoff) +1” 3) Bob Jungels (Etixx-Quick Step) +23” 4) Sebastien Reichenbach (FDJ) +24” 5) Thibaut Pinot (FDJ) +24” 6) Vincenzo Nibali (Astana)

+29” 7) Zdenek Stybar (Etixx-Quick Step) +33” 8) Michal Kwiatkowski (Team Sky) +39” 9) Bauke Mollema (Trek-Sega-fredo) +45” 10) Roman Kreuziger (Tinkoff) +48”

La Tirreno -Adriatico è l’ultima grande occasione per arrivare in gran forma alla Milano -San Remo, che rappresenta sempre una grande classica, per cui non è facile pronosticare il vincitore, tanti sono i corridori che se la giocheranno fino all’ultimo se-condo. Appunto.

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15domenica 20 marzo 2016 www.stadio5.it

buco NERO

Luigi Sada

finestra sul mondo e dintorni

Giovanni Labanca

Attualità

Dopo le bastonate pre-se in Tunisia e Libia dall’esercito di Tu-

nisi e Tobruk, il Califfato ed io suoi alleati sono passati al contrattacco con kamikaze ed autobombe contro la po-polazione civile ed in pieno centro di Ankara, con due attentatori che hanno provo-cato oltre quaranta morti e

Sotto tIro LA tUrCHIA e LA CoStA d’AVorIoIl terrorismo targato ISIS e il KKK rialza la testa

1215 feriti. Ma non da meno è stato l’atto terroristico pro-mosso in Costa D’Avorio sul-la spiaggia di Grand- Bassan sul litorale dove si affacciano tre Hotel pieni di turisti di di-verse nazioni. 14 civili e due soldati sono rimasti uccisi da un gruppo di dieci terroristi armati fino ai denti, armati di kalasnikov, al grido di Allah

akbar. Fonte di polizia hanno segnalato che cinque vittime sono europee, una delle quali francese. Il presidente ivoria-no Alassane Quauttera si è recato sul posto ed ha mobi-litato tutti gli 007 del paese , che collaboreranno con quelli USA. In merito all’attacco di Ankara uno dei sue kamika-ze è una donna, sarebbe una

ex studentessa turca, unitasi al PKK curdo nel 2013. Lo ha scritto ilo quotidiano Sozcu. La donna è stata identificata grazie alle impronte digita-li ed al fatto che alcune parti del suo corpo erano ancora riconoscibili. L’attacco di do-menica compiuto con un au-tobomba nella centralissima zona di Kizilay, segue di appe-

na un mese l’attentato vicino al quartier generale dell’eser-cito. La Turchia ha risposto all’atto terroristico con raid aerei contro postazioni del PKK curdo, nelle montagne del Nord Irak. Nel frattempo, in Germania, andata al voto in tre land, forte scossone per il CDU di Anela Merkel e net-ta ascesa per la destra popu-

lista anti- immigrati dell’Afd. In Sassonia è ampiamente in testa la CDU con il 29%, men-tre il secondo partito è l’AFD, con il 24 %.

Pensate a quanti chilo-metri abbiamo per-corso e percorriamo

ogni giorno e fatevi un po’ un conto molto elementare, su quanti soldi entrano nelle casse dall’ANAS da decenni e che sono passati nei cassetti di quella dama tutta spac-chiosa che, regina degli ap-palti, aveva trasformato la sua professione in una missione personale. Era lei, difatti che assegnava gli appalti miliar-dari dell’Anas, naturalmente dietro lauta percentuale che la stessa, con sadismo e cini-smo, stabiliva. Non c’era nulla da fare. Se volevi lavorare do-vevi stare al suo gioco e nes-suno pensava al danno per le imprese che erano e sono co-strette a lavorare nel peggiore dei modi per effettuare un la-voro. La storia non è di oggi,

CIS VIAggIAre InformAtI Con Le mAzzetteAnAS, IL PedAggIo deL dISonore

ma si perde nella notte dei tempi della corruzione. Mi raccontava un mio caro ami-co, titolare di una avviata im-presa, che il sistema corruttivo comincerebbe già sull’uscio dell’ANAS, dove uno spen-sierato e distratto usciere, per rispondere sulla presenza di un dirigente, andavo, secon-do questo pensiero, subito oleato per fargli sciogliere la linguaccia, altrimenti avevi voglia ad aspettare in antica-mera. Saliti ai piani alti, biso-gnava aprire pare, e di tanto, la borsa che dovevi portarti dietro con tanto di contan-ti. Tutta corruzione, che era un modus vivendi, accettato per poter aspirare a qualche buona commissione. Sempre questo amico mio, una vol-ta ebbe l’incarico di fare un muro di sostegno su di una strada di montagna, per un totale di 800 milioni. Figurar-si la gioia. Accettò subito, ma, e qui viene il bello, gli sarebbe stato prontamente spiegato che solo 300 milioni erano per lui per eseguire un manu-fatto di grande rilevanza per la sicurezza del paese. Con un signorile No si sarebbe

rifiutato, perchè consapevole che, se avesse fatto quel muro con lo sputo, lo stesso sarebbe crollato alle prime piogge. Per la storia, quel muro ancora sa da fare e la strada si immel-ma ad ogni temporale. Altri esempi del genere li abbiamo visti in Sicilia, soprattutto. Questa è una regione surre-

ale che andrebbe cancellata dalla cartina politica dell’I-talia, come la Valle d’Aosta, dove la legge non è legge e i ribassi d’asta sono pari all’a-sticella che salta un bambino di due anni. Niente, pertanto, opere pubbliche finite, nessu-no che controlli e se ne faccia una ragione o che sbatta in

galera i responsabili, perchè i responsabili sarebbero tutti, dal primo all’ultimo degli at-tori dei lavori pubblici. Renzi, sembra voler dare una sterza-ta violenta a questo stato ma-lefico di cose ed ha promesso, badate bene “promesso” un giro di vite terribile, proprio mentre assisteva all’abbatti-mento del diaframma di una galleria della Salerno Reggio Calabria, che dovrebbe essere terminata entro quest’anno. Io sono convinto che si farà, perchè è un opera che anche i malavitosi vogliono per spo-starsi meglio nei loro giri di affari e che faranno i modo che, fino a dicembre, nessun incidente “tecnico” turberà il lavoro di tanti operai. Sarà un manufatto all’avanguar-dia a giudicare da quello che è stato già fatto da Sicignano a Lauria, con gallerie moder-ne e di alta ingegneria. Fusse che fusse la volta bona? Ce lo auguriamo tutti, tranne for-se quella impavida pasciuta signorotta che ora medita in carcere sulle sue marachelle,

chiamiamole pure così, con la speranza che il sistema venga spezzato da quelle arruggini-te catene del malaffare, che ha sempre frenato la nostra economia. Rubate pure, vien voglia di dire, ma fatelo con discrezione, perchè è difficile che un mugnaio esca con le mani pulite dal suo mulino. E’ stato sempre così e non cam-bierà proprio adesso.Ora la palla passa ai magi-strati che si troveranno di fronte ad un muro di gomma eretto da scaltrissimi volponi di avvocati che, gira e rigira, potrebbe chiedere anche l’in-fermità mentale o un altro giudice pari a quello di Aosta che, candidamente e da vero miserabile, ha giustificato i ladri politici della Regione, dicendo che, poverini, non erano a conoscenza di quello che facevano.Questo è l’italico stivale, si-gnore miei e sarà dura ren-derlo calzabile alla perfezio-ne.Al prossimo viaggio in au-tostrada, pensate ancora a quanti soldi avete regalato alla Dama dell’ANAS. Per for-tuna, qualcosa pagherà, fino al prossimo scandalo.

Antonella Accroglianò, la “dama nera” di Anas

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Anastasia Mazzia

Cinema

Il noto trio sardo Pino e gli Anticorpi, direttamente da “Colorado Cafè” arrivano

al cinema dal 17 marzo con la commedia “Bianco di Babbu-doiu”, diretto da Igor Biddau. Il trio comico di Sassari compo-sto da Roberto Fara e i fratelli Michele e Stefano Manca sono i protagonisti di una favola tut-ta sarda, giocata tra equivoci e situazioni tragicomiche. “Bianco di Babbudoiu” racconta le vicis-situdini di una famiglia di pro-duttori di vino, alle prese con la crisi economica. I fratelli Miche-le e Roberto Mannu, insieme al

Bianco di BabbudoiuPino e gli Anticorpi per una favola sarda

cognato Stefano Fais gestiscono le tenute Babbudoiu, un’azienda vinicola fondata nel 1948 da loro padre, nel comune di Sassari. A dispetto della crisi economica imperante, l’azienda gode di ot-tima salute: i soci vantano mol-ti beni di lusso ed organizzano convention faraoniche. Quando però scopriranno che la società ha accumulato 500000 euro di debiti e che hanno solo 15 gior-ni di tempo per trovare il denaro necessario per evitare il falli-mento, ai soci non resterà altro che improvvisarsi band crimi-nale. Lo script sicuramente non pecca di originalità: il film risulta essere la solita commedia all’ita-liana degli equivoci dove i mal-capitati devono re-inventarsi per sopravvivere.  La regia è curata e l’apprezzato trio comico funzio-na bene. In realtà la sceneggia-tura zoppica in molte sue parti e lo sviluppo narrativo sembra

vagare alla ricerca di un suo per-ché. Infatti le battute sono spesso citofonate, molte gag mal riusci-te, sketch al limite del ridicolo se non del cattivo gusto.  Così la pellicola risulta essere una bana-le favoletta sarda che, purtroppo, in pochissime occasioni riesce a strappare qualche sorriso allo spettatore. Degna di nota è la fotografia: c’è tutta la bellissima Sardegna con il suo meraviglio-so mare ed il suo paesaggio brul-lo e selvaggio. Il cast del film si arricchisce anche di molti volti noti della tv da Caterina Muri-no, Benito Urgu, Valeria Graci, Dario Cassini, Carlotta Bazzu, Marco “Baz” Bazzoni, Francesca Rossi e Digei Angelo (Domenico Raffaele). “Bianco di Babbudoiu” dimostra come, ancora una vol-ta, un trio comico affermato sul palcoscenico e sul piccolo scher-mo non si dovrebbe cimentare in un lungometraggio al cinema.

Dal 10 marzo arriva nelle sale ci-nematografiche la nuova brillan-te commedia “Ave cesare!” di Joel ed Ethan Coen. Il film si articola in diversi episodi che vedono protagonisti molti volti noti, da George Clooney a Channing Ta-tum, Scarlett Johansson, Alden Ehrenreich e Tilda Swinton; per non parlare poi di alcuni cam-meo che portano in scena Ralph Fiennes, Frances McDormand, Christopher Lambert e Dolph Lundgren. Elemento comune sono gli studios di Hollywood negli anni  ’50. Capitol Pictures è una grande major che produce moltissimi film a ritmi incalzan-

AVe, CeSAre! La parodia di Hollywood per i fratelli Coen

ti, spaziando tra vari generi e cer-cando di sfruttare al meglio gli attori a loro disposizione. Il di-rettore generale è Eddie Mannix (Josh Brolin) che deve far fronte a problemi di ogni specie per far andare avanti le produzioni. C’è il caso dell’attore principale del Kolossal su Gesù che viene ra-pito dal collettivo di sceneggia-tori comunisti che ne chiedono il riscatto. C’è la famosa attrice di film di ballo acquatico che è rimasta incinta e bisogna velo-cemente trovarle un marito per salvarne l’immagine dinanzi alla puritana e bacchettona società americana. C’è anche la star del

cinema western che lo Studios vuole promuovere ad attore di commedia sofisticata. Infine c’è un ballerino di tip tap di famosi musical che cela pericolosi se-greti. A questi poi si aggiungono registi problematici, giornalisti curiosi, scandali emergenti.I farteli Coen con questa spas-sosissima e brillante commedia raccontano il mondo patinato hollywoodiano dissacrando gli

anni della mitologia cinema-tografica. Infatti molti sono gli omaggi e le citazioni: dalla paro-dia della bellissima Esther Wil-liams all’indimenticabile Gene Kelly, per non dimenticare il mi-tico Charlton Heston.Ad una ricca e ben articolata sce-neggiatura corrisponde un ritmo incalzante e brioso.Pungente e sottile è la solita cri-tica dei fratelli Coen verso il pa-

tinato mondo hollywoodiano. Fabbrica di sogni di ieri come di oggi, il mondo del cinema è un universo con le sue con-traddizioni e le sue storture che chiede allo spettatore un atto di fede, qual è quello del centurio-ne romano protagonista dell’epi-sodio del Kolossal su Gesù. Allo stesso tempo i registi affrontano nuovamente il tema del destino, spesso beffardo, che sovrasta e

domina comunque tutte le situa-zioni. La complessità della vita così viene vanificata: ogni credo religioso, ogni ideale filosofico o economico risultano sovrastrut-ture inutili dinanzi ad un destino molto più fluido e rigoroso.“Ave Cesare!” è una commedia brillante e spassosa, ennesi-ma prova di genialità creativa dei sempre apprezzabili fratelli Coen.

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17domenica 20 marzo 2016 www.stadio5.it

Musica

Riccardo Sada

Mazda riconferma la partnership con Tomorrowland anche per la prossima edizione. Non solo: lancia anche il concorso “The Sound Of Tomorrow”, alla ricerca di un nuovo talento e una nuova hit

Mazda e il suono di domani per Tomorrowland

È stata presentata lo scorso giovedì, 10 marzo, a Bar-cellona, in Spagna, l’ini-

ziativa che mette insieme, per il secondo anno consecutivo, due grandi brand come Mazda e Tomorrowland. Il marchio nip-ponico sarà di nuovo partner automotive esclusivo del grande festival che si tiene ogni anno in Belgio, a Boom, nel mese di luglio. Interessante è l’idea di Mazda di quest’anno: dare via a un contest riservato ai dj che in questo modo avranno l’op-portunità eccezionale di esibir-si sullo stage Mazda all’interno del festival. A fare da anfitrione alla kermesse sarà Felix Safran De Laet, noto ai più come Lost Frequencies. già ambassador di Mazda e membro della giuria. Il popolare dj e produttore, che

decreterà il nome vincitore del-la competizione, si è dichiarato soddisfatto del sodalizio con il brand giapponese e dell’idea di poter premiare un collega che aspira a un palco di così grande prestigio. “Una grande opportu-nità, questa, che non poteva che non arrivare da grandi marchi

come Mazda e Tomorrowland”, ha detto Lost Frequencies. “La collaborazione tra due grandi marchi può dare tante chance a coloro che hanno qualcosa da mostrare a livello creativo”. “The Mazda Sound Of Tomorrow DJ Competition”, che darà spazio ai futuri top dj provenienti da tutta

Europa, potranno partecipare al concorso caricando i loro mix di minimo 15 o massimo 30 minuti sulla piattaforma musicale so-cial Mixcloud tra il 25 marzo e il primo maggio www.mixcloud.com/competitions/mazdasoun-ds/ ”www.mixcloud.com/com-petitions/mazdasounds/) utiliz-zando l’hashtag #MazdaSounds. Una rosa finale di cinquanta concorrenti verrà stilata sulla base di svariati criteri, tra cui il numero di riproduzioni, le repli-che e i fan, così come la capacità e la creatività. La giuria del con-corso, composta da rappresen-tanti di Tomorrowland e Mazda insieme, ivi compreso il citato Lost Frequencies, sceglierà i venti finalisti che parteciperanno l’11 giugno prossimo al Mazda Space all’evento #MazdaSounds live Showdown. I migliori sei ot-terranno uno slot di un’ora al To-morrowland sullo stage “Mazda Sound Of Tomorrow Island”.

Un’entusiasmante rilettu-ra in chiave elettronica della colonna sonora

di “Star Wars” approda grazie a Hollywood Records (Universal Music) il 18 di questo mese. L’e-vento cinematografico dell’anno si fonde con il mondo dei dj pro-duttori, alle prese con gli effetti

“Star Wars” in chiave elettronica

sonori del film. Un capolavoro discografico per appassionati della saga e del genere •elettroni-co. Si parte con Kaskade “C3PO’s Plight”, Baauer “Cantina Boys”, Shag Kava e A‐Trak “Jabba Flow”, Rick Rubin Re‐Work Claude Vonstroke con Barry Drift “R2 Knows”, Bonobo “Ghomrassen”,

Röyksopp “Bounty Hunters”, Flying Lotus “R2 Where R U?”, Shlohmo “Druid Caravan Of Smoke”, Galantis “Scruffy‐Loo-king Nerfherder” e molti altri. HYPERLINK “http://www.starwarsheadspace.com/”www.starwarsheadspace.com

Da mercoledì 16 marzo è tornato Italia’s Got Ta-lent, in onda tutti i mer-

coledì alle 21.15 su TV8, il cana-le 8 del digitale terrestre. Dieci le puntate in tutto, per esaltare il talento in ogni sua forma, e che culmineranno con la finalissima in diretta da Roma in cui solo il pubblico da casa potrà votare ed eleggere il vincitore. Confer-matissima la giuria, il quartetto composto da Claudio Bisio, Lu-

Il ritorno di Italia’s Got Talent

ciana Littizzetto, Frank Matano e Nina Zilli. Novità di questa edizione 2016 la conduzione, affidata alle giovani e frizzanti mani di un talento già affermato a livello planetario, nonostante la giovane età, quello di Lodovica Comello, acclamata da milioni di fan grazie alla sua partecipa-zione nella serie musical Violet-ta. Novità assoluta di questa edi-zione, inoltre, TuttiGiorni’s Got Talent, il notiziario ufficiale del

programma in onda in esclusiva su TV8 dal lunedì al venerdì alle 19.45, condotto da Rocco Tanica e Lucilla Agosti. Con un record di 460 milioni di spettatori in tutto il mondo, il format ideato da Simon Cowell resta uno dei programmi di maggior successo internazionale e l’edizione italia-na prodotta da FremantleMedia accenderà la primavera di TV8, la nuova casa di Italia’s Got Ta-lent.

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teatro

Dopo diversi anni di as-senza “Fame The Mu-sical” debutta a Milano

al Barclays Teatro Nazionale il prossimo 7 aprile con una ver-sione speciale in occasione dei 35 anni dall’uscita del film. Un omaggio a tutte le atmosfere anni ‘80 e ai ricordi che “Fame” richiama alla nostra memoria.

Il ritorno di FameOltre a rivivere tutte le emozio-ni della scuola alcuni fortunati potranno entrare direttamente nell’accademia: ogni sera sa-ranno disposti direttamente sul palcoscenico 10 posti per poter assistere allo spettacolo dall’Au-ditorium della Scuola di Fame. “Fame” racconta la vita degli al-lievi e gli insegnanti della rino-mata ed esclusiva High School of the Performing Arts di New York. Un gruppo di ragazzi, la loro passione e la loro dedizione per il mondo dello spettacolo; una storia che continua a con-quistare ed emozionare nuove generazioni di pubblico ed ispi-rare miriadi di giovani talenti.

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19domenica 20 marzo 2016 www.stadio5.it

n o n s o l o c a l c i oSuoni eSapori

Fiocco di Neve di Poppella. Altro che babà, sfogliatella e pastiera, a Napoli c’è una

fila per mangiare questo dolce venduto a 0,90 euro che fa sbal-lare.Le più grandi idee nascono nel ventre di Napoli e nel rione Sani-tà da alcuni anni nella Pasticce-ria Poppella spopola il fiocco di neve, una dolce e soffice briosci-na farcita con crema al latte, pan-na e ricotta. Ma come nasce? Il fiocco di neve di Poppella nasce da una chiacchierata tra amici, in cui si cercava di capire come farcire i dolci tradizionali, so-prattutto le sfogliatelle, per crea-re delle varianti rispetto a quelle tradizionali.Così, tra una proposta ed un’al-

Il fiocco di neve della Pasticceria Poppella che fa impazzire Napoli

tra, è nata prima l’idea di questa crema al latte, con panna, ricotta e poco zucchero, ma invece di rinchiuderla dentro la classica pasta sfoglia, si è pensato ad una brioscina leggera, come quelle da colazione. Da lì, nel giro di pochi anni, è stato un boom di successo, tanto che ormai arriva-no clienti da tutta la città per ac-quistare il fiocchi di neve di Pop-pella. Il nome è venuto proprio dal suggerimento di un amico di Ciro Poppella, che inizialmente lo aveva chiamato “morbidone”.Tornando da un viaggio in montagna, l’amico ha suggeri-to di chiamarlo “fiocco di neve”, perché per la sua morbidezza e leggerezza gli ricordava proprio quello.

I fiocchi di neve vengono poi ricoperti di zucchero a velo, per sottolineare il riferimento alla neve, e costano novanta centesi-mi al pezzo. Poppella nasce nella sanità come tarallificio e rostic-ceria, ancora oggi le casalinghe della sanità durante il periodo di Pasqua portano i loro tortani e casatielli a cuocere nel forno di Poppella, come si faceva una volta.La rosticceria è nota anche per il pagnottiello. Poi negli anni è ar-rivata la svolta con la pasticceria, che è stata lanciata proprio gra-zie al fiocco di neve di PoppellaPasticceria PoppellaVia Arena della Sanità, 24NapoliTel: 081.455309

Il piennolo (Lycopersicon esculentum) è uno dei pro-dotti più tipici ed antichi

dell’agricoltura campana, tanto da essere perfino rappresentato nella scena del tradizionale pre-sepe napoletano.

Chi conosce cos’è il PIennoLo?

Esso beneficia del terreno vulca-nico e del sole generoso: si dice che anche il suo colore “ardente” sia opera del vulcano, poiché se-condo la leggenda, le sue radici si nutrono della lava stessa del Vesuvio.

Il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio si coltiva con un me-todo tradizionale, che prevede l’ausilio di sostegni con paletti di legno e filo di ferro, che evitano che le bacche tocchino terra e fanno sì che ricevano uniforme-

mente i raggi solari. I pomodori, del peso di circa 25-30 grammi, sono rotondi e presentano un piccolo pizzo all’estremità infe-riore. La buccia è coriacea e la polpa, soda e compatta, ha un caratteristico sapore dolce dal

cioè pendoli: grappoli interi, raccolti tra luglio e agosto, siste-mati su un filo di canapa legato a cerchio, per comporre un unico grande grappolo, conservato so-speso in luoghi asciutti e ventila-ti. Questo sistema favorisce una lenta maturazione e consente di avere “oro rosso fresco” fino alla primavera seguente all’anno del-la coltivazione.Nel corso dei mesi il Pomodori-no, pur perdendo il suo turgore, assume un sapore unico e deli-zioso, divenendo un ingredien-te essenziale di tanti piatti tipici napoletani: regala un tocco in-confondibile alla pizza, alle bru-schette, agli spaghetti, alle salse, agli intingoli a base di pesce e a mille altre ricette.Il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio viene apprezzato sul mercato sia allo stato fresco, che nella tipica forma conserva-ta “al Piennolo”, oppure anche come conserva in vetro, secondo un’antica ricetta familiare dell’a-rea, denominata “Pacchetella”. L’area tipica di produzione e conservazione del Pomodorino del Piennolo coincide con il ter-ritorio del Parco Nazionale del Vesuvio.Il Pomodorino è ricco di Vita-mina A e C, di cui sono noti da tempo gli effetti anticancerogeni, di sali minerali quali Calcio, Fo-sforo e Potassio, indispensabili per il corretto funzionamento del cuore e dei muscoli, e di Li-copene, che esercita nell’orga-nismo un’azione antiossidante, stimolando la produzione di en-zimi che bloccano l’azione can-cerogena dei radicali liberi.Napoli in Progress

retrogusto acidulo, dovuto alla particolare concentrazione di zuccheri e sali minerali.Questa varietà è detta anche “del Piennolo”, perché la tecnica di conservazione tradizionale vuo-le che si formino dei “Piennoli”,

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