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Notiziario del GOI ANNO III - NUMERO 4 APRILE 2018 ISSN 2499-1651 Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70% Roma Aut C/RM/07/2016 Navighiamoinsieme verso la nostra Itaca

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N o t i z i a r i o d e l G O I ANNO III - NUMERO 4

APRILE 2018

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ERASMO

Notiziario del GOIPeriodico mensileAnno III - Numero 4 Aprile 2018

Direttore ResponsabileStefano BisiConsulente di DirezioneVelia Iacovino

EditoreAssociazione Grande Oriente d’Italia, Via di San Pancrazio 8,Roma

Legale rappresentante: Gran Maestro Stefano Bisi

Direzione RedazioneAmministrazioneErasmo Notiziario del GoiVia di San Pancrazio 8 00152 RomaTel. 065899344 Fax 065818096Mail:[email protected]

StampaConsorzio Grafico e StampaS.r.l.s. - Tivoli (RM)

Registrazione Tribunale diRoma n. 177/2015 del 20.10.2015

ROC n. 26027 del 13.11.2015

In caso di mancato recapitoinviare al CSL Stampe Romaper la restituzione al mittenteprevio pagamento resi

www.grandeoriente.it

AVVISO AI FRATELLIInvitiamo tutti i Fratelli e tutte le logge a inviare d’ora in avanti le notizie pubblicabili

sulle testate del Grande Oriente – Sito, Erasmo e Newsletter –a questo indirizzo di posta elettronica:

[email protected]

A questo stesso indirizzo potranno anche essere inviate lettere, alcune delle quali verranno pubblicate nella rubrica La parola è concessa

SOMMARIO

Gran Loggia 2018

La libertà di pensiero

il nostro bene più grande 4

La Galileo Galilei a Capezzone 11

La costruzione del tempio interiore 12

Liberi dal pregiudizio 14

Dobbiamo farci conoscere 17

Lo Cicero testimonial dei Briganti 18

Massoneria in Europa 19

Il totalitarismo antimassonico 20

Dal Palacongressi 22

(Foto della Gran Loggia by Soldano Tecnifoto)

In Primo Piano

Guardiamo oltre 24

Dalla Parte Giusta

Un luogo dove ritrovare il sorriso 26

Un’Isola del Cuore 27

Eventi

Esoterismo e amicizia 28

News e Views 29

ASSOCIATO

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Intensa e appassionata è stata l’allocuzione pronunciata dalGran Maestro del Grande Oriente Stefano Bisi, tra le colonnedel tempio aperto, a conclusione della prima giornata di lavoridella Gran Loggia 2018 che si è tenuta al Palacongressi di Riminidal 6 all’8 aprile. Un’allocuzione che ha rappresentato un mo-mento importante di riflessione per la Comunione, ma ancheun’occasione per i fratelli di rinsaldare ulteriormente la propriacompattezza e serrare i ranghi a testa alta, con orgoglio, controcoloro che, mossi dal pregiudizio, sono sempre in agguato, pron-ti a sferrare alla Libera Muratoria nuovi attacchi. Si è avvertita,come una grande energia che si spandeva intorno, tutta la forzadel l’abbraccio che il Gran Maestro ha voluto riservare a coloroche vogliono essere “Liberi di Conoscere” ed a tutti coloro chevogliono essere “Liberi di conoscerci” al di là dei luoghi comuni.E libertà e conoscenza sono stati infatti i due pilastri intorno aiquali si è dipanato il filo rosso dell’assise annuale delle logged’Italia, per la quale è stato scelto come logo il cannocchiale diGalileo Galilei.

La dedica a Edo, ragazzino autistico

Libertà e conoscenza ma anche solidarietà, che è la mission nellaquale è impegnato a pieno ritmo il Grande Oriente, come hasottolineato lo stesso Gran Maestro, dedicando la Gran Loggiaa Edo, un ragazzino autstico di 14 anni di Prato, al quale proprionella Giornata mondiale dell’autismo è stato rubato un tandem,

una bici speciale che rappresentava il suo unico gioioso contattocon il mondo. Il Goi si è impegnato ad aiutare anche altri bam-bini che si trovano nelle sue stesse condizioni. Un piccolo gesto,che va ad aggiungersi all’intensa attività di solidarietà nella qua-le è immersa la Comunione.

Libertà di pensiero, la prima pietra

“Abbiamo intitolato questo incontro ‘Liberi di conoscere’, conl’immagine del cannocchiale di Galileo Galilei”, ha esordito Bisi.“Crediamo che sia una bella metafora per parlare di un’anticaistituzione che tramanda da trecento anni i principi di Libertà,Uguaglianza e Fratellanza, e di un’aspirazione – la Libertà – cheancora oggi non tutti gli uomini possiedono nelle sue moltepliciforme. Finché un uomo pensa è libero. La libertà di pensiero èdunque il bene più grande che l’uomo ha a disposizione, ed èla cosa più importante da coltivare per noi massoni. È la primapietra, il primo mattone da cui partire per diventare veramentepersone libere e costruire il nostro percorso di conoscenza. Quel-la conoscenza che è libertà e quella libertà che è allo stesso tempoconoscenza. Non si tratta di un gioco di parole ma di una rifles-sione che deve farci pensare e introdurci nella vastità del temaprescelto e farci ragionare sull’immensità di queste due parole,libertà e conoscenza, che costituiscono due vere e proprie co-lonne per noi iniziati e per l’uomo contemporaneo alle presecon una serie di cambiamenti epocali”.

L’ALLOCUZIONE DEL GRAN MAESTRO

La libertà di pensiero il Libertà e conoscenza il filo rosso della assise annuale delle logge riunitea Rimini. Tanti i temi affrontati nella sua relazione dal Gran Maestro:diritti civili, impegno sociale e politico, immigrati, cultura, ma anche l’ondata di attacchi persecutori subiti dai liberi muratori nei mesi scorsi

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4 Dietro il tavolo: da sinistra il Gran Consigliere per gli Affari Istituzionali del Goi Federico Donati; il Grande Oratore Claudio Bonvecchio; i Gran Rappresentanti del Consiglio dell'Ordine in giunta Raffaele Sechi e Fabrizio Celani e il Presidente della Corte Centrale Santino Rizzo

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In cammino verso nuovi orizzonti

“Noi massoni – ha spiegato il Gran Maestro – siamo convinti chepartendo dall’evoluzione interiore di ognuno di noi – attraversoun profondo e duro lavoro che ci porta innanzitutto alla necessariae doverosa conoscenza di noi stessi – si possano estrarre dalla piùprofonda e insondabile caverna umana le pietre più preziose cheognuno di noi ha dentro. E così, una volta tirate fuori, utilizzarlesaggiamente per edificare e trasformare l’intera Umanità in unmondo nuovo e migliore in cui essere realmente liberi di pensare,di crescere, di poter scegliere, di agire, di sognare, di amare glialtri e noi stessi. Per natura e inclinazione siamo da subito uominiLiberi di conoscere. Entrando in questa Comunione moriamo allaprofanità, a tutto quello che abbiamo fatto in precedenza nellavita sociale e ripartiamo verso una nuova vita fatta di intensa spi-ritualità, di continuo e gravoso lavoro su noi stessi per sgrossarequella che chiamiamo pietra grezza. Così ci liberiamo della ma-terialità, dei tanti, troppi ego, e senza certezze, fra un dubbio, undoloroso inciampo e una coraggiosa risalita, avanziamo nel nostrocammino che ci offre la possibilità di scoprire nuovi orizzonti enuovi pianeti nella nostra anima, nella nostra mente e nel cuore,aprendo con misura le punte del compasso”.

Il cannocchiale della conoscenza

“Come Galileo Galilei, che sfidò la Santa Inquisizione – ha sot-tolineato Bisi – anche noi idealmente teniamo in mano quel suobellissimo cannocchiale raffigurato come simbolo di questa Gran

Loggia e lo utilizziamo per guardare il cielo trapunto di stelleche abbiamo nelle volte dei nostri templi e per esplorare libera-mente la nostra madre terra da Oriente ad Occidente. Quel ma-gnifico cilindro con le lenti ci ha fatto e ci fa guardare molto lon-tano nei secoli ed ancora ai giorni nostri. Ci ha fatto sognare, ciha tolto dei dubbi e ci ha fornito nuovi e affascinanti motivi diricerca. Perché la vita e il cammino dell’uomo è e dev’essere sti-molato da una continua ricerca, senza di essa la vita sarebbe in-credibilmente piatta e piena di dogmi e realtà precostituite. Noinon vogliamo ne’ i primi ne’ le seconde”.

La nostra Magna Charta

“E’ per questo che con una straordinaria prova di coraggio – haosservato il Gran Maestro – abbiamo deciso un giorno di diven-tare liberi muratori, anelli forti e interminabili di una catena d’u-nione universale che non può essere soggetta a rotture o spezzatada iniqui denigratori o dai persecutori della nostra Grande Ope-ra. Trecento anni di storia e le tantissime imprese firmate daimassoni per migliorare il mondo, per assicurare democrazia eprogresso, sono la nostra migliore e indistruttibile Magna Chartain cui è inciso a chiare lettere il nostro meraviglioso Dna e le no-stre incomparabili finalità”. “Certo, in qualche parte del mondo,in Venezuela ad esempio, ed anche in Italia, da qualche anno,c’è qualcuno – ha ricordato poi Bisi – che ci vuole marchiare erendere la vita difficile. Si sono messi in testa che la Massoneriadeve essere sottomessa in qualsiasi modo. Lo fanno perché han-no paura di noi, del nostro ruolo etico nella Società che ci è ri-

nostro bene più grande

Il Gran Maestro durante l’allocuzione. A sinistra il Gran Maestro Aggiunto Sergio Rosso e a destra il Gran Maestro Aggiunto Santi Fedele

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conosciuto da chi vede nelle nostre attività i valori fondanti dellaRepubblica Italiana, come ha detto pure la presidente dell’Um-bria Katiuscia Marini, la presidente della Regione Umbria”.

Non ci fermeranno

“A questo antidemocratico modo di agire e di postulareineffabili e sempre più spesso errati teoremi – ha rimarcato ilGran Maestro – ci siamo opposti e ci opporremo in attesa dellasentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo in merito alsequestro degli elenchi, una sentenza sulla quale nutriamofiducia per il principio di difesa della libertà d’associazioneche sempre perseguiremo. I nostri denigratori – ha proseguito– sappiano utilizzare in futuro opportunamente ‘il bendell’intelletto’ come disse Dante. Noi massoni siamofortemente fieri di esserlo – lo abbiamo dimostrato con grandirisultati lo scorso primo marzo aprendo i templi che sono stativisitati da migliaia di persone in tutta Italia – e vogliamocontinuare ad essere uomini Liberi di esistere e di dire a tutti

la nostra meritoria azione a favore dell’umanità. E’ un nostrosacrosanto diritto. Perché la libertà, il libero pensiero non sipossono ingabbiare per favorire biechi populismi, sistemipolitici, regimi o dittature. Noi diciamo ad alta voce che non sipuò e non si deve imbavagliare la libertà di associazione. Lofece il Fascismo e sappiamo tutti come finì. Si cominciò dallaMassoneria ma ben presto la libertà finì per tutti. Alcuni lovorrebbero fare ancora oggi, provando a riesumare quelleorrende e vergognose leggi di un periodo nerissimo per lastoria italiana e la Democrazia. Non ci riusciranno. Non cifermeranno. La Libera Muratoria che ha forti radici e il cuiseme continua a germogliare rigoglioso per la bellezza dellasua opera universale non ha paura di dover lottare ancora unavolta per difendere la propria esistenza e continuare ad essereuna grande e radiosa luce per l’Umanità”.

Noi antidoto alla mafia

“Noi siamo l’antidoto, il vero e potente anticorpo – ha spiegato

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Nel tempio aperto

GARA DI SOLIDARIETÀ

Edo e la bici degli abbracci Il Gran Maestro Stefano Bisi ha voluto dedicare la Gran Loggia 2018 a Edo, 14anni, autistico, al quale i ladri, proprio nella Giornata mondiale dell’Autismo,avevano rubato la bicicletta. Un tandem speciale, terapeutico, che rappresentaval’unico legame gioioso che il ragazzino riusciva ad avere con il mondo, aggrappatoalle spalle sicure del padre, attraverso il vento che nella velocità del pedalare gliaccarezzava il viso. Una storia che ha commosso e smosso le coscienze, e che èdiventata un caso nazionale, per fortuna a lieto fine. Il Grande Oriente si è mo-bilitato tra i primi con una raccolta fondi finalizzata non solo a restituire a Edoardola bici che gli era stata sottratta, nel caso non fosse stata mai ritrovata, ma ancheall’acquisto di mezzi simili da mettere a disposizione di altri ragazzini affetti daisuoi stessi problemi. Commosso dal gesto Umberto Savoia, padre del piccolo Edoardo, presente a Rimini in occasione della ma-nifestazione del Grande Oriente. Quella di Edoardo, ha spiegato, è una bicicletta non comune, si chiama Hug-bike ed è statarealizzata da una cooperativa di Treviso: permette al ragazzo di essere portato in sella da chi è alla guida del mezzo, abbracciandolograzie all’ampio manubrio. Da qui il nome di ‘bicicletta degli abbracci’.

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– contro tanti mali dell’attuale società e del mondo. Noi siamol’antidoto alla mafia. Il nostro modo di agire e di pensare è ilcontrario di quello della malavita organizzata. Libertà, Ugua-glianza e Fratellanza sono principi alti, senza colore, senza razza,razza un termine anacronistico che ormai va cancellato dallaCostituzione della Repubblica italiana e che spero pure noi can-celleremo già domani dalla costituzione del Grande Oriente d’I-talia. Libertà, uguaglianza e fratellanza – ha continuato Bisi –sono valori che nessuno può mettere in discussione e pensaredi eliminarli”.

Parola razza via dalla Costituzione

Poi una forte presa di posizione. “Noi siamo – ha affermato Bisi– dalla parte della senatrice a vita Liliana Segre, deportata dabambina in un campo di concentramento, che vuole togliere laparola razza dalla Costituzione. Per lei, fanciulla, si chiusero leporte delle scuole e oggi si sono aperte quelle del Senato. Felici,noi massoni, che possa sedersi in quegli uffici di palazzo Giu-stiniani che appartennero al Grande Oriente d’Italia e che il fa-scismo ci prese con la forza e la Repubblica non ci vuole ridare,nemmeno in minima parte. Ma la partita non è finita. Alla neopresidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati rivol-giamo un rispettoso augurio di buon lavoro. Nel discorso di in-sediamento ha ricordato “le eroine del Risorgimento che hannocombattuto a fianco di tanti nostri fratelli ”. E penso a CristinaTrivulzio Belgioioso, alla “giardiniera” Ernesta Bisi. Spero chela presidente del Senato voglia porre fine allo scippo di PalazzoGiustiniani. E da Rimini, un abbraccio forte, fraterno, affettuosoall’ultimo copritore, all’ultimo custode di Palazzo Giustiniani,a Mario Sacconi. Pochi giorni fa ha perso l’amatissima e inse-parabile moglie. Mario, ti voglio bene. Ti vogliamo bene. I fratelli– ha sottolineato il Gran Maestro – ti vogliamo bene. Non seisolo”.

Le persecuzioni fasciste e naziste

“E in quel palazzo, a noi molto caro, la senatrice a vita LilianaSegre porterà – ha detto Bisi – la voce della libertà e dei suoicompagni di sventura. Anche di Nedo Fiano, pure lui internatoad Auschwitz. A quest’uomo, a questo nostro fratello Gran

Maestro Onorario, inviamo un saluto affettuoso e deferente.Lo incontrai dieci anni fa a Siena, all’Accademia Chigiana, ein quel salone, dove risuonano le note dei più grandi musicistidel mondo, parlò della sua vita di deportato. Il suo grido ‘Maipiù, mai più, mai più’ risuonò forte e chiaro. Non lo dimen-ticherò mai. Non lo posso dimenticare. Noi massoni siamo evogliamo essere Liberi di partecipare. ‘La libertà è partecipa-zione’. Come cantava Giorgio Gaber. Perché la libertà non èstare sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone.La libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione’.Anche la Massoneria è libertà e partecipazione. Siamo e vo-gliamo essere Liberi di esprimere le nostre idee, le nostre mol-teplici visioni del mondo. Siamo e vogliamo essere Liberi dilottare e anche di arrabbiarci perché, pur facendo nostro ilprincipio di tolleranza che ci contraddistingue, anche noi sia-mo uomini in carne ed ossa con le nostre passioni e le nostredebolezze che devono essere equilibrate affinché prevalganole virtù. Ma il richiamo che facciamo a noi vorremmo che va-lesse anche per gli altri. Anche per chi, presuntuosamente,crede di non inciampare mai”.

Sogniamo un’Italia migliore

“Siamo e vogliamo essere Liberi di sognare un’Italia miglioreed un mondo migliore per noi e per chi verrà dopo di noi”. Hadetto il Gran Maestro in un altro passaggio dell’allocuzione.“Siamo liberi di aderire a qualsiasi progetto possa essere neces-sario ed opportuno perché la Nazione possa crescere. E non èsicuramente escludendo senza alcun valido motivo i massonidalle liste dei candidati alle elezioni che si fanno un buona po-litica e gli interessi dell’Italia. Crediamo che ogni cittadino – eil libero muratore è un cittadino come gli altri – abbia il dirittoe il dovere di partecipare alla vita pubblica e di concorrere a ca-riche istituzionali senza essere colpito da infamanti etichette eda assurdi pregiudizi. Pregiudizi che siete liberi di avere. Se pro-prio non ne potete fare a meno. Fate pure. Voi che non sbagliatemai, che avete soluzioni per tutto. Voi che avete soluzioni pertutto. Voi infallibili, fate pure. Considerateci folli. Ma ‘solo chiè così folle da credere di cambiare il mondo lo cambia davvero’diceva Baden Powell. Ridete pure al pensiero che la sera ci met-

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tiamo il grembiule e i guanti bianchi, che accendiamo le candele,che facciamo “strani segni” con le mani e con le braccia. Ci voleteinternare? Ci volete massacrare? Ci volete uccidere? E poi, quan-do ci avrete ucciso… rinasceremo. Risorgeremo. Non ci ferme-rete. Il nostro labaro glorioso è sempre lì. E’ bagnato dalle lacri-me, dal sudore, dal sangue ma noi non abbiamo dovuto cam-biare il nome per stare al passo con i tempi. I nostri valori sonoimmortali. Quelli dei nostri denigratori…. non so”.

Abbiamo più stelle di tutti

“Veniamo da lontano, andremo molto lontano. Gli altri non so”,ha assicurato Bisi. “E poi, anche noi siamo ‘stellati’. Addiritturaabbiamo più stelle di tutti. Quelle che stanno sopra di noi neinostri templi, sono come quelle dell’universo. Ce lo ricordanoi pulcini della squadra di Norcia:‘Nessun mostro ci potrà disunire per-ché quando tramonta il sole si accen-dono poi le stelle’. Sotto le nuvole cisono sempre le stelle a indicarci uncammino. E noi liberi muratori abbia-mo un compito addirittura più impe-gnativo di fronte alla nostra coscienza.Per ciascuno di noi la politica rappre-senta ricerca di giustizia umana e so-ciale, dialogo, tolleranza, diritti a be-neficio non di pochi ma di tutti i cit-tadini. Noi non attentiamo al bene co-mune, come ci accusa il segretario della Conferenza episcopale.Noi vogliamo il bene comune. Non siamo per il bene di pochima vogliamo il bene di tutti, di tutti gli uomini”.

Onore al fratello Arnaud Beltrame

Il pensiero del Gran Maestro è andato anche Arnaud Beltrame,“il nostro fratello francese che si è fatto prendere come ostaggioda un terrorista per salvare la vita di una donna”. “E’ morto, mail messaggio della sua azione – ha osservato Bisi – non morirà.Ha dato la vita, la sua vita, perché nel tempio aveva imparato aconsiderare la possibilità che un giorno avrebbe potuto esserechiamato a versare il suo sangue per una causa giusta. E salvarela vita degli altri, per un libero muratore, è una causa giusta. Ep-pure, per alcuni, in Italia, Arnaud non si sarebbe potuto candidarein Parlamento. E non avrebbe potuto dimostrare il suo eroismo,

perché per alcuni, in Italia, non avrebbe potuto fare il poliziotto.Leggi, leggi, vogliono riproporre leggi liberticide. E allora – hadetto rivolto alla sterminata platea – alziamoci in piedi, rispon-diamo così e con tutto il nostro vigore gridiamo tre volte ad altravoce: Onore, fratello Arnaud. Onore fratello Arnaud. Onore fra-tello Arnaud. La catena d’unione non si è spezzata”.

La mirabile storia del Grande Oriente

Il Gran Maestro ha quindi ripercorso la a storia della fratellanzauniversale e del Grande Oriente d’Italia, che, ha evidenziato,“ci racconta del sacrificio di tanti uomini, finiti al confino comeil Gran Maestro Domizio Torrigiani, o trucidati, come GiovanniBecciolini, perché non volle consegnare agli squadristi l’elencodei fratelli fiorentini. La storia ci parla di uomini impegnati a

risolvere i grandi problemi della mo-derna collettività. Molti erano nostrifratelli”. “ E la storia di questa Nazio-ne – ha raccontato Bisi – è fatta ancheda amministratori locali, liberi mura-tori, che hanno operato per il bene del-le loro città e ancora oggi sono ricor-dati per quello che hanno fatto. E nonpenso solo a Ernesto Nathan, sindacodi Roma, ma anche Aldo Ducci adArezzo, Lando Conti a Firenze, GuidoMonina ad Ancona, Canzio Vannini aSiena. Ed è qui tra noi, come maestro

venerabile, Mario Valentini, sindaco di Perugia all’inizio deglianni Novanta. Difese con tutte le sue forze il diritto di appar-tenere al Grande Oriente d’Italia in consiglio comunale. ‘Il mas-sone non tremola’ dice il fratello Mario, in coro con un altroamato sindaco di Perugia, il libero muratore e gran maestroonorario Giorgio Casoli. E non dimentichiamo, e gli rivolgiamoun caro saluto, Giovanni Memola, che è stato primo cittadinoa Bari”.

Liberi di scegliere la rotta

“Noi massoni dobbiamo e vogliamo quindi essere Liberi di ade-rire, di solidarizzare, di condividere le scelte e le rotte necessariea migliorare e rilanciare l’amata Patria”, ha continuato Bisi.“Ma al tempo stesso – ha sottolineato – vogliamo custodire lanostra libertà interiore, che è ancora più bella perché sofferta,

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LA NOSTRA STORIA

Un radiodramma dedicato a Giordano Bruno Ferrari E’ stato di grande impatto emotivo il radiodramma proposto durante la Gran Loggia dal Servizio Biblioteca e incentrato sullavicenda personale e storica di Giordano Bruno Ferrari, antifascista, eroe della Re-sistenza romana, medaglia d’oro al valor militare alla memoria, pittore e figlio delGran Maestro Ettore Ferrari, l’artista autore della statua del filosofo nolano a Campode’ Fiori a Roma. “Colpo di vento” il titolo dell’ audio-opera che ricostruisce gliultimi momenti di vita di Giordano Bruno Ferrari, fucilato dai nazisti il 24 maggioa Forte Bravetta, e il suo intenso colloquio con il sacerdote Mario Nasalli Rocca,futuro cardinale, all’epoca assistente spirituale per i condannati a morte. Una te-stimonianza straordinaria dell’incontro tra un cattolico e un laico, tra un ecclesiasticoe un massone. A firmare il testo Enzo Antonio Cicchino, la regia Achille Brugnini.

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conquistata, ottenuta con sudore e sacrificio. La libertà di co-struire il tempio interiore nel segreto del proprio intimo. Noisiamo come una squadra di calcio: alla fine del primo temponello spogliatoio entrano solo l’allenatore e i giocatori. Nel se-greto dello spogliatoio si preparano, riprendono le forze, si ca-ricano. Poi vanno in campo. I tifosi applaudiranno o fischie-ranno. Per i liberi muratori il tempio è il nostro spogliatoio, l’u-manità è il nostro campo sportivo. Giudicateci, se volete, perquello che facciamo nel mondo. Continuate ad avere pregiudizi,se proprio volete, ma ricordate che gli uomini, ogni uomo, equindi anche un libero muratore, non possono rinunciare aporsi le domande esistenziali nel segreto del proprio intimo.Conosci te stesso, prima di tutto. la libertà che nasce dalla co-noscenza – ha chiarito – è la Libertà di non sapere, di non averecertezze. Stephen Hawking, lo scienziato che ci invitava a guar-dare le stelle e non i nostri piedi, sperava sempre di non avereconferme dei risultati scientifici proprio per cercare di scoprireancora. Più si conosce e più ci si accorge di non sapere. E questoci spinge a voler conoscere di più, ma anche alla necessaria cri-tica di ogni verità precostituita. Il nemico più pericoloso dellaconoscenza non è l’ignoranza ma l’illusione della conoscenza.E in giro ci sono troppi illusi della conoscenza”.

Riunire ciò che è sparso

“Sentitevi pure liberi di non essere d’accordo con noi – è statol’invito lanciato dal Gran Maestro ai non massoni – con la nostraritualità, con il nostro modo di essere, ma non potete chiudercila bocca. Siamo liberi e senza mordacchia. Il nostro compito è‘di riunire ciò che è sparso’ e non di dividere come, purtroppo,stanno facendo da tempo tanti altri. E anche questa nostra Italiaè e deve essere una e una sola. Il Nord, il Sud sono solo con-venzioni. Sono punti cardinali e nulla più. Credo che i tanti fra-telli che sono morti, versando il loro sangue per unire l’Italia

si rivoltino nella tomba al pensiero che possano esistere più Ita-lie. Non era questo questa la motivazione per cui hanno lottatonel Risorgimento. E, credo, che sia stata la stessa cosa per i tantimassoni che hanno contribuito a costruire la Repubblica. Pernoi l’Italia resta una ed indivisibile e non ci può essere una partepiù alla luce e l’altra nell’oscurità. Una più ricca ed una più di-sagiata. Di diseguaglianze ne sono state create troppe”.

Valorizzare la cultura

Poi l’appello a chi “ha cuore la nazione”. “Dopo mesi di pole-miche – ha detto il Gran Maestro – di tanti scontri e di pochiragionamenti, credo sia giunta l’ora, che ci si interessi di essacon un solo obiettivo: quello di volere il bene dell’Italia e deisuoi cittadini. L’interesse unico è valorizzare la Cultura, valo-rizzare al meglio e fare conoscere al mondo le tante bellezzeartistiche e paesaggistiche, l’immenso patrimonio che questaNazione ha, affinché possano dare lavoro, occupazione. Lavoro.Un pensiero alle vittime dei tanti, troppi incidenti. Nessunodeve essere lasciato indietro e nessuno merita di essere illuso”.“Dobbiamo far diventare la Cultura – ha auspicato Bisi – undiritto. Cultura è ripartire investendo sulla scuola, una veraricchezza: ridare dignità agli insegnanti e sostenere gli studenti.Una scuola che educhi alla responsabilità, in cui i professorinon vengano legati dagli studenti e picchiati o derisi. Una scuo-la che non lasci indietro nessuno e sviluppi i talenti di ognunoe faccia crescere lo studente. Una scuola delle idee e delle nuoverisorse. Noi del Grande Oriente d’Italia abbiamo voluto pre-miare, come facciamo in tante zone della penisola, gli studentidelle zone terremotate di Marche e Umbria. A Macerata e Nor-cia abbiamo distribuito 100 borse di studio proprio per inco-raggiare questi ragazzi che hanno studiato in aree a rischio econ la paura. Hanno studiato mentre crollavano palazzi e stra-de, mentre morivano amici e familiari. Ma il discorso va oltre,

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GRAN MAESTRO ONORARIO ALLA MEMORIA

Omaggio a Corrado Balacco GabrieliPrima di pronunciare la sua allocuzione davanti all’assemblea plenaria delGrande Oriente e al pubblico non massone il Gran Maestro Stefano Bisi havoluto rendere omaggio a Corrado Balacco Gabrieli, libero muratore, figuraesemplare e scienziato illustre passato all’Oriente Eterno lo scorso 7 settem-bre, proclamandolo Gran Maestro Onorario alla memoria. Balacco, di cui èstato proiettato un video, era un oculista di fama internazionale, professoreall’ateneo barese e all’università La Sapienza di Roma, collaboratore del pre-mio Nobel per la Medicina Torsten Wiesel, insignito dall’accademia svedesenel 1981 proprio per gli studi sulla fisiologia della visione. Una vita, la sua,al servizio della scienza tanto che, nel giugno 2014, il capo dello Stato GiorgioNapolitano lo volle insignire del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordineal merito della Repubblica. Una vita anche dedicata da vero libro muratoreagli altri, ai più fragili. Balacco, che è stato anche alla guida del Rito ScozzeseAntico ed Accettato dal 2001 al 2009, ha lasciato parte del suo patrimonio al Comune di Bari perché venga destinato ai poveridella città, soprattutto bambini, ma utilizzato anche per le attività culturali e per il restauro del patrimonio artistico. Non solo:fra i beneficiari designati nel suo testamento ci sono anche le suore di madre Teresa di Calcutta, l’Unesco e la Società italianadi oftalmologia, di cui fu presidente dal 2005 al 2009. All’università barese dove si laureò nel 1963 ha lasciato Villa Balacco, oggisede del Circolo Tennis, e altri terreni nei dintorni. Mentre al Grande Oriente ha fatto dono di un grande appartamento nelcuore del quartiere murattiano, affinché diventi punto di riferimento dei fratelli della città.

Il Gran Maestro Stefano Bisi proclama Corrado BalaccoGabrieli Gran Maestro Onorario alla memoria

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perché la Libera Muratoria del Grande Oriente d’Italia sa be-nissimo che se non si fa qualcosa per togliere dal torpore laScuola e darle slancio e impulso tutto sarà inutile. Una Nazioneche non produce intelligenze e le incentiva è morta. Quindi airagazzi ma anche agli insegnanti dico: Non vi fermate davantiagli ostacoli, non fatevi rubare il futuro. Noi ci siamo. Forsesiamo solo una fiamma che illumina un piccolo spazio ma cisiamo. Anche un fiammifero, nel buio della notte, illumina piùdel sole”.

Accoglienza e integrazione

“Fate Cultura e siate anche voi – è stato l’invito di Bisi – liberidi conoscere. La Cultura è progresso, sviluppo intellettuale,sociale, economico, scientifico, giuridico. E la cultura, l’intel-ligenza ci aiuteranno a intervenire per l’integrazione di chi ar-riva da lontano per sfuggire alla guerra o alla fame poco im-porta. Un tema caldo e sensibile che investe le coscienze del-l’Europa e non può essere solo un problema italiano. Anchequi c’è bisogno di un atteggiamento che sappia conciliare l’ac-coglienza con la capacità e le possibilità di accogliere. Il marMediterraneo non può farci sentire l’odore dei morti ma il pro-fumo del sale, il rumore dolce delle onde, il calore del sole”.

Diritti civili. Dalla parte di Cappato

L’allocuzione ha riservato spazio anche ai diritti umani e quel-lo che c’è da fare: “Il lavoro è ancora lungo, consapevoli chele ondate migratorie non si fermeranno mai, è il destino delmondo, e con queste dobbiamo fare i conti. Ma proviamo adabbattere i muri, quelli che sono nei nostri cuori, che ci divi-dono da chi è diverso da noi”. “Che amarezza – ha commen-tato il Gran Maestro – pensare che il governo si è costituitoper difendere una legge del 1930 sull’aiuto al suicidio. Io sonodalla parte di Cappato. Un lavoro che non finirà e noi sappia-mo bene cosa significhi il muro incompleto che si trova all’in-terno dei templi. Così come sappiamo che non dobbiamo maiabbassare la guardia per difendere l’idea di libertà e il prin-cipio di tolleranza. Noi iniziati non dimentichiamo le paroledi Voltaire: ‘Volere e agire sono precisamente la stessa cosache essere libero… È certissimo che ci sono uomini più liberi

di altri, per la stessa ragione che non siamo tutti in egual mi-sura intelligenti e robusti. La libertà è la salute dell’anima; po-chi la possiedono intera e inalterabile’”.

La nostra Itaca

“La libertà di essere liberi – ha rammentato Bisi – dipende da noi,dal nostro comportamento, dal nostro volere. Carissimi fratelli ecompagni di viaggio, continuiamo a lavorare e navigare liberi econ fiducia verso l’orizzonte. Continuiamo a percorrere incessan-temente la via iniziatica come abbiamo promesso. Cerchiamo conconsapevole bellezza la nostra Itaca come ha scritto con sublimiparole il poeta greco Costantino Kavafis. Sentite cosa ha detto:‘Sempre devi avere in mente Itaca – raggiungerla sia il pensierocostante. Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo,per anni, e che da vecchio metta piede sull’isola, tu, ricco dei tesoriaccumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca. Itaca tiha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo sulla strada:che cos’altro ti aspetti? E se la trovi povera, non per questo Itacati avrà deluso. Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza ad-dosso già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare’”.

Anch’io ho un sogno

“Il ‘bel viaggio’ è quello iniziatico, la ‘via’ che tutti noi abbiamodeciso di compiere, il cammino che in centinaia hanno decisodi intraprendere proprio negli ultimi mesi, quando la furibon-da aggressione che ci è stata fatta poteva sconsigliare questopasso”, ha osservato. “E la nostra Itaca – ha spiegato – è ideal-mente anche l’isola della Libera Muratoria. Se faremo tutti glisforzi, essa alla fine ci premierà con i suoi tesori. Anche io houn sogno come Martin Luther King. Con la bussola, guardan-do le stelle e con il cannocchiale di Galilei, forse un bel giornoItaca farà apparire tutta la sua straordinaria bellezza e dubbisi dissiperanno e saremo stanchi ma felici, finalmente liberidi conoscere la verità che sarà sempre la penultima. E il viag-gio continuerà. Anche controvento, se così sarà. Ma continueràall’insegna di una parola che noi pronunciamo oggi e semprecon coraggio, con fierezza, con determinazione, con amore:libertà, libertà, libertà! Grazie a tutti, viva il Grande Oriented’Italia!!!”.

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GRANDE LOGE NATIONALE FRANÇAISE

Al Gran Maestro Bisi la Medaglia d’OnoreNel corso della Gran Loggia di Rimini il Gran Maestro Stefano Bisiè stato insignito della Medaglia d’onore della Grande Loge NationaleFrançaise, la più alta onorificenza dell’Ordine Transalpino. A con-segnargliela personalmente il Gran Maestro della Glnf, Jean-PierreServel, insieme al Grande Ispettore Gaspare Gallo. Un riconosci-mento che conferma e suggella la profonda amicizia tra le due Co-munioni, “la qualità – come si legge nella motivazione – delle rela-zioni che legano la nostra Grande Loggia con il Grande Oriente d’I-talia, dei servizi resi, come pure l’altissima stima che teniamo peril suo Illustrissimo e Venerabilissimo Gran Maestro del GrandeOriente d’Italia, premesso che egli sia ritenuto degno di portarla inogni occasione per i servizi eminenti e costanti che ha reso alla nostraGrande Loggia per cui gli siamo riconoscenti”.

A sinistra il Gran Maestro francese Servel, al centro il GranMaestro Bisi e a destra il Grande Ispettore francese Gallo

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All’on. Daniele Capezzone, che in questi mesi è stato vicino alGrande Oriente d’Italia, sostenendolo nella sua battaglia per lalibertà di associazione il Gran Maestro Stefano Bisi ha consegnatola Galileo Galilei, la massima onorificenza massonica destinataa personalità che non appartengono alla Comunione. E lo hafatto prima di pronunciare la sua allocuzione. “Sono felice, con-fuso ed emozionato per questo riconoscimento”, ha detto Ca-pezzone, parlando nel tempio gre-mito e raccontando di aver visitatocon gradissimo interesse la mostraorganizzata al Palacongressi dalServizio Biblioteca, di essere rima-sto colpito e anche commosso dalparallelo così tremendo e così ve-ro, che essa ha messo in evidenza,verificatosi nel corso della storia,tra l’attacco alla democrazia equello alla Massoneria. “Mi hamolto colpito – ha aggiunto Ca-pezzone – anche la tragica vicendadi Giordano Bruno Ferrari, liberomuratore, martire della Resisten-za, raccontata in un toccante ra-diodramma”. “Mi ha fatto piacerepoi – ha sottolineato – di aver ri-cevuto in dono un prezioso docu-mento, che non conoscevo: il rap-porto, datato 1945 messo a puntoda un comitato costituito ad hocdalla Libera Muratoria americana,che in una sorta di piano Marshallante litteram si preoccupava delleObbedienze massoniche e della li-bertà in Europa”. “Ho pensato aquelle grandi tragedie confrontan-dole alle risibili cose. Ho pensatoalla tragedia e poi farsa che abbia-mo vissuto in quest’ultimo annoe mezzo. E’ stato un onore cammi-nare accanto alla vostra istituzio-ne”, ha sottolineato, aggiungendo scherzosamente: “Permette-temi di sorridere insieme. Ora possiamo farlo. Su un colle di Ro-ma che ci è caro, il Gianicolo, accanto alla statua di GiuseppeGaribaldi, poco lontano, come sapete, c’è un’altra statua, quellaad Anita Garibaldi. Siamo almeno riusciti a evitare che quella

statua fosse sostituita con la statua di Rosy Bindi a cavallo”. Unabattuta la sua, riferita all’ex presidente della Commissione An-timafia, che è stata assai applaudita. “Ma due cose – ha dettoancora Capezzone – mi stanno a cuore e mi preme dire qui, inquesto vostro tempio della libertà. La prima è che dobbiamofare attenzione al vento che spira, non solo in Italia, ma anchein altri paesi che amiamo, un vento che è il più pericoloso da 50

anni a questa parte, un vento cheè contro il libero pensiero, la liberaparola. Dobbiamo fare attenzioneai nuovi mostri. I mostri si palesa-no infatti ogni volta in maniera di-versa. Oggi i mostri – ha osservato– arrivano vestiti da tolleranti chein nome della tolleranza, la rove-sciano. Così una parola finisce persignificare il suo opposto e incidegli spazi della libertà”. “Si è ridottaa nove secondi, come quella di unpesce rosso, la soglia media di at-tenzione dei più giovani. E il tem-po medio che un adulto dedica aleggere un qualsiasi contenuto suInternet raramente si avvicina ai17 secondi: quanto basta per il ti-tolo, il sottotitolo e un like. Perchédico queste cose in questo luogo?Perché – ha spiegato – più che maioccorrono luoghi come questo luo-go, non ne conosco molti altri, nonne conosco altri, che possano svol-gere due funzioni insieme: nel pro-prio interno custodire come unacosa sacra una sapienza antica, unmetodo diverso, e poi andare fuorie trovare nuovi linguaggi e nuoveforme per parlare a quelli che sonofratelli minori ai quali occorre co-munque che arrivi la vostra sag-gezza. Non sono pessimista – ha

concluso Capezzone – e nemmeno spaventato. Sono ottimistae continuo a pensare che un tempo non lontano la razionalità ela scienza possano prevalere sulla superstizione, il rispetto sul-l’intolleranza, il dubbio sul dogma, la libertà sulla tirannia, eanche Anita Garibaldi su Rosy Bindi”.

A TEMPIO APERTO

La Galileo Galilei a Capezzone “E’ stato un onore camminare accanto a voi”ha detto l’ex parlamentare, che ha invitato il Grande Oriente a continuare a combattere la sua battaglia in difesa della libertà

Il Gran Maestro consegna a Capezzone l’onorificenza

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Libertà e spirito critico sono le colonne del tempio interiore, ne-gazionismo sistematico e conformismo i suoi nemici. Il grandeteologo Vito Mancuso, ospite della Gran Loggia, che si è tenutadal 6 all’8 aprile a Rimini, ha affrontato, nel corso della sua lectiomagistralis, il tema affascinante della costruzione di quello che èil luogo-icona della spiritualità e della necessità insita nell’uomodi ritrovarsi con il divino che è dentro di sé. Perché ci siamo in-ventati il tempio esteriore e interiore? Perché abbiamo realizzatouna cosa così anti biologica? Quale ne è il senso? Mancuso, che èstato presentato al pubblico numeroso e attento che affollava lasala del Castello del Palacongressi, dal giornalista Claudio Gio-mini, ha esordito cercando di trovare risposta a questi interrogativiattraverso un approccio, che lui stesso ha definito antropologico. Il dato di fatto da cui partire, ha premesso, è “la presenza uni-versale dei templi esteriori lungol’ampia, vastissima, disordinatastoria del genere umano”. Unapresenza controversa. A qualcunogradita, al qualcun altro no. Per-ché? Se l’esistenza di case, negozi,scuole, università è spiegabile,comprensibile, quella dei templinon lo è altrettanto.

Non ci sono città senza templi

“I templi – ha osservato il teologo– per alcuni sono gli edifici piùsacri, per altri sono inutili, per altri ancora dannosi. Da semprene discutiamo”. Oggi come ieri e a questo proposito Mancusoha citato Plutarco di Cheronea, storico e filosofo latino, nonsolo autore delle celeberrime Vite Parallele, ma anche sacerdotedi Apollo del Tempio di Delfi, che in tale veste scrivevanell’epistola all’epicureo Colote: “Se tu percorrerai la terra,potrai trovare città senza mura, senza lettere, senza re, senzacase, senza ricchezze, senza monete, senza teatri e ginnai…manon c’è una città priva di santuari e senza dei, né mai ci sarà…Sarebbe più facile che stesse in piedi senza un suolo sul qualesorgere piuttosto che si costituisse un corpo politico sprovvistodel fondamento della religione… un corpo politico nel senso diurbano, cittadino”. Il fondamento dello stare insieme – ha detto– è la religione, nel suo significato etimologico, quindi il tempioche la rappresenta.

Un’esigenza universale

Se i templi, dunque, sono stati costruiti deve esserci un motivo…Questa è la mia risposta, ha sottolineato Mancuso, ma ce ne sono

altre: “Io penso che l’esigenza universale di costruire templi indichiche l’essere umano percepisce se stesso come un realtà complessa,a più strati. Non solo corpo. Ma anche anima. Non solo anima mapiù anime al punto da poter distinguere come i greci tra psiche enous o come i taoisti hun e po. La prima è l’anima psichica mortalee la seconda l’anima immortale e spirituale identica al divino, lascintilla divina. O come ancora fanno gli indu, che distinguonojiva e atman, più anime. O gli antichi egizi, che oltre al corpo indi-viduavano ben cinque altre dimensioni”. Civilità diverse e lontane,un unico comune denominatore: la percezione che dentro di noici sia qualcosa, qualcosa che non si sente appagato dagli altri luo-ghi…E’ per questo che si costruiscono templi. Ma anche i templiesteriori, che possono essere vari, secondo le diverse tradizioni re-ligiose e spirituali, ad alcuni non bastano. Alcuni non si sentono

appagati nella propria interiorità daquesti luoghi e avvertono l’esigenzadi raccogliersi in una “interioritàpiù misteriosa”. Questo accade per-ché spesso, ha spiegato il teologo,nei luoghi sacri si ritrovano le stesselogiche del mondo profano e perquanto solenni e solennizzati questispazi non sono tali da placare la setedell’anima e anzi sono motivo discandalo. Da qui il bisogno di untempio interiore.

C’è un cuore dentro al cuore

“Voi usate l’immagine del tempio interiore”, ha osservato Man-cuso rivolgendosi ai liberi muratori. “Anche i buddisti parlanodi qualcosa di simile: Buddha dice che dentro di noi c’è l’isoladel sé, un’isola sicura alla quale si può tornare ogni volta che cisi sente spaventati, instabili o disperati. Il Neje, un antico testocinese, scritto 400 anni prima di Cristo, diceva che ciascuno dinoi è un campo che si deve coltivare, che “c’è un cuore dentro ilcuore”, una dimensione profonda, più intima. Anche Marco Au-relio parla di cittadella interiore. E Gesù (nel vangelo di Giovanni)ad una donna, che vicino al pozzo di Samaria, gli chiede dovepregare, se come i padri sul monte che si erge dinanzi a loro o aGerusalemme, risponde che è venuto il tempo di adorare Dio inspirito e verità: pneuma e aletheia. Che cosa significa adorare Dioin spirito e in verità?, ha domandato il teologo, se non “fare dise stessi un tempio interiore?”. E’ questa l’aspirazione di coloroche hanno la fortuna, la grazia di sentire nostalgia verso una di-mensione più vera: trasformare se stessi in un luogo solitario, si-lenzioso, dove la massa non arriva, dove mi tolgo i calzari. IlNeje, Gesù, ma anche Esiodo otto secoli prima di Cristo – e questo

LE VIE DA PERCORRERE

La costruzione del tempio interioreNella sua lectio magistralis, il grande teologo Vito Mancuso ha spiegato il senso antropologico di quello che è luogo-icona universale della spiritualità e del senso del divino

Il teologo durante la sua lectio

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per dire che esiste una religione presente in tutti i filoni della spi-ritualità umana – nelle Opere e i Giorni diceva: “La cattiva con-dizione umana è facile incontrarla, agevole è la via…davanti alvalore umano gli dei hanno posto il sudore e lungo e scosceso èil cammino”. “E’ una verità esperenziale”, ha affermato Mancuso.Percorrere vie diverse da quella principale costa fatica, esercizio,isolamento. Per questo tutti i filosofi vengono descritti come ap-partati, da Talete a Pitagora, a Parmenide a Platone… la via della

filosofia è fuori del cammino degli uomini ed è ineluttabile che chi la

pratica sia ripudiato dalla folla. ”Questo per spiegare – ha rimarcato– cosa sia e quanto costi costruire il tempio interiore”.

Quel vento divino che smuove

“Ma adesso mi rivolgo alla vostra interiorità e vi chiedo se sentiteil bisogno di un tempio interiore oppure no. Di un luogo diversorispetto a quello esteriore. O se il tempio esteriore vi basta? Noiuomini tutti, siamo estremamente diversi, diversi come qualitàinteriore, e io mi scontro con questo enigma”, ha osservato il teo-logo. “Esistono – ha detto – secondo me quattro categorie degliesseri umani rispetto al tempio: quelli che non hanno bisogno dinessun tempio, non hanno bisogno di celebrare nient’altro senon se stessi. Una categoria che comunque non è numerosa. Piùnumerosa è invece quella di coloro che sono soddisfatti dei templicostruiti dalla società civile: atenei, scuole, musei, negozi, stadi,palazzi del potere. Poi c’è una terza categoria, quella di coloroche sono soddisfatti dei loro templi esteriori religiosi, che si sen-tono del tutto appagati nel rimanere nel solco della propria tra-dizione spirituale. E infine, coloro che sono alla ricerca di un pro-prio tempio interiore, che, per quanto possano avere un rapportocordiale con i templi civili o religiosi, sentono che non possonofare a meno di lavorare dentro di sé, sentono che il punto di ap-poggio vero non è aderire all’esteriorità, sentono che esiste un’au-torità interiore più profonda, un santuario che è la coscienza. Av-vertono l’esigenza di celebrare qualcosa di più grande dell’ego”. Perché si possa appartenere a questa quarta categoria, ha spie-gato Mancuso, occorre, sentire di avere dentro di sé qualcosapiù grande, una dimensione divina che non è riducibile al nostrocorpo e alla nostra psicologia, ma per nominare la quale la menteha coniato il termine spirito che è quel vento sottile che ti abitae ti fa essere inquieto e ti smuove, che ti permette l’esame di co-scienza, coscienza che è al tempo stesso soggetto e oggetto. Quel-lo spirito di cui parla anche Seneca nel primo secolo dopo Cristo

a Lucilio, quando dice “il dio ti è vicino, è con te, dentro di te”.Una convinzione antica, per nutrire la quale non c’è bisogno diessere cattolici. La stessa presente nel Neye molti secoli prima,come abbiamo visto, o secoli dopo in Agostino da Ippona: “Laverità abita dentro di te”, quella verità, quel soffio che ci portaal desiderio di costruire il tempio interiore dentro di noi.

Tre modi di costruire il proprio tempio

Ciascuno si deve chiedere a quale categoria appartiene. Devefare chiarezza sul proprio approccio al tempio interiore e esteriore.“Io vede tre possibilità. Tre possibilità molto semplici. La prima– ha spiegato Mancuso – è l’osservanza all’insegna della più per-fetta continuità, che è propria di chi frequenta il tempio esteriore,osserva le leggi rituali, e realizza il tempio interiore dentro di séa immagine di quello esteriore, che è poi quello che chiede ilclero, che chiedono le autorità religione, non so la Massoneria:vuoi costruire il tempio interiore, frequenta quello esteriore. Laseconda possibilità è quella della critica e del superamento insenso hegeliano di superamento che conserva ma non nega del-l’esteriorità. La terza è quella della critica radicale e della nega-zione: solo abolendo il tempio esteriore, simbolo di ipocrisia,contiguità con il potere, si possa realizzare quello interiore.

Spirito critico e libertà la via

Tre possibilità che corrispondono a tre diversi atteggiamentiverso l’autorità: fiducia e affidamento totale, adesione critica eopposizione sistematica. Ci sono pericoli in queste diverse pos-sibilità, nelle terza in particolare quello dell’unilateralità, delsoggettivismo, del relativismo etico, con il rischio di cadere nellapeggiore delle prigioni, quella dell’egoismo e narcisismo. Il pun-to è, ha sintetizzato Mancuso, che non bisogna essere né “zelantipecorelle, sempre pronte a ripetere il verbo degli altri, obbedientifino in fondo, fino a dire che una cosa è nera, e invece è bianca,solo perché lo afferma l’autorità, il potere”, né negare per negare.La via migliore è quella di costruire il proprio tempio interiorein armonia critica con la tradizione, dire che una cosa è biancase la vedo bianca, assumendomene le conseguenze. “Renditipadrone di te stesso” dice Seneca nella prima lettera a Lucilio.“E il tempo, a proposito del lavoro quotidiano da fare dentro sestessi, raccoglilo e conservalo. Ma come si fa a raccogliere il tem-po? Ecco, rispondere a questa domanda – ha concluso Mancuso– significa imparare a costruire il proprio tempio interiore”.

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NEL TEMPIO

Trentuno rappresentanze massoniche estere Sono state trentuno le rappresentanze massoniche estere che quest’anno hanno partecipato alla Gran Loggia 2018 Tra le quattro piùantiche: le Grandi Logge Unite di Germania, risalenti al 1737, Il Grande Oriente dei Paesi Bassi risalente al 1756, la Gran Loggia Nazionaledi Polonia, risalente al 1780, la Gran Loggia di New York nata nel 1781 e la Gran Loggia d’Austria, risalente al 1784. Delegazioni sonoarrivate dal Burkina Faso, dall’Uruguay e da Cuba. Sono intervenuti anche rappresentanti dell’Ordine DeMolay internazionale. Rap-presentante anche la Gran Loggia di Albania, la Gran Loggia del Montenegro, la Gran Loggia di Cipro, Gran Loggia di Maurice, laGran Loggia dell’Ucraina, la Gran Loggia di Bosnia & Herzegovina, la Serenissima Gran Loggia della Repubblica di San Marino, laGran Loggia della Lettonia, la Gran Loggia di Slovenia, la Gran Loggia della Moldavia, la Gran Loggia di Russia, la Gran Loggia Unitadi Bulgaria, la Gran Loggia della Costa d’Avorio, la Gran Loggia della Repubblica Ceca, la Gran Loggia Nazionale Francese, la GranLoggia della Turchia, la Gran Loggia di Spagna, la Gran Loggia Nazionale di Romania, la Gran Loggia Svizzera Alpina, la Gran Loggiadell’Illinois, la Gran Loggia del Distretto di Columbia, la Gran Loggia di Grecia, la Gran Loggia del Lussemburgo.

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“Liberi da pregiudizi”. Ma fino a che punto lo possiamo tutti noidavvero essere? Intorno a questo interrogativo, ma anche intornoai luoghi comuni che oggi come ieri mirano a offuscare l’imma-gine della Massoneria è ruotato il dibattito, che si è tenuto a chiu-sura della seconda giornata della Gran Loggia del Grande Oriented’Italia tra le colonne del tempio allestito al Palacongressi di Ri-mini per i lavori massonici. Un dibattito, che ha richiamato tan-tissimo pubblico, e che ha avuto come protagonisti Paolo Mieli,Annalisa Chirico, Umberto Cecchi nelle vesti di moderatore, e ilGran Maestro Stefano Bisi al quale sono state affidate le conclu-sioni. A prendere per primo la parola Mieli, incalzato da una raf-fica di domande e osservazioni di Cecchi, molte delle quali riferiteai tempi di Tangentopoli, agli anni degli arresti facili e del grandemale della corruzione, e soprattutto alla grande ferita inferta allaLibera Muratoria italiana, dopo il ciclone della P2, dalla maxi-inchiesta del procuratore di Palmi, Agostino Cordova, avviatanel 1992 e conclusasi 25 anni più tardi con l’archiviazione.

Le origini della massofobia

Ma Mieli è voluto partire da un’osservazione importante. “Ilfatto che il mondo della Massoneria si apra ai non massoni – hatenuto a sottolineare – è la prova di una grande libertà di pen-siero, di un’apertura mentale che spesso – ha detto rivolto allaplatea di fratelli – invece nei vostri confronti non c’è stata. Quan-do ci si sente assediati – ha osservato richiamandosi agli attacchisubiti dal Grande Oriente da parte della politica in quest’ultimoanno e mezzo – si tende a chiudersi, voi invece non l’avete fatto”.“Si pensa che il pregiudizio antimassonico sia sostanziale allastessa Massoneria, che sia nato con essa. In realtà non è così”,ha spiegato Mieli, ricostruendo la storia della Libera Muratoriae cercando di risalire alle origini della massofobia. La reazionenei confronti della Libera Muratoria, ha riferito il giornalista,non fu immediata come si potrebbe credere, ma arrivò ventuno

anni dopo la sua nascita. Arrivò quando la Chiesa lanciò la sco-munica, introducendo pene nei confronti dei massoni fino a pre-vedere anche la condanna a morte. Ma ciò non impedì a questaistituzione di prendere piede e svilupparsi, ha raccontato Mieli,spiegando invece che il pregiudizio intorno ad essa cominciòad attecchire, a prendere piede e propagarsi “solo molti annipiù tardi dall’incrocio virtuoso con la Rivoluzione Francese”.

Così nacquero le teorie complottiste

E al pregiudizio poi si aggiunsero le teorie cospirazioniste. Teoriealle quali, secondo la ricostruzione elaborata da Mieli, diede im-pulso in particolare la pubblicazione, nel 1797, del celeberrimolibro del gesuita Augustin Barruel, Memorie per una storia del gia-

cobinismo, in cui per la prima volta veniva avanzata la tesi secondola quale il complotto massonico sarebbe stato all’origine della Ri-voluzione francese. Idea, ha osservato il giornalista, “che non èpoi quasi più morta, anche se per tutto il secolo successivo, ca-ratterizzato dalle lotte Risorgimentali e dalla costruzione dell’Unitàd’Italia, non ebbe grande fortuna fino ad un altro punto di svolta:la formazione annunciata nel 1887 da Civiltà Cattolica di unaLega per combattere la Massoneria”.

Cinque Presidenti del Consiglio massoni

Il clima cambiò ma, ha rimarcato Mieli, la Massoneria non neuscì danneggiata, anzi espresse proprio in quegli anni ben cinquepresidenti del Consiglio: Agostino De Pretis, Francesco Crispi,Giuseppe Zanardelli, Alessandro Fortis e Paolo Boselli. E nonsolo. Anche amministratori di alcune importanti città, tra cui ilsindaco di Roma Ernesto Nathan, che fu anche Gran Maestrodel Grande Oriente d’Italia. Poi, ha proseguito il giornalista, cifu l’avvento del fascismo che mise al bando i liberi muratori ela Massoneria, ha ricordato, ebbe la sfortuna di riaffiorare dopola Seconda Guerra Mondiale in un clima in cui l’avversione ad

DIBATTITO TRA LE COLONNE

Liberi dal pregiudizioTra le colonne dinanzi a tantissimo pubblico il Gran Maestro con Paolo Mieli, Annalisa Chirico e Umberto Cecchi. La Massoneriache si apre all’esterno, le teorie complottiste e i luoghi comuni

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essa del fascismo, che non era scomparsa con il fascismo, finìper coniugarsi con il pregiudizio cattolico. E alla fine il vento,con la P2, tornò poi a soffiare con forza inaudita contro la LiberaMuratoria. Indiscriminatamente, senza distinguo.

La P2 e la grave omissione dei media

“Pochi – ha sottolineato infattiMieli – misero in evidenza il fat-to che la Massoneria si era giàliberata di Licio Gelli prima chescoppiasse lo scandalo”. Sitrattò, ha aggiunto, “di una gra-ve omissione”. Da allora l’ideadi deviazione, ha osservato, finìper legarsi irrimediabilmentealla parola Massoneria e allasua immagine. Che fare, dun-que? Che fare oggi? Come di-fendersi e sconfiggere questoantico e radicato pregiudizio.“Voglio darvi un consiglio – hadetto Mieli rivolgendosi al GranMaestro e ai fratelli – dovetecercare di circondarvi, curando-ne la moltiplicazione, di amicinon massoni, persone libere chenon fanno parte della vostraistituzione, con cui potete discu-tere e che sappiano criticarvi edi cui voi possiate nonostantela diversità d’opinione ricono-scerne l’onestà intellettuale”.

Una babele di pregiudizi

Appassionato è stato poi l’inter-vento di Annalisa Chirico, piùvolte interrotto dagli applausidel pubblico. “Ho accolto concuriosità e interesse il vostro in-vito”, ha premesso. “Mi interes-sa molto indagare alle radici delpregiudizio. Penso innanzitutto– ha aggiunto la giornalista, cheè anche presidente dell’associa-zione Fino a Prova Contraria –che non possiamo non leggerela realtà attraverso la lente delpregiudizio. Ciascuno di noi èuna babele di pregiudizi. I pre-giudizi sono radicati in noi.Nessuno di noi è tabula rasa e su questo dobbiamo essere intel-lettualmente onesti. Comunque – ha affermato – mi fa sentireprofondamente libera essere qui. Io non temo l’azione, ma temochi vuole censurarla. Temo chi vuole silenziare voci diverse. Iopenso che, mai come in questo momento nel nostro paese, siafondamentale difendere i pilastri di una società aperta, libera edemocratica, dove ognuno viene giudicato per ciò che fa, per leazioni che compie, e non per le idee che professa o per l’asso-

ciazione alla quale decide liberamente di iscriversi”.

Costituzione, un monumento alle libertà individuali

“Ho sempre pensato – ha sottolineato la Chirico – che la Costitu-zione italiana sia bellissima, nella prima parte è un monumento

alle libertà individuali”. Peresempio, l’articolo 18 quandosancisce ‘’il diritto di associarsiliberamente, senza autorizzazio-ne, per fini che non sono vietatidalla legge penale’’. Poi il riferi-mento alla cronaca politica. “IlMovimento 5Stelle, che espelleun componente in quanto ‘mas-sone’ – ha ricordato conquistan-dosi una serie di vere e propriestanding ovation – discriminauna persona, calpesta i suoi di-ritti civili, si pone al di fuori delperimetro di un partito demo-cratico, come è tracciato dall’art.49 della nostra Costituzione.Non so – ha commentato – checos’abbia fatto nella sua vita Lui-gi Di Maio, ma so che Cavour eGaribaldi hanno fatto l’Unità d’I-talia, Crispi e Zanardelli hannoabolito la pena di morte con unsecolo di anticipo rispetto aFrancia, Gran Bretagna, SantaSede… E se ci sono persone che,nel dopolavoro – ha sottolineato– non vanno in chiesa o in mo-schea, ma si recano in loggia eportano avanti, nel rispetto dellalegge, progetti ispirati ai valoridella fratellanza e della libertà,io penso che abbiano il diritto difarlo e che non debbano esserediscriminati in ragione del pre-giudizio e del sospetto. Pensoche nessuna commissione go-vernativa o parlamentare do-vrebbe violare la libertà associa-tiva delle persone e il sacrosantodiritto alla riservatezza. Le listedegli iscritti a Magistratura de-mocratica, per esempio, non riu-scì a procurarsele neppure l’al-lora ministro Cesare Previti”.

Le proposte di legge anti-massoniche

“Il direttore Paolo Mieli ci ha fatto un appello”, ha detto il GranMaestro prendendo infine la parola. “Ci ha inviato a coinvolgerenon uno o due ma cento persone intellettualmente oneste chepossano affiancarci nella nostra battaglia di verità. E’ proprioquello che stiamo cercando di fare”, ha rimarcato Bisi facendoriferimento ai numerosi eventi organizzati dal Grande Oriente

L’ingresso degli ospiti nel tempio. Dall’alto: Paolo Mieli, Annalisa Chirico, Umberto Cecchi

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18d’Italia in questi anni, le tante iniziative ad esempio con le qualiil Grande Oriente ha celebrato i Settanta anni della Repubblicaitaliana e a cui hanno preso parte tantissimi rappresentanti dispicco del mondo della società civile, intellettuali e politici, nonappartenenti alla Comunione. “E’ vero – ha detto – il Gran Mae-stro – noi dobbiamo aprirci di più, ma credo che anche i gior-nalisti, gli intellettuali, i politici, dovrebbero avvertire come unaminaccia, o almeno come un campanello d’allarme per tutti, ilpregiudizio che ci circonda. Quando la Commissione Antimafiaha mandato al Vascello tredici finanziari a perquisire la nostrasede, non c’è stata una ribellione. E non c’è stata neppure davantialle due proposte di legge presentante in parlamento durantela scorsa legislatura che sono la fotocopia della legge fascistafirmata il 26 novembre del 1925 da Benito Mussolini e dal suoministro della giustizia Alfredo Rocco”.

Via la parola razza dalla Costituzione

Ma a conclusione del dibattito sui pregiudizi il Gran Maestroha tenuto a fare anche un an-nuncio bello e importante: laGran Loggia 2018 ha cancellatola parola razza dallo statuto delGrande Oriente. “Noi siamodalla parte della senatrice a vitaLiliana Segre, che vuole toglierequesto terribile termine dallaCostituzione italiana”, ha spie-gato Bisi sottolineando con or-goglio che l’iniziativa è statapresa anche in onore a tutti i li-beri muratori che hanno vissutola tragedia dell’Olocausto, “co-me il Gran Maestro OnorarioNedo Fiano e come GianfrancoBaroni”, che nonostante l’età avanzata partecipa sempre ai lavoridi Rimini e che ha invitato ad alzarsi. Un momento di grandecommozione seguito da un lungo e trascinante applauso.

Paolo Mieli, giornalista e saggista, inizia la sua carriera nellaredazione de l’Espresso. È stato direttore de la Stampa dal 1990al 1992, e del Corriere della Sera dal 1992 al 1997 e dal 2004 al2009, quando è diventato Presidente di Rcs Libri Spa, incaricoche ha ricoperto fino al 2016. Attualmente è editorialista del Cor-

riere della Sera.Laureato in Storia con Renzo De Felice e RosarioRomeo ha tenuto per oltre dieci anni un seminario sulla “Storiadell’Italia Repubblicana” presso la facoltà di Scienze Politiche,Economiche e Sociali dell’Università degli Studi di Milano. Trai suoi volumi: Storia e Politica (Rizzoli 2001) – La goccia cinese(Rizzoli 2002) – Le storie, la storia. Dall’Atene di Alcibiade aoggi (Rizzoli 2004) – I Conti con la Storia (Rizzoli 2013) – L’Armadella Memoria (Rizzoli 2015) – In guerra col passato. Le falsifi-cazioni della storia (Rizzoli 2016) – Il caos italiano. Alle radicidel nostro dissesto (Rizzoli 2017).Annalisa Chirico. Dottorato in Teoria politica alla LUISS GuidoCarli, apprendistato pannelliano, ossessione garantista. Scrivedi giustizia, politica e donne.“Siamo tutti puttane – Contro ladittatura del politicamente corretto” è il titolo del suo bestseller(Marsilio 2014). Ha scritto inoltre “Confessioni di un anticonfor-mista”, autobiografia a 4 mani con Umberto Veronesi (Marsilio2015), e “Fino a prova contraria – Tra gogna ed impunità. L’I-talia della giustizia sommaria” (Marsilio 2017), un libro che

indaga la trasformazione delnostro paese in una repubblicagiudiziaria, dove giustizia epolitica si intrecciano e siconfondono, investendo ineso-rabilmente i diritti e le libertàdei cittadini. Sul suo profilo fa-cebook si legge la seguente fra-se: “La mente è la mia chiesa, itacchi il mio paracadute”. Pre-siede Fino a prova contraria –Until proven guilty, movimen-to per una giustizia giusta edefficiente.Umberto Cecchi, giornalista escrittore, dal 30 novembre 1998

al 17 aprile 2002 ha diretto il quotidiano La Nazione del qualeoggi è editorialista di punta. E’ autore di moltissimi saggi e ro-manzi, tra cui, Io che uccidevo le bambole, Fegato, ispirato allavicenda del mostro di Firenze e Sulla via dorata per Samarcan-da, per il quale è stato premiato con il fiorino d’oro nel 2005,nella sezione narrativa. Parlamentare di Fi durante la XII Legi-slatura (15 aprile 1994 – 8 maggio 1996). Ricopre la carica diconsigliere nel Consiglio di Amministrazione del Maggio Mu-sicale Fiorentino.

PARTNERSHIP CULTURALE

Fondazione Einaudi e Grande Oriente Nel corso della Gran Loggia 2018 il Grande Oriente d’Italia ha anche annunciato un’importante iniziativa culturale: la decisionedi ospitare nei locali di Casa Nathan, centro polifunzionale e sede della Massoneria romana, la Fondazione Luigi Einaudi. Il pre-stigioso centro di ricerca per la promozione della conoscenza e della diffusione del pensiero politico liberale, costituita da GiovanniMalagodi nel 1962, ha rischiato, come ha raccontato il presidente Giuseppe Benedetto, di chiudere i battenti. Una fine, che ilGrande Oriente è riuscita a scongiurare. E’ nata così una sorta di partnership culturale tra le due istituzioni, che insieme hannorealizzato già numerosi eventi, convegni, incontri, dibattiti, di grande prestigio, e altri ne hanno in cantiere. “Grazie ai liberimuratori del Goi – ha tenuto a sottolinare ancora Benedetto – che ci hanno messo a disposizione gli splendidi locali di Casa Nathanriuscirà a trovare anche una collocazione adeguata il fondo di Valerio Zanone, costituito da libri e documenti preziosi, uno deipiù importanti della Fondazione”.

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Emanuele Montagna ancora una volta ospite della Gran Loggiadel Grande Oriente d’Italia. Dopo il recital, nella scorsa edizione,dedicato a Enzo Tortora e alla sua tragica vicenda giudiziaria e divita, il grande attore e regista ha magistralmente interpretato que-st’anno la storia di un altro martire della libertà, Giordano Brunoarso vivo dall’Inquisizione il 17 febbraio del 1600 nella piazza ro-mana di Campo de’ Fiori, paladino del libero pensiero di ognitempo. La performance, applauditissi-ma e trascinante, ha avuto come sug-gestivo e naturale palcoscenico la gran-de sala del Palacongressi di Rimini, tra-sformata per i lavori interni del GrandeOriente in un immenso tempio, con ilpavimento a scacchi bianco e nero, lecolonne, l’oriente, i simboli massonici.Uno splendido monologo quello diMontagna, estrapolato da uno storicospettacolo del Gruppo Teatro Colli diBologna, ma attualizzato con riferimentialla dolorosa vicenda della Commissio-ne Antimafia e del sequestro degli elen-chi del Grande Oriente d’Italia. Ventiminuti divisi in tre parti. La prima asfondo filosofico, incentrata sui grandiinterrogativi legati all’uomo e allo spi-rito divino; la seconda dedicata alla co-scienza del sapere, e al suo alto prezzo,fatto anche di dolore e isolamento; laterza alla conoscenza ostacolata dalpensiero unico, oscurantista e ignorante.“La filosofia, la filosofia non è mai co-moda – ha ricordato Montagna vesten-do i panni del Nolano – Chi acquistasapienza acquista dolore. Ci vuole sfor-zo in cambio di tutto. Il filosofo anchese non possiede niente è padrone delproprio destino”. “Ci hanno insegnato che la virtù nasce dalla fedee non dalla filosofia… – sono le parole di Bruno fatte sue dall’attore– Lo so, lo so…conosco a memoria tutti i discorsi che ci hannomartellato il cranio. Dalla culla alla scuola e poi dal pulpito… siatepoveri di spirito e umili, pronti a rinunciare... Spegni quella luceabbagliante dell’intelligenza che ti infiamma e ti consuma perché… più saprai più sarai destinato a soffrire...rinuncia ai tuoi sen-si… sii prigioniero della santa fede…”. “Ma vivere a questo modo– ci ricorda il filosofo – è da morti. Alla chiesa le mie teorie fannopaura. Pensano a quale disordine può nascere nel mondo se tuttigli uomini si abituano a pensare, anche i barcaioli, i servi…ci sono

uomini che vivono nell’agiatezza… altri uomini che sono costrettia tirare la cinghia. Ma tutti quanti gli uomini sono uguali. E tuttiquanti hanno il diritto ad alzare la testa verso il cielo laddove nelpunto più alto splende il sole della verità… Anche la povera gente.Il cosmo è uno eterno e infinito e la terra è uno dei mondi e noisiamo le forme e giriamo sempre attorno senza accorgercene. Diocontiene in se stesso tutte le cose perché ne è la sorgente. Ma anche

l’uomo le contiene tutte perché è il lorocentro. L’uomo è ciò che immagina diessere … l’uomo è l’immagine dell’in-finto. L’unica possibilità per arrivare adio non è rinnegare se stessi, ma pen-sarsi divini…per questo io non possoessere considerato un figlio obbedientedella chiesa….”. “Quattrocento anni fa– ha tuonato in un crescendo Montagna– mi hanno messo il morso per impe-dirmi di parlare. Mi hanno torturato elegato con funi e catene per impedirmidi muovermi …a me che avevo fattomuovere le stelle dell’universo. Sonopassati quattrocento anni fratelli e stan-no facendo la stessa cosa con voi. L’o-scurantismo non è ancora finito. Lei, lasignora, la presidente della Commissio-ne Antimafia, voleva gli elenchi deimassoni calabresi e siciliani. Io glieli hoportati, sono qui… E dobbiamo parlarepure di quegli altri, che si sono coronatila testa con una due tre e quattro cinquestelle…a quei signori voglio dire che …noi abbiamo a disposizione tutte le stel-le dell’universo. Loro sono ignoranti,nel senso latino del termine, non sannoche per stare seduti dove lo siete voi,occorre avere la fedina penale pulita…

non sanno chi siete… e voi dovete darvi da fare, dovete far cono-scere chi siamo. Ma quelli vogliono le carte e gliele abbiamo por-tate. Ecco i nomi… Giuseppe Garibaldi, Gran Maestro del GrandeOriente d’Italia, Ugo Bassi trucidato nel 1849 dagli austriaci conil beneplacito della Chiesa, Arnaud Beltrame, eroe della Gendar-meria francese. E non abbiamo finito: Salvatore Quasimodo, Ga-briele D’Annunzio, Giovanni Pascoli, Giosuè Carducci, Oscar Wil-de, Sigmund Freud, Voltaire, Alexandre Dumas, Abramo Lincoln,Rudyard Kipling, Totò, Walt Disney… Fratelli. Basta. Alzatevi tuttiin piedi e gridiamo la parola più bella che sia stata inventata: li-bertà”.

NEL NOME DI BRUNO

Dobbiamo farci conoscere L’attore e regista Emanuele Montagna nei panni del filosofonolano. Un monologo trascinante ricco di riferimenti alla vicenda dell’Antimafia e al sequestro degli elenchi

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Il fuoco non li ha fermati. I ragazzi della Club House dei Brigantidi Catania, società che tramite il rugby rappresenta dal 2006un’occasione di riscatto sociale nel difficile quartiere Librino,zona periferica della città etnea, non si sono lasciati intimidiredall’incendio doloso che lo scorso 11 gennaio ha distrutto la lorosede, mandando in fumo dieci anni di ricordi, trofei, l’intero pa-trimonio della loro Librineria, i cimeli e tanto altro. Ma non i lorosogni. Dopo due mesi la Club Houseè rinata, più bella di prima, graziealla grande mobilitazione e al soste-gno che questi giovani sono riuscitia conquistarsi. I Briganti si sono rial-zati e sono tornati in campo, ha rac-contata Valentina Marletta, tra i fon-datori dell’associazione, nel corsodell’incontro Liberi di Fare, che si ètenuto a chiusura della Gran Loggiaa Rimini l’8 aprile. “I nostri ragazzisono tornati in campo perché nonsono stati lasciati soli”, ha tenuto asottolineare, ringraziando il GrandeOriente per aver fatto sentire al Clubtutta la sua vicinanza. Ai Briganti laComunione ha regalato una cucinanuova, che proprio in questo mo-mento, ha raccontato Marletta “stagioiosamente funzionando a pienoritmo”. Ha preso poi la parola, in ve-ste di testimonial del Club, il grandecampione di Rugby a 15, ex capitanodegli Azzurri, Andrea Lo Cicero, ca-tanese anche lui. Lo Cicero, che oggiè ambasciatore dell’Unicef, tanto stafacendo per i ragazzi della sua terra,la Sicilia e non solo. “Sono stato for-tunato nella vita – ha detto l’ex cam-pione – e sento come mio dovere re-stituire quello che ho avuto a chi nonne ha. Per questo – ha riferito inter-vistato sul palco dal giornalista Angelo Di Rosa – nella mia tenutaho costruito una fattoria didattica che ho chiamato la ‘La Terradei Bambini’, una onlus che è nata proprio per avvicinare i piùpiccoli alla natura. Da Ragusa vi ho portato degli asini. E’ un’e-mozione unica vedere la gioia negli occhi dei bimbi quando mon-tano in sella. Gli asini sono estremamente intelligenti e più man-sueti dei cavalli. La collaborazione con questo animale, che alcontrario di quanto si ritiene, è davvero intelligente, aiuta chi ha

difficoltà nella socializzazione e, specialmente, i piccoli diversa-mente abili”. Quanto ai Briganti di Catania, “io sono più che maivicino a loro”, ha detto. E’ una iniziativa bellissima. Il club, cheè nato con un obiettivo preciso, quello di strappare quotidiana-mente i ragazzi, anche e soprattutto minori, attraverso la pallaovale, al disagio, alla criminalità, allo sfruttamento del lavorominorile, deve andare avanti. Il Grande Oriente gli rimarrà vicino,

ha assicurato poi Di Rosa, ricordandole tante partite della solidarietà che iliberi muratori hanno messo in cam-po a favore dei giovani, come il so-stegno dato alla società di basket incarrozzina di Reggio Calabria, che haconsentito il ritorno in campionato aduna squadra di atleti di diversa abilitàma di grande talento, che hanno rin-graziato il Grande Oriente con un vi-deo che è stato proiettato durante l’e-vento riminese. E non solo. Il Goi, ha riferito Di Rosa,ha anche donato un nuovo impiantodi illuminazione allo stadio di Norcia,dove, dopo il terribile terremoto cheha colpito l’Italia centrale, ora possonoallenarsi, nei pomeriggi dopo la scuo-la, i pulcini della cittadina umbra. Uncontributo importante al ritorno allanormalità per chi si è trovato a doverfare i conti con morte e distruzione. Eancora. Di Rosa ha ricordato le centoborse di studio da mille euro ciascunache il Grande Oriente ha consegnatoai ragazzi dei territori colpiti dal sismache sono riusciti a conseguire la ma-turità con il massimo dei voti. La rac-colta di fondi promossa a favore deibambini autistici per l’acquisto dellebiciclette speciali, simile al tandem ru-bato a Prato al piccolo Edoardo, un

mezzo che rappresentava l’unico contatto che il ragazzino riuscivaad avere con il mondo, attraverso la velocità e il vento. “La soli-darietà – ha detto poi il Gran Maestro Stefano Bisi, salutando gliospiti – è un dono che si fa non agli altri, ma a se stessi, e se pren-dere riempie le mani, dare invece riempie il nostro cuore”. All’e-vento che ha chiuso la Gran Loggia 2018 presenti anche con laloro grande gioia di vivere i bambini delle squadre di rugby diRimini e Misano, tutti fan e allievi del grande Lo Cicero.

LIBERI DI FARE

Lo Cicero testimonial dei Briganti Il celebre rugbista, ex capitano degli Azzurri con il Grande Oriente a sostegno dei ragazzi del club catanese vittime di un grave atto di intimidazione

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Il Gran Maestro mostra la maglietta ricevuta dai ‘Briganti’ di Librino

Il campione di Rugby al centro con i suoi piccoli fan

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Freemasonry in Europe è il titolo del rapporto redatto dalla Com-missione che la Masonic Service Association degli Stati Unitiinviò in Europa il 12 agosto del 1945 per accertare, alla fine dellaseconda guerra mondiale, le condizioni e le esigenze delle GranLogge massoniche e dei loro singoli esponenti nei paesi occu-pati. È un documento inedito di portata storica che non solodefinisce le dinamiche che innescarono e portarono a tragicaconclusione, le persecuzioni ai danni della Massoneria in granparte dell’Europa, ma conferma la volontà dell’Asse di soppri-mere la Libera Muratoria. Il dossier è stato pubblicato da Mi-mesis, in italiano e conl’anastatica inglese, conil titolo Massoneria in Eu-

ropa, ed è stato presenta-to nel corso di una con-ferenza che si è tenuta, acura del Servizio Biblio-teca, durante i lavori del-la Gran Loggia al Pala-congressi di Rimini. A il-lustrare il rapporto lostorico Santi Fedele, chericopre anche il ruolo diGran Maestro Aggiuntodel Grande Oriente, e ilsociologo Mauro Valeri,entrambi autori di unsaggio all’interno del vo-lume che si apre con laprefazione del Gran Maestro Stefano Bisi. Fu il presidente Harry S.Truman, già Gran Maestro del Missouri,succeduto alla guida degli Stati Uniti ad un altro grande fratello,Franklin Delano Roosevelt, a capire la drammaticità della si-tuazione e a farsi artefice della missione in Europa. Quattro altidignitari delle Grandi Logge del Missouri, di New York, delMichigan e del Montana ebbero così l’incarico di raccogliereinformazioni sulle cui basi poi si sarebbero decisi eventualipiani di soccorso per le logge colpite, aiuti che poi gli stessi os-servatori rilevarono necessario estendere – tramite le Massonerielocali – a tutti indistintamente. Lo scenario di distruzione chesi presentò ai loro occhi fu agghiacciante. La delegazione visitòla quasi totalità degli stati europei liberati dalle forze angloa-mericane: Svezia, Finlandia, Danimarca, Francia, Norvegia,Grecia, Cecoslovacchia, Germania, Italia, Olanda, Belgio e Au-stria. “L’Asse era decisamente anti-massonica”, si legge nel rap-

porto. Si iniziò, dapprima, con campagne stampa denigratorieben orchestrate per poi arrivare alla devastazione delle loggee allo scioglimento coatto di tutte le organizzazioni massonichee paramassoniche. I Gran Maestri e gli Alti Dignitari delle varieComunioni massoniche furono arrestati e in alcuni casi trova-rono la morte anche nei lager (pensiamo, tra i tanti, al GranMaestro del Grande Oriente d’Italia Domizio Torrigiani chepatì il confino dove si ammalò gravemente fino alla morte op-pure al Gran Maestro olandese Hermannus van Tongeren cheperse la vita nel campo di concentramento di Buchenwald); gli

elenchi sequestrati e inomi dei massoni pub-blicati; beni mobili e im-mobili confiscati; archi-vi e biblioteche saccheg-giati e i materiali requi-siti utilizzati per l’alle-stimento di mostre infa-manti sulla Massoneriao per altre produzionidiffamatorie. In Franciaebbe successo l’esposi-zione al Petit Palais diParigi nel 1940, così co-me il film Forces occul-tes (Forze Occulte) rea-lizzato nel 1943 sotto ilgoverno di Vichy, du-rante l’occupazione na-

zista. Prodotto per fini propagandistici in chiave antimassonicae antigiudaica, il film uscì dai confini nazionali e ancora oggitrova estimatori, purtroppo anche in Italia”. Il dossier fu ancheil primo passo verso il piano di ricostruzione americano perl’Europa del 1947 firmato da Geroge Marshall, un altro grandelibero muratore. “Tenere fra le mani e leggere questo rapporto– scrive il Gran Maestro – prodotto nel novembre del 1945 dallaCommissione americana incaricata dal presidente e fratellomassone Harry Truman di esaminare la situazione delle Obbe-dienze europee alla fine della seconda guerra mondiale, fa dav-vero un certo effetto, anche alla luce di quanto sta accadendoai giorni nostri nei confronti della Libera Muratoria aggreditain Italia da fermenti e movimenti populisti che vogliono discri-minarla e da soggetti politici che vogliono ritirare fuori dal cas-setto vergognose leggi fasciste che richiamano alla mente unperiodo nero per la democrazia e per la libertà”.

RAPPORTO USA DEL 1945

Massoneria in Europa Il Servizio Biblioteca ha presentato a Rimini un dossier realizzato dalla Libera Muratoria americana alla fine della seconda guerra mondiale dietro richiesta del presidente e fratello Truman per verificare le condizioni delle logge

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Mauro Valeri, Santi Fedele e Dino Fioravanti durante la presentazione del dossier

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“Attacco alla democrazia, attacco alla Massoneria. Il pianodell’Asse”. Questo il tema della mostra, che è solo una delleiniziative, accanto alla rassegna di libri e alle conferenze, cheil Servizio Biblioteca ha organizzato al Palacongressi di Riminiin occasione della Gran Loggia: 32 pannelli più uno introduttivo,ma anche fotografie, stampe, ritagli di giornale e volumi d’epocache documentano la violenza sistematica subita dalla Masso-neria dalla fine dell’Ottocentoalla Seconda Guerra Mondiale,vere e proprie offensive checulminarono in azioni violente,anche sul piano legislativo, pro-mosse dai governi dell’Asse eche causarono la dispersionedelle logge massoniche e dei lo-ro esponenti in territorio euro-peo. Offensive che hanno tutteavuto, come è stato sottolineatodal Gran Bibliotecario Bernar-dino Fioravanti e dal GranMaestro Aggiunto Santi Fedele,uno stesso, preciso schema. Ilfascismo in Portogallo, in Spa-gna, in Italia e poi il nazismo inGermania hanno tutti avuto ununico denominatore: l’inizialerichiesta degli elenchi dei liberimuratori, descritti ufficialmentesempre come incompleti e falsi,l’assalto alle logge, poi il varodi leggi massonicide, la ferocepersecuzuione dei liberi muu-ratori e infine la sospensione ditutte le libertà per tutti. “E’ si-curamente la più bella mostrafinora organizzata dal ServizioBiblioteca”, ha commentato ilGran Maestro Stefano Bisi, do-po il taglio del nastro. Interes-sante e apprezzabile in partico-lare la scelta del Servizio Biblio-teca di far partire l’esposizione dall’ultimo ventennio del XIXsecolo, motivata dall’importanza di documentare la prima gran-de mistificazione che ha per oggetto la Massoneria.

L’impronta di Leo Taxil

Si tratta della cosiddetta “demonizzazione” alimentata dai lavori

di Leo Taxil e di Diana Vaughan (personaggio immaginario, fruttodella fantasia di Taxil) che all’epoca ebbero grande successo, so-prattutto in Vaticano. I testi di Taxil trovano ancora oggi estimatori,nonostante l’infondatezza dei contenuti poi sconfessati dallo stessoautore. Leo Taxil, pseudonimo di Marie Joseph Jogand-Pagès, exmassone, dopo essersi convertito al clericalismo, “svelò” i misteridella Massoneria, i suoi presunti rituali e fu, per dodici anni, ani-

matore della lega Anti-massoni-ca sostenuto dall’ambiente cle-ricale al quale, anni prima, luistesso aveva rivolto attenzionicon testi diffamatori: La Bibleamusante, La Vie de Jesus, LesDebauches d’un confesseur, LesPornographes sacrés: la confes-sion et les confesseurs; Les Maî-tresses du Pape.

Fascismo e Trotskismo

Dalla demonizzazione taxilia-na si passa poi a un attaccoideato sul piano culturale. Sia-mo agli inizi del Novecento e“L’Idea Nazionale”, giornalefondato, tra gli altri, da LuigiFederzoni nel 1911, si rivela unvalido strumento di campagnaantimassonica. Nelle sue pagi-ne troviamo attacchi ferocicontro la Libera Muratoria connumerosi articoli sui pericolidi una sua infiltrazione nell’e-sercito, nella magistratura, nel-la politica, nella scuola e nellepubbliche amministrazioni.Ma qual è lo scenario dell’epo-ca? In Italia, alla fine della pri-ma guerra mondiale, l’anti-massonismo cattolico si incon-tra con quello nazionalista epoi fascista mentre i socialisti

massimalisti propongono un antimassonismo che considerala Massoneria, per loro istituzione borghese, un ostacolo alla“vera” rivoluzione, quella proletaria. Già nel congresso di An-cona del 1914 avevano fatto votare l’incompatibilità tra il par-tito socialista e l’adesione a una loggia massonica e nella po-lemica per l’intransigenza ideologica e contro la Massoneria

LA BIBLIOTECA DEL GOI A RIMINI

Il totalitarismo antimassonico Attraverso documenti, ritagli di giornali, fotografiestampe, la ricostruzione degli attacchi sistematici sferrati dai regimi alla Massoneria

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La dedica del Gran Maestro alla mostra

Il Gran Maestro con il Gran Bibliotecario Dino Fioravanti. Dietro a sinistra il Primo Gran Sorvegliante Seminario

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si era distinto Benito Mussolini, battagliero direttore dell’A-vanti!. Anche l’Internazionale comunista, nota come Terza In-ternazionale, si era allineata su queste posizioni e affrontò nelsuo secondo Congresso del 1920 (anche su spinta della dele-gazione del Partito socialista italiano) la “questione della Mas-soneria”, vista appunto come organizzazione politica dellaborghesia. Nel terzo congresso del 1921, Trotsky, poi diventatoil più accanito nemico della Massoneria oltre che di tutte quellecomponenti del movimento operaio non in linea con il bol-scevismo, propose e fece approvare l’incompatibilità tra l’i-scrizione alle logge massoniche e l’adesione ai partiti membridell’Internazionale.

1925, inchiesta sulla Massoneria

Sul piano culturale gli attacchi alla Libera Muratoria italianaproseguirono con l’avvento del Fascismo e la nascita del regime.Nel 1925 fu ripubblicata l’inchiesta giornalistica sulla Massoneria,con una prefazione del deputato e filosofo nazionalista EmilioBodrero, poi sottosegretario all’Educazione nazionale, per “sup-portare” la famosa legge del 26 novembre 1925 sulla “Regola-rizzazione dell’attività delle Associazioni e dell’appartenenzaalle medesime del personale dipendente dallo Stato”, meglionota come “legge contro la Massoneria”. La legge disponeva illicenziamento dei dipendenti pubblici iscritti ad “Associazionioperanti, anche solo in parte, in modo clandestino o occulto o icui soci fossero comunque vincolati dal segreto”. Sempre nel1925, uscì l’opera in due volumi di Alessandro Luzio intitolata:“La Massoneria e il Risorgimento italiano”, dove l’autore negòil ruolo svolto dai massoni nel Risorgimento, esaltando, al con-trario, il contributo della Carboneria e facendo emergere le di-vergenze tra le due organizzazioni. In Italia la campagna diffa-matoria contro la Libera Muratoria fu durissima: venne avviatauna vera e propria caccia al massone, molte sedi furono distrutteo sequestrate (basti ricordare la confisca legalizzata della sedenazionale di Palazzo Giustiniani e il riparo in esilio del GrandeOriente d’Italia) e i dirigenti messi al confino e licenziati dagliincarichi pubblici.

I Savi di Sion

Anche per Hitler l’Ordine massonico si presentò un ostacolo.Un’organizzazione universale di uomini liberi uniti da vincolidi fratellanza non era immaginabile all’interno del Terzo Reiche l’attacco in Germania fu sferrato con un piano ben stabilitocolpendo inizialmente gli ebrei. Nel Mein Kampf il futuro fuhrer,basandosi sui “Protocolli dei Savi di Sion” notoriamente falsi,aveva formulato la tesi del “pericolo ebraico”, secondo la qualeesisteva una cospirazione ebraica con l’obiettivo di ottenere lasupremazia nel mondo. Successivamente, egli portò l’opinionepubblica a credere che la Massoneria fosse composta quasi esclu-sivamente da giudei e che comunque fosse al loro servizio. Lelogge tedesche furono chiuse senza troppe proteste.

La repressione franchista

La congiura “giudaico-plutocratica-massonica”, rappresentatanella mostra, fu, dunque, un tema caro ai grandi totalitarismidel Novecento. In Spagna Hitler e Mussolini trovarono un alleatonel generale Francisco Franco che annientò nel sangue la LiberaMuratoria spagnola. Conclusa la guerra civile con la vittoria diFranco, la legislazione antimassonica si chiuse con la legge del1° marzo 1940 dal titolo “Legge per la repressione della masso-neria, del comunismo e altre società segrete che seminano ideedisgregatrici contro la religione, la patria e le loro istituzioni fon-damentali e contro l’armonia sociale” che di fatto, come rilevalo storico Santi Fedele, sancì la morte civile dei massoni. Ancheil Portogallo di António de Oliveira Salazar dichiarò guerra allaLibera Muratoria sopprimendola nel 1935.

La mostra antimassonica di Parigi

Nei paesi invasi dalle truppe dell’Asse, le Comunioni masso-niche non subirono una sorte migliore; i dirigenti furono arre-stati, le sedi e gli archivi saccheggiati, i registri degli associatisequestrati, le biblioteche interamente trasportate in Germania,i fondi confiscati. Molto di questo materiale servì a scopo pro-pagandistico e fu utilizzato nelle esposizioni anti-massoniche,come quella di Parigi del 1940.

Al Vascello il bozzetto di GeminianiIn Gran Loggia anche un piccolo capolavoro. L’artista NicolaDomenici di Viareggio ha voluto donare al Grande Oriente d’I-talia perché venga esposto al Vascello, il bozzetto della statuadel famoso musicista e massone Francesco Xaverio Geminiani,nato a Lucca nel 1687 e morto a Dublino nel 1762. Una statuache, realizzata anche grazie al contributo del Goi, è stata collocatain piazza Guidiccioni, una delle più importanti della città toscana.A sostenere fortemente l’iniziativa la loggia locale intitolata algrande violinista. La statua – in marmo bianco, alta 2,50 metriper 5,50 metri complessivi – è stata svelata alla città il 18 ottobrescorso alla presenza del primo cittadino, dell’autore, di MaurizioLunardi, presidente associazione culturale Geminiani, del pro-fessor Alberto Bologni dell’Associazione musicale lucchese e diFrancesco Borgognoni, presidente del Collegio dei maestri ve-nerabili della Toscana. “Un doveroso atto riparatore della cittàverso uno dei suoi più illustri figli”, ebbe a commentare il sindacoAlessandro Tambellini durante l’inaugurazione.

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Dal PalacongressiIl cannocchiale di Galileo Non solo il logo della Gran Loggia, che raffigura il suo celebre cannocchiale, ilGrande Oriente a Galileo Galilei ha dedicato anche una mostra, che è stata allestitaal Palacongressi. Sono stati esposti al pubblico oggetti antichi e rari, strumentirealizzati o inventati dal grande scienziato pisano, provenienti dalla collezioneprivata del professore Fausto Casi di Arezzo. Tra cui un compasso geometricodel 1697, al quale Galileo dedicò anche un libro, che fece stampare nel 1606 in60 copie; un cannocchiale in ottone e pelle incisa in oro del XVII secolo; un gio-vilabo in ottone inciso a cera persa del XX secolo; un meccanismo sincronico,realizzato in ferro nel secolo scorso. Un esemplare delle opere del grande scien-ziato pisano in quattro volumi datato 1744. Un suo ritratto a olio su tela (copiada Susterman) eseguito tra il XVII e il XVIII secolo. Galileo aveva sete di conoscenza e cercò di guardare oltre, lontano, di stelle e ilcielo infinito, aprendo nuovi orizzonti di conoscenza, contribuendo al progresso scientifico, ma anche al trionfo del libero pensierosul pensiero unico.

Senza limiti, Walter Rolfo e la Massoneria Quali sono i limiti della nostra mente? Che cosa ci è precluso? I limiti sono solonel nostro cervello. Cambiando le premesse tutto diventa possibile. E utilizzandola filosofia propria del pensiero illusionistico è possibile conoscere il segreto chepermette di ottenere, in ogni momento della nostra vita, risultati altrimenti im-possibili. Walter Rolfo, coach esperto in processi percettivi, conduttore televisivo,scrittore e appassionato di illusionismo, pratica l’Arte di realizzare l’impossibilee nelle sue performance introduce il pubblico verso una forma innovativa di spet-tacolo esperienziale. Nello One man show al Palacongressi di Rimini, scritto perla Gran Loggia 2018 del Grande Oriente d’Italia, Rolfo ha proposto storie di LiberiMuratori che sono stati capaci di realizzare l’impossibile. Ed è piaciuto tantissimo.Lo spettacolo, che ha affascinato il pubblico, conducendo a importanti riflessioni, si è tenuto la sera del 6 aprile nella Sala dell’Anfiteatro.

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DURANTE I LAVORI RITUALI

Il Gran Maestro consegna le “Giordano Bruno”Il Gran Maestro Stefano Bisi durante i lavori rituali della Gran Loggia ha insignito delle onorificenze Giordano Bruno tre fratelli. L’im-portante riconoscimento massonico è stato attribuito ai due noti penalisti Renato Vigna (a destra del Gm nella prima foto) ed EnzoBelvedere (a sinistra del Gm nella prima foto) , per l’ importante e lodevole opera difensiva prestata a titolo gratuito e con grande sensodel dovere a favore del Gran Maestro Onorario Antonio Perfetti (che nella foto abbraccia il Gm), e al tempo stesso della nostra Istituzione,a seguito di una denuncia per diffamazione a mezzo stampa da parte dell’ex Procuratore della Repubblica, Agostino Cordova. Un pro-cedimento conclusosi con la definitiva assoluzione di Perfetti lo scorso novembre. L’onorificenza Giordano Bruno è stata anche assegnataa Gianfranco Baroni (nella seconda foto), testimone e protagonista degli orrori della Shoah.

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La magia misteriosa delle Arpe L’incanto del suono magico dell’arpa ha riempito il Palacongressi di Rimini conil concerto di ArpeInsieme che si è tenuto il 7 aprile a conclusione della secondagiornata di lavori della Gran Loggia nella Sala dell’Anfiteatro. Sono state eseguitemusiche di Albéniz, Pachelbell, Haendel, Paradisi, Certoh, Verdi, Bizet, Nyman.L’ensemble ArpeInsieme raduna professori, allievi ed ex allievi dei maggiori con-servatori italiani ed offre una formazione che può variare da 4 a 60 elementi. Direttodal Maestro Gianrosario Presutti, il gruppo musicale è impegnato un progetto chesi avvale della fondamentale partecipazione di Anna Maria Palombini, Maria ElenaBovio e Cristiana Passerini, docenti al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano e di Patrizia Radici, docente al Conservatorio “Giu-seppe Verdi” di Torino. Al Palacongressi di Rimini si sono esibite: Bianca Balzan, Angelica Baroni, Maria Elena Bovio, Sara Braccia,Ginevra Giobbio, Anna Maria Palombini, Cristiana Passerini, Patrizia Radici, Emanuele Raviol, Sara Rusignolo, Cassandra Tomella,Nicola Vendramin (anche flauto), Sofia Zampicini.

George&GiuseppeCome ogni anno l’Associazione Italiana di Filatelia Massonica del Grande Oriented’Italia ha proposto anche per la Gran Loggia un annullo postale speciale realizzatoin collaborazione con le Poste Italiane e una busta filatelica con i simboli dellaGran Loggia 2018. Nello stand dell’Aifm-Goi è stato esposto il catalogo delle emis-sioni più recenti. L’Associazione ha anche curato la mostra dal titolo “Da Washing-ton a Garibaldi. George&Giuseppe, uomini ed eroi”, che il Gran Maestro StefanoBisi ha inaugurato in apertura al pubblico dei lavori dell’assise massonica al Pa-lacongressi di Rimini: 100 pannelli di materiale di filatelia massonica provenientedalla preziosa collezione filatelica Boeri di proprietà del Grande Oriente d’Italia.L’associazione ha anche tenuto la consueta assemblea annuale dei Soci presiedutadel Vice Presidente Santi Fedele e ha rinnovato il consiglio direttivo. Sono state ratificate le irrevocabili dimissione del SegretarioMassimo Morgantini che dalla sua costituzione ha sempre guidato l’Associazione, che ormai è molto apprezzata in Italia e nei circolifilatelici esteri per la notevole quantità nel corso di questi venti anni. Il nuovo consiglio direttivo eletto è così composto: Stefano Bisi,presidente; Santi Fedele vicepresidente; Giuseppe Di Vincenzo segretario; Riccardo Mauri, tesoriere; i consiglieri sono EdoardoCavallè, Gaetano Favia e Carlo Galli. L’assemblea dei soci nell’augurare buon lavoro al nuovo consiglio direttivo ha voluto ancheringraziare Morgantini per il suo impegno conferendogli la carica di segretario onorario.

Gli amanuensi al Palacongressi Debutto al Palacongressi di Rimini durante la tre giorni di Gran Loggia degli allievidella Scuola Italiana Amanuensi, che hanno voluto consegnare al Gran MaestroStefano Bisi una pergamena con i nomi di tutti i Gran Maestri che si sono avvi-cendati alla guida della Comunione. Un piccolo gioiello, realizzato interamente amano su carta di cotone, con la grafica e la scrittura eseguite con inchiostro Fer-ro-Gallico, miscelato con le antiche tecniche medievali. Per il titolo è stata sceltala Littera Capitale Romana, mentre i nomi sono stati scritti in Littera Corsiva. Sem-pre gli allievi della Scuola Italiana Amanuensi hanno costruito la cornice in legnorivestita con foglia di argento rococó.

NEWSLETTER DELLA GRAN LOGGIA DI SPAGNA

El Oriente, focus sul Goi e la Massofobia El Oriente, la newsletter della Gran Loggia di Spagna, ha dedicato l’apertura dell’ultimo numero alla Gran Loggia del Grande Oriented’Italia, riportando il passo dell’allocuzione nella quale il Gran Maestro Stefano Bisi mette in guardia dall’ondata anti-massonica inatto nel nostro paese, sottolineando come da qualche anno, ci sia “qualcuno che ci vuole marchiare e rendere la vita difficile”. “Si sonomessi in testa che la Massoneria – è uno dei passaggi dell’intervento del Gran Maestro – deve essere sottomessa in qualsiasi modo. Lofanno perché hanno paura di noi, del nostro ruolo etico nella Società che ci è riconosciuto da chi vede nelle nostre attività i valorifondanti della Repubblica Italiana”. Il 13 aprile la Gran Loggia di Spagna in un twitter ha ricordato anche come sia il Grande Oriented’Italia che la Gran Loggia d’Inghilterra abbiamo pubblicamente denunciato in questi mesi l’aumento della massofobia in Europa eha riproposto sul suo sito un interessante articolo di El Pais, uscito due anni fa dal titolo: “¿Por qué Franco odió tanto a los masones?”

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Taranto. Parole inequivocabili, quelle del Gran Maestro del GrandeOriente d’Italia Stefano Bisi, pronunciate alla folta platea – più di300, tra fratelli e profani – che ha riempito le sale dell’hotel MercureDelfino di Taranto, lo scorso 29 marzo, per il convegno “Massofobia– Caccia al massone nell’Itala democratica”, organizzato dal Con-siglio dei Maestri Venerabili di Taranto con il patrocinio del Col-legio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili di Puglia. Unica tappain Puglia, del Gm Bisi, per presentare il suo libro “Massofobia:l’Antimafia dell’inquisizione”, l’ap-puntamento è stato un’ottima oc-casione per riflettere sul ruolo dellaLibera Muratoria all’interno di unasocietà sempre più spesso preda dipregiudizi miopi. Nato dall’espe-rienza del sequestro degli elenchiche ha coinvolto direttamente Bisi,dopo la campagna di accuse mossadalla commissione parlamentareAntimafia guidata dall’onorevoleRosy Bindi, il libro sta invece cer-cando di porre all’attenzione del-l’opinione pubblica il grande valoredell’appartenenza. Idealmente, il confronto è tra le numerose operedi carattere sociale compiute dal Grande Oriente in questi anni el’immagine ancora falsata delGrande Oriente d’Italia, riassumi-bile nell’aneddoto raccontato pro-prio da Bisi: “Tra i parlamentari chedovevano ascoltarmi per l’audizio-ne in commissione – le parole delGran Maestro – ce ne fu uno che,candidamente, mi chiese: Ma possotoccarla? Vi lascio immaginare lamia reazione». È un lavoro densodi fatica, quindi, quello da compie-re. Ma non può assolutamente de-rogare ai principi della libera mu-ratoria, e alla sua voglia di riserva-tezza: «Noi non ci nascondiamo – ha spiegato Bisi –, ma non per-mettiamo a nessuno di violare la profondità dei lavori che svol-giamo in loggia”. Questa morbosa curiosità verso il lavoro esote-rico, peraltro, arriva da lontano. Lo hanno spiegato i due ospitiche hanno preceduto l’intervento di Bisi durante il convegno diTaranto, lo storico dell’Università di Bari Vito Bianchi e il giornalistae divulgatore Alessandro Cecchi Paone: ripercorrendo la storiadelle persecuzioni, hanno cercato di individuarne ragioni e scopi.Resta significativo un aspetto, ossia la forza con cui la Libera Mu-ratoria ha sempre affrontato gli attacchi, superandoli. “Noi c’era-

vamo, ci siamo e ci saremo”, ha dichiarato Bisi con parole che nonsono ostentazione, ma consapevolezza del ruolo svolto nella so-cietà, pur tra mille traversie.Sanremo. Il libro-documento del Gran Maestro il 24 marzo è statoal centro dell’incontro dal titolo “Quale libertà di associazione”,che si è tenuto al Teatro del Casinò di Sanremo nell’ambito dellarassegna “I martedì letterari”. “ Sfido qualunque associazione opartito a farci vedere i suoi elenchi, i nostri sono limpidi e non te-

mono nulla”, ha detto in quell’oc-casione il Gran Maestro interpellatosulla vicenda dell’Antimafia, ag-giungendo che “quando si parla disegretezza viene quasi da ridereperché tutti sanno dove sono le no-stre sedi come sono note le nostrefinalità e attività. Il concetto di se-gretezza è solo nella testa di coloroche pensano che il Grande Orientesia un’associazione segreta”.Rimini. Il 7 aprile il libro è statopresentato anche in Gran Loggia aRimini, nello spazio che il Serzvi-

zio Biblioteca ha dedicato agli incontri con gli autori. Alessandria. Il 10 aprile di “Massofobia” si è parlato ad Alessan-

dria dove è stato organizzato unevento all’insegna della Fierezzamassonica, al quale hanno presoparte le quattro logge della Provin-cia, i tre Lions Clubs della città edun gran numero di cittadini, fami-gliari e profani. Prima dell’incontro,il Gran Maestro, ospite della officinaMarengo n. 1061, ha insignito del-l’onorificenza massonica GiordanoBruno, classe Ercole, l’ex MaestroVenerabile Pier Giuseppe Rossi. Su-bito dopo a Palazzo Monferrato siè tenuta una breve conferenza stam-

pa con alcuni giornalisti locali ed un’intervista pubblicata il giornosuccessivo, con un certo rilievo da La Stampa. Nell’elegante salonedelle conferenze, oltre al Gran Maestro, erano presenti il GranMaestro Aggiunto Sergio Rosso, il Grande Esperto Giorgio Borra,Il Presidente del Collegio Circoscrizionale del Piemonte e Valled’Aosta Renato Lavarini, i Consiglieri dell’Ordine Alberto Valdatae Maurizio Onoscuri, il vice presidente circoscrizionale AndreaMacchioni, l’oratore circoscrizionale Paolo Accusani, il segretariocircoscrizionale Mario Neirotti ed i Maestri Venerabili delle loggealessandrine Giorgio Falcucci per la Marengo n. 1061, Giuseppe

MASSOFOBIA

Guardiamo oltre Prosegue il giro di presentazioni del libro-documento in cui il Gran Maestro ricostruisce la vicenda dell’Antimafia Da Taranto a Sanremo, a Roma, a Rimini, ad Alessandria…

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A Taranto, l’intervento del Gran Maestro

Ad Alessandria. Uno scorcio della sala

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Galliani per la Santorre di Santarosa n. 1 e Roberto Simonini perla Pitagora 1061 oltre al fratello Maurizio Krbacich, Maestro Ve-nerabile della Loggia Confiance Esoterique di Novi Ligure.Pre-sentato dal fratello Pier Giuseppe Rossi, il Gran Maestro ha poiraccontato alla platea di oltre 120 persone le motivazioni che lohanno portato a scrivere il libro soffermandosi sui punti essenzialidelle audizioni, del sequestro e della conclusione dell’inchiesta,,riscuotendo applausi di evidente consenso. Al termine, alcunigiovani profani si sono avvicinati al tavolo di presidenza per se-gnalare il loro forte interessa pergli ideali della nostra istituzione:uno tra essi, munito delle Costitu-zioni, Regolamento e Antichi Do-veri fotocopiati on-line, ha chiestoche gli fossero autografati dal GranMaestro.La serata è quindi prose-guita nel grande salone della Ca-scina La Fiscala dove i Lions Clubsdella zona, Alessandria Marengo,Alessandria Host e BoscomarengoSanta Croce hanno ricevuto il GranMaestro il quale, al termine dellacena sociale, davanti ad un udito-rio di oltre 250 persone, ha sapientemente sviluppato il tema“Quale libertà di associazione”. Roma. Il libro del Gran Maestro ha fatto poi tappa a Roma il 13aprile presso il “Circolo delle Vittorie” via Podgora 19, Teatro Man-zoni, dove ha moderato il dibattito Antonio Fugazzotto e ha lettoalcuni brani del volume “Massofobia: l’Antimafia dell’Inquisizio-ne” Daniela D’Urso. A dare il via agli interventi Arturo Diaconaledirettore de L’Opinione, membro del Cda della Rai. “ Questo libro– ha sottolineato – è anche e soprattutto una testimonianza dellavoglia di battersi contro una prevaricazione di stampo autoritario”.“La persecuzione denunciata da Bisi è solo l’ultimo anello di unalunga catena”, ha aggiunto il giornalista rievocando il tormentatocammino della Libera Muratoria, un cammino che è stato sempre,ha osservato, irto di ostacoli, innalzati di volta in volta dalla Chiesa,dal fascismo, dal socialismo rivoluzionario, fino ad arrivare ainostri giorni”. “La battaglia di Bisi – ha detto – e del Grande Orien-te è una battaglia in nome della libertà che io faccio mia e che miauguro possa andare avanti ed essere vinta”. Ha poi preso la parolail Gran Maestro Aggiunto Santi Fedele che ha ripercorso le tappeprincipali della storia della Massoneria moderna, a cominciare

dalla sua nascita avvenuta nel 1717 nel cuore di un’Europa, ha os-servato, che era “insanguinata dalle guerre di religione”. La Mas-soneria, ha spiegato Fedele, riuscì nella straordinaria impresa diaggregare persone “appartenenti a fedi diverse, di metterle insieme,a confronto, di farle dialogare, e di indurle a eleggere i loro orga-nismi rappresentativi, in un nuovo e inedito esercizio di ugua-glianza, di parità di diritti”. Divenne, ha ricordato, strumento perveicolare i principi dell’Illuminismo. Ispirò la Rivoluzione ame-ricana, contribuì all’affermazione dell’idea del diritto alla felicità.

E se nel Settecento aveva espressouna dimensione cosmopolita e uni-versalista, nell’Ottocento ebbe unruolo determinante nella costruzio-ne dell’idea di Nazione, partecipan-do al Risorgimento italiano e poi allacreazione dello stato unitario, attra-verso migliaia di fratelli che ricopri-rono incarichi importanti nell’appa-rato dello stato. Fino all’avvento, do-po la prima guerra mondiale, dei to-talitarismi. Non solo fascismo e na-zismo, ha sottolineato il Gran Mae-stro Aggiunto, ma anche il bolscevi-

smo. Tutti i regimi misero al bando e perseguitarono la Massoneriae l’antimassonismo ovunque si coniugò con l’antisemitismo. “Oggi– ha concluso Fedeli – nazismo, fascismo, bolscevismo, salazarismo,franchismo non ci sono più, noi ci siamo e continueremo a esserci”.Dopo le conclusioni del Gran Maestro, che ha rievocato i momentipiù cupi e drammatici del lungo braccio di ferro con la commis-sione parlamentare Antimafia, contestando le conclusioni dell’in-chiesta pubblicate nella relazione finale dell’organismo bicamerale,c’è stato il saluto di Gianni Bisiach, celebre giornalista, indimen-ticabile protagonista di Radio Anch’io e di Un minuto di storia,rubrica del Tg1 andata in onda per 13 anni. I prossimi appuntamenti: il 24 aprile alle ore 18 il libro sarà pre-sentato nella Villa del Presidente a Livorno. Appuntamento il 27aprile a Taormina, dove il volume “Massofobia: l’Antimafia del-l’Inquisizione” sarà presentato insieme ad un altro libro “Masso-neria in Europa. 300 anni di storia” (Bonanno), all’incontro par-teciperanno il Gran Maestro Bisi e il Gran Maestro Aggiunto SantiFedele. Il 2 maggio tappa a Bologna: l’appuntamento è alle 20,30 al Savoia Hotel Regency via del Pilastro 2. L’incontro sarà aper-to al pubblico.

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MASSA MARITTIMA & PERUGIA

Un luogo dove ritrovare il sorriso Inaugurati due nuovi centri odontoiatrici sociali Un servizio per i meno abbienti nel cuore della cittadina toscana e nel capoluogo umbro

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Massa Marittima. Ha richiamato tantissima gente la presentazione,che si è tenuta il 13 aprile, a Massa Marittima, nella Sala Congressidel Palazzo dell’Abbondanza, del nuovissimo ambulatorio solidaleche, in convenzione con la Asl, assicurerà assistenza medico-odon-toiatrica ai meno abbienti. Un ambulatorio all’avanguardia volutodall’’Associazione MassAdotta e realizzato in collaborazione congli Asili Notturni di Torino, entrambe aderenti alla Fism (Federa-zione Italiana Solidarietà Massonica), realizzato sul modello dimix welfare già sperimentato con successo dalla storica Onlus pie-montese in molte città italiane in cui presteranno servizio gratuitodei professionisti sanitari volontari. A Roberto Schiavetti, presidentedi MassAdotta, il saluto di apertura. “L’idea condivisa – ha spiegato– è stata quella di un luogo di solidarietà che possa diventare pa-trimonio di tutta la comu-nità. Sta ora a tutti noi, farein modo che questa strut-tura continui a vivere”. Tragli ospiti, intervenuti,Monsignor Carlo Ciattini,Vescovo della Diocesi diMassa Marittima e Piom-bino, che si è detto feliceper l’iniziativa definendolauna bella e importanteopera umanitaria oggi pre-sentata. Hanno preso poila parola il presidente delCollegio della ToscanaFrancesco Borgognoni eSergio Frangioni, direttoresanitario della nuova strut-tura, che ha illustrato come funzionerà l’assistenza nel nuovo am-bulatorio. Sergio Rosso, presidente degli Asili Notturni di Torinoe Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriente d’Italia, ha poi spie-gato il senso dell’iniziativa di Massa, e delle molte altre analogheportate avanti in tutt’Italia, spiegando che i due settori dell’assi-stenza odontoiatrico e oculistica sono i più richiesti ed onerosi pergli utenti. “La salute non è solo un diritto individuale, ma è ancheun interesse pubblico. Per questo, in un momento in cui la rete disolidarietà è crisi nel nostro paese, iniziative del genere sono moltoimportanti”, ha sottolineato Francesco Ghelardi, direttore ammi-nistrativo della Asl area vasta Toscana Sud Est, portando il salutodel direttore generale Enrico Desideri. “Grazie alla convenzionecon l’azienda sanitaria, i pazienti indigenti o che versano in con-dizioni difficili – ha spiegato – saranno indirizzati al nuovo am-bulatorio, tramite segnalazione dei servizi sociali”. Ha preso poila parola il sindaco di Massa Marittima Marcello Giuntini che ha

rimarcato quanto sia importante la solidarietà. “E’ un valore uni-versale – ha detto – e chiunque se ne faccia carico deve essere so-stenuto. In un momento come questo, in cui nuove povertà stannoemergendo a causa della crisi economica generalizzata è partico-larmente significativo adoperarsi per alleviare le difficoltà di chisi trova in situazioni svantaggiate. Mi fa molto piacere – ha ag-giunto – vedere in sala persone di varie culture, provenienze e in-teressi, che partecipano a questa iniziativa per quello che deve es-sere, una risposta ad un bisogno reale della popolazione”. Infineil Gran Maestro, Stefano Bisi, ha ricordato l’impegno costantementeprofuso dal Grande Oriente d’Italia verso chi necessita di solida-rietà illustrando alcune delle più recenti iniziative della Comu-nione. “La Libera Muratoria – ha ricordato – forma uomini che

possano essere d’aiuto allasocietà vuoi con le proprieidee vuoi, come in questocaso, con la fattiva opero-sità di volontari al serviziodi tutti: la Libera Murato-ria rappresenta oggi comeieri un faro luminoso cheindica il cammino versoun’Umanità Universalebasata sui principi di li-bertà, uguaglianza, fratel-lanza e tolleranza recipro-ca”. Dopo la presentazio-ne, c’è stato il taglio delnastro in via Rovini con ilprimo cittadino e il GranMaestri. L’iniziativa ha ot-

tenuto il patrocinio del Comune, dell’Asl Toscana Sud Est, dellaCoesa Società della Salute. (Gianmichele Galassi)

Perugia. Quattro giorni dopo, il 17 aprile, gli Asili NotturniUmberto I° Umbria, anch’essa onlus di riferimento del GrandeOriente d’Italia, ha inaugurato con grande successo a Perugiaun ambulatorio per la cura del dolore, che consentirà anchequi di offrire gratuitamente cure odontoiatriche a favore disoggetti non abbienti. All’inaugurazione nella sede di via Pa-lestrina, 40, con il Gran Maestro Stefano Bisi, il sindaco An-drea Romizi, l’assessore al Bilanio Cristina Bertinelli, l’asses-sore ai Servizi Sociali Edi Cicchi, il Gran Maestro Sergio Rosso,promoter del modello di solidarietà sociale in cui è impegnatosul territorio il Grande Oriente d’Italia attraverso la rete dellaFism, e il presidente del Collegio Circoscrizionale Nicola LucaCastiglione. Numerose le presenze all’evento che ha suscitato

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Massa Marittima, l’intervento del vescovo. Al centro del tavolo il Gran Maestro Bisi e il Gran Maestro Aggiunto Rosso

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tantissimo interesse e ha avutoanche un’ottima copertura me-diatica. Presso il centro lavo-reranno, come ha spiegato Ca-stiglione, fratelli volontari, mala collaborazione è aperta atutti, anche a chi non appartie-ne alla nostra istituzione. Co-me avviene a Torino e già intante altre città d’Italia, dovesono in funzione studi mediciche fanno riferimento al Goi ealla Federazione Italiana di So-lidarietà Massonica, saranno i

Servizi Sociali del Comune afornire i nominativi dei pa-zienti che hanno necessità dicure. Per ora, ha aggiunto Ca-stiglione, mireremo a rafforza-re il servizio di prestazioniodontoiatriche. Ma all’internodell’ambulatorio c’è ancheuno spazio che in futuro,quando la macchina sarà stataben collaudata, verrà riservatoanche alle cure oculistiche. Unaltro bel goal del cuore messoa segno dalla Comunione.

Il 12 aprile, presso la casa massonica di Cagliari in piazza Indi-pendenza 1, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione delprogetto dal titolo “Un’isola nel cuore“. L’iniziativa voluta dalCollegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Sardegnae sostenuta dal Gran Maestro d Stefano Bisi, ha visto la collabo-razione del Coni Regionale quale partner competente. Alla pre-senza dei rispettivi presidenti Giancarlo Caddeo e Gianfranco Fa-ra, è stata annunciata la donazio-ne di undici “dsa (defibrillatoresemiautomatico)” che verrannodati in dotazione, per il tramitedel Coni, ad associazioni e/o so-cieta’ sportive che gestisconostrutture quali campi di calcio ebasket, palestre, piscine o im-pianti polifunzionali. “Questaimportante iniziativa – ha preci-sato il Presidente del Collegiodei Maestri Venerabili GiancarloCaddeo – unisce prevenzione esolidarietà, affinché si possacreare una sana cultura sportivae possa rendere concreto il pro-getto e le sue finalità”. “Il Gran-de Oriente d’Italia Palazzo Giustiniani – ha sottolineato il GranSegretario Michele Pietrangeli – ha sempre sostenuto l’aspettoeducativo e formativo dell’attività sportiva, che concorre allo svi-luppo di coerenti comportamenti relazionali e costituisce un pre-zioso supporto per il bene e progresso dell’umana famiglia. Inoltre,nell’affermare l’alto valore della singola persona, persegue l’aiutoai bisognosi e promuove l’amore per il prossimo, per meglio con-tribuire alla realizzazione della fratellanza universale”. Gli 11 dsa,del valore complessivo di € 14.640,00, saranno affidati al Coni Re-gionale, che li distribuirà, anche per il tramite degli enti locali, ad

altrettante società sportive che, per sofferenze finanziarie, nonsono state in grado di dotarsene come previsto dal “decreto Bal-duzzi” del 2012 (in vigore da luglio 2017). “Il progetto – ha pre-cisato il presidente del Coni Sardegna Gianfranco Fara – che unisceprevenzione e solidarietà, nasce con lo scopo di poter soccorrerein tempo utile le vittime di arresto cardiaco e, attraverso la defi-brillazione precoce, praticata prima dell’arrivo del 118, può rap-

presentare ‘un’arma vincente’ ingrado di salvare molte vite”. InSardegna i dati del 118 attestanoche ogni anno si verificano circa800 arresti cardiaci, con unamortalità del 98 per cento e, no-nostante le ambulanze delle as-sociazioni di volontariato e dellecooperative sociali onlus, cheoperano in convenzione con il118 siano tutte dotate di dae conpersonale opportunamente ad-destrato, ciò non è sempre suffi-ciente per intervenire tempesti-vamente e scongiurare il deces-so. I defibrillatori sono in gradodi memorizzare gli eventi e sono

compatibili col software del 118 Regione Sardegna. “Il Coni Co-mitato Regionale della Sardegna – ha assicurato Fara – nell’ac-cettare la donazione a scopo benefico da destinare agli organismisportivi, individuerà con apposita procedura gli aventi diritto,tra quelli che rientrano obbligatoriamente al possesso di un daedalla vigente legislazione, con esclusione di quelli che hanno giàricevuto un contributo pubblico per l’acquisto di un dae o sianostati affidatarie di un dae in comodato d’uso gratuito fornito daaltri soggetti”. Ultimata la procedura, il 10 maggio verranno pub-blicamente consegnati nella casa massonica di Cagliari.”

CAGLIARI

Un’Isola del CuoreLa Massoneria sarda dona 11 dsa. Accordo con il Coni

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Taglio del nastro a Perugia. Il Gran Maestro con il sindaco

Un momento della conferenza stampa

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Sarà ricordata a lungo dai fratelli della loggia Mazzini n. 1033 lagiornata di venerdì 23 marzo 2018, organizzata nel Tempio prin-cipale della casa massonica di Via Palamolla. Sapientemente so-vrintesa dal Maestro Venerabile Carmelo Nucera, la tornata havisto la partecipazione del Grande Maestro Onorario Ugo Bel-lantoni, dei Grandi Ufficiali Filippo Bagnato, Gianfranco Frago-meni e Peppe Giannetto, del fratello Nino Marciano Grande Ar-chitetto Revisore, del Consigliere dell’Ordine Maurizio Maisano,del giudice circoscrizionale Nino Borrello, dei Maestri Venerabili:Antonino Gullì della Bovio, Giu-seppe Petralia della Logoteta, Mi-chele Menonna della Pitagora,Giorgio Occhiuto della Rhegion,Antonio Princi della Garibaldi, Ba-rillà in rappresentanza della Ro-meo, Ferdinando Mandara in rap-presentanza della Morelli di Viboe di tanti fratelli delle logge reggineche hanno impreziosito le colonne.La pregiata e dotta Tavola:” L’Ami-cizia nella prospettiva dell’Esoteri-smo Metafisico” tracciata, poi, daGlauco Morabito, membro dellaCommissione Regolamento emembro di diritto di Gran Loggia, ha coinvolto tutti i fratelli pre-senti, così come gli interventi dalle colonne di Enzo Stilo, Gio-vanni Saul Ferrara, Nino Bizzintino e Gigi Leone, che hanno datoulteriore sapiente e colto apporto alla serata. Dall’Oriente sonointervenuti i Maestri Venerabili Michele Menonna, Nino Gullì,Pino Petralia e il Coordinatore dell’Oriente Reggino Giorgio Oc-chiuto; quest’ultimo ha apertamente manifestato la propria felicità

per siffatte occasioni di incontro tra tutte le logge reggine nelcorso delle quali risaltano le smisurate risorse dei Fratelli reggini.Le conclusioni sono state affidate all’oratore di loggia EnricoMancini, che ha rinvigorito e ribadito il rapporto di amicizia efratellanza tra i Fratelli dell’Oriente reggino, prima dell’interventodi Ugo Bellantoni, Gran Maestro Onorario del Grande Oriented’Italia, il quale ha voluto ricordare il gran lavoro muratorio delPrimo Gran Sorvegliante Tonino Seminario “rappresentante ca-labrese di una Massoneria che fa onore alla Calabria”. “Una Mas-

soneria della pace che guarda oltre.Che combatte per il progresso dell’U-manità e per scavare profonde galle-rie al vizio – ha proseguito Bellantoni.Abbiamo la fortuna di averlo comeuna guida sicura, senza spocchia,senza protagonismo e lo ringraziamoper la forza che ci dà. E dobbiamo au-gurarci che continui a essere la nostraguida”. Infine, al termine della tor-nata, il Gmo ha insignito dell’onori-ficenza Giordano Bruno il fratelloGianfranco Fragomeni per i suoitrent’anni di Massoneria, conferitaglidal Gran Maestro Stefano Bisi, men-

tre la sua officina gli ha donato una targa ricordo per omaggiarlodel lavoro svolto fino adesso, per ringraziarlo di tutte le operecompiute, con la speranza che ancora lunga possa essere la stradada percorrere e l’opera da compiere. L’evento del 23 marzo èstata, dunque, occasione per rinvigorire il rapporto di amiciziae fratellanza, nato all’epoca tra Fratelli di Orienti diversi, in unimmaginario triangolo geografico e massonico.

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REGGIO CALABRIA

XII edizione del Premio Logoteta “Il viaggio valoriale e universale dello sport” dall’antica Atene a Pyeongchang 2018. Questo il titolo del convegno organizzatodall’associazione culturale Giuseppe Logoteta con il patrocinio del Grande Oriente d’Italia, del Collegio dei Maestri Venerabilidella Calabria e del Rito Scozzese Antico Ed Accettato, che si svolgerà sabato 28 aprile, alle ore 10, a Palazzo TommasoCampanella, sede del Consiglio Regionale della Calabria. Ospite d’onore della prestigiosa manifestazione, giunta alla dodicesimaedizione, sarà l’onorevole Giusy Versace campionessa paralimpica e conduttrice televisiva. I lavori, moderati dal giornalistaAngelo Di Rosa, si apriranno con le relazioni di Gaetano Gebbia, allenatore di basket, che tratterà il tema de “L’altra faccia dellosport, fra discriminazioni e contraddizioni” e del radiocronista Rai, Tonino Raffa, che parlerà su “Dal fuoco di Olimpia ai giorninostri. Perché dietro i cinque cerchi c’è il più grande patrimonio dell’Umanità”. Ci saranno poi gli interventi del Sovrano GranCommendatore del Rito Scozzese Antico Ed Accettato, Leo Taroni, e del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi,che concluderà i lavori. Seguirà la premiazione degli studenti delle scuole medie superiori che sono risultati vincitori delladodicesima borsa di studio Logoteta, del premio Giuseppe Mallamaci e del premio Corrado Balacco Gabrieli.

REGGIO CALABRIA

Esoterismo e amicizia Grande partecipazione alla tornata organizzatadalla Mazzini. E tanti gli interventi dopo la bella tavolache è stata svolta. Conferita la Giordano Bruno a Fragomeni

Il Gran Maestro Onorario Ugo Bellantoni consegna la Giordano Bruno a Gianfranco Fragomeni

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PALMI

Al via la rassegna “Per Colloquia Aedificare”Ogni parola ha conseguenze. Ogni silenzio anche. E’ ispirata a questo pen-siero di Jean Paul Sartre la rassegna “Per Colloquia Aedificare”, organizzataanche quest’anno dalla loggia “Pitagora XXIX Agosto” con il titolo “La pa-rola differente. La differenza della parola”. A inaugurare il ciclo di incontri,che si terrà come sempre nella casa massonica di Palmi alle ore 19, sarà il25 maggio il Grande Oratore Claudio Bonvecchio. Seguiranno poi altri dueeventi: il 12 ottobre con Arturo Occhiuto, il 9 novembre con il Gran MaestroOnorario Tonino Perfetti.

MATERA

Il 5 maggio convegno dedicato a Francesco D’AlessioA Francesco D’Alessio e alla Fondazione della Provincia di Matera è dedicato il convegno che si terrà nella città dei Sassi il 5 maggio.L’appuntamento è alle 10,30 a Palazzo della Provincia. Aprirà i lavori Pietro Andrisani, maestro venerabile della loggia Quinto OrazioFlacco-Orgolio Europeo mentre modererà il giornalista Franco Martina . Interverranno po il sindaco, Raffaello De Ruggeri, il presidentedella Provincia Francesco De Giacomo, l’avvocato Francesco Gallipoli, il professore Nicola Di Modugno, docente di Giustizia Am-ministrativa all’ Università del Sannio a Benevento. Concluderà il Gran Maestro Stefano Bisi. Nella serata alle ore 18 si terrà unconcerto a palazzo Viceconte organizzato dall’Associazione Quinto Orazio Flacco dal titolo "Compositori avvocati della LucaniaMusicale.Francesco D’Alessio nacque a Montescaglioso il 27 maggio 1886 e morì a Roma il 1º aprile 1949. Più volte eletto deputato,ricoprì l’incarico di docente di diritto amministrativo presso l’Università di Pavia dal 1924 al 1935, massone, venne iniziato nellaLoggia “Peucetia” di Bari e per poi diventare membro della loggia “Rienzi” di Roma. Grazie a lui Matera, già capitale della Basilicatadal 1663 al 1806, divenne capoluogo di provincia nel 1927.

PALERMO

Sulle note di Mozart i 50 anni del Collegio della Sicilia Sarà Wolfgang Amadeus Mozart e alla sua musica massonica l’evento che si terrà il 5 maggio a Palermo presso il Real Teatro SantaCecilia, organizzato per festeggiare mezzo secolo di attività del Collegio Circoscrizionale della Sicilia. La manifestazione, apertaa tutti, è a cura della loggia palermitana Sicilia Libera n. 291 e si inserisce nell’ambito della Biennale Internazionale d’Arte Sacradelle Credenze e Religioni dell’Umanità. Nella conferenza-concerto Giacomo Fornari, direttore del Conservatorio “Claudio Mon-teverdi” di Bolzano e membro dell’Akademie für Mozartforschung di Salisburgo, guiderà i presenti in un viaggio tra le magliedella vita – conosciuta e non – di Mozart, affiancato da Piero Barbareschi al pianoforte, e dal tenore Erlendur Tor Elvarsson.Saranno interpretate le opere: An die FreudeKV 53 (47e) / Johann Peter Uz, Heiliges BandKV 148 (125h) / Ludwig Friedrich Lenz,GesellenreiseKV 468 / Franz Joseph Ratschky, Adagio für Harmonika KV 617a (356), AdagioKV 540, Die ihr des unermeßlichenWeltalls Schöpfer ehrtKV 619 / Franz Heinrich Ziegenhagen, An die StärkeKV 620/20 / Ludwig Christoph Hölty (prima esecuzionein Sicilia).

MILANO

Esoterismo al femminile“Esoterismo al femminile” è il titolo dell’incontro del 21 aprile nella casa mas-sonica di Milano organizzato dal Collegio della Lombardia insieme alla GranLoggia Femminile d’Italia, istituzione liberomuratoria italiana che accetta solole donne. L’intento quello di risalire alle radici dell’antica sapienza femminileevidenziando come il suo simbolismo delle origini abbia nei secoli smarritoil suo senso. Presente ai lavori Tonino Salsone, presidente del Collegio. Con-tributi di Emiliano Facchinetti, esponente del Grande Oriente, della giornalistaRenata Danova, della psicologa Daniela Umiliata. Le conclusioni della GranMaestra della Gran Loggia Massonica Femminile d’Italia Monica Dotti e del Grande Oratore del Grande Oriente d’Italia Claudio Bon-vecchio, anche moderatore dell’incontro.

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SKY HASHTAG24

Accolto l’invito del Gran Maestro L’onorevole Marco Di Lello ex segretario della Commissione Antimafia e il giornalista de “L’Espresso” Gianfrancesco Turano, hannoaccolto l’invito del Gran Maestro Stefano Bisi a partecipare ad una pubblica manifestazione da tenersi al Vascello, inoltrato all’indomanidella puntata di Hashtag24 sui “Mille volti della Massoneria”. Ora si attende la risposta di Riccardo Bocca, conduttore della trasmissioneandata in onda su SkyTg24. Ecco la lettera inviata dal Gran Maestro: “La recente puntata di Hashtag24 sui Mille volti della Massoneriaha personalmente rafforzato l’idea che in questo Paese ci sono troppi radicati e pregiudizi sulla Libera Muratoria e che se da un latoè giusto accettare sempre il confronto anche in tv sia pure con tempi limitati, dall’altro è necessario relazionarsi con più articolateargomentazioni che richiedono luoghi e tempi sicuramente diversi da quelli contingentati e veloci di una trasmissione giornalisticacome quella di SkyTg24. Proprio per questo motivo e perché il Grande Oriente d’Italia non ha paura di nessun confronto e vuolecontinuare con la massima trasparenza la sua opera di apertura al dialogo con la Società e le istituzioni, Vi invito ad una pubblicamanifestazione da tenersi al Vascello, sede nazionale del nostro Ordine a Roma, per parlare liberamente di Massoneria. Siamo pie-namente disponibili e pronti a discutere dei vostri ipotetici mille volti ma, soprattutto, di quello che per noi è l’unico vero volto diun Ordine che non ha nomi e numeri occulti, di una Istituzione che non merita pregiudizi e censure e che lavora esclusivamente almiglioramento dell’Uomo e al Bene comune. Venite a dialogare, a confrontarvi con noi nella massima trasparenza e senza pregiudizi.Dal parlare e dall’ascoltare possono nascere soltanto buoni frutti, anche nella diversità di vedute, e si fa anche della buona informazione.Parliamone, dunque, con la massima reciproca tolleranza. Vi aspettiamo a braccia aperte e senza lanciare alcuna sfida. I liberi muratorinon hanno bisogno di farlo. Fatemi qualche data”.

TRAPANI

In memoria di Bent Parodi L’8 marzo scorso, la loggia Garibaldi n. 642 all’Oriente di Trapani, nel 75°anniversario della nascita a Copenaghen il 7 marzo del 1943, ha promossouna tornata commemorativa in onore dell’indimenticabile Bent Parodi, chefu anche Grande Oratore Aggiunto, nonché fratello esemplare, saggista, gior-nalista e scrittore di fama internazionale portatore di autentici valori mas-sonici, orgoglio di tutti quanti lo hanno conosciuto e apprezzato. La com-memorazione, tenutasi nella casa massonica è stata molto partecipata ed haregistrato la presenza di ben otto Maestri Venerabili. Oltre quella di GiovanniFilippo Catania che da maestro venerabile della Garibaldi ha presieduto ilavori, c’erano: Giovanni Li Volti della Bent Parodi n. 1392 all’Oriente di Ca-tania; Antonino Marcantonio della Rinnovamento n.348 e Antonino Siro Brigiano della G. Mazzini n. 347 entrambe all’Oriente diTrapani; di Giovanni Licari della Abele Damiani n. 349 e Gaspare Urso dell a XI maggio 1860 n. 1473 entrambe all’Oriente di Marsala(Tp); di Vito Martinico della D. Torrigiani n.881 al l’Oriente di Paceco (Tp); di Salvatore Tumbarello della G. Mazzini n. 1505all’Oriente di Partanna (Tp). Erano o presenti anche alcuni fratelli della F. Ferrer di Castelvetrano (TP) e della Dedalus di SantaMargherita del Belice (Ag).

MAZARA DEL VALLO

Porta del Mediterraneo, è nata una nuova officina Porta del Mediterrane n. 1523 all’Oriente di Mazara del Vallo è la nuova officina che con la cerimonia di innalzamento delle colonneed insediamento delle cariche si è costituita lo scorso 2 dicembre. Ai lavori rituali, aperti da Antonino Recca, Presidente del Collegiodella Sicilia, hanno partecipato, tra gli altri, Santi Fedele, Gran Maestro Aggiunto e Giuseppe Trumbatore, Gran Tesoriere Aggiunto.Andrea Pisciotta, eletto Maestro Venerabile, ha insediato gli altri dignitari: Gaspare Zambito Spadaro, 1° sorvegliante;. CalogeroPuntrello, 2° sorvegliante; Danilo Filippo Gaudioso, oratore; Vittorio Guzzo, tesoriere.

PADOVA

Voci e suoni della Shoah Nella settimana dello Yom HaShoah, il giorno della Memoria nel calendario ebraico, un momento di riflessione tra letteratura emusica, promosso da Daniele Nigris e da Salvatore Baronilli con la partecipazione di Adolfo Locci e gli Shirè Miqdash. L’incontrodal titolo “Nessuno disse nulla” si è tenuto il 9 aprile a Padova all’Auditorium Pollini.

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MILANO

Presunto innocente, incontro sulla giustizia penale “Presunto innocente: la giustizia penale fra garanzie ed efficienza" è il titolodel convegno che si è tenuto il 23 marzo a Milano nel Salone degli Affreschidella Società Umanitaria. Una nuova iniziativa del Collegio della Lombardiache con questo incontro ha inteso contribuire al dibattito su un tema di con-creto e rilevante impatto. Dopo i saluti iniziali del presidente circoscrizionaleAntonino Salsone, sono intervenuti il senatore Gabriele Albertini, già sindacodi Milano; David Monti, sostituto procuratore della Repubblica presso ilTribunale di Milano; Giuseppe Bozzi, già ordinario di Diritto Civile alla Fa-coltà di Giurisprudenza della Luiss di Roma; Giuseppe Benedetto, presidentedella Fondazione “Luigi Einaudi”, Pardo Cellini, direttore della Fondazione“Giuseppe Gulotta”. Ha moderato il giornalista Umberto Cecchi, già direttore del quotidiano “La Nazione”. Ha concluso il GranMaestro Stefano Bisi che ha auspicato una “giustizia umana che rispetti la Costituzione, eviti intrecci pericolosi e che non vengautilizzata per colpire persone o istituzioni politiche” commentando i dati del Mef, secondo i quali errori e ingiuste detenzioni sonocostati allo Stato quasi 37,7 milioni di euro nel 2017, con 1.013 casi di persone arrestate per sbaglio. "Ci vorrebbe più attenzione. Nonsempre pagano i colpevoli”, ha sottolineato il Gran Maestro definendo ad esempio le intercettazioni “un furto di libertà”. “Capiscole esigenze di cronaca – ha detto – ma c’è un pericolo: l’intreccio tra pubblici ministeri e giornalisti può portare alla morte le persone”.

ANCONA

I legami tra Massoneria, Carboneria e RisorgimentoGrande interesse e partecipazione per il convegno “Massoneria, Carboneria e Società Segrete Repubblicane dal Risorgimento allaPrima Guerra Mondiale” organizzato dall’associazione Mazziniana Italiana e dall’Istituto Gramsci Marche giovedì 22 marzo pressol’aula ex-consiliare del Comune di Ancona. Sono stati invitati a dibattere sull’argomento relatori di altissimo livello come Gian MarioCazzaniga, docente dell’Università di Pisa, e Marco Marinucci, saggista e coautore del volume “Carbonari del XX Secolo (EdizioniETS). Il convegno è stato introdotto da Nicola Sbano, dell’Associazione Mazziniana Italiana, e presieduta da Nino Lucantoni dell’IstitutoGramsci. In una sala gremita, i relatori hanno fornito un quadro quanto mai esauriente dell’evolversi dell’intera vicenda storica dellaCarboneria, soffermandosi in particolare, anche a seguito degli interventi di Luca Guazzati, Stefano Coppola e Fabrizio Illuminati,presidente del Collegio Marche del Grande Oriente d’Italia, sui rapporti con la Massoneria.

ROMA

Il 24 marzo ricordati i martiri delle Ardeatine Il Grande Oriente ha commemorato i martiri delle Fosse Ardeatini, 335 uomini fra civili e militari trucidati dai nazisti il 24 marzo1944 come rappresaglia all’attentato compiuto dai partigiani a Roma in via Rasella contro un battaglione di soldati tedeschi. Tra levittime anche venti fratelli liberi muratori di cui 10 appartenenti alla nostra Comunione, come l’avvocato Placido Martini, liberale,medaglia d’oro al valor militare alla memoria della Resistenza, e Silvio Campanile, entrambi membri della loggia Pisacane fondatanel 1931 nel confino dell’isola di Ponza dall’allora Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Domizio Torrigiani, perseguitato dalregime fascista. “Fra i nostri doveri – ha sottolineato il Gran Maestro – c’è quello di non dimenticare questi uomini, questi italianied eroi barbaramente uccisi dalla follia nazista”.

COLLE VAL D’ELSA

L’Arnolfo di Cambio ha festeggiato mezzo secolo A Borgo San Luigi, nel cuore del suo territorio, la loggia Arnolfo di Cambio n. 673 ad Oriente di Colle Val Elsa ha festeggiato inuna tornata in rituale i suoi primi 50 anni. Il nuovo maestro venerabile eletto è il fratello Fabio Cantini, che ha ricoperto questoincarico già negli anni 2001, 2002 ,2003. Le luci di loggia, per questo eccezionale evento sono stati gli ex maestri venerabili. Oltrecento i fratelli che hanno preso parte alla tornata insieme al Gran Maestro Stefano Bisi, al Gran Maestro Onorario MassimoBianchi, al presidente Francesco Borgognoni, all’oratore ed al segretario del collegio. Seduti all’Oriente tre consiglieri dell’Ordinee presenti all’evento molti Maestri Venerabili e rappresentanti degli Orienti di Grosseto, Follonica, Massa Marittima, Siena,Cecina, Firenze, Sansepolcro, Viareggio, Lucca e Livorno. Dopo l’apertura dei lavori, l’oratore ha letto la tavola dedicata allastoria della loggia.

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